Utilizzo del Rifiuto Biostabilizzato in attività di recupero ambientale ed in realizzazioni innovative di ingegneria civile.
Acronimo
Tipologia Ambito fonte
Ministeriale
Fonte di finanziamento/Programma
APQ Ricerca Scientifica MUR-MEF-Reg. Puglia 2005
Misura
Linea 1 - Prog. di Sperimentazione & Ricerca
Call / Bando / Intervento specifico
Bando Progetti Esplorativi
Capofila/Coordinatore
Università Del SalentoDipartimento/Istituto
Dipartimento Di Ingegneria Dell’innovazione
Soggetti Partner Pugliesi
- Università Del Salento
- Idrodinamica Spurgo Velox Snc
Soggetti Partner Non Pugliesi
- TM.E S.p.a Termomeccanica Ecologia
Referente Scientifico
Costo Totale del Progetto
185.000,00 €
Contributo Totale del Progetto
147.000,00 €
Data di inizio
N.D.
Data di fine
Keywords
Abstract
La gestione rifiuti è diventata, negli ultimi anni, uno dei maggiori problemi che coinvolge tutti i Paesi; a tal proposito le linee guida del “Sesto programma di azione per l’Ambiente” della Comunità Europea, pongono tra i sette punti più importanti, anche la “gestione dei rifiuti”, incoraggiando i Paesi della Comunità verso nuove politiche strategiche per la prevenzione ed il riciclaggio. Su tali basi , l’Università degli Studi di Lecce è indirizzata ad aprire un innovativo campo di ricerca in ambito ambientale, che valuti e valorizzi le opportunità di riciclaggio dei rifiuti. Attualmente la Puglia è ancora ben lontana dai traguardi che la Direttiva 99/31/CE (Direttiva del Consiglio del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti) prevede relativamente alla riduzione del quantitativo di rifiuti organici e della messa in discarica degli stessi. Sicuramente tutto ciò è imputabile alla ridotta, ed in alcuni casi mancante, cultura ambientalista che pone come massimo “target”: la raccolta differenziata. Quindi, ad oggi, l’unica strategia ambientale sostenibile, per operare fruttuosamente nell’ambito di una politica di riciclaggio, è riposta nella valutazione degli impieghi del Rifiuto Biostabilizzato Maturo (RBM) ottenuto da matrice indifferenziata, cioè da Rifiuto Solido Urbano (RSU). A tale scopo sono stati presi in considerazione sia gli utilizzi alternativi proposti nel DG ENV.A.2 sul Biowaste (Working Document – Biological Treatment of Biowaste - of 12/02/2001”): “…gli Stati membri possono utilizzare l’uso di biorifiuti stabilizzati corrispondenti ai requisiti dell’Allegato III come un componente nei suoli artificiali o in quelle applicazioni in terra che non sono destinate alla produzione di alimenti e raccolta di foraggio [ quale copertura finale delle discariche per reintegrare il paesaggio, restaurazione del paesaggio nelle cave e miniere in disuso, barriere antirumore, costruzione di strade, campi da golf, piste da sci, campi da calcio e simili]…” e sia nel Decreto del Commissario delegato per l’emergenza sui rifiuti n° 296 del 30/09/2002 : “ …la frazione umida matura (RBM), potrà essere utilizzata come materiale di ricopertura dei rifiuti, ancorché stabilizzati ma non maturi […] o per bonifiche, risanamenti ambientali, ecc…”. Il progetto, quindi, si pone due obiettivi realizzativi: 1. Recupero ambientale di un sito campione, mediante l’utilizzo del Biostabilizzato, da destinare a costruzioni civili. Tale possibilità verrà valutata in seguito alla determinazione delle caratteristiche fisiche, meccaniche e geo-meccaniche del sito recuperato,; 2. Realizzazione di una strada, utilizzando miscele contenenti il Biostabilizzato. Tale obiettivo verrà raggiunto con la individuazione delle parti che costituiscono l’opera stradale in cui è possibile utilizzare le suddette miscele e con la relativa definizione della miscela che rispetti i requisiti richiesti in tale ambito. In merito al secondo obiettivo, è opportuno ricordare che al Congresso di Sydney dell’A.I.P.C.R. (Associazione Permanente dei Congressi della Strada) si è fornita la seguente definizione per i materiali marginali o alternativi o non tradizionali: “qualsiasi materiale non completamente conforme alle prescrizioni in vigore in un paese o in una regione per i materiali stradali normali ma che può essere usato con successo in relazione a particolari condizioni climatiche o grazie ai progressi tecnici, ovvero dopo aver subito idoneo trattamento”. D’altra parte la stessa A.I.P.C.R. ha tenuto a sottolineare che il concetto di marginalità è legato ad una certa epoca o luogo o modalità di impiego. Si noti che non sussiste alcun valido motivo per scartare a priori un materiale, naturale od artificiale, il quale, benché non totalmente rispondente alle prescrizioni della normativa, sia però in grado di garantire la funzionalità e la durabilità dell’opera cui sia destinato. Pertanto i due obiettivi sono perfettamente conformi al perseguimento di una strategia ambientale e i cui risultati potrebbero evidenziare nuove soluzioni alternative al “problema rifiuti”.
Ambito tecnologico produttivo
Ket 3 - Biotecnologie Industriali
Ambito di Applicazione/Mercato
Ambiente E Territorio
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