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Università Del Salento
Acronimo
UNISAL
Partita Iva
00646640755
Codice ATECO
Non Disponibile
Non Disponibile
Data di costituzione
1955
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
Non Disponibile
La lingua della serie televisiva americana "24"
I saggi contenuti in questo volume [“’Qualcuno nasce postumo.’ – La Wirkungsgeschichte di Nietzsche”] trattano la controversa e polimorfa ricezione del pensiero nietzscheano in filosofia, scienza, arte, politica e media, in parte tracciandone le grandi linee, in parte approfondendone singoli aspetti. Il volume è diviso in sei parti, dedicate rispettivamente alla ricezione nel quadro di ‘Filosofia e filologia’, ‘Estetica, arti e cultura’, ‘Letteratura e media’, ‘Politica e Zeitgeschichte’, ‘Economia e sociologia’ nonché alle ‘Ricezioni nazionali e istituzionali’ (quest’ultima parte, la sesta, non è pubblicata nella versione cartacea, ma solo nell’ e-Book). Oltre ad un testo letterario di Martin Walser (‘Nietzsche a vita. Una tesina’), la cui versione integrale lo scrittore presentò in anteprima durante il convegno, il volume contiene 35 saggi (41 nella versione e-Book) di specialisti di rango internazionale nonché di giovani ricercatori. Oltre ai due curatori siano menzionati solo: Christian Benne, Tilmann Buddensieg, Hubert Cancik e Hildegard Cancik-Lindemaier, Carlo Gentili, Renate Müller-Buck, Herman W. Siemens, Andreas Sommer, Sigridur Thorgeirsdottir, Paul van Tongeren, Aldo Venturelli.
The articles demonstrates that, in the fourteenth century in Cologne, the charge of heresy against Meister Eckhart comes from Louis of Bavaria and his supporters for political reasons and that Eckhart had the support of his order even though they probably did not agree with him. The dispute that followed eventually concluded with the charges against Eckhart being reduced from a lengthy list of items declared heretical to a much reduced one mainly of doctrinal errors. However, although he seemed to go to some lengths to facilitate Eckhart and his supporters, John XXII condemned various of Eckhart’s propositions after the latter’s death in his 1329 bull, In agro dominico. this seems still to have left eckhart in something of a theological limbo: in 1992, in response to the dominican order’s campaign for his rehabilitation, the Vatican commented that since eckhart was not actually condemned for heresy himself, but rather only certain of his propositions, there is no necessity for such a procedure.
Scrittura del testo letterario come nuova referenza connotativa e lettura come atto del conoscere ermeneutico i significati dell'opera, includendo la comprensione del sé tramite le parole dell'autore
This paper begins by questioning the subtitler’s traditional role, and the (f)utility of constraining audiovisual translation (AVT) into a single semiotic mode, disjoined from the action of the film. Nornes (1999) was the first to suggest that the “time is right” for abusive subtitling. Since then a number of scholars have discussed the use of pop-up glosses, in the main captioned verbal glosses, to be added to the subtitles. However, even though these ideas are no different from those used by fansubbers and by a number of film and TV directors, the subtitling profession is still extremely unwilling to take these ideas on board. Indeed, it is the “control of the industry [that] keeps a firm lid on the potential spread of innovative subtitling” (Pérez-González 2012: 13). In this particular experiment a short UK comedy TV sketch was transcreated into Italian using speech bubbles, thought balloons and visual pop-up glosses with the aim of not only reproducing the comedic effect but also of allowing the target audience to access at least some of the culture-bound associations available to the source audience. In particular, the experiment was designed to test the hypothesis that the use of thought balloons will actually help the viewer access the speaker’s culture-bound model of the world.
Indice Ouverture Preludio, di Gianni Montesarchio e Claudia Venuleo 1. La psicologia e il gruppo, di Roberto Rizzo 1. Una premessa istituente 2. Una cornice filosofico-epistemologica 2.1 Il pensiero postmoderno di Jean-François Lyotard 2.2 Strutturalismo e post-strutturalismo 2.3 La social construction 3. I paradigmi di Thomas Kuhn: un concetto-stampella per la psicologia 3.1 ll concetto di paradigma: definizioni, caratteristiche, funzioni 3.2 La “natura” della scienza 4. Psicologia moderna e postmoderna 4.1 Elementi per un confronto 4.2 Temi “moderni” in un’ottica postmoderna 5. Il gruppo: una breve rassegna storica 5.1 Le prime esperienze e il polo dell’individuo 5.2 Il polo del collettivo e la psicologia sociale di Kurt Lewin 5.2.1 Lewin e la psicoanalisi 5.2.2 L’analisi “di” gruppo: Wilfred Bion 5.2.3 S. H. Foulkes e la gruppoanalisi 5.2.4 La lettura francese del gruppo: Anzieu e Käes 6. Per una lettura postmoderna del costrutto: il |gruppo| come format Riferimenti bibliografici 2. Per un approccio dialogico e contestuale al |gruppo|, di Gianni Montesarchio e Claudia Venuleo 1. Introduzione 2. Il gruppo tra definizione ingenua e tentativo di concettualizzazione 2.1 Approccio monistico v.s. approccio plurale alla conoscenza 2.2 Oltre l’individuo e l’identicità 2.3 Per una concezione contestuale della mente 2.4 Il gruppo come qualità emergente e situata dello scambio dialogico 2.4.1 Note sulla natura contingente ed affettiva del significato3. Sulla funzione della clinica 3.1 Sul concetto di riflessività Riferimenti bibliografici 3. Dal mito del gruppo all’utilizzo del gruppo come strumento di intervento: il gruppo come “assetto della relazione”, di Viviana Fini 1. Miti emblemi spie 1.1 “Riunificare” il gruppo 1.1.1 Le variabili strutturali: obiettivo, metodo, ruolo 1.2 Per una teoria della relazione individuo-contesto. Un ancoraggio alla ridefinizione delle cosiddette “variabili di processo”: comunicazione, clima, sviluppo 1.2.1 Pensiero duale e pensiero di gruppo: cosa vuol dire “sviluppo”? 1.3 La leadership: lo “snodo” tra variabili strutturali e variabili di processo 1.3.1 Il caso del Comune che si “deve” sviluppare 2. Epilogo Riferimenti bibliografici 4. Il gruppo come dispositivo generativo, di Gianni Montesarchio e Claudia Venuleo 1. Alcune premesse fondative di un uso del gruppo come dispositivo generativo dell’intervento clinico 2. Formazione data e formazione generativa 3. Gruppo e formazione generativa: quale rapporto? 3.1 L’apprendimento come pratica dialogica e situata 3.2 Setting e relazione 3.3 Il |gruppo| come oggetto del colloquio di gruppo 4. Dalla precarietà del tecnicismo alla trasversalità/trasferibilità dei criteri interpretativi e metodologici Riferimenti bibliografici 5. Giocare il gruppo. Dalla lezione ai metodi attivi: il gioco come strumento di narrazione, di Eleonora Marzella 1. Premessa 2. Una cornice teorica 3. Il gioco “generativo” 3.1 L'organizzazione/suddivisione in fasi dei giochi 3.2. La lezione 3.3 I giochi analogici 3.3.1 Il dilemma del prigioniero 3.3.2 L’acrostico Epilogo 3.3.3 Il T.A.T. in acquario 3.3.4 La donna sul ponte 3.4 Il metodo dei casi 3.4.1 Lo studio dei casi 3.4.2 I business games 3.4.3 Gli autocasi 3.5 Lo psicodramma 3.5.1 Il role-playing 4. Dopo il gioco, il resoconto Riferimenti bibliografici 6. Il gruppo come spazio privilegiato della formazione clinica alla clinica, di Gianni Montesarchio e Claudia Venuleo 1. Premessa 2. Il setting del gruppo esperienziale 3. Formazione e resocontazione 3.1 Inter-visionandosi…Di resocontazione in resocontazione 4. Un approccio semiotico all’uso di grandi, medi, piccoli, gruppi 5. Note sul prodotto Riferimenti bibliografici 7. Il gruppo nella pratica della ricerca psicologica, di Marco Guidi 1. Premessa 2.
Sommario: 1. Premessa. – 2. Una traccia nella letteratura giurisprudenziale. – 3. Questioni aperte. – 4. Etimologia. – 5. Origini dell’istituto. – 6. La procedura di ‘sectio’. – 7. Modalità di pagamento del prezzo all’aerarium populi Romani. – 8. L’oggetto dell’addictio questoria: acquisto del dominium ex iure Quiritium da parte del sector e inesistenza di un obbligo alla rivendita. – 9. Esclusione dell’esistenza di una successio in universum ius da parte del sector. – 10. Finalità della ‘sectio’. – 11. Tutela del sector e interdictum sectorium.
The ‘Reden' can be considered a metaphysical foundation of ethics. By questioning the banality of everyday life, Eckhart brings his audience to reflect on the forms of their religious practice in order to become aware of its true meaning. In my opinion the ‘Reden’ do not relate, therefore, to how religion is practised by man (human action?), but rather to the foundation of this practice. My contribution aims to show, that the significant themes of this work are not only ‘obedience' or ‘detachment’ (as is commonly stated OR believed?), but rather the criterion of the discernment between genuinely virtuous and fake virtuous behavior. It is significant, in fact, that in this treaty Eckhart insists repeatedly on the term ’true’: ‘true' obedience (Reden, 189.3, 197.5), ’true' reason (Reden, 207.4), 'true' penitence (Reden, 244.4) and ’true' man (Reden, 226.5), assuming evidently the possibility of inauthentic behavior
Con la sua narrazione degli eventi dal 180 al 238 d.C., lo storico Erodiano è una delle fonti guida per il denso sessantennio che va dalla morte dell’imperatore Marco Aurelio agli esordi della Soldatenkaiserzeit, passando attraverso l’epopea della dinastia severiana. Pare tuttavia che la pur nutrita dottrina su Erodiano abbia per ampia parte lasciato in ombra il potenziale contributo che questo autore può dare alla Rechtsgeschichte, e in particolare a talune linee di indagine nell’ambito del diritto pubblico romano: in primo luogo la definizione delle vicende del potere imperiale, e il ruolo svolto dal senato nella sua trasmissione, sul finire dell’epoca del principato. Nel presente contributo ci si propone pertanto di procedere ad un primo esame del testo di Erodiano rispetto a tale direttrice, con l’auspicio di delineare nuovi spunti di riflessione. Si auspica inoltre che future ricerche possano affrontare il contributo erodianeo allo studio di altri aspetti del diritto pubblico, come ad es. il ius senatorium (con uno sguardo, quindi, a competenze e meccanismi di funzionamento dell’assemblea senatoria).
The paper deals with a case-study drawn from the framework of researches on Greek “secondary colonisation”. It falls within the earlier horizons of Greek colonisation and concerns the settlements proomoted by Chalcidians from Euboea and from Chalcidian Cumae in Campania in Sicily and in Southern Italy immediately across the Straits of Messina. Focusing on such an early and strongly intertwined set of foundations can yield a more nuanced reading of the forms and ways of the Greek colonial experience in terms of the relations of colonial settlements, of the processes of territorial organization of sites and of the shaping of their identity.
The volume closes with Maria Cristina Fornari’s essay on Nietzsche’s last letters (1885–1889). These letters are “a sort of autobiography” that reveals the personal experiences behind the ideas expressed in the published writings and the notebooks. Most importantly, the letters are an important part of Nietzsche’s effort to “recapitulate”, that is, to look back “over the experience of his past writings, with the aim of making himself understandable for action on the present”. In the letters he clearly sketches “a personal development of which he can only become aware himself with hindsight”. The retrospective reading of his own works allows him to find coherence in them, but also to give them a new meaning in the light of the philosophical ideas that they prepared but could only emerge later. However, Nietzsche’s reinterpretation of his previous works also makes him reinterpret his whole “task”. It changes his assessment of the posthumous effect of his work and, therefore, they create the need for new forms of expression. Thus, in the letters, we can see Nietzsche constantly searching for new “masks” of self-expression, new “masks” which are in the end different styles that he wants to imprint on his writings. Such styles aim to adequately express not only his new philosophical ideas, but also the personal experiences that lie at their origin. We believe it is wonderfully fitting to end this introduction with a quotation from one of the letters analysed by Fornari: My writings are difficult because rarer and more unusual states of mine prevail over normal ones. I am not boasting about this, but that is how it is. I search for signs of similar emotional situations that are not yet understood and often hardly understandable; my inventive capacity seems to me to be revealed in this. […] Is it not perhaps true that a work’s intention must always create first of all the law of its style? I require that when this intention changes, the whole stylistic procedure must change too (Bf. an Josef Viktor Widmann 04.02.1888, KGB III/5, Bf. 986) [From the Introduction.
Neuroimaging and neuropsychological literature show functional dissociations in brain activity during processing of stimuli belonging to different semantic categories (e.g., animals, tools, faces, places). The aim of the study was to provide informations about the processing of stimuli from different phylogenetic domains, in order to observe the emergence of non-linguistic conceptual knowledge perceptualand categorizational pathway. Event related potentials (ERPs), N200 and P300, were recorded with an odd ball paradigm, in 24healthy right-handed individuals as they performed a perceptual recognition task on 56 of images of animals, man-made objects (i.e., artifacts) and background-color.The animals were grouped according to the phylogenetic scale in Fish (F), Reptiles (R) and Mammals (M). All stimuli were matched according to the familiarity of representation. The Task consisted in 4 sessions, one for every stimulus.The task was to press a button when the subject saw the stimulus between the background colors. Univariate ANOVAs were computed separately for each ERP component in amplitude (V) and latency (L) for Electrode and for Lateralization. Both N200 and P300 had shown significant differences in Frontal Channels (Fp2, F4, F8) V (p<,05) and in Frontal L as well (p<,05). Post hoc Analysis (Bonferroni) for N200 showed thatF and R stimuli elicited a decrement in V (p<,05) and an increment inL in N200 (p<,05) waves and in Right Lateralization (p<,05). Post hoc Analysis for P300 showed that F, R and M stimuli elicited an increment in P300 L (p<,05) and in Right Lateralization (p<,05). Phylogenetically distant stimuli have differently activated the cortical processing,regardless of familiarity with the stimulus presented. The right hemisphere appears to be more sensitive to differences related to the visual representation of the stimuli that are processed more slowly, which correspond to stimuli furthest by evolutive level.
Viene qui approfondito il carattere comparatistico della critica di G. Debenedetti, la cui argomentazione ricorre ad immagini e concetti presi in prestito dalla psicoanalisi, dal sapere scientifico e dall’antropologia culturale. Particolare importanza viene data all’apporto antropologico, nel discorso critico debenedettiano, di alcune categorie interpretative di Ernesto de Martino, come quelle di « crisi della presenza », « presenza destorificante » ed « oltrepassamento nella forma valoriale », con le quali Debenedetti interpreta in modo non del tutto freudiano i temi dell’« epica dell’esistenza », espressi soprattutto nella narrazione dell’« assurdo » di Camus e nella lingua poetica « oscura » ed ermetica da Mallarmé a Montale. La presenza ‘demartiniana’ nella critica di Debenedetti chiarisce l’ambiguità della stessa crisi esistenziale, « crisi di presenza », del personaggio-uomo del Novecento : orfano sì della certezza ‘paterna’ del senso, ma non vittima della sua « scomparsa », in quanto soggetto esploratore di una nuova catarsi. Che la scrittura letteraria esperimenta nell’avventura formale di una nuova parola autoriale, « in sciopero » nei confronti della monologia significante, e ribelle rispetto ad una esatta, determinata sua referenza.
Analisi documentaria del processo di canonizzazione degli Ottocento Martiri di Otranto del 1480.
Il saggio pone l’accento sull’influsso péguysta sorto all’interno di quella che venne definita l’”école de Lecce”, che l’autrice visse dall’interno. Un influsso tanto intellettuale quanto concreto, a tal punto da indurre gli studiosi che ne fecero parte a una perenne rivoluzione contro quanto mina la dignità della persona.
In questo lavoro si analizza il giudizio di due storici locali come Francesco Errico e Domenico Ruggiero Greco. Ciò è stato possibile grazie ad un recente scavo archivistico e bibliografico che ci ha fatto ritrovare le opere di questi autori, necessarie per inquadrare in maniera più completa la figura del marchese d'Oria. L'Errico risulta essere un convinto accusatore del Bonifacio al punto che in "Cenni storici sulla città di Oria" lo definisce di “indole cattiva e prepotente, fu deposto [dal Viceré Alcalà dall’ufficio di Giustiziere del Regno] e si ritirò nella rocca Sveva del suo Marchesato Oritano”. Il Greco, seppur più indulgente, è convinto che le scelte del marchese siano "fuori dalla grazie di Dio" e sostiene (erroneamente) che egli si sia convertito in punto di morte.
Il volume concorre ad arricchire e a integrare quello che è stato, nel generale fervore educativo della stagione che precede e segue l’Unità d’Italia, il contributo offerto dalla letteratura in termini di edificazione delle coscienze. Vi si racchiudono saggi convergenti nella delineazione di problematiche educative, ascrivibili all’esperienza d’interpreti otto-novecenteschi (S. Castromediano, L. Pirandello, G. Deledda) sensibili all’impellenza di un’operazione culturale che fungesse da traino e da catalizzatore delle coscienze italiane, su presupposti identitari e di progresso civile e morale.
- La rilettura e la riscrittura dei grandi classici della letteratura inglese nella scrittura creativa postcoloniale. - Analisi della funzione del canone nella politica coloniale e della valenza controdiscorsiva delle riscritture postcoloniali. - Il dibattito culturale sulla "apertura" del canone letterario.
The present study starts from the observation that there are Islamic concepts of Finance, such as ‘Riba’ which is to be explored here, that are totally inaccessible to Western students of Finance. The study introduces a cognitive-functional approach (Halliday 1985) to the analysis of three selected mini-corpora of academic texts on Finance in English. This analysis is aimed to highlight the varying degree(s) of discourse hybridization, this implying a focus on acceptable concepts and textual structures for the prospective Western readers of the texts.
Il saggio esamina la traduzione inglese di Beryl de Zoete evidenziando la tipologia traduttiva e gli scarti rispetto all'opera originale.
I "tre telegrammi" (americano, inglese e sovietico) alle origini della guerra fredda
Nell’ultimo decennio si è andato consolidando nel dibattito storiografico un filone di studi che dedica ampia attenzione alla sfera “emozionale”, alla relazione tra spinta sentimentale/passionale e opzioni ideologico-politiche, offrendo, in particolare rispetto al Risorgimento, prospettive di lettura che hanno l’obiettivo di dare voce alla “pluralità delle storie” che hanno contribuito alla costruzione dello Stato nazionale. Indubbiamente la sfida è impegnativa. Si tratta di seguire le tracce lasciate da uomini e da donne che vivono una stagione di forte fermento e di grande inquietudine socio-politica, di individui che scelgono, nel momento in cui aderiscono ad un sistema di valori “eversivo”, di complicarsi la vita, di rischiare, di affrontare disagi, persecuzioni, detenzioni e spesso di andare consapevolmente incontro alla morte per l’affermazione di un ideale e per la realizzazione di un progetto politico e privato. Questa chiave interpretativa, che permette di leggere il Risorgimento non più come un fenomeno elitario ma come un “movimento” ad ampia partecipazione, stimola ad indagare sulla varietà di percorsi, di situazioni, di rapporti che riguardano altri protagonisti coinvolti in vario modo nel processo unitario, i cui destini si incrociano in veri e propri circuiti di “fratellanza politica” e si saldano nell’accesso alla rete dell’impegno. Partendo da queste coordinate scientifiche, l’intento della mia ricerca è quello di ricostruire l’esperienza di un patriota leccese di orientamento mazziniano, Nicola Valletta (1829-1915), la cui vicenda (ancora poco conosciuta) può rappresentare un contributo per tentare di delineare, lungo le traiettorie di un recit de vie, il ruolo svolto nel contesto del Mezzogiorno borbonico da tanti “piccoli cospiratori”, per lo più giovani, in lotta “col fucile, la penna, le idee”, animati da ampie aspettative ed entusiasticamente disponibili all’azione politica. Procedendo per indizi, per sparute tracce di presenza e/o di assenza, per possibili ipotesi interpretative a causa della scarsità delle documentazioni (almeno allo stato attuale dell’indagine), è venuto alla luce un percorso interessante, quello di un giovane affiliato mazziniano, ricordato soprattutto per la partecipazione alla sfortunata spedizione di Sapri, la cui esistenza è stata scandita per molti anni dai disagi delle persecuzioni, dalle sofferenze delle galere borboniche, dalla prospettiva temibile e costante della morte. Significativi anche gli esiti. Dopo l’Unità per quasi tutti gli anni Sessanta Valletta continua l’azione cospirativa a Napoli a sostegno della questione veneta e romana con la collaborazione al giornale mazziniano l’Italia del Popolo e nell’ambito del partito d’Azione. Una volta ritornato nella provincia leccese e stabilitosi a Gallipoli, egli accetta un modesto lavoro di impiegato presso una ricevitoria del Lotto, rifiutando – a differenza di tanti altri suoi “compagni di avventura” - quei riconoscimenti e quegli onori che poteva ottenere per la legittimazione che gli veniva dallo status di patriota. La sua esperienza di vita, attraversata da scelte difficili e da alte idealità, da tensioni politiche e da estreme sofferenze, diviene così emblematica di un'esistenza che lega tra loro, in una fitta rete di valori “irrinunciabili”, molte figure di patrioti del Risorgimento.
Correlazione tra i prodotti della terra (vino) e la santità di fra Giuseppe da Copertino.
Breve profilo ideologico-culturale di Evelina Cattermole Mancini, in arte Contessa Lara, interessante figura della seconda metà del secolo XIX, scrittrice e giornalista, attratta dal mito della vita dissoluta e irregolare, da "scoprire" anche da un punto di vista pedagogico oltre che letterario.
L'articolo discute il tema del possibile "dialogo costituzionale" tra i sistemi ordinamentali che si affacciano sul Mediterraneo, nella prospettiva delle politiche europee di vicinato (PEV), nonché della specificità della Turchia come possibile nuovo membro della Unione europea.
Nelle opere di Meister Eckhart le citazioni ciceroniane provengono dalla diretta lettura delle fonti e, in particolare, anche delle opere di Cicerone meno diffuse nel Medioevo. L'utilizzo eckhartiano della dottrina ciceroniana permette di valorizzare lo stoicismo come la filosofia fondamentale per la decifarazione di numerosi e peculiari teoremi eckhartiani.
L'autore analizza nel particolare la riforma del sistema universitario italiano in prospettiva comparata con particolare riferimento al contesto europeo e della globalizzazione.
Colloidal quantum dots (QDs) stand among the most attractive light-harvesting materials to be exploited for solution-processed optoelectronic applications. To this aim, quantitative replacement of the bulky electrically insulating ligands at the QD surface coming from the synthetic procedure is mandatory. Here we present a conceptually novel approach to design light-harvesting nanomaterials demonstrating that QD surface modification with suitable short conjugated organic molecules permits us to drastically enhance light absorption of QDs, while preserving good long-term colloidal stability. Indeed, rational design of the pendant and anchoring moieties, which constitute the replacing ligand framework leads to a broadband increase of the optical absorbance larger than 300% for colloidal PbS QDs also at high energies (>3.1 eV), which could not be predicted by using formalisms derived from effective medium theory. We attribute such a drastic absorbance increase to ground-state ligand/QD orbital mixing, as inferred by density functional theory calculations; in addition, our findings suggest that the optical band gap reduction commonly observed for PbS QD solids treated with thiol-terminating ligands can be prevalently ascribed to 3p orbitals localized on anchoring sulfur atoms, which mix with the highest occupied states of the QDs. More broadly, we provide evidence that organic ligands and inorganic cores are inherently electronically coupled materials thus yielding peculiar chemical species (the colloidal QDs themselves), which display arising (opto)electronic properties that cannot be merely described as the sum of those of the ligand and core components.
Municipalizzazione e privatizzazione
A partire dalla nuova edizione del Decameron, pubblicata nel 2013 in Italia a cura di A. Quondam, M. Fiorilla, G. Alfano, questo articolo interpreta l'opera di Boccaccio nel contesto della cosiddetta "Filosofia in volgare". Propongo che l'autore cercava di offrire uno strumento utile e piacevole per l'educazione di un pubblico non accademico. Inoltre cercherò di dimostrare che nel Decameron Boccaccio mostra una chiara nozione di poesia che svilupperà più tardi, in opere come la Genealogia deorum gentilium
Il testo riproduce quello elaborato per i pannelli presenti nell'allestimento museale delle due nuove sale del Museo Civico "R. Marrocco" di Piedimonte Matese. Le tematiche affrontate riguardano la storia e l'archeologia sannitica del territorio, con particolare riferimento alla documentazione di ambito funerario, santuariale e insediativo.
A "heart-cut" two-dimensional achiral-chiral liquid chromatography triple-quadrupole mass spectrometry method (LC-LC-MS/MS) was developed and coupled to in vivo cerebral microdialysis to evaluate the brain response to the chiral compound (±)-7-chloro-5-(3-furanyl)-3-methyl-3,4-dihydro-2H-1,2,4-benzothiadiazine-1,1-dioxide ((±)-1), a potent positive allosteric modulator (PAM) of AMPA receptor. The method was successfully employed to evaluate also its stereoselective metabolism and in vitro biological activity. In particular, the LC achiral method developed, employs a pentafluorinated silica based column (Discovery HS-F5) to separate dopamine, acetylcholine, serotonin, (±)-1 and its two hepatic metabolites. In the "heart-cut" two-dimension achiral-chiral configuration, (±)-1 and (±)-1-d4 eluted from the achiral column (1st dimension), were transferred to a polysaccharide-based chiral column (2nd dimension, Chiralcel OD-RH) by using an automatic six-port valve. Single enantiomers of (±)-1 were separated and detected using electrospray positive ionization mode and quantified in selected reaction monitoring mode. The method was validated and showed good performance in terms of linearity, accuracy and precision. The new method employed showed several possible applications in the evaluation of: (a) brain response to neuroactive compounds by measuring variations in the brain extracellular levels of selected neurotransmitters and other biomarkers; (b) blood brain barrier penetration of drug candidates by measuring the free concentration of the drug in selected brain areas; (c) the presence of drug metabolites in the brain extracellular fluid that could prove very useful during drug discovery; (d) a possible stereoselective metabolization or blood brain barrier stereoselective crossing of chiral drugs. Finally, compared to the methods reported in the literature, this technique avoids the necessity of euthanizing an animal at each time point to measure drug concentration in whole brain tissue and provides continuous monitoring of extracellular concentrations of single chiral drug enantiomers along with its metabolites in specific brain regions at each selected time point for a desired period by using a single animal.
ABSTRACT: The aim of this paper is to analyze the scientific approach to the analysis of political processes in Antonio Gramsci’s and Charles Tilly’s works. The attempt to compare the work of two culturally different scholars may seem unorthodox, but it is not. Gramsci and Tilly are two thinkers working in different historical contexts and from different cultural perspectives, nevertheless their intellectual elaborations have several points of contact that allow us to build a theoretical framework that may be useful for a systematic analysis of political change. Gramsci was a Marxist intellectual and political leader working in fascist Italy, in a context of crisis of democratic institutions; Tilly, on the contrary, was a liberal scholar working in the United States of the second half of the twentieth century, but both are united by a common attention to the dynamics of conflict and by their commitment to produce theories that might be rooted in historical processes. Scholarly attention has focused largely on the political originality of the work of Gramsci, yet, in our opinion, his categories may also be a useful analytical tool within a sociological framework. Gramsci, on the one hand, developed a critical attitude towards evolutionistic and determinist conceptions of history by focusing on the historical relevance of the collective will of popular masses in a dialectical relationship with the system of power. Tilly, on the other hand, reacted to the functionalistic and synchronic sociology, which was in part a product of the Durkheimian structuralist approach, by focusing on the relevance of the elaboration of a historically grounded social theory. Both of them elaborated a theory in the study of contentious dynamics by adopting a historical comparative methodology.
The present study investigates the hybridization processes in a corpus of advertisements in English that point to the popularization of the scientific/technical discourse of the sports shoes or ‘sneakers’. Hybridization involves a two-level process of discourse popularization (cf. Gotti 1996), and the method adopted is based on a comparative critical analysis of a corpus of popularizing text-types, which aims at considering the communicative functions realized by the language resources in the promotion of this particular product, Nike ‘sneakers’.
Il saggio indaga sulle ragioni e le conseguenze del tramonto degli stati cittadini in Italia tra XIV e XV; e sul ruolo delle città nella geografia politica che si venne delineando nel Rinascimento. Vengono prese in esame la fine delle città-stato dell'Italia centro-settentrionale, e la realtà delle città dei regni meridionali.
During the long years of the Euro-crisis, the European Central Bank (hereinafter ECB) played (and still plays) a really significant role to support states in crisis or banks facing lack of liquidity. As a consequence, it has been accused in the political, but also academic debate to exceed its own powers. First of all, the allegations were related to the scarce respect of its own legal framework (competences and limits established by the EU Treaties); secondly, they regarded her invasion of the field of economic policy while it had to limit its intervention to monetary policy; finally, it was pointed out how it played a too “political” role. This chapter aims to dismantle such criticisms showing how the ECB’s intervention—even if unconventional— was required by the critical moment and felt within the scope and the borders of monetary policy. Finally, it will address the peculiar “political” activity of the ECB, which is a technocratic institution inevitably called to exercise a discretion within the range of multiple policy options. Its freedom of judgment has to be grounded and duly motivated on economic reasoning, relating it to price stability. Nonetheless, it remains relevant.
This paper introduces a socio-cognitive enquiry into the analysis of a corpus of academic textbooks on Islamic Finance in English addressing Western university students. The focus is on the ongoing process of hybridization between conflicting Western and Islamic generic norms (cf. Swales 1990; Hyland 2000) taking shape in the academic discourse of Islamic Finance. A comparative critical analysis (cf. Halliday 1985; Fairclough 1995, van Dijk 2008) will be therefore carried out on the structure of this emerging academic genre with the objective to identify (a) specific cross-cultural ‘identity differences’ and (b) degrees of ‘hybridization’
Saggi di Aa.Vv. in occasione del bicentenario di Giuseppe Verdi.
http://www.cosmopolis.globalist.it/Detail_News_Display?ID=90755&typeb=3&natura-umana-eclissi-di-un-idea-e-dopo-
Nell’opera di Norbert Elias, oggi unanimemente considerato un classico della sociologia, le opere letterarie occupano un posto rilevante ai fini della definizione dei concetti e dello sviluppo della teoria. La nota indaga il rapporto tra la sociologia di Elias e la letteratura, proponendosi di dare conto della ricchezza degli esempi forniti dal sociologo tedesco. Ciò nella convinzione che l’approccio eliasiano possa apportare nuovi spunti alla discussione teorica e metodologica sui rapporti tra sociologia e letteratura.
L'autore presenta i dati di una ricerca empirica su militanti e correnti interne al partito della rifondazione comunista
LE SOCIETA' BANCARIE: LA DINAMICA ECONOMICO-FINANZIAIRA E IL BILANCIO DI ESERCIZIO
Il presente contributo mira a porre in luce l'innovativo ruolo giocato dal Comitato di salute pubblica nell'attività di direzione e guida durante il conflitto che vide opposta la Francia rivoluzionaria alle principali monarchie europee. Prendendo avvio dall'incauta dichiarazione di guerra all'Austria del 20 aprile 1792, il saggio giungerà, dopo un rapido esame dei principali eventi del 1792, a focalizzarsi sulle principali misure politiche adottate dal Governo rivoluzionario durante l'estate e l'autunno del 1793 al fine di salvare la Francia dall'invasione delle armate straniere. Più specificatamente, l'attenzione sarà rivolta, da un lato, all'esame delle principali riforme politiche, economiche e militari e, dall'altro, alla figura dei répresentants en mission inviati presso le armate dalla Convenzione nazionale, insieme ai commissaires inviati dallo stesso Comitato di salute pubblica. In questo modo, sarà possibile apprezzare sia lo straordinario attivismo della Convenzione nazionale sia il fondamentale ruolo di leadership esercitato dal Comitato di salute pubblica, con quest'ultimo in grado di migliorare la industria degli armamenti, riorganizzare i quadri dell'esercito e, infine, arruolare e armare quattordici armate della Repubblica capaci di sconfiggere la Prima Coalizione. Grazie all'esame dell'enorme sforzo bellico posto in essere dall'intera società francese, sarà possibile apprezzare meglio come il Governo rivoluzionario abbia inaugurato un approccio che sembra prefigurare la guerra totale di cui gli altri paesi europei avrebbero fatto esperienza solo durante la Prima guerra mondiale.
LE OPERAZIONI DI ACQUISIZIONE DEI BENI STRUMENTALI: ACQUISIZIONI DA TERZI, PRODUZIONI IN ECONOMIA, OPERAZIONI DI PERMUTA, DONAZIONI
Si precisano le tracce che nel pensiero di Hannah Arendt rendono intelligibile una possibile conciliazione tra le istanze del pensiero e quelle della realtà, facendo a meno, di fronte all'assurdità del male, di definizioni o formule esaustive.
Un approccio naturalistico all'esperienza pone grossi problemi concettuali. La fenomenologia ci offre una serie di "strumenti metodologici" (intenzionalità, Leib, empatia, intersoggettività), in virtù di una indagine genetico-trascendentale, in grado di evitare che la filosofia della natura si traduca in una metafisica dogmatica.
A critical component of a safety management system is the Near-miss Management System (NMS). An effective NMS aims to recognize signals from the operational field in order to apply more effective pre-vention strategies. These systems are widespread in industrial contexts characterized by a high risk level, such as major hazard and hospital sectors. Few examples occur in manufacturing processes which are characterized by different operational conditions at workplace and, consequently, different risk types. The Lean Thinking (or Management) strategy currently represents a worldwide competitive tool for improving productivity in the manufacturing sector all over the world. Thus, the application of these principles forces firms to define new approaches to design and manage the whole organization and con-sequently the safety management system. The paper proposes innovative design of a NMS based on the integration of principles of Lean Management in occupational safety for a worldwide automotive supplier firm. As no reference model has been previously defined, several factors have been assessed aiming to efficiently integrate occupational safety in the current Lean Management system. Innovative features characterizing the proposed model have been also discussed together with first results obtained by the full scale application.
Lo studio prende in esame la ricezione del mito classico di Medea in rapporto all’estetica del postmodernismo russo. Da una breve incursione nel periodo postcomunista si delineano le fasi di risposta ad un momento di caos e di crisi profonda e si cerca di dimostrare come la mitopoiesi sia lo strumento attraverso cui molte autrici, prima fra tutte Ljudmila Ulickaja, cercano di costruire una nuova dimensione del sé e della realtà circostante.
Il testo di M. Forcina è centrato su una domanda: qual è oggi il contributo delle donne nel ripensamento delle scienze? Qual è il loro concreto esercizio di cittadinanza in questi ambiti del sapere? La discussione precedente si era orientata su i nessi tra errore e progettualità, tra scopo e limite. È stata feconda la discussione tra processi naturali, senza scopi preordinati, e ricerca e strategie umane mirate alla realizzazione di un obiettivo e della massimizzazione del profitto. Coscienza del limite e assunzione di responsabilità nella ricerca scientifica sono diventate le parole d’ordine del tempo e, contemporaneamente, da parte delle donne è andata sempre più profilando una critica serrata alla volontà di dominio sulla natura. L’ecofemminismo non è stato solo una risposta politica ai problemi e ai nessi tra scienza e tecnologia, ma è stata anche un modo diverso di fare scienza. Si è trattato, conclude l’autrice, di un esercizio di cittadinanza che ha consentito di guardare, con una prospettiva autonoma, i rapporti tra scienza, modi di vita, questione ambientale e anche riproduzione dell’umano. E, soprattutto riguardo al tema della riproduzione, il pensiero della differenza sessuale ha “messo al mondo il mondo” con un modo completamente distinto di pensare, di vivere e giudicare i problemi in tutti gli ambiti, compreso quello del lavoro.
The present chapter describes some of the most promising applications of microwave reflectometry (MR) for monitoring and sensing purposes in the agrofood industry. The present chapter focuses on three specific applications in which MR is employed for monitoring purposes in the agrofood industry. In particular, the following applications are considered: 1. Moisture measurement of granular agrofood materials; 2. Quality control of vegetable oils; 3. Monitoring of dehydration process of fruit and vegetables.
Il contributo tratta di alcune vicende processuali in Roma antica, fra repubblica e principato, che vedono coinvolte donne. Alla luce dei casi di Mesia, Afrania, Turia, Petronia Giusta, e di quello letterario di Pudentilla, si ricava la sensazione che un ruolo 'processualmente attivo' delle donne, oltre ad essere reputato eccezionale, andasse solitamente incontro a sfavore sociale, e si tendesse, per quanto possibile, a limitarlo.
A partire da "Ideen II", Husserl sembra mitigare quel forte dualismo metafisico che improntava il suo percorso filosofico iniziale. Così "causalità" non è più intesa come opposta a "motivazione" alla stessa stregua di come "interno" è opposto ad "esterno". Si fa strada invece l'idea che la prima nozione sia il risultato di un "raffinamento concettuale" della seconda. In questo senso, nel saggio è proposta una indagine genetica di quegli "Erlebnisse" in cui si costituisce la nozione originaria di motivazione.
With this special issue of PACO we try to contribute to setting some new directions in political sociolo-gy. In particular, Virginie Guiradon focuses on the new frontiers of citizenship in a multicultural Europe, Do¬natella della Porta on the cycles of protest and the consolidation of democracy, Hans-Joerg Trenz and Asimina Michailidou on European Integration, democracy and crisis in a mass media perspective, Carlo Ruzza on the ideology of New Public Management and associational representation in the context of the glo¬bal financial crisis, Ettore Recchi and Justyna Salamońska on the important topic of the European identity in the context of the Euro-Crisis, Juan Dìez Medrano on the individual and collective responses to crisis by providing an analytical framework for the study of social resilience, Klaus Eder on the so-called paradox of political participation that can equally produce civil and uncivil outcomes. The issue will be concluded with my article on the logical structures of comparison in social and political research.
Il saggio è diviso in due parti. La prima procede da un’annotazione wittgensteiniana di cui si analizzano per la prima volta le diverse versioni successive. Chi come Wittgenstein intende indagare le molteplici fonti dei problemi filosofici e le individua in confusioni linguistiche e fraintendimenti ‘grammaticali’ deve affrontare il problema del multilinguismo: nella tradizione filosofica si sovrappongono diverse lingue e oggi ognuno dispone di diversi linguaggi, anche, sostiene Wittgenstein, chi parla soltanto una lingua. La seconda parte del saggio è dedicata alla traduzione italiana delle ‘Ricerche filosofiche’. Come vengono tradotti i fraintendimenti linguistici dai quali Wittgenstein vede scaturire i problemi filosofici? Riesce la traduzione a rendere plausibile quanto il testo implica sull’origine linguistica dei problemi filosofici? La seconda parte cerca una risposta differenziata a tali questioni concentrandosi sul campo concettuale dell’intenzionalità.
Lettura ermeneutica delle immagini poetiche più 'oscure' della poesia di Vittorio Bodini, in particolare quelle caratterizzate da una sovrapposizione stilistica a carattere surreale ed ermetico. L'interpretazione critica 'utilizza' concetti anche teorici, sul piano del metodo, di M. Bachtin, G. Debenedetti e P. Ricoeur.
Una nuova prova di competenza ortografica è stata standardizzata su un campione di 318 bambini frequentanti dalla prima alla quinta primaria. La prova è un dettato di brano, che include parole regolari e parole a trascrizione potenzialmente ambigua, consentendo la valutazione dell’ef- ficienza della procedura fonologica e lessicale di scrittura. Inoltre sono forniti i dati normativi per l’analisi dell’errore e la valutazione dell’incidenza di errori fonologici e lessicali. La prova è di agile somministrazione ed ha proprietà psicometriche soddisfacenti, rivelandosi un valido strumento di valutazione delle competenze ortografiche. Esempi di utilizzo del test per lo studio dell’acquisi- zione della scrittura e della disortografia evolutiva sono riportati.
This issue of "Note di Matematica" is dedicated to the memory of Bruno Moscatelli, Editor in Chief of "Note di Matematica", until his death in 2008. Several authors and friends contributed with papers about various subjects of Mathematical Analysis.
In un nord America conteso tra le maggiori potenze europee, l’impero francese, passato alla storia con il nome di Nouvelle France, si trovò costantemente sottopopolato. Fallita l’amministrazione coloniale della Compagnie des Cent-Associés, Luigi XIV e Jean Baptiste Colbert decisero di prendere in mano i destini dell’impero e la questione riguardante la sua crescita demografica. La popolazione maschile delle colonie sopravanzava diverse volte quella femminile. Fu elaborata una politica di popolamento volta a favorire la migrazione in Nouvelle France di fanciulle in età da marito. Queste sono passate alla storia con il nome di filles du Roi.
The traditional computing paradigm is experiencing a fundamental shift: organizations no longer completely control their own data, but instead hand it to external untrusted parties - cloud service providers, for processing and storage. There currently exist no satisfactory approach to protect data during computation from cloud providers and from other users of the cloud.<br/>PRACTICE has assembled the key experts throughout Europe and will provide privacy and confidentiality for computations in the cloud. PRACTICE will create a secure cloud framework that allows the realization of advanced and practical cryptographic technologies providing sophisticated security and privacy guarantees for all parties in cloud-computing scenarios. With PRACTICE users no longer need to trust their cloud providers for data confidentiality and integrity: Due to its computation on encrypted data, even insiders can no longer disclose secrets or disrupt the service. This opens new markets, increases their market share, and may allow conquering foreign markets where reach has been limited due to confidentiality and privacy concerns. PRACTICE enables European customers to safe cost by globally outsourcing to the cheapest providers while still maintaining guaranteed security and legal compliance.<br/>PRACTICE will deliver a Secure Platform for Enterprise Applications and Services (SPEAR) providing application servers and automatic tools enabling privacy-sensitive applications on the cloud. SPEAR protects user data from cloud providers and other users, supporting cloud-aided secure computations by mutually distrusting parties and will support the entire software product lifecycle. One goal of SPEAR is to support users in selecting the right approach and mechanisms to address their specific security needs. Our flexible architecture and tools that allow seamless migration from execution on unchanged clouds today towards new platforms while gradually adding levels of protection.<br/>PRACTICE is strongly industry-driven and will demonstrate its results on two end-user defined use cases in statistics and collaborative supply chain management. PRACTICE is based on real-life use cases underpinning the business interest of the partners. Our focus is on near-term and large-scale commercial exploitation of cutting-edge technology where project results are quickly transferred into novel products. PRACTICE is the first project to mitigate insider threats and data leakage for computations in the cloud while maintaining economies of scale. This goes beyond current approaches that can only protect data at rest within storage clouds once insiders may misbehave. Moreover, it will investigate economical and legal frameworks, quantify the economic aspects and return on security investment for SMC deployment as well as evaluate its legal aspects regarding private data processing and outsourcing.
'We propose a two years work, aiming at optimising sea urchin Paracentrotus lividus rearing, in order to enrich pre-existing aquaculture farms (based on sea bass, bream, and/or different bivalves) . Sea urchin breeding will be performed starting from adult specimens obtained from capture. Sea urchin roe (gonads) are first class food and are worldwide commercialised. This project arises from the increasing demand of sea urchin roes and is addressed to the feasibility of sea urchin aquaculture, broodstock and gonad improvement. In the last fifteen years, the aquaculture of sea urchin has been carried out by non-European factories, mainly in Japan, USA and Canada. Unsexed whole sea urchins or their processed gonads are shipped primarily to Japanese markets and to markets in France, Belgium, Greece, Italy and Turkey. The demand in these European Countries is at present partially fulfilled by a high fishing pressure on wild sea urchins, that in some areas (France, Greece) are at risk and protected species. A number of European and ICPC SMEs, dealing with aquaculture, are strongly interested to carry on a research focused at 2 main objectives: 1-to insert sea urchin aquaculture in their activities, in order to enrich and diversify their production, that is already going on with different marine species. 2- to obtain an environmentally friendly expansion of their activity, in order to increase sustainability and prevent environmental impact. The involved SMEs aim at obtaining know how and possibly patents to be invested in their activity, and need RTD activities and training of operators for overcoming problems and enhance competitivity.'
During last years, there has been a strong research effort in order to cut down photovoltaics costs. Several possible alternative technologies to silicon-based photovoltaics have been proposed and Organic PhotoVoltaics (OPV) could represent the cheapest way to convert solar energy into electricity. The Bulk Heterojunction (BHJ) solar cell represents a photovoltaic system that can be processed from solution leading to large area devices on transparent and flexible substrates, using cheap techniques like spin-coating, doctor blading, ink-jet printing and screen-printing, in conformity with the request of low cost photovoltaics. One major obstacle to be overcome is the low Power Conversion Efficiency (PCE) that has been demonstrated up to now, a maximum of about 5%. Various parameters influence the low efficiency: among the others, PCBM, a soluble fullerene derivative, is the almost exclusive n-type material (acceptor) in these devices, obliging to optimize the donor in a particular device configuration; only a little amount of the solar spectrum is involved in the energy conversion process; charge carrier mobility is lower than the one of inorganic counterparts, only partly balanced by a higher absorption coefficient and a higher charge mean lifetime. The major objectives to be achieved in the present proposal framework are: 1) to study the optical and the electronic properties of new low-bandgap materials, both polymers and inorganic nanoparticles, as donor phase to be used in BHJ solar cells; 2) to study the optical and electronic properties of inorganic nanoparticles to be used as acceptor phase in BHJ solar cells. 3) to optimize the device structure in order to increase the fraction of absorbed photons from the incoming solar photon flux studying the light harvesting by Resonant Surface Plasmon coupling; 4) to optimize the light harvesting by Resonant Energy Transfer and/or new conceptual spectral shaping.
BEAMS strategic goal is the development of an advanced, integrated management system which enables energy efficiency in buildings and special infrastructures from a holistic perspective (i.e. considering the indoors areas, the public spaces around the facility and the interaction of the overall compound with the grid and urban network outside it).The project will include an open interoperability gateway allowing the management of diverse, heterogeneous sources and loads, some of them typically present nowadays in spaces of public use (e.g. public lighting, ventilation, air conditioning), some others emergent and to be widespread over the next years (e.g. renewable sources, electric vehicles).These general goals translate into a set of spedific objectives:1.tSpecification of requirements, use-cases and architectures.2.tDefinition of common ontology, information models and interfaces to facilitate deployment and adoption by end-user, operators, ESCOs, etc.3.tInclusion of greening energy positive tools.4.tDevelopment of a flexible open gateway to interact with ICT solutions from different vendors.5.tDesign and Implementation of a FAcility Management Environment including:a.tSmart Control Algorithm with learning capabilities.b.tDecision Support and Simulation tool.c.tEnergy Efficiency Balanced Score Card.6.tDemonstration of the project results in two different pilot sites:a.tThe Stadium of the Football Club Barcelona in Spain.b.tThe campus of the University of Salento in Italy.7.tEvaluation and Assessment by means of a thorough methodology of the amount of energy and CO2 emissions saved through the deployment of BEAMS technology.The focus of BEAMS will not be so much to develop breakthrough technologies from scratch but to integrate different technologies so that their combined use leads to increased energy savings and CO2 reduction. This will allow having a rapid impact on the market, in the spirit of the European Economic Recovery Plan 2010-2013.
Scalability, reconfigurability, and security are three aspects of paramount importance in developing efficient, predictable and safe control architectures for large-scale networked industrial automation. <br/><br/>CHAT is about developing core components (algorithms, protocols and procedures) of the next-generation of distributed control systems, able to tackle the supervision and control of larger and more complex plants while drastically reducing infrastructure, maintenance and reconfiguration costs. The concept at the core of CHAT is that of an embedded control design space, where fundamental research questions on the performance achievable by a certain subsystem with a given quality of networked control, can be formalized and investigated. The general goal is to encapsulate subsystems in automation components integrating seamlessly into more abstract levels of the Distributed Control architecture: the challenge is to evaluate what is the exact amount of decentralized control capabilities to be embedded in the component, which makes modularization and abstraction possible.<br/><br/>The daring ambition of the methodology to be developed in CHAT is to provide a unified approach to a variety of problems arising in industrial automation and beyond, ranging from process control to manufacturing supervision. However, the project is grounded in a very concrete setting and centred on the industrial case of paper factories, where large-scale networked automation is integrated from the initial continuous process control stage through the end-of-line manufacturing and warehousing of consumer products.
Autonomous Underwater Vehicles (AUVs) represent one of the most challenging frontiers for robotics research. AUVs work in an unstructured environment and face unique perception, decision, control and communications difficulties. Currently, the state of the art is dominated by single AUVs limited to open-sea preplanned trajectories with offline postprocessing of the data gathered during the mission. The use of multiple AUVs as propagated in this project is still in a very early research phase. Some of the research issues addressed in this project are even completely uncharted territory, especially the development of functionalities to seamlessly monitor critical underwater infrastructures and to detect anomalous situations (e.g., missions related to harbour safety and security) and the study of advanced AUVs capable of interacting with humans to perform such functions as companion/support platforms during scientific and commercial dives. The aim of the Co3-AUVs project is to develop, implement and test advanced cognitive systems for coordination and cooperative control of multiple AUVs. Several aspects will be investigated including 3D perception and mapping, cooperative situation awareness, deliberation and navigation as well as behavioral control strictly linked with the underwater communication challenges. As a result, the team of AUVs will cooperate in challenging scenarios in the execution of missions where all data is online processed. In doing so, the team will be robust with respect to failures and environmental changes. These key features will be tested in a harbor scenario where additional difficulties with respect to open sea applications arise and in a human diver assistance scenario that also illustrates human robot interaction issues.
'This proposal aims at providing fundamental research results in computational mechanical modelling of structural interfaces at different scales, encompassing debonding and contact phenomena. Interfaces are present everywhere in the physical reality, and have a deep impact in civil, mechanical and electronic engineering, biomechanics and material science. Interface mechanical problems are thus multi-disciplinary and involve several length scales. This research is then motivated by the need of transferring the knowledge on properties of interfaces at lower scales to a rational interpretation of their macroscopic behavior, which is essential for the development of truly predictive models as opposed to the empirical, phenomenological models currently available. The main objective of this project is twofold: 1) to develop a multi-scale computational setting to handle modeling of interfacial debonding and contact, featuring a seamless coupling between length scales, and 2) to use such a framework for the development of effective macroscopic mechanical models for debonding and contact, which are able to capture the information stemming from the lower-scale mechanics and morphology, and which are consistent with the observed behavior at various scales. This objective will be pursued mostly at the computational level, but also resorting to laboratory testing and analytical modeling. The project will focus on debonding and contact at macroscopic interfaces where two (or more) interfacial length scales are considered significant for the analysis and these are both (or all) much larger than atomic dimensions. Hence modeling will be conducted within the framework of continuum mechanics at all scales and implemented with the finite element method. Appropriate examples will be considered throughout the project.'
Mobility of Ideas and Transmission of Texts is a joint PhD programme (2009-2013) that studies the medieval transmission of learning from the ecclesiastical and academic elites of the professional intellectuals to the wider readership that could be reached through the vernacular. The programme focuses on the medieval dynamics of intellectual life in the Rhineland and the Low Countries, nowadays divided over five countries (Switzerland, France, Germany, Belgium and the Netherlands) but one cultural region in the later Middle Ages. Here, the great fourteenth-century mystics Meister Eckhart, Johannes Tauler, Jan van Ruusbroec and their contemporaries produced a sophisticated vernacular literature on contemplative theology and religious practice, introducing new lay audiences to a personal relation with the Supreme Being. The project seeks to develop a new perspective on this literary culture by looking at the readership, appropriation and circulation of texts in the contemporary religious and intellectual contexts. The programme unites expertise in the fields of medieval philosophy, religious studies, manuscript studies and Dutch and German literature, to provide structural training for interdisciplinary and international research in one of the medieval aspects of European culture of lasting merit. The training programme is built on a number of current research projects in which all full partners (Antwerp, Freiburg, Lecce, Leiden and Oxford) participate simultaneously, thus offering an adequate international infrastructure for a series of coherent PhD projects on medieval literature and learning that require a broader academic framework than the national literatures and other concepts of the modern tradition of academic disciplines. The programme prepares a new generation of medievalists for international careers in academic research, education and the presentation of the medieval cultural heritage.
The use of High Performance Computing (HPC) is commonly recognized a key strategic element both in research and industry for an improvement of the understanding of complex phenomena. The constant growth of generated data - Big Data - and computing capabilities of extreme systems lead to a new generation of computers composed of millions of heterogeneous cores which will provide Exaflop performances in 2020. Such hardware architectures lead to outstanding technological breakthrough possibilities in computations but also to outstanding software challenges. In front of this challenge, the international community has launched various programs and organizations. In US this has been done through some funding programs such as the Ubiquitous High Performance Computing program and the co-design centre call. The International Exascale Software Project (IESP) had the goal to built a US and international roadmap. In Europe the EU PRACE project which is preparing the tier-0 level of the European HPC ecosystem, has been implemented. The successful first European Exascale Software Initiative (EESI1) federated the European community, built a preliminary European cartography, vision and roadmap and stated as the European voice at international level. However, it is necessary to go one step further towards implementation, by establishing a European structure to gather the European community, by providing periodically cartography and roadmaps and dynamic synthesis and recommendations in (i) defining and following up concrete impacts of R&D projects, (ii) detecting disruptive technologies (iii) addressing cross cutting issues in numerical processing and software engineering, (iiii) developing gap analysis methodology towards Exascale roadmap implementation. Overall, to achieve Exascale targets, international collaboration need to be explored and a more dynamical structure must be implemented.
'This project ultimately targets the application of polymer nanofibers in new, cavity-free lasers. To this aim, it wants to tackle the still unsolved problems of the process of electrospinning in terms of product control by the parameters affecting the dynamics of electrified jets. The electrospinning is based on the uniaxial elongation of polymeric jets with sufficient molecular entanglements, in presence of an intense electric field. It is a unique approach to produce nanofibers with high throughput. However, the process is still largely suboptimal, the most of nanofiber production being still carried out on an empirical basis. Though operationally simple, electrospinning is indeed complex as the behavior of electrified jets depends on many experimental variables making fully predictive approaches still missing. This project aims to elucidating and engineering the still unclear working principles of electrospinning by solutions incorporating active materials, with a tight synergy among modeling, fast-imaging characterization of electrified jets, and process engineering. Once optimized, nanofibers will offer an effective, well-controllable and cheap material for building new, cavity-free random laser systems. These architectures will enable enhanced miniaturization and portability, and enormously reduced realization costs. Electrospun nanofibers will offer a unique combination of optical properties, tuneable topography and light scattering effectiveness, thus being an exceptional bench tool to realize such new low-cost lasers, which is the second project goal. The accomplishment of these ambitious but well-defined objectives will have a groundbreaking, interdisciplinary impact, from materials science to physics of fluid jets in strong elongational conditions, from process to device engineering. The project will set-up a new, internationally-leading laboratory on polymer processing, making a decisive contribution to the establishment of scientific independence.'
Aquaculture effluents represent a main environmental concern because of their high polluting potential. While fish farms of advanced countries adopt a medium/high-tech approach to this issue, less industrialised countries rely on low-tech systems, if any. Shrimp culture is an important economic sector in which Asian countries are the main producers/exporters and industrialised countries are the main importers/consumers. Asian aquaculture makes up almost 80% of world shrimp (P. monodon and P. vannamei) production. As most of the shrimp farms have serious negative impacts on environment caused by waste effluents containing pollutants, one of the main needs of Asian shrimp culture is the implementation of advanced effluent management systems which can burst the rearing efficiency up to manifold increase of production, reducing the environmental impact. On the other hand, EU aquaculture, which possesses a large know-how on intensive fish farming, lacks of intensive shrimp culture because the only species reared (P. japonicus) can be grown only in extensive plants. The present project envisages a complementary cross-exchange of their know-how and competencies in the field of shrimp culture between EU and Indian researchers. Respective aims are: (i) the implementation of cost-effective systems for the treatment of shrimp farm effluent to reduce the environmental impact of Indian commercial aquaculture; (ii) the implementation of closed systems for the reproduction and growth of new shrimp species (P. monodon and P. vannamei) suitable for intensive rearing in EU aquaculture. Available systems and applicable technology will be considered for application and their efficiency to prevent recipient ecosystem pollution will be verified and monitored through analytic characterisation of water, waste and the recipient ecosystems. Specific dissemination and training actions for will be performed to extend the knowledge to researchers, operators and policy makers of India and EU.
'WISER will support the implementation of the Water Framework Directive (WFD) by developing tools for the integrated assessment of the ecological status of European surface waters (with a focus on lakes and coastal/transitional waters), and by evaluating recovery processes in rivers, lakes and coastal/transitional waters under global change constraints. The project will (1) analyse existing data from more than 90 databases compiled in previous and ongoing projects, covering all water categories, Biological Quality Elements (BQEs) and stressor types and (2) perform targeted field-sampling exercises including all relevant BQEs in lakes and in coastal/transitional waters. New assessment systems will be developed and existing systems will be evaluated for lakes and coastal/transitional waters, with special focus on how uncertainty affects classification strength, to complete a set of assessment methodologies for these water categories. Biological recovery processes, in all water categories and in different climatic conditions, will be analysed, with focus on mitigation of hydromorphological and eutrophication pressures. Large-scale data will be used to identify linkages between pressure variables and BQE responses. Specific case studies, using a variety of modelling techniques, will address selected pressure-response relationships and the efficacy of mitigation measures. The responses of different BQEs and different water categories to human-induced degradation and mitigation will be compared, with special focus on response signatures of BQEs within and among water categories. Guidance for the next steps of the intercalibration exercise will be given by comparing different intercalibration approaches. Stakeholders will be included from the outset, by building small teams of stakeholders and project partners responsible for a group of deliverables, to ensure the applicability and swift implementation of results.'
UniFederLab will be animated by several different actions all focused on “Innovation and well-being” in important cities of the south part of Italy such as Bari, Foggia, Lecce, Brindisi, Barletta, Campobasso, Potenza and Matera. Events can be of different types: demonstrations, quizzes, games, exhibitions, shows, concerts, talk shows, competitions with prizes. A EU corner will be present in each location where people can find news, projects financed by EU, poster. The focus will be on research in the areas of nutrition, health and sustainability (food, clean energies, biodiversity, environment and neuroscience). All proposed events are designed in according to the tips logic (trendy, interactive, participative and sustained).
Recently, the use of smell in different fields has been rediscovered due to major advances in odour sensing technology and artificial intelligence. However, current electronic noses, based on electronic sensors, have significant limitations concerning sensitivity, reliability and selectivity, amongst others. These limitations are at the basis of recurrent troubles of this technology to reach essential applications in different areas, such as food safety, diagnosis, security, environment… The present project proposes a new bioelectronic nose based on olfactory receptors in order to mimic the animal nose. For this aim, micro/nano, bio and information technologies will converge to develop an integrated bioelectronic analytical nanoplatform based on olfactory receptors for odour detection. Briefly, the basis of the nanobioplatform will be the olfactory receptors, prepared in the form of nanosomes immobilized onto the nanotransducers (NANO and BIO). An array of smart nanotransducers will acquire and process electronically the detected odour (NANO and INFORMATION). Such an easy-to-use nanobioplatform, with user-friendly interface and odorant identification algorithm, will detect and discriminate the odorants (NANO and INFORMATION). The scientific and technological challenges of the BOND project can only be solved by integrating a multidisciplinary consortium at European level with expertise in areas such as biotechnology, surface chemistry, nanofabrication, electronics and theoretical modelling. The partners involved in the BOND project are experienced partners used to work in large consortia with distributed laboratories all over the European Union and offer competences and resources to build a complementary partnership for the successful implementation of the nanobioplatform. Six of the eight partners have already successfully worked together in the European SPOT-NOSED project to produce a proof of concept of a bioelectronic sensor based on olfactory receptors.
The emergence of a new breed of Chinese global technology companies stirs up mixed feelings in the West. Regardless of the kind of feeling, all mirror the need to know and understand more about China’s technology rise. The assessment of the impacts of the Chinese scale up and the development of strategic cooperation in technology and innovation are increasingly higher on the agenda of the EU and its Member States. The objective of the proposed exchange programme is to pool the competences and on-going research efforts of EU and Chinese partners to carry out a comprehensive investigation to analyse the role and the interplay of the main factors that characterise technological innovation and related performance in Chinese enterprises. The final aim is to create the first nucleus of a unique EU-China network of scientists, universities and research centres with the mission of facilitating the joint development of research programs and fostering the bi-directional mobility of researchers between the EU and China. The exchanges comprise of the involvement of an experienced team of 29 researchers with business, engineering and neuroscience backgrounds coming from 2 EU Universities (Italy and Spain) and 4 Chinese Universities (Beijing and Guangzhou), for 116 months over the 2 and half-a-year duration of the programme. The consortium of researchers will investigate international technology transfer and intellectual property protection, absorptive capacity and technology innovation networks, human resource management, the creative cognitive processes of R&D workers, and how the interplay of these factors influences technological innovation in Chinese enterprises, as well as the associated impacts on EU policies and enterprises. Thus, the proposed partnership has the potential to provide EU stakeholders with rigorous, up-to-date and field-based knowledge. In doing so, the partnership will also contribute strengthen bi-lateral collaboration with China on technology.
The voice, especially the singing voice, is a vehicle of a complex variety of messages. Not all these messages are related to the languages itself, many of them relay a more articulated heritage. In particular, vocal styles developed within the boundaries of African Diasporas go back to the African origin and African vocal traditions. So that, the singing voice could be considered as the place where the connection still exists and is operating (Zumthor). Nevertheless, the connection – as well as the vocal styles themselves – is evolving by passing through new contexts, new social relationships, new forms of religion, new technologies, etc. The effort of vocal performers and composers is both to overcome voice's limits and to go back to ancient vocal techniques. Research will focus on how much performances of contemporary African-American vocal styles – from different musical genres – influence (and express) the reshaping of a new cultural identity. The project will deal at the same time with musicians of a more recent African Diaspora in Europe, where new cultural identities are evolving. Archives will be investigated in order to trace the history of the development of African related vocal styles in the African-American culture. However, a fundamental source will be interviewing professional musicians. During the return phase, professional musicians with African origins who are operating in Italy nowadays will be interviewed. Besides, the contemporary philosophical approach (such as the pioneer study of Adriana Cavarero on social and political function of the voices) will be used, as well as linguistic analyses, in order to enlighten the role of vocal styles in negotiating cultural identities. In addition to academic outcomes, research will implement a map of the performed vocal styles to be showed in a specific website. Furthermore, a documentary, focusing on African-American and African-European vocal styles, will be released.
The IMG4 project CRESCENDO addresses the Vision 2020 objectives for the aeronautical industry by contributing significantly to the fulfilment of three specific targets of the aeronautical industry’s Strategic Research Agenda. CRESCENDO will develop the foundations for the Behavioural Digital Aircraft (BDA), taking experience and results from VIVACE, and integrating these into a federative system and building the BDA on top of them. Main components of the BDA are: the Model Store, the Simulation Factory, the Quality Laboratory, and the Enterprise Collaboration Capabilities. It will be validated through use cases and test cases concerning “Power Plant Integration”, “Energy Aircraft”, “Thermal Aircraft” and “Value Generation” design problems and viewpoints during the preliminary design, detailed design, and test and certification phases of a generic aircraft product life-cycle. The BDA will become the new backbone for the simulation world, just as the Digital Mock-up (DMU) is today for the Product Life-cycle Management (PLM) world. This is considered a challenging area for research and innovation for the next decade. Hence, the CRESCENDO results will provide the aeronautics supply chain with the means to realistically manage and mature the virtual product in the extended/virtual enterprise with all of the requested functionality and components in each phase of the product engineering life cycle. CRESCENDO will make its approach available to the aeronautics supply chain via existing networks, information dissemination, training and technology transfer actions. The project will be organised into six subprojects: four technical and business-oriented subprojects, one “Enabling Capabilities” subproject which will deliver the BDA and a sixth subproject, responsible for consortium management and innovation issues. CRESCENDO will bring together 59 partners from industry, research institutes, universities and technology providers.
The mission of the TETRACOM Coordination Action is to boost European academia-to-industry technology transfer (TT) in all domains of Computing Systems. While many other European and national initiatives focus on training of entrepreneurs and support for start-up companies, the key differentiator of TETRACOM is a novel instrument called Technology Transfer Project (TTP). TTPs help to lower the barrier for researchers to make the first steps towards commercialisation of their research results. TTPs are designed to provide incentives for TT at small to medium scale via partial funding of dedicated, well-defined, and short term academia-industry collaborations that bring concrete R&D results into industrial use. This will be implemented via competitive Expressions-of-Interest (EoI) calls for TTPs, whose coordination, prioritization, evaluation, and management are the major actions of TETRACOM. It is expected to fund up to 50 TTPs. The TTP activities will be complemented by Technology Transfer Infrastructures (TTIs) that provide training, service, and dissemination actions. These are designed to encourage a larger fraction of the R&D community to engage in TTPs, possibly even for the first time. Altogether, TETRACOM is conceived as the major pilot project of its kind in the area of Computing Systems, acting as a TT catalyst for the mutual benefit of academia and industry. The project´s primary success metrics are the number and value of coordinated TTPs as well as the amount of newly introduced European TT actors. It is expected to acquire around more than 20 new contractors over the project duration. TETRACOM complements and actually precedes the use of existing financial instruments such as venture capital or business angels based funding.
Since the rise of emerging economies in the global scenario, it has been critical to better understand the role of knowledge and innovation played in this process. We focus on researching not only how knowledge and innovation is managed and generated in emerging markets, but also how traditionally they learned from advanced economies to enhance their innovation capability, and recently the reverse innovation process about how this innovation capability in emerging markets affects and is transferred to advanced economies. With this purpose, the proposed KITFEM research project aims to study the management of knowledge and innovation in, to and from emerging markets, with special emphasis on its impacts on the EU. With the proposed secondments among fifteen partners in nine countries around the world in four continents, between partners from academic sector and non-academic sector, KITFEM combines research on the issue of knowledge and innovation between emerging markets and European enterprises, and knowledge sharing and dissemination around the world to enhance the impact of European innovation. Involving 54 researchers, managers, tech, and administrative staff, KITFEM consists of seven work packages to foster the interaction between scientific community and other stakeholders such as institutions, industries, business, and general civil society, to ensure the popular interests and engagement of the researched topic. In such a way, one work package is dedicated to project management and internal communication and another to external communication, dissemination and outreach activities. Five work packages focus on research, training and dissemination, at multiple levels: Institutional-industrial-organizational-individual. With the designed project structure and competitive capability of the fifteen partners involved, KITFEM is expected to generate high impact in the globe, both in term of research excellence and societal engagement.
This project aims to understand what kind of social identity change is going on within European societies. For policy-making, the analysis of social identity is highly valuable because the social identity moderates the impact of policies. And this is particularly true in times of crisis. In particular, the project aims: A) to verify whether the symbolic universes grounding the social identity has undergone a major change within European societies, as a consequence of the socio-economic crisis; B) to draw strategic and methodological implications for policy-making from point A. This project includes 4 core scientific work packages: a) Multilevel Analysis of the Symbolic Universes, aimed at mapping structurally and developmentally the systems of meaning (i.e. the symbolic universes) grounding the social identity; b) Case Studies for policies, aimed at see how different policies have been organized and how their impact might or might not have been moderated by the symbolic dynamics at stake; c) the results of this analysis will be transformed into abstract criteria, contextualised in 5 different European macro-Regions, discussed with stakeholders, opinions leaders, policy-makers and finally stored within the guidelines; d) finally, the guidelines will be validated in terms of pertinence, effectiveness and the feasibility criteria, through seminars with the policy makers, opinion leaders and stakeholders, belonging to national, European, international Agencies involved in the construction and implementation of policies. Also, focus groups will be organized in each cultural context in order to study the impact of context-specific criteria.
The combination of embedded electronics and communication capability in almost any mobile or portable device has turned this century into the age of cyber-physical networks. Smart communicating devices with their sensing, computing and control capabilities promise to make our cities, transportation systems, factories and living environments more intelligent, energy-efficient, safe and secure. This extremely complex system has raised a number of new challenges involving ICT disciplines. In particular, a novel peer-to-peer distributed computational model is appearing as a new opportunity in which a service is built-up cooperatively by peers, rather than by a unique provider that knows and owns all data. The interdisciplinary Optimization Community is facing this revolution sharing a common need: to find new theories, methodologies and tools to optimize over this complex network system. With this in mind, OPT4SMART has a twofold objective. First, to provide a comprehensive theoretical framework to solve distributed optimization problems over peer-to-peer networks. Second, to develop effective numerical tools, based on this framework, to solve estimation, learning, decision and control problems in cyber-physical networks. To achieve this twofold objective, we will take a systems-theory perspective. Specific problems from these four areas will be abstracted to a common mathematical set-up, and addressed by means of interdisciplinary methodologies arising from a synergic combination of optimization, controls, and graph theories. In particular, OPT4SMART will face the challenge of solving optimization problems under severe communication limitations, very-large-scale problem and data size, and real-time computational constraints. The expected result will be a combination of strong theoretical methods and effective numerical toolboxes available to people in Engineering, Computer Science, Mathematics and other areas, who are facing optimization in cyber-physical networks.
The project HERCULES-2 is targeting at a fuel-flexible large marine engine, optimally adaptive to its operating environment. The objectives of the HERCULES-2 project are associated to 4 areas of engine integrated R&D: Improving fuel flexibility for seamless switching between different fuel types, including non-conventional fuels. Formulating new materials to support high temperature component applications. Developing adaptive control methodologies to retain performance over the powerplant lifetime. Achieving near-zero emissions, via combined integrated aftertreatment of exhaust gases. The HERCULES-2 is the next phase of the R&D programme HERCULES on large engine technologies, which was initiated in 2004 as a joint vision by the two major European engine manufacturer groups MAN and WARTSILA. Three consecutive projects namely HERCULES - A, -B, -C spanned the years 2004-2014. These three projects produced exceptional results and received worldwide acclaim. The targets of HERCULES-2 build upon and surpass the targets of the previous HERCULES projects, going beyond the limits set by the regulatory authorities. By combining cutting-edge technologies, the Project overall aims at significant fuel consumption and emission reduction targets using integrated solutions, which can quickly mature into commercially available products. Focusing on the applications, the project includes several full-scale prototypes and shipboard demonstrators. The project HERCULES-2 comprises 4 R&D Work Package Groups (WPG): - WPG I: Fuel flexible engine - WPG II: New Materials (Applications in engines) - WPG III: Adaptive Powerplant for Lifetime Performance - WPG IV: Near-Zero Emissions Engine The consortium comprises 32 partners of which 30% are Industrial and 70% are Universities / Research Institutes. The Budget share is 63% Industry and 37% Universities. The HERCULES-2 proposal covers with authority and in full the Work Programme scope B1 of MG.4.1-2014.
ENVRIPLUS is a cluster of research infrastructures (RIs) for Environmental and Earth System sciences, built around ESFRI roadmap and associating leading e-infrastructures and Integrating Activities together with technical specialist partners. ENVRIPLUS is driven by 3 overarching goals: 1) favoring cross-fertilization between infrastructures, 2) implementing innovative concepts and devices across RIs, and 3) facilitating research and innovation in the field of environment to an increasing number of users outside the RIs. ENVRIPLUS organizes its activities along a main strategic plan where sharing multi-disciplinary expertise will be most effective. It aims to improve Earth observation monitoring systems and strategies, including actions towards harmonization and innovation, to generate common solutions to many shared information technology and data related challenges, to harmonize policies for access and provide strategies for knowledge transfer amongst RIs. ENVRIPLUS develops guidelines to enhance trans-disciplinary use of data and data-products supported by applied use-cases involving RIs from different domains. ENVRIPLUS coordinates actions to improve communication and cooperation, addressing Environmental RIs at all levels, from management to end-users, implementing RI-staff exchange programs, generating material for RI personnel, and proposing common strategic developments and actions for enhancing services to users and evaluating the socio-economic impacts. ENVRIPLUS is expected to facilitate structuration and improve quality of services offered both within single RIs and at pan-RI level. It promotes efficient and multi-disciplinary research offering new opportunities to users, new tools to RI managers and new communication strategies for environmental RI communities. The produced solutions, services and other project results are made available to all environmental RI initiatives, thus contributing to the development of a consistent European RI ecosystem.
The first and core objective of City4Age is to enable Ambient Assisted Cities or Age-friendly Cities, where the urban communities of elderly people living in Smart Cities are provided with a range of ICT tools and services that - in a completely unobtrusive manner - will improve the early detection of risks related to cognitive impairments and frailty while they are at home or in the move within the city. The second objective is to provide a range of associated tools and services which - with the appropriate interventions - will mitigate the detected risks. The final objective of C4A is to define a model which will provide sustainability and extensibility to the offered services and tools by addressing the unmet needs of the elderly population in terms of (i) detecting risks related to other health type problems, (ii) stimulating and providing incentives to remain active, involved and engaged, (iii) creating an ecosystem for multi-sided market by matching needs and their fulfillments, (iv) contributing to the design and operation of the ultimate Age-friendly City, where the city itself provides support for detecting risks and providing interventions to those affected by mild cognitive impairment (MCI) and frailty. To achieve these objectives City4Age builds on: - behavioural, sociological and clinical research on frailty and MCI in the elderly population; - state of art ICT technology (i) for sensing personal data and exposing them as linked open data, (ii) for designing the algorithms and the APIs to extract relevant behaviour changes and correlated risks, and (iii) for designing interventions to counter the risks, - stakeholder engagement in order to be driven by relevant user needs to ensure end-user acceptance.
Terrestrial and marine ecosystems provide essential services to human societies. Anthropogenic pressures, however, cause serious threat to ecosystems, leading to habitat degradation, increased risk of collapse and loss of ecosystem services. Knowledge-based conservation, management and restoration policies are needed to improve ecosystem benefits in face of increasing pressures. ECOPOTENTIAL makes significant progress beyond the state-of-the-art and creates a unified framework for ecosystem studies and management of protected areas (PA). ECOPOTENTIAL focuses on internationally recognized PAs in Europe and beyond in a wide range of biogeographic regions, and it includes UNESCO, Natura2000 and LTER sites and Large Marine Ecosystems. Best use of Earth Observation (EO) and monitoring data is enabled by new EO open-access ecosystem data services (ECOPERNICUS). Modelling approaches including information from EO data are devised, ecosystem services in current and future conditions are assessed and the requirements of future protected areas are defined. Conceptual approaches based on Essential Variables, Macrosystem Ecology and cross-scale interactions allow for a deeper understanding of the Earth's Critical Zone. Open and interoperable access to data and knowledge is assured by a GEO Ecosystem Virtual Laboratory Platform, fully integrated in GEOSS. Support to transparent and knowledge-based conservation and management policies, able to include information from EO data, is developed. Knowledge gained in the PAs is upscaled to pan-European conditions and used for planning and management of future PAs. A permanent stakeholder consultancy group (GEO Ecosystem Community of Practice) will be created. Capacity building is pursued at all levels. SMEs are involved to create expertise leading to new job opportunities, ensuring long-term continuation of services. In summary, ECOPOTENTIAL uses the most advanced technologies to improve future ecosystem benefits for humankind.
The main objective of the SafeShore project is to cover existing gaps in coastal border surveillance, increasing internal security by preventing cross-border crime such trafficking in human beings and the smuggling of drugs. It is designed to be integrated with existing systems and create a continuous detection line along the border. One of the treats to the maritime coast are small Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS) which can carry explosives or which can be used for smuggling drugs, boats and human intruders on the sea shore. The SafeShore core solution for detecting small targets that are flying at low attitude is to use a 3D LIDAR that scans the sky and creates above the protected area a virtual dome shield. SafeShore will also integrate the 3D LIDAR with passive acoustic sensors, passive radio detection and video analytics. One of SafeShore specific objectives will be to cover 1500-m1800m along the coastal border. This will be done with 3 mobile platforms. Each one of those will cover itself with a dome-shaped virtual detection shield with a radius of about 250m to 300m. There will be approximately 50 meters overlapping between the platforms. The overlapping will create a continuous detection shield along the shore. The SafeShore objective will be to demonstrate the detection capabilities in the missing detection gaps of other existing systems such as costal radars, thereby also ensuring the fusion of information and increasing the situational awareness and better implementation of the European Maritime Security Strategy based on the information exchange frameworks, EUROSUR and EUCISE 2020. All SafeShore objectives are measurable, realistic and achievable within the duration of the project, as the SafeShore project will build 3 prototypes that are going to assess the accomplishment of the objectives. Three end-user scripted and end-user validated field trials will be set up to validate these systems: in the North Sea, Black Sea and Mediterranean.
'Marine jellyfish are recognized as subject to proliferations in many coastal areas. When they are exceedingly abundant, jellyfish cause substantial ecological impacts on marine biodiversity, interfere with economic and recreational human activities, and may be harmful to public health. For these reasons, jellyfish blooms are regarded as a multi-billion Euro problem for human activities in the sea and coastal zones. Understanding of jellyfish biology and ecology is therefore mandatory to prevent or mitigate critical ecological and economic drawbacks. Moreover, the large amount of jellyfish biomass could be considered as an untapped source of bioactive compounds including peptides, collagen and gelatin, oligosaccharides, enzymes, water-soluble minerals, and biopolymers making them a potentially valuable material for industrial uses in cosmetic, pharmaceutical and biomedical industry as well as food or feed. By identifying potential applicative uses of jellyfish biomaterials, we will provide the opportunity of showcasing jellyfish in a more positive light. Jellyfish biomasses also represent a poorly exploited source of carbon in marine food webs. The research proposal entitled 'PULMO: 'Population dynamics, trophic interactions, and human exploitation of a novel nutraceutical and pharmaceutical marine resource: the Mediterranean sea lung jellyfish, Rhizostoma pulmo' aims at a better understanding of mechanisms underlying recurrent, massive proliferations of one of the most common jellyfish in the Mediterranean Sea to boost its potential utilization. The project will provide [i] novel and unprecedented information about the biology, trophic ecology, biochemical and molecular composition of the sea lung Rhizostoma pulmo; [ii] provide quantitative assessment of exploitable jellyfish biomass at regional and subregional level; [iii] identifying the potential of jellyfish biomaterials as new sustainable resource for humans.'
This project will throw new light on human experience during changes of political regime, selecting medieval Sicily as the primary area of study. Between the 6th century and the 13th century, this island experienced four radical changes in regime: from Byzantine to Aghlabid to Fatimid to Norman to Swabian. Potentially, each of these transitions saw new groups of migrants, new forms of agriculture and settlement, new networks of exchange, new distributions of wealth and new types of social control, and we will discover and describe them. We will then compare the Sicilian experience with that of its neighbours over the same period, and so enhance the history of the countries of the western Mediterranean in their formative years. We also expect to deliver insights on a more general and recurrent phenomenon: the relationship between the driving ideology of an imposed regime, its economic performance and the composition and health of its peoples. This ambitious programme is made possible by new methods of archaeological investigation and the choice of medieval Sicily as the primary area of study. Here we have been given access to data sets from previously unpublished excavations spread throughout Sicily, and permission to investigate a cluster of different types of site at Castronovo in the centre of the island: a Byzantine stronghold, an Islamic and Norman castle and a long-lived agrotown. To these we propose to add two large scale area surveys to study the dynamics of settlement and the way land was used. The integrated archaeological package to be applied is based on research protocols devised by the PI and deploys bioarchaeological methods newly developed at York, in stable isotopes, ancient DNA and the chemical characterisation of residues encountered in pottery. It is new to southern Europe and features techniques that were unavailable anywhere five years ago.
This project aims at developing four-dimensional printing of new adaptive systems, namely printing of complex, three-dimensional polymer objects embedding functional compounds and able to change or adapt their physical properties responding to environmental stimuli. Additive manufacturing of three-dimensional objects relies on depositing or curing materials in a layer-by-layer fashion, starting from computer assisted design. These technologies have rapidly evolved from laboratory research to commercially available desktop systems, with costs decreasing continuously. Notwithstanding such astonishing progress, the potentialities of three-dimensional printing are still poorly exploited in terms of both materials and process resolution. This project will shed new light on the fundamental aspects of three-dimensional polymerization, thus establishing new process design rules and predictive tools for printing resolution. It will also specifically engineer additive manufacturing for printing materials embedding active compounds, thus leading to real four-dimensional objects, namely structures that have three-dimensional features and time-changing physical properties at the same time. An integrated approach will be pursued to this aim, where modeling and process engineering will be complemented by process monitoring, in order to establish well defined and reproducible methods for four-dimensional printing of photonic structures. The operation of the adaptive components, for optical computing and data storage, will be based on their nonlinear response to optical inputs. Leading to a new and pioneering laboratory on four-dimensional printing technologies, this project will critically consolidate scientific independence.
Il progetto si focalizza sulle seguenti piattaforme: 1) Piattaforma Turbine Bassa Pressione, che punta ad ottenere risultati tecnologici per turbine di bassa pressione più efficienti e leggere per competere nelle nuove opportunità di mercato dei motori che verranno lanciati a breve. 2) Piattaforma trasmissioni la cui sfida principale è l’allungamento della filiera nazionale. 3) Materiali e tecnologie abilitanti per efficienza e durabilità, in cui si intendono svolgere attività di ricerca che puntano a ricadute su nuovi materiali per pale turbine e a processi (eManufacturing) ritenuti “radicali” per la potenzialità dell’impatto sulla riduzione dei costi, tempi e aspetti ambientali nella produzione di componenti aeronautici ed industriali in genere. 4) Propulsione Ibrida per applicazioni Spaziali che consente di unificare i vantaggi della propulsione a propellente liquido e di quella a propellente solido, soprattutto in termini di costo, semplicità, performance e sicurezza. 5) Propulsione Ibrida per applicazioni Aeronautiche in cui si studiano possibili architetture ibride per un sistema propulsivo aeronautico, prendendo in considerazione le più innovative ed avanzate tecnologie per i sistemi elettrici aeronautici, e si analizzano i benefici che tali soluzioni ibride possono portare in termini di prestazioni, impatto ambientale e costi.
L'idea progettuale prevede la creazione di un sistema web integrato dedicato a sostenere l'ingresso nel mondo del lavoro di laureandi e neolaureati immigrati, al fine di valorizzarne conoscenze, attitudini e potenzialità tramite il coinvolgimento di atenei italiani e internazionali, di aziende nazionali e multinazionali e della popolazione degli immigrati altamente qualificati. (cfr. pag. 7)PLAFF porterà alla creazione di un HUB virtuale come punto di riferimento per tutte le realtà, in primis le aziende italiane che interagiscono con paesi stranieri, interessate a creare un dialogo con studenti stranieri attivi presso un ateneo italiano. L'obiettivo complessivo viene raggiunto attraverso l'azione complementare e coordinata su 5 aree principali: 1 La creazione negli atenei italiani di percorsi di placement dedicati agli studenti stranieri, per consentire e promuovere la valorizzazione di risorse umane altamente qualificate, arricchite da un percorso internazionale e interculturale.2 L'attivazione di percorsi formativi e di coaching dedicati a studenti e neolaureati immigrati per la creazione consapevole e mirata di percorsi di carriera ed il superamento di ostacoli sociali e culturali nella fase di relazione con il mondo del lavoro.3 La creazione di un sistema relazionale tra atenei e aziende italiane ed internazionali interessate ad accogliere candidati di nazionalità straniera, agevolando la nascita di percorsi virtuosi per inserire giovani immigrati in azienda. 4 Il coinvolgimento di atenei, aziende e territorio sul tema dell'attrazione dei talenti internazionali per l'impiego ottimale di risorse qualificate sul territorio italiano e l'arricchimento culturale derivante dall'integrazione inter-nazionale. 5 La creazione di partnership tra atenei italiani e stranieri e percorsi di talent attraction & international placement per sostenere la mobilità internazionale come elemento di valore e qualificazione.
il CELTIF intende mettere a disposizione degli studenti le competenze teoriche necessarie per rendere possibile un accesso immediato e diretto a testi filosofici inediti di qualsiasi epoca. Il CELTIF si propone inoltre di comunicare le abilità pratiche indispensabili per lavorare all'edizione di un inedito filosofico. Il CELTIF intende offrire un corso sintetico e praticamente orientato all'acquisizione di profondità metodologica e sistematica nella lettura di inediti filosofici.
L'obiettivo della presente offerta formativa è di fornire un corso nel settore della resistenza al fuoco di materiali polimerici e compositi. Il corso coprirà l'impiego di ritardanti di fiamma tradizionali (idrossidi inorganici, composti alogenati) e alternative di ultima generazione ad alte prestazioni (nanocomposti) o a basso impatto ambientale (bioderivati), e si avvale dell'attivita' pionieristica nel settore sviluppata al National Institute of Standards and Technology (NIST).
Il corso offre una introduzione alla teoria dell'argomentazione con particolare attenzione al dibattito contemporaneo sulle controversie e al relativo contributo dell'epistemologia sociale. Obiettivo del corso è un'introduzione alla teoria dell'argomentazione con particolare attenzione agli ultimi esiti del corrente dibattito sulle controversie e al relativo contributo dell'epistemologia sociale.
The course will be combining a thorough review of the literature along with state;of;the;art econometric analysis of the issues. The course will include in the empirical part a self;contained discussion of nonparametric techniques and their application to estimating nonlinearities in human capital and economic growth. We will apply nonlinear estimation techniques to a comprehensive data set on human capital and economic growth.
L'obiettivo del corso è quello di mostrare come la tecnologia può essere adattata a tesi e modelli di regressione non parametrici. Verranno inoltre descritti altri modelli di base non;parametrica, nonché quelli con le migliori proprietà statistiche. Durante il corso verranno utilizzati tutti i software statistici ritenuti opportuni per l'apprendimento.
Il corso oggetto della presente proposta fornirà un'introduzione alla scienza e tecnologia dell'elettronica organica, che è in rapida evoluzione, calibrato sulle conoscenze degli studenti dell'ultimo anno della laurea di primo livello.
Il successo delle singole imprese si connette spesso sulla competitività della meta prefissata, così come il successo di qualsiasi meta si connette sulla competitività delle singole imprese. Tuttavia, la politica, le sfide, i vincoli che il marketing deve affrontare sono molto diversi da quelli affrontati dalle singole imprese. Questo progetto definisce un contesto per lo studio del marketing e destination management, concentrandosi su questioni chiave sia nell'industria sia nel punto di vista del consumatore.
La prima parte delle lezioni sarà dedicata a un'introduzione, discutendo i costituenti stabili e le loro interazioni con la materia. La seconda parte sarà dedicata alla descrizione di processi fondamentali: diffusione, decadimenti, risonanze. La terza parte di lezioni è dedicata alle interazioni fondamentali, discutendone le simmetrie principali e alcuni processi caratteristici.
L'idea progettuale prevede la creazione di un sistema web integrato dedicato a sostenere l'ingresso nel mondo del lavoro di laureandi e neolaureati immigrati, al fine di valorizzarne conoscenze, attitudini e potenzialità tramite il coinvolgimento di atenei italiani e internazionali, di aziende nazionali e multinazionali e della popolazione degli immigrati altamente qualificati. (cfr. pag. 7)PLAFF porterà alla creazione di un HUB virtuale come punto di riferimento per tutte le realtà, in primis le aziende italiane che interagiscono con paesi stranieri, interessate a creare un dialogo con studenti stranieri attivi presso un ateneo italiano. L'obiettivo complessivo viene raggiunto attraverso l'azione complementare e coordinata su 5 aree principali: 1 La creazione negli atenei italiani di percorsi di placement dedicati agli studenti stranieri, per consentire e promuovere la valorizzazione di risorse umane altamente qualificate, arricchite da un percorso internazionale e interculturale.2 L'attivazione di percorsi formativi e di coaching dedicati a studenti e neolaureati immigrati per la creazione consapevole e mirata di percorsi di carriera ed il superamento di ostacoli sociali e culturali nella fase di relazione con il mondo del lavoro.3 La creazione di un sistema relazionale tra atenei e aziende italiane ed internazionali interessate ad accogliere candidati di nazionalità straniera, agevolando la nascita di percorsi virtuosi per inserire giovani immigrati in azienda. 4 Il coinvolgimento di atenei, aziende e territorio sul tema dell'attrazione dei talenti internazionali per l'impiego ottimale di risorse qualificate sul territorio italiano e l'arricchimento culturale derivante dall'integrazione inter;nazionale. 5 La creazione di partnership tra atenei italiani e stranieri e percorsi di talent attraction & international placement per sostenere la mobilità internazionale come elemento di valore e qualificazione.
L'intervento didattico mira a coinvolgere gli studenti nello studio del fenomeno delle global cities e, più in generale, del ruolo delle città e dei flussi di informazioni che tra esse si stabiliscano all'interno dell'attuale fase di divisione internazionale del lavoro; scopo primario del corso è quello di arricchire il profilo professionale di chi si andrà ad occupare della gestione del territorio nelle sue varie declinazioni di conoscenze teoriche ed operative.
Le organizzazioni aziendali, siano esse pubbliche che private, navigano in un contesto caratterizzato da una elevata variabilità che non fa esclusivo riferimento agli ambiti competitivi. Tali organizzazioni, per garantirsi la sopravvivenza negli specifici mercati (settore privato), ovvero per rispettare una offerta qualitativa anche in riferimento a condotte etico-sociali nell'ambito delle prestazioni di pubblici servizi (settore pubblico), sono obbligate, tra le altre cose, all'osservanza di una serie di normative, in continuo aggiornamento, che relative a sicurezza sul lavoro, tutela ambientale, sistema di gestione della qualità (ISO, OHSAS,HACCP, EN, ecc.). La ricerca proposta parte dall'osservazione che, ad oggi, puresistendo numerosi strumenti tecnologici e metodologici per l'applicazione pratica delle normative e delle procedure, essi sono scarsamente integrati per una gestione trasversale delle problematiche relative ai diversi temi sensibili (sicurezza,salute, ambiente, ecc.). A questo proposito, il presente progetto introdurrà approcci innovativi nella gestione dei processi aziendali.Il punto di partenza dello studio sarà la trasposizione ontologica delle informazioni emergenti dall'analisi dell'ambito applicativo. Questo si realizzerà attraverso losfruttamento di metodologie e tecniche che rappresentano lo stato dell'arte nel campo della rappresentazione e della gestione della conoscenza (basate, ad esempio, sull'uso di OWL, RDF, OWL-S, RDFS, ecc.), e innovandole per poterleutilizzare nel contesto specifico del progetto. Il risultato sarà una base di conoscenza caratterizzata tre dimensioni principali:-Reference knowledge: relativa alla dimensione normativa/istituzionale;-Management Knowledge: relativa ai processi di gestione aziendale;-Operative Knowledge: relativa alle informazioni operative (e altamente dinamiche) dell'impresa.Il frame work risultante offrirà strumenti metodologici e tecnologici per la gestione evolutiva della conoscenza (RDF storage, change management delle ontologie, ecc.), e rappresenterà il supporto fondante per un sistema caratterizzato da:-Gestione di processi aziendali, rappresentati da workflow con una forte connotazione semantica (BPMN, OWL-S, YAWL, ecc.), in modo da poter essere collegati in maniera agile e adattiva con le procedure di salute, sicurezza, qualità, eambiente che li caratterizzano e modellate nella base di conoscenza;-Integrazione con metodologie, tecniche, e strumenti per la collaborazione basati sulla vision del Enterprise 2.0, che consentiranno di sfruttare la segnalazione, lo scambio, la registrazione e l'archiviazione di conoscenza implicita emergente dalla gestione reale di problematiche relative alla sicurezza, salute, qualità, e protezione ambientale. Tale integrazione consentirà una maggiore diffusione di una"cultura" legata a queste tematiche impattando positivamente sugli atteggiamenti e sulle scelte che giornalmente guidano il personale aziendale nelle proprie attività operative.-Introduzione di servizi critici e distintivi che alimenteranno e aggiorneranno continuamente la base di conoscenza (es. servizi di localizzazione di persone, servizi e strumenti; simulatori per valutare l'efficacia delle procedure; ecc.) e supporteranno gli operatori umani nei processi decisionali per la valutazione dei rischi e la gestione delle emergenze all'interno dell'azienda. I risultati di progetto presentano numerosi aspetti innovativi e distintivi rispetto alle attuali soluzioni disponibili sul mercato che si occupano principalmente degli aspetti relativi allaredazione della documentazione fornendo strumenti, anche evoluti, per consentire procedure automatiche e semiautomatiche di redazione, ma che, in ogni caso, sonospecifiche per contesti ben identificati e non presentano una soluzione integrata che consenta di correlare normative, procedure, e processi associati ai diversi ambiti di sicurezza, salute, qualità, e protezione ambientale.
La Puglia è una delle quattro regioni del Sud Italia che produce la maggior quantità di olio extravergine di oliva. Molte cultivar sono presenti sul territorio; esse sono sottoposte a differenze microclimatiche, pedoclimatiche ed ecologiche che contribuiscono a dare all'olio extravergine di oliva differenti proprietà organolettiche e nutrizionali. Questo progetto desidera introdurre, per la prima volta, nell'ambito della caratterizzazione degli oli extravergini di oliva delle aree sopraelencate , l'identificazione del prodotto mediante l'uso della risonanza magnetica nucleare (RMN) acquisendo spettri 1D 1H and 13C and 2D 1H Jres e rapportarlo ad una serie di altri dati quali l'identificazione genetica della cultivar di provenienza, i maggiori micronutrienti che sono presenti nel terreno, le capacita organolettiche e le proprietà nutrizionali del prodotto. Le cultivar individuate per la produzione dell'olio sono quattro scelte tra le più rappresentative della produzione pugliese: Coratina, Ogliarola Barese, Cima di Mola, Peranzana. Il progetto e articolato in 8 obiettivi realizzativi specifici:OR1. Raccolta e collezionamento di rami giovani delle cultivar individuate per l'estrazione del DNA e lo studio genetico delle piante. Raccolta dei campioni di terreno dove gli alberi di olivo sono allocati, secondo un protocollo specifico, per l'analisi di alcuni elementi (carbone organico, azoto totale, carbonati totali, fosforo disponibile, cationi scambiabili, metalli pesanti) e micronutrienti (Zn, Fe, Mn, Cu).OR2. Raccolta e collezionamento delle olive con successiva produzione dell'olio extravergine di olivamonovarietale mediante l'uso di un micromolitore da laboratorio. Analisi spettrometrica di 1350 campioni di olio mediante RMN Bruker 500 e 400 MHz ottenuti da 15 aree geografiche localizzate nelle province di Bari e Foggia. Saranno utilizzati due differenti spettrometri (Bruker Avance DRX 500 MHz e BrukerAvance III 400 MHz) per la validazione dei pattern ottenuti da 450 campioni. L'elevato numero di campioni e dovuto alla necessita di considerare almeno 30 campioni per ogni data-set significativo ed alla raccolta delle olive che sarà effettuata per tre volte nell'arco dei 3 anni.OR3. Analisi merceologica e panel test dei campioni di olio di oliva monovarietali. Correlazioni dei risultati con i dati presenti nel database ed identificazione delle componenti di RMN che partecipano alle proprietà organolettiche.OR4. Influenza delle variabilità climatiche (fattori microclimatici e pedoclimatici) sarà studiata analizzando con RMN gli oli ottenuti dalle 3 raccolte di olive e prodotti in laboratorio nell'arco dei 3 anni per la durata del progetto.OR5. L'attività anti-ossidante sarà valutata in vitro su colture di epatociti e di cellule endoteliali. L'attività anti-infiammatoria sarà valutata in cellule endoteliali umane in coltura sotto opportuni stimoli proinfiammatori nonchè in topi C57B6/J in cui e stato indotto uno stato infiammatorio cronico a livello intestinale mediante la somministrazione di destano sodio solfato.OR6. Certificazione degli oli di oliva extravergini monovarietali mediante il protocollo dell'Azienda Oliveti Terra di Bari.OR7. Confronto dell'olio extravergine di oliva monovarietale con le DOP mediante la valutazione della presenza di elementi in tracce con l'uso dello spettrometro di massa ed i dati della RMN presenti nel database.OR8. Costituzione e sviluppo di un database specifico che conterrà tutti i dati ottenuti dai precedenti OR in cui sono stati analizzati 1350 campioni di olio extravergine di oliva monovarietale. Questo database sarà utilizzato per migliorare la tracciabilità del prodotto regionale impiegato per la produzione dell'olio.
La reputazione, oggi, si costruisce sul Web: sia per le organizzazioni (Aziende o Pubblica Amministrazione), sia per i privati cittadini. Oltre a promuovere e diffondere la notorietà del proprio brand attraverso i social network, un'organizzazione oggi deve intervenire in tutte le occasioni in cui materiali e conversazioni online possono risultare deleteri per la sua immagine o quella dei suoi prodotti/servizi. Inoltre, è necessario che l'organizzazione possa comprendere i comportamenti dei consumatori nel web, ed eventualmente influirvi in maniera mirata. Sfruttando la mole di dati storici, accumulatasi in anni di rapporti telematici fra cittadino e PA (ovvero tra cliente ed azienda), l'utilizzo di tools che implementino analisi di rete e semantiche, presentate nel dettaglio delle Attività di Progetto, può essere un'opportunità per le organizzazioni di offrire servizi customizzati, prevedere trends e reazioni dell'utenza, allocare le risorse necessarie all'erogazione del servizio in maniera dinamica ed intelligente, monitorare la valutazione espressa dai cittadini dei servizi offerti online. Il monitoraggio di criticità relative al reputation management, continuato nel tempo, può evidenziare trends utili a comprendere come le azioni istituzionali/aziendali vengano recepite dal cittadino/consumatore ed a pianificarle oculatamente. Per rispondere a tutte queste esigenze, il progetto MUSCA vuole realizzare un framework integrato di Social Network Analysis (SNA) e di Web Reputation (WR), senza prescindere dal rispetto e dall'applicazione delle regolamentazioni giuridiche connesse alla tutela dell'immagine, del consumatore, delle informazioni riservate personali (privacy) ed industriali. Il progetto prevede una partnership con ANAS, che avrà funzioni di data;provider nel progetto, e metterà a disposizione dei casi d'uso su cui testare la piattaforma, in termini di prestazioni degli algoritmi e dell'architettura utilizzati, e di funzionalità complessiva del sistema.
La reputazione, oggi, si costruisce sul Web: sia per le organizzazioni (Aziende o Pubblica Amministrazione), sia per i privati cittadini. Oltre a promuovere e diffondere la notorietà del proprio brand attraverso i social network, un'organizzazione oggi deve intervenire in tutte le occasioni in cui materiali e conversazioni online possono risultare deleteri per la sua immagine o quella dei suoi prodotti/servizi. Inoltre, è necessario che l'organizzazione possa comprendere i comportamenti dei consumatori nel web, ed eventualmente influirvi in maniera mirata. Sfruttando la mole di dati storici, accumulatasi in anni di rapporti telematici fra cittadino e PA (ovvero tra cliente ed azienda), l'utilizzo di tools che implementino analisi di rete e semantiche, presentate nel dettaglio delle Attività di Progetto, può essere un'opportunità per le organizzazioni di offrire servizi customizzati, prevedere trends e reazioni dell'utenza, allocare le risorse necessarie all'erogazione del servizio in maniera dinamica ed intelligente, monitorare la valutazione espressa dai cittadini dei servizi offerti online. Il monitoraggio di criticità relative al reputation management, continuato nel tempo, può evidenziare trends utili a comprendere come le azioni istituzionali/aziendali vengano recepite dal cittadino/consumatore ed a pianificarle oculatamente. Per rispondere a tutte queste esigenze, il progetto MUSCA vuole realizzare un framework integrato di Social Network Analysis (SNA) e di Web Reputation (WR), senza prescindere dal rispetto e dall'applicazione delle regolamentazioni giuridiche connesse alla tutela dell'immagine, del consumatore, delle informazioni riservate personali (privacy) ed industriali. Il progetto prevede una partnership con ANAS, che avrà funzioni di data-provider nel progetto, e metterà a disposizione dei casi d'uso su cui testare la piattaforma, in termini di prestazioni degli algoritmi e dell'architettura utilizzati, e di funzionalità complessiva del sistema.
Obiettivo del progetto è migliorare l'esperienza di fruizione della cultura immateriale locale e sperimentare soluzioni ICT utili ad una mediamorfosi degli eventi;spettacolo in incubatori creativi di storie in cui i saperi antichi dialogano con quelli contemporanei, si conservano e allo stesso tempo si tramandano, in un equilibrio tra storicità, innovazione e creatività.L'obiettivo sarà raggiunto tramite lo sviluppo ed integrazione di:1.Navigatore della tradizione popolare (NTP), servizio web e relativa applicazione per end point mobili, che abiliterà il concetto di esplorazione del bene culturale immateriale informando i fruitori sulle radici delle tradizioni e sul patrimonio culturale materiale ad esse connesso e disponibile nelle immediate vicinanze. Il servizio farà uso di tecniche di e;booking ed e;ticketing, realtà aumentata e di modelli di aggregazione semantica.2.Book Virtuale (BV) del bene culturale immateriale rappresenta l'aggregazione intelligente delle esperienze frammentarie vissute dai protagonisti e dagli utenti dell'evento (testimonianze, foto e video). Attraverso strumenti di analisi semantica e di clustering di documentazione audio video, sarà possibile selezionare ed aggregare testimonianze ed esperienze creando un BV dell'evento culturale. 3.Modulo Social Culturale (MSC) che permetterà all'utenza di condividere informazioni e materiale multimediale, scambiare idee ed opinioni e consentirà di fruire l'evento in real time anche da remoto. La rilevazione dal campo dello stato dell'evento e delle eventuali problematiche organizzative consentirà di operare azioni correttive immediate e programmare soluzioni alternative per le edizioni successive.La sperimentazione della piattaforma sarà effettuata nell'ambito degli eventi connessi con la Notte della Taranta (coinvolgendo l'omonima Fondazione), evento di grande attrazione culturale, sociale e turistica del Salento.
Obiettivo del progetto è migliorare l'esperienza di fruizione della cultura immateriale locale e sperimentare soluzioni ICT utili ad una mediamorfosi degli eventi-spettacolo in incubatori creativi di storie in cui i saperi antichi dialogano con quelli contemporanei, si conservano e allo stesso tempo si tramandano, in un equilibrio tra storicità, innovazione e creatività.L'obiettivo sarà raggiunto tramite lo sviluppo ed integrazione di:1.Navigatore della tradizione popolare (NTP), servizio web e relativa applicazione per end point mobili, che abiliterà il concetto di esplorazione del bene culturale immateriale informando i fruitori sulle radici delle tradizioni e sul patrimonio culturale materiale ad esse connesso e disponibile nelle immediate vicinanze. Il servizio farà uso di tecniche di e-booking ed e-ticketing, realtà aumentata e di modelli di aggregazione semantica.2.Book Virtuale (BV) del bene culturale immateriale rappresenta l'aggregazione intelligente delle esperienze frammentarie vissute dai protagonisti e dagli utenti dell'evento (testimonianze, foto e video). Attraverso strumenti di analisi semantica e di clustering di documentazione audio video, sarà possibile selezionare ed aggregare testimonianze ed esperienze creando un BV dell'evento culturale. 3.Modulo Social Culturale (MSC) che permetterà all'utenza di condividere informazioni e materiale multimediale, scambiare idee ed opinioni e consentirà di fruire l'evento in real time anche da remoto. La rilevazione dal campo dello stato dell'evento e delle eventuali problematiche organizzative consentirà di operare azioni correttive immediate e programmare soluzioni alternative per le edizioni successive.La sperimentazione della piattaforma sarà effettuata nell'ambito degli eventi connessi con la Notte della Taranta (coinvolgendo l'omonima Fondazione), evento di grande attrazione culturale, sociale e turistica del Salento.
Il progetto propone lo sviluppo di un prototipo di palo per illuminazione in materiale composito fibrorinforzato a matrice termoplastica, da realizzare mediante la tecnologia del filament winding. In particolare saranno proposte e messe a punto iverse soluzioni tecnologiche riguardanti essenzialmente la fase di impregnazione delle fibre e del consolidamento del materiale impiegato. A tale proposito saranno proposte due alternative: la prima, in cui è previsto a seguito dell’avvolgimento, l’applicazione del sacco a vuoto e successivamente la fusione del termoplastico in forno o mediante lampade IR e la seconda che prevede in un’unica fase consolidamento ed avvolgimento delle fibre che verranno avvolte e schiacciate sul mandrino dopo una fase di preriscaldamento. Oltre alla fattibilità tecnologica si procederà allo sviluppo di adeguati modelli di calcolo per prevedere la deformazione per i carichi previsti dalla normativa e le condizioni limite di esistenza. Infine, le scelte tecnologiche si tradurranno nella realizzazione di che saranno sottoposti a test di flessione con carico in punta allo scopo di verificare il modello meccanico.
Il progetto intende studiare una soluzione al problema dello smaltimento delle acque di vegetazione mediante l’impiego i moderne tecnologie di filtrazione a membrana in grado di operare efficacemente in funzione della composizione delle acque di vegetazione. Infatti, la presenza quali/quantitativa dei composti che costituiscono le AV varia per i diversi stadi i maturazione e per le modalità di raccolta e trasformazione delle olive. Lo scopo è mettere a punto una tecnologia idonea alla progettazione di un impianto (pilota) da collocare in linea con il sistema meccanico di estrazione dell’olio di liva per poter operare la purificazione dei reflui direttamente in frantoio fornendo, al contempo, acqua depurata da riutilizzare nel processo estrattivo.
Gli obiettivi di questo Progetto di ricerca sono quelli di progettare e realizzare materiali polimerici sintetici ad alto contenuto di acqua (Idrogeli) caratteristiche idonee per le seguenti applicazioni nel campo ambientale: 1. Introdotti nel terreno, devono favorire la crescita di piante grazie alla loro capacità di assorbire e trattenere sali e sostanze nutritive rendendoli disponibili all’occorrenza. 2. Devono funzionare come carriers per il rilascio controllato di sostanze quali pesticidi, enzimi o altro. La scelta degli idrogeli sarà rivolta a materiali biocompatibili e la loro realizzazione sarà effettuata mediante tecnologie che escludono la presenza di residui tossici. Gli idrogeli devono stabilizzare matrici di terreno, prevenire la siccità di superficie del terreno e il passaggio dell’acqua, al fine di ridurre l’erosione e la compattazione del terreno, favorire l’aereazione, la friabilità la porosità e facilitare la coltivazione. Assorbendo e trattenendo sali e sostanze nutritive possono favorire la crescita delle piante migliorando la loro biodisponibilità. L’utilizzo di carriers per il rilascio di pesticidi ha lo scopo di veicolare in modo più appropriato la sostanza permettendone il rilascio in modo controllato e più duraturo. E’ bene ricordare che accanto agli effetti acuti del contatto diretto con i pesticidi chimici, ci sono quelli inerenti gli effetti a lungo termine che i residui dei pesticidi nel cibo hanno sulla popolazione e sugli animali, oltre alla contaminazione delle sorgenti di acqua potabile e dell’ambiente. L’utilizzo di idrogeli sintetici nelle succitate applicazioni ha l’obiettivo finale di incrementare la qualità della vita della popolazione, soprattutto di quella dedita all’agricoltura, migliorando le condizioni operative, diminuendo i rischi sulla salute derivati dall’esposizione ad alti livelli di sostanze chimiche tossiche.
Il presente progetto si propone lo studio e la messa a punto dei ceramici tecnici più innovativi finora utilizzati in altri ambiti (aerospaziale, energetico) e di metodologie innovative per la produzione delle protesi in ceramica integrale, per ottenere protesi dentali con elevate proprietà meccaniche in grado di sostituire totalmente le protesi metalliche anche nelle applicazioni più critiche e gravose. L’idea aggiuntiva è quella di mettere a punto materiali facilmente integrabili nei laboratori odontotecnici e che non richiedano a coloro che operano nel settore cospicui investimenti.
Il progetto si propone di sviluppare le conoscenze utili a ottenere trattamenti superficiali a base argento su fibre di varia natura fino alla realizzazione di significative quantità di fibra trattata. E’ noto infatti che l’argento è uno dei principale agenti antibatterici conosciuti. La deposizione di argento sulla superficie delle fibre rispetto ad altre soluzioni permette di rilasciare in ambiente umido ioni argento direttamente dalla superficie in assenza di alcuna barriera diffusiva. Il progetto si propone di sperimentare un sistema di fotostabilizzazione di argento metallico sulla superficie di filati sia naturali (cotone, lana o altri) sia sintetici. Si prevede pertanto di procedere ad una attività di laboratorio in piccola scala procedendo a verifiche di attività anti-batterica ed analisi morfologiche e strutturali. La stabilità dei trattamenti verrà testata su diverse fibre (anche colorate) e a seguito di protocolli di lavaggio industriale. Successivamente è previsto uno scale –up fino ad un impianto di media scala progettato e costruito ad hoc allo scopo di giungere ad una fattibilità.
L’obiettivo del progetto è esplorare l’efficacia di un nuovo biomateriale, costituito da uno scaffold a base di collagene e proteoglicani, in grado di indurre la rigenerazione di interi tratti di nervo periferico a seguito di recisione, parziale o totale. Il device è stato brevettato presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA, da parte del coordinatore scientifico del progetto, ed alcuni dimostratori sono già stati realizzati presso i laboratori dell’Università di Lecce. L’originalità dello scaffold proposto consiste in un pattern di micropori, connessi, presenti al suo interno, in grado di fungere da guida durante il processo di rigenerazione, sia in termini di supporto agli assoni ed alle cellule di Schwann che all’esclusione dei miofibroblasti.
L’obiettivo del presente progetto è studiare la fattibilità di turbine a flusso bifase per la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ad esempio geotermiche e solari, e a scopi di cogenerazione. Esistono molte fonti di acqua ad elevata temperatura non pienamente sfruttate per la generazione di elettricità. L’energia contenuta nell’acqua ad alta temperatura può essere utilizzata direttamente oppure trasferita ad un fluido di lavoro bassobollente per ottenere energia elettrica. Tuttavia, alle temperature e pressioni alle quali l’acqua è tipicamente disponibile, risulta generalmente impossibile la vaporizzazione completa del fluido di lavoro, che si trova pertanto a funzionare nella regione bifase (vapore umido). I dispositivi per la conversione di energia a funzionamento bifase sono generalmemente caratterizzati da bassi rendimenti e scarsa durata, per via dell’impatto delle goccioline liquide mescolate al vapore sulla superficie delle palette. Esiste tuttavia una possibilità di migliorare notevolmente il rendimento globale del ciclo. Le turbine bifase del tipo ad azione hanno discreti rendimenti, ma soffrono di un tasso di erosione delle palette molto elevato, a causa dell’impatto intermittente di gocce di liquido ad alta velocità. I rendimenti delle prime turbine bifase a reazione, d’altro canto, sono molto bassi. Se il rendimento di turbina delle turbine bifase a reazione potesse essere aumentato a livelli accettabili, allora sarebbe possibile l’applicazione pratica dei vantaggi dei cicli bifase in molti sistemi energetici, i. e. i rendimenti globali di tali sistemi potrebbero aumentare in modo significativo. L’obiettivo primario del presente progetto è realizzare un approfondito studio numerico di turbine bifase a reazione esistenti, al fine di identificare in modo chiaro i principali meccanismi di perdita. A tal fine sarà sviluppato uno strumento numerico in grado di simulare flussi bifase di vapore umido attraverso palettature di turbina. La realizzazione di tale strumento di calcolo prevederà due fasi: una fase di messa a punto di modelli termofisici accurati per la previsione dei fenomeni di condensazione ed evaporazione in seno al fluido, ed una di sviluppo di una metodologia numerica efficiente ed accurata per la risoluzione delle equazioni di governo del problema. Il codice così sviluppato sarà validato con l’ausilio dei dati sperimentali disponibili in letteratura per flussi bifase attraverso ugelli De Laval e flussi attraverso schiere di palettature di turbina. Una volta completata la fase di validazione, la metodologia numerica sviluppata sarà utlizzata per studiare in dettaglio tipologie esistenti di turbine bifase, al fine di individuarne i principali meccanismi di perdita. Tali conoscenze permetteranno di avanzare delle ipotesi di modifica del sistema per innalzarne le prestazioni in termini di rendimento e durata. In tale fase ci si avvarrà anche di strategie di ottimizzazione automatica, basate su algoritmi genetici. Lo sviluppo di turbine bifase ad alto rendimento può avere un enorme beneficio dal punto di vista economico e ambientale, data la possibilità di sfruttare fonti di energia rinnovabile a più bassa temperatura.
I pneumatici sono costituiti da diversi tipi di materiali deputati a svolgere funzioni diverse durante il loro uso. Tuttavia nella logica del riciclo, come per tutti i materiali compositi, la presenza di più fasi costituisce un limite piuttosto grave. In particolare nel caso dei pneumatici sono presenti sia materiali polimerici sia metallici e nell’ambito di ciascuna categoria in forme e composizioni diverse. Infatti, per quello che riguarda i polimeri oltre alla gomma vulcanizzata sono anche presenti fibre di Polietilene Tereftalato (PET) difficilmente separabili dalla gomma. Inoltre nella matrice di gomma è presente acciaio sia in forma di “cord” continuo che di fibrille di ridotta lunghezza. A causa di tale complessa struttura e per la presenza di zolfo nella gomma è anche difficile pensare ad un processo di termovalorizzazione di pneumatici vantaggioso economicamente ed in grado di limitare le emissioni inquinanti. Peraltro anche la parte metallica del pneumatico non viene destinata ed utilizzata nelle acciaierie, a causa di residui gommosi presenti inevitabilmente sulla superficie, dopo il processo di separazione meccanica delle fibre dalla gomma. Pertanto la maggior parte dei pneumatici derivanti da automobili, autocarri ed aerei, vengono inviati ed accumulati in discarica, contribuendo al già difficile problema ambientale della gestione dei rifiuti; la parte gommosa del pneumatico necessita di tempi molto lunghi perché si compia un processo di degradazione naturale, a causa della struttura reticolata del polimero costituente e della presenza di stabilizzanti e additivi. E’ stato stimato che solo negli Stati Uniti 285 milioni di pneumatici all’anno vengono inviati in discarica e solo il 34% di essi vengono riutilizzati. D’altra parte il calcestruzzo è un materiale largamente impiegato nell’industria delle costruzioni grazie alle sue prestazioni e facilità d’impiego. Come è ben noto gli svantaggi esibiti da questo materiale sono l’estrema fragilità e la bassa resistenza a trazione, da cui l’esigenza di impiegare dei rinforzi per migliorarne le prestazioni meccaniche. Diverse sono le soluzioni attualmente disponibili per superare le suddette limitazioni, tuttavia è sicuramente auspicabile l’impiego di materiali poco costosi, quali materiali riciclabili o di scarto, in alternativa ai materiali tradizionali con il fine di ottenere prestazioni pari o superiori a quelle di un calcestruzzo tradizionale o tradizionalmente rinforzato, o con prestazioni nuove rispetto a quelle tipiche del calcestruzzo. La ricerca proposta è mirata allo sviluppo di prodotti in conglomerato cementizio nei quali vengono addizionate particelle di gomma e/o fibre di acciaio provenienti da pneumatici. In particolare, lo scopo proposto dal progetto è duplice: • Studiare i benefici derivanti dall’impiego di fibre di acciaio, ottenute da pneumatici fuori uso, in conglomerati di calcestruzzo per applicazioni nelle quali la tenacità può costituire un fattore critico. In particolare tale studio sarà mirato alla realizzazione di pavimentazioni industriali e aeroportuali e recinzioni. • Verificare la possibilità di impiegare le parti gommose, provenienti da pneumatici fuori uso, in alternativa ai tradizionali aggregati minerali di grande pezzatura per la realizzazione di pannelli di tamponamento per l’edilizia e di barriere stradali e autostradali. Pertanto le conoscenze sviluppabili dal progetto di ricerca proposto condurrebbero al raggiungimento dei seguenti obiettivi: • Una possibile soluzione al reimpiego di materiali che attualmente contribuiscono al già critico problema della gestione dei rifiuti; • Lo sviluppo di nuovi prodotti in calcestruzzo, ottenuti impiegando come additivi e rinforzi per il calcestruzzo stesso rispettivamente particelle di gomma e fibre di acciaio provenienti da pneumatici fuori uso, con abbattimento dei costi e dei tempi di produzione.
La gestione in tempo reale di flotte di veicoli (Fleet Management) svolge un ruolo fondamentale per la mobilità di merci e persone, sia nel settore pubblico che in quello privato. Tradizionalmente la gestione di queste attività è realizzata da una squadra di controllori che assegna le richieste di servizio sulla base delle posizione dei veicoli, segnalate periodicamente dai conducenti. Laddove il numero di veicoli sia di diverse decine o centinaia, la complessità di gestione diviene talmente elevata da rendere problematico ed inefficiente il coordinamento delle attività operative. Il presente progetto mira a sviluppare un’architettura integrata, basata sulle più rececenti tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni e su algoritmi di ottimizzazione e simulazione "ad hoc", per il controllo real-time di flotte di veicoli.
La gestione rifiuti è diventata, negli ultimi anni, uno dei maggiori problemi che coinvolge tutti i Paesi; a tal proposito le linee guida del “Sesto programma di azione per l’Ambiente” della Comunità Europea, pongono tra i sette punti più importanti, anche la “gestione dei rifiuti”, incoraggiando i Paesi della Comunità verso nuove politiche strategiche per la prevenzione ed il riciclaggio. Su tali basi , l’Università degli Studi di Lecce è indirizzata ad aprire un innovativo campo di ricerca in ambito ambientale, che valuti e valorizzi le opportunità di riciclaggio dei rifiuti. Attualmente la Puglia è ancora ben lontana dai traguardi che la Direttiva 99/31/CE (Direttiva del Consiglio del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti) prevede relativamente alla riduzione del quantitativo di rifiuti organici e della messa in discarica degli stessi. Sicuramente tutto ciò è imputabile alla ridotta, ed in alcuni casi mancante, cultura ambientalista che pone come massimo “target”: la raccolta differenziata. Quindi, ad oggi, l’unica strategia ambientale sostenibile, per operare fruttuosamente nell’ambito di una politica di riciclaggio, è riposta nella valutazione degli impieghi del Rifiuto Biostabilizzato Maturo (RBM) ottenuto da matrice indifferenziata, cioè da Rifiuto Solido Urbano (RSU). A tale scopo sono stati presi in considerazione sia gli utilizzi alternativi proposti nel DG ENV.A.2 sul Biowaste (Working Document – Biological Treatment of Biowaste - of 12/02/2001”): “…gli Stati membri possono utilizzare l’uso di biorifiuti stabilizzati corrispondenti ai requisiti dell’Allegato III come un componente nei suoli artificiali o in quelle applicazioni in terra che non sono destinate alla produzione di alimenti e raccolta di foraggio [ quale copertura finale delle discariche per reintegrare il paesaggio, restaurazione del paesaggio nelle cave e miniere in disuso, barriere antirumore, costruzione di strade, campi da golf, piste da sci, campi da calcio e simili]…” e sia nel Decreto del Commissario delegato per l’emergenza sui rifiuti n° 296 del 30/09/2002 : “ …la frazione umida matura (RBM), potrà essere utilizzata come materiale di ricopertura dei rifiuti, ancorché stabilizzati ma non maturi […] o per bonifiche, risanamenti ambientali, ecc…”. Il progetto, quindi, si pone due obiettivi realizzativi: 1. Recupero ambientale di un sito campione, mediante l’utilizzo del Biostabilizzato, da destinare a costruzioni civili. Tale possibilità verrà valutata in seguito alla determinazione delle caratteristiche fisiche, meccaniche e geo-meccaniche del sito recuperato,; 2. Realizzazione di una strada, utilizzando miscele contenenti il Biostabilizzato. Tale obiettivo verrà raggiunto con la individuazione delle parti che costituiscono l’opera stradale in cui è possibile utilizzare le suddette miscele e con la relativa definizione della miscela che rispetti i requisiti richiesti in tale ambito. In merito al secondo obiettivo, è opportuno ricordare che al Congresso di Sydney dell’A.I.P.C.R. (Associazione Permanente dei Congressi della Strada) si è fornita la seguente definizione per i materiali marginali o alternativi o non tradizionali: “qualsiasi materiale non completamente conforme alle prescrizioni in vigore in un paese o in una regione per i materiali stradali normali ma che può essere usato con successo in relazione a particolari condizioni climatiche o grazie ai progressi tecnici, ovvero dopo aver subito idoneo trattamento”. D’altra parte la stessa A.I.P.C.R. ha tenuto a sottolineare che il concetto di marginalità è legato ad una certa epoca o luogo o modalità di impiego. Si noti che non sussiste alcun valido motivo per scartare a priori un materiale, naturale od artificiale, il quale, benché non totalmente rispondente alle prescrizioni della normativa, sia però in grado di garantire la funzionalità e la durabilità dell’opera cui sia destinato. Pertanto i due obiettivi sono perfettamente conformi al perseguimento di una strategia ambientale e i cui risultati potrebbero evidenziare nuove soluzioni alternative al “problema rifiuti”.
Il progetto si propone la realizzazione di un simulatore per lo studio di alcune malattie genetiche attraverso l’utilizzo di tecniche di Proteomica quali il protein folding, cioè il processo attraverso il quale una proteina assume la sua struttura tridimensionale nello spazio, e il molecular docking, ossia la tecnica volta a individuare le possibili interazioni tra le proteine, nella loro distribuzione spaziale, e altre molecole quali nuovi farmaci. In particolare, basi scientifiche provano che alcune malattie umane neurodegenerative, rare ma gravi, sono legate ad un difettivo import delle proteine nella membrana mitocondriale interna, come ad esempio la sindrome di Mohr-Tranebjaerg.
Sulla base di incoraggianti risultati ottenuti su un campione limitato di pazienti risulta fortemente auspicabile uno studio che possa coniugare tecniche convenzionali e non convenzionali di RMN alla metodica proteomica al fine di definire la capacità di questa nuova metodologia interdisciplinare applicata come mezzo di screening molecolare globale nella SM per la ricerca di bio-markers. In particolare, la forza di associazione statistica tra i dati di RMN e quelli di ciascuno spot proteico dei PBMC potrà indicare le caratteristiche di predittività di un dato pattern proteico rispetto al danno selettivo cerebrale. Con questo intento stiamo sviluppando software per l’analisi di immagini ottenute con tecnica convenzionale e non convenzionale di RMN encefalica. Il software prodotto, oltre ad automatizzare molte procedure di post analisi, rendendole ripetibili, fornirà strumenti specifici per l’analisi qualitativa/quantitativa dei gel prodotti dall’elettroforesi e del danno neurologico evidenziato dalle immagini digitali prodotte dalla MRI.
L’artemisinina e i suoi derivati costituiscono principi attivi antimalarici largamente utilizzati e raccomandati dall’OMS. Questa classe di composti si ottiene a partire dall’artemisinina estratta da una specie vegetale l’Artemisia annua largamente distribuita ed utilizzata in Asia. La coltivazione di Artemisia annua è stata suggerita per la riconversione produttiva di zone della regione Puglia attualmente destinate alla coltivazione di Tabacco Il programma di ricerca proposto prevede l’analisi fitochimica di A. annua coltivata in Italia meridionale (regione Puglia) in condizioni agronomiche controllate in campi sperimentali allestiti da un’industria farmaceutica pugliese (Lachifarma) che attualmente estrae e commercializza derivati artemisininici ottenuti da materiale vegetale importato. Scopo dell’indagine è quello di valutare la produttività metabolica (principio attivo e metaboliti correlati) della pianta nelle condizioni ambientali e agronomiche di allevamento proprie della regione Puglia. A tale scopo verranno utilizzate tecniche avanzate di risonanza magnetica nucleare multinucleare multidimensionale per la determinazione quali- quantitativa dei metaboliti di interesse presenti in Artemisia annua al fine di mettere a punto le condizioni ottimali di crescita della pianta per aumentare la resa estrattiva ed ottimizzare l’economicità dell’intero processo tecnologico.
Lo studio ha lo scopo di verificare le attività biologiche degli estratti di Spongia officinalis su linee cellulari umane. Ci proponiamo quindi di studiare gli effetti di estratti cellulari provenienti da popolazioni naturali di spugne, confrontandoli con estratti cellulari provenienti da spugne di allevamento. Negli ultimi anni la reperibilità della Spongia officinalis si è rarefatta a causa della pesca eccessiva. Dal momento che questi organismi sono risultati importanti produttori di molecole di interesse biotecnologico, si vuole risolvere il problema della reperibilità avviando delle vere e proprie “coltivazioni”, non solo convenzionali, ma anche alternative, di questi poriferi. Intendiamo inoltre mettere a punto una metodica che permetta di avere primmorphs (aggregati stabili) a partire da cellule della stessa specie di spugna, valutando poi la loro capacità di produrre sostanze bioattive, su linee cellulari umane normali e trasformate per valutarne i possibili effetti positivi in termini di attività antiossidante, antitumorale ed antinfiammatoria oltre che eventuali proprietà apoptotiche. Ci proponiamo infine di isolare e caratterizzare alcuni simbionti, in particolare cianobatteri, e di valutarne il ruolo nell’espletare gli effetti osservati con il lisato totale.
Molti studi raccomandano il consumo giornaliero di olio extravergine di oliva. Si ritiene, infatti, che l’olio di oliva riduca il rischio cardiovascolare e sia efficace contro cancro e invecchiamento. Gli effetti benefici sarebbero dovuti alla presenza di composti fenolici ad azione antiossidante che, pur essendo costituenti minori dell’olio di oliva, ne determinerebbero le grandi capacità protettive. Nel bacino del Mediterraneo, la Puglia è una delle massime aree di produzione di olio d’oliva. A questa attività si unisce la produzione di enormi quantità di acque di vegetazione, principale rifiuto del processo di frangitura delle olive, il cui smaltimento, oltre ad imporre sensibili costi aggiuntivi alle imprese produttrici, ha importanti e complesse implicazioni di ordine ambientale. Le acque di vegetazione sono molto ricche di composti fenolici. Lachifarma s.r.l., una azienda biotecnologico-farmaceutica che opera nel territorio salentino, ha messo a punto un sistema industriale eco-compatibile per la separazione, l’arricchimento e la purificazione di idrossitirosolo (Brev. N. MI2004A001627). Partendo dalle acque di vegetazione, l’impresa produce idrossitirosolo di origine naturale, che vuole commercializzare come composto ad azione antiossidante somministrabile per via orale, integratore dietetico, nutraceutico (nutraceutical) o per la preparazione di cibi funzionali (functional food). Nella strategia elaborata dall’impresa di utilizzare le acque di vegetazione dell’industria olearia pugliese come materia prima per ottenere prodotti a base di idrossitirosolo, è fondamentale conoscere come tale molecola viene assimilata a livello gastrointestinale e, quindi, resa biodisponibile.
In questo progetto di ricerca si analizzerà la fattibilità di un trattamento anodico di polveri di WC-CO in un elettrodo a letto fluido con l'obiettivo di recuperare i materiali grezzi separatamente. Sulla base di precedenti studi nel nostro gruppo riguardanti gli aspetti scientifici della corrosione di questi materiali, svilupperemo un processo mirato ad ottenere la dissoluzione selettiva del legante a base di Co a potenziali a cui il WC non è chimicamente alterato. Dopo la dissoluzione, la polvere di WC sarà recuperata per filtrazione e il Co per elettroestrazione. L'approccio elettrochimico permette un percorso di recupero caratterizzato da bassa richiesta di energia rispetto al processo termico.
L’obiettivo primario dei processi di trattamento di printed circuit board (PBC) scrap consiste nel minimizzare il rischio di contaminazione ambientale e nell’assicurare la massima efficienza nel recupero di materie prime. Il fattore critico di successo di un trattamento di riciclo è di norma valutato sulla base di due aspetti: (a) efficienza di recupero del materiale e (b) compatibilità ambientale del processo. La progettazione di un processo di recupero/valorizzazione infatti, sebbene subordinata a criteri di economicità, non può comunque prescindere dal quadro istituzionale vigente; in proposito è opportuno notare che processi conformi allo schema tipo del DPR 22/97 (legge Ronchi) possono essere messi in esercizio senza alcuna formalità.
La tecnica TDR rappresenta uno dei metodi più diffusi per la determinazione del contenuto d’acqua e della conducibilità elettrica nei materiali geologici, sebbene interessante sia indagare l’applicazione della stessa ad altri casi di interesse pratico, come nell’ambito dei processi agro-industriali. La stima del grado di umidità di un mezzo poroso tramite la misura della permittività dielettrica si basa sull’elevato valore della costante dielettrica dell’acqua rispetto a quella dei materiali solidi e dell’aria. Il contenuto d’acqua modifica la costante dielettrica dei materiali incidendo fortemente sulla velocità delle onde elettromagnetiche negli stessi. Gli sviluppi recenti sui dispositivi TDR progettati appositamente per misure in mezzi porosi, hanno permesso di poter disporre di strumentazione a costo relativamente basso, robusta e in grado di effettuare monitoraggi continui. Le sonde TDR connesse alla parte elettronica tramite cavi coassiali sono spesso progettate per essere direttamente inserite nel mezzo in esame, usando appropriati accorgimenti per minimizzare gli effetti di disturbo e fornire un campione di misura significativamente rappresentativo. Inoltre le sonde TDR sono relativamente semplici da realizzare, poco costose e facilmente modificabili in modo da adattare alle specifiche applicazioni il volume da misurare e la sensibilità spaziale dello strumento. L’indagine “on-line” sui materiali e soprattutto le misure del grado di umidità degli stessi, possono essere correlate a parametri per il controllo di qualità.
Lo scopo principale del presente progetto è la messa a punto di formulazioni a base di resine epossidiche idonee agli utilizzi appena descritti e che presentino valori di Tg sensibilmente maggiori di quelli dei prodotti tradizionali. Tali resine dovranno anche presentare una buona resistenza ai comuni agenti ambientali, in particolare alla presenza di acqua. A tale scopo, si è pensato di utilizzare dei sistemi ibridi interpenetranti di resine epossidiche con inclusione di silice di nuova formulazione. Tali sistemi “nanocompositi-bio-continui” epossi-silice sono attualmente utilizzati come rivestimenti in campo navale ma presentano promettenti potenzialità come adesivi per materiali lapidei. Il tipo di pietra scelta per lo studio è la cosiddetta “pietra leccese”, una pietra calcarenitica, formata da grani compatti ed omogenei ma abbastanza soffice da essere lavorabile allo scalpello. L’attitudine di tale pietra di essere lavorata e modellata in differenti forme e dimensioni ha favorito la realizzazione di molti elementi di strutture sia antiche che moderne caratteristiche della zona del Salento, dove è situata la città di Lecce.
I sistemi di identificazione a radiofrequenza (RFID), introdotti per la prima volta intorno agli anni ’50 ma raramente sfruttati per un lungo periodo, hanno recentemente riacceso un forte interesse grazie al consistente sviluppo tecnologico che ne ha permesso una forte miniaturizzazione, un miglioramento apprezzabile delle prestazioni e, fatto non trascurabile, una riduzione drastica dei costi. In estrema sintesi, i sistemi RFID permettono la rilevazione della presenza di un dispositivo (chiamato RFID-tag) quando questo si trova nell’area di copertura di un sistema di antenne detto reader. I tag, formati sostanzialmente da un chip di dimensioni dell’ordine del mm2 e da un’antenna, hanno raggiunto oramai costi così bassi da essere giustificabili anche in sistemi nei quali il riuso non può essere garantito. Per molteplici applicazioni, RFID potrebbe essere utilizzato alla stessa stregua dei bar-code scanners, per il tracciamento dei prodotti e la distribuzione.
Il problema del progetto di strutture in grado di schermare efficacemente i campi elettromagnetici (EM) è di fondamentale interesse in una vasta gamma di applicazioni nelle quali può essere necessario, ad esempio, evitare interferenza tra diversi dispositivi elettronici oppure nelle quali sia indispensabile limitare il livello di interazione tra campi EM e sistemi biologici. In questo contesto, una delle soluzioni più frequentemente utilizzate consiste nel racchiudere il volume da schermare in una superficie metallica, dove il tipo di materiale, la sua forma e il suo spessore sono i parametri progettuali da valutare per ogni caso.
Negli ultimi anni si è assistito ad un impressionante sviluppo dei sistemi e servizi wireless, che ha indotto gli operatori del settore a ridurre i tempi di progettazione delle reti, migliorare la qualità del servizio e controllare in maniera più accurata l’esposizione umana ai campi elettromagnetici (EM). Tutto ciò implica una forte richiesta di tool automatici per l’ottimizzazione di alcuni parametri critici delle stazioni radio base (SRB) (ad es. posizione delle SRB, dimensionamento in potenza, tilting d’antenna ecc.) che siano in grado di fornire una accurata predizione dei campi EM irradiati dalle antenne per SRB e che siano di facile utilizzo per l’utente finale. Nel presente progetto, la loro effettiva soluzione è investigata seguendo un approccio multidisciplinare. Griglie Semantiche (SG) ed ontologie rappresentano le tecnologie in grado di supportare un tale tentativo. Di conseguenza l’obiettivo principale in SEGRIPLANET è l’esplorazione delle nuove frontiere aperte dalle griglie semantiche nell’ambito delle Pianificazione Ottimale di Reti Wireless. Questo obiettivo è perseguito attraverso la realizzazione di un’ambiente semantico distribuito per la pianificazione ottimale di reti wireless ottenuta congiungendo le piattaforme appartenenti ai partners del progetto.
Il software che si intende sviluppare nell’ambito di questa proposta di Progetto ha varie peculiarità che lo rendono innovativo rispetto ad altri software CAD parametrico-variazionali di uso commerciale. In primo luogo si tratta di un software dedicato alla progettazione di strutture di fusoliera di elicottero. Il progettista, quindi, mediante la definizione e la manipolazione di un numero ridotto di primitive solide di alto livello (rappresentanti i componenti strutturali con le quali si trova abitualmente ad interagire) è in grado di realizzare, in modo interattivo e veloce, il modello 3D di parti o assiemi completi di fusoliera.
L’obiettivo del progetto è la messa a punto di un prototipo di chip microelettronico per la rilevazione ultra-rapida della presenza di cellule in una goccia di campione di pochi microlitri. Grazie ad una schiera massicciamente parallela con centinaia di migliaia di micro-sensori/attuatori integrati il prototipo sarà in grado di organizzare le cellule, presenti nel liquido iniettato sul chip, in una schiera spaziale ordinata. Le cellule, posizionate così in corrispondenza dei sensori ottici integrati, verranno in tal modo contate istantaneamente. Il prototipo realizzato nel progetto sarà concepito per rendere possibile in futuro l’utilizzo del sistema sul campo, anche al di fuori di laboratori biologici. In particolare il principio di rilevamento dovrà fare a meno di strumenti ingombranti e costosi quali microscopi e telecamere digitali. L’approccio Lab-on-a-chip con schiere di sensori miniaturizzati, perseguito nel progetto, promette di rendere possibili analisi biologiche rapide e a basso costo, rendendo l’informazione che ne deriva immediatamente disponibile sul campo a chi ne fa uso, per esempio nell’ufficio del dottore o del veterinario, o per rilevamenti ambientali.
Le olive e l'olio di oliva contengono composti fenolici che possiedono importanti attività biologiche fra cui un’azione antimicrobica, un ruolo nella eliminazione dei radicali liberi, azioni antiossidante, ipoglicemizzante ed ipolipemizzante. Questi composti, durante il processo di estrazione dell'olio, si ripartiscono tra la fase oleosa e quella acquosa, rendendo l’acqua di vegetazione una potenziale fonte di polifenoli. Per questa caratteristica l’acqua di vegetazione potrebbe rappresentare una fonte alternativa di sostanze fondamentali per la produzione di alimenti composti per animali terrestri e acquicoli, piuttosto che un semplice residuo della lavorazione. Questo progetto vuole analizzare la possibilità di impiegare l'acqua di vegetazione quale integratore alimentare nella preparazione dei mangimi per pesci. La proposta progettuale si propone, inoltre, di sviluppare e mettere a punto tecniche adatte alla stabilizzazione chimica e microbiologica dell’acqua di vegetazione per evitare i processi di alterazione e degradazione della stessa che si verificano durante la fase di stoccaggio.
Un punto critico del settore acquacoltura è rappresentato dalla produzione degli avannotti. Le aziende ittiche sostengono costi elevati per le fasi del ciclo produttivo che, partendo dalla riproduzione artificiale e passando attraverso lo stadio di larva, portano alla produzione degli avannotti. Tali processi risultano scarsamente riproducibili e non garantiscono una produzione costante di animali, con frequenti carenze sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Tra i fattori che concorrono a rendere scarsamente riproducibile, la fase iniziale del processo produttivo, un ruolo chiave è svolto dalle caratteristiche microbiologiche dell’ambiente di allevamento delle larve. Queste caratteristiche incidono pesantemente sia sulla sopravvivenza che sul welfare degli animali. La conoscenza delle dinamiche microbiche risulta, pertanto, fondamentale nella messa a punto di procedure standardizzate che consentano di migliorare la produttività. Obiettivo del presente progetto è quello realizzare un sistema di allevamento larvale di specie ittiche marine, a circuito chiuso, a condizioni microbiologiche e chimico-fisiche controllate, al fine di standardizzare questa fase della filiera di allevamento e di sviluppare un modello riproducibile del processo di produzione. Il raggiungimento dell’obiettivo determinerà importanti vantaggi per le aziende della filiera ittica che effettuano la riproduzione e l’ingrasso delle specie ittiche marine, vantaggi che saranno ancora più rilevanti per quelle aziende che hanno come step finale della loro attività proprio la produzione di avannotti (avannotterie). Attraverso l’applicazione di un modello ottimale di produzione larvale e l’utilizzo di strumenti adeguati di controllo di qualità, risulterà consequenziale la possibilità di valorizzare al meglio la produzione industriale, con significativi vantaggi per le aziende operanti nella filiera ittica.
Il presente progetto ha come finalità lo sviluppo di gru innovative, da installare a bordo di autocarri, per il sollevamento e movimentazione merci utilizzando componenti strutturali in materiale composito fibro-rinforzato, eventualmente affiancati a tradizionali parti metalliche, che permettono il raggiungimento di elevate prestazioni attraverso l’implementazione di nuove architetture cinematiche. L’integrazione di componenti realizzati in materiale composito permetterà di ottenere prestazioni meccaniche più elevate e allo stesso tempo di ridurre il peso proprio delle gru, consentendo quindi, a parità di caratteristiche, l’installazione su veicoli di fascia inferiore e l’utilizzo delle stesse su mezzi di peso minore di 3,5 ton per la movimentazione di grossi carichi. Queste gru, in alternativa, permetteranno di aumentare il carico trasportabile, senza comportare l’aumento del numero di assi. Allo stesso tempo lo sviluppo di nuove architetture porterà all’aumento delle prestazioni e ad una maggiore facilità di manutenzione.
Il presente progetto ha come finalità lo sviluppo di nuove tecniche per il rinforzo di travi aventi funzione semistrutturale ottenute per estrusione in stampo di plastica eterogenea da rifiuto solido urbano (RSU). Tali travi, generalmente destinate all’arredo urbano, presentano scarse proprietà meccaniche, data la natura del polimero utilizzato, che è costituito principalmente di polietilene di bassa densità da film, con impurezze di polietilene di alta densità da flaconame, polipropilene e PET. Il presente progetto di ricerca ha come finalità la progettazione di travi in plastica eterogenea da riciclo, rinforzate con fibre pultruse, e lo sviluppo di un’adeguata tecnologia di produzione, che consenta di realizzare dette travi in maniera economica in impianti di estrusione in stampo.
Il progetto mira a sviluppare un prototipo di braccio robotico ad attuazione oleodinamica per applicazioni agricole, in particolare per la potatura di alberi da frutto e ulivi. E’ ben noto che le operazioni di potatura su larga scala siano molto impegnative in termini di tempo e lavoro specializzato necessario. Inoltre sono operazioni potenzialmente pericolose per i lavoratori coinvolti e sicuramente logoranti, ben distanti dalle indicazioni espresse dalle regolamentazioni sui luoghi di lavoro come L. 626 ed altre. L’automazione di questi processi è ancora molto scarsa, nonostante esistano tecnologie in grado di supportare tali processi. Ad oggi la potatura di alberi di grande/media dimensione avviene del tutto manualmente con, al più, l’ausilio di pedane meccanizzate per elevare l’operatore alla quota e distanza adatta per la potatura manuale della pianta. Tali pedane sono trasportate nei pressi della pianta oggetto dell’intervento con mezzi agricoli tradizionali (trattori). L’idea alla base del progetto è che un braccio robotico con sufficiente manovrabilità e capacità di carico e con una interfaccia di comando idonea possa essere pilotato da terra ed impiegato, per esempio, per la potatura senza che l’operatore debba manualmente operare dalla piattaforma. Questo tipo di intervento consentirebbe all’operatore di lavorare con maggiore sicurezza e minore sforzo.
Il monitoraggio delle condizioni di funzionamento delle macchine utilizzate per i processi produttivi e la loro manutenzione rappresentano uno degli aspetti che maggiormente determinano i costi di gestione del processo produttivo stesso. I motori a combustione interna, data la loro diffusione e la loro molteplicità di applicazioni, rappresentano una delle tipologie di macchina di maggior rilievo. Ciononostante, il monitoraggio effettuato su questo genere di macchine è praticamente nullo e la manutenzione è dettata maggiormente dall’esperienza o dall’avvenuta rottura di un componente. Dati, tuttavia, l’estrema complessità della macchina in esame ed il numero elevato di variabili di funzionamento che dovrebbero essere monitorate, la diagnostica richiede, normalmente, il fermo macchina risultando, pertanto, difficoltosa. Da qui la necessità di mettere a punto delle tecniche di diagnosi che consentano di compendiare l’efficacia delle previsioni e l’affidabilità dei risultati ottenuti ai costi di effettiva realizzazione.
Questo progetto di ricerca e sviluppo è volto allo studio di un sistema di controllo e monitoraggio della produzione di monofilamenti di polietilene con tolleranze di titolazione ristrette rispetto a quanto attualmente prodotto dalla SACHIM srl. A valle della realizzazione di filati di qualità (titolazione precisa e stabile) vi sarà l’opportunità di verificare le caratteristiche di comportamento alle sollecitazioni dei tessuti tecnici fabbricati a partire da essi.
Il progetto ha lo scopo di mettere una nuova tecnica fusoria per gli acciai inossidabili duplex cercando di limare l’AOD per uniformare la produzione di getti di grosse dimensioni in acciaio duplex a quella degli acciai inox.
Lo scopo del progetto è la realizzazione di un sistema avanzato per la gestione ottimizzata della manutenzione di impianti industriali. In particolare è previsto lo sviluppo di un sistema che consenta la catalogazione dei dispositivi dell’impianto mediante strumenti CAD e la visualizzazione real-time dello stato di manutenzione. Il successo del progetto è determinato dalla realizzazione di un prototipo che consenta ad un generico operatore di: 1. utilizzare un’interfaccia user-friendly per associare agli elementi dell’impianto un’anagrafica specifica 2. di navigare virtualmente, da una generica postazione internet, nella ricostruzione virtuale dell’impianto 3. di individuare puntualmente un eventuale malfunzionamento, esaminando le informazioni correlate all’oggetto che ne costituisce la causa.
Obiettivo principale del progetto è lo sviluppo di un sensore di pressione che possa operare ad alte temperature fino a 700°C.. Ad oggi non sono stati sviluppati sensori che possano operare a temperature così elevate. Il mercato di oggi non offre sensori di pressione che possano operare affidabilmente a temperature magiiori di 450°C. Contemporaneamente, è obbiettivo non secondario del presente progetto sviluppare dispositivi specifici per la calibrazione ad alta temperatura del sensore di pressione, visto che sul mercato sono assenti oggi dispositivi per la calibrazione di sensori di pressione ad alte temperature.
Il presente progetto mira a realizzare una piattaforma software che consenta di studiare l'evoluzione di un incendio nel tempo e nello spazio per via numerica, di confrontare più soluzioni progettuali e di indicare la soluzione più efficace nel rispetto delle esigenze imposte dalla progettazione. Il progetto si basa su un algoritmo di calcolo che riproduce un modello fluidodinamico con tecniche CFD (Computational Fluid Dynamics). Tale modello risolve numericamente le equazioni di Navier- Stokes applicate ad un incendio, con particolare attenzione alla propagazione di fumo e calore Parallelamente allo sviluppo del Codice Fluidodinamico inizierà l’attività finalizzata alla realizzazione del codice Generatore di Scenari, strumento la cui funzione è quella di far comprendere all’utente della piattaforma software come varia il fenomeno “incendio” al variare delle condizioni al contorno e delle variabili di processo.
Il progetto che si vuole proporre riguarda lo studio di fluidi termovettori altamente innovativi basati sull’utilizzo di nano-particelle. Il comportamento di tali fluidi, il cui studio si è iniziato solo nell’ultimo lustro, al momento risulta ancora non del tutto conosciuto. Tuttavia, i primi studi condotti hanno dimostrato che tali fluidi hanno prestazioni in termini di trasferimento del calore estremamente favorevoli. Tale prerogativa, se verificata sperimentalmente, apre molteplici prospettive per la loro applicazione in molteplici ambiti tecnologici ed industriali quali per esempio nell’energetica, negli impianti di riscaldamento e frigoriferi e negli impianti solari, migliorando le performance dei fluidi refrigeranti, nel raffreddamento della componentistica elettronica e dei sistemi MEMS. Visto l’ampio campo di applicabilità, si prevede una ricaduta tecnologica notevole e un ampio margine di competitività per tutte le aziende che maturino know-how in tale settore.
La liberalizzazione del mercato dell’energia in Italia ha reso di particolare interesse lo sviluppo di piccoli impianti per la produzione di elettricità, le cui potenze possono essere modeste e, comunque, non superano il 10 MW, installati nello stesso luogo dove l’energia prodotta risulta necessaria. In questo ambito si collocano in una posizione rilevante, sia dal punto di vista economico che ambientale, gli impianti di cogenerazione. Questi impianti risultano economicamente vantaggiosi in molte applicazioni civili e industriali, laddove il fabbisogno di energia elettrica sia associato a quello di energia termica. La Cogenerazione è, infatti, la produzione consecutiva e la simultanea utilizzazione di due forme di energia, elettrica o meccanica e termica, mediante un sistema che impiega lo stesso combustibile.
Per medicina tradizionale s’intende “l’insieme delle conoscenze, delle attività e delle pratiche utilizzate per la prevenzione, la diagnosi, il miglioramento o la cura di malattie fisiche e mentali basate sulle teorie, sulle credenze e sulle esperienze indigene di differenti culture”. Le proprietà terapeutiche di molte piante sono tradizionalmente note agli uomini che da sempre le hanno utilizzate come “erbe curative” e come tali ci sono state tramandate. L’uso scientifico dei principi attivi contenuti nelle piante prevede che il loro uso sia assolutamente sicuro. Questa sicurezza d'uso delle piante medicinali comprende una valutazione di qualità delle piante stesse: devono essere ottimali il tipo di coltivazione e la raccolta, la preparazione e la conservazione. Una valutazione di qualità implica anche la determinazione di eventuali sostanze contaminanti. Il degrado ambientale può infatti contaminare seriamente le piante medicinali: pesticidi e metalli pesanti, microrganismi come batteri o funghi possono compromettere la qualità delle piante. Mentre i pesticidi tendono a decomporsi durante i processi di essiccamento delle piante, i metalli pesanti rimangono invariati. Per questo motivo oggi si tende a introdurre nel settore piante naturali organiche, che sono state cioè coltivate con mezzi biologici, senza ricorrere all'uso di pesticidi. Inoltre non va sottovalutato il rischio di contaminazione microbica: batteri o funghi eventualmente presenti possono liberare sostanze tossiche per l'organismo. Il territorio salentino è ricco di piante, sia coltivate che selvatiche, che la cultura popolare ci tramanda come idonee alla cura di svariati sintomi di diverse patologie, come buona base per la preparazione di pietanze alternative ai gusti moderni e come punto di partenza per preparare medicamenti di “bellezza”. Questo crescente interesse soprattutto per le piante selvatiche implica due diversi effetti: l’ingestione di specie o principi potenzialmente “tossici” o dagli effetti farmacologici sconosciuti e la perdita di tali piante dal loro habitat naturale. Nel primo caso è importante quindi valutare se tali piante apportano un qualche beneficio, in modo da pensare all’estrazione di principi attivi da utilizzare nel campo dell’industria farmaceutica. Nel secondo caso è importante la riqualificazione degli habit naturali ai fini del ripristino degli equilibri biologici. In questo Progetto di ricerca ci proponiamo di recuperare e valorizzare le piante della flora salentina edi mettere a punto protocolli moltiplicativi delle piante spontanee salentine di interesse alimurgico. Su questa selezione di piante verranno effettuati indagini chimiche per l’identificazione di principi attivi oltre al monitoraggio di inquinanti. In parallelo si procederà alla messa a punto del processo estrattivo più idoneo ed efficiente ed alla caratterizzazione dei prodotti ottenuti. Lo studio della bioattività in vivo ed in vitro e test di citotossicità permetteranno di escludere effetti negativi degli estratti o dei principi attivi per avviare, in relazione alle caratteristiche dei principi attivi, la produzione biotecnologica di sostanze ad interesse farmaceutico, dietetico e cosmetico.
Nonostante la competizione con altri materiali, le leghe di alluminio costituiscono oltre il 70% della struttura dei componenti aeronautici. Lo sviluppo delle applicazioni dell'alluminio e delle sue leghe è dovuto alle proprietà di questi materiali che sono elementi decisivi nella scelta dei progettisti, dei costruttori e degli utilizzatori. La capacità di ampliare la tipologia di applicazioni di questo tipo di materiale ed ampliare la gamma di quelle già esistenti costituisce un elemento per aumentare la competitività delle aziende aeronautiche. Il contesto territoriale di interesse dell’unità di ricerca permette di avere un riferimento assoluto in questo settore quale è appunto lo Stabilimento AGUSTAWESTLAND di Brindisi, dove si producono alcune migliaia di particolari in lamiera stampata di varia complessità geometrica e produttiva. La tecnologia di stampaggio oggi impiegata presso lo Stabilimento è indubbiamente migliorabile in termini di qualità, riduzione costi ed abbattimento dei tempi di lavorazione. Infatti, l’attuale sequenza produttiva prevede, in molti casi e soprattutto per particolari complessi, fasi iniziali di stampaggio sotto pressa, cui seguono lunghe e dispendiose riprese manuali, per ottenere la geometria richiesta a disegno. La tecnologia di stampaggio oggi impiegata si ritiene che possa essere innovata e migliorata , in linea con le attuali esigenze di produttività e con gli standard di efficienza oggi richiesti. L’impiego di materiali innovativi impone, inoltre, la conoscenza e l’applicazione di metodologie di simulazione dei processi di stampaggio, al fine di realizzare le forme richieste nel pieno rispetto dei requisiti meccanici e funzionali stabiliti dalla Progettazione. Obiettivo del progetto è lo sviluppo di una nuova metodologia che definisca ed ottimizzi il processo di stampaggio di particolari aeronautici metallici (lega leggera, acciaio, titanio). Il nuovo approccio si fonderà sull’impiego di simulazioni numeriche di processo. L’implementazione della nuova metodologia mira a portare interessanti vantaggi sia di natura tecnica-operativa che di natura organizzativa. Sarà conseguentemente realizzato e fornito all’Azienda un applicativo software che, fondato sulle conoscenze della nuova metodologia, permetterà di simulare numericamente l’intero processo di stampaggio, aiutando l’operatore a definire l’intera sequenza delle singole operazioni di stampaggio, delle attrezzature richieste e dei trattamenti termici intermedi e/o finali. Una delle specificità dell’applicativo implementato sarà quella di avere una funzionalità di knowledge management per il know-how consolidato e per quello che potrà maturare durante il suo utilizzo. Il software, tra le varie funzioni di base, potrà consentire agli utenti la popolazione di un Data-Base storico degli stampaggi eseguiti in Stabilimento contenente le informazioni fondamentali relative alle parti ed ai processi applicati.
Il presente progetto si inserisce nel quadro delle tematiche volte allo sviluppo di nuove tecnologie per la valorizzazione di biomasse marine. Si intende investigare il possibile impiego di alcuni organismi marini (policheti, idroidi e macroalghe) per la ricerca sia di nuovi metaboliti secondari biologicamente attivi di potenziale interesse farmacologico, sia di sostanze ad elevato valore nutritivo da utilizzare come arricchitori nella mangimistica e/o nella produzione di un mangime totalmente innovativo per le varie fasi di accrescimento di specie ittiche. Gli organismi marini prescelti presentano caratteristiche morfologiche e fisiologiche quali alta versatilità, tolleranza a diversi fattori di stress, elevato tasso di accrescimento e facilità di allevamento, che inducono a ritenere le specie considerate ottimi candidati nella sperimentazione proposta. Con il coinvolgimento delle imprese il seguente progetto si prefigge di valorizzare i risultati ottenuti mediante il trasferimento tecnologico delle conoscenze all’impresa farmaceutica e, quindi, la trasformazione delle stesse in valore economico mediante la produzione di nuove sostanze a funzione antimicrobica ed un mangime innovativo. Poichè l'industria richiede grosse quantità di biomassa controllata per l'estrazione dei principi attivi, sulla base di esperienze pregresse, sarà realizzata un allevamento in impianto di acquacoltura sì da avere biomassa non contaminata da metalli o da altri inquinanti organici ubiquitari quali PCB e consimili. Studi precedenti condotti nell’ambito di un progetto POR sul trattamento biologico dei reflui derivanti dagli impianti di acquacoltura (biorimediazione), hanno infatti evidenziato come le biomasse degli organismi proposti, siano facilmente ottenibili mediante allevamento in policoltura e rappresentino un by-product della biorimediazione, potenzialmente ad elevato valore commerciale. Un esito positivo della sperimentazione proposta potrebbe determinare dei vantaggi sia in termini ambientali sia economici.
Il progetto prevede l’analisi la filiera olivicola per individuare e migliorare alcuni punti critici presenti allo scopo di ottenere sia un incremento qualitativo del prodotto per quanto riguarda caratteristiche organolettiche, che individuare elementi utili alla certificazione del prodotto in termini di provenienza geografica. La ricerca intende anche ottenere dati scientifici idonei per una corretta caratterizzazione dell’olio di oliva pugliese che costituisca un efficace strumento per il riconoscimento della qualità del prodotto ed un significativo ed indubbio elemento di tracciabilità lungo la filiera dell’olio. La Puglia rappresenta la Regione Italiana con la maggiore produzione di olio di oliva (circa il 40% della produzione italiana) ma presenta forme di allevamento poco razionali che non permettono una elevata meccanizzazione e una sostanziale arretratezza riguardo la fase di trasformazione (soprattutto se viene presa in considerazione la realtà spagnola) con un numero relativamente basso di moderni impianti di tipo continuo a 2 fasi; ne consegue che soltanto una ridotta percentuale dell’olio prodotto è di elevata qualità e quindi classificabile come olio extravergine di oliva mentre gran parte dell’olio prodotto (in particolare nel Salento) viene commercializzato come olio lampante e quindi destinato all’industria per la produzione di olio di oliva. In questo contesto è evidente l’importanza di studiare la filiera olivicola allo scopo di valorizzare il prodotto del complesso ed antico patrimonio varietale esistente sul territorio tramite un progetto di ricerca che prenda in considerazione: a) la caratterizzazione delle popolazioni di olivo (ed il prodotto olio che ne deriva) mediante marcatori molecolari; b) l’ottimizzazione del processo di estrazione dell’olio (in particolare del processo di gramolatura in condizioni di ridotta concentrazione di ossigeno); c) l’ottimizzazione delle condizioni di stoccaggio (in particolare attraverso il controllo della temperatura e la conservazione in presenza di azoto), d) la possibilità di depurare a livello di frantoio i reflui (acque di vegetazione) allo scopo di ridurre l’impatto ambientale della filiera. I risultati del progetto costituiranno un valido strumento per migliorare la qualità dell’olio extravergine pugliese salvaguardando gli aromi tipici e le caratteristiche nutrizionali nel processo di produzione, e mantenendo inalterate le caratteristiche del prodotto nel tempo oltre che costituire elementi per una indubbia riconoscibilità ed una alta valutazione del prodotto da parte del consumatore finale. Infine, la messa a punto di un prototipo idoneo alla depurazione delle acque di vegetazione a livello di frantoio costituirà un significativo ed innovativo strumento ai fini della risoluzione del problema acque di vegetazione in Puglia.
A livello mondiale, la malaria rappresenta una delle più importanti e diffuse infezioni parassitarie e costituisce una delle sfide più ardue che i paesi poveri del mondo affrontano quotidianamente nella loro lotta per lo sviluppo ed il miglioramento delle loro condizioni socio-economiche e sanitarie. Durante la cosiddetta “era della radicazione”, circa mezzo secolo fa, la malaria è stata eliminata o efficacemente soppressa in molte parti del mondo, comprese vaste aree dell’Italia meridionale, ma ora essa rappresenta una malattia riemergente. Di malaria si muore più oggi che 40 anni fa. L’attuale fallimento nel controllo della malattia attraverso il controllo dei vettori animali ed il trattamento della malattia deriva dall’incapacità di fornire terapie adeguate ad un numero significativo di pazienti, particolarmente a quelli che vivono alle periferie del mondo. E’ argomento di attualità il rinnovato interesse nei confronti della malattia e il proposito dell’Italia e della Unione Europea di mettere a punto nuove strategie per il controllo del morbo e per l’eliminazione completa del parassita dalle aree più povere del mondo. L’artemisinina e i suoi derivati costituiscono principi attivi antimalarici largamente utilizzati e raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa classe di composti si ottiene a partire dall’artemisinina estratta da una specie vegetale, l’Artemisia annua, largamente distribuita ed utilizzata in Asia. La coltivazione di A. annua è stata suggerita per la riconversione produttiva di zone della regione Puglia attualmente destinate alla coltivazione del tabacco. Il programma di ricerca proposto prevede l’analisi fitochimica di A. annua coltivata in Italia meridionale (regione Puglia) in condizioni agronomiche controllate in campi sperimentali allestiti da un’industria farmaceutica pugliese (Lachifarma) che attualmente estrae e commercializza derivati artemisininici ottenuti da materiale vegetale importato. Scopo dell’indagine è quello di valutare la produttività metabolica (principio attivo e metaboliti correlati) della pianta nelle condizioni ambientali ed agronomiche di accrescimento proprie della regione Puglia e di studiare l’attività biologica dei metaboliti estratti. In particolare, il presente progetto si avvarrà di tecniche avanzate di risonanza magnetica nucleare multinucleare multidimensionale per la determinazione quali-quantitativa dei metaboliti di interesse presenti in A. annua al fine di mettere a punto le condizioni ottimali di crescita della pianta per aumentare la resa estrattiva ed ottimizzare l’economicità dell’intero processo tecnologico. L’utilizzo di tecniche avanzate di risonanza magnetica nucleare al posto delle indagini analitiche tradizionali è legato al notevole sviluppo ed all’importanza che tali tecniche stanno assumendo nel campo della metabolomica con svariate applicazioni in campo medico, farmaceutico, ambientale ed agroalimentare. A completamento di queste attività, il progetto di avvarrà delle competenze di gruppi di medici e biologi che verificheranno le potenzialità dei metaboliti attivi estratti nel controllo della crescita del plasmodio, nonché gli effetti biologici (farmacologici, tossicologici, ecc.) in vivo, utilizzando modelli animali convenzionali ed alternativi, ed in vitro, utilizzando linee cellulari in coltura. Il progetto verrà svolto da gruppi che già collaborano da anni nello studio di sostanze di origine vegetale, anche di interesse industriale, associando esperienze consolidate nel campo della fitochimica e delle tecnologie estrattive alla capacità di caratterizzazione molecolare mediante l’utilizzo di tecniche spettroscopiche avanzate quali la risonanza magnetica nucleare e alla capacità di analizzare gli effetti biologici delle molecole estratte.
Il progetto mira allo sviluppo di tecnologie innovative e nuovi protocolli per la diagnosi del degrado dei beni storico-monumentali costituiti da edifici in pietra naturali, tipici del barocco pugliese. Le attività del progetto, connotate da un forte impulso interdisciplinare, sono volte nella prima fase ad uno studio preliminare per l’individuazione delle cause di degrado della pietra calcarea e dei manufatti dell’edilizia storica pugliese. Successivamente si prevede lo sviluppo di uno strumento per la scansione della superficie lapidea (rugosimetro) con l’intento di integrare le attuali tecniche diagnostiche con nuovi mezzi di indagine che permetterebbero, come nel caso di studio, un rilevamento in tempi brevissimi del degrado reale e soprattutto potenziale della pietra calcarea. Lo sviluppo di uno strumento innovativo quale il rugosimetro portatile, che dovrà soddisfare esigenze funzionali tipiche della cantieristica nel settore del restauro architettonico, e dunque facilità di trasporto, di lettura, di analisi dei dati in tempo reale ecc., offrirà la possibilità di implementare nuovi protocolli nel campo del restauro architettonico, specie nell’ambito delle fasi di diagnosi dell’edilizia, con particolare riferimento alla manutenzione programmata dei monumenti. La manutenzione preventiva costituisce un concetto ampiamente diffuso nei settori dell’ingegneria industriale, mentre nel campo dell’edilizia storica le esigenze di intervento si manifestano in concomitanza ad un decadimento macroscopico delle caratteristiche architettoniche e/o funzionali del bene in questione. Ciò è dovuto a due motivi principali: il primo, di tipo metodologico, è legato alla scarsa attenzione prestata, per molti anni, da enti, istituzioni e altri soggetti preposti al patrimonio storico monumentale; il secondo di natura più oggettiva, è legato al fatto che effettivamente solo dei cambiamenti macroscopici superficiali rendono talvolta evidente la necessità di arginare il degrado in corso. In quest’ottica il progetto in questione tende a ridurre questa mancanza di conoscenza in fase non avanzata di degrado, grazie all’impiego di uno strumento che costituirebbe un potente sensore dello stato di conservazione del bene, permettendo di intervenire anche in largo anticipo rispetto ai tempi attuali, evitando pertanto il manifestarsi di danni estetici e/o funzionali che comprometterebbero la fruibilità anche estetica del patrimonio culturale monumentale pugliese.
Il presente programma di ricerca è mirato allo sviluppo e alla verifica di formulazioni innovative per la protezione, il consolidamento e la pulitura controllata di superfici di elementi lapidei, in particolar modo in quelle inserite in contesti monumentali, storici ed archeologici ampiamente presenti nel territorio Pugliese, in relazione alle quali la salvaguardia e la conservazione dei materiali originari rappresentano una necessità primaria. I risultati dello studio trovano applicazioni anche nelle attività di conservazione sull’edilizia diffusa. Tali risultati si applicano, inoltre, ai materiali lapidei di nuova utilizzazione, sia nel campo dell’edilizia moderna che di quella storica, in riferimento agli interventi di sostituzione, attraverso la verifica delle possibilità di migliorarne talune caratteristiche tecnico-prestazionali con trattamenti preliminari alla loro messa in opera. Come substrati lapidei verranno presi in considerazione alcuni materiali calcarenitici ad elevata porosità e pertanto più facilmente soggette ad azioni degradative ambientali, caratteristici della regione Puglia e con cui sono realizzate costruzioni monumentali e dell’edilizia diffusa in questo territorio. Una prima fase del progetto riguarda la formulazione di prodotti speciali da applicare come protettivi, consolidanti e prodotti autopulenti alle pietre, in relazione alla quale si terrà conto di una serie di esigenze tecnologiche e applicative, fra le quali: • privilegiare l’uso di materie prime naturali e minerali, non corrosive o comunque non tossiche o pericolose per l’uomo e per l’ambiente (esempio, resine sintetiche a partire da sottoprodotti dell’industria alimentare, utilizzo di prodotti a base di acqua al posto di solventi); • esplorare l’utilizzo di sistemi innovativi a base di trattamenti con prodotti fotocatalitici che possano svolgere azione autopulente, antilichenica, antibatterica o che possano essere applicati e indurire in situ mediante radiazioni solari. Una seconda fase prevede la sperimentazione dei prodotti, ponendo particolare attenzione allo studio dei compositi materiali lapidei-prodotti e alle modalità dei trattamenti, al fine della verifica della efficacia e innocuità dei trattamenti effettuati con i prodotti presi in esame. All’attività in laboratorio verrà affiancata una sperimentazione in situ, su muri sperimentali e/o su cantieri già operanti, in condizioni più prossime a quelle reali di utilizzo e di “esercizio” dei trattamenti, ed un monitoraggio degli interventi, al fine di valutare gli esiti reali dei trattamenti ed il loro comportamento nel tempo. Si verificherà la compatibilità ambientale dei formulati sperimentali in fase di produzione, applicazione, smaltimento. Verranno effettuati controlli strumentali, analisi mineralogico-petrografiche, chimiche, fisiche, meccaniche, prove e controlli in situ, opportunamente scelte ed adeguate in relazione alle varie fasi individuate nel progetto, comprese quelle inerenti i prodotti intermedi. La ricerca verrà affrontata attraverso la collaborazione tra: • enti di ricerca (Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali – CNR di Lecce, Istituto per i Processi Chimico Fisici – CNR di Bari), che metteranno a disposizione la loro esperienza pluriennale e multidisciplinare nelle specifiche attività previste dal progetto; • aziende produttrici di materie prime (prodotti protettivi e/o consolidanti), che oltre ad i materiali, forniranno indispensabili indicazioni per la realizzazione e la verifica dei prodotti sperimentali, nonché per la realizzazione dei trattamenti; • ditte di restauro, che forniranno la loro fondamentale consulenza dal punto di vista dei fruitori e applicatori dei prodotti proposti. La collaborazione tra i vari gruppi di lavoro, già collaudata con profitto negli anni passati, permetterà di realizzare efficaci azioni sinergiche per la realizzazione e la verifica di tecniche innovative di immediato utilizzo. Inoltre, all’interno del progetto è prevista una attività di formazione, da tenersi presso i locali ed i laboratori degli enti di ricerca e in cantiere sotto la guida di esperti delle operazioni di restauro, per la formazione di figure professionali locali con specifiche competenze nelle più recenti tecniche di protezione e conservazione dei Beni Culturali, da potere essere impiegati sul territorio Pugliese sia in ambito privato che pubblico.
Il presente progetto ha come finalità lo sviluppo di materiali e processi di trasformazione e la messa a punto di metodologie di progettazione innovative per componenti strutturali in materiale composito con particolare riferimento a prodotti tipici del settore delle energie rinnovabili come generatori eolici di piccola taglia e pannelli solari termici. Tali sistemi sono già realizzati con processi ad elevato contenuto tecnologico, ma necessitano di ulteriori sviluppi per consentire la produzione e la diffusione di prodotti sempre più eco-compatibili, migliori prestazioni e un ridotto impatto ambientale mediante l’impiego di materiali e tecnologie “pulite”. Lo sviluppo e l’utilizzo di nuovi materiali e tecnologie impone, d’altronde, la necessità di sviluppare idonee metodologie di progettazione, includendo metodi di controllo non distruttivo per il controllo e la diagnostica di materiali e componenti, appropriati modelli di materiale e lo sviluppo di soluzioni per l’assemblaggio. Il progetto prevede dunque due linee di ricerca (WP) distinte ma che assieme conducono verso lo sviluppo dei prodotti oltre che di competenze specialistiche. La prima (WP1) prevede la messa a punto di metodi di controllo non distruttivi e non invasivi per componenti in materiale composito utilizzando la termografia. L’obiettivo è quello di mettere a punto dei protocolli per la verifica e l’accettazione dei prodotti in funzione della difettosità ammissibile. La seconda linea (WP2) di ricerca mira allo sviluppo dei materiali, di modelli per la progettazione e di tecnologie di trasformazione, per aumentare le prestazioni degli aerogeneratori e dei pannelli solari, sviluppando materiali con migliorate prestazioni in condizioni ambientali estreme, quali quelle cui sono sottoposti i generatori eolici; mettendo a punto metodologie di progettazione di tali componenti in materiale termoplastico, ed infine sviluppando processi di trasformazione e produzione eco-efficienti e cost-effective.
Il presente progetto si propone di progettare, realizzare e caratterizzare un prototipo di dispositivo innovativo per la conversione ad alta efficienza della luce solare in energia elettrica. Il carattere strategico del progetto si inserisce in un contesto nazionale e mondiale in cui la richiesta di energia e l’emissione di CO2 aumenteranno entrambi di circa il 70% tra il 2000 e il 2030. Inoltre, si ritiene che le risorse fossili, come stimate nel 2002, si esauriranno in 40 anni per il petrolio, 60 anni per il gas e 230 anni per il carbone. E’ urgente quindi intervenire per sviluppare tecnologie energetiche alternative ed eco-compatibili. Il sistema proposto nel progetto è costituito da diversi elementi ciascuno dei quali sarà oggetto di ricerca delle tre unità operative che costituiscono il consorzio, come descritto nei dettagli nei rispettivi modelli B2. In particolare è costituito da: 1. un concentratore solare. Permetterà di concentrare, mediante degli specchi opportunamente progettati, la radiazione solare in modo da aumentare di alcuni ordini di grandezza la densità di potenza che giunge sulla superficie dell’assorbitore; 2. un sistema per la conversione della radiazione solare compresa nel range 0.4 m -3 m in radiazione infrarossa con banda centrata intorno a 5 m (energy down-converter). Tale sistema sarà basato sul concetto di emettitori selettivi; 3. una matrice di optical-rectenne per la conversione diretta di radiazione infrarossa in corrente elettrica attraverso un carico esterno. La matrice di è formata a partire da singoli elementi ciascuno dei quali e costituito da: a) una antenna per la raccolta della radiazione elettromagnetica, b) alcuni filtri di adattamento di impedenza, c) un un diodo rettificatore costituito da un multistrato Metallo/Isolante/Metallo e/o Metallo/Ossido/Metallo (MIM , MOM). Il concetto di "antenna rettificante" (o rectenna), che rappresenta il vero carattere strategico ed innovativo del progetto, è stato proposto per la prima volta nel 1973 da Dr. R. Bailey, ma solo recentemente è stato riesaminato per il suo utilizzo nella conversione diretta di energia solare in virtù dei notevoli progressi della nanotecnologia. Solo con lo sviluppo di processi di nano-lavorazione, è possibile il disegno e la realizzazione di strutture delle dimensioni dell’ordine dei nanometri, le quali risultano necessarie per la sintonizzazione della rectenna alle frequenze caratteristiche dello spettro visibile-infrarosso. Ricordiamo che o spettro solare è compreso nella regione 0.4 m-3 m (corrispondenti ad un intervallo di frequenze 1500 THz a 150 THz, con 1 THz = 1012 Hz). Teoricamente un’efficienza del 96% è prevista per sistemi realistici operanti nel visibile. Sperimentalmente si è misurata una efficienza di conversione di oltre 85% nella regione delle microonde, mentre nel 1989 l'effetto è stato dimostrato in un dispositivo operante nel lontano infrarosso (10 m corrispondenti a 30 THz) benché ad efficienze ancora molto basse (circa 1%) . La prova di validità del concetto nella regione spettrale del visibile non è stata ancora dimostrata. Lo sviluppo del dispositivo proposto avrebbe inoltre numerose ricadute, di carattere tecnologico e di conoscenza, che potrebbero rivelarsi innovative in altri campi di applicazione come ad esempio: nuove tipologie di sensori ottici per gas, fotorivelatori per frequenze del Tera Hertz (THz), generatori di frequenze armoniche superiori, microsistemi. Le tre unità operative (UO1, UO2, UO3) coinvolte nel seguente progetto posseggono competenze fortemente complementari nel campo delle conoscenze in gestione di sistemi complessi per la produzione di energia (UO1), progettazione e caratterizzazione di antenne e metamateriali, (UO2), realizzazione e caratterizzazione di dispositivi nano-strutturati (UO3).
Il progetto è dedicato allo sviluppo di soluzioni innovative e di trasferimento di alte tecnologie allo stampaggio rotazionale, processo tipicamente destinato alla fabbricazione di prodotti plastici cavi. Oggi solo poche classi di polimeri termoplastici possono essere trasformate per stampaggio rotazionale e la maggior parte di essi sono polietileni di diverso grado. Le proprietà meccaniche e di resistenza al fuoco dei prodotti ottenuti sono relativamente basse e i prodotti trovano applicazione in campi in cui le specifiche non sono particolarmente critiche. In questo progetto viene proposto lo sviluppo di compositi rinforzati con fibre continue per applicazioni strutturali e di nanocompositi per applicazioni dove viene richiesta resistenza al fuoco, basati su materiali termoplastici adatti per la produzione di componenti cavi tramite stampaggio rotazionale. Il progetto è diviso in due workpackage differenti: il primo riguarda lo stampaggio rotazionale di compositi rinforzati con fibre continue, il secondo lo stampaggio rotazionale di nanocompositi. Il primo workpackage sarà centrato sullo studio di compositi termoplastici basati su tessuti commingled che consentono la lavorazione ed un’efficiente compattazione a pressioni molto basse. Diverse modifiche del processo saranno testate su una macchina da stampaggio rotazionale in scala di laboratorio, al fine di studiare l’efficienza di diversi materiali di sacco per ottenere un composito completamente consolidato. Inoltre, un task sarà dedicato a testare diversi materiali da impiegare nel processo sviluppato. In particolare, una tecnica di film stacking ed una analoga allo stampaggio per soffiaggio saranno accoppiate con lo stampaggio rotazionale al fine di ottenere, rispettivamente, compositi tessuti con diversa matrice e con diverso contenuto di fibre, e prodotti a doppia parete. Uno schema a differenze finite ed un’analisi FEM, basata sulla legge di Darcy, saranno usati per simulare l’efficienza di compattazione a diverse condizioni di processo. Una volta definita la più idonea combinazione di condizioni di processo/sacco/materiale, sarà costruito un prototipo con una macchina industriale da stampaggio rotazionale. Nel secondo workpackage, il processo di stampaggio rotazionale sarà usato per produrre componenti in nanocomposito termoplastico. I materiali da usare come matrice termoplastica sono poliesteri e poliammidi commerciali modificate. In questo caso, lo sviluppo del materiale non riguarderà alcuna modifica del processo tradizionale di stampaggio rotazionale. Per ottenere esfoliazione ed intercalazione, la matrice termoplastica ed il nanofiller saranno miscelati tramite un mixer o un estrusore a doppia vite. Successivamente, lo stampaggio rotazionale sarà condotto sul nanocomposito esfoliato. Il parametro più importante da determinare è la viscosità del nanocomposito poiché il processo di sinterizzazione avviene nello stato fuso. La composizione del nanocomposito, come pure i parametri di processo durante la miscelazione, saranno attentamente controllati al fine di ottenere un buon compromesso tra il contenuto di nanofillers, le proprietà del nanocomposito e la viscosità del fuso. Oltre alle matrici termoplastiche tradizionali, verrà anche utilizzato l’oligomero butilentereftalato ciclico (CBT) tal quale e modificato con naocariche. Questo materiale, che a temperatura ambiente è una polvere solida, fonde diventando un liquido a bassa viscosità e poi polimerizza a temperature maggiori diventando PBT. Si sceglierà il materiale migliore in grado di assicurare le migliori prestazioni di resistenza al fuoco, garantendo al contempo anche bassi costi di produzione. Lo scopo di questo task è la determinazione del sistema processo/materiale che consenta di ottenere le migliori proprietà di resistenza al fuoco dallo stampaggio rotazionale di compositi termoplastici nanorinforzati.
La via per la realizzazione di interventi di prevenzione e cura sempre più efficaci in ambito sanitario passa primariamente attraverso i percorsi diagnostici, la cui affidabilità, diffusione, semplicità d’uso e costo contenuto sono i fattori cruciali del successo. L’obiettivo generale del progetto consiste nella realizzazione di nuovi strumenti per la diagnosi molecolare di specifiche patologie di origine virale e per la tipizzazione dei virus stessi, basati sulla nuovissima tecnologia dei bio-chip e dei nano-chip. L’attività di ricerca e sviluppo tecnologico consisterà nell’individuazione di marcatori molecolari ematici specifici per le patologie considerate, nella progettazione e realizzazione di sonde specifiche per la rilevazione dei marcatori, nella immobilizzazione delle sonde su chip, nella messa a punto di un opportuno sistema rivelatore e, infine, nel test e nella validazione dei bio-chip realizzati. Parallelamente a questa attività di R&S verrà messa in atto un’azione di formazione specialistica rivolta a giovani ricercatori, finalizzata alla creazione di professionalità specialistiche di eccellenza nel settore della realizzazione di protein-chip e gene-chip per uso diagnostico. Le patologie considerate nel progetto sono le neoplasie causate dai virus oncogeni HPV ed HCV e le miocarditi causate dal virus Coxsackie B. Il lavoro di R&S del presente progetto sarà rivolto alla messa a punto di un sistema diagnostico innovativo, basato su tecniche molecolari, in grado di effettuare, oltre alla diagnosi, anche una accurata tipizzazione e sottotipizzazione del virus infettante nell’ambito delle specie virali sopra elencate. Per ciascuna delle fasi di attività di R&S sono previsti dei risultati che ne permetteranno una facile verificabilità. La ricerca di nuovi marcatori molecolari è una attività che necessita elevate competenze scientifiche, ampie dotazioni strumentali tecnologicamente avanzate e notevoli costi di realizzazione. Per questo motivo una tale attività è assolutamente preclusa a piccole o medie aziende del ramo biotecnologico, per le quali la sola possibilità di inserirsi nel mercato con buone garanzie di successo consiste nella partnership con istituti di ricerca che lavorano nel settore e che possano aiutare l’azienda nelle fasi iniziali di messa a punto del prodotto: la sperimentazione e lo studio di fattibilità. Una volta acquisito il know-how relativo agli specifici geni o alle specifiche proteine target e testata adeguatamente l’efficacia del metodo di indagine, la produzione di bio-chip specifici rappresenta la parte meno onerosa e rischiosa dell’intero processo. La messa a punto di specifici bio-chip renderebbe disponibile al mercato uno strumento diagnostico altamente avanzato, dai costi contenuti e, di conseguenza, dotato di un potenziale di vendita assai elevato. Un prodotto di questo genere costituirebbe un elemento di punta della produzione ad elevato contenuto tecnologico (bio-tecnologico in questo caso) in grado di affiancare alle ricadute dirette sull’azienda produttrice anche un effetto di stimolo sul settore produttivo e di ricerca biotecnologica del territorio. Un’azione di formazione specialistica rivolta a giovani ricercatori, finalizzata alla creazione di professionalità specialistiche di eccellenza nel settore della realizzazione di protein-chip e gene-chip per uso diagnostico, sarà attivata parallelamente alle attività di R&S. Obiettivo generale del presente piano è fornire una formazione multidisciplinare e interdisciplinare ai giovani ricercatori e ai tecnici aziendali coinvolti nelle attività di ricerca del progetto. Il piano di formazione del presente progetto di ricerca è indirizzato ai giovani ricercatori che parteciperanno al progetto (post-doc, borsisti, assegnisti) ed ai tecnici delle aziende coinvolte nel progetto ed è finalizzato al conseguimento delle competenze specialistiche necessarie alla realizzazione del progetto stesso. Si prevede pertanto di formare professionalità con competenze specialistiche nei campi della genomica, della proteomica, della sensoristica e delle nanotecnologie, in grado di poter gestire autonomamente, in futuro, le varie fasi di ricerca e sviluppo di bio-sensori per la diagnostica molecolare avanzata.
Circa il 70% della popolazione mondiale vive lungo le coste; sviluppo socio-economico, stato di salute degli ecosistemi e qualità della vita sono quindi tematiche interconnesse in un approccio ecosistemico. In Puglia, la fruizione turistica dell’area costiera rappresenta un volano di sviluppo e la interdipendenza tra politiche di sviluppo e di conservazione del patrimonio ambientale è una priorità che richiede strumenti di controllo degli ecosistemi idonei ed efficaci nella individuazione di segnali di deterioramento e condivisi a livello nazionale e comunitario. Recenti normative nazionali (DLG 152/99) e comunitarie (EU WFD 60/2000) centrano l’attenzione dei controlli sullo sviluppo di descrittori degli elementi biologici di qualità e la valutazione dello stato di qualità degli ecosistemi acquatici regionali sarà presto effettuata a livello comunitario e nazionale, con una evidente la ricaduta economica della adeguatezza/inadeguatezza dei controlli. Il presente progetto di ricerca nasce dalla collaborazione tra il laboratorio di ecologia dell’Università di Lecce, gruppo guida per lo sviluppo di descrittori innovativi dello stato ecologico degli ecosistemi acquatici a livello nazionale ed europeo, Nikon Instruments SpA, principale gruppo mondiale nello sviluppo della microscopia ottica, ed alcune delle realtà più avanzate nell’Università di Lecce e nel privato per l’innovazione nelle tecnologie informatiche. Il progetto si inserisce in un area, i.e., controllo e tutela della risorsa acqua, prioritaria a livello nazionale e comunitario e propone un approccio originale di integrazione tra innovazione nelle eco-tecnologie e nelle tecnologie informatiche per lo sviluppo di un protocollo certificato di controllo dello stato di salute degli ecosistemi acquatici costieri. Il partenariato con la multinazionale NIKON SpA sottolinea la rilevanza e la potenziale ricaduta internazionale della proposta, fortemente innovativa a livello scientifico. Il progetto proposto si focalizza su un elemento biologico di qualità alla base della piramide ecologica (i.e.,il fitoplancton) ed ha come obiettivi specifici: 1. produzione di un sistema di analisi immagine che produca un significativo upgrade dei sistemi esistenti in termini di accuratezza della quantificazione dei biovolumi cellulari fornendo in automatico una chiave di primo riconoscimento delle forme e di successivo inserimento del più appropriato modello tridimensionale di quantificazione dei volumi; 2. standardizzazione metodologica e certificazione dei descrittori ecologici dello stato di salute degli ecosistemi acquatici basati sulla analisi della struttura dimensionale delle comunità fitoplanctoniche; 3. produzione di un software di analisi dati, collegato al software di analisi immagine, che produca una classificazione dello stato ecologico degli ecosistemi da cui i campioni sono stati prelevati, secondo lo schema proposto dalle normative italiane vigenti (D.Lgs 152/99 e successive modificazioni) e dalla normativa comunitaria EU-WFD (CE 60/2000) in via di recepimento a livello nazionale 4. trasferimento dei risultati acquisiti ai portatori di interesse . Una sperimentazione pilota sui descrittori dello stato ecologico degli ecosistemi acquatici legata alla taglia degli organismi è attiva a livello internazionale; tali descrittori permettono di superare alcune limitazione dei descrittori basati sulla identificazione tassonomica delle specie. Infatti: a) su scala ecoregionale la distribuzione delle specie è molto eterogenea e, salvo limitati casi, poco informativa; b) il riconoscimento tassonomico richiede un elevato grado di specializzazione e può essere influenzato dalle capacità dell’osservatore. c) le caratteristiche tassonomiche, sono difficilmente intercalibrabili tra laboratori con rischi elevati di scarsa accuratezza d) i tempi richiesti sono lunghi ed i costi elevati. La realizzazione del presente progetto, in cui l’ Università di Lecce si assume il compito di sviluppare l’innovazione nel campo ecologico dei descrittori e della analisi della informazione con tecnologie di grid-computing e condivide con Nikon Instruments e con gli altri partner privati l’innovazione tecnologica per la produzione dei software e l’ottimizzazione della componente analitica di rilevazione immagini, produrrà una ricaduta territoriale determinando un rafforzamento dei sistemi di controllo ambientale della regione e promuovendo privati e spin-off di impresa in una nicchia di mercato costituita dai software per l’ambiente in cui le potenzialità di crescita sono amplissime.
Il presente progetto si riferisce alla ricerca e sviluppo di una tecnologia innovativa per la realizzazione di estensimetri a film sottile di solfuro di samario, un materiale semiconduttore con alto gauge factor ed alto range di temperatura operativa.Il progetto comprende lo studio approfondito e lo sviluppo di tecniche di deposizione ad alta affidabilità e riproducibilità. La tecnica principale che verrà utilizzata è la deposizione tramite sputtering RF, che richiede sia dei target innovativi che lo sviluppo di attrezzature ad hoc. Inoltre, sarà migliorata anche la tecnica di evaporazione “flash” per poter ottenere film sottili di SmSx con caratteristiche di alta uniformità e di ripetibilità. Il progetto prevede lo sviluppo di quattro sensori, rappresentativi dei risultati della ricerca da sviluppare: • quattro estensimetri a film sottile di SmSx di tipo unidirezionale con compensazione termica passiva, • sensori di pressione di tipo industriale con estensimetri a film sottile di SmSx, • nuove tipologie di sensori aerodinamici per la misura di flusso, pressione, temperatura e velocità, • celle di carico ad alta risoluzione con estensimetri a film sottile di SmSx. Gli aspetti innovativi di questo progetto sono: • una tecnologia di preparazione innovativa di sensori a film sottile basata su un nuovo materiale semiconduttore, il solfuro di samario, • i quattro nuovi sensori sopra menzionati dalle eccezionali prestazioni.
L'innovazione nel campo dei prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto in servizio spinge in 3 direzioni principali: differenziazione di prodotto, aumento del contenuto in servizio, aumento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Sono ancora poche le referenze sul mercato, con una totale prevalenza di prodotti orticoli a foglia. Inoltre, il contenuto in servizio, unitamente ad una maggiore shelf-life, incrementa i consumi di prodotti di V gamma. Il presente Progetto unisce 5 aziende ortofrutticole, 5 aziende fornitrici di materiali/servizi, e 4 enti di ricerca, e si propone di rispondere in maniera ampia ed articolata a queste 3 esigenze del mercato. Si articola in 8 OR con attività volte al miglioramento della qualità dei prodotti esistenti, e alla messa a punto di nuovi prodotti/tecnologie. Nel primo OR, per lo sviluppo di tecniche colturali per specie per IV gamma, saranno messi a punto protocolli di fertirrigazione per ridurre l'accumulo di nitrati e migliorare la shelf-life e la qualità. Saranno inoltre studiate tecniche per estendere i calendari produttivi. Infine saranno implementati sistemi innovativi per la gestione della produzione in serra sia in relazione ai parametri ambientali che all'irrigazione. Il secondo OR mira all'aumento di specie/varietà ad oggi usate per la IV gamma, attraverso la scelta di genotipi le cui performance (in termini fisiologici, composizionali e fisico-meccanici) siano tali da ridurre gli stress post-taglio e le cui proprietà in termini organolettici e nutrizionali rispondano alle esigenze di mercato. L'OR3 ha l'obiettivo di offrire all'industria validi strumenti per la predizione della shelf-life, basati sulla misura di un solo parametro qualitativo. Inoltre saranno messi a punto modelli di predizione del valore nutrizionale residuo, basato sulla rilevazione di parametri dell'aspetto esteriore. Nell'OR4 si studieranno le applicazioni di strutture a base di TiO2, opportunamente modificato/catalizzato, per ridurre l'etilene e la carica microbica negli ambienti di stoccaggio della materie prima e sui prodotti trasformati, con la messa a punto di materiali di rivestimento per ambienti, la realizzazione di un reattore foto-catalitico, e modificazione superficiali di materiali da imballaggio. Inoltre, sempre allo scopo di ridurre la popolazione microbica, saranno messi a punto protocolli per il trattamenti con ozono della materia prima. Lo scopo dell'OR5 è quello di sperimentare innovazioni di processo e di prodotto per il packaging. Mentre da un lato sarà ottimizzato l'uso di atmosfere non convenzionali a base di Argon e/o protossido di azoto, dall'altro saranno sviluppati campioni-prototipo di film plastici attivi (con riferimento alla riduzione dell'etilene e dei microrganismi), e di materiali biodegradabili, al fine di ridurre l'impatto ambientale. L'OR6 prevede diverse innovazioni di prodotto e di processo mentre le innovazioni di prodotto tenderanno ad associare al consumo di prodotti di IV gamma benefici funzionali con prodotti ad azione probiotica o a ridotto contenuto calorico, e ad estender il numero di prodotti disponibili in commercio, le innovazioni di processo, rivolte prevalentemente al miglioramento della qualità, consisteranno in trattamenti antimbrunenti innovativi, in sistemi rapidi per la rilevazione di patogeni, in un prototipo di sistema di asciugatura innovativo, e di un nuovo sistema di rilevazione di corpi estranei. Con l'OR7 si implementeranno tecnologie innovative per succhi/mousse ad alto valore organolettico e nutrizionale, da un lato eliminando l'intervento termico (uso di bassa temperatura e trattamenti UV-C), dall'altro utilizzando un genotipo dalle elevate caratteristiche nutraceutiche, per nuovi prodotti a base di pomodoro. Infine, l'OR8 svilupperà un sistema di disidratazione con impiego di tecniche di condizionamento ad alto rendimento energetico, che permetterà l'ottenimento di prodotti ad umidità intermedia con elevati livelli qualitativi.
Il progetto BIOforIU è proposto congiuntamente dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall'Università del Salento e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn.Il potenziamento strutturale porterà a realizzare un'infrastruttura finalizzata allo studio degli organismi viventi e dei meccanismi alla base del mantenimento della biodiversità che sarà costituita dall'intrecciarsi di un'infrastruttura fisica e di un'infrastruttura di e-Science.BIOforIU realizzerà un'integrazione delle strumentazioni e delle metodiche più avanzate di bioinformatica, ecoinformatica, microscopia ed ecologia, con grandi strutture fisiche che consentono l'identificazione, il mantenimento e l'accesso sperimentale ad una notevole varietà di organismi assieme allo studio dei meccanismi di coesistenza ed organizzazione della biodiversità.L'infrastruttura sarà articolata in cinque Nodi: N1 a Lecce presso l'Università del Salento sarà costituito da un Centro Servizi e da un Laboratorio di biologia ed ecologia sperimentale inclusivo di meso-cosmi attrezzati per la sperimentazione presso la laguna di Acquatina; N2 presso l'Area di Ricerca del CNR di Bari, sarà costituito da una piattaforma bioinformatica per lo studio della biodiversità e da un laboratorio di sequenziamento e biologia molecolare attrezzato con collezioni di interesse agroalimentare; N3 a Napoli presso l'Area di Ricerca NA1 del CNR, avrà spazi ed attrezzature dedicate alla microscopia subcellulare avanzata e strumenti di sviluppo di software specialistico, inoltre curerà la struttura ICT generale di BIOforIU che consentirà l'accesso ai dati e alle risorse di calcolo anche attraverso l'implementazione di reti telematiche basate su strumenti avanzati quali Grid e Cloud Computing; N4 a Capo Granitola (Comune di Campobello di Mazzara) presso l'Istituto IAMC del CNR, nel quadro di un osservatorio sulla biodiversità marina consentirà la sperimentazione su organismi marini di rilevanza commerciale; N5 a Napoli presso la Stazione Zoologica, prevede un servizio allevamento organismi marini, natanti dedicati agli studi di campo, grande strumentazione e laboratori attrezzati per lo studio di modelli animali di ambiente marino. Il progetto ha le sue fondamenta nell'alta qualificazione dei proponenti in termini di: pubblicazioni scientifiche, partecipazione attiva alla formulazione di grandi progetti europei, capacità organizzative di trasferimento tecnologico e di coordinamento della comunità scientifica nazionale, qualità e intensità delle interazioni con il mondo industriale, continuità e coerenza con finanziamenti ottenuti nel quadro delle politiche regionali di ricerca e innovazione.Si prevedono ricadute sul territorio regionale in termini di nuova imprenditoria e attrazione di investimenti, attrazione di finanziamenti europei, attrattività per i ricercatori stranieri, formazione di nuove figure professionali.Elemento caratterizzante di particolare rilievo è dato dalla dimensione europea del progetto che comporta un forte coinvolgimento di interessi sovraregionali e nazionali e va inquadrato nelle prospettive aperte dal documento di visione strategica "Innovation Union" con il ruolo centrale attribuito nei futuri programmi di Ricerca e Innovazione alle grandi infrastrutture di ricerca considerate di interesse prioritario dal Forum ESFRI. Dal punto di vista funzionale i nodi di BIOforIU possono infatti essere ricondotti ad aree tematiche o servizi che fanno riferimento a quattro grandi infrastrutture di interesse paneuropeo e incluse nella roadmap ESFRI: LifeWatch, EMBRC, EuroBioImaging, Elixir. Le nuove strategie e interpretazioni normative adottate a livello europeo, insieme alle azioni già intraprese dai partners di BIOforIU a livello europeo e nazionale, fanno sì che il potenziamento strutturale previsto da BIOforIU possa di fatto creare i nodi italiani delle infrastrutture europee in regioni dell'obiettivo Convergenza.
Con la realizzazione del progetto "CE2 - CENTER OF ENTREPRENEURIAL ENGINEERING", l'Università del Salento intende assolvere compiutamente al suo ruolo di socio pubblico di maggioranza relativa nella compagine del Distretto Tecnologico Pugliese denominato DHITECH, costituito in base all'"Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca Scientifica nella Regione Puglia", siglato in data 28/04/2005 tra il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e la Regione Puglia. In tale contesto, il Progetto intende attivare interventi di adeguamento e rafforzamento infrastrutturale che consentano all'Università del Salento di mettere a disposizione del sistema economico regionale, attraverso un forte ed attivo coinvolgimento del Distretto Tecnologico DHITECH e dei suoi soci pubblici e privati, nuovi strumenti per la trasformazione ed il potenziamento del sistema produttivo, promuovendo la competitività delle imprese e la loro internazionalizzazione, stimolando nuova imprenditorialità nei settori a più elevata tecnologia, attraendo capitali nazionali ed internazionali, contribuendo, insieme al sistema della formazione avanzata, a creare figure professionali indirizzate all'innovazione ed alla nuova imprenditorialità. Il progetto si articola essenzialmente attraverso il potenziamento e la finalizzazione delle infrastrutture tecnologiche dell'edificio, finanziato dalla Regione Pugliaall'Università del Salento nell'ambito dell'accordo di programma, localizzato nel campus universitario, il cui uso è destinato allo svolgimento dei progetti e delle attività coordinate dal Distretto Tecnologico DHITECH. Il piano è stato impostato, finalizzando gli interventi agli obiettivi di potenziamento del sistema produttivo nel settore delle Tecnologie innovative, prioritariamente individuate nell'Accordo di Programma, e sviluppatisi negli anni successivi attraverso specifici progetti di ricerca e sviluppo, in partenariato tra soggetti pubblici e privati soci del Distretto e puntualizzati nel Piano Strategico da questo sottoposto al MIUR.Il Piano strategico prevede che il Distretto Tecnologico focalizzi la sua missione nel:"Facilitare ed orchestrare lo sviluppo di un Ecosistema di Imprenditorialità Innovativa High-Tech incardinato su tre Sistemi Socio-Tecnici, denominati:A. Ingegneria Tissutale per la Medicina RigenerativaB. Nanotecnologie Molecolari per l'Ambiente e la SaluteC. ICT per l'Innovazione nel Disegno di Prodotti e Servizi ad alto contenuto di conoscenza e sostenibilità" Il progetto si articolerà in un intervento edilizio finalizzato ad rendere funzionale l'edificio alle attività sperimentali che in esso verranno svolte nell'ambito dei tre sistemi socio-tecnici, in un intervento per la realizzazione della infrastuttura di rete e di trasmissione dati necessaria per il pieno assolvimento delle funzioni di ricerca e formative, ed infine in uno per l'acquisizione di attrezzature scientifiche che renderanno i laboratori pubblico–privati costituiti all'interno del Distretto e/o dell'Università nelle tre aree individuate, pienamente competitivi a livello non solo nazionale ma anche internazionale e che costituiranno la base per le iniziative a sostegno delle imprese e della nuova imprenditorialità che rappresentano la missione principale affidata dall'Università del Salento al distretto DHITECH. Il settore per le nanotecnologie molecolari in particolerà si doterà diuna facility per la fabbricazione di dispositivi e di una di test e system integration. Il settore della Tissue Engineering attiverà 4 laboratori per le diverse fasi di realizzazione e test di dispositivi biomedici basati su la Tissue Engineering. Infine il settore ICT attrezzerà due laboratori per "Open Networked Business Management/Extended Enterprise" e per "Collaborative Product Design Management".
Programma d'investimento congiunto con l'Università del Salento – Dipartimento di Ingegneria. Il progetto prevede lo sviluppo, l'ottimizzazione e l'applicazione clinica di nuovi materiali ceramici per impianti e protesi dentali. L'esigenza di fornire restauri protesici validi dal punto di vista funzionale ed estetico, strutturalmente stabili nel lungo periodo, in particolar modo per i settori posteriori, ha messo in evidenza i limiti delle tecniche di restauro in ceramica integrale (vetrosa ed infiltrata). Il progetto ha, dunque, l'obiettivo di ottenere strutture che garantiscano un'accurata precisione marginale in modo che il gap tra struttura protesica ed elemento dentario pilastro sia minimo e garantisca la protezione del pilastro dentale stesso. Inoltre, data la minore precisione delle ceramiche integrali, e in particolare della zirconia, rispetto alle protesi tradizionali in metalloceramica, è necessario sviluppare dei cementi che abbiano sia proprietà di fissaggio, sia proprietà antibatteriche. In particolare, il progetto si propone di fornire materiali formabili alla lavorazione con le macchine CADCAM in commercio, partendo da materiali ceramici prodotti con tecnica innovativa e a basso costo, con la possibilità di essere colorate e quindi avere caratteristiche estetiche ottimali in termini di traslucenza e uniformità di colorazione. L'ossido di zirconio fresabile e altamente performante ottenuto in seno al progetto può essere utilizzato per lo sviluppo di impianti dentali ibridi titanio-zirconia, in cui alla resistenza del metallo si affianca l'elevato fattore estetico del ceramico.
I progetti hanno l'obiettivo di sviluppare strumenti di valorizzazione e capitalizzazione dell'offerta culturale e delle risorse ambientali di un territorio e la promozione e commercializzazione dell'offerta turistica da parte delle PA locali. Le due linee di intervento condividono la piattaforma tecnologica e il paradigma "Social Network" per realizzare un ecosistema in cui convivono aziende, pubblica amministrazione, cittadini e turisti e dove i servizi vengono creati coinvolgendo tutti gli attori in un approccio di "Social Innovation".
Il progetto nasce a valle di numerosi programmi di ricerca e di sperimentazione realizzati dalla filiera Campoverde con i quali è stata introdotta nel sistema produttivo una notevole quantità di innovazione tecnologica nella direzione di un sempre più efficace controllo dei cicli di produzione da parte di una struttura tecnica di servizi, interiorizzata dalla filiera. A partire dalla realizzazione, alla fine degli anni '80, delle prime reti di monitoraggio, si è via via costruito un Servizio di Assistenza Tecnica dotato di strumenti informatici e tecnologici quali piattaforma GIS, sistema informativo, applicativi palmari rete wifi in una parte della Piana, che consentono ora l'erogazione di efficaci servizi reali alle imprese ed un sistema di tracciabilità, non mera trascrizione di dati, parallelo al processo di produzione, ma intrinsecamente collegato al controllo dei cicli. Il risultato attuale è una versione del sistema di governo della filiera come applicazione-web, dove si verifica una fortissima interazione tra aziende di produzione e strutture tecniche di servizio. Muovendo da queste premesse e da considerazioni ormai comuni sulle tendenze della globalizzazione dei mercati e del ruolo che nello specifico dell'agroalimentare oggi svolge la GDO, Campoverde fa propria ormai una riflessione, comune agli addetti al settore, che un nuovo ruolo per le produzioni agroalimentari nelle società postindustriali sia possibile solo a partire dalla costruzione di un nuovo rapporto tra produttori e consumatori, basato su quell'insieme di item che costituiscono ormai da anni il core del dibattito internazionale ed il leit-motiv della politica comunitaria: qualità delle produzioni, tipicità e tradizioni, sicurezza alimentare, ecocompatibilità delle produzioni e sostenibilità ambientale dei consumi. Le dinamiche attuali del mercato agroalimentare, specialmente quello ortofrutticolo, fanno si pero che nonostante tutta la tecnologia sviluppata ed i notevoli risultati ottenuti sia in termini di qualità che di sicurezza, non ha però portato al alcuna valorizzazione, ma al massimo solo a deboli ''preferenze commerciali'', Molti sono stati e sono tuttora in corso, i tentativi da parte sia dei consumatori che dei produttori, di dare risposte a questi problemi (Gruppi di Acquisto e Vendita Diretta) . Da un lato i consumatori alla ricerca di migliori prodotti, più buoni e più salutistici e dall'altro i produttori alla ricerca di una maggiore remunerazione. Il progetto vuole dare la risposta efficace in termini di funzionalità nella piena consapevolezza che l'obiettivo è fornire una risposta che sposti grandi numeri, creando un nuovo sistema distributivo alternativo a quello della GDO, ma sia anche capace di dare indicazioni alla stessa sulle politiche commerciali che possano portano, pur nel vecchio mercato distributivo, ad una diverso ruolo per i produttori italiani ed ad una valorizzazione dei loro prodotti. . Il progetto affronta quindi tutte le problematiche collegate alla costruzione del nuovo sistema di canali distributivi che ricostruiscono su basi nuove, e molto più avanzate, il rapporto tra produttori e consumatori, mettendo al centro innovazione tecnologica e organizzazione.. Il progetto si sostanzia in 37 Attività che perseguono 8 Obiettivi Realizzativi tra loro strettamente correlati.
Le potenzialità di sviluppo delle aziende del settore biomedicale sono oggi legate alla loro capacità di sviluppare nuovi dispositivi biomedicali in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti ospedalizzati, riducendo l'incidenza delle infezioni di malattie degenerative, producendo benefici per la salute dei pazienti e abbattendo i costi di ospedalizzazione. Il progetto mira allo sviluppo di nuovi dispositivi per il settore biomedicale e si articola in due obiettivi principali: 1. Sviluppo di dispositivi biomedicali a base polimerica '' ftalati e/o PVC free'' 2. Sviluppo di dispositivi a funzionalità programmata. Nella prima parte del progetto sarà studiata la realizzazione di un filtro multifunzionale per i trattamenti di emodiafiltrazione, realizzato con materiali filtranti funzionalizzati con gruppi chimici ''biomimetici'' in grado di catturare efficacemente patogeni, e di un dispositivo per il drenaggio e monitoraggio dei liquidi biologici con sistema a circuito chiuso, con materiali a funzione antibatterica, che permetta un controllo in tempo reale di alcuni parametri clinici importanti (flusso, acidità, presenza di sangue, ecc.). Tuttora il materiale utilizzato per la produzione dei dispositivi medicali, soprattutto monouso, è il PVC, la recente normativa ne ha sconsigliato l'uso per la presenza di notevoli quantità (circa 40-50%) di plastificanti a base di ftalati come il DOP, il DEHP, il DINP nella sua formulazione. Infatti, gli ftalati tendono ad essere facilmente rilasciati nell'acqua, nel sangue, nella saliva, e, essendo solubili nei grassi, il loro rilascio è facilitato nelle soluzioni che contengono lipidi, per cui l'utilizzo del PVC risulta pericoloso alla salute umana. Inoltre lo smaltimento dei materiali a base di PVC, provenienti da questo settore, viene interamente effettuato attraverso il processo di incenerimento che comporta l'emissione di notevoli quantità di diossine. Di fatto, in molte nazioni hanno già vietato l'uso del PVC nella realizzazione dei dispositivi biomedicali. Tutte queste circostanze inducono le imprese del settore a sviluppare dei dispositivi medicali sia con materiali a base di PVC ma privi di ftalati e ancora meglio con materiali privi di PVC. La sostituzione del PVC con nuovi polimeri implica anche la riprogettazione di tutte le linee e i relativi processi di preparazione. Il secondo obiettivo di questo progetto sarà centrato sullo sviluppo di drug delivery systems in grado di controllare la cinetica di rilascio del farmaco. Tali sistemi presentano il vantaggio di diminuire il numero di somministrazioni giornaliere, di evitare fenomeni di sotto/sovra-dosaggio, e di minimizzare gli effetti collaterali indesiderati. Inoltre, lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di fornire un rilascio di farmaci prolungato nel tempo (mesi o anni) rappresenta tutt'oggi una sfida nel trattamento di malattie croniche, quali ad esempio quelle oculari che colpiscono la zona posteriore dell'occhio. Nell'ambito di questo obiettivo saranno sviluppati sistemi a lento rilascio per brevi tempi (giorni o settimane) utilizzando idrogeli a base di polimeri di sintesi, polisaccaridi di origine naturale o utilizzando polimeri biodegradabili di origine microbica. Sarà studiata la possibilità di realizzare dispositivi con lunghi tempi di rilascio per il settore oftalmico, mettendo a punto inserti intravitreali a base di sistemi polimerici non biodegrabili contenenti un farmaco antinfiammatorio che sarà appositamente messo a punto nell'ambito di questo progetto. Sarà anche sviluppato un dispositivo transdermico per la veicolazione controllata di principi attivi (genisteina, ecc). Un'altra tematica riguarderà lo sviluppo di sistemi innovativi a base polimerica ad attività antimicrobica. Tali sistemi polimerici saranno preparati aggiungendo alla matrice polimerica, come additivi, nano cluster e nano particelle di argento, antimicrobici di origine naturale e sviluppando polimeri intrinsecamente antimicrobici
Il progetto si propone di offrire una soluzione strutturata e scientificamente solida a tutta la filiera dell'Education, dalla scuola primaria sino alla formazione professionale operando su tutta la catena del valore: modelli didattici e organizzativi, contenuti digitali multimediali e interattivi, infrastruttura tecnologica abilitante per l'erogazione di servizi didattici in cloud a docenti, studenti, famiglie, scuola e università, formazione professionale.
Il progetto si propone di sviluppare le conoscenze per la messa a punto di metodi e dispositivi innovativi per imaging diagnostico funzionale non invasivo, al fine di migliorare la diagnosi e la cura di patologie di rilevanza socio-sanitaria (malattie cardiache, reumatologiche, urologiche ed intestinali) e traducibili in prodotti industriali competitivi sui mercati internazionali.L'iniziativa si prefigge anche di:- consolidare un Laboratorio pubblico-privato, le cui attività andranno ben oltre la durata della ricerca, in base alla convinzione che solo da sforzi di ricerca congiunti tra enti di ricerca pubblici di eccellenza e società private high-tech possa scaturire la capacità di innovare e competere;- formare ricercatori sulle tematiche della proposta per l'importanza che riveste la competenza del capitale umano nel successo della ricerca, per garantire continuità all'iniziativa e assicurare un ricambio occupazionale.Gli obiettivi specifici sono la messa a punto di sistemi di ausilio alla diagnosi (CAD) per immagini ad Ultrasuoni in Cardiologia e MRI in Reumatologia e Ortopedia oltre allo sviluppo di un sistema MRI per analisi morfo-funzionali specifici, validati clinicamente. I risultati attesi sono:1. CAD ecografico cardiologico2. CAD MRI reumatologico-ortopedico 3. Sistema MRI dedicato per analisi morfo-funzionale del pavimento pelvico.Con il CAD ecografico cardiologico si intende integrare la diagnostica ecocardiografica con sistemi di valutazione quantitativa in grado di misurare parametri cardiaci funzionali quali la perfusione, i volumi ematici, i flussi ematici, la frazioni di eiezione, ecc. riducendo al minimo la soggettività dell'esame, la dipendenza inter-operatore ed oggettivare la funzionalità complessiva del miocardio.Il CAD reumatologico-ortopedico è costituito da un software di classificazione ed elaborazione dei dati MRI, modellazione e visualizzazione 3D, analisi quantitativa di parametri specifici della metodica applicativa (sia essa reumatologica o ortopedica) e supporto decisionale nello svolgimento dell'esame e dell'analisi dei risultati. Il sistema offrirà al medico delle valutazioni sullo stato della patologia ed il suo progredire durante il trattamento terapeutico, consentendo l'ottimizzazione della prescrizioni di farmaci e delle eventuali terapie fisiche e chirurgiche. In ambito reumatologico contribuirà alla valutazione dello stato infiammatorio della sinovia e dei possibili danni alla cartilagine o al tessuto osseo; in ambito ortopedico proporrà valutazioni oggettive dello stato della colonna vertebrale grazie all'analisi in posizione eretta in riferimento alla posizione supina.Il sistema MRI dedicato al pavimento pelvico è costituito da un sistema a magnete aperto che consentirà l'esecuzione dell'esame in posizione assisa, in modo da riprodurre la topografia che assumono in vivo a riposo ed in evacuazione dinamica la vescica, il retto e le altre strutture, con studio funzionale dinamico delle relative patologie. Gli applicativi SW permetteranno di determinare il grado di disfunzione delle strutture costituenti il pavimento pelvico (identificazione anche preclinica, di eventuali prolassi, enteroceli, ecc.) e, tramite functional Cine MRI, di studiare direttamente le strutture coinvolte nei prolassi, anche nel loro aspetto tridimensionale.Per raggiungere i risultati dovranno essere superati svariati problemi tecnici, che danno una misura del livello tecnologico e scientifico della proposta e che sono legati principalmente alla complessità degli algoritmi di analisi, al riconoscimento delle strutture e la quantificazione necessaria per le valutazioni morfo-funzionali, alla qualità e variabilità delle immagini, alle limitazioni di dimensione e costi delle piattaforme commerciali che devono comunque consentire tempi di analisi ragionevolmente contenuti.La capacità e le competenze dei proponenti garantiscono con sufficiente visibilità il successo dell'iniziativa.
L'obiettivo del progetto In.Te.R.R.A. è quello di studiare e sperimentare strategie innovative capaci di incrementare il riuso irriguo di acque reflue urbane ed agro-industriali depurate. La gestione del riuso risulta comunque estremamente complessa, considerati anche i rischi igienico-sanitari che comporta, e richiede pertanto competenze specialistiche nell'ambito della progettazione, costruzione e gestione delle reti idriche preposte al trasporto delle acque nei siti di utilizzo, delle tecnologie di trattamento e disinfezione, del monitoraggio dei parametri di qualità (chimici, fisici e microbiologici), della loro gestione agronomica. Queste competenze richiedono personale altamente specializzato. Spesso, infatti, proprio la mancanza di figure idonee e competenti ostacola il corretto funzionamento del sistema e impone la definizione di norme severe da parte dei legislatori. Date le competenze richieste, risulta necessario formare dei professionisti che siano in grado di assolvere a tali compiti. A tal fine il progetto proposto intende formare giovani ricercatori destinati ad attività di ricerca industriale aventi le seguenti competenze: progettazione e manutenzione delle reti idriche trattamento delle acque reflue urbane riuso irriguo delle acque reflue urbane. Le competenze specifiche che si intendono fornire riguardano: l'esercizio e la manutenzione dei principali organi di regolazione delle reti idriche a scopo irriguo, degli strumenti di misura, delle apparecchiature di automazione e di controllo l'analisi e la valutazione della qualità delle acque (caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche) la conoscenza delle tecnologie di depurazione e affinamento delle acque reflue destinate al riuso, dei metodi e degli impianti per la distribuzione delle acque reflue, della tecnica agronomica dell'irrigazione di colture erbacee ed arboree a destinazione alimentare e non. L'accesso al corso sarà riservato a giovani in possesso di diploma di laurea quinquennale (Laurea magistrale) in facoltà scientifiche (Ingegneria, Agraria, Scienze Biologiche e Chimica) ed avverrà previo superamento di esami miranti a testarne le conoscenze generali. Il numero massimo di idonei ammessi al corso sarà pari a sedici. L'attività di formazione avrà una durata complessiva di 1330 ore da svolgere nell'arco temporale di due anni (compresa la fase di progettazione esecutiva, comunicazione, orientamento e selezione, presentazione dei risultati, ecc.) e comprenderà: ore di formazione finalizzata all'approfondimento ed alla acquisizione di conoscenze specialistiche ore di stage operativo in affiancamento a personale impegnato in attività di ricerca industriale o di gestione delle risorse idriche ore di formazione finalizzata all'apprendimento di conoscenze in materia di programmazione, gestione strategica, valutazione e organizzazione operativa dei progetti di ricerca. Le ore di teoria specialistica saranno suddivise in materie ingegneristiche, chimiche, biologiche ed agronomiche, mentre quelle di tirocinio saranno svolte sia presso i siti sperimentali che presso le strutture degli Enti di ricerca e delle imprese proponenti.
L'obiettivo finale del progetto è lo studio, la messa a punto prototipale e la sperimentazione di tecnologie (strumenti e sistemi) e metodologie (procedure e linee guida) innovative che trovano applicazione in diverse fasi del processo di gestione del bene culturale. Le fasi a cui si fa riferimento sono: 1) lo studio storico tecnico 2) la diagnosi 3) intervento 4) il monitoraggio conservativo 5) la musealizzazione e la fruizione 6) la valorizzazione. In ogni fase sopra indicata, IT@CHA propone soluzioni tecnologiche in grado di supportare tecnici, operatori, enti tutelanti e singoli interessati come i cittadini e turisti nel complesso processo del rapportarsi al bene culturale, ora per misurare, ora per valutare ora per fruirne e comprenderlo.
Il programma prevede lo sviluppo di un Laboratorio pubblico-privato per la ricerca nella genomica dei caratteri agronomici (AGRO-GEN) del grano duro da realizzarsi presso le strutture del CRA - Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Foggia.Responsabile scientifico: il direttore scientifico di AGRO-GEN sarà il Dr. Luigi Cattivelli, attuale direttore incaricato della sezione di Foggia del CRA - Istituto Sperimentale Cerealicoltura.Costo: il costo totale del progetto di ricerca è di 10.8 MEuro e le diverse attività verranno svolte a partire dal 1 marzo 2006.Gli obiettivi di ricerca saranno perseguiti realizzando una partnership intorno al laboratorio pubblico-privato, che affianca alle competenze di genetica e di miglioramento genetico garantite dal CRA - Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura, da Co.S.E.Me. S.r.l. e da ASSOCER, co-proponenti del mondo universitario (BioAgromed, Univ. di Foggia; Dip. Biologia e Chimica Agro-Forestale ed Ambientale Univ. di Bari; Dip. Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali Univ. di Lecce) del CNR (Istituto di Genetica Vegetale di Bari; Istituto di Scienza delle Produzioni Alimentari di Bari) e privati (Metapontum Agrobios) che hanno sviluppato esperienze e competenze nel settore della genetica molecolare e della proteomica al fine di creare una massa critica tale da consentire al nascente laboratorio una visibilità internazionale. Questa partnership attiverà inoltre commesse con centri specialistici localizzati in altre regioni, che forniranno specifiche competenze scientifiche, a supporto dello svolgimento del progetto.Il laboratorio intende sviluppare conoscenze circa le basi genetiche e molecolari dei principali caratteri di rilevanza agronomica del frumento duro (resistenza a malattie, resistenza a stress idrico e qualità) e promuovere l'applicazione di queste conoscenze attraverso un programma di selezione assistita con marcatori molecolari per lo sviluppo di nuove varietà di elevata qualità resistenti alle malattie ed allo stress idrico.Il progetto prevede quattro principali aree tematiche:Raccolta e sviluppo di materiali genetici e di strumenti per la gestione dei dati del progetto. I partner co-proponenti confluiranno nel progetto materiali genetici (popolazioni segreganti, mappe e marcatori molecolari) che costituiranno la premessa per lo sviluppo delle attività previste.Identificazione di marcatori associati a geni per caratteri utili. Verranno ricercati nuovi marcatori molecolari, verranno sviluppate nuove mappe di linkage utilizzando come parentali varietà di frumento duro diffuse in Italia. Verranno identificati geni e QTL responsabili della produttività in ambienti fertili e soggetti a stress idrico, della resistenza alle principali malattie (ruggini, septoria, oidio e fusariosi della spiga) e dei parametri qualitativi del grano duro.Analisi funzionale di geni e proteine coinvolte nella determinazione della qualità e nella resistenza a stress biotici ed abiotici. Saranno condotti esperimenti di genomica funzionale finalizzati alla ricerca di tutti i componenti molecolari coinvolti nella determinazione della qualità ed alla comprensione della funzione di geni e proteine responsabili della resistenza a stress abiotici e di aspetti qualitativi.Sviluppo di programmi di selezione assistita con marcatori molecolari per introdurre i caratteri di pregio in nuove varietà. Tutti le informazioni genetiche derivanti dalle attività descritte sopra verranno utilizzati in programmi di miglioramento assistito da marcatori molecolari. Questa attività proseguirà anche dopo i tre anni previsti dal progetto fino all'ottenimento di nuovi genotipi di frumento duro per un agricoltura più sostennibile. Al termine del progetto, il laboratorio, realizzato concentrando competenze e tecnologie ad integrazione di quelle già esistenti sul territorio, rappresenterà un centro di eccellenza per la genetica del grano duro ed un riferimento per il settore sementiero nazionale.
Il programma d'investimento congiunto: Universita' del Salento Dipartimento di Ingegneria dell' Innovazione, Consorzio Cetma - Centro di Progettazione, Design & Tecnologie dei Materiali, Engineering Ingegneria Informatica, OR.COM. S.r.l.,Idea S.r.l., Ferraioli & C. SRL, Natuzzi S.p.a., Consiglio Nazionale delle Ricerche ' Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione, prevede lo sviluppo di nuove metodologie per la gestione della logistica di filiera (dalla fase di acquisizione dell'ordine alla consegna del prodotto) nel settore del mobile imbottito, attraverso lo sviluppo di applicazioni e prototipi volti allo sfruttamento delle politiche gestionali basate sul paradigma zero inventory nel settore di riferimento. Il settore ha caratteristiche peculiari quali un ciclo di vita media del prodotto estremamente ridotto, una elevata varietà di differenti codici contemporaneamente a listino e con significativi fenomeni di stagionalità, che giustificano l'applicazione delle metodologie avanzate per la costruzione dei prototipi come proposto nel progetto. Lo sviluppo di tecnologie hardware e software per la gestione e l'integrazione della intera filiera, attraverso nuove idee quali l'interfacciamento delle tecnologie di produzione nel sistema informativo della Natuzzi Spa sarà direttamente misurabile attraverso lo sviluppo di un dimostratore.
L'obiettivo finale del progetto proposto consiste nella realizzazione di un laboratorio pubblico-privato (LIFA) con una forte concentrazione di competenze scientifico-tecnologiche, di alto potenziale innovativo, caratterizzato da un'organica collaborazione tra ricercatori industriali e mondo della ricerca accademica. Il LIFA intende valorizzare, consolidare ed integrare gli investimenti in ricerca e sviluppo già effettuati con il contributo del MIUR, attraverso il Fondo per gli investimenti per la Ricerca di Base (FIRB) ed il Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca (FAR). Il centro ricerche di Brindisi dell'Aventis Bulk ha infatti ottenuto nel corso degli ultimi anni l'approvazione di vari progetti di ricerca, alcuni dei quali già conclusi con successo, finanziati con il contributo dei succitati fondi ministeriali.Il progetto proposto nella presente domanda si vuole configurare come il progetto d'avvio delle attività del LIFA che avrà sede presso i laboratori di Ricerca e Sviluppo di Aventis Bulk. Il LIFA dovrà sviluppare le competenze di giovani promettenti, le sinergie ottimali con l'ambiente industriale ed accademico locale, nazionale ed internazionale, sfruttando tutte le capacità di industrializzazione e valorizzazione dei risultati della ricerca di una grande azienda come Sanofi Aventis di cui Aventis Bulk di Brindisi fa parte.In particolare il progetto proposto sarà focalizzato sullo studio ed applicazione di nuove tecnologie avanzate al campo dei microrganismi produttori di molecole biologicamente attive. Questo al fine sia di migliorare processi produttivi industriali sia di individuare nuove molecole dotate di potenziale attività farmacologia nel settore degli antinfettivi.I risultati del progetto potranno quindi avere in termini temporali realisticamente prevedibili nell'arco di ulteriori 5 anni dalla sua conclusione una forte ricaduta in termini di consolidamento della capacità produttiva dello stabilimento di Brindisi con conseguente potenziamento delle sue possibilità economiche ed occupazionali.Verranno in particolare approfondite le tematiche connesse con le applicazioni al settore farmaceutico delle tecnologie genomiche e dei ";functional genomics";, già applicate con successo nell'ambito di un progetto attualmente in svolgimento (e.s. sequenza genomica del microrganismo produttore dell'Eritromicina, Saccharopolispora erythraea), nonchè delle correlazioni tra questi diversi aspetti e quelli della biochimica e della fisiologia cellulare.Data l'alta complessità della diversità chimica presente nei brodi di fermentazione, sarà inoltre fondamentale la messa a punto di metodologie e tecniche di estrazione e purificazione sempre diverse e specifiche per le varie tipologie di molecole in studio. In linea generale le tecnologie che devono essere prese in considerazione potranno comprendere la messa a punto di sistemi estrattivi a fluidi supercritici e/o di separazione solido/liquido centrifugo ad alta velocità così come di sistemi estrattivi in colonne o di filtrazione. Non è infine da sottovalutare lo studio di tecnologie per il miglioramento di processi a valle quali quello della purificazione ed eventuale cristallizzazione che aumentino l'efficienza e l'affidabilità dei processi con la messa a punto anche di metodiche cromatografiche quali ad esempio sistemi per cromatografia radiale o a letto espanso.Un'ulteriore aspetto di rilevanza strategica che sarà affrontato nel corso del progetto consiste nella ricerca di nuove molecole antinfettive. È previsto infatti che siano studiati nuovi derivati della rifampicina che possano dare nuovo impulso ad una produzione ormai a rischio ma che tuttora rappresenta il cuore della produzione dello stabilimento di Brindisi.
Il progetto LABORATORIO REPAIR (LABREP) si propone di creare, attraverso una stretta collaborazione tra il settore industriale e quello scientifico, un sistema nazionale di competenze distintive dedicate allo sviluppo di nuove tecnologie per la riparazione di componenti aeronautici e aeroderivativi, con lo scopo principale di ricercare, mettere a punto, verificare sperimentalmente e trasferire le nuovetecnologie al mondo industriale per l'applicazione su componenti reali.L'esigenza di creare un laboratorio nazionale dedicato al repair deriva dalla crescente necessità di individuare nuove tecnologie avanzate per riparare componenti ad elevato valore unitario costituiti con materiali e processi complessi,garantendo un elevato livello qualitativo, elevate prestazioni del componente riparato, affidabilità e sicurezza, e limitando la dipendenza dalle tecnologie proprietarie sviluppate sino ad ora dai maggiori costruttori aeronautici mondiali.Il laboratorio sul repair, attraverso una stretta collaborazione tra il settore industriale e quello scientifico, avrà lo scopo di ricercare, mettere a punto e sperimentare tutta una serie di nuove tecnologie, utilizzando in particolare le capacità e la flessibilità proprie dei centri universitari e di ricerca, e ditrasferire le tecnologie identificate e testate al mondo industriale per la applicazione su componenti reali.Il laboratorio sul repair sarà focalizzato su tematiche relative a quattro aree di interesse prioritario:1) lo sviluppo di nuove tecnologie per il ripristinio dimensionale o la ricostruzione locale di componenti usurati o corrosi in servizio;2) lo sviluppo di nuove tecnologie di giunzione per la riparazione di cricche o per la sostituzione di aree con danneggiamenti locali;3) lo sviluppo di nuove tecniche di riparazione ecocompatibili per l'asportazione di rivestimenti usurati o danneggiati in servizio e per l'applicazione di nuovi rivestimenti antiusura e anticorrosivi privi di cromo esavalente;4) lo sviluppo di nuove tecnologie di controllo non distruttivo, basato su tecniche termografiche, in grado di valutare le condizioni di danneggiamento dei prodotti eserciti e l'assenza di difettosità sui prodotti riparati.
Programma d'investimento congiunto con Driving Advances of Ict in South Italy - Net S.C.AR.L., la Cantina Cooperativa della Riforma Fondiaria di Ruvo di Puglia Soc. Agr. I.A.P., Cantina e Oleificio Sociale di San Marzano Coc. Coop. Agricola, l'Università degli Studi di Bari, l'Università degli Studi di Foggia, Plurima Software S.r.l., Exprivia S.p.A., il Politecnico di Bari, Itel Telecomunicazioni S.r.l., i Centri Regionali per le Tecnologie Agroalimentari, il Centro di Competenza ICT-SUD,Exeura S.r.l., l'Università della Calabria, Caparra & Siciliani Società Coop., l'Università del Salento, il CNR - Dipartimento Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni - Istituto di Calcolo e Reti ad alte Prestazioni, la Cantina Sociale Cooperativa di San Donaci, l'Oleificio Cooperativo Goccia di Sole Molfetta S.r.l., l'Oleificio Cooperativo Goccia di Sole Molfetta S.r.l., Loran S.r.l., lo Studio Delta S.r.l., il Centro di Progettazione e Design & Tecnologie dei materiali, Sud Sistemi S.r.l., Sincon S.r.l. e Leader Società Cooperativa Consortile. Il programma intende sviluppare un sistema che intervenga nei processi industriali specifici di diverse filiere armonizzando i processi delle singole unità produttive dall'acquisizione delle materie prime, alla movimentazione del prodotto sino alla consegna al cliente. Si evidenzia che nel programma si fa una distinzione netta tra materiale movimentato e prodotto, infatti il primo è il risultato dei processi di produzione il secondo è l'insieme del materiale con tutte le componenti immateriali prodotte dai servizi a valore aggiunto che enfatizzino il brand "Made in Italy".
Il progetto mira alla acquisizione di tecnologie, e alla loro validazione, per sviluppare sistemi propulsivi di velivoli senza pilota a bordo (UAV) che debbano svolgere missioni ad alta quota e per lungo tempo. La ricerca avrà come obiettivo quello di trovare soluzioni tecnologiche che abilitino un motore a pistoni ad erogaresufficiente potenza anche a quote relativamente alte, nel rispetto del vincolo aeronautico di basso valore del rapporto peso/potenza. L'aumento del livello di sovralimentazione unito alle ridotte capacità di scambio termico dell'ariararefatta, comporta, a seguito dell'aumento in dimensioni e peso dei compressori multistadio, degli intercoolers e degli scambiatori liquido/aria, un forte aumento di peso dell'intero impianto propulsivo. Risulterà, quindi, fondamentale acquisiretecnologie per la realizzazione di propulsori con basso rapporto peso/potenza ma che, contemporaneamente, abbiano un alta efficienza complessiva tale da rispettare gli ulteriori requisiti di lunga autonomia e minima potenza termica dasmaltire. Sarà, cioè, fondamentale acquisire e sviluppare tecnologie legate alle turbomacchine e in generale a sistemi innovativi di gestione dell'aria in aspirazione e dei gas combusti allo scarico. Il sistema propulsivo che si intende proporre, dal quale derivare il piano tecnologico, si baserà su un motore Diesel due tempi ad iniezione diretta controllato elettronicamente (Common Rail). L'adozione del DieselCommon Rail due tempi mira ad assicurare un ottimale equilibrio tra il peso, l'efficienza, la necessità di tenere bassi i carichi termo meccanici in camera di combustione e la potenza. Tale motore sarà sovralimentato da un sistemamultistadio che dovrà possedere caratteristiche di leggerezza ed efficienza. In tale sistema sarà integrata una innovativa macchina elettro-fluidodinamica (MEF) che avrà il compito di recuperare l'energia in eccesso, che alle quote basse sarebbealtrimenti dissipata attraverso l'apertura delle valvole waste-gate, e all'occorrenza fornire energia per comprimere aria e assistere il sistema principale di sovralimentazione. Nel sistema di sovralimentazione con la macchina MEF, infatti, sitende a limitare drasticamente l'uso delle valvole waste-gate consentendo, allorché è misurata una tendenza all'overboost, l'elaborazione del flusso supercompresso e la trasformazione dell'energia meccanica recuperata in energia elettricadisponibile a bordo. La macchina MEF dovrà anche svolgere il compito di soffiante per l'avviamento del motore due tempi, sostituendo vantaggiosamente in termini di leggerezza ed efficienza, il classico sistema trasmissione meccanica/compressore Roots. Tutte le tecnologie saranno oggetto di dimostrazione a terra attraverso la realizzazione di un dimostratore tecnologico che sarà sottoposto ad una estesacampagna di prove che includerà anche la simulazione alla quota massima di volo. In particolare si svolgeranno sia prove di caratterizzazione in termini di parametri principali motoristici sia prove proprie dell'applicazione aeronautica. La campagna di prove si completerà con l'integrazione del dimostratore tecnologico su un velivolo UAV per verificarne le caratteristiche funzionali.
Nel 2008 la Regione Puglia con l'avviso pubblico "Invito alla presentazione di proposte progettuali relative alla costituzione di reti di laboratori pubblici di ricerca", pubblicato nel BUR Puglia n.41 del 13.03.2008, destinava al settore della ricerca pubblica regionale 28,5 Meuro di risorse FAS. Successivamente, con l'aggiunta di altri 20 Meuro di risorse FSE il budget raggiungeva la somma di circa 50 Meuro.In tal modo,la Regione Puglia si poneva nell'ambito della valorizzazione del Sistema della Ricerca. Il progetto ONEV desidera come, primo obiettivo, realizzare una rete che comprende le reti di laboratori pubblici con un comune denominatore (BISIMANE, LAIFF, BIOPOP, LABERPAR, TEGUVA, NABIDIT) ,riconosciute dalla Regione Puglia, ovvero l'impiego delle piattaforme high throughput per l'uso delle omiche (genomica, trascrittomica, proteomica, metabolomica) nella diagnostica delle malattie che colpiscono l'uomo, gli animali e le piante. Il secondo obiettivo è quello di individuare nuovi biomarkers diagnostici che possono essere utilizzati per la realizzazione di chip prototipali, di cui una delle reti di laboratori (NABIDIT) svolge principalmente questa attività di ricerca. Infine, questa rete delle reti, mediante il potenziamento infrastrutturale ed un programma formativo di aggiornamento, desidera realizzare una ricerca trasversale che permetta l'utilizzazione di nuove molecole, provenienti dal mondo animale e vegetale, per la cura delle malattie che oggi principalmente colpiscono la società umana come le neoplasie e le malattie metaboliche (diabete).L'esigenza di potenziamento delle strutture di ricerca e dei laboratori per un valore di 27 Meuro, consistenti in ammodernamento e adeguamento edilizio ed impiantistico e nella richiesta di ulteriori attrezzature scientifiche e tecnologiche, è basata sulle necessità specifiche di realizzare la rete delle reti che amplierà le attività come mostrano gli studi di mercato e i piani industriali, di sviluppo e di internazionalizzazione presentati nel progetto. La struttura organizzativa della rete (piano di sviluppo) sarà articolata su due livelli: realizzazione del Consorzio di scopo (ONEV) e realizzazione di società spin-off. Essa permetterà il processo di internazionalizzazione e consoliderà le relazioni già esistenti con altri partner attuali.I servizi offerti riguarderanno i settori della red-biotech (patologie neoplastiche, renali e metaboliche), green biotech (cultivar ed alimenti, valorizzazione e miglioramento delle produzioni zootecniche) e nanobiotech (sviluppo di chip per analisi molecolari, nano vettori intelligenti per il trasporto ed il rilascio controllato da alcuni farmaci). Attualmente la rete fornisce il service delle piattaforme omiche ad alcuni paesi dell'Europa dell'Est e dell'area mediterranea. I volumi di vendita attuali e quelli ipotizzati genereranno un risultato economico sostenibile positivo a partire dal secondo anno di attività del Consorzio. Lo sviluppo del progetto di potenziamento per poter accrescere la qualità del partenariato e superare lo "skill shortage" del personale svilupperà un programma di formazione, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e con il Centro di Competenza CERTA, per manager della ricerca, operatore tecnico-commerciale per il settore scientifico e di figure esperte nella gestione di GMP facility, nelle buone pratiche di laboratorio e nelle piattaforme omiche e nano biotecnologie.In conclusione, il progetto ONEV coinvolgerà laboratori regionali ed interregionali delle regioni della convergenza. Nel perseguire le linee strategiche della Regione Puglia, darà con l'uso delle omiche un grande contributo al sistema innovativo della ricerca migliorando le relazioni efficaci tra sistema istituzionale pubblico, scientifico e produttivo industriale
La presente proposta di potenziamento strutturale denominata CENTER FOR SUSTAINABLE ENERGY, ENVIRONMENT AND MOBILITY (CSEEM) è finalizzata allo sviluppo di un centro di ricerca d'eccellenza sulle tematiche dell'energia, dell'ambiente e della mobilità. Il CSEEM permetterà di potenziare le attività di ricerca, la messa a punto e la diffusione di conoscenze scientifiche, per soluzioni tecnologiche e metodologie che consentano uno sviluppo sostenibile e la qualità della vita attraverso: - Efficienza energetica e energie alternative;- Ricerca, Innovazione e mobilità sostenibile in ambito nazionale ed europeo;- Soluzioni sostenibili ai cambiamenti climatici;- Interventi di promozione di green jobs.Il centro sarà articolato in 2 sezioni (Trasporti ed Energia) e 9 laboratori:La sezione "Energia" sarà articolata nei seguenti laboratori:1. Laboratorio di Caratterizzazione Elettrica e Fotoelettrica di Nano-Materiali e Nano-Dispositivi per il Fotovoltaico di III Generazione Mediante Tecniche a Scansione di Sonda in Ultra-Alto Vuoto (Laboratorio UHV-SPM);2. Laboratorio di Pianificazione Sostenibile, Monitoraggio, Modellistica e Sistemi Integrati;3. Laboratorio per lo Sviluppo di Sistemi a RF e a Microonde per la Sostenibilità;4. Laboratorio di Ingegneria Bioclimatica;La sezione "Trasporti" sarà articolata nei seguenti laboratori5. Laboratorio per lo Sviluppo delle Tecnologie Marine (Marine Technology Laboratory, MTL);6. Laboratorio per il Trasporto Aeronautico Eco-efficiente;7. Laboratorio di Materiali per i Trasporti;8. Laboratorio di ICT e gestione energetica dei veicoli per la mobilità sostenibile9. Laboratorio di Energia ed Ambiente per una Mobilità Sostenibile (EAMS) presso l'Università di Messina.
Il potenziamento del Centro di ricerca 2HE mira alla creazione di una piattaforma tecnologica di ricerca per lo sviluppo di nuovi sistemi e apparati funzionali per la Salute dell'Uomo e dell'Ambiente e si pone il traguardo di rafforzare la massa critica necessaria affinché il capitale umano locale sia preparato e vincente alla competizione internazionale nell'ambito delle tecnologie funzionali allo sviluppo di materiali eco-compatibili e di processi produttivi sostenibili. Le Scienze e Tecnologie per la salute dell'uomo e dell'ambiente, intese come:1)Diagnostica avanzata con particolare riferimento alla metabolomica e alla proteomica2)Progettazione, ingegnerizzazione di materiali organici funzionali, inorganici e loro applicazione in processi catalitici e fotocatalitici green;3)Sensoristica ambientale e monitoraggio dell'ambiente4)Progettazione, ingegnerizzazione di materiali organici funzionali, inorganici e loro assembly controllato in dispositivi attivi micro/nano strutturati (sensori e celle solari di III generazione);5)Produzione sostenibile di alimenti di origine marinaLe prime tre tematiche ricadono sotto un obiettivo strategico mirato alla SALUTE DELL'UOMO E DELL'AMBIENTE, le ultime due sono invece da intendersi nell'ottica della SOSTENIBILITA' DI PRODOTTO E DI PROCESSO. La chiave interpretativa generale è la qualità della vita ed il suo perseguimento non può che passare attraverso la salute dell'uomo, il contesto in vivo e si sviluppa attraverso le strategie atte alla conservazione ovvero allo sfruttamento razionale delle risorse a disposizione.Obiettivo finale del progetto è la realizzazione di nuovi protocolli analitici e sintetici nonché di prodotti e processi capaci di rivoluzionare i settori commerciali di riferimento con particolare riferimento a: diagnostica avanzata; realizzazione di sensori chimici avanzati; studio e implementazione di processi chimici operanti con catalizzatori a basso impatto ambientale e sviluppo di metodologie di abbattimento foto catalitico degli inquinanti; produzione di know how innovativo per la realizzazione di elementi modulari semitrasparenti di vari colori per la produzione di energia (celle solari).Il Progetto punta a rilanciare la competitività del territorio Pugliese mediante un processo di trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca al tessuto industriale locale e nazionale. A tal fine verranno adottati modelli di Joint Labs, ossia strutture dinamiche in cui personale delle industrie si confronterà e lavorerà con i ricercatori universitari. Nell'ambito dei Joint Labs verrà avviato inoltre un programma strutturato di disseminazione e coinvolgimento del tessuto industriale locale (Confindustria, PMI), che accompagnerà tutte le fasi di R&D. I partner proponenti operanti nell'ambito dei sei settori scientifico-disciplinari presenti nell'ateneo salentino (Chimica Analitica, Chimica Fisica, Chimica Generale ed Inorganica, Chimica Organica, Fondamenti Chimici delle Tecnologie e Chimica dell'Ambiente e dei Beni Culturali) attualmente in quattro dipartimenti universitari (Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali, Dipartimento di Scienze dei Materiali e Dipartimento dei Beni e delle Arti della Storia) hanno maturato competenze e tecnologia a livello internazionale con un core di circa 20 unità di personale strutturato e 50 tra borsisti, assegnisti e dottorandi attivi nel settore delle tecnologie chimiche. Il personale di ricerca ha consolidato importanti rapporti con industrie, maturando una cultura del trasferimento tecnologico significativa a livello italiano. La sinergia tra il know-how delle strutture di Ricerca, il collegamento con una rete di internazionali di prestigio, le relazioni con società industriali, sono importanti caratteristiche del progetto che mira al raggiungimento di standard qualitativi oltre lo stato dell'arte e a collocare la Puglia al vertice del panorama internazionale del settore.
Il presente progetto riguarda la creazione di un centro-laboratorio specializzato nella ricerca di soluzioni tecniche innovative per la realizzazione di impianti di piccole dimensioni per la produzione di energia elettrica da fonte solare. Per impianti di piccole dimensioni si intende riferirsi a dimensioni comprese fra 100 kWe e 1000 kWe. La realizzazione di tali impianti consentirebbe di realizzare la microgenerazione diffusa che non necessiterebbe né di grandi estensioni di terreno per l'impianto né di grandi investimenti, spostando la generazione di energia elettrica dalla grande impresa alla piccola. I campi di utilizzo possono variare dalla fornitura di energia elettrica e di riscaldamento/raffrescamento di condomini a quella di piccole e medie industrie richiedendo superfici per i concentratori che variano dai 250 m2 ai 2500 m2.Tuttavia affinché tale prospettiva sia attuabile bisogna abbattere i costi d'impianto e di gestione, infatti, con l'attuale tecnologia solare gli impianti di piccole dimensioni non risulterebbero mai convenienti da un punto di vista economico.Obiettivi specifici del presente progetto sono dunque:1. lo sviluppo di tecniche innovative per la produzione, la gestione e la manutenzione dei concentratori solari;2. la realizzazione di fluidi termovettori innovativi;3. l'ottimizzazione dei cicli termodinamici per lo sfruttamento ideale del solare termico ad alta temperatura (550°C);4. la realizzazione di sistemi di accumulo innovativi.Il progetto si inquadra nel più ampio contesto dello sviluppo di tecnologie che consentono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile al fine di ridurre le emissioni di inquinanti nei processi di generazione di potenza.
L'Ingegneria dei Tessuti (Tissue Engineering) rappresenta il primo vero settore interdisciplinare che mette a sistema quasi tutti i settori della scienza, quali la Biologia, la Chimica, la Fisica, l'Ingegneria Industriale e la Medicina.Si propone di riparare organi umani adulti danneggiati attraverso l'utilizzo di cellule staminali e ricostruzione del microambiente. Il settore industriale associato alla Tissue Engineering può fornire validi prodotti e/o trattamenti clinici per la cura di organi colpiti quali pelle e cartilagine (e, in minima parte, di ossa). La complessità intrinseca del settore è caratterizzato da: elevata concentrazione di competenze multidisciplinari, complessità del prodotto, dei programmi di sviluppo, competizione nei mercati, richieste stringenti su qualità e costi di prodotto elevati, con break even-point lontani nel tempo. Per l'inserimento in un settore così complesso, lo sviluppo di un nuovo prodotto incide sulla redditività delle imprese e sulla competitività. Molte attività di tale processo sono costose e time consuming per cui le imprese si sforzano sempre più a produrre prodotti migliori in tempi brevi e a costi bassi.Il prog. intende formare 2 nuove fig. professionali altamente specializzate nella filiera biotecnologica e biomedica, denominate rispettivamente: 1. Personale medico-biologico specializzato nell'utilizzo di cellule staminali per la Tissue Engineering 2.Ingegegneria dell'innovazione specializzati sulle tecnologie e metodologie Tissue Engineering I due obiettivi formativi, corrispondenti alle due figure professionali, coinvolgeranno nel complesso 12 formandi. Tali figure professionali avranno elevata occupabilità in imprese, come manager del cambiamento e come consulenti o di imprenditori high tech, sostenendo la transizione delle regioni della convergenza verso modelli di sviluppo basati sulla conoscenza.Le figure professionali dovranno coniugare capacità di progettazione e realizzazione di prodotti cellulari e acellulari per la rigenerazione di tessuti ed organi (Tissue Engineered Medical Products, TEMPs) con capacità di business, capacità professionali e attitudini imprenditoriali.Il Distretto Tecnologico High Tech (DHITECH), intende valorizzare le competenze e le conoscenze tecnologiche, che verranno sviluppate nell'ambito del progetto di ricerca REPAIR, nonché le pregresse esperienze di ricerca su scala nazionale ed internazionale dei soci pubblici e privati. Il contesto abilitante questo paradigma di apprendimento è rappresentato dal network che vede al centro il Laboratorio di Biomateriali del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione (DII) dell'Università del Salento, struttura obbligatoria del presente progetto. Il Laboratorio di Biomateriali del DII esprime una massa critica di competenze che operano in un network internazionale per lo sviluppo di nuovi prodotti e terapie per la rigenerazione di organi. Il Laboratorio è uno dei Nodi fondamentali della Rete Nazionale di Tissue Engineering (TissueNet), della quale fa parte anche l'Ospedale S. Raffaele di Milano (HSR). Tra i partner internazionali, compaiono il Massachusetts Institute of Technology (MIT, Cambridge, MA), Harvard Medical School (Boston, MA), e Boltzmann Institute for Thraumatology (Vienna), il Weizmann Institute (Israel) e la University of Brighton (UK). La conoscenza e le risorse esperienziali e strumentali cumulate nel Laboratorio in progetti di ricerca acquisiti su base competitiva a livello nazionale ed europeo saranno il cantiere nel quale i giovani verranno addestrati. Alla formazione parteciperanno anche i partner del progetto di ricerca REPAIR associato al presente progetto di formazione. Il DHITECH attraverso il network dei soci, supporterà l'attività di formazione mettendo a disposizione le migliori eccellenze accademiche e non, sia in campo nazionale che internazionale, soprattutto per quel che attiene la creazione di competenze di eccellenza scientifica, tecnologica e imprenditoriale
L'obiettivo del progetto è l'ottimizzazione dei processi di produzione dei radiotraccianti, per utilizzarli in diagnostica imaging per avere informazioni sullo sviluppo delle patologie cronico degenerative per migliorare l'approccio terapeuticoabilitando la cura dei pazienti prima che la patologia si manifesti attraverso i suoi sintomi. Le linee di ricerca ed i risultati attesi che RAISE prevede sono: Indicazione Clinica per Alzheimer, Parkinson, Demenza a corpi di Lewy. Produzione dimostrativa del 18F-DOPA con l'attuale processo per effettuare un'indagine sperimentale clinico registrativo per verificare l'efficacia del radiofarmaco nella diagnosi dellepatologie. Questa linea consentirà di ottenere il Brevetto (AIC):ITELDOPA Con esso si aumenta lo spettro di azione e quindi della DOPA che diventa un nuovo strumento di diagnosi "precoce" assente sul territorio pugliese; Aumentodella resa di produzione con lo studio della dispensazione in asepsi. Le attuali macchine per la dispensazione del radiofarmaco prevedono l'uso dell'autoclavaggio per rendere il farmaco sterile ed iniettabile. L'autoclavaggio del radiofarmaco richiede 40 min e questo comporta la formazione di impurezze chimiche e la perdita del 30% della produzione. RAISE intende studiare e convalidare, con strumenti di biodecontaminazione (UV, Procedure Operative standard, Biocidi), un processo in asepsi che eviti l'autoclavaggio aumentando la resa produttiva. Poi, si progettauna nuova macchina che usa questo processo con caratteristiche di maggiore sicurezza per gli operatori e l'ambiente, nella produzione e confezionamento del farmaco; Aumento della resa di produzione migliorando l'impiantistica della sintesi. Uso di dispositivi Microfluidici in parallelo per aumentare la resa di produzione. Progettazione prototipale di un nuovo modulo di sintesi brevettabile, che dopo il progetto sarebbe industrializzabile per esser utilizzato in produzione nella ITELPHARMA e per essere commercializzato internazionalmente anche attraverso alleanze con multinazionali (GE, IBA); Aumento della resa di produzionemodificando la via sintetica. Si intende migliorare la resa di produzione cambiando i reagenti e la sintesi per ottenere il farmaco. Si richiede la progettazione di un nuovo kit per la sintesi e la sua realizzazione prototipale per ottenere un brevetto di processo. Dopo il progetto prevede l'industrializzazione del KIT e processo per essere utilizzati in produzione in ITELPHARMA ed venduti a multinazionali delRadiofarmaco; Cambio Eccipienti per il 18F-DOPA. Serve a ridurre il dolore nell'iniezione del tracciante. Cambiando gli eccipienti si aumenterebbe la stabilità del farmaco portandolo in soluzione a pH più vicino a quello del sangue annullando ildolore all'atto dell'iniezione; Sistema di qualità per autorizzazione GLP. Lo studio in vivo su cavie della bioequivalenza (il farmaco prodotto nel modo alternativo siaequivalente a quella descritto in Farmacopea Europea) verificando la cinetica e la dinamica della 18F-DOPA. Per poter effettuare questi studi di preclinica occorre allestire un laboratorio ed un sistema di qualità, Procedure Operative Standard, Protocolli di Qualifica della Attrezzature e, Convalida dei Metodi Analitici compliance alle Good Laboratory Practice finalizzati alla validazione dei processi edelle risorse del laboratorio come adeguate all'ottenimento dell'autorizzazione GLP da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, in fase di industrializzazione dei risultati. Ad oggi in Italia non esiste un laboratorio R&D in ambito Radiofarmaceutico autorizzato GLP dal Ministero della Salute. Nell'industrializzazione sarà costituito un metamodello per la produzione del 18F-DOPA che dipende dal successo delle linee di sviluppo anzidette. Durante il progetto e dopol'industrializzazione saranno raccolti i risultati delle sperimentazioni e delle esperienze in campo nell'applicazione sia dei risultati di ricerca sia delle corrispondenti industrializzazione.
Il progetto ha come obiettivo la formazione di 15 esperti in tecnologie ICT a supporto dei processi di intelligence per la sicurezza pubblica. La finalità del progetto è di formare tecnici in grado di supportare il processo di analisi delle esigenze di sicurezza, di identificazione delle contromisure da adottare, di progettare sviluppare e gestire soluzioni integrate di sicurezza. Il progetto formativo tratterà tematiche inerenti la security, principi e metodi di risk and vulnerabilità analysis, tecnologie a supporto della homeland security, architetturere e tecnologie di riferimento per la realizzazione di reti in uno scenario di homeland security Data mining di informazioni e supporto alle decisioni, project management. La formazione sarà basata su un criterio di interdisciplinarietà, in cui lo studente è stimolato a individuare un proprio percorso di crescita e di formazione del proprio profilo professionale in accordo con i programmi del corso. Per quanto concerne le professionalità coinvolte, i moduli formativi saranno condotti da docenti professionisti della loro materia di insegnamento, avente esperienza pluridecennale nel settore di appartenenza. La formazione sarà svolta prevalentemente presso il CERICT (con sede in Piazza sedile del Campo, 84100 Salerno) che ha nelle sue disponibilità aule e laboratori attrezzati per la formazione in aula). Nella formazione on the job saranno impegnate le imprese - ENGINEERING Ingegneria Informatica S.p.A. presso la sede di sede di Palermo (Viale Regione Siciliana, 7275) - Expert System presso la sede di Via Virgilio, 56 Q 41100 Modena – Emilia Romagna - Digital Video presso la sede di Napoli Via G. Porzio Centro Direzionale.
Il progetto ha come obbiettivo la realizzazione di materiali innovativi ottenuti mediante trattamenti atti a modificarne le proprietà di superficie. In particolare, si intendono utilizzare tecnologie e materiali che rientrano nell'ambito delle nanotecnologie. L'enorme rilevanza che queste stanno avendo si basa sul principio per cui tutti i materiali interagiscono con il mondo esterno attraverso la loro superficie e, i nanomateriali, avendo un rapporto superficie/volume molto elevato, rispondono perfettamente ad una tale esigenza. Nello specifico del progetto, si intendono utilizzare nano particelle di argento per favorire lo sviluppo di proprietà antimicrobiche delle superfici trattate, con un generale aumento della fiducia del consumatore nell'uso del prodotto innovativo. Mediante una tecnica brevettata, ci si propone di depositare argento su substrati di diverso tipo senza il bisogno di alcun legante, evitando l'utilizzo di complesse tecniche di deposizione e sistemi di evaporazione sottovuoto e quindi snellendo il processo in termini di tempi e di costi. Il processo si basa su una tecnica di impregnazione in umido seguita da opportune sequenze di essiccamento e cura. L'argento si deposita sulla superficie in forma di piccoli cluster e aggregati di questi. Nell'economia di progetto è anche prevista la deposizione di nano-antimicrobici attraverso l'impiego di tecnologie complementari rispetto alla suddetta. Queste consentiranno di utilizzare nanoparticele diverse dall'argento, quali ad esempio l'ossido di zinco o il rame. Si analizzeranno in particolare anche nano compositi di nano particelle metalliche disperse in una matrice polimerica, che nel caso del rame permettono di evitare gli effetti altamente tossici che possono derivare da diretto contatto di alte concentrazioni di tale materiale con il corpo umano. In particolare, si effettueranno deposizioni da fasci ionici e si impiegheranno nanocolloidi antimicrobici elettrosintetizzati. In questa fase saranno anche presi in considerazione trattamenti che consentano di conferire alle superfici proprietà aggiuntive alle antimicrobiche, quali la bagnabilità controllata per la realizzazione di superfici autopulenti.
L'obiettivo generale del progetto è lo studio e l'applicazione di tecnologie avanzate ed innovative nel miglioramento di processi produttivi di sostanze farmacologicamente attive di interesse industriale nel settore farmaceutico e la ricerca di nuove molecole dotate di potenziale attività farmacologica nel settore degli antinfettivi e più in generale per le patologie tumorali e cronico-degenerative legate all'invecchiamento, con particolare riferimento al ruolo dell'infiammazione. Da un lato il progetto studierà quindi le possibilità di espandere le attività permettendo un'ulteriore approfondimento degli aspetti più innovativi delle tecnologie della microbiologia e genetica di ceppi produttori, dallo studio del miglioramento genetico dei ceppi allo studio della fisiologia dei processi di fermentazione, nonché l'innovazione dei processi di isolamento e purificazione dei principi attivi anche attraverso l'utilizzo di tecnologie avanzate per il miglioramento della competitività attività che dovranno essere svolte di pari passo allo studio e sviluppo delle appropriate metodologie analitiche. Dall'altro studierà la possibilità di individuare nuovi prodotti quali candidati di potenziale interesse farmaceutico, in primis nel campo della cura delle malattie infettive ma non solo. Tali attività saranno focalizzate sulla ricerca di nuove sostanze esplicanti un'azione di interesse farmacologico e potranno andare dallo screening di estratti da microrganismi e/o da organismi acquatici e caratterizzazione delle loro proprietà benefiche nella cura della salute alla ricerca di nuovi derivati delle molecole appartenenti alla famiglia degli antinfettivi oggi in uso con i quali poter ampliare e diversificare le produzioni attuali dello stabilimento sanofi-aventis di Brindisi. Saranno per questo studiati nuovi derivati di semisintesi di molecole già note che possiedono caratteristiche interessanti in termini di struttura e di attività, tra cui selezionare quelli sui quali portare avanti le successive fasi di sviluppo al fine di individuare un potenziale nuovo farmaco. Potranno inoltre essere valutate nuove indicazioni ed applicazioni di molecole già note ma dotate di interessanti caratteristiche farmacologiche. Il progetto intende valorizzare la filiera di ricerca e sviluppo di nuove molecole dotate di proprietà farmacologiche interessanti nel settore dei prodotti naturali ed assicurare quindi una continuità di base alle attività di ricerca e sviluppo di nuove molecole e processi in grado di garantire competitività alle attività condotte nei siti Sanofi-Aventis italiani, valorizzando, consolidando ed integrando gli investimenti già effettuati anche con il contributo del MIUR, attraverso i vari progetti finanziati che si sono succeduti a partire dagli inizi del 2000. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso una stretta collaborazione con centri di ricerca di eccellenza sia accademici sia privati che con le loro competenze e i loro assets possono efficacemente integrare le capacità di innovazione della società. Il progetto permetterà in sostanza di mantenere attiva la forte concentrazione di competenze scientifico-tecnologiche, di alto potenziale innovativo, caratterizzata da un'organica collaborazione tra ricercatori industriali e mondo della ricerca accademica.
La Fotocatalisi è un fenomeno naturale in cui una sostanza, detta fotocatalizzatore, altera la velocità di una reazione chimica attraverso l'azione della luce. Sfruttando l'energia luminosa i fotocatalizzatori inducono la formazione di reagenti fortemente ossidanti che sono in grado di decomporre alcune sostanze organiche e inorganiche presenti nell'aria. La fotocatalisi è quindi un acceleratore dei processi di ossidazione che già esistono in natura. In realtà, essa favorisce una più rapida decomposizione degli inquinanti e evita il loro accumulo sulle superfici. Il peggioramento del grado di inquinamento nelle aree urbane recentemente ha portato la ricerca verso l'applicazione della capacità di rimuovere alcune sostanze dannose presenti nell'atmosfera. La fotocatalisi fornisce quindi un importante contributo al miglioramento della qualità dell'aria. Lo scopo del seguente progetto è quello di ottenere con rese elevate prodotti combustibili come il metanolo dalla fotoriduzione catalitica di CO2. È proposta inoltre la riduzione di CO2 con H2 prodotto mediante fotoelettrolisi dell'acqua o la riduzione di CO2 in condizioni supercritiche. Saranno anche studiati dei sistemi ibridi fotocatalisi-membrana in cui la membrana svolgerebbe una attività di separazione dei prodotti. Saranno studiate le possibili applicazioni di sistemi reattoristici accoppiati a dei concentratori solari che, dando luogo ad un aumento del flusso fotonico incidente, avrebbero migliori prestazioni. L'ambito in cui si muove il progetto è quello della protezione ambientale (riduzione delle emissioni di CO2 nell'atmosfera mediante la sua trasformazione) e del recupero energetico (produzione di metanolo e metano) mediante l'accoppiamento di tecnologie diverse. Il progetto nasce dall'idea di una possibile utilizzazione della fotocatalisi eterogenea accoppiata con altre tecnologie come quella a membrana e quella foto elettrochimica per la trasformazione di quantità di CO2 elevate in CH3OH e CH4 e per la loro separazione. La tecnologia fotoelettrochimica potrebbe essere utilizzata per la produzione di H2 da utilizzare per la riduzione di CO2. Bisogna ricordare che negli ultimi anni la fotocatalisi eterogenea ha cominciato ad affermarsi nell'ambito di reazioni di sintesi (ad esempio alcooli ad aldeidi) oltre che nell'ambito dell'abbattimento di specie organiche ed inorganiche in sistemi gas-solido e liquido-solido. È evidente come nell'ambito della produzione di cemento grandissime quantità di CO2 vengono immesse oggi nell'atmosfera. Il progetto prevede la trasformazione di CO2 in combustibili, principalmente metanolo e/o metano, che potrebbero essere utilizzati ai fini della produzione di energia in ambito industriale. Per perseguire questo obiettivo è necessario uno sforzo straordinario sia dal punto di vista chimico sia dal punto di vista ingegneristico. Infatti il progetto prevede non solo la preparazione di nuove formulazioni di foto catalizzatori dopati e non, ma anche la modellazione e l'assemblaggio di foto reattori su scala di laboratorio con delle caratteristiche tali da facilitare la conversione del CO2, molecola molto stabile. Il progetto si muove, quindi, nell'ottica dello sviluppo sostenibile proponendo anche delle tecnologie innovative per il recupero e la successiva conversione dell'anidride carbonica prodotta dalle cementerie. L'integrazione di fotocalizzatori e di sistemi a membrana consentirà non solo di ridurre le emissioni di CO2, utilizzando, per lo sviluppo della reazione, una fonte di energia completamente rinnovabile, ma allo stesso tempo porterà alla formazione di prodotti di interesse industriale ad alto valore aggiunto quali il metanolo ed il metano. La presenza di membrane sarà fondamentale per lo recupero di questi prodotti ed, allo stesso tempo, permetterà di migliorare le prestazioni dei reattori, incrementando la resa del processo.
L'obiettivo dell'unità IBBR nell'ambito del progetto PON-ISCOCEM è lo studio dei microRNA (miRNA) in frumento duro, in risposta a diverse condizioni di disponibilità di azoto al fine di comprendere il loro coinvolgimento nei meccanismi di regolazione dell'assimilazione di azoto, utilizzo e rimobilitazione durante la crescita e lo sviluppo, e di come le piante percepiscono e traducono gli stimoli derivanti da stress ambientali come la carenza di azoto e di come attivano le risposte di difesa.
Il progetto TEXTRA, mediante attività di Ricerca Industriale su Tecnologie e Materiali Innovativi per lo sviluppo di componenti di Vettori Ferroviari e di Medie Dimensioni, punta ad aggregare, integrare e potenziare competenze multidisciplinari di soggetti pubblici (ENEA ed Università) e privati (Consorzi ed Aziende operanti nel settore dei trasporti), tali da costituire un Laboratorio avente le seguenti finalità:- Ricercare e sviluppare applicazioni di materiali avanzati nel settore dei trasporti;- Offrire prodotti e tecnologie derivanti da attività di R&S;- Promuovere partnership anche in forma di ricerca cooperativa per l'industria dei mezzi di trasporto;- Offrire tecnologie per la realizzazione con materiali innovativi di componenti e sistemi per i mezzi di trasporto di medie dimensioni, servizi di design industriale, di progettazione strutturale e di processo, di qualificazione di materiali e componenti, di prototipazione;- Stimolare lo sviluppo di iniziative imprenditoriali per lo sfruttamento dei risultati delle proprie ricerche.In particolare, il Laboratorio punta a consolidare, sviluppare ed acquisire competenze e sistemi tecnologici in grado di soddisfare i principali fabbisogni di innovazione provenienti dall'industria dei mezzi di trasporto in termini di:- requisiti di sicurezza (materiali e componenti resistenti all'impatto, ambienti di lavoro in fase di produzione, materiali e componenti resistenti al fuoco, sistemi attivi, ecc.);- requisiti di redditività di lungo termine (leggerezza, durabilità, ridotta manutenzione, LCC)- requisiti di ecocompatibilità (materiali riciclabili, riduzione del rumore e delle vibrazioni, processi di lavorazione a ridotta o nulla emissione, riduzione di energia nei processi produttivi e in esercizio, ecc.);- requisiti legati ai fattori umani per i lavoratori addetti e per l'utenza finale (ergonomia, riduzione rumore e vibrazione);- soluzioni customer-oriented (metodi e strumenti per lo sviluppo di prodotto specifici per il settore).Il settore industriale cui si fa riferimento è quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto, con particolare riguardo ai vettori ferroviari ed ai vettori di medie dimensioni quali traghetti e imbarcazioni da diporto (yacht), velivoli speciali ed elicotteri.
Il progetto intende sviluppare nuove tecnologie e metodologie abilitanti la HMI (Human Machine Interaction) edHCI (Human Computer Interaction) per gli operatori direttamente coinvolti nella produzione manifatturiera (settoredei trasporti), ideando strumenti basati su approcci non tradizionali di interazione, grazie all'introduzione del concettodi Sistema Informativo Visuale (in inglese Visual Information System).Le tecnologie VIS che si intendono sviluppare permetteranno da un lato di utilizzare e rendere disponibili per imodelli di ottimizzazione tutti i dati disponibili sul campo e dall'altro restituire le informazioni, quali ad esempio lesequenze di lavorazione, verso il sistema produttivo. Le tecnologie sviluppate saranno sperimentate attraverso l'esame in differenti contesti produttivi quali le linee diassemblaggio e sistemi di lavorazione per asportazione di truciolo. Al fine di ottimizzare l'interazione uomo-macchinaè molto importante comprendere la natura e il contenuto delle informazioni per determinare in quale modo essedevono essere comunicate all'operatore. Secondo quanto detto nella sezione precedente, le modalità attraverso le qualisi possono fornire dei contenuti di tipo:- contenuti grafici:-di tipo testo;-di tipo immagine 2D/3D;-di tipo video;- contenuti audio.A seconda di quello che si vuole comunicare si deve determinare la forma più opportuna che l'informazione deveavere per poter raggiungere in maniera efficiente l'operatore.Le tecniche VIS possono assicurare il sistema migliore di raggiungimento degli obiettivi della lean production. Oltrealla natura dei contenuti delle informazioni trasmesse è un'importante sfida consiste nel determinare anche il grado diintegrazione e contestualizzazione che tali contenuti, soprattutto quelli grafici, devono possedere. È questa la sfidatecnologica da affrontare nel progetto, ancora tutta da esplorare sia in termini di soluzioni applicative che di logiche dirappresentazione. Un'ultima questione da considerare è la dinamica che le informazioni trasmesse devono possedere.Si possono, infatti, avere contenuti virtuali statici, che saranno sempre gli stessi ogni qual volta si osservi undeterminato oggetto (ad esempio se si vuole visualizzare il nome di un utensile quando lo si osserva), oppuredinamici, che variano con l'evolvere dell'operazione che si sta eseguendo. Quest'ultima caratatteristica è la nuovafrontiera della gestione delle informazioni aziendali, che sempre di più rappresenterà nel futuro la flessibilità delcambiamento dei sistemi di produzione e le opportunità di reazione in tempo reale ai cambiamenti di mercato;frontiera questa che, dalla letteratura corrente, è ancora un punto di vulnerabilità dei sistemi lean.
Coerentemente con le indicazioni dell'articolo 1, comma 1 del bando la proposta progettuale è finalizzata alla realizzazione di attività di ricerca che determinano il potenziamento del laboratorio Net.Lab esistente presso eBMS-ISUFI-Università di Lecce, già collegato ad imprese industriali tra le quali Engineering SpA ed Avio SpA. Tale potenziamento si concretizza nello sviluppo e concentrazione di competenze scientifico-tecnologico di alto potenziale innovativo sui settori strategici indicati nell'articolo 2 del bando come obiettivi 4a e 4b. Il potenziamento si configura come "Extended-Net.Lab" (X-Net.Lab) articolato in due verticali tematici di cui uno fa riferimento al su richiamato obiettivo 4a d'interesse specifico per l'impresa Engineering, l'altro fa riferimento al su richiamato obiettivo 4b d'interesse specifico per l'impresa AVIO. I due verticali tematici si innesteranno sulla piattaforma di competenze e di sistemi tecnologici sull'e-business ed il knowledge management già realizzata dall'eBMS-ISUFI-Università degli Studi di Lecce, proponente pubblico della proposta. Le due imprese industriali proponenti, che hanno già avviato progetti congiunti di ricerca con l'eBMS-ISUFI-Università di Lecce, concentreranno risorse umane, strumentali e know how presso il Net.Lab. Secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 4 del bando, la proposta progettuale valorizza, consolida ed integra, investimenti effettuati dal MIUR attraverso il FIRB, il FAR ed il PON ricerca e dall'UE attraverso il V e VI Progr Quadro. La qualità scientifica della parte pubblica e privata è documentata, nell'allegato progetto di ricerca, dal nutrito portafoglio di progetti di ricerca che i tre proponenti hanno acquisito su base competitiva nel triennio 2002-2004.Coerentemente con l'articolo 1, comma 5, la proposta progettuale riferita all'obbiettivo 4a intende contribuire alla modernizzazione del sistema turistico meridionale attraverso la messa a punto e lo sviluppo di architetture, sistemi organizzativi e tecnologici integranti i beni culturali e l'agroalimentare nelle dinamiche di crescita e sviluppo del settore turistico. L'idea originale della proposta mutua la metafora biologica del Business Ecosystem per realizzare architetture ambienti e strumenti software abilitanti la trasformazione verso il Digital Business Ecosytem. Ciò comporta la necessità di colmare il divide esistente fra le piattaforme ICT consolidate e la loro utilizzazione in contesti di business con diffusa presenza di PMI, attraverso:-l'integrazione degli standard distribuiti quali le Service Oriented Architecture con soluzioni innovative basate su tecnologie ad Agenti o Grid;-il superamento dei limiti del web semantico attraverso approcci di modellazione formale della conoscenza basati sul linguaggio naturale;-la definizione di approcci innovativi per l'ingegneria del software basati sul riutilizzo e l'integrazione dei componenti.Coerentemente con l'articolo 1, comma 5 la proposta progettuale riferita all'obbiettivo 4b intende contribuire all'innovazione del processo di sviluppo nuovo prodotto attraverso la realizzazione di:-sistemi automatici di rappresentazione e orchestrazione del processo di sviluppo nuovo prodotto basati su tecnologie di Enterprise Application Integration EAI;-sistemi di Integrazione multidisciplinare in grado di integrare applicazioni ingegnerisitche modellazione geometrica assistita, ottimizzazione e calcolo stocastico, calcolo aerodinamico, calcolo termico, calcolo strutturale, calcolo fluidodinamica.La proposta progettuale in coerenza con l'articolo 1 comma 5 consoliderà la presenza di imrprese nazionali e multinazionali nel Mezzogiorno, nonché l'accelerazione dei processi di internazionalizzazione dell'eBMS-ISUFI che ha già avviato nell'area mediterranea in collegamento con l'Università di Al Akhawayn una scuola Mediterranea di studi avanzati sull'e-Business Management a Casablanca, favorendo per tanto l'inserimento di giovani talenti.
Obiettivo del progetto è realizzare un sistema integrato hardware e software in grado di gestire il processo logistico dalla fase di stoccaggio delle merci a quella di distribuzione delle stesse, il tutto utilizzando tecnologie pervasive per la tracciabilità e il monitoraggio delle merci in contesti critici. Le criticità riguardano la necessità di assicurare l'integrità delle merci e di offrire possibilità di monitoraggio e diagnostica avanzate ottimizzando lo sfruttamento delle risorse. Il sistema tecnologico che s'intende realizzare sarà costituito dall'integrazione di linee logistiche relative allo stoccaggio ed alla movimentazione delle merci in condizioni ambientali critiche. Il coordinamento della movimentazione di merci avverrà mediante una piattaforma software web-based in grado di ottimizzare i flussi. Tali sviluppi saranno fortemente accomunati dallo sviluppo di tecnologie/soluzioni tecnologiche trasversali e pervasive accomunate dai principi di tracciabilità e verifica dell'integrità delle merci.
L’obiettivo finale del progetto CPBI è proprio quello di creare un collegamento diretto, concettuale e funzionale, fra i sistemi a supporto dei processi operativi (e.g. ERP, CRM, PLM) e quelli di supporto ai processi di innovazione (Idea Management Systems), facendo in modo che ogni lavoratore sia incluso nei processi di gestione e valorizzazione delle idee anche attraverso gli strumenti che usa quotidianamente. Tali strumenti favoriranno e supporteranno le strategie di innovazione a livello di Virtual Enterprise, mettendo in rete le capacità inventive e creative delle aziende e promuovendo la collaborazione per l’identificazione e lo sfruttamento di nuove opportunità di business.
Scopo della proposta è l’implementazione di un velivolo ultraleggero monomotore biposto in tandem interamente realizzato in materiale composito e progettato in conformità alle normative europee JAR- VLA (Join Aviation Requirements-Very Light Aircraft). Il velivolo è destinato per l’addestramento primario, turismo, sport e ricreazione attiva. Attrezzato con apparecchiatura adeguata potrà essere utilizzato dai servizi (civili o militari) di controllo del territorio (incubazione incendi, inquinamento, ecc.) e di protezione civile e di polizia in genere, di distribuzione postale e/o medicinali in zone impervie, desertiche o forestali, di agricoltura. Il velivolo oggetto di implementazione rappresenterà il primo velivolo ultraleggero di categoria VLA in grado di consentire una velocità di crociera fino a 300 km/h e comprenderà essenzialmente i seguenti componenti: • fusoliera ed ali completamente realizzate in fibra di carbonio; • meccaniche per la movimentazione; • impiantistica elettrica ed avionica; • motore.
Il progetto mira a definire e realizzare una piattaforma di "ambient intelligence" dotata di tecnologia pervasiva utile per fornire supporto, assistenza e servizi ai soggetti con carenze di autosufficienza. Ogni elemento disposto nell’ambiente costituirà un nodo di rete in grado di trasferire informazioni ad un sistema di monitoraggio e controllo che, tramite algoritmi previsionali, adeguerà la risposta dell’ambiente in funzione del contesto percepito e delle esigenze del soggetto.
PROMETEOS intende intervenire nel settore della diagnostica e conservazione del patrimonio costruito sia di valore culturale, che dell’edilizia più qualificata, attraverso un lavoro specifico su quattro Obiettivi Realizzativi, caratterizzati da azioni di sviluppo sperimentale e ricerca industriale. Il Progetto mira a sviluppare e realizzare nuove procedure, prodotti, metodologie e strumenti nel campo della diagnostica e conservazione del patrimonio costruito preesistente.
Il progetto RENDEZ VOUS verte sulla progettazione e sperimentazione di un sistema per il monitoraggio in tempo reale di parametri fluidodinamici, relativi ad un profilo alare, per mezzo di sensori incorporati nella struttura e controllati con una innovativa Wireless Sensor Network (WSN) operante in banda ultralarga con radio ad impulsi.
L’obiettivo del progetto è innovare la diagnosi precoce dell’Osteoporosi tramite lo sviluppo di un nuovo dispositivo medicale ad ultrasuoni. Tale dispositivo rappresenterà la prima ed unica soluzione brevettata a livello mondiale, non invasiva e senza uso di raggi x per la diagnosi dell’osteoporosi applicabile direttamente al principale sito di riferimento clinico rappresentato dalla colonna vertebrale. Si tratterà di un dispositivo compatto e portatile, utilizzabile in cura primaria in ambulatorio, con un referto immediato. L’output sarà un referto cartaceo e/o digitale ottenuto dopo una veloce scansione del tratto lombare della colonna vertebrale effettuata con una sonda di tipo ecografico. Tale referto riporterà per ciascuna vertebra analizzata il valore di un parametro indicativo della densità di massa ossea della vertebra stessa e un’indicazione globale sullo stato di avanzamento della patologia osteoporotica nel paziente considerato, riuscendo a distinguere l’osso sano da quello osteoporotico
Gli impianti a ciclo binario per la produzione di energia elettrica sono compatibili con un'alimentazione da vettore geotermico caratterizzato a medio-bassa temperatura. Con una scelta opportuna del fluido secondario, è possibile realizzare impianti binari che utilizzano fluidi geotermici a temperature nel range tra 90° e 150°C (il limite superiore essendo imposto dalla stabilità termica dei fluidi organici di lavoro, mentre quello inferiore da fattori tecnico-economici). Per valori al di sotto delle temperature indicate, il dimensionamento degli scambiatori di calore consegna valori di superficie di scambio eccessivi e, per questo, certamente non economici. Con le attività previste all'Interno di questo progetto si intende realizzare un impianto prototipale in grado di , soddisfare le aspettative in termini di: • ottlmlzzazlone del sistema di estrazione della salamoia (saranno svolti studi finalizzati all'introduzione di un sistema di filtraggio In grado di trattenere I componenti del fluido causa di problemi fluidodinamici); • automazione del sistema di gestione (ottenuta attraverso la concezione e la realizzazione di un sistema di controllo dei componenti dell'impianto e di monitoraggio continuo del parametri critici di processo); • ottlmizzazione del sistema di raffreddamento (attraverso una progettazione mirata e approfondita basata su metodologie specla IIstlche) • sviluppo di una corretta strategia di re-Iniezione e trattamento dei reflui (si intende raggiungere un livello ottimale di sostenibilità dell'applicazione In considerazione della masslmlzzazlone dell'energia prodotta, ma nel "rispetto" delle migliori condizioni di sfruttamento della risorsa geotermica e della sua durability in termini di condizioni di prelievo).
Le "metodologie agili" stanno rivoluzionando profondamente i classici processi di sviluppo del sofiware, puntando su leve strategiche come la comunicazione estrema tra i membri nei gruppi di sviluppo, il coinvolgimento continuo ed empatico del cliente, la flessibilità ad ogni costo. La proposta attuale allora, preso atto che i "metodi agili" sono oggi disponibili solo per progetti allo stato di partenza, vuole sviluppare una metodologia per progetti "in itinere", valida per le imprese del Distretto Regionale dell'informatica, che consenta di: ridurre il "time-to-market"; ridurre i costi di progettazione, sviluppo e manutenzione; ridurre i costi marginali di "upgrade"; riduzione del numero degli errori, migliorare le prestazioni dei gruppi di lavoro
Il progetto SMILE prevede due principali rami di attività: 1) la progettazione e la realizzazione e il test di due prototipi di lampade led (una industriale e una stradale) gestite da remoto e la progettazione e realizzazione della linea di assemblaggio innovativa nella sede di Veglie; 2) lo studio di nuove tecniche di realizzazione di dispositivi LED innovativi basati su materiali organici (OLED), che sfrutteranno come materiale emettitore coloranti organici e polimeri luminescenti a base di fiuorene e di phenilene-vynilene. La prima attività è di competenza della capofila Energy System spa, mentre la seconda è di competenza del laboratorio di Fotonica del Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università del Salento. L'obiettivo strategico di SMILE è portare e radicare le competenze legate al settore dell'illuminotecnica sul territorio Salentino arricchendole del contributo della ricerca scientifica.
Il lavoro progettuale nasce dall’esigenza dell’impianto di discarica di monitorare e controllare gli impatti sulla qualità dell’aria del proprio processo industriale, con lo scopo di ottimizzarlo attraverso un effettivo controllo di processo e l’eventuale ausilio di opportuni sistemi di abbattimento. L’impresa Italcave spa si sta dotando di un sistema innovativo per il monitoraggio delle emissioni che, attraverso l’utilizzo di un supporto informatizzato e di metodologie analitiche di misura delle concentrazioni degli inquinanti, sia in grado di supportare l’azienda nella gestione delle diverse attività della discarica, minimizzandone gli impatti. Il sistema sarà utilizzato per effettuare misure al confine dell’impianto e presso i recettori sensibili al fine di studiare gli impatti emissivi prodotti e stabilire una correlazione con l’attività delle sorgenti. Le caratteritiche di un sistema così definito consentono un’interessante evoluzione, oggetto della presente proposta, delle sue prestazioni in termini di controllo dell’impatto emissivo dell’impianto, attraverso lo sviluppo di capacità predittive del livello degli inquinanti.
L’obiettivo principale del progetto è quello di sviluppare nuove soluzioni, tecnologicamente avanzate, in grado di analizzare e comunicare la distintività dei prodotti tradizionali jonico salentini per rafforzare la loro penetrazione commerciale, con particolare riferimento ai mercati esteri. Ciò permette anche di contrastare il cosidetto “italian sounding”. L’approccio metodologico di riferimento è quello del marketing experience, nella convinzione che la competitività dei prodotti tipici locali deve necessariamente passare attraverso lo sviluppo di un modello di differenziazione basato sulla storia, la cultura, la tradizione del territorio di appartenenza. L’approccio proposto con il progetto tende a sviluppare soluzioni tecnologiche capaci di introdurre innovazioni architettoniche, organizzative, ma anche di flusso e di concetto.
Lo scopo del progetto è quello di sviluppare una sistema per l’erogazione di servizi basati sulla tecnologia NFC, fornendo la possibilità di un utilizzo massivo di tag NFC, di dispositivi mobili, di apparati reader-writer disseminati, da parte di aziende (caso B2B) e di consumatori finali (caso B2C). In particolare, il sistema NFC-TAP sarà alla base della creazione di nuovi modelli di business relativi ai servizi di “mobile payment”, “mobile advertising" e "mobile ticketing" attraverso tecnologia NFC. Il sistema proposto è in grado di realizzare la “convergenza” di tutti questi servizi su un generico dispositivo mobile (es. smartphone) col quale sarà possibile effettuare pagamenti, ricevere informazioni, acquistare ed esibire biglietti, senza vincolo di luogo (anyplace) e di tempo (anytime). Il sistema sarà caratterizzato dall’essere “comune” (modello Service Provider) e “orizzontale”, con la capacità di ospitare ed erogare differenti servizi personalizzati di tipo "multi-vendors", assicurando una caratteristica di interoperabilità con i sistemi “legacy” delle aziende clienti.
Nell’ambito del presente progetto di ricerca ci si pone l’obiettivo di valutare la possibilità di modificare una parte dell’attuale filiera produttiva delle due aziende coinvolte introducendo un materiale a basso costo derivante dal riciclo dei pneumatici fuori uso (PFU). In particolare, verrà utilizzata la parte metallica di detti PFU, previo trattamento meccanico degli stessi, in forma di fibre corte per la realizzazione di pavimentazioni industriali e di pannelli prefabbricati.L’attività del progetto sarà suddivisa in cinque obiettivi realizzativi che copriranno le varie fasi della sperimentazione. Nelle prime fasi (OR1, OR2 e OR3) verranno caratterizzati i materiali di partenza, verranno definite le miscele di riferimento e le stesse verranno poi caratterizzate meccanicamente. Successivamente (OR4) verranno realizzati dei prototipi in scala reale sia delle pavimentazioni industriali, sia dei pannelli prefabbricati. Infine (OR5) si prevede una fase divulgativa dei risultati conseguiti.
Le reti agricole di polietilene per il controllo biologico delle coltivazioni funzionano separando il più possibile l'ambiente di vita delle piante da proteggere dall'aggressione dei parassiti, ma consentendo una corretta traspirazione. Fori di dimensioni eccessive lasciano passare la testa del parassita; fori di dimensioni ridotte impediscono il ricambio dell'aria all'interno dell'ambiente protetto. La rete ideale per il controllo biologico è, oltre che leggera, resistente, tenace, regolare nella struttura tessile, anche traspirante, impermeabile al passaggio dei parassiti e capace di creare un ambiente ostile alla proliferazione batterica. Questo progetto nasce con lo scopo di consentire la produzione tessuti a rete fitti a partire da filati a sezione ridotta (da 0,15 a 0,17 mm) appositamente prodotti e in grado di raggiungere un giusto compromesso tra caratteristiche di resistenza e di permeabilità all'aria.
ANTIDOTE vuole realizzare un sistema per la diagnosi e il monitoraggio della Xylella fastidiosa (Xf), basato su competenze interdisciplinari, che consenta di identificare lo stato della pianta e le condizioni geografiche che, isolatamente o combinate, possono caratterizzare, scatenare, favorire o accelerare le infezioni dovute alla Xf e i successivi sintomi di disseccamento. ANTIDOTE introdurrà infatti un metodo alternativo di monitoraggio del patogeno direttamente in campo basato sulla misurazione ad alta frequenza di alcuni parametri del flusso xilematico da parte di sensori multi-parametrici. Tali dispositivi si interfacceranno con soluzioni IT per l’analisi dei dati, e con le attività di allerta e/o prevenzione dell’attacco e diffusione della Xf basati su modelli fenologici statistico-matematici. Il sistema integrato di monitoraggio e previsione, alla base dei più avanzati sistemi di supporto alle decisioni, si configura come una forte innovazione tecnologica e procedurale per la tematica in esame e rappresenta un’evoluzione rispetto allo stato dell’arte sia nelle tecnologie che nelle prassi operative utilizzate per l’identificazione e il controllo del patogeno. Combinando il livello di pericolo (severità di invasione di Xf), l’esposizione (es. la presenza di piante infette adiacenti) e la vulnerabilità (predisposizione della pianta all’infezione in base allo stato di salute e/o periodo di sviluppo), il sistema aggregherà informazioni utili alla definizione di tecniche preventive e/o curative adeguate.
Il progetto intende proporre delle soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale, utili per affrontare il problema dell’infezione da Xyilella fastidiosa, che rappresenta una delle principali sfide sociali che la Puglia ha dovuto affrontare. Durante gli ultimi anni, le nanotecnologie hanno subito un rapido sviluppo in diversi campi, tra cui la microbiologia e le malattie infettive. In particolare, le nanoparticelle (NP) hanno un enorme potenziale, come efficace sistema di veicolazione di molecole per il trattamento di infezioni microbiche. Questo progetto prevede di sviluppare un pool di vettori che sfrutti l’azione antibatterica del chitosano associata a quella del Fosetyl-Al. Il chitosano (poli-β-(1→4)N-acetil-D-glucosamina) è, infatti, un prodotto naturale caratterizzato da una attività antifungina e antimicrobica associata alla capacità di stimolare risposte di difesa nei tessuti vegetali. Il meccanismo d’azione più considerato si basa sull'interazione del chitosano, carico positivamente, con i residui, carichi negativamente, della superficie cellulare di molti funghi e batteri, che provoca alterazioni della superficie cellulare e della permeabilità cellulare. Il Fosetyl alluminio [Fosetyl-Al, nome IUPAC aluminium tris (ethyl phosphonate)] viene utilizzato da tempo per il controllo delle malattie delle piante e si riporta una sua azione diretta contro funghi, oomiceti e batteri fitopatogeni, nonchè una azione di elicitazione delle naturali risposte di difesa della pianta. Al fine di sfruttare l’azione sinergica del chitosano e del Fosetyl-Al si intendono realizzare nanoparticelle che, opportunamente iniettate nei vasi linfatici degli ulivi infetti, abbiano la duplice azione di ridurre la carica del batterio all’interno della pianta e di indurre meccanismi di resistenza nell’ospite. Saranno confrontate diverse modalità di somministrazione: mediante e/o attraverso nebulizzazione alla chioma, mediante assorbimento per via radicale. Verrà definito il disegno sperimentale, al fine di ridurre l'errore dovuto ad una potenziale distribuzione imprevedibile e disomogenea del trattamento. Attraverso la definizione di una opportuna scala di sintomi verranno effettuati rilievi atti a verificare gli effetti dei trattamenti nei confronti della espressione sintomatologica delle piante trattate e non. Verrà definita la modalità di campionamento del materiale vegetale per gli esperimenti di quantificazione del batterio. La capacità di moltiplicazione del batterio in piante trattate a confronto con piante non trattate infette sarà valutata mediante analisi diagnostiche quali-quantitative (real-time PCR) su campioni rappresentativi o massali che consentano non solo di valutare la presenza-assenza del patogeno nella pianta, ma di valutarne la concentrazione e verificare quindi l’effettiva capacità del fitofarmaco di contrastare l’infezione.
I metalli sono elementi essenziali per molteplici funzioni cellulari. Diversi esperimenti in vitro ed in planta hanno rilevato il cruciale ruolo dei minerali anche per lo sviluppo di Xylella fastidiosa (Xf) la cui velocità di crescita cellulare nel fluido xylematico sembra essere correlata alla concentrazione di ioni come Cu, Mg e Zn. In particolare è stato evidenziato che l’eccesso di Cu inibisce la crescita di Xf e che alte concentrazioni di Zn riducono la formazione del biofilm. Le recenti tecnologie consentono la produzione industriale di nano-polveri di ossido di Zn e ossido di Cu le cui dimensioni nanometriche possono migliorare l’assorbimento da parte della pianta, il trasporto nei vasi xylematici, l’interazione con le cellule bersaglio e il rilascio del metallo, come evidenziato da diversi studi inerenti l’internalizzazione di nano-particelle da parte di cellule vegetali. L’obiettivo del progetto è lo sviluppo di una nuova generazione di fito-farmaci a base di nano-particelle di ossido di Cu e ossido di Zn caratterizzati da alta efficienza di penetrazione ed elevata specificità di azione verso Xf. La proposta progettuale si avvale della produzione industriale di tali particelle. Le attività di ricerca e sviluppo permetteranno l’ottimizzazione di questi sistemi e la validazione della loro efficacia grazie all’apporto di avanzate tecniche analitiche. La sperimentazione dei nuovi trattamenti sarà effettuata direttamente in campo.
Il progetto intende sperimentale l’efficacia di trattamenti in endoterapia, a base di composti fenolici (antibatterici naturali) e di N-acetilcisteina (NAC, composto anti-biofilm), come valida strategia per il contenimento del batterio da quarantena Xylella fastidiosa in piante di ulivo infette. Fasi progettuali: - Individuazione delle piante di ulivo da trattare; - Analisi della presenza di Xylella mediante test ELISA; - Report fotografico di ciascun albero in campo; - Scelta delle dosi di impiego dei composti da iniettare; - Somministrazione dei composti fenolici e NAC ; - Isolamento fisico delle piante sottoposte a sperimentazione tramite reti anti-insetto; - Controlli visivi periodici ed analisi ELISA ed eventualmente via PCR; - Analisi dei risultati; - Diffusione dei risultati.
Il progetto mira a verificare l’efficacia di contenimento in campo delpatogeno (ceppo CoDiRO) in aziende ubicate nella zona “infetta” e per le quali è stata ri-scontrata ufficialmente la presenza del batterio, mediante: a) nebulizzazione di tale prodot-to in periodi dell’anno definiti; b) contenimento dell’insetto-vettore (sputacchina) mediantetecniche agronomiche (aratura periodica del terreno, pulizia canali e fossi) e distribuzionesulla chioma degli alberi di prodotti biologici repellenti (caolino, aglio); c) somministrazio-ne all’apparato radicale dell’olivo di complessi microbici atti a ripristinare la fertilità delsuolo nonché d) di potature calibrate sulla base dell’espressione sintomatologica e dellostato fisiologico della pianta. I complessi microbici offrono, infatti, capacità di conteni-mento potenziale di X. fastidiosa mediante l’attivazione di vie metaboliche che promuovo-no i meccanismi di difesa delle piante. Verranno, inoltre, confrontate le diverse cultivar ca-ratteristiche dell’olivicoltura salentina, in modo da stabilire l’eventuale diverso impattosulle tecniche adottate nei protocolli oggetto della sperimentazione. L’efficacia dei tratta-menti verrà monitorata oltreché dall’andamento dell’espressione sintomatologica rilevatanelle aziende nel corso della stagione vegetativa attraverso la misurazione e successivaanalisi statistica dei rilievi fitopatometrici, anche mediante le tecniche PCR e real-timePCR ed approccio metabolomico.
L'obiettivo della proposta è l'individuazione di accessioni di O. europaea resistenti (o tolleranti) al patogeno X. fastidiosa, da individuarsi nell'ambito del germoplasma olivicolo del Salento. L'attività prevede cinque workpackage (WP) principali: WP1. Monitoraggio delle superfici olivetate delle Province di Lecce e Brindisi. Tale azione sarà svolta con particolare riferimento alle aree territoriali presumibilmente colpite dalla batteriosi da tempi più remoti (vedi Gallipoli e comuni limitrofi). L'attività è finalizzata alla ricerca di accessioni di olivo asintomatici e/o con ridotta presenza di sintomi di disseccamento che abbiano vissuto più stagioni vegetative in territori compromessi dalla presenza della malattia. In tali soggetti, perciò, il cui quadro sintomatologico non sarebbe potenzialmente imputabile allo sviluppo erratico del patogeno e/o ad una alternanza dei sintomi, tipica delle fasi iniziali dell'evento infettivo, ma potrebbe rappresentare un effettivo indizio di tolleranza o resistenza. Le attività di monitoraggio saranno condotte nella zona infetta e saranno attuate con la collaborazione di esperti agronomi e tecnici individuati dal Soggetto Promotore, interessando i seguenti comuni della Provincia di Lecce e Brindisi. Inoltre, sempre di concerto con esperti agronomi e tecnici con comprovata conoscenza del territorio, sarà predisposta una azione di contatto con gli olivicoltori al fine di raccogliere indicazioni relative ad accessioni di interesse, finalizzate ad ulteriori azioni di monitoraggio e campionamento mirate. A seguito dell'individuazione di soggetti di interesse, questi saranno oggetto di una attività di catalogazione finalizzata a registrarne: • posizione geografica (georeferenziazione) • scala patometrica • descrizione del soggetto, con particolare riferimento a eventuali altre fitopatologie • immagini Le accessioni saranno oggetto di campionamento di materiale fogliare e legnoso in osservanza delle orme vigenti, con successivo trasferimento presso il laboratorio di Patologia Vegetale del DiSTeBA. In tale sede, i campioni biologici saranno oggetto di analisi diagnostica mediante real time PCR al fine di accertarne lo stato sanitario e quantificare lo stato infettivo. Analogo processo interesserà almeno un soggetto limitrofo a quello indagato (fenotipicamente analogo o, se assente, rappresentativo dell'area di coltivazione), in modo tale da accertare le condizioni fitosanitarie del sito e procedere ad eventuali comparazioni. WP2. Studio delle alterazioni metaboliche e modifiche istologiche coinvolte nei meccanismi di resistenza. L'invasione ed il consolidamento di X. fastidiosa all'interno di olivo dipendono dalla capacità del batterio di muoversi efficacemente tra i vasi xilematici e di colonizzare sistemicamente l'ospite. Tale abilità è contrastata nella varietà resistenti, nelle quali è contenuta la diffusione e la proliferazione del batterio nei tessuti. Questa azione progettuale prevede l'indagine dei meccanismi che sottintendono tale azione di contrasto, indagando le alterazioni metaboliche a carico dei processi di formazione del legno. L'obiettivo è quello di determinare differenze istologiche ed anatomiche a carico del tessuto xilematico (siano esse costitutive od indotte da infezione) nelle accessioni selezionale a seguito del WPl, e comprendere come queste possano influenzare la suscettibilità a X. fastidiosa, con particolare riferimento alla produzione da parte della pianta di composti che modulano la morfologia dello xilema, creando barriere fisiche che limitano la fase esplorativa del batterio, come l'accumulo di pectine, lignine e gomme. Attraverso l'impiego di microscopi elettronici a scansione/fluorescenza saranno condotte indagini anatomiche (lunghezza, diametro, distribuzione e connettività dei vasi xilematici) e istochimiche (colorazioni specifiche per determinare la natura chimica dei componenti vascolari) su cultivar suscettibili/resistenti, definendone i profili metabolici (es. accumulo di composti coinvolti nell'alterazione dello xilema come precursori della lignina). WP3. Studio dei processi di colonizzaziorìe in accessioni resistenti. Le accessioni oggetto dello screening saranno inoltre processate mediante analisi FISH (Fluorescent In Situ Hybridization) che utilizza sonde marcate disegnate su specifiche regioni del DNA batterico. L'analisi, altamente innovativa, rappresenta una combinazione di approcci molecolari abbinati alla microscopia che ottimizza l'esplorazione degli habitat microbici e permette l'osservazione dell'interazione ospite/patogeno in situ. Grazie alla specificità di riconoscimento del batterio nei tessuti, la FISH può rappresentare anche una efficiente tecnica di microscopia diagnostica utile per azioni di early detection del patogeno. L'identificazione diretta mediante FISH consentirebbe la visualizzazione con riconoscimento diretto e specifico del patogeno, oltre ad una valutazione quantitativa del grado di colonizzazione del tessuto infetto, attraverso l'impiego di tecniche di imaging associate ad analisi statistica dedicata, particolarmente utile per comprendere i processi di colonizzazione in piante potenzialmente resistenti o tolleranti. WP4. Riconoscimento varietale del germoplasma e caratterizzazione di endofiti. Le accessioni mostranti resistenza o tolleranza verso X. fastidiosa saranno oggetto, insieme ad opportuni controlli suscettibili, di analisi con marcatori molecolari. In particolare, il fmgerprinting sarà condotto utilizzando marcatori SSR riportati in letteratura su olivo (es. DCA 05, OCA 09,DCA17, DCA 18, GAPU 71B, GAPU 101, EMO 90) e/o marcatori SNP basati su tecniche di sequenziamento di nuova generazione (es. GBS). 1 dati molecolari saranno integrati con descrittori morfologici che comprendono caratteri qualitativi (nel caso dell'olivo vi sono la forma della foglia, forma del frutto e dell'endocarpo, etc.), quantitativi (pezzatura della drupa) e biologici (la resistenza della pianta ad agenti patogeni). Infine, in soggetti selezionati, saranno effettuate analisi finalizzate a caratterizzare la presenza di endofiti fungini e batterici mediante procedure di metabarcoding. WP5. Analisi dei dati e relazione finale. I dati collezionati nell'ambito dei WP1-WP4 saranno oggetto di analisi al fine di verificarne l'affidabilità scientifica e saranno oggetto di una relazione finale. Le accessioni selezionate saranno incluse in successivi piani di monitoraggio e ricerca condotti da parte del Soggetto Proponente ed altri Enti interessati.
Nel contesto appena descritto EggPlant rappresenta una proposta concreta e realizzabile per l’ottimizzazione di un processo innovativo per la completa valorizzazione delle AV attraverso la produzione di prodotti high-tech per l’industria agricola, quali materiali compositi bio-derivati e compostabili. EggPlant intende ottimizzare una tecnologia estremamente recente e innovativa che si basa su due processi fondamentali: una filtrazione a membrane multi-step dell AV per il recupero completo della componente polifenolica e di materiale lignino-cellulosico micro-dimensionato e una produzione batterica di poliidrossialcanoati (PHA) dai residui derivanti dal primo step con un alto contenuto organico. Nella prima fase, dopo un trattamento iniziale delle AV per eliminare tutti i residui solidi in sospensione, la soluzione ricca di composti organici risultante viene filtrata su moduli a membrana per micro- (MF), ultra-(UF) e nano-filtrazione (NF), ed infine sottoposta ad osmosi inversa (RO) ottenendo acqua ultra-pura. Il concentrato da NF contiene polifenoli ad alto peso molecolare, già di interesse commerciale. I concentrati da UF e RO costituiscono l’input per la produzione batterica di PHA. La produzione di questi bio-polimeri consiste in una digestione batterica a doppio stage in cui il substrato è prevalentemente costituito dalla componente zuccherina delle AV. In una prima fase anerobica il ceppo batterico utilizzato è posto in condizioni di crescita utilizzando la fonte di carbonio largamente disponibile. In una seconda fase aerobica la colonia batterica smette di crescere in difetto di alcuni nutrienti e in fase di accumulo i batteri producono al loro interno PHA, analogamente all’accumulo di grasso negli uomini. I PHA prodotti sono infine estratti e isolati in grado di purezza elevata. EggPlant mira a ottimizzare la produzione di PHA attraverso la combinazione delle due tecnologie appena descritte per una valorizzazione completa ed efficiente del rifiuto iniziale impiegato. L’aspetto ancor più innovativo del progetto consiste nello sviluppo di un prodotto unico da questo processo, ovvero di un materiale composito a base di PHA e additivi naturali lignino-cellulosici micro-dimensionati derivanti dal concentrato di MF. Il prodotto target per l’applicazione di tale materiale è rappresentato da teli da pacciamatura di nuova generazione, completamente bio-derivati e compostabili, grazie all’utilizzo di polimeri (PHA) e additivi (componente lignino-cellulosica delle AV) completamente naturali. L’utilizzo di un rifiuto (AV) come materia prima per la produzione di biopolimeri risponde alla necessità di evitare biomasse edibili come risorse e di ridurre il costo della bioplastica; in aggiunta l’utilizzo di additivi naturali a costo zero già presenti nel rifiuto consentirà di ottenere prodotti come film plastici e teli da pacciamatura completamente naturali e dal costo notevolmente ridotto. Questo approccio integrato completamente green non presenta sostanzialmente nessun rischio, con un bilancio finale di produzione a zero-rifiuti, grazie all’utilizzo di ogni componente del rifiuto nella perfetta applicazione del concetto di “bio-raffineria”. Attualmente la bioplastica è prodotta da materie prime alimentari come mais, frumento, canna da zucchero ecc. il che, come già’ descritto, provoca una serie di conseguenze per le popolazioni meno abbienti (aumento prezzi alimenti, inaccessibilità’ di tali materie prime, etc.). Nuove ricerche hanno permesso lo sviluppo della produzione della bioplastica (PHA) da scarti del settore agro-alimentare. Alcuni lavori preliminari, in parte condotti dallo stesso proponente del presente progetto, hanno mostrato come l’integrazione di una tecnologia di filtrazione a membrana con i processi di produzione microbiologica di bioplastica da scarti agro-alimentari risulti promettente e vantaggiosa. Inoltre il recupero di materiale lignino-cellulosico dal processo di filtrazione apre la possibilità dello sviluppo di nuovi prodotti high-tech per l’industria agricola completamente naturali e di alto interesse commerciale. Pertanto il progetto EggPlant muove da solide basi scientifiche che ne confermano la fattibilità, e apre prospettive interessanti e a lungo termine per l’utilizzo olistico di un rifiuto per la produzione di prodotti di nuova generazione per una concreta e realizzabile innovazione in agricoltura. Un altro punto a favore della fattibilità di questo progetto è la facilità di approvvigionamento della materia prima, le acque di vegetazione. Come evidenziato dall’analisi di mercato, l’Italia è tra i primi produttori di olio di oliva al mondo e nello specifico la Puglia è la regione che ne produce maggiormente. Questo rende altresì disponibili AV in grnadi quantità ed a costo nullo, trattandosi di un refluo. Attualmente le AV sono viste come un rifiuto problematico per i produttori di olio e non come una risorsa, infatti i produttori sono tenuti a smaltire queste AV con i dovuti costi e oneri. Tutti questi fattori evidenziano la facilità nell'approvvigionamento di tale materia.
Nel contesto appena descritto, la presente proposta progettuale ha l'obiettivo di sviluppare, mettere a punto e sperimentare un innovativo sistema per il monitoraggio continuo ed in tempo reale del contenuto d'acqua nel terreno. Tale sistema, interfacciandosi con i sistemi di irrigazione, sarebbe in grado di attivare/disattivare automaticamente gli irroratori, in funzione del contenuto idrico rilevato nel terreno, consentendo inoltre di settorializzare l'irrigazione solo alle "zone" che nella coltivazione monitorato hanno bisogno d'acqua. L'idea alla base del progetto è quella di sviluppare un sistema basato su una tecnica di indagine elettromagnetica, la riflettometria nel dominio del tempo (time domain reflectometry, TDR), per la misura del contenuto idrico del terreno. Attraverso questa tecnica ed opportune sonde posizionate nel terreno da monitorare, sarà possibile controllare il contenuto d'acqua rilasciato alle singole piante determinando quindi il fabbisogno "reale" delle piante. Quando l'umidità rilevata nel suolo scende al di sotto di una "soglia di allarme", il sistema aziona automaticamente i meccanismi di irrigazione, in modalità totale o parziale. Analogamente, nel caso di eccessivo contenuto d'acqua nel terreno (ad esempio, derivante anche da piogge o altro), il sistema allerta l'operatore in modo da disattivare o settorializzare l'irrigazione. Come descritto nel seguito, le sonde che si prevede di utilizzare sono a bassissimo costo, ri-utilizzabili e direttamente impiantabili nel terreno. Le sonde verrebbero posizionate nel terreno, e sarebbero in grado di fornire un profilo continuo del contenuto d'acqua in prossimità delle radici delle piante, controllandone il fabbisogno irriguo. La tecnica TDR sfrutta la propagazione e la riflessione di opportuni segnali a microonde attraverso le sonde disposte nel terreno. Questa tecnica è adattabile alle specifiche necessità applicative, ha costi di implementazione molto contenuti, fornisce misure accurate, ed offre la possibilità di gestione ed interrogazione da remoto. Inoltre, un singolo strumento di misura TDR (interfacciata ad un PC) può gestire innumerevoli sonde posizionate in diversi punti del terreno, riducendo i costi implementativi del sistema. Il sistema di monitoraggio TDR comprenderà tre elementi cruciali: 1) Sonde: come si evince dalla Fig. 1, le sonde saranno disposte nel terreno in prossimità delle radici, in modo da coprire l'intera piantagione e potranno "seguire il percorso" dato alla coltivazione, senza interruzioni. In pratica, sarà come se ogni "pezzetto lineare" di sonda monitorasse uno specifico tratto di terreno. Pertanto, sarà possibile ricostruire automaticamente ed in tempo reale il profilo del fabbisogno idrico della piantagione; sarà possibile, pertanto, attivare automaticamente le elettrovalvole in modo da parzializzare l'irrigazione e renderla disponibile solo ove necessaria. Infatti, per un corretto monitoraggio in situ è conveniente avere la possibilità di monitorare più campioni di terreno, poiché la rapidità di evaporazione dell'acqua potrebbe non essere omogenea su tutta la superficie del terreno a causa della presenza di ostacoli all'illuminazione solare (alberi, edifici, ecc) o a causa della disomogeneità del terreno. Si precisa che le sonde non richiederanno specifica alimentazione o batterie. 2) Strumento per misure TDR: questo strumento genera un segnale elettromagnetico a bassissima potenza che viene fatto propagare attraverso le sonde disposte nel terreno. Parte del segnale elettromagnetico sarà riflesso verso lo strumento stesso, che lo acquisisce ed invia i dati ad un computer in cui è installato un software di elaborazione/gestione. 3) Software di elaborazione/ gestione: il software acquisirà i dati di misura e calcolerà, in tempo reale, il contenuto di acqua del terreno. Il software sarà user-friendly e l'elaborazione eseguita dal software sarà fatta automaticamente, sarà veloce, basata su algoritmi che dovranno essere appositamente implementati (basati sperimentali). Il software permetterà dì impostare le soglie di umidità di intervento o differenziate in funzione di differenti esigenze delle colture o soglie di allarme in funzione del verificarsi di eventi imprevedibili (es., interruzione della fornitura di energia elettrica); a ciascuno di questi eventi può essere associata una specifica azione volta a minimizzare il rischio sulle colture (ad esempio, un invio in automatico di messaggio telefonico in caso di interruzione di corrente). I dati acquisiti potranno anche essere trasferiti in modalità wireless ed essere resi disponibili in rete (sviluppando un'apposita applicazione web) e, quindi, consultabili Online da remoto. Le Azioni del progetto prevedono un'intensa attività di ricerca (soprattutto per la progettazione delle sonde e per associare le misure TDR al contenuto idrico dei diversi tipi di terreno) e di sperimentazione sul campo. Quest'ultima sarà condotta presso un campo prova che sarà realizzato nelle strutture agricole dell'Università del Salento ed interne al campus. Il progetto prevede il coinvolgimento dell'azienda spin-off MoniTech che metterà a disposizione del progetto l'uso della propria tecnologia (patent pending) inerente all'utilizzo della tecnica TDR per l'individuazione di perdite in condotte interrate: i connotati di questa tecnologia la rendono "trasferibile" alle applicazioni di monitoraggio del presente progetto e, pertanto, è funzionale alle attività dì ricerca e sperimentazione del progetto SCOPRI.
Nella società dell'informazione e della conoscenza, l'affermazione del diritto alla salute si può descrivere come una sussunzione che rimanda a fattispecie eterogenee (di natura politica, giuridica, finanziaria, ambientale, medica, etica, tecnologica) e che assume una base edificante e legittimante nel concetto di habeas data come evoluzione dell'habeas corpus che è alla base dei diritti fondamentali della persona. In questa dimensione storico-genealogica si colloca la traduzione del principio di autodeterminazione fisica in autodeterminazione digitale. Rispetto a questa premessa, il presente progetto di ricerca si propone di analizzare il ruolo che l'etica della trasparenza svolge nelle dinamiche organizzative, nel sistema comunicazionale e nelle metodologie per la riduzione del rischio clinico dell'azienda sanitaria locale. I risultati attesi e gli elementi di valorizzazione risiedono nell'obiettivo di vagliare fino a che punto e con quali criticità l'elaborazione di dispositivi governamentali centrati sul rischio e sulla trasparenza, possano evolvere verso formalizzazioni di tipo politico e agire sull'ottimizzazione dell'iter procedurale e gestionale del sistema sanitario. Per lo svolgimento dei temi del progetto il principale network coinvolto è rappresentato dal Laboratorio diffuso di ricerca interdisciplinare applicata alla medicina (D.R.e.A.M.) sviluppato tra Università del Salento e ASL-Le.
Il progetto è finalizzato alla costituzione e alla messa in rete di un (1) archivio testuale digitale delle opere in italoromanzo prodotte in Puglia nel corso dei secoli XIII-XV, cioè dal momento in cui si registrano le prime testimonianze locali in lingua volgare (in caratteri latini, greci ed ebraici), fino all'età in cui prendono campo forme diverse di erudizione con la costituzione di biblioteche e di collezioni di varia natura (all'archivio testuale si affiancheranno una [2] banca dati e una [3] sezione studi).Di tali opere è rimasto in sede assai poco: le testimonianze di un passato di notevole spessore sono oggi dislocate in biblioteche e archivi tutti lontani dal territorio regionale, in Italia e all'estero. Come di solito non tornano le opere d'arte, non rientrerà mai in sede neppure il patrimonio manoscritto e a stampa che per vicende varie si è allontanato dai luoghi d'origine.Avvalendosi delle possibilità offerte dalla strumentazione informatica, il progetto intende ricomporre e riunificare in modalità virtuale tale patrimonio, ricostituendo un archivio che contenga non solo i dati essenziali circa l'esistenza e il reperimento dei testimoni, ma che renda possibile anche la consultazione e lo studio dei testi da essi tramandati.Tramite ADATest la Puglia si riapproprierà di un segmento importante della propria storia linguistica e culturale, offrendolo a tutti coloro che per motivi diversi, ricerca, passione o semplice curiosità, sono ad esso interessati.
ASAP è finalizzato alla messa in rete (con accesso libero e gratuito) di un (1) archivio digitale, iconografico e documentario,che permetta la ricomposizione virtuale di immagini e fonti per la storia dell'arte in Puglia in età moderna dalla fine del Quattrocento al Seicento. All'archivio testuale si affiancheranno una [2] banca dati e una [3] sezione studi. Delle opere e delle fonti collegate solo una parte è rimasta in regione: le testimonianze sono dislocate in musei, chiese, collezioni private, biblioteche, archivi, spesso lontani dal territorio regionale, in Italia e anche all'estero. Oggi l'informatica offre possibilità innovative e straordinarie. Il progetto ricomporrà e riunificherà in modalità virtuale il patrimonio storico-artistico regionale prodotto in quei secoli, ricostituendo un archivio che renda possibile la consultazione delle opere e della documentazione ad esse collegata. Saranno considerate le opere prodotte da artisti pugliesi attivi tra il territorio regionale, Napoli e il nord. A questi si affiancheranno le opere di artisti non pugliesi che si sono trasferiti in Puglia o che in Puglia hanno inviato opere,influendo in maniera decisiva sulle caratteristiche espressive della produzione locale. Tramite ASAP la Puglia si riapproprierà di un segmento importante della propria storia artistica e culturale offrendolo a istituzioni, studiosi, ricercatori o semplici interessati (anche non specialisti), con notevoli ricadute sul territorio.
Nanostrutture 2D tipo-grafene di strati atomici di dicalcogenuri metallici (2D-DCM) con legami van-der-Waals hanno proprietà fisiche uniche dipendenti dallo spessore, inclusi il passaggio da metallo-semiconduttore o da semiconduttore indiretto-diretto, conduttività anisotropa di calore/carica, elevato assorbimento ottico, estrema flessibilità meccanica; ciò li rende potenziali candidati per la realizzazione di architetture nanocomposite innovative per dispositivi fotovoltaici (PV) su nanoscala ad elevate prestazioni. Finora tale potenziale tecnologico è stato inibito dalla mancanza di strategie economicamente vantaggiose (al di là della deposizione epitassiale), tramite cui creare aree su larga scala di 2D-DCM con definiti spessore, orientazione e connettività su substrati solidi per l'integrazione in dispositivi. Grazie a recenti progressi nella sintesi colloidale di 2D-DCM tipo-fogli, con tecniche di esfoliazione o per reazione di precursori molecolari, questo progetto prevede lo sviluppo di approcci di auto-assemblaggio in combinazione con tecniche di sinterizzazione, per costruire film ultrasottili di 2D-DCM colloidali auto-organizzati. Strati multipli, impilati, con spessore, struttura cristallina e topologia programmati spianeranno la via ai primi prototipi di celle solari flessibili, miniaturizzate, ultra-sottili a giunzione Schottky e p-n, in grado di raggiungere efficienti conversioni di energia solare in elettrica e pienamente integrabili nell'ambiente cittadino
Il progetto si propone di affrontare e mettere a punto problematiche tecnologiche innovative mirate alla fabbricazione di prototipi di nuovi dispositivi utilizzabili come biosensori optoelettronici. Nella sua struttura interna il progetto svilupperà sia tecnologie chimiche di sintesi di nanoparticelle che manipolazione di sostanze biologiche per la fabbricazione di biosensori interfacciabili otticamente a sistemi remoti. In particolare ci si propone di monitorare quantitativamente l'inibizione dell'enzima anidrasi carbonica quale elemento rivelatore della presenza di contaminanti chimici in campioni ambientali e fornire indicazioni di tossicità. In particolare si svilupperanno specifici biosensori a base di nanoparticelle metalliche (oro) monodisperse e funzionalizzate mediante ancoraggio sulla loro superficie di enzimi anidrasi carbonica. Nello specifico del progetto, il biosensore deve poter fornire la concentrazione di un determinato agente inquinante presente nel campione di acqua sotto esame. L'oggetto finale sara' pertanto un prototipo la cui affidabilita' sara' verificata sperimentalmente tramite test sul campo.Il lavoro sara' chiaramente svolto in stretta collaborazione con partners esperti. Lo scopo e' quindi anche quello di produrre risultati e protocolli validi per gli analiti sotto indagine.
Il progetto intende agire sulle dinamiche individuali e contestuali alla base della community engagement. Gran parte della ricerca recente sui cosiddetti neighborhood effects si è concentrata sul se e sul come l'accesso alle risorse sociali da parte delle comunità costruisce i modelli di partecipazione e di creazione di una cittadinanza attiva (Sampson et al. 2002). Queste linee di ricerca, che vanno sotto il nome di Prospettiva Sistemica e Approccio Ecologico (Sampson, Groves 1989), hanno evidenziato come la partecipazione sia il frutto di una specifica interazione tra fattori individuali, ambientali e storico-culturali. Tuttavia, poco è stato fatto per approfondire la natura contesto-specifica di questa interazione (Wilson, 1996; Rankin, Quane 2000). Il presente progetto mira ad indagare, attraverso le metodologie della Psicologia di Comunità, le configurazioni psicosociali ed ambientali che favoriscono o intralciano la partecipazione attiva dei cittadini alle comunità sul territorio pugliese. Mira, altresì, alla validazione e valutazione di specifiche pratiche per la promozione di comunità inclusive, in particolare legate alle attività di progettazione partecipata dei GAL pugliesi in vista della realizzazione dei Documenti Strategici Territoriali per la programmazione 2014-2020 (Cfr. Programma temporale della proposta). Attraverso l'uso di metodologie qualitative e quantitative, verranno coinvolti stakeholders istituzionali, imprenditori, amministratori e cittadini
Una delle soluzioni più promettenti per ridurre l'impatto ambientale dei pannelli fotovoltaici (PV) a base di silicio è da ricercare nelle celle solari a film sottile organiche o ibride, come le dye sensitized solar cells (DSSCs), che mirano all'ottenimento di pannelli leggeri, flessibili ed economici, potenzialmente integrabili in edifici e infrastrutture. Purtroppo la loro diffusione è ancora limitata dalla scarsa efficienza di conversione e dall'elevato costo di alcuni dei componenti. Tuttavia, nel 2012, l'introduzione delle perovskiti ibride ha permesso di sperimentare nuove architetture di dispositivo facili da realizzare e ad alte prestazioni, favorendo la loro immissione sul mercato. Le perovskiti sono solidi cristallini auto-assemblanti composti da una struttura inorganica contenente al suo interno molecole organiche. Per questa natura ambivalente esse sono facili da processare ma allo stesso tempo stabili e conduttive. Inoltre questi materiali hanno proprietà chimico-fisiche facilmente modulabili attraverso la modifica della loro composizione chimica.L'obiettivo principale del progetto è l'ottenimento di un nuovo dispositivo ad alta efficienza e basso costo, basato esclusivamente su film sottili di perovskiti di tipo n e p depositati su un supporto flessibile.
Il Progetto si propone di censire e di studiare le opere del teatro umanistico che sono state composte tra il Quattrocento e il Cinquecento in Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Germania e in Spagna) e l'influenza esercitata su questa produzione dal movimento umanistico italiano, sia per quanto riguarda l'oggetto specifico che viene scritto e poi rappresentato, sia per la diffusione avuta come edizioni e rappresentazioni. È previsto, inoltre, lo studio sistematico dei temi centrali relativi al teatro europeo in lingua latina, dall'analisi dei contenuti dei singoli testi, alla lingua e al lessico, agli ambienti di provenienza, alle rappresentazioni, alla tradizione manoscritta e alla fortuna di tale produzione (anche attraverso l'edizione di due commedie, Laphra e Syrus), al fine di permettere un'ampia conoscenza delle radici culturali, storiche e sociali di questa spesso trascurata produzione teatrale. Il Progetto si connette con il tema di interesse regionale Industria creativa e sviluppo culturale poiché consente di mettere in luce i rapporti tra la cultura italiana e quella europea e la frequenza con la quale studenti, maestri di scuola e intellettuali si dedicavano al teatro ancor prima del suo ampio sviluppo nelle singole lingue nazionali, facilitando, attraverso contatti e scambi culturali, non solo la diffusione di testi teatrali fuori dall'Italia ma anche la produzione umanistica originale in Europa.
L'idea progettuale si propone la ricerca di soluzioni per la riduzione del sovraffollamento carcerario e per la difesa dei diritti dei detenuti. Essa vaglierà la possibilità di ridurre il ricorso alla custodia cautelare in carcere e la sua durata, di potenziare il ricorso alle meno afflittive misure interdittive e coercitive non custodiali. Si cimenterà nella ricerca di soluzioni processuali e non per un accesso diretto e su base più ampia alle attuali misure alternative alla pena detentiva, nonché nell'ideazione di pene alternative a quelle tradizionali, ispirate ad un criterio di armonica compensazione dell'offesa arrecata alla vittima alla stregua del diritto messicano. La ricerca individuerà rimedi sia di tipo preventivo (rimozione immediata delle cause), sia di tipo riparatorio alla violazione dei diritti fondamentali dei detenuti, anche in termini di sconti di pena, e cercherà di valorizzare gli elementi trattamentali del lavoro, dell'istruzione e del contatto con l'esterno, verificando l'attuabilità nel tessuto socio-culturale e giuridico italiano di alcune esperienze originali mutuate da altri Paesi. La riduzione del ricorso alla misura più afflittiva garantirà la prevenzione dei conflitti interni al circuito carcerario, senza rinunciare alla promozione di comunità sicure anche all'esterno, grazie ad un sistema cautelare e punitivo ugualmente efficiente, ed un sistema trattamentale individualizzante che restituisca alla comunità individui perfettamente integrati.
I pazienti poli-cronici costituiscono per il SSN una grossa fonte di spesa presentando outcome negativi quali: aumento della morbosità, aumento delle ri-ospedalizzazioni, aumento del rischio di disabilità e non autosufficienza, peggiore qualità di vita e aumento del rischio di mortalità. La scomposizione del malato nelle singole patologie da cui è afflitto porta gli specialisti a percorsi diagnostico-terapeutici che spesso sovrapponendosi o confliggendo, portano a iperprescrizioni diagnostiche e terapeutiche a volte contrastanti con conseguenti possibilità di eventi avversi. Inoltre tali percorsi contrastanti rendono difficile la partecipazione attiva del paziente al processo di cura contribuendo notevolmente all'aumento della spesa sanitaria. Il progetto si propone, attraverso l'analisi di dati sanitari, elaborati ai fini progettuali, di valutare i risvolti economici che l'integrazione o una più corretta gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici dei poli-cronici possono apportare al SSN. I risultati potrebbero validare la scelta di sostenere il sistema di gestione dei malati poli-cronici attraverso piattaforme tecnologiche in grado di gestire la complessità e i percorsi di assistenza e cura attraverso un supporto intelligente all'attività sanitaria e alle dinamiche socio-culturali.. Si tratta di un percorso di ricerca che consentirebbe agli attori del contesto socio-sanitario di quali-quantificare l'appropriatezza economica delle scelte terapeutiche.
Il dilagare della crisi economico finanziaria degli ultimi anni ha prodotto effetti negativi sul sistema bancario nazionale ed internazionale, facendo registrare tanto una riduzione della domanda di finanziamenti da parte delle famiglie e delle imprese, quanto una contrazione dell'offerta di prestiti da parte degli intermediari. Le banche sono diventate più avverse al rischio tenendo maggiormente in considerazione la rischiosità del debitore, e applicando quindi condizioni contrattuali sui prestiti molto più esose per i prenditori di fondi. Obiettivo del progetto è analizzare gli effetti che un cambiamento nel comportamento assunto dalle banche nella erogazione di credito a famiglie e imprese ha in termini di ampliamento della domanda e offerta di credito al di fuori dei canali formali/legali, rafforzando le forme di finanza predatoria. L'inasprimento delle condizioni contrattuali da parte degli istituti di credito può facilitare infatti il fiorire di canali paralleli del credito, quale il mercato usurario, che anche per finalità legate al riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, operano in un'ottica di puro sfruttamento dell'economia locale con conseguenze sia sul piano microeconomico che sul piano macroeconomico. Inoltre la presenza in un territorio di imprese criminali rischia di fungere da catalizzatore per un ulteriore fenomeno economico patologico quale la corruzione. Con questo progetto si intende fornire un contributo in termini di implicazioni di policy.
L'acquisizione di una seconda lingua (L2) in età adulta rappresenta una sfida per il nostro cervello. La plasticità neurale degrada nel tempo riducendo le abilità di percezione e produzione (Flege 1995; Kuhl 2008). Può un training mirato riattivare la plasticità dei processi di percezione e produzione nell'apprendimento della L2 in soggetti adulti?Tale problematica sarà indagata in una prospettiva teorico-empirica: attraverso uno studio longitudinale su studenti universitari, utilizzando tipologie di training differenziate e un approccio interdisciplinare per testare si indagherà:- lo sviluppo di abilità percettive dei suoni dell'inglese L2 con tecniche comportamentali e neurofisiologiche; - lo sviluppo delle abilità articolatorie con tecniche di bioimaging della lingua;Inoltre, in una prospettiva applicativa, si realizzerà un prototipo di software che consentirà l'addestramento autonomo dell'apprendente e la verifica delle performance in percezione e produzione dei suoni L2.E' già stato dimostrato che lo studio formale della L2 non produce miglioramenti significativi nelle capacità percettivo-articolatorie degli apprendenti (Suter 1976; Simon & D'Hulster 2012). Ciò richiede lo sviluppo di nuove metodologie e tecnologie didattiche apposite. La sempre più attuale necessità d'integrazione multiculturale a livello europeo si può realizzare anche attraverso la condivisione di tecnologie efficaci per facilitare l'apprendimento dellaL2 (http://www.meta-net.eu/sra).
Il progetto indaga una genealogia femminile che dall'azione intrapresa da alcune donne eccellenti agli inizi del 900 diventa risorsa per il presente. Si centra sulla Fondazione Le Costantine (Uggiano la Chiesa) che coniuga tessitura di alto pregio con metodi tradizionali, agricoltura biodinamica e accoglienza sociale, per indagarne le radici nella cultura e concezione delle fondatrici e metterne in luce il valore attuale. Obiettivi: 1. Ricerca storica volta a ricostruire le vite e le personalità di 5 donne della famiglia De Viti de Marco che crearono la Fondazione e la rete di relazioni femminili che consentirono di mettere la tessitura salentina al centro di un circuito internazionale 2. Ricerca-azione con operatrici e operatori della Fondazione al fine di indagare in profondità gli aspetti artistici, culturali, ambientali, sociali ed etici del loro lavoro 3. Impostazione di un progetto transnazionale tra Puglia e Sudafrica per ricostruire storicamente e riattivare operativamente lo scambio tra imprese sociali dedite alla tessitura. Rilevanza del progetto: 1. Empowerment delle donne coinvolte direttamente e indirettamente in termini di autoimprenditorialità, specializzazione e consapevolezza del valore sociale e culturale del lavoro 2. Promozione di una impresa eccellente fondata su saperi femminili tradizionali come buona pratica esportabile in altri contesti 3 Creazione di una rete internazionale di scambio e di progettazione.
In un contesto industriale mondiale sempre più energivoro, il recupero dell'energia dispersa nell'ambiente è certamente una delle forme di energia sostenibile più promettente. Il progetto di ricerca è pertanto orientato alla progettazione e allo sviluppo di un nuovo nanogeneratore (NG) d'energia dalle dimensioni nanoscopiche. Al giorno d'oggi lo sviluppo di qualsiasi tecnologia innovativa è imprescindibile dall'affiancamento della modellazione virtuale alle prove di laboratorio. Nel caso specifico, le attività sperimentali saranno affiancate allo sviluppo e l'implementazione di modelli computazionali multiscala e multifisici, con cui simulare la complessa interazione tra campo elettrico e meccanico. Verranno presi in considerazione materiali piezoelettrici in grado di generare un segnale elettrico in risposta a una sollecitazione meccanica molto piccola. Il ricorso alla modellazione virtuale dei prototipi consentirà di ridurre notevolmente i tempi e i costi necessari per l'implementazione delle tecnologie nei dispositivi industriali. I principali risultati attesi sono: la fabbricazione di una nuova classe di fibre e tessuti piezoelettrici, lo sviluppo di un ambiente integrato per la simulazione multifisica, la realizzazione di nanogeneratori d'elettricità innovativi. I nuovi NG potranno recuperare energia (energy harvesting) in presenza di una qualsiasi sollecitazione di tipo meccanico, e troveranno impiego nei più svariati campi (scientifico, medico, comunicazioni etc.).
La Puglia è la prima regione olivicola in termini di superficie e di quantitativo di olio prodotto a livello nazionale. Se sul piano quantitativo essa può essere considerata una regione leader, sotto l'aspetto qualitativo dell'olio mostra ancora un certo margine di crescita. Una strategia di sviluppo a disposizione delle imprese olivicole è la conversione al metodo biologico, che risulta una valida strategia per migliorare la redditività aziendale. Date queste premesse, questo progetto si pone come obiettivo di identificare varietà olivicole locali di lunga tradizione storica di coltivazione per iniziare un protocollo di coltura biologica. Combinando lo studio archeologico dei resti di olivo e quello archivistico dei documenti inerenti le pratiche olivicole, con le moderne tecnologie di analisi immagine per l'identificazione della varietà e lo studio biochimico per la tracciabilità del prodotto, si vuole fornire agli agricoltori locali dati sulle varietà di olivo coltivate in antico. In accordo con l'A.PR.OL di Lecce si intende porre le basi per la messa a coltura di varietà indigene di lunga storia per produrre olio biologico con marchio di qualità locale. Il successo di queste iniziative è già stato provato dall'esperienze dell'azienda vitivinicola Mastroberardino' che dal 1994, in collaborazione con la Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Pompei, ha messo a coltura antichi vitigni giungendo a produrre 5000 bottiglie di Villa dei Misteri esportate in tutto il mondo.
Il progetto consiste nello svolgimento di un'analisi integrata dei nuovi strumenti di finanziamento al Terzo settore, in chiave di risposta e valorizzazione rispetto all'odierno scenario socio-economico, quanto mai segnato, a tutti i livelli, dalla crisi della finanza pubblica e dalla pressante ricerca di una comune identità europea. La contrazione generalizzata della spesa pubblica riduce le dotazioni finanziarie da impiegare in scopi di utilità sociale. L'elaborazione di nuovi modelli di finanziamento delle imprese sociali pugliesi può realisticamente costituire la migliore risposta al bisogno di perequazione avvertito nelle Regioni meno favorite dal federalismo fiscale, contribuendo a colmare il gap economico e tecnologico nel settore dei servizi sociali. Parallelamente, la valorizzazione delle organizzazioni non-profit rappresenta un passaggio obbligato per la buona riuscita della politica comunitaria incentrata sulla società inclusiva: questa politica, infatti, concepisce l'identità e l'articolazione culturale dei gruppi presenti nella società civile nei termini di una risorsa positiva di sviluppo ad un tempo sociale, culturale ed economico. Rispetto alle culture-based organizations, tutto ciò impone pure l'ulteriore approfondimento dei problemi di diritto contrattuale antidiscriminatorio che riguardano i rapporti dell'ente con l'utenza, con i suoi componenti (volontari, soci, lavoratori ecc.), con le altre organizzazioni e con gli operatori del «mercato».
Negli ultimi 50 anni si è assistito ad una notevole riduzione della biodiversità dettata principalmente dalla resa agronomica crescente delle varietà moderne. Per poter sostenere il proprio reddito, infatti, gli agricoltori hanno scelto di coltivare varietà con una elevata produzione, spesso tralasciando la valutazione di parametri qualitativi. L'idea progettuale ha lo scopo di valorizzare la varietà di frumento duro Cappelli (varietà antica iscritta al registro delle varietà da Nazareno Strampelli nel 1915 presso il Centro di Cerealicoltura di Foggia) non solo per le sue qualità organolettiche, ma soprattutto in funzione delle sue spiccate capacità di tolleranza alla siccità. E' noto, infatti, che questa varietà ha un'ottima WUE (Water Use Efficiency), anche superiore rispetto alle moderne varietà di frumento che sono coltivate in Puglia. Sulla base di dati di trascrittomica delle varietà Cappelli ed Ofanto sarà condotta una analisi genetica al fine di identificare modificazioni nelle sequenze che possono descrivere i differenti comportamenti tra queste due varietà. Sarà condotta una analisi Single Feature Polymorphism (SFP) che consentirà di identificare mutazioni puntiformi sulla base di informazioni derivanti da esperimenti microarray condotte su 60 mila geni di frumento. Queste mutazioni saranno associate a particolari geni e potranno dimostrare l'utilità della varietà Cappelli per futuri programmi di breeding o per la coltivazione in aridocoltura
Circa il 70% della superficie terrestre è ricoperta dal mare da cui è possibile estrarre una grande quantità di energia totalmente rinnovabile. Il progetto mira a realizzare un microgeneratore che sfrutti il moto ondoso marino per generare energia elettrica. In particolare, il sistema si basa sul moto di un pistone, azionato dalla forza di galleggiamento agente su una boa ancorata al fondale a bassa profondità; il liquido compresso dal pistone è sfruttato per la conversione in energia elettrica. Scopo del progetto sarà quello di realizzare un prototipo funzionante calibrato per le caratteristiche del moto ondoso del basso Adriatico, identificando, altezza e frequenza tipica delle onde del sito di istallazione. Si punta alla realizzazione di un dispositivo che produca un range di potenza da 2 fino a 5 kW, di facile realizzazione, di piccole dimensioni (0.5 m di diametro circa), caratterizzato da bassi costi di realizzazione e manutenzione grazie all'utilizzo di componenti già disponibili sul mercato. L'impianto sarà ad impatto zero per l'ambiente circostante in quanto non si ha produzione di anidride carbonica o di altro gas serra proveniente dalle comuni fonti fossili. La tipologia di produzione elettrica di tipo puntiforme, che sarà realizzata, permetterà di assorbire energia dal moto ondoso rispetto a tutte le direzioni possibili del fronte d'onda, non richiedendo, quindi, la scelta di un particolare sito di installazione in funzione di direzioni dominanti del moto ondoso.
Il progetto si propone di realizzare una classe di dispositivi elettroluminescenti ad alta efficienza di emissione e mobilità di carica, grazie all'impiego di costituenti ibridi. La caratteristica principale dei materiali ibridi che si vorrebbero impiegare, è la loro natura a ponte fra il mondo organico e quello inorganico. In virtù di questa natura, il loro utilizzo in dispositivi elettroluminescenti permetterà di semplificarne notevolmente l'architettura consentendone il funzionamento a basse tensioni di lavoro. Oggi, infatti, sia negli OLED (diodi organici luminescenti) che negli OLET (transistor organici luminescenti), è necessaria la compartimentazione delle funzioni di trasporto delle cariche rispetto a quelle di emissione della luce. Questo implica un notevole dispendio di risorse energetiche associate alla sintesi dei diversi materiali costituenti e alla complessità dei processi produttivi. La necessità della compartimentazione, è dovuta alla natura dei composti organici, che solitamente sono buoni trasportatori di carica se scarsamente luminescenti e viceversa. L'individuazione di una classe di materiali ibridi aventi un'elevata mobilità di carica ed anche buone proprietà di luminescenza consentirebbe di fondere le funzionalità di trasporto e di emissione in un unico strato attivo abbattendo così l'impatto dei processi di produzione e il costo finale di dispositivo, favorendo in questo modo la sostenibilità ambientale ed economica di questo sviluppo tecnologico
Scopo del progetto di ricerca è studiare la ricezione dell'opera di Pindaro nel Medioevo bizantino con particolare riferimento alla scuola di Tommaso Magistro, fiorita a Tessalonica tra XIII e XIV s. La scelta di approfondire la fortuna dell'opera pindarica si basa sul fatto che Pindaro è uno dei più noti poeti della letteratura occidentale, i cui testi sono stati consapevolmente tramandati nel tempo sino a giungere a noi in un ampio numero di papiri e codici. Le ricerche sinora svolte, relative al modo in cui la sua opera fu studiata a Bisanzio, si limitano perlopiù al Proemio di Eustazio (XII s.) e lasciano oscuri ancora molti altri ambiti. Scopo di questo studio è recuperare il testo dell'esegesi a Pindaro scritta da Magistro e da lui utilizzata per impartire le proprie lezioni. Parte del lavoro esegetico di Magistro non è mai stata pubblicata sinora ed attende una editio princeps (scoli alle Pitiche III-IV). Si procederà ad un'analisi filologica dei diciotto manoscritti conservati per indagarne i rapporti di parentela e giungere alla costituzione di un testo critico. Il progetto mira a comprendere l'uso del testo pindarico nella prassi didattica bizantina nel momento in cui l'insegnamento superiore a Tessalonica ebbe particolare fioritura grazie ad eminenti maestri come Magistro e Triclinio. Si approfondiranno i presupposti storico-filologici, l'utilizzo nella prassi didattica e la diffusione di questo ed altri testi di Magistro nelle scuole greche di Terra d'Otranto.
Si studieranno le prime fasi d'apprendimento della lettura in bambini che leggono l'italiano come lingua madre (LM) o come seconda lingua (L2, i.e, stranieri). Si sa che i lettori in L2 sono meno veloci e accurati di quelli in LM (Cook, 1997); ci sono però anche differenze qualitative nel ricorso alle strategie di lettura adottate e una diversa sensibilità alle caratteristiche psicolinguistiche delle parole? Il disturbo di lettura dei poor reader in L2 è simile a quello manifestato in LM?L'esame dei tempi di reazione vocale (TRV) e dei movimenti oculari permetterà di testare effetti lessicali e sub-lessicali ed inferire se LM e L2 fanno un diverso ricorso alla strategia lessicale e fonologica di lettura. Queste evidenze saranno supportate dall'esame dei potenziali evocati (ERP).Inoltre, si studierà il profilo d'errore dei due gruppi in funzione delle caratteristiche psicolinguistiche delle parole, per esaminare se le componenti visive, fonologiche, lessicali e semantiche modulano diversamente il riconoscimento delle parole in LM e L2. Le parole saranno presentate sia isolate che inserite in un testo significativo, per verificare se anche i lettori L2 (così come quelli di LM) sono facilitati dal contesto semantico nella lettura.Infine, si esaminerà la capacità di acquisire ex-novo in laboratorio rappresentazioni ortografiche delle parole e di utilizzarle in lettura, in modo da evidenziare se L2 e LM differiscono anche controllando le opportunità di apprendimento.
Il progetto proposto mira a ottimizzare la dislocazione delle turbine in un impianto eolico in modo da massimizzare la potenza erogata e tenere il rumore prodotto sotto una certa soglia.Il fabbisogno energetico in continua crescita unito alla non facile reperibilità di materie prime non rinnovabili ha indirizzato la ricerca nel settore delle energie sostenibili. Questa scelta è motivata in modo significativo anche dall'obiettivo di ridurre i gas serra e rientrare nei parametri fissati dal protocollo di Kyoto a livello mondiale e dal pacchetto Energia-Clima 20-20-20 a livello europeo. Tra le fonti rinnovabili l'energia eolica occupa un posto importante: essa è inesauribile ed è presente in modo abbondante e distribuito sul territorio. La trasformazione dell'energia cinetica del vento in energia meccanica avviene negli impianti eolici. Una problematica legata ai parchi eolici è il rumore prodotto dalle turbine. Tale problematica diventa rilevante quando i parchi eolici sono collocati o devono sorgere in zone limitrofe ai centri abitati come nel caso di parco minieolico. Trovare una giusta collazione delle turbine all'interno di un impianto che garantisca da una parte la massima potenza prodotta e dall'altra che il rumore totale non superi un certo limite, contribuisce a migliorare l'efficienza degli impianti esistenti e a favorire l'installazione di nuovi impianti anche in prossimità dei centri abitati.
Il progetto mira a rafforzare la conoscenza dei processi storici che hanno determinato l'evoluzione delle scelte energetiche della Puglia. Nella fattispecie si propone di analizzare il percorso storico, sociale e culturale che ha caratterizzato l'orientamento della politica energetica pugliese verso la diversificazione delle fonti di produzione di energia. L'indagine, partendo da uno studio complessivo della situazione nazionale e regionale in ambito energetico, concentrerà la sua attenzione sugli investimenti della Puglia nei confronti delle cosiddette energie alternative, dove la tecnologia e lo sviluppo scientifico rappresentano la chiave di volta delle future evoluzioni. Nel quadro di una politica energetica nazionale sempre più condizionata dall'assenza pressoché totale di ogni fonte in grado di produrre energia, la Regione Puglia si è infatti fortemente distinta nel corso degli ultimi anni nella ricerca di una valida differenziazione energetica, favorendo uno stretto connubio tra energia e innovazioni tecnologiche.Il progetto, attraverso un'indagine rigorosa che utilizzi i metodi della ricerca scientifica, si propone di dare un contributo sostanziale nell'ambito del riferimento Industria creativa (e sviluppo culturale), valorizzando la conoscenza degli sviluppi scientifici e tecnologici applicati alla produzione energetica che la Puglia ha concorso a favorire notevolmente mediante la forte incentivazione per la produzione di energie da fonti rinnovabili.
Il Progetto di Ricerca intende ricostruire il ruolo economico e produttivo dell'attività tessile nel mondo antico attraverso lo studio di una serie di contesti archeologici dell'Italia meridionale con particolare riferimento al territorio Pugliese, che ancora oggi conserva una forte tradizione manifatturiera. Il Progetto si svolgerà in tre fasi strettamente interconnesse: alla schedatura degli strumenti della tessitura e di lembi di tessuto, mineralizzati o carbonizzati, rinvenuti in contesto archeologico, l'apporto di innovative tecniche di archeologia sperimentale consentirà la ricostruzione del tessuto realizzabile con gli strumenti schedati e analisi biochimiche sui frammenti di tessuto individuati forniranno dati sulla natura del materiale e dell'eventuale colorazione.Risultato del Progetto sarà la ricostruzione dei ruoli economico, produttivo e sociale che l'attività riveste nelle società antiche attraverso l'analisi dell'evoluzione tecnica e tecnologica, della scelta dei materiali e del grado di coinvolgimento di entrambi i sessi nella produzione e vendita dei prodotti. Al fine di raggiungere i risultati attesi è fondamentale un ampio partenariato di cui il Progetto dispone.La Ricerca contribuirà alla conoscenza delle matrici culturali, sociali e della storia economica dei territori coinvolti in un processo produttivo ampio e complesso, ma ancora poco noto per le epoche storiche più antiche pur essendo già fonte di reddito per i nuclei familiari.
L'abbandono del lavoro da parte delle lavoratrici-madri è una delle principali fonti dei gap di genere, la cui riduzione comporterebbe aumenti di PIL significativi. Il gap si misura a partire dalle differenze occupazionali di genere nel mercato del lavoro. Si tratta di un problema che caratterizza soprattutto l'Italia in Europa e il Mezzogiorno in Italia. Lo studio OCSE, Closing the gender gap (2012) evidenzia che una parte significativa del gap (in Italia il 61%) rappresenta una zona grigia, che non trova spiegazione. I risultati attesi dalla realizzazione del progetto risiedono: nella misurazione dell'incidenza delle discriminazioni sulla zona grigia del gap (misurazione definita problematica dall'OCSE);nell'analisi delle cause socio-culturali e in particolare delle variabili identitarie di genere che agiscono sul datore di lavoro ma anche sulla lavoratrice-madre. nell'individuazione di strategie di supporto (documenti e/o percorsi) da proporre sia alle imprese sia alle lavoratrici, con lo scopo di ridurre le forme di discriminazione agendo sui condizionamenti culturali che le causano.La formazione fruita attraverso tali prodotti ha come scopo quello di un'idea di conciliazione che affianca a quella tradizionale tra tempi di cura e tempi di lavoro, quella tra datori di lavoro e lavoratrici e tra le identità di madre e quella di lavoratrice che albergano nella stessa donna, attraverso la riduzione di stereotipi e bias legati al lavoro femminile.
Il progetto si propone di affrontare lo studio dei contesti archeologici attraverso l'applicazione delle tecniche di indagine finalizzate alla caratterizzazione chimica dei residui organici nelle ceramiche e nei sedimenti, attraverso casi di studio relativi all'area mediterranea. L'approccio funzionale allo studio dei reperti consentirà di sfruttare il potenziale informativo dei depositi archeologici riguardo la conoscenza di molteplici aspetti connessi alle pratiche alimentari: preparazione e consumo del cibo, attività economiche e produttive, scambi commerciali, pratiche rituali. I risultati derivanti dallo studio chimico saranno integrati con dati botanici e faunistici, con fonti storiche e studi etnoantropologici. Lo studio delle pratiche alimentari nel mondo antico viene di solito condotto attraverso l'esame delle fonti letterarie di età greca e romana, dalle quali spesso non è possibile ricavare informazioni utili alla conoscenza di determinate abitudini nei precisi contesti e del loro importante ruolo nelle dinamiche acculturative nei confronti, ad esempio, del mondo anellenico dell'Italia meridionale. Il progetto intende valorizzare lo studio delle pratiche alimentari nella loro valenza socio-culturale nell'ambito della specificità di ciascun contesto, confrontandole con altre situazioni in area mediterranea.Lo sviluppo di tecniche di chimica analitica consentirà di ottimizzare le possibilità di applicazione delle metodologie adottate ad altri contesti di età storica
Il progetto prevede attività di ricerca (bibliografica ed empirica, a livello nazionale e internazionale) che consenta di definire e sperimentare un modello di rilevazione, misurazione e valutazione della sostenibilità del territorio in cui opera il Comune (inteso come azienda pubblica locale/ente locale). La sostenibilità è concepita in maniera innovativa, cioè da un punto di vista ambientale, sociale, culturale ed economico e lo strumento che si intende delineare e testare consentirà di rilevare dati e informazioni (principalmente attraverso l'implementazione di un set di indicatori quali-quantitativi) relativi ai quattro ambiti in cui si vuole declinare la sostenibilità. Tale documento scaturirà da un complesso processo di definizione ed alimentazione dello stesso e permetterà: alla classe politica locale di valutare le azioni intraprese e di essere supportata nelle decisioni future inerenti i 4 ambiti considerati, orientando la programmazione locale alla sostenibilità e facilitando i comuni a diventare smart cities; alla collettività di conoscere la performance dell'ente locale in termini di risultati raggiunti nell'interesse ambientale, sociale, culturale ed economico dei cittadini; ai decisori regionali di fruire dei dati raccolti a livello locale, consentendo un interscambio di informazioni fra Regione ed enti locali indispensabile al supporto dell'attività di pianificazione territoriale, ambientale, culturale, sociale ed economica propria della Regione.
La nanotecnologia è in rapida espansione e recentemente utilizzata anche in medicina per migliorare il trattamento terapeutico di varie malattie.Scopo di questo progetto è sviluppare dei green nano-carrier a base di materie prime naturali da fonti rinnovabili. In particolare, si intende realizzare nano-dispersioni vescicolari a base di cardanolo (CA) e suoi derivati, con un metodo che rispetti l'ambiente senza l'utilizzo di solventi organici, per ottenere sistemi completamente naturali capaci di veicolare composti bioattivi.Il CA e derivati sono materiali organici naturali, ottenuti come sottoprodotti dell'industria dell'anacardio per distillazione sotto vuoto dell'olio contenuto nel guscio (CNSL). Il basso costo, l'ampia disponibilità e le caratteristica struttura molecolare che conferisce particolari proprietà chimiche, rendono questi materiali di scarto industriale nuove materie prime alternative per la realizzazione di prodotti eco-friendly.Le proprietà antiossidanti del CA e derivati possono migliorare la stabilità di questi nuovi sistemi di rilascio riducendo gli effetti collaterali indesiderati tipici delle terapie convenzionali. Lo scopo è caricare i vettori con fitochimici estratti da scarti agricoli e potature locali di frutta e verdura (olive, pomodori, frutti rossi, ecc.), aiutando a minimizzare l'impatto ambientale di tali rifiuti. Inoltre, incorporare molecole fotoattive nelle vescicole rende questo sistema un potenziale nanocarrier per terapia fotodinamica.
L'energy transfer e il light harvesting sono processi chiave in molti dispositivi ed sono stati oggetto di molti studi negli ultimi anni. Il maggiore requisito per questi processi è il corretto arrangiamento dei donors e degli acceptors a livello nanometrico. Questo si ottiene attraverso il self-asssembly controllato e la formazione di gel dei chromophores. Un approccio promettente per lo sviluppo di una nuova classe di materiali in fase gel si basa sull'uso di nanoparticelle. Le nanoparticelle offrono l'opportunità di controllare precisamente l'interazione fra loro, rendendo possibile la creazione di strutture molecolari a livello nanometrico e generare nuove fasi, sia ordinate sia disordinate. Questa sarà la premessa per una rivoluzione nel campo del fotovoltaico e dello stoccaggio dell'energia proveniente da fonti alternative perché questo nuovo materiale potrebbe costituire la matrice perfetta per nuovi materiali smart. Le nanoparticelle rispetto alle particelle di dimensione micrometriche mostrano una grande potenzialità di superare gli ostacoli di un self-assembly con alti livelli di organizzazione. I gel di nanoparticelle sono anche i perfetti candidati per risolvere il problema delle Greatzel cells dal momento che possono sostituire il conduttore ionico in fase liquida con chiari vantaggi. Inoltre, la presenza di chromophores sulla superficie delle nanoparticelle creerà un fantastico materiale per l'energy transfer and il light harvesting.
Il Progetto prevede la realizzazione di una cartografia di dettaglio, numerica a grande scala, delle città antiche non a continuità di vita della Puglia, dando priorità a quelle oggetto di interventi di pianificazione e valorizzazione, che consenta il corretto posizionamento di tutte le evidenze archeologiche note e tutte le anomalie, le tracce archeologiche, riscontrate sulle immagini aerorilevate appositamente realizzate per la restituzione fotogrammetrica. Le immagini verticali verranno acquisite con metodi di telerilevamento tradizionali e con droni di ultima generazione, che consentiranno la raccolta di dati geospaziali ad alta risoluzione geometrica con la possibilità di generare modelli digitali del terreno e ortofoto. La realizzazione di cartografie così strutturate avrà come risultato immediato quello di offrire uno strumento indispensabile a tutti gli Enti (Regione, Province, Comuni, Soprintendenza etc.) che operano sul territorio in termini di programmazione, gestione e tutela. Non ultimo anche un contributo alla conoscenza con l'acquisizione di nuovi dati che verranno inseriti in un SIT condiviso, quale la Carta dei Beni Culturali della Puglia.Gli elementi di valorizzazione nell'ambito 1 risiedono nella possibilità di uno scambio immediato di dati fra Università,Regione ed Enti locali utili alla pianificazione territoriale e paesaggistica e nella sperimentazione di nuovi sistemi di rilevamento per il monitoraggio del patrimonio culturale.
l'idea progettuale è legata all'ambito di riferimento Industria Creativa, con l'intenzione di rafforzare le conoscenze su tematiche di carattere innovativo e stimolare lo sviluppo di sistemi elettro-ottici di nuova generazione basati sull'interazione tra polimeri e materiali attivi, come i nanocristalli colloidali (NCs). La proposta è focalizzata su Nanotecnologie per Industria Creativa. I NCs possono essere prodotti in modo economico e con caratteristiche volute su quantità dell'ordine dei grammi, essere dispersi in solventi o polimeri, e/o essere usati come elementi di base per strutture mesoscopiche ed elementi attivi in dispositivi. Questo progetto impiegherà (i) NCs con elevata efficienza, emissione polarizzata e ridottissimo blinking; (ii) eterostrutture comprendenti nanomateriali magnetici con elevata responsività a campi magnetici per permettere deformazioni intenzionali e controllo dei materiali. L'integrazione di NCs con ridotto blinking e altamente emissivi nelle strutture ibride che proponiamo renderà possibile lo sviluppo di nuove sorgenti di luce efficienti e operanti a temperatura ambiente. Queste saranno adatte, tra le altre applicazioni, ad ottenere processi di informazione quantistica sicura, dispositivi ibridi per metrologia e sorgenti di eccitazione per applicazioni bio-mediche e innovativi prodotti tessili, aprendo quindi prospettive trasversali a diversi settori industriali high-tech e creativi.
L'attività proposta, inerente al tema dell'Energia Sostenibile, esaminerà i punti di forza e le debolezze dal punto di vista del comportamento aero-idrodinamico per varie strutture galleggianti di supporto per turbine eoliche, accoppiate o meno con dispositivi per la produzione di energia da onde di mare, nonché la loro sostenibilità economica. Ad oggi tali dispositivi sono studiati, in laboratorio e in campo, per siti oceanici o particolarmente esposti come il Mar del Nord. Le condizioni del Mediterraneo, diverse per clima ondoso più mite e ambiente marino più vulnerabile (rischio più elevato di danno ambientale), suggeriscono di adottare criteri progettuali differenti. PEGASO vuole individuare quali siano le problematiche progettuali e ambientali per il posizionamento di queste piattaforme per energia eolica e ondosa, utilizzando modelli numerici e semianalitici. Dunque, il progetto mira a: 1. Individuare soluzioni convenienti e affidabili per produrre energia da fonti rinnovabili;2. Svolgere ricerca di base sulla modellazione delle strutture utilizzando tecniche classiche (modelli agli elementi finiti e di frontiera, teoria potenziale lineare, software per computational fluid dynamics e prove di laboratorio);3. Effettuare analisi economica e comparativa fra i dispositivi in termini di costo dell'energia o valore attualizzato netto, tenendo in conto anche del decommissioning ;4. Parametrizzare i risultati della ricerca per una loro diffusione più generale.
La malattia di Parkinson (MP) è uno dei più gravi disordini neurologici e colpisce circa l'1% delle persone sopra i 60 anni [1]. Le principali terapie attualmente adottate per il suo trattamento controllano i sintomi della malattia ma non la curano. Al contrario le terapie basate sulla neuroprotezione (tramite molecole antiossidanti) sono in grado di ridurre la gravità della patologia.Il progetto sintetizzerà delle nanoparticelle (NPs) polimeriche funzionalizzate con molecole antiossidanti con comprovati o potenziali effetti terapeutici nel trattamento della MP, ad es. melatonina, augmenter of liver regeneration protein (ALRP), idrossitirosolo e resveratrolo. La superficie di queste NPs verrà inoltre funzionalizzata con dei vettori in grado di veicolarle verso e attraverso determinati siti di interesse (ad es. glucidi per il target del GLUT-1 [2]) riducendo i potenziali effetti collaterali dovuti a una più generale biodistribuzione del farmaco e la quantità di farmaco necessaria per avere un effetto terapeutico significativo, e quindi i costi.Le proprietà di questi nanovettori intelligenti verranno testate in vitro ed in vivo per valutare la loro effettiva capacità terapeutica e la loro biocompatibilità, fino ad arrivare alla definizione di un sistema ottimale con eventuali potenziali applicazioni biomediche.[1] C.W. Olanow, Neurodegeneration and Neuroprotection in Parkinson's Disease, Academic Press, New York, 1996.[2] M.A. Malvindi et al. Nanoscale 2011, 3, 5110.
Il Progetto di Ricognizione Archeologica Aerea della Penisola Salentina prevede la messa a punto di una serie di azioni volte a indagare attraverso ripetuti voli aerei il territorio della Puglia meridionale col rilevamento fotografico a bassa quota di anomalie archeologiche e monumenti medievali e classici inseriti nel loro contesto paesaggistico rurale o urbano.I risultati attesi dalla realizzazione di queste attività potranno portare ad un notevole incremento nelle conoscenze del patrimonio culturale con la scoperta di nuovi siti, che saranno puntualmente controllati sul terreno al fine di verificarne consistenza, tipologia e cronologia, e nel contempo consentiranno una forma di controllo dei dati derivati dalla ricerca bibliografica e d'archivio. La valorizzazione dei dati così acquisiti nell'ambito 1 Città e territori sostenibili si concretizzerà con la possibilità di immissione delle nuove informazioni in banche dati già in uso, come la Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia, offrendo un lavoro ad alto livello di affidabilità finalizzato a colmare, almeno in parte, le conoscenze in quei comparti territoriali tradizionalmente poco studiati, proponendo uno strumento che potrà collocarsi alla base dello sviluppo urbanistico e alla programmazione di nuove ricerche scientifiche, garantendo innovazione nel breve periodo. Ciò sarà attivato in un contesto attuale in cui lo scambio di informazioni spesso incontra inopportuni ostacoli burocratici o è del tutto assente.
Questo progetto di ricerca si propone di sviluppare una tecnica analitica molto sensibile e rapida per tipizzare biomarcatori circolanti del glioblastoma multiforme (GBM) direttamente ex vivo utilizzando, cioè, campioni di sangue di pazienti malati, attraverso nanoparticelle magnetiche target-specifiche, rilevate da un sistema miniaturizzato di risonanza magnetica nucleare. Questa piattaforma può fornire sia un indicatore dell'efficacia dei farmaci durante una terapia sia un metodo per uno screening molecolare nei test clinici umani. Questa proposta combina le conoscenze acquisibili con un approccio di tipo biologico con quelle sfruttabili attraverso materiali ingegnerizzati di dimensioni nanometriche. In tal modo, è possibile rilevare rapidamente marcatori GBM in campioni di sangue con alta sensibilità attraverso un biosensore di tipo nanotecnologico. Le cellule di GBM, a differenza di altre cellule tumorali, rilasciano microvescicole e non solo fattori solubili così che la discriminazione tra condizione di malattia e di salute è specifica. Inoltre, tale sistema fornisce un chip di laboratorio portatile, sfruttabile anche in altre applicazioni cliniche, quali malattie infiammatorie e infettive, usando campioni di sangue, fluido spinale o cerebrale, urina, saliva o altri fluidi biologici. Questo sarebbe essere molto importante per migliorare la salute prevenendo le malattie e/o fornendo nuovi dispositivi per la diagnosi precoce e avanzata e per il monitoraggio della malattia.
La tubercolosi (TB), causata dal Mycobacterium tuberculosis (MTB), è una delle principali cause di morte in tutto il mondo da malattia infettiva. L'infezione da MTB attiva i meccanismi di difesa mediata dall'immunità innata come l'attivazione dell'autofagia. A sua volta, come strategia di difesa propria, MTB promuove il rilascio del sistema ESX-1 inibendo la maturazione dell'autofagosoma. E' dimostrato che l'uso di agenti farmacologici, come la Rapamicina e l'INFg, è in grado di superare tale difesa degradando il MTB.La via biochimica dell'ubiquitinazione controlla la degradazione autofagica del MTB. E dimostrato che le proteine TRIM ubiquitina E3 ligasi, sono implicate nella risposta immunitaria innata attraverso il controllo dei meccanismi dell'infezione batterica.Scopo del progetto è identificare il meccanismo mediante il quale MTB, attraverso il sistema ESX-1, blocca l'autofagia e caratterizzare il ruolo delle TRIM nella regolazione della risposta immunitaria al MTB. Tale studio fornirà nuove informazioni sulla complessa regolazione del processo autofagico e sulla relazione funzionale tra l'ubiquitinazione, l'infezione e il ruolo delle TRIM contribuendo a chiarire gli aspetti cruciali nella patogenesi della tubercolosi e l'identificazione di nuove strategie terapeutiche anti-batteriche. Questo progetto, in linea con l'area di riferimento del bando di ricerca, avrà un sicuro impatto sul servizio sanitario italiano, nell'ambito delle malattie infettive.
Lo scopo del progetto è lo sviluppo di sensori elettrochimici ultrasensibili e miniaturizzabili per la rivelazione selettiva di sostanze usate in allevamenti e acquaculture responsabili di reazioni allergiche e tossiche negli uomini e indicative della qualità e freschezza del cibo.I sensori, basati sull'integrazione di nanotubi di carbonio (NTC) con polimeri a stampo molecolare (MIP), verranno preparati in 3 step:Inizialmente i NTC verranno funzionalizzati per controllarne supramolecolarmente la loro deposizione sulla superficie del trasduttore, per ottenere un'ampia superficie attiva aumentando in questo modo la sensibilità;Quindi diversi MIP per target analitici specifici verranno depositati elettrochimicamente sulla superficie dei NTC al fine di permettere un alto controllo sulla morfologia durante la deposizione e conferire specificità al sensoreInfine verranno valutate le proprietà di sensing del dispositivo e la possibile applicazione in campioni reali.Lo scopo finale del progetto è l'integrazione di questi sensori in dispositivi portatili per il controllo real-time della qualità di cibi freschi e/o impacchettati[1]. Lo sviluppo di questi sistemi può avere, quindi, un doppio impatto su salute ed economia: se da un lato può essere uno strumento per salvaguardare la salute del consumatore, dall'altro può indirizzare le industrie del cibo verso maggiori controlli sull'origine dei loro prodotti incrementandone la qualità.1.Zevenbergen Anal. Chem. 83, 2011
L'Idea Progettuale s'incentra sullo studio e la fabbricazione di moduli fotovoltaici flessibili e semitrasparenti basati su nanomateriali compositi ibridi integrabili in elementi d'arredo urbano quali: pensiline alle fermate degli autobus e alle postazioni del bike sharing, lucernai e coperture esterne negli edifici, barriere acustiche su strade e ferrovie. Lo studio costituisce un prezioso contributo alla conoscenza e allo sviluppo dei dispositivi fotovoltaici, attraverso l'analisi dei nanomateriali e delle loro interazioni con la radiazione luminosa, volta a generare un feedback continuo tra proprietà dei materiali stessi e prestazioni dei dispositivi. La fabbricazione di tali dispositivi consente di convertire l'energia solare in energia elettrica laddove questa viene utilizzata, creando una rete di produzione integrata nel paesaggio urbano in armonia architettonica con gli elementi preesistenti e in risposta alle istanze di sostenibilità a valorizzazione delle città. I ridotti costi di produzione, dovuti all'impiego di materiali in fase liquida, compatibili con tecniche di fabbricazione poco dispendiose e consolidate, e di installazione e manutenzione, data la plasticità e la leggerezza dei moduli, costituiranno un incentivo alla loro adozione in ambito domestico e professionale da parte di soggetti privati. In prospettiva, il capitale di conoscenze tecnico-scientifiche acquisite favorirà la creazione di un polo d'innovazione e la produzione ad alto valore aggiunto.
Il progetto consiste di una ricerca-intervento sociologica il cui oggetto di studio è rappresentato dai punti di forza e di debolezza, potenzialità e criticità relativi al job matching.Il target è costituito da: 1) agenzie private e pubbliche di collocamento, datori di lavoro, lavoratori e associazioni di categoria, sindacati, ecc., parti in causa nel mercato del lavoro e le cui caratteristiche culturali e strutturali determinano in positivo/negativo l'incontro tra domanda e offerta; 2) giovani in situazione di precarietà e che costituiscono una sacca di emarginati sempre più estesa. Attenzione sarà data ai NEET, forza lavoro utile alle imprese in un momento come questo di tentata uscita dalla crisi.Con la ricerca si vuol far emergere un sistema in impasse. Le carenze economiche e di personale degli Enti Pubblici e l'insufficienza delle agenzie private di job searching obbligano aziende e disoccupati a sfruttare canali informali, creando condizioni di job matching, da cui molti rimangono esclusi: un tipo di emarginazione dal mercato del lavoro, dovuta alla specificità delle reti di relazione e dell'ambiente culturale in cui vivono.Intento: valorizzare i canali formali d'intermediazione, Centri per l'impiego in primis, attraverso l'organizzazione della comunicazione e del flusso di dati al fine di creare una rete tra enti privati e pubblici (anche università e scuola), lavoratori e imprese.
Il progetto si propone di sviluppare sistemi innovativi per delivery intelligente di farmaci antitumorali. La ricerca nella tecnologia farmaceutica ha compiuto consistenti avanzamenti negli ultimi decenni ma molti sforzi sono ancora richiesti per sviluppare sistemi che consentano di veicolare farmaci ai tessuti bersaglio in modo efficace preservando la loro attività terapeutica e riducendone gli effetti indesiderati.L'obiettivo sarà raggiunto mediante un promettente approccio tecnologico che prevede la realizzazione di nanocarrier, con l'obiettivo di migliorare il valore terapeutico dei farmaci modificando la loro distribuzione e così aumentare la loro efficacia e/o ridurre la tossicità. L'incapsulazione di farmaci verrà elaborata attraverso1.L'ultrasonicazione del farmaco in polvere e la simultanea deposizione di polimeri tramite la tecnica del layer-by-Layer (LbL)2.La produzione di nanocapsule costitute da polimeri fatti crescere su un core di CaCO3Le funzionalità chimiche dei polimeri offrono l'opportunità di aggiungere dei tag,e progettare,dunque, sistemi capaci di indirizzarsi e accumularsi specificatamente nelle cellule tumorali; l'uso di sistemi di trasporto nanometrici,inoltre, migliora il profilo farmacologico, ottimizza l'efficacia terapeutica,migliorando la biodistribuzione e la biodisponibilità e riducendo gli effetti collaterali sistemici. Si ritiene che i nanocarrier qui sviluppati possano avere un'applicazione nei futuri sviluppi delle terapie anticancro
L'Idea Progettuale si sviluppa nell'ambito dei programmi comunitari indirizzati al miglioramento della sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca e dell'acquacoltura ed è coerente col quadro delle politiche agricole della Regione Puglia che mirano ad un rafforzamento della competitività e produttività di entrambi questi comparti economici, nel rispetto dell'ambiente e tutelando la biodiversità.Essa prevede una ricerca sperimentale finalizzata allo sviluppo di protocolli di vitrificazione di spermatozoi ed embrioni di specie ittiche di interesse per l'acquacoltura (spigola e orata) e di specie minacciate di estinzione a causa della pesca eccessiva e dell'inquinamento (triglia e nasello).I risultati potenziali attesi si concretizzeranno nella creazione di criobanche genetiche che hanno, ormai, un ruolo ben consolidato nella conservazione della biodiversità e/o nel miglioramento della produzione agricola. Questo, nello specifico, consentirà: 1) un uso più razionale delle risorse marine, riducendo l'approvvigionamento annuale (da parte degli impianti ittici) di riproduttori selvatici, necessario a mantenere i livelli di variabilità genetica delle specie allevate simile a quella delle popolazioni selvatiche; 2) uno sviluppo dell'acquacoltura competitivo ed ecologico (potendo estendere la produzione larvale in periodi differenti dalle normali stagioni di riproduzione); 3) l'avvio di programmi di ripopolamento per specie ittiche marine minacciate di estinzione.
Applicazioni: Conciliazione tempi di vita e di lavoro, Disabilità ed inserimento lavorativoIl focus principale del progetto è la misurazione del benessere con particolare riferimento a due dimensioni: la capacità di conciliare tempi di vita e di lavoro e l'accesso al lavoro dei disabili. In particolare il progetto si propone di utilizzare tecniche di Soft Computing (AI) e tutto ciò che viene indicato come Computing with Words (CWW) (la Logica Fuzzy, le Reti Neurali, gli Algoritmi Genetici ed i Sistemi fuzzy Type1 e Type2, Sistemi Neuro-fuzzy e Neuro-Genetici) al fine di valutare in modo più appropriato di quanto si possa fare con i metodi statistici, argomenti complessi, multidimensionali e permeati da percezioni umane come i concetti di qualità, di benessere, di salute, ecc. Queste tecniche, già ampiamente collaudate e di notevole successo nell'ambito della robotica e dello sviluppo industriale possono produrre ottimi risultati, come già sperimentato, anche in ambito economico. Si intende quindi applicarle utilizzando i dati disponibili nei diversi ambiti territoriali e proporre analisi di sensitività pervenendo alla proposizione di un sistema di indicatori sulle dimensioni del ben essere indicate che possa essere utilizzato a scopi valutativi.
Il presente progetto ha come obiettivo lo sviluppo di un link wireless' per l'alimentazione di dispositivi medici impiantabili (IMD).Infatti, l'alimentazione costituisce un punto chiave per migliorare le prestazioni di IMD come i pacemaker, fondamentali per il trattamento di importanti malattie. Oggigiorno, questi dispositivi svolgono le loro funzioni grazie a delle batterie integrate. Di conseguenza, gli utilizzatori di IMD sono costretti a sottoporsi a periodici interventi chirurgici per la sostituzione del dispositivo a causa dell'esaurimento delle batterie in esso contenute.Una promettente soluzione per allungare il tempo di vita di comuni IMD, migliorando la qualità della vita di coloro che li utilizzano, è la sostituzione delle batterie con un'alimentazione che sfrutti una sorgente esterna che trasferisca energia all'IMD in modalità wireless, senza un collegamento fisico allo stesso. Sulla base di queste considerazioni, ci si propone di sviluppare un collegamento wireless per l'alimentazione di IMD quali i pacemaker. Si svilupperanno due differenti collegamenti: A) uno ad accoppiamento induttivo operante a basse frequenze (centinaia di MHz), B) ed uno che sfrutti delle rectenne e che operi ai GHz (1-10GHz). Si svilupperanno uno o più prototipi e saranno condotte campagne di misura delle prestazioni in termini di affidabilità ed efficienza dei link progettati. Inoltre, si verificherà la compatibilità elettromagnetica dei prototipi sviluppati.
La strategia per Europa 2020 propone una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, tuttavia affinché possa essere efficace è necessario che sia integrata, globale, multilivello e che faccia leva sulla territorialità attiva. Da più parti, soprattutto nel dibattito geografico, è stata riconosciuta l'inefficacia delle politiche top down e l'inadeguatezza delle delimitazioni amministrative, queste ultime scelte in molti casi come base per l'attuazione di politiche di sviluppo soprattutto nel Mezzogiorno e in Puglia. Lo studio della territorialità e della sua capacità di diventare operativa per lo sviluppo locale richiede l'elaborazione di un modello concettuale che serva innanzitutto ad individuare e descrivere le potenzialità socio-territoriali già esistenti e a costruire, a partire da esse, dei sistemi territoriali e sociali, capaci di diventare attori attivi nelle politiche di sviluppo sostenibile. Sulla base della letteratura, di ricerche in corso e applicate dell'Osservatorio Europeo Espon, si elaborerà un modello per l'individuazione di sistemi locali per lo sviluppo in Puglia. In una fase successiva si proporranno strategie di sviluppo e scenari futuri che tengano conto della situazione particolare di ciascun territorio e che si basino sulla prossimità organizzata e non solamente fisica. Difatti l'operare congiunto di effetti di prossimità fisica e organizzata non solo caratterizza un territorio ma contribuisce a disegnarne i modelli di governance.
L'identità di un territorio è espressa anche dai saperi locali racchiusi nella formula antichi mestieri rurali. L'Idea Progettuale mira a valorizzare tali saperi sul piano giuridico (art. 117, comma 3, Cost.), nella prospettiva dello sviluppo della cultura (art. 9 Cost.) e della creazione di opportunità di lavoro.Oltre a proteggere gli antichi mestieri rurali dal rischio di scomparsa, il diritto è chiamato a rivalutarli come strumenti di promozione del turismo culturale responsabile. L'Idea Progettuale propone un cambiamento di paradigma nella strategia di regolazione di questi fenomeni, prospettando le seguenti soluzioni: sostegno alle famiglie contadine e alle associazioni locali; albo regionale degli operatori accreditati per offrire formazione professionale; marchi territoriali di qualità per le produzioni degli antichi mestieri rurali; network di aree culturali rurali; Registro multimediale delle Eredità Immateriali. L'Idea Progettuale, riconducibile all'ambito Industria creativa (e sviluppo culturale), rafforzerà la conoscenza dei processi storici, sociali, culturali, del patrimonio artistico e antropologico, consentendo la diffusione di tali informazioni oltre i confini regionali; si avvarrà, specie per la formazione professionale, del potenziale creativo e produttivo di tutte le generazioni.All'esito della ricerca, le soluzioni prospettate verranno trasfuse in una proposta di DDL regionale per la tutela e la valorizzazione degli antichi mestieri rurali.
L’idea inventiva consiste nel creare un polimero a stampo molecolare (MIPs) capace di estrarre L-chinurenina endogena da fluidi biologici in cui è fisiologicamente presente, quali siero, urine ecc.. Il riconoscimento e l’estrazione selettiva di L-chinurenina da matrici biologiche mediante uno specifico MIPs rappresenta la caratteristica tecnica innovativa che consente di garantire laddove necessario adeguati livelli di L-chinurenina.
L’invenzione riguarda un metodo per la realizzazione di strati attivi basati su molecole organiche in grado di mostrare emissione spontanea amplificata (ASE) in bande spettrali multiple.Si tratta dello sviluppo di realizzazione di sorgenti di ASE e laser operanti simultaneamente ad almeno due colori distinti,combinando la realizzazione di uno strato attivo uniforme con materiale con emissione del primo colore e un secondo materiale attivo con emissione di colore diverso, di cui si controlli l’aggregazione su scala micrometica.
L’invenzione si riferisce alla produzione di un sistema di biorecettore di ioni metallici applicabile allo sviluppo di dispositivi di sensing per monitoraggio ambientale,agroalimentare e sanitario. Il dispositivo e costituito da un supporto in vetro o silicio, necessario al fissaggio della componente proteica capace di legare in maniera specifica ioni metallici, in particolare nichel.Si compone di una serie di strati molecolari utili covalentemente alla superficie inorganica, realizzati per autoassemblaggio. La soluzione di analita posta in contatto col sistema permette alla proteina di legare il nichel, con alta specificità. Le capacita di legame sono state testate in range di concentrazioni compresi fra gli 0,01 μg/ml e i 100 μg/ml. Legame e rilascio dello ione possono essere gestiti variando il pH. I principi su cui si basa il dispositivo sono quelli della cromatografia per affinità, in cui si sfrutta la naturale propensione della proteina Hpn a legare il metallo di transizione, nichel.
L’invenzione offre il vantaggio di mettere a disposizione un procedimento che consenta di incrementare la produttività di antibiotici e di altri metaboliti secondari da microorganismi. Inoltre, l’ invenzione è quello di mettere a disposizione un procedimento che consenta di incrementare la produttività di antibiotici e di altri metaboliti secondari da microrganismi in modo rapido, semplice ed economico. Sempre scopo dell’invenzione è quello di mettere a disposizione un procedimento che consenta l’impiego di adatte matrici strutturali in grado di arricchire i sistemi di coltivazione tradizionali 10 per microrganismi produttori di antibiotici. Ancora scopo dell’invenzione è quello di mettere a disposizione un procedimento per la crescita e per l’incremento di produttività di selezionati microrganismi che sia caratterizzato da elevate rese finali.
L’invenzione proposta è un ‘harvester’ ottimizzato per la generazione di energia a partire dalle emissioni elettromagnetiche spurie delle lampade a fluorescenza. Nello specifico, il prototipo sviluppato è costituito da una spirale in rame (il trasduttore) e da un rettificatore ad onda intera (un ponte di diodi) e da un filtro passa-basso. La generazione di energia è ottenuta grazie ad un accoppiamento magnetico tra la spirale in rame e le emissioni spurie di lampade a fluorescenza comunemente utilizzate per l’illuminazione in ambiente domestico.
A synthetic composite material for tissue repair is disclosed which includes a first layer having an organic material and having side walls and external surface; and a second porous layer comprising an inorganic material and having side walls; wherein the first layer is in direct contact with the second layer and wherein the side walls of the first layer and the side walls of the second layer are coated with a third layer of the organic material
L’invenzione propone un metodo per la produzione di un materiale composito fibro-rinforzato consolidato mediante il trattamento tramite energia ultrasonora di un substrato grezzo di tipo commingled, costituito da fibre di rinforzo secche e fibre di matrice polimerica termoplastica (Figura 1). Tramite il trattamento ultrasonoro si ottengono in un'unica operazione le fasi di rammollimento e/o fusione delle fibre di matrice termoplastica, le fasi di impregnazione delle fibre di rinforzo secche e le fasi di consolidamento del composito finale solitamente eseguite, secondo lo stato della tecnica nota, separatamente e secondo fasi successive.
In base alla procedura di ozonizzazione dell’olio extravergine d’oliva, appena descritta, si ottiene un prodotto di alta qualità e stabile nel tempo. Le basse temperature e il campo magnetico oltre a migliorare l’efficienza del processo produttivo, permettono di accorciare i tempi di lavorazione e di conseguenza abbassare i costi di produzione. Inoltre, la scelta di utilizzare come materia prima l’olio extravergine d’oliva ottenuto dalle cultivar salentine Ogliarola Leccese e Cellina di Nardò, consente di ridurre ulteriormente i tempi di lavorazione in quanto, questa tipologia di olio produce ozonidi in quantità più elevate rispetto ad altri oli extravegini d’oliva. Pertanto, la presente invenzione, Bioxoil, avendo una ottima stabilità nel tempo può rappresentare oltre che un valido prodotto a basso costo da impiegare nella cosmesi e nella parafarmacia, anche una interessante alternativa all’ozonoterapia, correntemente usata in medicina per scopi terapeutici. In altri termini, con l’utilizzo di Bioxoil si potrebbero abbattere i costi sanitari, poiché il paziente effettuerebbe la terapia nel proprio domicilio senza recarsi presso il centro medico, eliminando, oltremodo i rischi (come embolie) di una terapia, come l’ozonoterapia, troppo invasiva e dolorosa
This invention pertains to gaseous analytes sensor devices comprising organic thin film transistor and, in particular, sensors able to perform the enantiomeric discrimination of gaseous analytes. The organic thin films are characterized by comprising a compound of formula (I)
Solar concentration system with thermo-vector fluid made up of gas-based nanofluids and with suitably shaped receiver element of the solar radiation.
Method and related system for measuring physiological parameters of a human subject undergoing an olfactory stimulation comprising one or more smelling olfactory stimuli, where by means of said system and according to said method a human subject is undergone to said olfactory stimulation by sending said one or more smelling olfactory stimuli to the human subject; one or more physiological parameters of the human subject are recorded; and said olfactory stimulation and physiological parameters recording are synchronized
Organic-inorganic hybrids made of an organic phase based on epoxy oligomer and an inorganic phase consisting of silica nanodomains wherein the organic phase based on epoxy oligomer is polymerizable at room temperature and the silica nanodomains are produced in situ thanks to a modified sol-gel process carried out in the absence of organic or aqueous solvents and their use as adhesives or matrices for composite materials used in the rehabilitation, repair, consolidation and restoration of infrastructure and cultural heritage as well as in related methods, are disclosed.
A nanostructured organic-inorganic hybrid formulation comprising an organic phase based on methacrylic-silane monomers, which is crosslinkable by solar radiations, and an inorganic phase, obtained from an alkoxy-silane precursor, is described. The inorganic phase is composed of continuous silica nanodomains, obtained after hydrolysis and condensation reactions, dispersed within the crosslinked organic phase. The nanostructured organic-inorganic hybrid formulation is crosslinkable by solar radiation and comprises 4-15% by weight of at least one alkoxy-silane compound, 22-90% by weight of trimethoxypropyl silane methacrylate and functionalized poly(dimethylsiloxane)-terminated vinyl, 5-60% by weight of a methacrylic resin and 1-5% by weight of a photoinitiator mixture containing at least one UV photoinitiator and at least one photoinitiator that can be activated by visible light
A nanostructured organic-inorganic hybrid formulation comprising an organic phase based on methacrylic-silane monomers, which is cross-linkable by UV radiation, and an inorganic phase, obtained from an alkoxy-silane precursor, is described. The inorganic phase is composed of continuous silica nanodomains, obtained after hydrolysis and condensation reactions, dispersed within the cross-linked organic phase. The nanostructured organic-inorganic hybrid formulation is cross-linkable by UV radiation and comprises 4-15% by weight of at least one alkoxy-silane compound, 22-90% by weight of methacrylic-silane monomers whereof at least one is functionalized, 5-60% by weight of a methacrylic resin and 1-3% by weight of a UV photoinitiator and 1-4% by weight of an organic solvent.
The developed technology allows to synthetize pure calcium carbonate nano-particles without using surfactants or other chemical species useful to stabilize the mixture and the reaction product, but using a Spray Dryer which is easily usable on large scale and which allows to control the shape and the size of obtained nanoparticles.
Electromagnetic device for stimulating a particular encephalic area comprising at least a current generator and characterized in that it is provided with at least a coil of circular shape for stimulating a portion of the brain lobes in a localized way and in that it generates an electric power between 0 and 50 Watt at a frequency between 3 and 20 Hz adjustable in continuum to determine a brain synchronization effect in response to an applied magnetic field
Il tag RFID passivo oggetto di brevetto possiede proprietà elettromagnetiche che lo distinguono dai comuni tag commerciali. Per prima cosa mantiene buone performance anche se l’oggetto da tracciare contiene liquidi e metalli. Inoltre, il tag brevettato ha un diagramma di radiazione tale da permetterne la comunicazione con le antenne-reader anche in condizioni di disallineamento. Infine, il layout dell’antenna del nuovo tag permette di minimizzare problemi di overlapping tra tag dello stesso tipo e quindi di agevolarne l’eventuale lettura multipla. Il tag brevettato è stato testato esaustivamente sullintera supply-chain del farmaco, scelta come riferimento per via delle sue criticità. Anche nelle peggiori condizioni operative quali quelle relative alla tracciabilità di sciroppi (presenza di liquidi) e bombolette spray (presenza di metalli), con presenza di disallineamento tra antenne tag e reader e con molteplici oggetti tracciati contemporaneamente, si sono ottenute percentuali di lettura con successo superiori al 99.7%. Nelle stesse condizioni operative, tutti i tag commerciali testati (circa 10 diverse tipologie tra le più performanti in commercio) hanno fatto registrare percentuali di lettura con successo inferiori all’1%. Infine, la tecnologia utilizzata per la realizzazione del tag brevettato permette di salvaguardare l aspetto dei costi. Si stima infatti che il costo per la realizzazione del tag brevettato è confrontabile con quello di un comune Tag label-type presente in commercio. Le sue dimensioni particolarmente ridotte, inoltre, ne permettono l’agevole integrazione con gli oggetti da tracciare.
La presente invenzione riguarda dispositivi sensori analiti gassosi comprendenti transistor a film sottile organico e, in particolare, sensori in grado di effettuare la discriminazione enantiomerica di analiti gassosi. I film sottili organici sono caratterizzati dal fatto di comprendere un composto di formula (I).
Method for the preparation of nanoparticels of titanium dioxide comprising the steps of adding in an autoclave a predetermined quantity of a titanium precursor to a solvent and in the following adding an acid additive; maintaining the temperature of the solution at a predetermined value, preferably by providing energy to the solution by means of microwaves, for a specific reaction time; carrying out washings with dichloromethane and/or diisopropyl ether and/or methanol and then drying the product obtained.
Method for quantifying the territorial social-ecological value comprising the steps of: defining a classification of the use of the soil; acquiring at least an aerial photographic image comprising the territorial region of interest; subdivision of the region of interest in homogeneous areas for the use of the soil; associating a qualifying-quantifying indicator defining its value in social-ecological terms to each class of the use of the soil.
Electromagnetic device for stimulating a particular encephalic area comprising at least a current generator and characterized in that it is provided with at least a coil of circular shape for stimulating a portion of the brain lobes in a localized way and in that it generates an electric power between 0 and 50 Watt at a frequency between 3 and 20 Hz adjustable in continuum to determine a brain synchronization effect in response to an applied magnetic field.
Method for estimating the pollutant concentration in an urban agglomerate comprising the steps of: acquiring a digital elevation model of the ground; definition of a group of pollutant sources; definition of the wind direction and speed; computation of the density of planar and frontal area of the buildings and so of the horizontal and vertical free surface; computation of the vertical and horizontal mass flow by multiplying, for each area in which the wind speed is considered constant, the wind speed by the free surface perpendicular thereto; computation of the residence time Ä p (pollutant average age) and determination of the residence maps of the pollutant for a given city or portion thereof.
The present invention relates to a device based on the Surface Plasmon Resonance technique (SPR) for the accurate and in real time diagnostics of the characteristics of the fuel and/or lubricant in internal combustion engines.
A synthetic composite material for tissue repair is disclosed which includes a first layer having an organic material and having side walls and external surface; and a second porous layer comprising an inorganic material and having side walls; wherein the first layer is in direct contact with the second layer and wherein the side walls of the first layer and the side walls of the second layer are coated with a third layer of the organic material.
A compound of formula I is described: which showed to be surprisingly and significantly effective as an allosteric modulator of the AMPA receptor and is therefore particularly suitable for the treatment of mnemocognitive disorders ascribable to an alteration of glutamatergic neurotransmission, such as age-related disorders, anxiety, progressive neurodegenerative disorders, depressive disorders, schizophrenia, obsessive-compulsive disorders and bipolar disorder.
Object of the present invention is a new nanorectenna based device for high efficiency conversion of sunlight in electric energy to be used for example in solar concentrators.
New Graeztel cell (or DSSC: dye-sensitized solar cell) provided with a refilling system both of the electrolyte and the organic dye (dye).
A method for assessing the toxicity of an aqueous matrix, providing for preparing a mixture of an aqueous solution of carbonic anhydrase isoform II and of a sample of the aqueous matrix, to which an aqueous solution comprising carbon dioxide (CO2) is added so as to start the enzymatic reaction of the carbonic anhydrase. The enzymatic activity of the carbonic anhydrase developed in the reaction between carbonic anhydrase and CO2 is then determined and the procedure is repeated with a solution that contains carbonic anhydrase to which the sample of aqueous matrix has not been added. Finally, the percentage of inhibition of carbonic anhydrase is calculated as percentage ratio between the enzymatic activity determined for the mixture with the aqueous matrix sample and the enzymatic activity of the carbonic anhydrase of the solution without the aqueous matrix sample. The inhibition percentage is directly proportional to the toxicity of the examined aqueous matrix.
A method for the production of components made of ceramic- matrix composite material, in the energy sector (burners, refractory shields for combustion chambers, parts for ovens and heating systems subject to thermal shock and high temperatures, with the need to support heavy mechanical loads), in the metal -casting industry (tubes for conveying molten metal), and in the space sector (thermal shields for re-entry vehicles); according to the method, a preform (6) for ceramic fibres is shaped and set in a draining mould (12), for example made of gypsum; the fibres of the preform (6) are impregnated with a suspension of ceramic powders, the liquid of which is drained by capillarity from the draining mould; simultaneously to draining, a suspension of ceramic powders (20) is infiltrated between the fibres of the preform (6) so as to fill the empty space left by the drained liquid; at the end of the steps of draining/ infiltration a body (21) is obtained with a solidified or compacted porous matrix, which is removed from the draining mould (12) and undergoes sintering.
A method for assessing the toxicity of an aqueous matrix, providing for preparing a mixture of an aqueous solution of carbonic anhydrase isoform II and of a sample of the aqueous matrix, to which an aqueous solution comprising carbon dioxide (CO2) is added so as to start the enzymatic reaction of the carbonic anhydrase. The enzymatic activity of the carbonic anhydrase developed in the reaction between carbonic anhydrase and CO2 is then determined and the procedure is repeated with a solution that contains carbonic anhydrase to which the sample of aqueous matrix has not been added. Finally, the percentage of inhibition of carbonic anhydrase is calculated as percentage ratio between the enzymatic activity determined for the mixture with the aqueous matrix sample and the enzymatic activity of the carbonic anhydrase of the solution without the aqueous matrix sample. The inhibition percentage is directly proportional to the toxicity of the examined aqueous matrix.
Solar concentration system with thermo-vector fluid made up of nanofluids and with suitably shaped receiver element of the solar radiation.
This invention pertains to gaseous analytes sensor devices comprising organic thin film transistor and, in particular sensors able to perform the enantiomeric discrimination of gaseous analytes. The organic thin films are characterized by comprising a compound of formula (I).
A process for the ozonization of a vegetable oil, the product obtained with the process and the compositions that contain it.
Solar collector for applications with nanofluids or biphasic heat transfer fluids, including both a top pipe ( 1CT) and a bottom pipe ( 1CB ) wherein at least one of these pipes has a variable cross section in order to avoid sedimentation of nanofluids and other biphasic heat transfer fluids that flow inside the tubes of the solar collector itself.
La società ha per obiettivo primario lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo dello sviluppo di innovativi sistemi software ovvero ibridi hardware/software
Attraverso la diffusione dell'innovazione, la società intende perseguire le migliori condizioni economiche, sociali e professionali, nei settori della formazione, della ricerca e della consulenza nella realizzazione di soluzioni a carattere innovativo di problemi complessi
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo delle scienze ambientali ed in particolare quella sviluppata presso l'Università del Salento nel campo delle scienze del mare, favorendo lo sviluppo di un approccio ecologico, ecosistemico ed etico nella gestione ambientale di imprese ed enti. In particolare la società, anche attraverso la partecipazione ad altre società od enti, si dedicherà alle seguenti attività: indagini ambientali; studi di fattibilità e pianificazione ambientale; consulenza scientifica; recupero ambientale; formazione ed educazione ambientale; divulgazione scientifica; studio, progettazione e realizzazione, su incarico del committente, di progetti di qualsiasi natura, attinenti allo scopo sociale che non siano in contrasto con le attività dell'Università del Salento.
Apphia progetta e realizza sistemi ICT per il monitoraggio e il controllo di dati e stati di processi e sistemi complessi. Il campo applicativo di questi sistemi spazia dal settore aeronautico, al navale, al ferroviario, all’energetico, all’industriale.
Obiettivo primario la ricerca e la valorizzazione in ambito archeologico, con particolare riferimento alla progettazione e conduzione di campi archeologici, archeologia sperimentale, paletnologia, restauro, archeologia subacquea, didattica del territorio, didattica museale, formazione, attività di comunicazione, turismo, gestione e documentazione.
Servizi di ricerca e sviluppo nel campo dell'ingegneria biomedica
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi servizi nel settore dei beni culturali e con particolare attenzione all'ambito contemporaneo, segnatamente mediante la valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale attraverso numerose iniziative alcune delle quali già avviate nell'ambito del laboratorio tasc afferente al dipartimento di beni delle arti e della storia
Valorizzazione della ricerca nell'ambito dei beni culturali, archeologici, storico-artistici ed ambientali. In particolare: valutazione di impatto archeologico; carta del rischio archeologico; ricognizione di superficie; scavo archeologico; diagnostica archeologica (prospezioni geofisiche); rilievo topografico e di dettaglio; cartografia archeologica; fotogrammetria finalizzata; analisi storico-urbanistiche finalizzate ad acquisire la conoscenza necessaria e propedeutiche alla redazione di strumenti urbanistici e agli interventi di restauro di immobili e centri storici; valutazione delle tipologie di danno e di degrado dei centri storici; sviluppo, ricerca e certificazione di metodologie applicative per la conservazione ed il restauro.
a) consulenza organizzativa, tecnologica e sistemistica per la realizzazione di procedure aziendali e sistemi informativi di supporto alla realizzazione di prodotti industriali ed alla fornitura di servizi; b) commercio all'ingrosso ed al minuto di elettrodomestici, apparecchi radiotelevisivi, telefonici ed altra elettronica di consumo, di supporti audio, video ed informatici, di materiali radioelettrici, telefonici e televisivi, di articoli elettrici ed elettronici per uso domestico ed industriale; c) commercializzazione di prodotti (hardware e/o software) per applicazioni a supporto delle attivita' di progettazione, industrializzazione produzione, logistica, amministrazione, finanza e controllo; d) la realizzazione, la distribuzione e commercializzazione di pubblicazioni (in formato cartaceo o elettronico) a supporto della realizzazione di prodotti industriali ed alla fornitura di servizi. Obiettivo della società è costituire un polo di eccellenza sulle tematiche legate al processo di sviluppo del prodotto e miglioramento dei processi aziendali, attraverso vari step che vanno dalla formazione universitari fino alla ricerca e l’immediata formazione “on the Job” su progetti industriali
Sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo dei servizi formativi avanzati ed in particolare quella sviluppata presso l'Università del Salento nel campo pedagogico-psicologico-didattico-tecnologico.
La società svolge in via diretta e/o attraverso enti, attività di ricerca, sviluppo, produzione, approvvigionamento, trasporto, trasformazione, distribuzione, acquisto, vendita nel settore ingegneristico relativamente ai settori civile e industriale e dell'informazione
Valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi per la competitività delle imprese e dei territori con recipuo riferimento alle tematiche legate all'internazionalizzazione, al marketing, allo sviluppo locale ed al controllo delle performances
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all interno dell Universita' proponendosi come partner tecnologico al servizio dei privati, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni in grado d'implementare soluzioni geologiche, geofisiche, ambientali integrate-avanzate in ambito ambientale, territoriale, ingegneristico, dei beni culturali ed archeologico. i campi di interesse riguardano: 1. settore ambiente 2. settore civile 3. settore archeologico 4. settore agrario 5. pianificazione territoriale 6. innovazione e sviluppo tecnologico
La società ha per oggetto lo svolgimento in Italia e all'estero di attività nel settore delle attività dell'informazione, della comunicazione, con particolare riferimento alla logistica, l'ottimizzazione, la finanza, le basi di dati, sistemi di supporto alle decisioni
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo delle scienze ambientali ed in particolare quella sviluppata presso l'Università del Salento nel campo delle scienze ambientali, favorendo lo sviluppo di un approccio ecologico, ecosistemico ed etico nella gestione ambientale di imprese ed enti. Attività svolte: indagini ambientali; studi di fattibilita' e pianificazione ambientale; consulenza scientifica; recupero ambientale; formazione ed educazione ambientale; divulgazione scientifica; ricerca afferente le predette attività; studio, progettazione e realizzazione, su incarico del committente, di progetti di qualsiasi natura attinenti allo scopo sociale che non siano in contrasto con le attività del'Università del Salento
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo dei sistemi di monitoraggio, misura e controllo, di sensoristica e di sistemi ed apparati elettrici ed elettronici, con principale riferimento alle applicazioni di interesse sia pubblico che privato. in particolare, si valorizzeranno i risultati della ricerca sviluppata presso l'Università del Salento nel settore delle misure elettriche ed elettroniche, dei campi elettromagnetici, della sensoristica applicata e dei sistemi elettrici ed elettronici.
a) assistenza alla ricerca, sviluppo e la commercializzazione di prototipi, macchinari e attrezzature per il settore industriale, nonché, avvalendosi dell'ausilio di terzi, l'assemblaggio e la realizzazione degli stessi. b) studio per la ricerca e la realizzazione, su incarico del committente, di progetti di qualsiasi natura, attinenti allo scopo sociale e che non siano in contrasto con le attività dell'Università del Salento; sviluppo di metodologie e/o processi innovativi in ambito industriale c) attività di concertazione finalizzata alla progettazione nonché la consulenza per la realizzazione, installazione e manutenzione di macchinari e attrezzature per il settore industriale; d) erogazione di servizi di supporto all'analisi dell'efficienza produttiva e degli impatti ambientali per conto terzi nei settori di propria competenza.
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi servizi nel settore ambientale. In particolare: diffusione e propagazione di specie vegetali autoctone; rinaturalizzazione degli ambienti degradati; creazione di specifici piani di gestione territoriali; sensibilizzazione e formazione sulla tutela della biodiversità e sulla valorizzazione del territorio.
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi servizi nel settore ambiente, qualità dell'aria, energia, trasporti, sicurezza. In particolare: modellistica e monitoraggio della qualità dell'aria; elaborazione di immagini da satellite ed integrazione con i gis; monitoraggio ambientale di campi elettromagnetici; modellistica meteorologica per applicazioni di energia eolica; valutazione energetica per impianti solari; valutazione di impatto ambientale, assistenza nei piani di ventilazione urbana e pianificazione urbana; analisi delle situazioni di pericolo e rischio, piani di evacuazione e messa in sicurezza delle persone; studi di efficienza energetica degli edifici e consulenza per il risparmio energetico; modellistica computazionale fluidodinamica applicata alla produzione industriale.
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo della formazione e della ricerca socio economica, della finanza, dell'ingegneria gestionale, del project design e del project management, ed in particolare quella sviluppata presso l'Università del Salento nel campo della: governance territoriale, cooperazione e valutazione delle politiche; analisi statistico socio-economiche e di mercato; business engineering; project design e management; formazione
L’azienda effettua attività di ricerca industriale su commessa, sviluppa e trasferisce innovazioni di processo e di prodotto. Produce in piccola serie materiali e dispositivi tra i quali strumenti scientifici e forni ad alta temperatura
La società ha per oggetto la ricerca e la progettazione nel campo dell'ict (information communication technology information communication technology)
Servizi di ricerca e sviluppo e trasferimento di innovazione tecnologica a realtà industriali nel settore dei materiali innovativi ed in particolare in quello dei trattamenti antibatterici su supporti di varia natura includendo la progettazione, ingegnerizzazione di attrezzature, impianti e strumenti per trattamenti funzionali antibatterici su fibre di origine naturale o sintetiche o su supporti di varia natura
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso l'attività di consulenza e lo sviluppo di nuovi sistemi e soluzioni infotelematiche. In particolare: gestione per conto di terzi di sistemi informatici, di comunicazione, di servizi di call-center, customer-care e la gestione di banche dati; realizzazione di banche dati e organizzazione di sistemi informativi, installazione e manutenzione di impianti e sistemi telefonici e di telecomunicazioni; realizzazione di siti e portali internet, realizzazione di sistemi per il commercio elettronico, di call-center e di comunicazione; ricerca, sviluppo software e progettazione nel campo informatico ed elettronico; studio, progettazione e realizzazione di software e hardware.
La società ha per oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico nel campo dell'ingegneria del software e dell'internet delle cose
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nel campo delle scienze biologiche ed in particolare quella sviluppata presso l'universita' del salento nel campo delle scienze del mare con particolare riferimento ai settori della pesca e dell'acquacoltura, favorendo lo sviluppo di un approccio ambientale, sostenibile ed etico nella gestione di imprese ed enti.
La società si propone come impresa ad elevato contenuto tecnologico avente per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell' Università attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nei campi biomateriali/biotecnologie e salute dell'uomo. In particolare: produzione e commercializzazione di polimeri naturali estratto da tessuti di origine animale; produzione e commercializzazione di dispositivi innovativi ad elevato grado di complessità strutturale a base di tali materiali, sviluppo e prototipazione di nuovi prodotti legati alle terapie avanzate; applicazione industriale di tecniche e tecnologie basate sui processi di sintesi dei materiali e dei dispositivi sviluppati; ricerca, sperimentazione, produzione e commercializzazione nei settori biomedico, cosmetico e farmaceutico.
La società ha per oggetto: la ricerca e la progettazione nel campo dell'ingegneria del software. I sistemi e le competenze sviluppate in ambito nfc, così come riguardo alle tecnologie mobile in genere ed a tutte le attuali soluzioni di sensing ( radio frequency identification, wireless sensors networks, global positioning system, ecc.) saranno riutilizzate per fornire all'occorrenza sistemi e servizi caratterizzati dallo stesso tipo di esperienza ma applicati a scenari differenti, quali ad esempio il turismo, l'intrattenimento ("entertainment"), la cultura, l'educazione, l'alimentazione, la grande distribuzione organizzata ( gdo), l'e-commerce nelle sue varie forme e il mobile banking
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