'Ma un io che non somiglia più a lui': Debenedetti e l'esplorazione 'destorificante' nel dissimile

Abstract

Viene qui approfondito il carattere comparatistico della critica di G. Debenedetti, la cui argomentazione ricorre ad immagini e concetti presi in prestito dalla psicoanalisi, dal sapere scientifico e dall’antropologia culturale. Particolare importanza viene data all’apporto antropologico, nel discorso critico debenedettiano, di alcune categorie interpretative di Ernesto de Martino, come quelle di « crisi della presenza », « presenza destorificante » ed « oltrepassamento nella forma valoriale », con le quali Debenedetti interpreta in modo non del tutto freudiano i temi dell’« epica dell’esistenza », espressi soprattutto nella narrazione dell’« assurdo » di Camus e nella lingua poetica « oscura » ed ermetica da Mallarmé a Montale. La presenza ‘demartiniana’ nella critica di Debenedetti chiarisce l’ambiguità della stessa crisi esistenziale, « crisi di presenza », del personaggio-uomo del Novecento : orfano sì della certezza ‘paterna’ del senso, ma non vittima della sua « scomparsa », in quanto soggetto esploratore di una nuova catarsi. Che la scrittura letteraria esperimenta nell’avventura formale di una nuova parola autoriale, « in sciopero » nei confronti della monologia significante, e ribelle rispetto ad una esatta, determinata sua referenza.


Autore Pugliese

Tutti gli autori

  • Augieri C.A.

Titolo volume/Rivista

ERMENEUTICA LETTERARIA


Anno di pubblicazione

2017

ISSN

1825-6619

ISBN

Non Disponibile


Numero di citazioni Wos

Nessuna citazione

Ultimo Aggiornamento Citazioni

Non Disponibile


Numero di citazioni Scopus

Non Disponibile

Ultimo Aggiornamento Citazioni

Non Disponibile


Settori ERC

Non Disponibile

Codici ASJC

Non Disponibile