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Università Degli Studi Di Foggia
Acronimo
UNIFG
Partita Iva
03016180717
Codice ATECO
Non Disponibile
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Data di costituzione
1999
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
Non Disponibile
Il lavoro riguarda l'editto redatto da Cicerone per l'amministrazione della provincia di Cilicia del 51 a.C. In particolare, la ricerca si è rivolta alla notizia fornita da Cicerone, in una lettera rivolta all'amico Attico, circa l'applicazione dello schema diairetico per genera adottato dall'oratore per la composizione dell'editto. L'utilizzazione di tale schema, a suo dire, avrebbe comportato il positivo effetto di produrre un editto 'breve'. Tale brevitas, a nostro avviso, non attiene tanto alla estensione intesa in senso fisico dell'editto, quanto alla chiarezza espositiva, riflesso della maggiore organizzazione logica assunta dal provvedimento proprio per l'uso della tecnica diairetica da parte dell'oratore.
Si analizza la riforma dei beni culturali in Italia, alla luce dell'introduzione della soprintendenza unica, con un approccio organico, olistico, al patrimonio. Si tratta inoltre del progetto di rappresentanza unitaria degli archeologi italiani. Infine si analizza la Convenzione europea di Faro indicando le prospettive che la sua ratifica potrebbe apportare in Italia.
Purpose – This work investigates the ‘managerialization’ process of the Italian cultural heritage. The work starts from the analysis of scientific and political debates of the governance’s dynamics of Italian state museums (in particular focusing on the recent reform of the Italian museums’ system - Franceschini’s Decree) from which emerges some recurring themes. In particular the research group focuses its attention on the necessity to ‘modernize’ the process of cultural heritage management, which means ‘managerialization’ and, so, ‘professionalization’ of specific roles in the strategic sectors of heritage’s protections, conservations, and valorization (‘cultural manager’ as directors/executives). Design/methodology/approach – The research group adopts the ‘situationist’ approach, focused on: the concrete context of human action and the role played by directors/executive; the institutional pressure able to orient the conducts of the latter; the activation of isomorphic processes by directors. In particular, this work investigates the presence of normative isomorphism, connected to the professionalization, and its role in the institutionalization of the rules. Based on the assumption that Universities have a crucial role in the development of new skills, we test our hypothesis on a sample of professionalizing master (first/second level) about the professionalization in the field of cultural heritage. Originality/value – The work links the governance of the artistic-cultural heritage with the 'training process' that universities make for professionalizing human resources. The current regulatory framework puts at the centre of every strategic board the need to start a training process in collaboration with specialized entities to this purpose: universities and training institutions are, in the opinion of the writes, appropriate as well as necessary. University nowadays are conducting projects training for 'cultural manager', sometimes anticipating the decision of Public Administration, trying to condition them (lobbying), sometimes following its strategic directions (conceding pressures). Practical implications – The adoption of this approach, trough the reconstruction of actions actually undertaken by experts for protection and valorization of artistic-cultural heritage (directors/executive), allow us to observe the following: the governance dynamics started by actors responsible for Italian cultural heritage seems, at best, informed at decoupling process, due to strong institutional pressures leading the organizations manager to ‘look like’. The latters, in fact, in an effort to gain social legitimation, decided to adopt strategic conducts of institutional isomorphism. The decoupling should create, for the benefits of those who adopt these conducts, a ‘legitimacy façade’, aimed at achieving results only apparently performing.
GLI ACCORDI DI COOPERAZIONE PENALE IN TEMA DI CONTRASTO ALLA CORRUZIONE NELLA RILEVANTE PRASSI DI APPLICAZIONE DI STATI E ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI PIù RAPPRESENTATIVE
i molteplici luoghi in cui prendersi cura dell'infanzia
Nell’Idea della storia dell’Italia letterata (1723) Giacinto Gimma cercò di dimostrare che l’Italia, non la Provenza o la Spagna, era «madre delle poesie», ristabilendo per un verso una continuità tra letterature classiche e poesia delle origini, e per l’altro annettendo anche alla Scuola poetica siciliana e più in generale alla poesia delle origini un valore “nazionale”, che le rendesse ben di più che un semplice riflesso di elaborazioni di modelli sorti fuori d’Italia. Il saggio, sul filo della riflessione di Gimma, ripercorre la questione sulla nascita della lirica in Italia, a partire dalle elaborazioni cinquecentesche di Bembo, fino alla letteratura di Tiraboschi, che ha rappresentato un modello importante per i successivi studi.
‘Stracci’, a character forged by Pier Paolo Pasolini for the medium film La ricotta, is influenced by ancient topics more than it has been until now pointed out. This occurs not only because of the relationship – already known by means of Plautine comedy – between slaves and crucifixion, but also because of the choice of director to turn fiction into reality. Indeed, ‘Stracci’ is an actor charged with role of a thief condemned to crucifixion like those thieves condemned with Christ: nevertheless, he is really crucified. Two millenniums before, an actor named Ardalion (and many others like him) performed a similar realistic ending as close of feigned crucifixion: in fact, he should have played, for a mime, a role of a Christian condemned to die, but he converted himself into a true martyr of the Christian faith.
Il Regolamento austriaco per la procedura penale (1788) è considerato l’esito della tradizione inquisitoria di area germanica e, nel contempo, punto d’avvio dell’autoritarismo del rito asburgico codificato. Il saggio ripercorre la storia dell’inquisitio nella cultura giuridica germanica della tarda età moderna e confronta l’opzione giuseppina, schiettamente inquisitoria, con il dibattito animato nell’illuminismo italiano maturo dal relativismo montesquieviano e dalla riflessione di Beccaria.
opere e biografia del giurista italiano Nicola Rocco
Anti-epico e dolente, "Una giovinezza in Germania" di Ernst Toller si presenta come cronaca autentica e immediata delle esperienze di una generazione che la guerra ha irreparabilmente danneggiato. L’autobiografia non è quindi rivolta solo all’io che scrive, ma sta a rappresentare il destino di una generazione di giovani, trascendendo l’ambito autobiografico e aprendo uno spazio più ampio della memoria che comprende i movimenti della storia,. Così le esperienze della guerra sono riportate e reinterpretate in base alle esigenze della scrittura a ritroso, che rende straordinariamente presente il progressivo divenire cosciente dell‘io attraverso attese, disinganni, conflitti. Insistendo sulla verità storica di quello che racconta, l’autore si serve di strategie narrative, di modalità di costruzione che si muovono tra storia e romanzo, fattualità e finzione.
L’indagine mira a recuperare, andando a ritroso e scegliendo personalità medievali e preumanistiche (Abelardo, Boccaccio e Petrarca), la presenza di atteggiamenti polemici che accomunano autori pagani e autori cristiani nella loro crociata ‘antimatrimoniale’. Il dato interessante è che questi atteggiamenti, pur promossi dall’esigenza di salvaguardare l’‘otium’, cui l’intellettuale/filosofo ha diritto per poter praticare la sua azione culturale ed educatrice, mirano a focalizzare, in un empito di misoginia, gli svantaggi che l’ipotesi di una vita di coppia può arrecare, in conseguenza dei difetti tradizionalmente attribuiti al sesso femminile. La stessa produzione patristica, grazie agli interventi di Tertulliano prima e di Gerolamo dopo, attinge all’inventario di questi luoghi comuni antifemministi che la cultura classica aveva approntato (cfr., e. g., l’aureolus liber di Teofrasto, la tirata di Periplectomeno nel miles gloriosus di Plauto o i frammenti di un ipotetico de matrimonio attribuito a Seneca), introducendo un orizzonte particolarmente caro alla cultura cristiana, ossia la preferenza che la ‘mulier’ deve accordare alla dimensione di donna vergine rispetto a quella, pur sempre onorevole, di donna maritata. Fra commoda e incommoda, insomma, gli autori pagani e gli autori cristiani trovano un ‘singolare’ punto di incontro, che darà vita a un acceso dibattito di favorevoli e contrari al matrimonio, dibattito destinato ad avere una enorme fortuna anche nella letteratura rinascimentale.
This paper investigates the influence of internal managerial patterns of Heath Care Authorities on the decision of users/patients to migrate towards different Health Care organizations to avail treatments. The efficiency and productivity issues are analyzed, considering the passive migration as a proxy for the inefficient service availed. Besides, the structure of operating costs for Health Care Authorities is investigated in order to assess the eventual relationship between managerial spending choices and success of medical centers compelling citizens’ needs. A strong correlation is found among variables in our model and some relevant dependence is tested between patients’ mobility behavior and their resident authorities’ efficiency in spending
Chest pain and acute dyspnoea are frequent causes of emergency medical services activation. The pre-hospital management of these conditions is heterogeneous across different regions of the world and Europe, as a consequence of the variety of emergency medical services and absence of specific practical guidelines. This position paper focuses on the practical aspects of the pre-hospital treatment on board and transfer of patients taken in charge by emergency medical services for chest pain and dyspnoea of suspected cardiac aetiology after the initial assessment and diagnostic work-up. The objective of the paper is to provide guidance, based on evidence, where available, or on experts' opinions, for all emergency medical services' health providers involved in the pre-hospital management of acute cardiovascular care.
Europaediatrics takes place every 2 years, this flagship event of EPA-UNEPSA (European Paediatric Association, the Union of National European Paediatric Societies and Associations) is the meeting point of general pediatricians and pediatric subspecialists, not only from Europe but from all over the world. The scientific program of Europaediatrics 2015 is being developed in close collaboration with several major European Pediatric Specialty societies
Despite marked tumor shrinkage after 5-FU treatment, the frequency of colon cancer relapse indicates that a fraction of tumor cells survives treatment causing tumor recurrence. The majority of cancer cells divert metabolites into anabolic pathways through Warburg behavior giving an advantage in terms of tumor growth. Here, we report that treatment of colon cancer cell with 5-FU selects for cells with mesenchymal stem-like properties that undergo a metabolic reprogramming resulting in addiction to OXPHOS to meet energy demands. 5-FU treatment-resistant cells show a de novo expression of pyruvate kinase M1 (PKM1) and repression of PKM2, correlating with repression of the pentose phosphate pathway, decrease in NADPH level and in antioxidant defenses, promoting PKM2 oxidation and acquisition of stem-like phenotype. Response to 5-FU in a xenotransplantation model of human colon cancer confirms activation of mitochondrial function. Combined treatment with 5-FU and a pharmacological inhibitor of OXPHOS abolished the spherogenic potential of colon cancer cells and diminished the expression of stem-like markers. These findings suggest that inhibition of OXPHOS in combination with 5-FU is a rational combination strategy to achieve durable treatment response in colon cancer.
We report a clinical failure of a pneumococcal vaccine in a patient who developed pneumococcal pneumonia. In 2008, an 85-year-old Italian woman was admitted to the Respiratory Disease Unit of a hospital in Southern Italy. The 23-valent pneumococcal vaccine had been administered to the patient 50 days earlier. The chest x-ray disclosed a right basal bronchopneumonic focus. Streptococcus Pneumoniae serotype 19A, a strain included in the 23-valent pneumococcal vaccine, was isolated from the sputum. There is a need for more efficacious conjugated vaccines covering the majority of the pneumococcal serotypes that cause serious illness in older children and adults worldwide.
Il saggio ripercorre alcuni tratti dell'esilio dei gesuiti iberici e sudamericani nell'Italia di fine Settecento
The last two decades present a wave of deregulation and privatization of electricity industries in several nations including U.S., U.K., Spain, Norway and Italy. This process started in Italy in 1992 ended in 2007 when the Electricity Market has been created. Competition in the production and sale has become focal in political debates related to electricity (Hunt). The Italian Power Exchange was born as a consequence of Bersani's law dated 16th march 1999; starting from the following year, customers had the possibility of stipulating bilateral contracts directly with freely selected providers. Just after the year 2004 an Electricity Exchange has been created, it was committed to ``Gestore del Mercato Elettrico'' (GME). In this paper we consider time series of prices in Day-Ahead Market(MGP) for each hour of the next day in the year 2009. In this market, GME accepts Offers/Bids by Merit Order, and accepted supply offers are remunerated at the Zonal Clearing Price (one price for each zone). Accepted demand bids are remunerated at the National Single Price (PUN). Italy is divided into 18 zones. We consider cross analysis of prices, where zones have been classified according to a suitable metric based on the correlation among them. By mean of a Linkage Algorithm an interesting cluster structure is obtained; we show the presence of some very close (in terms of correlation) groups and we study the evolution of cluster structure as a function of distance. The last result suggests to reduce the zonal prices to only three main groups in order to reduce the costs of the auction mechanism since it has been shown (Grilli) that the structural problems in terms of production do not allow the Deregulated Italian Electricity Market (also supported by any kind of auction model) to be efficient and, on the contrary, it appears useless and also costly.
a b s t r a c t Application of Life Cycle Assessment (LCA) in buildings is usually performed at the envelope scale, mainly for comparison of several sample-solutions, and provides in-depth analyses of the related energy and environmental performances. In this way, it is possible to identify those solutions that perform best in energy and environmental terms, and that so are suitable for construction of sustainable buildings. In this context, the study was aimed at carrying out energy and environmental assessments to compare four external-wall samples characterised by different rates of sophistication in terms of assembly technologies and component materials. The samples considered were properly designed for development of the subsequent energyenvironmental analysis. In particular, two “standard” wall compositions and two ventilated façades were considered, using rock-wool and recycled Polyethylene Terephthalate (R-PET) as insulating materials. The study documented that, as regards both energy and environmental impacts, ventilated façades perform quite well compared to the ”standard“ wall compositions, especially when equipped with R-PET. It also confirmed that both solutions easy to be disassembled and recycled materials are key design choices for environmental sustainable and low energy demanding buildings along their whole life cycles. Finally, the authors believe that the study provides helpful insights on the environmental sustainability of eco-friendly materials and technologies, and can contribute to less time and resources consuming LCAs at the building scale.
The emergence and spread of infectious diseases reflect the interaction of ecological and economic factors within an adaptive complex system. We review studies that address the role of economic factors in the emergence/spread of infectious diseases and identify three broad themes. First, the process of macro-economic growth leads to environmental encroaching, which is related to the emergence of infectious diseases. Second, there are mutually reinforcing processes associated with the emergence/spread of infectious diseases. For example, diseases can cause significant economic damages, which in turn may create the conditions for further spread. In addition, the existence of a mutually reinforcing relationship between global trade and macroeconomic growth amplifies the emergence/spread of infectious diseases. Third, microeconomic approaches to infectious disease point to the adaptivity of human behaviour, which simultaneously shapes the course of epidemics and responds to it. Most of the applied research has focused on the first two aspects, and to a lesser extent on the third aspect. In this respect, there is a lack of empirical research aimed at characterising the behavioural component following a disease outbreak. Future research should seek to fill this gap and develop hierarchical econometric models capable of integrating both macro and micro-economic processes into disease ecology.
The objective of this review is to evaluate the efficacy of Pulsed Radiofrequency (PRF) treatment of pain associated with different spinal conditions. The mechanisms of action and biological effects are shortly discussed to provide the scientific basis for this radiofrequency modality.
The present paper aims to introduce the principal definitions and proofs of fundamental properties of the so called“Way Below” relation. We introduce an alternative proof, with respect to [1], of the strong interpolation theorem. The strong interpolation theorem is the theoretical result which provides computational consistency to way below relation because it guarantees the use of successive algorithms in order to find a better and better approximation of the result.
The present work illustrates the theoretical basis and the methodological approach of a new decision support system (DSS) program - called ArtichoN - for the management of N fertilization in artichoke crop; it uses a simplified N-balance model with the aim of providing to the farmers helpful tools to maintain their profitability, while minimizing the environmental impact of N-fertilization. The methodological approach used for scheduling N-fertilization is based on forecast of the daily amount of N uptake by the crop and of N available into the root zone in order to fulfil N-crop requirements by the soundest N supply to the soil, as follows: N-fertilization = N-crop uptake – N-soil availability. This DSS works on a daily basis through the following steps: a) estimation of a daily dry mass accumulation on the basis of cumulated degree days; b) derivation of the daily N-uptake by the crop as a function of the estimated accumulation of DM using specific N-dilution curves; c) estimation of the daily N-available in the soil intercepted by the roots (mineral and mineralised); d) daily N-balance (N-uptake – N-available in the soil); e) make a decision on the N-application rate and application scheduling on the base of the balance result and on moment of the growing cycle; For the steps a and b, it uses specific regression curves built by fitting non-linear functions on experimental data in Sothern Italy area obtained from literature. For the estimation of N mineralization it uses an approach from literature. The program allows to simulate crop growth by using historical meteorological data (multiannual averaged daily minimum and maximum temperature: Tmin and Tmax) specific of the area where the farm is located and thus producing a foresight N-fertilization plan.
Reduced water availability and environmental pollution caused by nitrogen (N) losses have increased the need for rational management of irrigation and N fertilization in horticultural systems. Decision support systems (DSS) could be powerful tools to assist farmers to improve irrigation and N fertilization efficiency. Currently, fertilization by drip irrigation system (fertigation) is used for many vegetable crops around the world. The paper illustrates the theoretical basis, the methodological approach and the structure of a DSS called GesCoN for fertigation management in open field vegetable crops. The DSS is based on daily water and N balance, considering the water lost by evapotranspiration (ET) and the N content in the aerial part of the crop (N uptake) as subtraction and the availability of water and N in the wet soil volume most effected by roots as the positive part. For the water balance, reference ET can be estimated using the Penman-Monteith (PM) or the Priestley-Taylor and Hargreaves models, specifically calibrated under local conditions. Both single or dual Kc approach can be used to calculate crop ET. Rain runoff and deep percolation are considered to calculate the effective rainfall. The soil volume most effected by the roots, the wet soil under emitters and their interactions are modelled. Crop growth is modelled by a non-linear logistic function on the basis of thermal time, but the model takes into account thermal and water stresses and allows an in-season calibration through a dynamic adaptation of the growth rate to the specific genetic and environmental conditions. N crop demand is related to DM accumulation by the N critical curve. N mineralization from soil organic matter is daily estimated. The DSS helps users to evaluate the daily amount of water and N fertilizer that has to be applied in order to fulfil the water and N-crop requirements to achieve the maximum potential yield, while reducing the risk of nitrate outflows.
The GesCoN model was evaluated for its capability to simulate growth, nitrogen uptake, and productivity of open field tomato grown under different environmental and cultural conditions. Five datasets collected from experimental trials carried out in Foggia (IT) were used for calibration and 13 datasets collected from trials conducted in Foggia, Perugia (IT), and Florida (USA) were used for validation. The goodness of fitting was performed by comparing the observed and simulated shoot dry weight (SDW) and N crop uptake during crop seasons, total dry weight (TDW), N uptake and fresh yield (TFY). In SDW model calibration, the relative RMSE values fell within the good 10-15% range, percent BIAS (PBIAS) ranged between -11.5 and 7.4%. The Nash-Sutcliffe efficiency (NSE) was very close to the optimal value 1. In the N uptake calibration RRMSE and PBIAS were very low (7%, and -1.78, respectively) and NSE close to 1. The validation of SDW (RRMSE = 16.7%; NSE = 0.96) and N uptake (RRMSE = 16.8%; NSE = 0.96) showed the good accuracy of GesCoN. A model under- or overestimation of the SDW and N uptake occurred when higher or a lower N rates and/or a more or less efficient system were used compared to the calibration trial. The in-season adjustment, using the "SDWcheck" procedure, greatly improved model simulations both in the calibration and in the validation phases. The TFY prediction was quite good except in Florida, where a large overestimation (+16%) was linked to a different harvest index (0.53) compared to the cultivars used for model calibration and validation in Italian areas. The soil water content at the 10-30 cm depth appears to be well-simulated by the software, and the GesCoN proved to be able to adaptively control potential yield and DW accumulation under limited N soil availability scenarios and consequently to modify fertilizer application. The DSSwell simulate SDW accumulation and N uptake of different tomato genotypes grown under Mediterranean and subtropical conditions.
The project targets the Axis 1 of the European territorial cooperation INTERREG program Greece-Italy 2007-2013. The project was born with the aim of strengthen the presence of the local agri-food SMEs on the foreign markets, enhancing innovation processes through an economic and coordinated cooperation so to ease the internationalization processes of the two targeted areas. After a literature review, we analyzed the economic context of Apulia Region; then we proceed to the definition of a model for the internationalization of SMEs Agro-food of Puglia through the constitution of scientific and technological incubators that will network to deliver innovative services for the internationalization of the agri-food system. The final aim is to develop innovative services of marketing intelligence (MI) to spread knowledge and information about the international markets and the creation and implementation of databases for the search and classification of informative sources.
'Food fermentations are among the traditional industries that have a long standing history worldwide. In spite of great technological advantages, much of the industry is still based on traditional, experienced-based techniques that are strongly rooted in specific geographic regions. In food fermentations, consortia of microorganisms are essential to the process, and determine the characteristics of the end products. They also are responsible for the production of biogenic amines (BA) that may cause serious human health problems following ingestion of fermented foods containing high concentrations of these compounds. This project focuses on the microorganisms in the food chain that produce biogenic amines with the main goal to improve the quality of traditional fermented food products by reducing/eliminating their biogenic amine content. Control of biogenic amines in the food products will significantly reduce the health risk for the consumer and, thereby, increase the competitiveness of the local industries. The challenge for the food industry is to produce food and beverages in which the levels of BA are minimized. The project focuses on three different fermentation processes in four different region of Europe. The project has both an analytical component aiming at identifying BA producers in the food chain and the conditions that result in BA production, as well as a controlling component aiming at a significant reduction or even elimination of BA in the food products. This will be achieved by formulating best practice guides, development of tools, and the utilization of new starter LAB. The whole food chain is considered. At the beginning of the food chain, the potential of microorganisms to form BA is analyzed; during the fermentation process the physiological conditions that result in BA formation are controlled and at the end of the chain the survival of microorganisms producing BA in the digestive tract is analyzed and their effect on the consumer considered.'
This proposal aims to improve safety and quality of RTE fresh produce throughout the whole chain by developing new predictive and probabilistic models and decision-making tools, by exploring rapid and non-destructive methods for quality evaluation and prediction, and by experimenting novel technologies, in order to quantify and manage spoilage and pathogen microorganisms, minimize risks to consumers, and preserve quality. Objectives of the proposal will be reached through the realization of 9 WPs. WP1 will develop diagnostic kits to predict quality and safety of raw material and final product. WP2 will develop process control aids based on non-destructive and rapid evaluation. WP3 will develop decision support tools in very critical points of processing chain. WP4 will investigate innovative processes to improve quality and safety of fresh-cut products. Technological innovations will go through implementation and demonstration in WP5 and through an economic evaluation approach in WP6. Results will represent valuable information in order to re-visit and improve good practice procedures or, to define a more efficient management system for quality and safety (in WP7). Finally results will be disseminated to potential users in WP8, while WP9 will consist of the management of the consortium. The participants are 14, of 7 Countries including 6 SMEs, 2 public research Institutes and 6 Universities, assorted in terms of scientific and technological expertise. The presence of SME will ensure the exploitation of the results directly and indirectly. Potential impacts of the results of this project may be related to the increase of scientific evidences about safety and quality, expansion of consumer awareness, increase of the innovation capacity of the industry strengthening its competitiveness, provision of scientific evidences to the EC and other health authorities (also for campaigns for healthy nutrition), and a reference point to mass media.
The objective of project is to increase the Research potencial of University of Foggia by an action plan aimed to upgrade and reinforce its RTD potential. High level independent experts will evaluate the level of the research quality and infrastructures of the University of Foggia (by a SWOT analysis). On the basis of this evaluation, the actuators of the project will work out an Action Plan to upgrade and reinforce RTD potential of University. The expected result is to improve the research capacity of applicant University for its better participation in EU research initiatives.
DECIDE (Diagnostic Enhancement of Confidence by an International Distributed Environment), aims at creating a e-Infrastructure to enhance the diagnostic confidence in chronic brain diseases such as Alzheimer and dementia. Proper management of these neurodegenerative diseases are thought to be very important in terms of health-economical point of view. The DECIDE infrastructure will provide the medical community with neuroimaging applications that can take advantage of the use of large reference databases and advanced, computationally intensive algorithms to detect disease biomarkers in individual patients based on structural Magnetic Resonance (MR), functional Positron Emission Tomography (PET) and Single Photon Emission Tomography (SPECT), and electroencephalographic (EEG) images. The DECIDE infrastructure will be built on different layers: networks, GRID and storages, neuroimaging applications, user-friendly customized GUI. The workplans of RTD and SVC activities explain how the e-Infrastructure will be deployed and validated, whilst the NAs activities will take care of dissemination, training and outreach to the medical community. This infrastructure will enable clinicians from hospitals across the Eeurope not owning large sets of normal subject images or/and not equipped with high computation resources or/and not providing computer-aided sophisticated algorithms to support neurological diagnosis, to carry out analyses, remotely and efficiently, by the use of a centralized, user friendly, web-Grid service. The project would like to exploit the state-of-the-art neuroimaging data acquisition, analysis and grid based technology to reduce the burden of huge cost for the management of the neurodegenerative diseases.
PHARMA-COG aims to develop a new integrated model to accelerate the development of drug cindidates for MS, PKD and AD. The innovation relies on a 'multidimensional matrix' approach, integrating all available and renewed inputs (biomarkers/animal, human models/physiological and pharmcological challenges, Phase 0/1/1b to reduce the attrition rate, to allow an early and pertinent GO/NOGO decision before entering phase II trials for both symptomatic treatment and disease modifiers approaches. The hypothesis is that effective long term drugs will normalize markers artificially modified. The general objective is to test the efficiency of the 'matrix' on drug candidates for the enhancement/protection of cognitive functions. the final objective is to improve the detection and selection of new drugs candidates within a shorter teim-frame. Our consortium gathers 13 academics and clinicians, 8 SMEs, 1 European patient organization (Alzheimer Europe) as well as 1 regulatory body (EMEA), coming form six different EU Members States. Excellence Centres gather representatives of the different sectors: biomarkers (proteomics, transcriptomics), pharmacodynamic markers ( electrophysiology, psychophysiology, morphological and functional imaging), preclinical model specialists (cellular, transgenic mouse, monkey), clinicians, and clinical pharmacologists. By the end of this (-year project, the following achievements are expected; definition of the most predictive combination of pharmacodynamic markers; validation of parallel models (in healthy volunteers, ApoE 4 subjects,patients and animals) to establish effective exposure ranges and support proof of mechanism studies. The predictive value of the 'matrix' will be evaluated using different pharmacological target acting drugs. Suugestions for revised/new recomendations and guidellines will help to standardize the pre-clinical and clinical phases of drugs' development in neurodegenerative diseases.
UniFederLab will be animated by several different actions all focused on “Innovation and well-being” in important cities of the south part of Italy such as Bari, Foggia, Lecce, Brindisi, Barletta, Campobasso, Potenza and Matera. Events can be of different types: demonstrations, quizzes, games, exhibitions, shows, concerts, talk shows, competitions with prizes. A EU corner will be present in each location where people can find news, projects financed by EU, poster. The focus will be on research in the areas of nutrition, health and sustainability (food, clean energies, biodiversity, environment and neuroscience). All proposed events are designed in according to the tips logic (trendy, interactive, participative and sustained).
The project is aimed at developing the research potential of the University of Foggia (UFG); three parallel strategic pathways are planned: improving the research activities through an interdisciplinary approach (“bonding” by research integration inside UFG); consolidating a critical mass of researchers (“bridging” by recruitment outside UFG); expanding the research network through large and qualified scientific and non-scientific collaborations (“linking” through two-way secondment collaborations and institutional partnerships). Other, equally relevant, complementary actions are included: upgrading the R&D facilities; dissemination and promotional activities; research evaluation. One major strength of the proposal is its unusual, high level of integration between the two major drivers of scientific and technological innovation: “research community” and “local stakeholders”. The world energy economy is currently undergoing a critical period of transformation in technology, governance, social and economic values of energy. A new economics of energy is heralded by national and international negotiations and the assumption that economic growth can be supported largely by fossil fuels is fading rapidly. To face such challenges and exploit new opportunities it is imperative to develop novel, renewable sources of energy, be selected in dependence of cultural, social, economic and environmental conditions of the specific regions. “Agro-energy” is the topic addressed by the project: obtaining renewable energy through productive activities complementary to farming. The project aims at building up a methodology to reconcile energy production with the ecological harmony and the cultural heritage of the most relevant rural areas of Southern Europe. This project strives to work out models of sustainable dispersed bioenergy generation and proximal energy consumption. A passionate debate is raging around agro-energy. Someone maintains the position of fossil energy as more efficient than bioenergy and claims that “producing feedstock for energy rather than food is a crime against humanity”. In contrast, others support the ecological validity of agro-energy production. A trade-off can be found in order to secure a fully sustainable technological development which does not affects the cultural heritage, the territory and the landscape.
An ambitious and achievable vision for 2030 is that up to 25% of the EU’s transport fuel needs could be meet by clean and CO2-efficient biofuel. To achieve this, it will be necessary to promote the transition towards “second generation biofuels” (e.g. lignocellulosic ethanol, syngas gas based fuels, pyrolysis oil based biofuels) but also support the implementation of currently available biofuels including biodiesel via integrated production of energy and other added-value products trough biorefineries. The aim of SUSTOIL is to develop advanced biorefinery schemes to convert whole EU oil-rich crops (rapeseed, olive and sunflower) into energy (fuels, power and heat), food and bioproducts (chemicals and/or materials) making optimal uses of the side streams generated during farming/harvesting, primary processing (e.g. oil extraction and refining) and secondary processing (e.g. transesterification). This will be achieved by bringing together the appropriate skills in Europe so as to create a critical mass of expertise necessary to develop the Biorefinery scheme. SUSTOIL will integrate the expertise of a number of Project Partners with the expertise of an Advisory Board composed of experts from the EU, US and beyond. Economic, social and environmental costs benefits of optimal integrated schemes will be assessed and main technological challenges/knowledge gaps will be identified, resulting in recommendations of key activities for future collaborative projects. SUSTOIL will disseminate the results of the action via the media, a dedicated website and the internationally recognised “Renewable Resources and Biorefinery” conference series.
uP_running project aims to set the path for the development of the bioenergy utilisation of agrarian pruning and plantation removal (APPR) wood obtained from vineyards, olive groves and fruit tree plantations. uP_running vocation is the abatement of the current immobilism of the value chain actors for the utilization of APPR woody biomass. For that purpose uP_running incorporates a set of straight actions aimed to reshape the sectors perception, to provide evidences of real success and replicable models to follow, as well as to promote the take-off for the utilisation of APPR biomass residues. An intense communication campaign will address the varied target audience with tailored messages and materials to raise the awareness. An impact on policy barriers and on the legal framework currently setting limits for the utilisation of APPR wood will be carried out through direct advocacy and lobbying work at national and EU level. Once the awareness is raised and the sector is released of hindering barriers, a snowball effect will be triggered through multiplicative and dissemination actions. First part of uP_running multiplicative strategy is to create a permanent capacity in Europe, by empowering national and regional agrarian associations, extension services and/or private consultants with capacities to give support for decision making to farmers, cooperatives and agro-industries owing the APPR residues. A call for entrepreneurship will put into operation the newly created capacities in 7 EU countries to promote the decision making of pioneer entrepreneurs. Setting up and running new APPR biomass value chains is the key for a self-replication and to further contribute to the development of the bio-economy in Europe. The actions will be initiated in a set of 4 demo countries (that together account for 50% of EU potential), replicated in 3 relevant EU countries, and extended through precursor actions to 7 additional EU countries.
SIMRA seeks to advance understanding of social innovation (SI) and innovative governance in agriculture, forestry and rural development (RD), and how to boost them, particularly in marginalised rural areas across Europe, with a focus on the Mediterranean region (including non-EU) where there is limited evidence of outcomes and supporting conditions. These objectives will be achieved by: 1. Developing systematic frameworks: a) theoretical - for improved knowledge of the complexity of SIs and its dimensions, and its impact on unfolding territorial capital; b) operational - based on a trans-disciplinary coalition (researchers and practitioners) to advance understanding of preconditions and success factors (e.g. instruments, incentives etc.) for implementing/operationalizing SI. 2. Creating a categorisation of SIs which encompasses the specificities in terms of social priorities, relationships/collaborations etc. and serves as an instrument to explore reasons why regions with similar conditions display diverging paths and to 'turn diversity into strength. 3. Creating an integrated set of methods to evaluate SI and its impacts on economic, social, environmental, institutional and policy dimensions of territorial capital. 4. Co-constructed evaluation of SIs in case studies across the spatial variation of European rural areas, considering which components of territorial capital foster and, or mainstream RD. 5. Synthesis and dissemination of new or improved knowledge of SIs and novel governance mechanisms to promote social capital and institutional capacity building and inform effective options/solutions for shaping sustainable development trajectories. 6. Creating collaborative learning and networking opportunities and launching innovative actions at different/multiple scales, with continuous interactions among researchers, knowledge brokers and stakeholders to foster and mainstream SI, leaving a durable legacy.
SKIN is an ambitious initiative of 20 partners in 14 countries in the area of Short Food Supply Chains (SFSCs). It intends to systematise and bring knowledge to practitioners, promote collaboration within a demand-driven innovation logic and provide inputs to policymaking through links to the EIP-AGRI. SKIN will build and animate a community of about 500 stakeholders, with the strategic objective of setting up, at the conclusion of the project, a European association permanently working for the improvement of SFSCs efficiency and for the benefit of stakeholders and growth in the sector. The community will be built and animated around the identification of good practices in short supply chains across Europe. Partners will scout, analyse and classify a significant number of cases in different countries. Best practices (at least 100) will be systematised, processed into highly usable formats (including video and page-flows) and made accessible to stakeholders via the web (following the EIP AGRI formats) and through the set-up of regional nodes, to allow a deeper penetration of existing knowledge into practice. The work on good practices will also allow identifying key issues (hindrances or opportunities) around SFSCs. Such issues will be the main themes of 6 innovation challenges workshops the purpose of which is to stimulate stakeholders to propose new ideas for innovation based research or innovation uptake. These will be supported in a coaching phase where consortium partners deliver guidance to stakeholders for the full development of those innovative ideas. SKIN puts significant efforts in dissemination, to reach as many stakeholders as possible, and exploitation, to plan post projects developments in the form of a permanent association that would give continuity to the activities launched with the project (community expansion, circulation of good practices, promotion of research based innovation and linkages with the EIP and policy making instances).
Il progetto è stato strutturato con lo scopo di promuovere la dieta mediterranea (Patrimonio dell'UNESCO Bene Culturale Immateriale dal 2010) e gli aspetti creativi, storici e culturali ad essa correlati. L'obiettivo è quello di far conoscere ad un pubblico più vasto le tradizioni enogastronomiche al fine di sviluppare il turismo settoriale a livello locale, nazionale e internazionale. Il set up di un itinerario virtuale (CLOUD based che coinvolgerà tutti i sensi umani) permetterà di creare un itinerario di località differenti caratterizzate da prodotti enogastronomici e abitudini culinarie differenti. Ogni tappa diventerà una vetrina multimediale interattiva, caratterizzata da informazioni, ricette culinarie ed eventi culturali legati alla dieta mediterranea in Puglia. L'obiettivo è quello di creare un formato standard adattabile a diverse località che preservi le principali caratteristiche e peculiarità di ogni singolo territorio. L'output progettuale consterà in una piattaforma web con immagini e video ad alta definizione, con descrizioni audio e scritte dettagliate. Inoltre, grazie alla piattaforma IT (accessibile da computer portatile, Apps, GPS e altri dispositivi IT) tutte le destinazioni offriranno informazioni riguardanti eventi ricreativi e culturali e informazioni sull'offerta turistica del luogo, e tramite spazio vetrina specifico, le micro e piccole attività direttamente o indirettamente legate all'enogastronomia potranno promuovere le loro attività, prodotti e servizi. Infine, per stimolare la nascita di partenariati e progetti strategici ed operativi tra gli stakeholder di settore pubblici e privati sarà creato un sistema informativo volto a fornire informazioni riguardanti i programmi di finanziamento regionali, nazionali e UE. Il partenariato è composto da: Gtours touroperator; Università degli Studi di Foggia, Dipartimento di Economia; GAL Ponte Lame, (Agenzia per lo sviluppo rurale) e, infine, l' e.RATIO (ITC company).
Il mercato delle olive da tavola si sta notevolmente affermando, sebbene non sia supportato da adeguate strutture produttive o da personale adeguatamente specializzato. Lo scopo di questo progetto sarà la messa a punto di un nuovo alimento funzionale, che vedrà come materia prima due varietà di olive da tavola tipiche dell’area pugliese.
L’idea della presente proposta progettuale è quella di mettere a punto un prodotto di quarta gamma complesso, che rappresenti una decisa innovazione nell’ambito degli altri prodotti esistenti, sia in termini di uso/servizio nei confronti dei consumatori, sia in termini di componenti presenti, alcuni dei quali attualmente non sono utilizzati. Tale prodotto è rappresentato da una zuppa di ortaggi freschi, legumi e cereali, sullo stile di quelle presenti nella tradizione gastronomica di diverse regioni italiane, che sia completa e pronta da cucinare, e che quindi non richieda altri ingredienti di base (a parte eventualmente i condimenti classici tra cui il sale, l’olio, etc). In linea di massima tale zuppa è composta da prezzemolo, patate, rosmarino, carote, sedano e cipolla per ciò che riguarda gli ortaggi freschi tagliati, e da ceci, fagioli borlotti, farro e grano per ciò che riguarda i semi.
L’idea della presente proposta progettuale è quella di mettere a punto un prodotto a base di carciofi ad alto contenuto in servizio, che rappresenti un’innovazione nell’ambito dei prodotti a base di carciofo esistenti sul mercato attuale, in quanto fresco e consumabile al 100%. Il carciofo è una gemma fiorale le cui brattee esterne sono fibrose e vanno rimosse; solo le brattee più interne non fibrose sono eduli, così come il ricettacolo, da cui però viene asportata la parte periferica e basale, anch’esse particolarmente fibrose. In generale quasi il 50% del prodotto non viene utilizzato e la preparazione prima del consumo è particolarmente lunga e fastidiosa. Diversi prodotti a base d carciofo hanno un elevato contenuto in servizio, fornendo al consumatore un prodotto pronto per l’uso; nessuno di questi però è fresco, essendoci sul mercato prodotti surgelati, o appertizzati (sottolio o in salamoia). La realizzazione di un prodotto a base di carciofo fresco, ma con un alto contenuto in servizio rappresenta quindi un elemento di forte innovazione di prodotto nell’ambito del mercato dei prodotti ortofrutticoli, in particolare di quelli della quarta gamma, alla luce delle estreme difficoltà di ottenimento di tale prodotto a causa della estrema suscettibilità del carciofo all’imbrunimento seguente il taglio.
Il presente progetto intende valutare la presenza di protozoi zoonosici (Giardia, Cryptosporidium e Toxoplasma) in diverse specie di molluschi autoctoni marini e lagunari (Mytilus galloprovincialis, Cerastoderma glaucum, Ruditapes decussatus), nonche’ monitorare alcuni parametri chimici, fisici e biologici e idrodinamici delle acque correlati alla molluschicoltura. Tale studio prevederà l’applicazione di metodologie di ricerca assai innovative, anche sul piano internazionale, per una corretta valutazione sia dell’origine degli isolati (animali e/o umani) e del reale rischio di trasmissione all’uomo, attraverso sia la caratterizzazione molecolare degli isolati, sia la capacità infettante degli stessi.
Con il presente progetto di ricerca ci si propone di individuare le formulazioni a base di farina di soia più idonee alla pastificazione, di migliorare le performance qualitative delle paste attraverso l’ottimizzazione delle tecnologie di produzione, di realizzare una completa caratterizzazione chimica, fisica, tecnologica dei prodotti ottenuti, di studiare gli effetti dei principi attivi presenti in queste paste sulla vitalità di differenti tipologie di cellule e di proporre sul mercato paste le cui caratteristiche organolettiche non si discostino eccessivamente dalla pasta tradizionale.
I pomodori semi-dry confezionati in vasi di vetro o in banda stagnata con l’aggiunta olio di copertura stanno ottenendo, negli ultimi anni, un elevato successo commerciale. Questi prodotti infatti, affiancano alle pregiate caratteristiche organolettiche del pomodoro secco e dell’olio aggiunto come condimento, una consistenza medio-bassa che conferisce un pregevole carattere di morbidezza al palato molto apprezzato dai consumatori. I pomodori semi-dry sono infatti definiti come alimenti a consistenza “soft”. La possibilità di presentare al mercato dei pomodori semi-dry in assenza di olio di copertura, venduti in buste o vaschette di plastica da consumare tal quale o come condimento mantenendo intatte le naturali peculiarità del pomodoro, è certamente di grande interesse commerciale.
Nell’ambito del seguente progetto di ricerca lo studio proposto dalle unità operative si prefigge di fornire quel supporto di conoscenze tecnico-scientifiche e di know-how richiesti dai moderni fattori di vantaggio competitivo alle energie imprenditoriali. Nell’ambito del progetto lo studio di caratterizzazione nutrizionale di lanzardo (Scomber japonicus colias) e nasello (Merluccius merluccius), provenienti dal Golfo di Manfredonia, con particolare riguardo alla determinazione della composizione in proteine, al contenuto in grassi totali, e alla composizione acidica (acidi grassi totali ed in particolare omega-3) sarà finalizzato alla messa a punto di trasformati ittici con le due specie prescelte.
Il presente Progetto si propone di rendere operativo un sistema (prototipo) per esposizione prolungata di animali da laboratorio nel loro ambiente abitativo normale, ad una o più frequenze della radiazione elettromagnetica RF (500 MHz-1800MHz). Queste radiazioni sono quelle della televisione UHF e della telefonia cellulare. Il sistema fa uso di una camera riverberante che consente di effettuare studi biologici e studi comportamentali.
Con il presente progetto di ricerca si intende produrre oli extra vergini di oliva aromatizzati con limone e con alcune spezie tipiche del territorio Dauno, al fine di ampliare l’offerta sul mercato dell’olio di oliva proponendo prodotti nuovi con maggiore valore aggiunto.
I materiali di imballaggio possono influire in modo significativo sulla qualità degli alimenti in essi contenuti, in particolar modo a seguito di fenomeni di degradazione, di scalping o di permeazione. I composti aromatici sono costituenti minoritari della matrice alimentare, ma piccole alterazioni della loro concentrazione o delle loro proporzioni relative possono produrre cambiamenti sensorialmente rivelabili che possono tradursi nella non-accettabilità da parte del consumatore. Al fine di prevenire tale deterioramento nella qualità dell’alimento, lo sviluppo di nuovi imballaggi dovrebbe mirare ad evitare perdite significative o degradazione di questi composti volatili durante la shelf-life del prodotto.
Il presente progetto ha come obiettivo finale la diffusione di tecnologie di produzione innovative a sostegno di trasformati carnei di elevato pregio qualitativo. Tali tecnologie di produzione permetterebbero la valorizzazione di alcune specie zootecniche quali bufali, ovini, equidi e bovino Podolico che rappresentano l’elemento caratterizzante della zootecnia pugliese. La produzione e il confezionamento di questi trasformati carnei ha come base la diffusione sempre più crescente di carni cosiddette “alternative” sia perché presentano delle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche di pregio sia per l’intensificarsi degli scambi commerciali con i paesi islamici che per il fenomeno dell’immigrazione nei paesi occidentali di razze, etnie e popolazioni di religioni differenti. Attraverso il seguente progetto di ricerca si propone di sfruttare le carni di tali specie zootecniche per la produzione di trasformati carnei stagionati ottenuti con tecnologie di trasformazione innovative.
Con il presente progetto di ricerca si intende produrre paste funzionali aventi connotazioni salutistiche partendo da materie prime non convenzionali e utilizzando processi di produzione innovativi. Su queste basi si effettuerà una scelta delle farine non convenzionali che possano ragionevolmente essere impiegate nella produzione di pasta fresca e secca funzionale e con caratteristiche strutturali soddisfacenti e comparabili con quelle delle produzioni tradizionali. Una volta scelta la materia prima questa sarà oggetto di caratterizzazione chimica, biochimica e tecnologica. Da tale caratterizzazione sarà possibile ottenere un elenco delle variabili chimiche, biochimiche e tecnologiche e loro intervallo di variabilità verificato nelle materie prime considerate che saranno utili nella fase di ottimizzazione del ciclo di produzione. Una volta scelte e caratterizzate le materie prime da impiegare nella produzione delle paste funzionali saranno determinati degli indici di qualità correlati alle caratteristiche sensoriali, nutrizionali e nutraceutiche delle paste stesse che serviranno a descriverle in modo oggettivo e riproducibile. La selezione avverrà sulla base di due differenti criteri. Il primo di questi terrà conto del fatto che tali indici dovranno fornire informazioni utili sul valore salutistico delle paste. Il secondo criterio di selezione terrà conto della possibilità di ottenere informazioni di carattere teorico utili alla comprensione dei meccanismi che portano alla formazione della struttura nel prodotto finito e dei principali fenomeni di natura chimico-fisica che caratterizzano il processo di cottura correlati alla qualità sensoriale delle paste. Quindi verrà effettuata un’ottimizzazione delle condizioni di formulazione e di processo per l’ottenimento di nuove matrici composite adatte alla produzione di paste non convenzionali mediante un prescreening delle variabili tecnologiche critiche per la produzione delle paste non convenzionali considerate, determinazione del numero minimo di indici di qualità e definizione e realizzazione di un piano sperimentale fattoriale basato su un Central Composite Design (CCD). Le prove di pastificazione su impianto pilota dovranno essere in grado di fornire informazioni sulla qualità delle paste più vicine a quelle che si possono ottenere in condizioni reali di produzione e sui parametri operativi che dovranno essere gestiti nella futura industrializzazione dei nuovi processi produttivi. Il prodotto quindi sara realizzato anche su impianto di produzione. Una volta prodotte le paste queste saranno oggetto di una valutazione clinica delle proprietà nutraceutiche mediante uno studio di verifica del potere antiossidante in vivo su pazienti affetti da patologie ad alta diffusione sociale e che riconoscono una patogenesi radicalica; una valutazione degli effetti antiossidanti delle paste sullo stato di salute e sullo stato di malattia attraverso la verifica di indici clinici e bioumorali; una valutazione dell’impatto che i benefici clinici di tali paste possono produrre in termini di fabbisogno farmacologico Su modello animale si definiranno le vie metaboliche e i percorsi biomolecolari redox sensibili in grado di esser modificati dalla supplementazione dietetica. I risultati derivanti dallo studio effettuato saranno messi a disposizione delle imprese aderenti e divulgate agli operatori del settore cerealicolo attraverso la distribuzione di materiale informativo dettagliato, convegni, seminari, ecc. al fine di metterli in condizione di produrre paste aventi connotazioni salutistiche partendo da materie prime non convenzionali e utilizzando processi di produzione innovativi.
La presente proposta di ricerca mira alla valorizzazione di produzioni lattiero-casearie tradizionali, attualmente note e commercializzate solo localmente, nonostante esse siano contraddistinte da un elevato potenziale di redditività economica per le relative aree di produzione. I consumatori di mercati ad alto reddito apprezzano in modo crescente le produzioni tradizionali, particolarmente quando percepiscono il carico di storia, cultura e vocazionalità del territorio di origine. Tali elementi elevano il valore aggiunto dei prodotti di Capitanata e permettono di creare reddito e promuovono lo sviluppo socio-economico di zone rurali e marginali. Malgrado l’ innegabile vocazione della regione alla pratica zootecnica, esplicitatasi nei secoli anche con una variegata gamma di prodotti tradizionali, il peso economico della filiera lattiero-casearia è attualmente limitato. Gli elementi di freno a una maggiore competitività sono sostanzialmente ascrivibili alla frammentazione dell’offerta dei prodotti con la conseguente incapacità di molti operatori di realizzare un sufficiente livello di redditività, alla limitata possibilità di sviluppare progetti finalizzati alla caratterizzazione della produzione e alla difficoltà di realizzare economie di scala sia nell’ambito della produzione che della commercializzazione. A questi aspetti va inoltre aggiunta la scarsa propensione degli allevatori ad operare sia sul piano del miglioramento della qualità igienico-sanitaria che sull’aspetto dietetico-nutrizionale della materia prima. Lasciando quindi intatte le tecnologie di taluni prodotti lattiero-caseari rappresentativi del panorama regionale, quali il fiordilatte, la giuncata e la stracciatella da latte vaccino ed il primo sale ed il cacio ricotta da latte caprino, il progetto mira alla valorizzare della produzione agendo nelle fasi a monte e a valle della filiera produttiva lattiero-casearia, partendo cioè da latte dalle migliorate qualità dietetico-nutrizionali e prolungando la vita di scaffale dei prodotti da esso derivati. In genere, infatti, i derivati freschi del latte, originari di aree rurali ad alta vocazionalità, ancorché ottenuti con buone pratiche di produzione, possiedono una shelf-life di pochi giorni, insufficiente per raggiungere mercati ad alto reddito e spesso incompatibile con i criteri della distribuzione. Il presente progetto intende accrescere le conoscenze scientifiche e tecnologiche mancanti, allo scopo di produrre derivati caseari di alta qualità, confezionati in sistemi ad elevata sicurezza, che ne valorizzano il contenuto di tradizionalità, cultura e vocazione. Inoltre, attraverso la gestione di un sistema di tracciabilità di filiera tali prodotto vengono garantiti da eventuali imitazioni su mercati che vanno oltre i confini locali. In particolare sarà migliorato lo stato di benessere fisico e immunitario degli animali da latte con il fine di ottenere una materia prima dalle comprovate caratteristiche di elevato potere nutrizionale e saranno messe in atto azioni per prolungare la shelf life dei derivati caseari da esso ottenuti, mediante utilizzo di antimicrobici naturali in fase di processo e/o confezionamento. Tali prodotti, contraddistinti da una elevata peculiarità qualitativa, potranno finalmente essere apprezzati anche da consumatori molto distanti dal loro luogo di produzione.
Il presente progetto di ricerca intende sviluppare un processo articolato che, attraverso vari stadi intermedi, consenta di valorizzare le saline attraverso la produzione e l’estrazione, applicando una tecnologia estrattiva eco-compatibile (Fluidi Supercritici), di “fine chemicals” altamente pregiati per l’industria alimentare, farmaceutica e zootecnica a partire dalla coltivazione in tali ambienti salini di una materia prima di interesse quali ceppi di microalghe. Gli stadi in cui il progetto di ricerca si articolerà sono i seguenti: • isolamento e selezione di ceppi microalgali sia in ambiente ipersalino che in ambienti con elevata batimetria; • messa a punto di sistemi di coltivazione tecnicamente avanzati ed efficienti in modo tale da ottimizzare i parametri di crescita individuati per i singoli ceppi algali; • ottenimento di una resa industriale della metodologia estrattiva elevata (superiore all’80%); • ottenimento di una qualità delle sostanze estratte elevata e non alterata dai processi industriali o dalla presenza di solventi; • identificazione e caratterizzazione farmacologica preclinica (nell’animale da esperimento) di nuove molecole di interesse terapeutico presenti nei ceppi selezionati; • valutazione delle sostanze ottenute in allevamenti di pesce testando i risultati ottenuti sia in rapporto alle patologie che in rapporto alla qualità del prodotto ittico; • realizzazione di mangimi a più alto valore nutritivo. Il partenariato è composto da due Unità di Ricerca e da tre aziende. Le Unità di Ricerca sono il CNR - Istituto di Scienze Marine - sede operativa di Lesina, che possiede competenze e conoscenze avanzate nel campo della fisiologia della crescita di ceppi algali in rapporto a fattori ambientali e nutrizionali dello sviluppo, ed il Centro di Ricerca Interdipartimentale BIOAGROMED dell’Università degli Studi di Foggia che ha sviluppato competenze nel campo della caratterizzazione farmacologica e nutraceutica di differenti matrici. Le tre aziende sono Exeniagroup Srl, Nautilus scrl, Panittica pugliese SpA. La Nautilus scrl raccoglierà ceppi microalgali di profondità, selezionerà i ceppi da destinare alla coltivazione e coltiverà indoor i microrganismi selezionati mediante sistemi ad hoc. Exeniagroup Srl metterà a punto impianti per la coltivazione indoor dei microrganismi algali e realizzerà impianti pilota per i fluidi supercritici, valutando i parametri fluido-dinamici del sistema ed il dimensionamento dell’impianto. Panittica Pugliese SpA sperimenterà in vivo i fine chemicals estratti dalle microalghe destinati all’industria zootecnica, valutando i parametri nutrizionali e di crescita di alcune specie ittiche in base al prodotto formulato. Il progetto di ricerca prevede, infine, un articolato percorso formativo ad esso collegato che mira a formare nuovi profili professionali in grado di operare nel settore della produzione e caratterizzazione di ceppi microalgali, dell’estrazione di fine chemicals da tali ceppi e dell’applicazione in diversi settori industriali (farmaceutico, alimentare e zootecnico) dei chemicals così estratti.
Con il presente progetto di ricerca si intende condurre uno studio sulla composizione chimica, fisica e sensoriale delle uve derivanti dai principali vitigni allevati in Puglia e sulla individuazione delle tecnologie di vinificazione in grado di esaltarne le potenzialità enologiche. La ricerca sarà condotta su uve di vitigni più diffusi nella regione Puglia, a bacca nera (Uva di Troia, Negroamaro, Primitivo, Bombino Nero, Montepulciano, Aglianico, Sangiovese e Cabernet sauvignon), a bacca bianca (Bombino Bianco, Verdeca, Greco, Trebbiano toscano e Chardonnay) ed aromatici (Moscato, Malvasia e Fiano aromatico), prelevate dalle principali zone viti-vinicole del territorio ed ottenute con diverse tecniche colturali quali sistemi differenti di potatura, irrigazione, concimazione ed inerbimento. La conoscenza della composizione acidica, azotata, fenolica ed aromatica della materia prima monitorata nel corso della maturazione consentirà di individuare le tecniche colturali capaci di esaltare le caratteristiche di tipicità dei diversi vitigni e il momento ottimale della vendemmia. Sulla base delle informazioni ottenute dallo studio di caratterizzazione delle uve verranno elaborati protocolli di vinificazione atti a migliorare la qualità dei vini e a esaltarne le caratteristiche sensoriali di tipicità, proprie del vitigno di provenienza. Per quanto riguarda i processi da sviluppare per la vinificazione delle uve a bacca nera saranno prese in considerazione le seguenti variabili: durata della macerazione, gradienti termici programmati per l’intera durata del ciclo di vinificazione e ottimizzazione dell’impiego di botti di legno. Per lo sviluppo dei processi di vinificazione innovativi per le uve a bacca bianca le variabili prese in considerazione saranno: impiego di elevata protezione antiossidante durante l’intero processo di vinificazione, modalità di conduzione delle fasi prefermentative e controllo della fermentazione alcolica. In una prima fase saranno vinificate uve in impianti pilota applicando diverse variabili tecnologiche e, i vini prodotti, saranno sottoposti ad analisi fisiche, chimiche e sensoriali allo scopo di individuare la tecnica di vinificazione in grado di esaltare le potenzialità enologiche della materia prima. A tal fine le analisi sui vini saranno effettuate prelevando i campioni nel corso delle diverse fasi di produzione per monitorare la bontà della tecnologia impiegata e durante la conservazione per individuare il momento in cui viene esplicata la massima espressione della loro tipicità. In una seconda fase le vinificazioni saranno estese in larga scala negli impianti industriali, applicando le tecniche enologiche migliori messe a punto nelle vinificazioni in impianti pilota. Sui vini industriali saranno effettuate le stesse analisi previste per quelli ottenuti negli impianti pilota. L’autenticazione dei vini prodotti sarà effettuata elaborando i risultati delle analisi chimiche, fisiche e sensoriali dei vini e quelli derivanti dall’applicazione di tecniche di biologia molecolari (sequenze di DNA) con l’ausilio di opportuni software. I risultati derivanti dallo studio effettuato saranno messi a disposizione delle imprese aderenti e divulgate agli operatori del settore vitivinicolo attraverso la distribuzione di materiale informativo dettagliato, convegni, seminari, ecc. al fine di metterli in condizione di produrre vini con maggiore qualità, ben identificabili e associabili al territorio di produzione.
Da sempre gli uomini tentano di prevedere il futuro. La scommessa di questo progetto consiste nel tentare di ‘prevedere il passato’. In particolare l’oggetto riguarda i paesaggi e i sistemi insediativi che hanno caratterizzato una determinata porzione di territorio nelle epoche passate. ArchaeoScapes è un neologismo: nasce da un gioco di parole tra Archaeology e Landscape e fa esplicito riferimento alle prassi e ai metodi dell’Archeologia dei paesaggi (Landscape Archaeology), proponendo un’evoluzione verso la conoscenza e ricostruzione di paesaggi archeologici attraverso l’adozione di nuovi strumenti diagnostici, di tecniche e tecnologie innovative, di metodi predittivi.L’archeologia dei paesaggi costituisce una delle innovazioni principali della moderna archeologia, soprattutto grazie ad ‘analisi al microscopio’ realizzate in specifici comprensori territoriali. Con un approccio globale e con l’uso di fonti e strumenti diversi e fortemente integrati è infatti possibile tentare di ricostruire la ‘storia totale’ di un territorio. Il paesaggio attuale, infatti, è un complesso palinsesto di paesaggi stratificati. In essi si conservano le tracce, i ‘segni’, del passato, delle innumerevoli trasformazioni impresse dalla natura e dall’uomo nel corso dei millenni. In tal senso il paesaggio stratificato è parte integrante dell’identità di un territorio e di quanti vi abitano.L’obiettivo principale di questo progetto consiste sia nell’individuare nuove modalità per poter cogliere le tracce archeologiche presenti nel paesaggio per finalità sia di conoscenza sia di tutela, oggi particolarmente sentita in relazione alle pratiche di Valutazione dell’Impatto Archeologico (VIAR), finalmente sancito in Italia anche con una specifica legge dello Stato, che recepisce direttive dell’UE. In tal senso le tecnologie ICT costituiscono uno straordinario strumento per implementare le tradizionali capacità diagnostiche grazie all’estrazione di informazioni da fonti complesse e molteplici; ad esse si aggiunge l’esigenza di affinare l’utilizzo di modelli predittivi in grado di sostenere i processi decisionali attuati dagli archeologi nella propria azione a supporto degli enti e del territorio.Il progetto è quindi finalizzato alla sperimentazione di tecniche diagnostiche innovative con modalità elaborative basate su sistemi intelligenti per l’estrazione dell’informazione, la classificazione e la fusione di dati multidimensionali e multisensoriali per la diagnostica automatica di siti archeologici.Il complesso di queste tecniche assieme all’applicazione di specifici modelli predittivi, realizzati su base ontologica e finalizzati alla valutazione dell’impatto archeologico, costituiscono il dimostratore dei risultati di progetto.Un elemento di grande novità è costituito inoltre dall’organica fusione di diverse competenze e molteplici approcci, grazie alla stretta integrazione di archeologi, esperti di topografia e archeologia dei paesaggi, aerofotografia a fini archeologici, telerilevamento, informatica applicata all’archeologia, con esperti di tecnologie informatiche, trattamento delle immagini, matchmaking semantico, logiche descrittive, ecc., con ricercatori di ambito umanistico e scientifico-tecnologico afferenti a tre università pugliesi e al CNR ed esperti di qualificate imprese operanti nel settore, in alcuni casi già da tempo impegnati in progetti congiunti e in sperimentazioni molto innovative.
Il progetto si propone di realizzare e validare nuovi dispositivi per il monitoraggio ed il trattamento extracorporeo di pazienti affetti da sepsi severa. Attraverso un’ottica multidisciplinare e una convergenza di know-how specializzati nelle singole attività previste, il progetto valuterà gli aspetti più critici che insorgono nei pazienti affetti da sepsi severa che rappresenta una delle più frequenti cause di morbilità e mortalità nel mondo (210.000 e 135.000 decessi/anno, rispettivamente negli USA e in Europa). A questo scopo, il progetto sperimenterà, inizialmente su un modello animale, nuove linee ematiche di CPFA (coupled plasma filtration adsorption), su cui saranno applicati dispositivi per il monitoraggio on-line del glucosio e del lattato. La CPFA è considerata un trattamento promettente per la sepsi severa. La presenza di iperglicemia e aumento del lattato sono marker di sfavorevole outcome nella sepsi e, spesso, precedono l’insorgenza della disfunzione d’organo e della insufficienza renale acuta. Il dosaggio del glucosio e del lattato saranno effettuati con appositi dispositivi prototipati nel corso del progetto, i biosensori amperometrici, che saranno opportunamente applicati alle linee ematiche per la CPFA. La suscettibilità genetica alla sepsi sarà valutata con la realizzazione di un DNA chip dedicato. I gruppi di ricerca si occuperanno anche di studi di proteomica per valutare il profilo proteico di adsorbimento delle resine contenute nelle cartucce per CPFA, con lo scopo di migliorarne la performance. Il progetto, inoltre, si propone di prototipare un rene bioartificiale, in grado di mimare le funzioni delle cellule tubulari renali, utilizzando tecniche specifiche che prevedono l’utilizzo di cellule staminali e scaffolding. La massa critica di ricercatori coinvolta nel progetto, consentirà di mettere in rete competenze specialistiche e tecnologie all’avanguardia che contribuiranno a conseguire obiettivi determinanti sia da un punto di vista sociale, economico e scientifico. La sperimentazione di un modello integrato per il monitoraggio ed il trattamento della sepsi severa potrà contribuire all’identificazione di nuovi protocolli terapeutici riducendo il numero dei decessi e gli alti costi sanitari sostenuti per il trattamento di questa patologia. Il progetto si propone di ingegnerizzare dispositivi innovativi (biosensori e biofiltri), prodotti in collaborazione con imprese pugliesi, e avrà un impatto significativo sul sistema economico regionale. Questo obiettivo sarà perseguito grazie alle valutazioni che emergeranno dalla trasferibilità dei risultati della ricerca. Obiettivo qualificante del progetto sarà quello di coinvolgere giovani ricercatori, post-doc che avranno terminato la loro formazione presso centri di eccellenza italiani o esteri, e giovani laureati e/o ricercatori che avranno partecipato al corso formativo, anche oltre la conclusione del progetto. La presenza di “core facilities” di eccellenza messe a disposizione dai partner del progetto consentiranno di raggiungere questo importante obiettivo.
Obiettivo della proposta è quello di individuare una metodologia di apprendimento interattivo basata sul concetto di “learning by doing”, che sfrutti le potenzialità di interazione e multisensoriarità dei nuovi media, finalizzata alla formazione nell’ambito dei beni culturali. La piattaforma ICT che sarà sviluppata, si presenterà come un framework multicanale in grado di presentare i learning object previsti nei percorsi formativi con la formula del gioco di strategia interattivo e competitivo. Interazione, integrazione, interoperabilità, interdisciplinarità sono approcci trasversali a tutte le azioni del progetto. L’innovazione che perseguiamo non è tecnocentrica ma antropocentrica, intendiamo muovere dai bisogni degli individui, per costruire tecnologie utili. Per questo abbiamo realizzato un team di ricerca che proviene dal mondo universitario ed aziendale che congiungerà competenze e saperi diversi nella prospettiva di sperimentare e sviluppare un nuovo modello di tecnologia educativa con forti ricadute industriali. Il progetto MediaEvo investiga i media di ultima generazione in una prospettiva originale che dà concretezza a molti temi pedagogici tradizionalmente intesi come di frontiera e frequentemente enunciati più come criteri regolatori che come soluzioni operative: individualizzazione, comunità educante, apertura, progettualismo. Dal punto di vista ingegneristico il progetto intende approfondire le possibilità di una diffusa multicanalità. Il concetto di canale nella proposta è legato alla tipologia di media, pertanto potenziali canali di fruizione delle logiche di gioco saranno sicuramente: Internet, Mobile, Digitale terrestre ed applicazione “stand alone” istallata su PC collegato in rete. Nella proposta sarà inserito un ulteriore canale, unico per tecnologie impiegate nel panorama europeo e costituito da un Centro di Realtà Virtuale attualmente realizzato nei laboratori del consorzio CETMA della Cittadella della ricerca di Brindisi. Un altro elemento innovativo nella proposta è sicuramente la componente multisensoriale dell’approccio ai processi formativi. Le tecnologie di sviluppo di Video Game sono oggi fortemente spinte dalla sempre crescente domanda, ma poco si è investito nell’utilizzo didattico di tali tecnologie ancora confinate nei settori dell’intrattenimento. Una piattaforma innovativa che recepisca le specifiche di multicanalità dovrà presentarsi in modo flessibile dal punto di vista dell’architettura di sistema, in modo che si possa adeguare alle specifiche potenzialità dei canali serviti, e sia estendibile nel futuro. Tali caratteristiche sono tipiche delle emergenti architetture distribuite basate su servizi WEB e/o servizi GRID di tipo multitier (più livelli logici). L’architettura della piattaforma MediaEvo si presenterà come un’architettura scalabile, distribuita e multicanale, ed in grado di rispondere ad esigenze di fruizione ed interazione concorrente tipiche di sessioni di apprendimento on line, e dei giochi di ruolo chiamati anche MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game). Per rispondere alle specifiche, l’architettura dovrà prevedere dei moduli intermedi associati a ciascun canale, in grado di virtualizzare il dispositivo in rete in modo che possa comunicare con la centrale di smistamento messaggi senza che si conoscano le politiche di Back-End. Sarà definito un protocollo di comunicazione in grado di consentire le interazioni tra i Device, gli Adapter e la centrale di smistamento Messaggi, in modalità Real Time. La progettazione del protocollo di comunicazione e delle logiche di ciascun Adapter, sarà effettuata in funzione delle risorse che ciascun canale è in grado di utilizzare, evitando la formazione di colli di bottiglia dovuti all’invio o alla ricezione dei segnali di sincronizzazione, che possono inficiare la fruizione fluida della scena da parte degli utenti. Ciascun Adapter dovrà fornire al canale fisico a cui è associato, solo un sottoinsieme delle informazioni pervenute dalla Centrale (sottoinsieme che il device è in grado di processare). La renderizzazione simultanea “Learning Object” (3D, 2D o testuali), prevista per quei device che si configurano in una fruizione RT dei “Percorsi Formativi” individuati, dovrà essere dettata in modalità sincrona su tutti i canali di fruizione. La Centrale di Smistamento Messaggi, si propone come ascoltatore e distributore (Dispacther) di messaggi ai vari Adapter, in quanto è l’unico conoscitore dei dispositivi attivi in ciascuna sessione di formazione.
L'innovazione nel campo dei prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto in servizio spinge in 3 direzioni principali: differenziazione di prodotto, aumento del contenuto in servizio, aumento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Sono ancora poche le referenze sul mercato, con una totale prevalenza di prodotti orticoli a foglia. Inoltre, il contenuto in servizio, unitamente ad una maggiore shelf-life, incrementa i consumi di prodotti di V gamma. Il presente Progetto unisce 5 aziende ortofrutticole, 5 aziende fornitrici di materiali/servizi, e 4 enti di ricerca, e si propone di rispondere in maniera ampia ed articolata a queste 3 esigenze del mercato. Si articola in 8 OR con attività volte al miglioramento della qualità dei prodotti esistenti, e alla messa a punto di nuovi prodotti/tecnologie. Nel primo OR, per lo sviluppo di tecniche colturali per specie per IV gamma, saranno messi a punto protocolli di fertirrigazione per ridurre l'accumulo di nitrati e migliorare la shelf-life e la qualità. Saranno inoltre studiate tecniche per estendere i calendari produttivi. Infine saranno implementati sistemi innovativi per la gestione della produzione in serra sia in relazione ai parametri ambientali che all'irrigazione. Il secondo OR mira all'aumento di specie/varietà ad oggi usate per la IV gamma, attraverso la scelta di genotipi le cui performance (in termini fisiologici, composizionali e fisico-meccanici) siano tali da ridurre gli stress post-taglio e le cui proprietà in termini organolettici e nutrizionali rispondano alle esigenze di mercato. L'OR3 ha l'obiettivo di offrire all'industria validi strumenti per la predizione della shelf-life, basati sulla misura di un solo parametro qualitativo. Inoltre saranno messi a punto modelli di predizione del valore nutrizionale residuo, basato sulla rilevazione di parametri dell'aspetto esteriore. Nell'OR4 si studieranno le applicazioni di strutture a base di TiO2, opportunamente modificato/catalizzato, per ridurre l'etilene e la carica microbica negli ambienti di stoccaggio della materie prima e sui prodotti trasformati, con la messa a punto di materiali di rivestimento per ambienti, la realizzazione di un reattore foto-catalitico, e modificazione superficiali di materiali da imballaggio. Inoltre, sempre allo scopo di ridurre la popolazione microbica, saranno messi a punto protocolli per il trattamenti con ozono della materia prima. Lo scopo dell'OR5 è quello di sperimentare innovazioni di processo e di prodotto per il packaging. Mentre da un lato sarà ottimizzato l'uso di atmosfere non convenzionali a base di Argon e/o protossido di azoto, dall'altro saranno sviluppati campioni-prototipo di film plastici attivi (con riferimento alla riduzione dell'etilene e dei microrganismi), e di materiali biodegradabili, al fine di ridurre l'impatto ambientale. L'OR6 prevede diverse innovazioni di prodotto e di processo mentre le innovazioni di prodotto tenderanno ad associare al consumo di prodotti di IV gamma benefici funzionali con prodotti ad azione probiotica o a ridotto contenuto calorico, e ad estender il numero di prodotti disponibili in commercio, le innovazioni di processo, rivolte prevalentemente al miglioramento della qualità, consisteranno in trattamenti antimbrunenti innovativi, in sistemi rapidi per la rilevazione di patogeni, in un prototipo di sistema di asciugatura innovativo, e di un nuovo sistema di rilevazione di corpi estranei. Con l'OR7 si implementeranno tecnologie innovative per succhi/mousse ad alto valore organolettico e nutrizionale, da un lato eliminando l'intervento termico (uso di bassa temperatura e trattamenti UV-C), dall'altro utilizzando un genotipo dalle elevate caratteristiche nutraceutiche, per nuovi prodotti a base di pomodoro. Infine, l'OR8 svilupperà un sistema di disidratazione con impiego di tecniche di condizionamento ad alto rendimento energetico, che permetterà l'ottenimento di prodotti ad umidità intermedia con elevati livelli qualitativi.
L'industria agroalimentare pugliese vanta una consolidata tradizione nella produzione di formaggi freschi e latticini "tipici", caratterizzati da elevate qualità organolettiche, da una diversificazione della gamma di prodotti, da un forte legame ad antiche tradizioni cultural-gastronomiche, nonchè da un particolare appeal per il consumo alimentare di fascia alta con un elevato potenziale per i mercati nazionali ed esteri. La commercializzazione su tali mercati è, però, resa impossibile dalla rapidità dei processi di deperimento che intervengono a valle della produzione. La conservazione dei prodotti non può essere protratta per più di alcuni giorni, perché il prodotto tende a perdere consistenza nel tempo, con una progressiva degradazione delle qualità organolettiche. Una Shelf-life così breve risulta incompatibile con le reti di distribuzione a lungo raggio per i mercati internazionali nonché inadatta ai criteri logistici della grande distribuzione. Il progetto si propone di sviluppare una innovativa tecnologia di imballaggi ecocompatibili opportunamente combinati con agenti antimicrobici che consentano di rallentare i processi di deperimento ed allungare la shelf life dei formaggi freschi a pasta filata tipici dell'industria agroalimentare pugliese. Lo sviluppo di tale tecnologia consentirà la valorizzazione di questa produzioni tipiche pugliesi e la loro commercializzazione sui mercati esteri nelle fasce alte di consumo alimentare. Allo scopo sarà studiato : (i) l'impiego di materiali ecocompatibili e/o biodegradabili per la messa a punto dei sistemi di imballaggio; (ii) l'impiego in fase di confezionamento di sostanze battericide naturali, compatibili con la destinazione alimentare e capaci di abbassare la carica iniziale e la proliferazione dei microrganismi attori del processo di degradazione, (iii) l'immobilizzazione di tali agenti direttamente nei materiali di imballaggio, per realizzare un imballaggio"bioattivo" caratterizzato da una cinetica controllata di rilascio delle sostanze attive. Le cinetiche di rilascio saranno dimensionate in modo tale da mantenere la loro concentrazione in un range ottimale per conservare l'alimento senza compromettere le qualità organolettiche. L'immobilizzazione degli agenti attivi negli imballaggi sarà effettuata mediante due distinte tecnologie di processo. La prima tecnologia prevede l'impiego di processi chimici ed elettrochimici con l'inserimento degli agenti attivi direttamente nelle masse di polimero fuse da avviare ai tradizionali processi di estrusione/termoformatura degli imballi. In questo modo si punterà all'utilizzo dei normali impianti esistenti presso l'industria di produttrice degli imballi, onde consentire la massima rapidità dell'industrializzazione dei risultati della ricerca. L'altra tecnologia prevede, invece, l'impiego di processi plasmochimici altamente innovativi per l'immobilizzazione superficiale degli agenti attivi. Questa tecnologia punta ad una maggiore efficienza/efficacia dell'azione antimicrobica (essendo gli agenti presenti esclusivamente nella superficie a contatto con il liquido di governo).Le attività di progetto saranno svolte congiuntamente da un soggetto industriale di rilevante importanza sul territorio regionale (circa 180 addetti e 29M€ di fatturato) e da quattro enti di ricerca con competenze tecnico-scientifiche di livello internazionale. Le ricerche saranno sviluppate in stretta cooperazione tra i diversi soggetti, mantenendo le attività e focalizzate verso l'obiettivo finale di interesse industriale. In tal modo si collauderà il cuore operativo di un futuro network regionale di ricerca industrialeLa possibilità di industrializzare rapidamente i risultati della ricerca fanno prevedere che già nel biennio successivo al termine del progetto sarà necessario procedere con gli investimenti per la creazione di una capacità produttiva dedicata con la relativa attrazione dei capitali necessari nella Regione Puglia.
Il Fiordilatte è un formaggio molle tipico mediterraneo a pasta filata, a coagulo presamico, ricavato da latte bovino e commercializzato in diverse pezzature e forme e solitamente immerso in una salamoia o in un liquido di governo. È un prodotto caratterizzato da una notevole rilevanza economica nell'ambito del mercato dei prodotti lattiero-caseari, in seguito alla sempre crescente produzione, conseguenza di un continuo incremento della domanda. La percezione riguardo alla qualità e sicurezza alimentare del firdilatte risente fortemente del concetto di 'sostanza sintetica additivata all'alimento', carattere che conferisce ormai una connotazione assolutamente negativa al prodotto e fa perdere agli occhi del consumatore le sue caratteristiche di naturalezza, semplicità, genuinità, ecc. Al contrario l'impiego di protocolli tradizionali di trasformazione e la dicitura in etichetta "a latte crudo"rappresentano un punto di forza del prodotto fiordilatte. L'attuale tecnologia di trasformazione ed il rifiuto del mercato per gli additivi antimicrobici di sintesi, limita la possibilità di estendere la shelf-life del Fiordilatte e rendono dunque problematico l'impiego del protocollo a latte crudo per i prodotti destinati alla grande distribuzione. Questo problema è ancora più sentito quando si parla di prodotti a shelf-life prolungata e destinati a mercati esteri.Il progetto di ricerca mira ad innovare la produzione del fiordilatte tradizionale attraverso applicazioni biotecnologiche per la messa a punto di (i)Fiordilatte tradizionale con microflora autoctona, a shelf-life prolungata; (ii) Fiordilatte a basso contenuto calorico (fat-free) ed ad alto valore nutrizionale e (iii) Fiordilatte a salatura variabile e differita. Allo scopo sarà sviluppato un insieme di conoscenze e di tecnologie di processo che consentiranno lo sviluppo di una nuova linea di prodotti, in grado di acquisire spazi di mercato sia a livello nazionale che internazionale. In base al benchmark tecnologico preliminare effettuato dai coproponenti, tale obiettivo risulta fortemente innovativo per la produzione di alimenti di alta qualità tipici pugliesi (TEMA 2).
Il settore dei formaggi freschi a pasta filata è caratterizzato da una distribuzione del prodotto geograficamente limitata a livello di Regione. Le applicazioni di competenze biotecnologiche di elevata specializzazione possono permettere di apportare alcune modifiche al prodotto per modificarne i vincoli di deperibilità senza denaturare le caratteristiche di tipicità legate al protocollo. Inoltre permetterebbero di sviluppare linee differenziate di prodotto per raggiungere le fasce di mercato a maggior valore aggiunto. In particolare lo sviluppo di applicazioni microbiologiche sui processi produttivi dei formaggi freschi a pasta filata rappresenta una strada primaria per dare un nuovo impulso alle produzioni del settore. Il presente progetto di ricerca intende dare risposta alle suddette esigenze tecniche scientifiche, creando figure professionali di alta specializzazione aventi competenze interdisciplinari a cavallo tra le biotecnologie e le tecnologie delle produzioni alimentari. Il progetto si pone come obiettivo formativo la creazione di 12 figure professionali di Ricercatore industriale in biotecnologie per il l'industria casearia che avranno competenze di carattere interdisciplinare in Tecnologie delle produzioni casearie Biotecnologie per il prolungamento della conservazione dei derivati del latte Scienze dell'alimentazione Organizzazione aziendale e gestione d'impresa per il comparto agroalimentare Management delle attività di Ricerca Industriale. La struttura obbligatoria è individuata nel Bioagromed della Università degli Studi di Foggia, struttura responsabile del progetto di Formazione e nel Dipartimento Progesa dell'Università degli Studi di Bari, entrambi partner di progetto con competenze riconosciute a livello nazionale ed internazionale in materia di biotecnologie e tecnologie di delle produzioni alimentari.
Il settore produttivo dell'uva da tavola vede con particolare interesse la possibilità di ottenere dall'uva da tavola prodotti pronti per il consumo (anche disponibile in distributori automatici) da destinare a utilizzi particolari (mense scolastiche, ospedaliere, per anziani con difficoltà di deglutizione, sugli aerei, ecc.) o per consumo normale, ad elevato valore nutrizionale e salutistico, come prodotto nuovo ed alternativo agli attuali snack (merendine, ecc.). La commercializzazione di uva fresca di IV gamma non presenta, a tutt'oggi, nessuna iniziativa industriale. Le esperienze finora condotte sono rimaste circoscritte all'ambito sperimentale, sembra però che in Italia ed in alcuni Paesi europei il mercato incominci a dare segnali di interesse, anche per merito della Grande Distribuzione Organizzata.Il presente progetto si pone quindi l'obiettivo di sviluppare un processo innovativo per la preparazione ed il confezionamento di uva porzionata pronta all'uso (Uva di IV Gamma). A tal fine è necessario effettuare: (i) lo studio delle varietà di uve apirene, in confronto con varietà convenzionali; (ii) lo studio delle tecniche capaci di incrementare il già elevato valore nutraceutico delle uve da tavola, come l'influenza dell'irradiazione con luce UV (pre-trattamento per arricchire il contenuto di antocianine, e di altre sostanze antiossidanti ad attività nutraceutica) e (iii) lo studio di processo. La sperimentazione sarà orientata sia a individuare le condizioni ottimali di pretrattamento (pretrattamento con irradiazione UV e lavaggio della materia prima per evitare l'insorgenza di fenomeni di ammuffimento in fase di conservazione, utilizzazione di sostanze protettrici antimicrobiche) sia a valutare la durata degli acini di uva confezionati e sigillati, in porzioni pre-pesate, pronte per il consumo, attraverso lo studio di processo e delle tecniche di confezionamento al fine di definire un processo integrato in grado di ottenere una shel life elevata.Il progetto è stato strutturato in N.5 Obiettivi Realizzativi (OR) ognuno composto da distinte attività Realizzative (AR). In particolareOR 1 MATERIA PRIMA E PRETRATTAMENTO finalizzato alla caratterizzazione analitica della materia prima uva da tavola, con la variabilità di composizione ritrovabile sul territorio regionale ed allo studio di efficacia del pretrattamento utile ad elvare il potere nutrizionale delle uve selezionate.OR2 STUDIO DI PROCESSO finalizzato allo studio delle metodologie di innovative che mirano a prolungare la shelf life di uva di IV Gamma. In particolare si intende mettere a punto processi di preparazione basati sull'utilizzo di sostanze antimicrobiche di origine naturale.OR 3 TECNICHE DI CONFEZIONAMENO finalizzate allo studio ed alla messa a punto di tecniche di confezionamento basate sull'impiego di atmosfere protettive convenzionali e non convenzionali.OR 4 - SISTEMA INTEGRATO PROCESSO/CONFEZIONAMENTO che comprende attività finalizzate all'integrazione in maniera sinergica condizioni di processo e modalità di confezionamento singolarmente individuate come efficaci per il rallentamento dei processi di degradazione.OR 5 – VALIDAZIONE che comprende attività di validazione tecnologia di prodotto processo.
Il termine ''nutraceutico'' (crasi tra nutrizione e farmaceutico) o ''cibo funzionale'' si riferisce a un alimento o parte di un alimento che, al di là della mera compensazione di una carenza, fornisce un beneficio effettivo alla salute. Il progetto NUTRAFAST si propone di mettere a sistema in modo sinergico grandi, medie e piccole imprese chimico-farmaceutiche, alimentari e biotecnologiche e centri universitari di eccellenza nella ricerca biomedica, per affrontare le diverse problematiche legate allo sviluppo e alla produzione di sostanze nutraceutiche innovative, valutandone gli effetti in diversi modelli sperimentali e nell'uomo e validandoli con metodologie scientificamente rigorose. Nell'ambito del progetto, saranno sviluppati tool diagnostici innovativi per l'identificazione, in maniera rapida e affidabile, di biomarkers dei composti nutraceutici utilizzati. Saranno, inoltre sviluppati sistemi di delivery per nutraceutici, al fine di migliorarne la biodisponibilità. Il progetto NUTRAFAST in sintesi è articolato in 7 obiettivi realizzativi (OR). I primi 4 (OR1-OR4) sono relativi ai nutraceutici che il progetto intende sviluppare, mentre i restanti OR prevedono attività di interesse per questo comparto industriale. OR1 ha come obiettivo la valorizzazione in termini nutrizionali di componenti biologicamente attivi presenti nell'olio extravergine di oliva e la preparazione di formulazioni con particolari attività nutrizionali contenenti miscele dei suddetti componenti. L'attività biologica, con particolare riferimento a quella antinfiammatoria e antidegenerativa, dei componenti dell'olio di oliva sarà testata in diversi modelli sperimentali. OR2 ha come obiettivo la realizzazione e produzione di cibi funzionali derivati dal siero di latte, sotto forma di pasta e di bevanda, e la loro valutazione in termini nutrizionali in relazione alle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antiaterosclerotiche utilizzando, modelli sperimentali e studi clinici. OR3 ha come obiettivo la realizzazione di strategie produttive (estrattiva, sintesi biotecnologica e chimica) del nutraceutico relaxina, la sua caratterizzazione strutturale e biochimica e la valutazione con modelli in vitro e in vivo dei suoi effetti biologici. OR4 ha come obiettivo la realizzazione e produzione di nutraceutici a base di betaina in formulazione somministrabili per via orale e a lento rilascio. Dei prodotti sviluppati saranno studiati gli effetti su modelli cellulari rilevanti per l'infiammazione e la trombogenesi e nell'uomo saranno valutati gli aspetti farmacocinetici e terapeutici nel trattamento dell'arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori. OR5 riguarda lo sviluppo di tests diagnostici biochimici e genetici utilizzati nelle attività di ricerca dei precedenti 4 OR. OR6 prevede la realizzazione e la produzione su scala pilota di sistemi di delivery per nutraceutici. OR7 ha come obiettivo l'organizzazione e lo sviluppo di una filiera nutraceutica regionale.
L'obiettivo del progetto In.Te.R.R.A. è quello di studiare e sperimentare strategie innovative capaci di incrementare il riuso irriguo di acque reflue urbane ed agro-industriali depurate. La gestione del riuso risulta comunque estremamente complessa, considerati anche i rischi igienico-sanitari che comporta, e richiede pertanto competenze specialistiche nell'ambito della progettazione, costruzione e gestione delle reti idriche preposte al trasporto delle acque nei siti di utilizzo, delle tecnologie di trattamento e disinfezione, del monitoraggio dei parametri di qualità (chimici, fisici e microbiologici), della loro gestione agronomica. Queste competenze richiedono personale altamente specializzato. Spesso, infatti, proprio la mancanza di figure idonee e competenti ostacola il corretto funzionamento del sistema e impone la definizione di norme severe da parte dei legislatori. Date le competenze richieste, risulta necessario formare dei professionisti che siano in grado di assolvere a tali compiti. A tal fine il progetto proposto intende formare giovani ricercatori destinati ad attività di ricerca industriale aventi le seguenti competenze: progettazione e manutenzione delle reti idriche trattamento delle acque reflue urbane riuso irriguo delle acque reflue urbane. Le competenze specifiche che si intendono fornire riguardano: l'esercizio e la manutenzione dei principali organi di regolazione delle reti idriche a scopo irriguo, degli strumenti di misura, delle apparecchiature di automazione e di controllo l'analisi e la valutazione della qualità delle acque (caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche) la conoscenza delle tecnologie di depurazione e affinamento delle acque reflue destinate al riuso, dei metodi e degli impianti per la distribuzione delle acque reflue, della tecnica agronomica dell'irrigazione di colture erbacee ed arboree a destinazione alimentare e non. L'accesso al corso sarà riservato a giovani in possesso di diploma di laurea quinquennale (Laurea magistrale) in facoltà scientifiche (Ingegneria, Agraria, Scienze Biologiche e Chimica) ed avverrà previo superamento di esami miranti a testarne le conoscenze generali. Il numero massimo di idonei ammessi al corso sarà pari a sedici. L'attività di formazione avrà una durata complessiva di 1330 ore da svolgere nell'arco temporale di due anni (compresa la fase di progettazione esecutiva, comunicazione, orientamento e selezione, presentazione dei risultati, ecc.) e comprenderà: ore di formazione finalizzata all'approfondimento ed alla acquisizione di conoscenze specialistiche ore di stage operativo in affiancamento a personale impegnato in attività di ricerca industriale o di gestione delle risorse idriche ore di formazione finalizzata all'apprendimento di conoscenze in materia di programmazione, gestione strategica, valutazione e organizzazione operativa dei progetti di ricerca. Le ore di teoria specialistica saranno suddivise in materie ingegneristiche, chimiche, biologiche ed agronomiche, mentre quelle di tirocinio saranno svolte sia presso i siti sperimentali che presso le strutture degli Enti di ricerca e delle imprese proponenti.
Il progetto propone una complessa attività di ricerca industriale e di sperimentazione finalizzata alla messa a punto di processi industriali innovativi che possano garantire miglioramenti significativi sul fronte della sicurezza alimentare e della shelf-life dei prodotti ottenuti dalla lavorazione delle carni, rispondendo contemporaneamente alla esigenza del comparto di diversificare la gamma delle produzioni in rapporto all'evoluzione della domanda dei consumatori e degli operatori del mercato e di adottare altresì soluzioni a basso impatto ambientale per ciò che attiene gli imballaggi utilizzati. Più in particolare, l'attività di ricerca e sperimentazione si sviluppa lungo cinque assi portanti, tra loro strettamente connessi, che riguardano: a) metodiche analitiche e soluzioni tecnologiche innovative per il miglioramento della qualità e sicurezza di alimenti carnei freschi e fermentati utilizzabili dalle aziende del comparto per: - monitorare la qualità dei prodotti sotto il profilo microbiologico e sensoriale e poter intervenire prontamente durante i processi produttivi al fine di garantire profili di sicurezza elevati - inibire/ridurre lo sviluppo di microrganismi patogeni attraverso il ricorso a metodi innovativi di trattamento antimicrobico sia delle sale di lavorazione/stagionatura che degli impasti di carne destinati alla produzione di insaccati b) soluzioni ingredientistiche innovative volte a: - limitare l'uso di additivi chimici garantendo comunque una medesima azione inibente sui processi degenerativi e sullo sviluppo di microorganismi patogeni - arricchire i prodotti sul piano nutrizionale e salutistico senza compromettere il profilo organolettico dei prodotti - diversificare la gamma dei prodotti in termini di caratterizzazioni meglio recepibili dal mercato - ottimizzare i processi di fermentazione e stagionatura degli insaccati a base di carne coniugando le esigenze di sicurezza alimentare con quelle relative alla caratterizzazione e standardizzazione dei prodotti. c) soluzioni innovative sul fronte delle tecniche e dei materiali (film, contenitori, supporti) da utilizzare nell'imballaggio dei prodotti freschi in modo da: - aumentare e garantire la shelf-life dei prodotti - ridurre l'impatto ambientale dei materiali utilizzati - consentire la cottura dei prodotti (vedi successivo punto d. del programma di ricerca) - migliorare la presentazione dei prodotti negli imballaggi. d) messa a punto di una nuova gamma di prodotti pronti da cuocere (RTC-foods) e di salse a base di carne attraverso: - lo studio e la valutazione comparata delle combinazioni carne/vegetali ottimali (vedi anche punto b - relativo alle soluzioni ingredientistiche) - la ricerca e sperimentazione sui sistemi di trattamento dei prodotti/ingredienti al fine di predeterminare i tempi e metodi di cottura dei composti da indicare ai consumatori in relazione altresì al tipo di contenitore/film utilizzato per l'imballaggio (vedi punto c. del programma di ricerca) - la ricerca e sperimentazione sulla composizione e il trattamento delle salse al fine di garantire una prolungata shelf-life (in condizioni di refrigerazione o a temperatura ambiente) e una adeguata consistenza/compattezza/fluidità oltre che caratterizzazione organolettica del prodotto (vedi anche punto b. del programma di ricerca)
Il progetto FOODSYS si sviluppa dal forte interesse di un raggruppamento di imprese della produzione agroalimentare orientate alla promozione di produzioni tipiche sui mercati internazionali, e ciò ne determina la strategicità sulla base di esigenze di innovazione in contesti di sviluppo reali. La globalizzazione della domanda e dei mercati non genera un consumatore globale ed omologato. Si va, invece, affermando la domanda di beni alimentari complessi, che rispondano a requisiti di qualità sempre maggiori. Il contesto agroalimentare italiano, pur nelle potenzialità consolidate e riconosciute delle produzioni tipiche, trova infatti forti limiti alla sua affermazione competitiva sui mercati internazionali, a causa di un contesto operativo caratterizzato da una elevata numerosità di operatori lungo la catena del valore, con scarsa integrazione funzionale, e con scarsa focalizzazione del proprio business sul valore del prodotto. La proposta europea in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di un riconoscimento internazionale dei prodotti a denominazione protetta, assume valore strategico e capacità di alleanze negoziali, se viene colta come affermazione del principio che le diversità, biologica, tecnologica e culturale delle produzioni e dei consumi.Non si tratta però di puntare soltanto ai prodotti di nicchia, la cui importanza è peraltro evidente, perché ciò significherebbe ridurre ad una dimensione elitaria sia l'agricoltura italiana sia la nostra industria alimentare. Per ottenere questo è necessario innanzitutto supportare le imprese della produzione nell'identificazione del valore intrinseco al loro prodotto, mettendo a punto dei metodi di riconoscimento dei fattori di tipicità riconoscibili e parametrizzabili in un sistema di filiera, al quale mantenimento lungo la supply chain devono partecipare una serie di imprese per posizionamento e per attività disomogenee. Ed il tutto si deve giocare sul terreno non solo dell'efficacia (portare la qualità tipica senza decadimento al mercato), ma anche sull'efficienza, contribuendo a compensare la complessità delle filiere in termini di costi operativi. Il progetto FOODSYS vuole pertanto costruire un modello operativo innovativo di gestione della supply chain del prodotto tipico di qualità, che partendo dai principi della supply chain decentralizzata, - mira a garantire la coerenza tra le tante caratteristiche di qualità del prodotto, nel pieno sostegno, quindi, ad un approccio di "Total Quality", con particolare supporto agli aspetti di tipicità che ne fanno parte, quale driver di tutta la supply chain.- mira, inoltre, a sfruttare i recuperi di economie, propri dell'approccio di supply chain decentralizzata, per finanziare i maggiori costi che, inevitabilmente, si associano alle maggiori complessità operative dell'approccio di Total Quality.- mira, infine, a mantenere dette aspettative anche in supply chain lunghe ed articolate, composte da PMI, che rappresentano la maggioranza nell'agroalimentare.La nuova piattaforma deve operare con un obiettivo chiaro e condiviso orientato alla tipicità espressa delle produzioni intervenendo sui fattori che ne sostengono la loro forza fino ai mercati internazionali; questo significa, in sostanza, un complesso di tecnologie e sistemi atti a mantenere la qualità identificata nella tipicità e la competitività delle imprese all'interno dei contesti in cui esse operano: identificazione dei fattori di caratterizzazione della tipicità, tecnologie dedicate alla garanzia di mantenimento di tale tipicità, sistemi di distribuzione innovativi, integrazione nella piattaforma di fattori di contesto della supply chain (economici, normativi, di mercato, etc) determinanti per garantire un supporto alle imprese nell'accesso ai mercati internazionali.
Il programma prevede lo sviluppo di un Laboratorio pubblico-privato per la ricerca nella genomica dei caratteri agronomici (AGRO-GEN) del grano duro da realizzarsi presso le strutture del CRA - Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Foggia.Responsabile scientifico: il direttore scientifico di AGRO-GEN sarà il Dr. Luigi Cattivelli, attuale direttore incaricato della sezione di Foggia del CRA - Istituto Sperimentale Cerealicoltura.Costo: il costo totale del progetto di ricerca è di 10.8 MEuro e le diverse attività verranno svolte a partire dal 1 marzo 2006.Gli obiettivi di ricerca saranno perseguiti realizzando una partnership intorno al laboratorio pubblico-privato, che affianca alle competenze di genetica e di miglioramento genetico garantite dal CRA - Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura, da Co.S.E.Me. S.r.l. e da ASSOCER, co-proponenti del mondo universitario (BioAgromed, Univ. di Foggia; Dip. Biologia e Chimica Agro-Forestale ed Ambientale Univ. di Bari; Dip. Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali Univ. di Lecce) del CNR (Istituto di Genetica Vegetale di Bari; Istituto di Scienza delle Produzioni Alimentari di Bari) e privati (Metapontum Agrobios) che hanno sviluppato esperienze e competenze nel settore della genetica molecolare e della proteomica al fine di creare una massa critica tale da consentire al nascente laboratorio una visibilità internazionale. Questa partnership attiverà inoltre commesse con centri specialistici localizzati in altre regioni, che forniranno specifiche competenze scientifiche, a supporto dello svolgimento del progetto.Il laboratorio intende sviluppare conoscenze circa le basi genetiche e molecolari dei principali caratteri di rilevanza agronomica del frumento duro (resistenza a malattie, resistenza a stress idrico e qualità) e promuovere l'applicazione di queste conoscenze attraverso un programma di selezione assistita con marcatori molecolari per lo sviluppo di nuove varietà di elevata qualità resistenti alle malattie ed allo stress idrico.Il progetto prevede quattro principali aree tematiche:Raccolta e sviluppo di materiali genetici e di strumenti per la gestione dei dati del progetto. I partner co-proponenti confluiranno nel progetto materiali genetici (popolazioni segreganti, mappe e marcatori molecolari) che costituiranno la premessa per lo sviluppo delle attività previste.Identificazione di marcatori associati a geni per caratteri utili. Verranno ricercati nuovi marcatori molecolari, verranno sviluppate nuove mappe di linkage utilizzando come parentali varietà di frumento duro diffuse in Italia. Verranno identificati geni e QTL responsabili della produttività in ambienti fertili e soggetti a stress idrico, della resistenza alle principali malattie (ruggini, septoria, oidio e fusariosi della spiga) e dei parametri qualitativi del grano duro.Analisi funzionale di geni e proteine coinvolte nella determinazione della qualità e nella resistenza a stress biotici ed abiotici. Saranno condotti esperimenti di genomica funzionale finalizzati alla ricerca di tutti i componenti molecolari coinvolti nella determinazione della qualità ed alla comprensione della funzione di geni e proteine responsabili della resistenza a stress abiotici e di aspetti qualitativi.Sviluppo di programmi di selezione assistita con marcatori molecolari per introdurre i caratteri di pregio in nuove varietà. Tutti le informazioni genetiche derivanti dalle attività descritte sopra verranno utilizzati in programmi di miglioramento assistito da marcatori molecolari. Questa attività proseguirà anche dopo i tre anni previsti dal progetto fino all'ottenimento di nuovi genotipi di frumento duro per un agricoltura più sostennibile. Al termine del progetto, il laboratorio, realizzato concentrando competenze e tecnologie ad integrazione di quelle già esistenti sul territorio, rappresenterà un centro di eccellenza per la genetica del grano duro ed un riferimento per il settore sementiero nazionale.
Programma d'investimento congiunto con Driving Advances of Ict in South Italy - Net S.C.AR.L., la Cantina Cooperativa della Riforma Fondiaria di Ruvo di Puglia Soc. Agr. I.A.P., Cantina e Oleificio Sociale di San Marzano Coc. Coop. Agricola, l'Università degli Studi di Bari, l'Università degli Studi di Foggia, Plurima Software S.r.l., Exprivia S.p.A., il Politecnico di Bari, Itel Telecomunicazioni S.r.l., i Centri Regionali per le Tecnologie Agroalimentari, il Centro di Competenza ICT-SUD,Exeura S.r.l., l'Università della Calabria, Caparra & Siciliani Società Coop., l'Università del Salento, il CNR - Dipartimento Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni - Istituto di Calcolo e Reti ad alte Prestazioni, la Cantina Sociale Cooperativa di San Donaci, l'Oleificio Cooperativo Goccia di Sole Molfetta S.r.l., l'Oleificio Cooperativo Goccia di Sole Molfetta S.r.l., Loran S.r.l., lo Studio Delta S.r.l., il Centro di Progettazione e Design & Tecnologie dei materiali, Sud Sistemi S.r.l., Sincon S.r.l. e Leader Società Cooperativa Consortile. Il programma intende sviluppare un sistema che intervenga nei processi industriali specifici di diverse filiere armonizzando i processi delle singole unità produttive dall'acquisizione delle materie prime, alla movimentazione del prodotto sino alla consegna al cliente. Si evidenzia che nel programma si fa una distinzione netta tra materiale movimentato e prodotto, infatti il primo è il risultato dei processi di produzione il secondo è l'insieme del materiale con tutte le componenti immateriali prodotte dai servizi a valore aggiunto che enfatizzino il brand "Made in Italy".
Con il presente progetto si intende affrontare una attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo per la messa a punto di nuovi processi e prodotti nel settore della pasta fresca tipica regionale di qualità. In particolare, si intendono mettere a punto nuovi prodotti ed i relativi processi produttivi quali pasta fresca di semola in formati tipici regionali pugliesi arricchita con estratti nutraceutici. Le materie prime vegetali di partenza da cui ricavare prodotti ad alto valore aggiunto, provengono da derivati del processo di trasformazione del pomodoro fresco, da foglie e brattee esterne dei capolini di carciofo e dai processi di lavorazione delle olive.I principi nutraceutici derivanti sono rispettivamente: fenoli, licopene, inulina e/o FOS, sotto forma di estratti concentrati liquidi o in polvere.L'utilizzo di estratti di composti nutraceutici naturali, a differenza di quelli sintetici usati in campo alimentare, offre il vantaggio di poter sfruttare l'effetto funzionale sinergico di tutta una serie di molecole attive presenti insieme alle molecole target di cui si riconosce l'effetto benefico.La ricerca industriale, sarà orientata, nella prima fase alla caratterizzazione delle matrici di partenza e degli estratti nutraceutici da esse ottenibili per stabilire quali siano i più idonei all'impiego in fase di pastificazione e successivamente all'ottimizzazione dei processi di estrazione ed alla conoscenza dei meccanismi di azione in vivo e di assimilazione delle sostanze nutraceutiche su pazienti affetti da malattie metaboliche. Ulteriori aspetti da affrontare sono la valutazione delle caratteristiche tecnologiche ed organolettiche degli estratti, cioè la loro potenzialità ad essere incorporati in prodotti alimentari, la loro stabilità e il grado di accettabilità da parte dei consumatori per i prodotti nuovi sviluppati.La fase di ricerca e di sviluppo prevedrà la messa a punto dell'ingegneria dei processi elementari di estrazione/recupero delle sostanze nutraceutiche a livello di laboratorio e lo sviluppo di un biosensore amperometrico per test analitici di rapida esecuzione di polifenoli nei vari stadi del processo estrattivo. Il dispositivo biotecnologico sarà basato sull'impiego di enzimi e film polimerici elettrosintetizzati e sarà dotato di caratteristiche di biospecificità. La valutazione dei rapporti di concentrazione e delle modalità di processo (impasto, formatura, essiccazione, pastorizzazione), in funzione delle caratteristiche tecnologiche e chimiche desiderate del prodotto finito, sarà effettuata mediante delle prove di pastificazione, a livello di laboratorio e caratterizzazione reologica degli impasti prima e dopo la formatura. I risultati di queste prove serviranno anche a progettare e realizzare un impianto prototipale che permetta l'impasto e formatura/estrusione dei nuovi prodotti sviluppati e a standardizzare le procedure operative di pastificazione. Gli studi saranno rivolti anche ad individuare le condizioni migliori di conservazione della pasta, in termini di materiali e modalità di confezionamento per evitare degradazioni a carico delle sostanze nutraceutiche e garantire una shelf-life di almeno 40 giorni in condizioni di temperatura controllata. Al fine di preservare al meglio le caratteristiche organolettiche e funzionali dei nuovi prodotti si studierà un processo alternativo di stabilizzazione termica, quale quello a radiofrequenze. Per verificare se i nuovi prodotti sviluppati abbiano effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell'organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, verranno condotti studi clinici su un campione rappresentativo di consumatori, al quale saranno somministrati i nuovi prodotti integrandoli nella normale dieta. Infine, si effettuerà un test di accettabilità dei nuovi prodotti da parte di un target di consumatori precedentemente individuato tramite un panel test e specifiche ricerche di mercato.
Il programma d'investimento congiunto con: Università degli Studi di Foggia, CRA Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, C.I.P.A.M. Cooperativa Imprenditori Produttori Agricoli Meridionali, CO.S.E.ME.- Compagnia Sementi Elette Meridionali srl, intende agire su un prodotto di eccellenza del Made in Italy alimentare (la PASTA) per sviluppare un prodotto, e il relativo processo di produzione, altamente innovativo con caratteristiche nutrizionali e salutistiche e giungere all'ottenimento di tre prototipi: pasta da semola funzionale, pasta funz. arricchita di vitamina B2 e pasta arricchita di bacilli sporigeni aventi attività probiotica.
Il progetto per il potenziamento di infrastrutture di ricerca (IR) PlASS., Platform for Agrofood Science and Safety, vede accomunati da uno stesso obiettivo tre delle principali istituzioni culturali e scientifiche delle Regioni Convergenza:Università degli Studi di Foggia, Centro per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (C.R.A.),Università di Palermo. Il partenariato si propone, attraverso i propri Dipartimenti ed Istituti, l'obiettivo di creare una rete scientifica e tecnologica distribuita che permetta di affrontare, in una logica di allineamento a standard internazionali e multidisciplinarietà, la complessa tematica scientifica e tecnologica connessa con "Alimenti, salute e sicurezza alimentare". Partendo da una notevole dotazione infrastrutturale iniziale, il potenziamento richiesto si caratterizzerà nell'ambito delle cosiddette high-throughput Technologies e convergent tecnologies (biotech-based) valorizzate dall'interazione tra le scienze mediche e neuroscienze e le scienze agrarie, veterinarie ed agroalimentari espresse dai soggetti proponenti. Il progetto si basa su quattro cardini principali, interconnessi tra loro:1.Allestimento di un'infrastruttura di ricerca distribuita, collegata in rete, che realizzi l'efficace integrazione delle facilities proposte dalla compagine proponente e garantisca la sostenibilità dell'IR nel tempo, attraverso l'erogazione di servizi on demand o a tariffa. 2.Diffusione e promozione locale e nazionale di PlASS e delle sue potenzialità al fine di promuovere iniziative di trasferimento tecnologico a beneficio delle imprese delle Regioni della Convergenza e di quelle nazionali più in generale. Allargamento della rete a collaborazioni con i Distretti Tecnologici e reti di laboratori pubblico-privati esistenti per meglio soddisfare la domanda di innovazione delle imprese. Rafforzamento della visibilità di PlASS nei confronti del largo pubblico per aumentarne la fiducia e il senso critico rispetto alle innovazioni proposte.3.Promozione dell'infrastruttura nel più ampio Spazio Europeo della Ricerca e della Bio-based-economy, al fine di creare alleanze e collaborazioni con altri gruppi di ricerca internazionali e rafforzare la propria posizione competitiva rispetto agli standard operativi internazionali.4.Formazione di figure professionali di tipo manageriale e di ricerca che possano essere in grado di promuovere e gestire iniziative strategiche di valorizzazione economico-industriale della ricerca, attraverso la gestione di trattative commerciali complesse con le imprese e la promozione di nuova imprenditorialità innovativa (start-up e spin-off accademici).Il piano evidenzia l'articolazione degli interventi da attivare per il rafforzamento infrastrutturale necessario affinché i proponenti possano continuare a realizzare investimenti ad alta intensità di conoscenza, a beneficio dei sistemi socio-economici delle Regioni della Convergenza. In generale, il Piano si caratterizza per le capacità di:1.evidenziare la qualità tecnico-scientifica dei soggetti proponenti2.proporre uno scenario di sviluppo di dimensione sovra-regionale3.interagire funzionalmente con programmi e progetti già in corso 4.contribuire a rafforzare la dotazione di attrezzature scientifico-tecnologiche già disponibili 5.rafforzare i collegamenti con altri strumenti di governance pubblico-privata6.prevedere chiaramente lo scenario attuale e prospettico del mercato "alimenti e salute"7.presentare un quadro analitico approfondito che dia piena cognizione della fattibilità tecnica e finanziaria dell'iniziativa8.favorire una mirata promozione del capitale umano9.accrescere le potenzialità dei sistemi produttivi delle Regioni della Convergenza 10.inserirsi coerentemente nell'ambito delle agende strategiche di carattere comunitario e nazionale11.coerenza con i principi orizzontali, partenariato, pari opportunità, non discriminazione, accessibilità per le persone disabili e sostenibilità ambientale.
L'obiettivo dell'unità IBBR nell'ambito del progetto PON-ISCOCEM è lo studio dei microRNA (miRNA) in frumento duro, in risposta a diverse condizioni di disponibilità di azoto al fine di comprendere il loro coinvolgimento nei meccanismi di regolazione dell'assimilazione di azoto, utilizzo e rimobilitazione durante la crescita e lo sviluppo, e di come le piante percepiscono e traducono gli stimoli derivanti da stress ambientali come la carenza di azoto e di come attivano le risposte di difesa.
La ricerca intende risolvere alcune importanti lacune tecnologiche della filiera ittica e sviluppare innovativi trasformati ittici nutraceutici ad elevata shelf life, ovveroprodotti a base di pesce che consentono di migliorare la salute e prevenire diverse patologie. Il progetto intende rivisitare in chiave nutraceutica le principali tecnologie produttive della filiera dei trasformatici ittici basandosi su un approccio alla ricerca market pull per ottenere massimo potenziale di sfruttamento industriale dei risultati. In tale senso la ricerca affronterà sia lo studio di tecnologie prettamente specifiche della nutraceutica che innovative tecnologie di caratteretrasversale. Tutte le attività saranno svolte in chiave unitaria e volte alla creazione una filiera verticalmente integrata per l' ittica nutraceutica. Oggetto dello studio saranno le seguenti tematiche-tecnologie per trasformati ittici freschi ad elevata azione antiossidante anticolerestolemica antiischemica ed antitrigliceridemia;-bioteconologie per trasformati ittici probiotici;-biotecnologie per trasformati ittici fermentati;-tecniche di produzione sostenibili di nuove specie ittiche alimentate con mangimi vegetali;-integratori di finissaggio ad azione antiossidante-packaging attivo ad azione antimicrobica per trasformati itticiQueste tecnologie, oltre ad essere di alto interesse tecnico scientifico, sono all'avanguardia nella ricerca industriale internazionale e presentano un elevato potenziale di mercato.Nel mercato mondiale dei prodotti ittici infatti non sono rintracciabili prodotti a lunga shelf life nella forma di trasformati freschi. Analogamente nel mercato degli alimenti funzionali e nutraceutici -pur esistendo numerosi integratori alimentari a base di estratti di pesce- non esistono "alimenti" nutraceutici nella forma di trasformati ittici freschi o fermentati.Per raggiungere questi obiettivi particolarmente sfidanti, è stato strutturato un partenariato di progetto altamente qualificato di adeguata massa critica e con tutte le competenze polispecialistiche necessarie. Il partenariato industriale ecostituito dai principali elementi della filiera produttiva dell'ittica. Sono comprese infatti aziende di produzione e sperimentazione mangimi, aziende di produzione ittica, aziende di lavorazione e trasformazione del pesce, aziende di analisi per l'agroalimentare esperta in nutraceutica. Accanto ai partner industriali si collocano due partner di ricerca esperti in nutraceutica e processi di trasformazione econfezionamento (Biagromed), nonché nello sviluppo di nuovi mangimi e nelle tecniche di produzione in acquacoltura (UniBari).
L’obiettivo dell’idea progettuale è di acquisire nuove conoscenze confrontandole con quelle già esistenti, allo scopo di mettere a punto formulazioni di colture microbiche starter per l’enologia partendo da ceppi autoctoni appositamente selezionati per vini prodotti da vitigni autoctoni in purezza, con l’obiettivo secondario di attivare un regime di utilizzo delle risorse microbiche coerente con vini prodotti da uve biologiche. Si tratta di produzioni che pur possedendo lo status di “nicchie” nel mercato del vino, sono rilevanti nella conversione da una produzione basata sulla quantità ad una produzione basata sulla qualità, un’evoluzione cruciale per il sistema viti-vinicolo ed agroalimentare pugliese.
Con questo progetto si vuole proporre una valida alternativa alla preparazione domestica del condimenti, che richiede tempi spesso troppo lunghi, o all'impiego di condimenti che hanno subito forti abusi termici per la stabilizzazione microbica e che pertanto hanno perso le caratteristiche tipiche degli ingredienti freschi impiegati nella loro produzione. L'obiettivo fin ale del progetto consiste nella produzione di oli di oliva aromatizzati con vari agenti aromatizzanti, confezionati immediatamente dopo la preparazione (allo scopo di conservarne gli arom i sprigionatisi in frangitura) in vaschette richiudiblli con coperchio o monoporzione pela bili da conservare allo stato surgelato fino al momento del consumo da effettuarsi a crudo (condimento per insalate, bruschette, carpacci, pinzimoni, ecc.) o da sottoporre a rapido riscaldamento (condimento per ri so, pasta ed altre preparazioni ). Tali all, al momento del consumo, conserveranno intatte le caratteristiche organolettiche dell'ol io appena franto, unite al flavour attribuito dall'agente aromatizzante. Infatti, la conservazione allo stato surgelato ra llenta fo rtemente le cinetiche di degradazione idrolitica ed ossidatlva, anche negli oli aromatizzati che, come e noto dall'ampia letteratura a disposizione, sono maggiormente suscettibil i all'idrolisi e all'ossidazione, rispe tto agli oli di origi ne. Si tratta di prodotti rivolti a chi ha poco tempo da dedicare alla cucina, alle famiglie mononucleari o con quelle in cui coesistono gusti culinari diversificati.
Sebbene il batterio Xylella fastidiosa sia stato sistematicamente isolato da piante di olivo con sintomi di CoDiRO e il suo ruolo come patogeno agente primario della malattia sia stato dimostrato, ancora da definire è l’eventuale ruolo di altri microrganismi che potrebbero aggravare o al contrario limitare i sintomi attribuiti al suddetto patogeno. È noto che diversi batteri e funghi possono stabilire una interazione complessa con le piante sia come endofiti sia a livello della rizosfera; sono invece del tutto assenti informazioni su endofiti e/o simbionti la cui presenza in piante di olivo potrebbe essere correlata a fenomeni di resistenza o tolleranza a X. fastidiosa. L’attività che si prevede di svolgere in questo progetto sarà finalizzata sia all’approfondimento dell’eziologia del CoDiRO sia alla individuazione di strumenti di controllo biologico della malattia stessa. In particolare, si prevede di: a) caratterizzare da un punto di vista tassonomico e molecolare le principali specie fungine associate al CoDiRO e sviluppare un saggio molecolare specifico e rapido per la loro identificazione; b) isolare in coltura pura e identificare ceppi microbici endofiti o della rizosfera associati allo stato di sanità o di malattia (sintomi di CoDiRO) di piante di olivo; c) identificare, tra i microrganismi associati allo stato di sanità, ceppi microbici utili al controllo biologico del CoDiRO in quanto capaci di svolgere una azione di tipo preventivo o terapeutico anche basata sulla induzione di resistenza a livello sistemico; d) identificare tra i microrganismi associati allo stato di malattia quelli eventualmente responsabili (insieme a X. fastidiosa) della determinazione dei sintomi; e) identificare le componenti microbiche del suolo associate a piante con manifestazioni di CoDiRO per la definizione di indicatori microbici e agro-ambientali che possono predisporre al CoDiRO e sviluppare agro-tecniche atte a ridurre i fattori biologici predisponenti al CoDiRO.
La proposta progettuale consiste nello studio, progettazione, realizzazione e test di efficacia di una rete per la protezione delle aperture dei vivai specifica per gli insetti vettori di Xylella. Saranno distinte le seguenti fasi. Fase 1- Acquisizione delle conoscenze attuali delle caratteristiche degli insetti vettori di Xylella quali le dimensioni dell’insetto nelle varie fasi dello sviluppo, caratteristiche di contagio, capacità e tipologia di volo in termini di velocità, altezza e distanze potenzialmente percorribili con un unico volo/salto. Inoltre si valuteranno le conoscenze attuali riguardo la sensibilità ai colori dell’insetto. Al termine della Fase 1 si redigerà un protocollo prestazionale dove saranno individuate le caratteristiche della rete alla luce dello stato dell’arte. Fase 2- Progettazione della rete. Sarà valutato il materiale più idoneo, la tipologia di filo da utilizzare (nastro o filo a sezione circolare), tipo di intreccio (piano, legato, legato con bandelle), dimensione dei fili e delle mesh, colori da utilizzare, eventuali additivi da inserire nel compound. Fase 3- Saranno realizzati differenti prototipi di rete (in questo momento non è possibile definire quanti) in grado di soddisfare i requisiti prestazionali richiesti. Fase 4- Si testeranno le proprietà fisiche e meccaniche delle reti per poter valutare la loro attitudine all’installazione sulle aperture dei vivai. In particolare si valuteranno la resistenza meccanica, le caratteristiche fluidodinamiche per la resistenza al vento, le proprietà radiometriche per comprendere l’alterazione della radiazione solare che attraversa la rete. Fase 5- Saranno scelte le reti più idonee a soddisfare i requisiti prestazionali specifici (almeno due) e si copriranno con esse delle piccole strutture per serre nel campo sperimentale dell’Università di Bari, a Valenzano, cominciando la sperimentazione in campo in modo da valutare le loro performances meccaniche, radiometriche e la capacità d’impedire l’ingresso agli insetti vettori di Xylella. Fase 6- A valle del processo di valutazione e comparazione si sceglierà la rete più efficace. Fase 7- Si procederà con la divulgazione dei risultati attraverso l’organizzazione di eventi pubblici che coinvolgeranno tutti gli Stakeholders (comunità scientifica, associazioni di settore, decisori politici) e la pubblicazione dei risultati su riviste divulgative.
La presente proposta progettuale intende di individuare strategie di lotta idonee per il contenimento del CoDiRO e della X. fastidiosa negli uliveti che ne sono affetti, affinché l'olivicoltura Salentina possa vantare produzioni di eccellenti qualità. Nello specifico il progetto prevede l’allestimento di una sperimentazione in un uliveto affetto da CoDiRO, ove verranno utilizzati alcuni prodotti commerciali a basso o nullo impatto ambientale, quali biostimolanti, induttori di resistenza e protettori delle piante. La scelta di tali prodotti è guidata dalla necessità di preservare l’ambiente, l’operatore e il consumatore finale in linea con i principi di sostenibilità globale. La sperimentazione prevede indagini di laboratorio prima, durante e alla fine dei trattamenti, allo scopo di delineare le azioni svolte dai singoli prodotti sul contenimento del patogeno e sul metabolismo delle piante.
Il presente progetto pilota ha come scopo prioritario quello di individuare prodotti commerciali a basso o nullo impatto ambientale in grado di contrastare significativamente la sintomatologia associata alla presenza di Xylella fastidiosa. Attraverso l'utilizzo di tali prodotti, utilizzati da soli o in combinazione tra loro, si intende mettere la pianta di olivo nelle migliori condizioni nutrizionali e fisiologiche tali da permettere loro di produrre quelle sostanze antimicrobiche (fitoalessine) che normalmente è capace di produrre, ossia aumentare le difese precostituite tali da rendere le piante più tolleranti/resistenti al CoDiRO. Infatti, si intende mettere a punto un protocollo strategico che tenga conto anche delle ordinarie azioni contemplate nelle ‘buone pratiche agronomiche’ a supporto dell’efficacia dell’applicazione dei prodotti ad azione protettiva o di contenimento non solo nei confronti del patogeno X. fastidiosa, ma anche nei confronti di altre malattie fungine che sono la causa di un rapido generalizzato processo di deperimento. La sperimentazione prevede indagini di laboratorio prima, durante e alla fine dei trattamenti, allo scopo di delineare le azioni svolte dai singoli prodotti sul contenimento del patogeno e sul metabolismo delle piante.
Questa attività si prefigge di fornire dati descrittivi della biologia, della fenologia e della dimensione della popolazione di PS (vettore di Xylella fastidiosa) funzionali per temporizzare gli interventi di controllo e per quantificare l'intensità dei fattori di mortalità da imporre alla popolazione bersaglio dell'insetto. Tale scopo sarà perseguito mediante il campionamento dell'Aphrophoridae tempestivo rispetto all'esecuzione delle attività di controllo.
L’aumento delle conoscenze sul ruolo funzionale degli antiossidanti naturali e sulla probabile tossicità di quelli sintetici ha dato un nuovo impulso alla sperimentazione di nuove fonti da cui ottenerli. Poiché l’impiego di antiossidanti nell’industria alimentare è rivolto alla conservazione di aroma, colore e contenuto vitaminico, sarebbe molto importante poter utilizzare, a questo scopo, solo composti di origine naturale. Questa tendenza è motivata non solo dalla necessità di riciclare i sottoprodotti della filiera vitivinicola, ma anche dalla consapevolezza che i polifenoli sono in gran parte localizzati nelle bucce del frutto del vite. Secondo l’OIV (“Organizzazione Internazionale della vite e del vino”), nel 2012, le industrie enologiche italiane hanno prodotto 40 milioni di ettolitri di vino, risultando, insieme alla Francia, i maggiori produttori a livello mondiale (16% della produzione globale). Durante i processi di vinificazione il volume di residui solidi che viene prodotto è notevole. Infatti i residui rappresentano approssimativamente il 20% di materia secca dell’uva raccolta. Con la pressatura di 100 kg d’uva si producono circa 25 kg di vinacce. Il 50% delle vinacce è costituito dalle bucce, il 25% dai raspi ed il restante 25% dai vinaccioli. Le aziende vinicole del Sud Europa, in base al regolamento CE 1493/99, erano obbligate a conferire gli scarti (vinacce e fecce) alle distillerie, dove le ulteriori forme di trasformazione sono produzione di alcool per distillazione ed estrazione di olio di vinaccioli, seguite dall’incenerimento dei residui solidi finale. Oggi i residui di lavorazione dell’uva vengono smaltiti anche attraverso distribuzione sul terreno, impiegati per l’alimentazione animale, distrutti o utilizzati per la produzione di biomasse o compostaggio. Tra i composti bioattivi contenuti nelle bucce d’uva e nei vinaccioli, in particolare alcuni polifenoli, a differenza della maggior parte dei carotenoidi e delle vitamine, non sono sintetizzate chimicamente e quindi devono essere estratte da fonti vegetali. I polifenoli (principalmente acido ellagico, quercetina, resveratrolo, antocianine) hanno importanza rilevante per le loro proprietà salutistiche. Il loro impiego come integratori nell’alimentazione umana ed animale è in rapida crescita. Dal 1879, anno in cui è stata isolata per la prima volta l’enocianina, sono stati messi a punto diversi brevetti per ottenere soluzioni acquose concentrate di antocianine da impiegare negli alimenti. Gli inconvenienti, che si presentano più frequentemente e che hanno limitato l’utilizzo dei coloranti naturali negli alimenti, sono la loro scarsa stabilità durante i processi di estrazione e trasformazione. Di conseguenza per la ricerca è un obiettivo prioritario lo studio di nuove fonti a basso costo con alte concentrazioni in molecole stabili. In conclusione, lo sfruttamento dei sottoprodotti di origine vegetale come fonte di composti funzionali ha i presupposti per essere un settore promettente il cui successo richiede una cooperazione multidisciplinare. La sfida del prossimo futuro sarà rispondere, con la ricerca, alle seguenti necessità: 1) ridurre la quantità di sottoprodotti; 2) studiare processi in grado di utilizzare completamente, su larga scala ed in maniera economicamente conveniente, i sottoprodotti delle filiere agroalimentari. 3) verificare, nel recupero dei sottoprodotti, l’efficienza del processo di recupero e la possibilità di impiego delle sostanze bioattive come alimenti funzionali. 4) mettere a punto metodi analitici specifici per la caratterizzazione e la quantificazione dei composti funzionali contenuti nei sottoprodotti di lavorazione; 5) valutare l’efficienza del recupero come reattività antiossidante, attività antimicrobica e proprietà coloranti dei residui.
L'industria enologica pugliese sta vivendo un momento di grande trasformazione qualitativa e, nelle zone con particolare vocazione vinicola, cresce l'esigenza di acquisire un sempre maggiore livello conoscitivo dei parametri che caratterizzano la qualità finale dei vini tipici e di nicchia. Le sfide del mercato sollecitano la filiera produttiva ad adottare sistemi innovativi in grado di garantire ed esaltare le caratteristiche di tipicità, qualità e sicurezza dei vini pugliesi. Su questa base, la selezione e l'impiego di nuove combinazioni microbiche, isolate e selezionate dalle microflore autoctone, e l'utilizzo d'avanzate tecnologie di vinificazione possono contribuire a migliorare le produzioni e mantenere standard di eccellenza, valorizzando il cosiddetto “Genius loci”, ossia quell’insieme di fattori legati all’ambiente, alle tradizioni, alle pratiche di campo e alla cantina che, nel loro complesso, danno origine ad un prodotto le cui caratteristiche sono esclusive. Un ulteriore elemento di innovazione per il miglioramento qualitativo delle produzioni vinicole consiste nello sviluppo di protocolli per l’inoculo simultaneo di lieviti e batteri, in modo da consentire la contemporaneità dei processi di fermentazione alcolica (FA) e malo lattica (FML). L’inoculo simultaneo consente di ottenere vini più sani e pronti per la commercializzazione in tempi ridotti. Tale approccio dovrebbe inoltre controllare le popolazioni microbiche alteranti di lieviti e batteri lattici in grado di produrre ammine biogene durante le fermentazioni vinarie, permettendo una sostanziale riduzione delle stesse nel prodotto finito. La presente proposta progettuale si sviluppa nelle seguenti azioni: Azione 1 - Governance del progetto e monitoring degli interventi realizzati e delle risorse utilizzate. Sono previste attività strategiche di governo e gestione del progetto finalizzate al raggiungimento dei risultati attesi e ad assicurarne l’innovatività e l’applicabilità alla realtà vitivinicola pugliese. Azione 2 - Nuove strategie di gestione delle fermentazioni alcolica e malolattica mediante lo sviluppo di protocolli di utilizzo di starter misti (lieviti/batteri). L’obiettivo realizzativo 3 ricerca si propone di ottimizzare la pratica del coinoculo batteri/lieviti nelle specifiche condizioni di vinificazione dell’industria vitivinicola pugliese vini rossi con alto tenore alcolico, temperature elevate). La principale finalità dell’intervento è quella di innovare le pratiche di vinificazione delle aziende proponenti attraverso il trasferimento di procedure e tecnologie innovative. Di conseguenza, le qualità autentiche dei vini prodotti verranno valorizzate, sfruttando la componente microbica, evitando gli inconvenienti sia tecnologici sia qualitativi che possono comportare i processi fermentativi non controllati, quali lo sviluppo di lieviti e di batteri produttori di ammine biogene. L’innovazione potenziale si ispira al principio di “lotta biologica”, applicato alla microbiologia enologica. Le colture starter enologiche impiegate e i microrganismi deterioranti e i produttori di composti tossici per la salute umana insistono, infatti, sullo stesso potenziale nutritivo rappresentato dal sistema mosto-vino Azione 3 - Selezione di starter enologici non-Saccharomyces/Saccharomyces I lieviti non-Saccharomyces contribuiscono in misura notevole al gusto e la qualità del vino, e ciò ha permesso di ipotizzare il loro uso in fermentazioni miste controllate, consentendo di produrre vini con caratteristiche originali e peculiari. Pertanto, la selezione di lieviti non Saccharomyces consente di individuare ceppi con caratteristiche idonee al processo di vinificazione e, soprattutto, che interagiscano positivamente con i Saccharomyces selezionati. Azione 4 - Validazione dei protocolli di coinoculo in vinificazioni su scala pilota in cantina sperimentale Questa azione prevede l’innesto dei diversi ceppi ed avvio della fermentazione alcolica e malolattica su mosti monovarietali ottenuti per microvinificazione dalle uve delle varietà autoctone oggetto di sperimentazione (Primitivo e/o Negroamaro). Al fine di valutare le caratteristiche e le potenzialità enologiche dei ceppi di lieviti non-Saccharomyces/lieviti Saccharomyces e di batteri (O. oeni, L. plantarum) saranno attuate prove di microvinificazione su masse di uva da 1 q.le, di vitigni regionali ottenuti dalla vendemmia del primo anno di sperimentazione. In seguito alla fase di screening relativa alle caratteristiche tecnologiche e qualitative (provenienza geografica, profilo fermentativo, analisi chimiche, fisiche e sensoriali) saranno selezionati per la sperimentazione alcuni dei più performanti isolati autoctoni di provenienza differente. Verranno effettuate tutte le analisi chimiche ed enologiche sulle diverse prove di microvinificazione e le determinazioni microbiologiche, per controllare il corretto andamento delle fermentazioni. Durante l’ultimo anno del progetto di ricerca, si procederà alla formulazione di un inoculo misto lievito vinario/batterio malolattico che abbia mostrato i caratteri tecnologici ricercati, durante le prove di microvinificazione da impiegare su larga scala nella Cantina partner del progetto. Questa sperimentazione sarà finalizzata alla valutazione dei ceppi e all’ottenimento di informazioni tecniche e protocolli utili a programmare i tempi e le condizioni operative per avviare il processo di vinificazione nella realtà della cantina. Azione 5 Trasferimento dei protocolli di coinoculo mediante vinificazioni in cantina Questa Azione mira a confermare su media scala i protocolli sperimentali di coinoculo sviluppati nelle Azioni 2, 3 e 4, allo scopo di ottenere delle procedure trasferibili da implementare su scala industriale. Azione 6 – Trasferimento e disseminazione dei risultati L’obiettivo dell’Azione 6 è la realizzazione di un piano di diffusione dei risultati del Progetto trasferimento tecnologico, rivolto a beneficiari specifici (aziende vitivinicole) e ai diversi livelli della filiera di produzione vinicola.
Nel processo di estrazione olearia un importante punto critico di processo è rappresentato dalla fase di gramolazione, come confermato da numerosi studi svolti da diversi gruppi di ricerca nazionali ed internazionali. La gramolazione ha lo scopo, per azione meccanica e biochimica, di: · incrementare la rottura dei vacuoli cellulari contenenti l’olio dalla pasta, per mezzo del rimescolamento e dell’azione degli enzimi presenti nell’oliva; · consentire il fenomeno della coalescenza dell’olio; · determinare la diminuzione della viscosità della pasta; · consentire la formazione dei composti volatili. La poco corretta gestione della fase può comportare, però tutta una serie di aspetti negativi: · innesco di reazioni ossidative che peggiorano la qualità dell’olio; · peggioramento del gusto (es. difetto di riscaldo) · perdita di sostanze volatili · incremento dell’ossidazione · perdita dei componenti minori. A questi aspetti negativi se ne aggiungono altri legati alla discontinuità della fase, che rende discontinuo il lavoro delle centrifughe poste a valle ed alla loro notevole ingombro. È stato calcolato che mediamente le gramole utilizzano circa il 40% dello spazio totale occupato dagli impianti in un oleificio. Lo scopo della presente ricerca è di mettere a punto ed introdurre un nuovo sistema di condizionamento delle paste di olive, post-frangitura, nel ciclo di estrazione dell’olio, in grado di sostituire in toto le macchine gramolatrici, rendendo il processo continuo e riducendo a pochi minuti il passaggio della pasta dal frangitore alle centrifughe poste a valle. Le camere riverberanti (CR) alle microonde costituiscono, da qualche anno, il nuovo traguardo scientifico di utilizzazione dell’energia elettromagnetica nel settore agro-alimentare. Si basano sul riscaldamento dielettrico, dovuto al rapidissimo movimento vibrazionale delle molecole dipolari (in particolare di quelle dell’acqua, ma sono interessati anche lipidi, proteine e zuccheri) indotto dal campo magnetico alternato. Le microonde, nei processi alimentari, sono utilizzate per operazioni come cottura, essiccamento, pastorizzazione e sterilizzazione. Si pensi all’azione delle microonde nella disinfestazione di derrate alimentari di vario genere come legumi, cereali, semi in genere, etc.. Un recente studio riguardante l’uso delle tecnologia a microonde in campo alimentare, è quello condotto sulla estrazione dell’olio dalle nocciole. Il riscaldamento a microonde provoca la disgregazione del materiale, la rottura della membrana della cellula, migliorando l’efficienza di estrazione. Tuttavia applicazioni nel settore olivicolo ed in particolare alla pasta di olive per l’estrazione dell’olio, non sono state ancora sperimentate. Basandosi su questi presupposti scientifici, il presente progetto di ricerca intende esplorare come l’applicazione delle microonde alla fase di estrazione olearia della pasta di olive, può rendere l’intero processo di lavorazione delle olive più efficiente e competitivo. L’attività di studio si baserà su una prima fase di indagine di laboratorio per valutare come tale matrice alimentare, la pasta olearia, sottoposta a trattamento con microonde si trasforma in maniera da consentire una più veloce separazione ed estrazione dell’olio. Si partirà da incoraggianti e significativi risultati ottenuti dall’UNIFG sulla base di preliminari prove realizzate in laboratorio ed in frantoio, che però hanno necessità di essere approfondite, replicate, e confermate, prima di procedere con la successiva fase di progettazione del prototipo. Il dimensionamento e la progettazione dell’impianto prototipale a microonde terrà conto del fatto che il prototipo dovrà essere inserito all’interno di un impianto continuo di estrazione olearia. La macchina sarà dimensionata in modo tale da poter avere una portata di lavoro adeguata alla portata delle centrifughe dell’impianto continuo dell’azienda partner di progetto, inoltre, sarà dotato di tutti i dispositivi necessari al fine di poter modulare, a parità di portata prescelta, più livelli di salti termici e soprattutto poter variare il tempo di esposizione alle microonde. Questo consentirà di poter esplorare più condizioni di processo. In seguito si procederà con la realizzazione della macchina presso il partner Emitech e la successiva messa in opera del prototipo all’interno dell’impianto di estrazione del frantoio Cericola Emilia. Si precisa quindi che il prototipo sarà sperimentato direttamente nel frantoio in maniera da applicare la nuova tecnologia, in parallelo con il gruppo gramole già presente. La terza fase consisterà nell’avvio di un programma di prove comparative volte alla identificazione della funzionalità dell’impianto a microonde, delle performance produttive dell’impianto oleario e della qualità finale dell’olio ottenuto. A tale proposito, saranno investigati tutti i parametri analitici di base, la componente aromatica e si valuteranno i profili sensoriali degli oli ottenuti mediante Panel Test, al fine di evidenziare tutte le possibili differenze derivanti dal processo produttivo. L’attività di ricerca sarà completata da una valutazione energetica legata ai consumi elettrici delle due tecnologie, in maniera da realizzare un chiaro scenario dei vantaggi e svantaggi ottenuti mettendo a confronto le due tecnologie. Si tiene a precisare che realizzare un’attività di ricerca applicata secondo queste modalità, garantirà una serie di vantaggi: si potranno svolgere le necessarie prove sperimentali per la messa a punto dell’impianto a microonde nel contesto produttivo già esistente; si potrà avviare un “piano sperimentale comparativo” che consentirà di valutare le prestazioni di estrazione olearia con la tecnologia tradizionale (gruppo gramole) e la nuova tecnologia a microonde proposta (prototipo); si potrà valutare la cantierabilità dell’innovazione e meglio trasferire l’applicabilità dell’innovazione agli operatori della filiera. Considerando inoltre che l’obiettivo del progetto è quello di rendere nel complesso più efficiente il processo di molitura delle olive, lo studio va necessariamente realizzato all’interno di un frantoio.
Nonostante le implicazioni di carattere ambientale, economico e igienico-sanitarie, le scelte degli operatori agricoli in termini di dose, di modalità e momento di intervento della concimazione azotata e nella gestione irrigua (volumi e turni irrigui) si basano su considerazioni empiriche. Spesso non essendo considerato il costo del fertilizzante e dell'acqua un limite nei costi generali di produzione, si riscontrano forti sprechi con pesanti ricadute ambientali, anche laddove si ricorre a sistemi più efficienti di distribuzione dell'acqua e dell'N, quali la fertirrigazione. La possibilità di aumentare la efficienza d'uso dell'acqua tramite la fertirrigazione si basa infatti sulla stima precisa della quantità di acqua e di N necessaria ad una coltura durante la crescita e lo sviluppo, caratteristica del genotipo (specie e cultivar), delle condizioni pedo-climatiche e di allevamento, aspetti che l'agricoltore poco conosce o non considera. La proposta progettuale prevede l'implementazione di uno sistema di supporto alle decisioni (DSS) innovativo nella gestione della fertirrigazione del pomodoro da industria. Questa coltura è la più importante coltura orticola della Regione che viene largamente coltivata in zone individuate come vulnerabili all'inquinamento da nitrati (ZVN). Il DSS che si propone, denominato "GesCoN" anche se potenzialmente applicabile a tutte le colture fertirrigate è particolarmente indicato in sistemi orticoli che insistono su aree individuate come ZVN. Esso individua su base giornaliera i fabbisogni azotati e irrigui della coltura sulla base della modellizzazione di: 1) crescita della coltura e accrescimento dell'apparato radicale, 2) asportazione di N della coltura, 3) mineralizzazione della sostanza organica nel terreno, 4) consumi idrici della coltura, 5) distribuzione dell'acqua nel terreno alla capacità idrica di campo (CIC), ossia forma e dimensione delle zone bagnato in corrispondenza del gocciolatore, 6) interazione tra zone umide e apparati radicali, 7) quantificazione degli stress idrici e termici e loro effetto sulla crescita. Il DSS stima la crescita della cottura attraverso un modello logistico non lineare determinando l'accumulo di biomassa in funzione dei gradi giorno. L'asportazione di N della coltura è stimata facendo riferimento alla curva di diluizione critica dell'N. La mineralizzazione della sostanza organica nel terreno è stimata secondo il modello Hénin e Dupuis (1945). L'esigenza irrigua della coltura è stimata mediante il bilancio idrico giornaliero dove la evapotraspirazione della coltura (Ero) rappresenta la perdita e la irrigazione e le piogge utili rappresentano gli apporti. Per definire la Fro il programma sulla base dei dati climatici disponibili usa il modello Penman-Monteith. La scelta dell'uno o dell'altro modello dipende dalla natura dei dati climatici disponibili presso la stazione meteorologica più prossima alla azienda: temperatura massima e minima, radiazione solare, massima e minima umidità relativa, velocità del vento nel caso del primo modello, soltanto temperatura massima e minima nel caso del secondo. Il software consente di calibrare il modello Hargreaves modello Penman¬Monteith. Per calcolare la evapotraspirazione effettiva (ETc) il software può usare selettivamente un coefficiente singolo o doppio (quota evaporazione e quota traspirazione) . In caso di pioggia il programma stima la pioggia utile che entra nel bilancio idrico sulla base del metodo del Curve Number e determina le quote di dilavamento di nitrato e dì acqua drenata. Il volume di acqua trattenuto dal suolo alla capacità idrica di campo disponibile per le piante è dato dalla differenza del contenuto in acqua (CIC) e il contenuto al punto di appassimento (PA). Il software computa giornalmente per ciascuna pianta, quella parte della umidità che l'apparato radicale riesce ad attingere raggiungendo i bulbi bagnati prossimi alla pianta (TAW), il cui numero dipende dalla tessitura del terreno, dal sesto e densità di impianto. Quando si esaurisce la frazione di acqua prontamente disponibile (RAW) si avvia un intervento irriguo per riportare il grado di umidità del bulbo bagnato alla CIC.
In virtù della necessità di controllare le incessanti infestazioni di Orobanche ramosa a carico della coltivazione del pomodoro, con la presente proposta progettuale s’intende contribuire al controllo di tale parassita mediante interventi di lotta a basso impatto ambientale, in conformità con la direttiva CE 128/2009 in fase di attuazione in seguito al decreto legislativo 150 del 14 agosto 2012. Ricerche e sperimentazioni, condotte in passato ma anche più recentemente, hanno fatto uso, soprattutto nel meridione, di erbicidi di natura chimica, quali il glifosate, altamente pericoloso sia per l’ambiente e per l’operatore agricolo che per il consumatore finale. Infatti, è noto che tale prodotto chimico sfrutta la capacità di essere traslocato dal sistema linfatico della pianta e di giungere anche nei frutti. Inoltre, si è visto che l’uso continuo di glifosate, sebbene a microdosi, induce nella fanerogama parassita una resistenza tale da rendere necessario incrementare le dosi nel corso degli anni. Pertanto, i mezzi di controllo che la presente proposta progettuale intende sperimentare consistono nello sviluppo di singole strategie di controllo ed integrate tra di loro, riguardante l’utilizzo, nonché la valorizzazione, di acque di vegetazione dell’industria olearia, l’impiego di piantine di pomodoro micorrizzate, e di agenti biologici ad azione antagonista (micoerbicidi) a confronto con trattamento con glifosate. La ricerca consentirebbe ai responsabili dell’industria olearia di considerare le acque reflue di vegetazione prodotte durante la molitura delle olive da olio, non più uno scarto da smaltire, bensì una risorsa in grado di rappresentare un’ulteriore opportunità di guadagno e nel contempo valorizzarlo come prodotto da riutilizzare in agricoltura nel contenimento di specifiche malattie telluriche, anche di natura fungina. A tal proposito ricerche in grado di avvalorare la loro capacità di contrastare l’avanzamento, e in alcuni casi di inibire lo sviluppo di patogeni fungini. Nulla, sino ad oggi è stato fatto allo scopo di contenere l’infestazione di fanerogame parassite mediante l’impiego di reflui oleari. Poiché, i reflui oleari, in particolare le acque di vegetazione, sono molto ricche di sostanze polifenoliche, compresa l’oleuropeina, note per essere tossiche nei confronti di agenti biotici, ma nello stesso tempo di non essere stabili nel tempo, in quanto vanno facilmente incontro a degradazione, con la presente ricerca si intende sperimentare e validare presso il frantoio di produzione processi di stabilizzazione allo scopo di evitare processi fermentativi e degradativi delle sostanze polifenoliche attive nel contenimento di agenti patogeni, compresa l’Orobanche. Pertanto, l’obiettivo generale di tale proposta progettuale riguarda il contenimento di O. ramosa, fanerogama parassita del pomodoro, mediante mezzi di lotta innovativi a basso impatto ambientale, in alternativa a quelli di origine chimica, e che nel contempo siano sostenibili sia dal punto di vista dei costi che garanti della sicurezza agroalimentare ed ambientale. In virtù di quanto detto, la presente proposta progettuale sarà realizzata grazie alla collaborazione attiva di: 1) una impresa agro-industriale (Azienda Santa Lucia) che intende ottimizzare i propri profitti e valorizzare i reflui oleari allo scopo di proporli come prodotto utile nella lotta contro agenti di malattia, non solo nel contenimento di O. ramosa; 2) di una impresa agricola (Azienda Pazienza Matteo) che intende garantire la produzione di piantine di pomodoro micorizzate allo scopo di contenere o limitare gli attacchi di O. ramosa; 3) di una azienda agricola che ospiterà le sperimentazioni e che sia disposta a gestire le parcelle sperimentali; 4) e di un ente di ricerca (Università) che supporti tutta la sperimentazione presso le predette aziende agricole (accertamento del processo di micorizzazione; supporto all’azienda olearia nelle fasi di individuazione delle condizioni migliori per la stabilizzazione dei reflui oleari; supporto all’azienda agricola durante l’allestimento delle tesi sperimentali di campo durante il ciclo vegetativo e produttivo delle piante), e che provveda ad effettuare sperimentazioni in vitro preliminari a tutte le fasi della sperimentazione.
La valorizzazione della biodiversità microbica nelle fermentazioni alimentari potrebbe costituire la base per una nuova generazione di biotecnologie alimentari funzionale a migliorare la sicurezza e la qualità degli alimenti? È possibile ridurre lo sviluppo di microbi indesiderati aumentando la biodiversità dei microrganismi protecnologici? Questa proposta progettuale ambisce a rispondere a entrambe le domande, aumentando gradualmente la diversità microbica 'virtuosa' durante le fermentazioni alimentari, al fine di sfavorire lo sviluppo di spoilage, di patogeni e di produttori di composti indesiderati. I principali possibili risultati: A) aumentando il numero di ceppi/specie utilizzate per pilotare le fermentazioni alimentari si potrebbe inibire lo sviluppo di microbi dannosi per le performance industriali e per la salute umana, B) tale competizione potrebbe concretizzarsi i) in virtù di un più efficiente consumo dei nutrienti presenti nella matrice alimentare , ii) a seguito di sinergie di bio-produzioni antimicrobiche , iii) tramite bio-produzioni multi-step di composti antimicrobici, C) la possibile elezione della microbiodiversità' a driver di innovazione nell'industria delle colture starter e degli alimenti fermentati. Individuando nella biodiversità una leva di valore aggiunto (sia in produzioni standard che di prodotti tipici), quest'idea progettuale risponde pienamente all'interesse regionale per un'industria agroalimentare sostenibile, sicura e competitiva.
Descrizione dell'idea: Elaborazione di un modello di monitoraggio e di gestione dello Stress Idrico (SI) pugliese, mettendo in relazione l'approvvigionamento della risorsa idrica con i consumi legati alle attività antropiche (uso civile, agricolo ed industriale). Tipologia di attività: 1)Analisi delle disponibilità idriche pugliesi attraverso la creazione di un inventario, mediante procedura informatizzata, che comprenda una serie storica sulla pluviometria (raccolta presso l'ufficio idrografico della Regione Puglia e dal sito http://www.agrometeopuglia.it/), dati storici sui bacini idrici artificiali (forniti dai Consorzi di Bonifica) e sulle forniture dell'Acquedotto Pugliese. 2)Calcolo delle Water Footprint (WF), come fabbisogno totale di acqua per le attività antropiche in Puglia, distinte per mese dell'anno e per provincia, attraverso metodologia Life Cycle Assessment (LCA); 3)Elaborazione di un modello di calcolo dell'indice di SI distinto per macro aree geografiche omogenee, correlando i risultati del punto 1) e 2). Risultati attesi: 1)Georeferenziazione (mediante GIS) dei risultati sull'andamento storico dello SI pugliese; 2)Creazione di un portale web interattivo sul quale saranno resi disponibili gratuitamente i risultati ottenuti;Elementi di valorizzazione rispetto ad uno degli ambiti di riferimento: 1)Valorizzazione dei risultati nell'ambito Città e territori sostenibili per indirizzare le politiche di gestione della risorsa idrica a breve e lungo termine.
I risultati di ricerche internazionali sull'ospedalizzazione infantile hanno evidenziato come le paure e i vissuti legati all'esperienza della malattia e del ricovero possano trasformarsi in cause di regresso, se non addirittura di arresto dello sviluppo psicofisico del bambino, incidendo negativamente sul decorso della malattia e come invece la cura, l'educazione e la formazione siano fattori determinanti la promozione della salute globale del piccolo paziente (secondo la definizione Oms del 1948). Il progetto si propone di formare e di sperimentare sul campo una nuova figura di educatore ospedaliero, l'Assistente Ospedaliero all'Infanzia, sul modello americano del Child Life Specialist: figura ponte tra personale medico-sanitario, famiglia e bambino. Dotato di competenze psico-pedagogiche e medico-sanitarie, comunica al bambino e alla famiglia - informazioni adeguate sulla malattia e sulle pratiche diagnostico-terapeutiche, e gli fornisce, in forma adatta alla sua età (attraverso gioco, lettura, scrittura, ecc.), opportune strategie di coping e di espressione di sé e dei propri vissuti, aiutandolo a razionalizzarli e a dotarli di senso, trasformandoli in occasione di sviluppo personale. Un bambino informato e consapevole risponde meglio alle terapie e guarisce più rapidamente, perché più attivo e collaborativo e comprende i fattori determinanti la salute, avviando, con l'educatore, un percorso di educazione alla salute che potrà continuare per tutta la vita.
Lo shock settico è uno stato critico d'insufficienza circolatoria acuta causato da una grave infezione sistemica e rappresenta la complicanza piú temibile nei pazienti (pz) ricoverati in terapia intensiva, con una mortalità del 50%. Lo studio delle cellule staminali e il loro impiego sperimentale nel trattamento della sepsi, rappresentano un ambito di particolare rilevanza per la ricerca scientifica internazionale, di cui l'Italia svolge un ruolo importante. All' interno del vasto e complesso ambito di ricerca delle cellule staminali, l'obiettivo primario dell'idea progettuale è verificare se lo stato settico di pazienti sottoposti a chirurgia addominale maggiore d'urgenza, induca la mobilizzazione di cellule staminali progenitrici endoteliali (EPCs) e valutare in vitro l'espressione di alcuni fattori (fattore inducibile da ipossia HIF-1 e fattore di derivazione stromale SDF-1) ad esse correlati. Obiettivi secondari sono: calcolare valori soglia delle EPCs, HIF-1 e SDF-1 correlabili agli indici di gravità della sepsi evidenziati in letteratura e le loro variazioni nel tempo in pz sottoposti a terapia emoperfusiva extracorporea rispetto a quelli trattati con terapia standard raccomandata dalla Surviving Sepsis Campaign.L'individuazione precoce di eventuali fattori predittivi stem cells-correlati potrebbe essere utilizzata al fine di diagnosticare e trattare precocemente la sepsi severa, che rappresenta oggigiorno un'emergenza medica internazionale.
Nelle malattie respiratorie croniche, come l'asma allergico e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), lo stress ossidativo porta ad una infiammazione incontrollata con iperproduzione di muco, il quale impedisce un delivery ottimale di farmaci alle cellule epiteliali respiratorie. Per superare tale barriera, il progetto propone di veicolare sostanze antiossidanti naturali mediante due livelli di complessità: uno relativo alla formulazione di tali sostanze in nanoparticelle lipidiche o polimeriche mucopenetranti; un altro concernente la concentrazione di tali sistemi nanoparticolati sulle cellule epiteliali respiratorie grazie alla loro aerosolizzazione e magnetofezione (drug targeting fisico). Proponiamo di usare antiossidanti naturali presenti nel pomodoro e nell'uva, prodotti di ampia produzione pugliese.I risultati potenziali attesi includono: 1) la comprensione delle potenzialità farmacologiche di antiossidanti naturali per malattie croniche respiratorie; 2) la messa a punto di nuove tecnologie farmaceutiche indirizzate al delivery di farmaci in ambito polmonare; 3) l'utilizzo di un metodo non invasivo di drug delivery nella salute pubblica, con particolare riguardo a malattie debilitanti e socialmente impegnative.Rispetto all'ambito di riferimento, il delivery di antiossidanti porterà sicuramente un beneficio ai soggetti affetti da tali malattie, che attualmente rappresentano nel mondo occidentale la quarta causa di morte.
Lo studio presentato valuterà gli effetti di una dieta ricca in acidi grassi polinsaturi (PUFA) sul fenotipo depressivo indotto dalla beta amiloide (Aß) solubile nel ratto studiando il ruolo del sistema endocannabinoide (ECS). Questo approccio ci fornirebbe elementi utili alla comprensione dei meccanismi con cui la Aß produce l'effetto depressivo ma consente anche individuare nuovi bersagli terapeutici per un intervento sugli stati precoci della malattia nonché individuare possibili meccanismi di prevenzione attraverso la dieta. E’ stato descritto come l'incidenza di depressione sia più frequente nelle donne e l’esistenza di un’interazione bidirezionale tra gli endocannabinoidi (EC) e ormoni delle gonadi. Infatti, gli EC riducono l'attività dell'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e queste modulano l'espressione delle proteine dell’ECS. Pertanto, ci aspettiamo di osservare differenze di genere utili a spiegare meglio tale relazione. Infine, anche le forme di aggregazione di Aß saranno studiate. Sebbene dati recenti evidenzino la rilevanza di un corretto apporto dietetico di n-3 PUFA per l'omeostasi dell'ECS, poco ancora si conosce degli effetti protettivi degli EC derivati dagli n-3 PUFA. Quindi ci si aspetta di poter identificare un nuovo sistema endogeno la cui modulazione rappresenterebbe un mezzo per contrastare la neurodegenerazione e la depressione Aß correlata. Infine gli n-3 EC potrebbero avere un grande valore come nutraceutici.
In questo progetto valuteremo la possibile futura applicazione dei polifenoli Resveratrolo (Res) e Polidatina (Pol) presenti nell' uva nera, come coadiuvanti alimentari nel trattamento dell'osteoporosi o nelle patologie degenerative del tessuto osseo. Le proprietà antiossidanti e anti-aging di queste molecole, saranno testate su cellule staminali adulte isolate da polpa dentaria (Dental Pulp Stem Cells), un accreditato modello umano di differenziamento osteblastico, già utilizzato in modelli animali per la rigenerazione di tessuti calcificati. Sarà condotto uno studio comparativo tra Res e Pol, suo precursore naturale più abbondante e metabolicamente più stabile. Entrambi saranno testati su DPSCs in espansione e in condizioni osteogeniche,valutando e comparando il loro effetto sui marcatori staminali e del differenziamento osteoblastico. Le capacità osteogeniche di Res e Pol saranno testate anche su DPSCs coltivate su biomateriali tridimensionali. Verificata la osteogenicità di Res e Pol su tali supporti in vitro, saranno valutate in vivo le capacità osteoinduttive degli scaffolds integrati con le cellule staminali trattate con Res e Pol. Parallelamente sarà valutato l'effetto sistemico di Res e Pol in un modello animale in vivo normale e in uno osteopenico, che simulerà le condizioni patologiche. Res e Pol potrebbero essere ottenuti su larga scala in zone mediterranee produttrici di uva come la Puglia ed essere usati come integratori per la prevenzione di patologie ossee.
La malattia di Parkinson ( PD ) è la secondo malattia neurodegenerativa più comune caratterizzata principalmente da deficit locomotori dovuti alla perdita selettiva e progressiva dei neuroni dopaminergici (DA) della substantia nigra pars compacta. Il meccanismo specifico attraverso il quale i neuroni DA degenerano nel PD è poco conosciuto, ma diverse evidenze sperimentali indicano la disfunzione mitocondriale come una possibile causa primaria. Dati sperimentali ottenuti in modelli sperimentali di PD suggeriscono che la disfunzione mitocondriale e del sistema di microtubuli contribuiscono alla patogenesi del PD sia nelle forme familiari che in quelle sporadiche. Le corrette dinamiche dei MT sono fondamentali per la regolazione efficiente della mobilità mitocondriale in risposta alle richieste metaboliche. Inoltre, alterazioni dei MT inducono una compromissione del meccanismo di clearance intracellulare con conseguente progressivo accumulo di organelli ed aggregati di proteine danneggiate. Il presente progetto intende valutare se alterazioni della stabilità dei MT precedono o seguono la disfunzione mitocondriale in neuroni DA derivanti da cellule staminali pluripotenti indotte (iPSCs) ottenute da pazienti con mutazioni nel gene della parkina. Lo studio del ruolo delle parkina nella dinamica del citoscheletro e nella funzione mitocondriale permetterà di comprendere il pathway molecolare responsabile della neurodegenerazione nel PD.
Il progetto è finalizzato all'elaborazione di proposte normative a carattere fiscale legate alla tutela dell'ambiente, adottabili dagli enti locali al fine di: a) incentivare comportamenti eco-compatibili sul proprio territorio; b) reprimere e prevenire comportamenti dannosi per l'ambiente; c) ridurre l'impatto dei danni ambientali già prodotti e, eventualmente, agevolare, ove possibile, il ripristino delle idonee condizioni ambientali. L'utilizzo della leva fiscale nel settore ambientale anche da parte di enti sub-statali appare infatti preferibile rispetto ad un intervento solo statale. In questo senso, il legislatore ha previsto nuove misure nella legge di stabilità (si pensi all'art. 1, comma 518, della legge 147/2013) ed altri interventi sono contenuti nella c.d. Agenda Verde del Governo (collegato ambientale alla legge di stabilità 2014). Un sistema combinato, basato sul criterio dell'intervento laddove è ubicata la fonte inquinante, appare maggiormente efficace, sia sotto il profilo di una più adeguata tutela delle specificità del territorio, che in termini di sviluppo economico dell'area (green economy). Il progetto si colloca nell'ambito 1 (Città e territori sostenibili) con tema inquinamento di aria, acqua e suolo; interessa sia la materia ambientale che l'autonomia finanziaria di regioni ed enti locali e fornisce un quadro generale delle misure fiscali che l'ente locale può adottare a tutela dell'ambiente, nonché dei relativi potenziali effetti sul territorio.
L'idea progettuale ha l'obiettivo di analizzare gli impatti economici-sociali-ambientali di scarti e perdite alimentari lungo la filiera agroalimentare e definire un Protocollo Procedurale Innovativo (PPI) finalizzato alla gestione e riduzione delle quantità di sprechi e perdite. Circa 1/3 degli alimenti prodotti per il consumo è perso/sprecato a livello globale insieme ad un'enorme quantità di risorse utilizzate nella produzione alimentare e alle relative emissioni di gas serra. L'analisi riguarda in particolare la filiera della Lavorazione e conservazione dell'ortofrutta che è il comparto con la più alta percentuale di perdite (26%). Le perdite al momento del raccolto e del magazzinaggio si traducono in perdite di reddito per i piccoli contadini ed in prezzi più alti per i consumatori. La riduzione delle perdite ha quindi un impatto economico-sociale immediato e significativo. Le cause delle perdite alimentari derivano da mancanza di coordinamento tra i diversi attori della filiera, comportamento del consumatore nonché dalla presenza di norme di certificazione che rifiutano alimenti non perfetti in forma o aspetto. Ci si attende che l'implementazione del PPI da parte delle imprese aumenti l'uso razionale delle risorse e l'efficienza dell'intera filiera in termini di produzione, logistica e distribuzione, qualità e salubrità alimentare rappresentando così un elemento di valorizzazione rispetto all'ambito scelto Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile.
Il superamento di una pianificazione urbana e territoriale limitata al disegno-città' orienta, oggi, verso una compatibilità ambientale' delle trasformazioni: diviene centrale la tutela di risorse non riproducibili', come il paesaggio, la qualità della vita e l'identità culturale. OpenMoenia si propone di costruire un open digital archaeological archive strutturato su base cartografica webGIS, capace di acquisire, archiviare e gestire diversi dataset relativi all' edilizia storica, al fine di valutare il potenziale archeologico delle architetture', sperimentando anche tecnologie di rilievo 3D in webGIS. Il progetto prevederà la raccolta di un'eterogeneità di dati storici, archeologici e archeometrici sul costruito che, posti in connessione al dato spaziale, forniranno nuovi percorsi di conoscenza storica sul paesaggio costruito urbano e rurale. La creazione in webGIS di un'unica cartografia integrata tra livello informativo sul potenziale storico degli edifici e livelli del paesaggio contemporaneo (geomorfologia, urbanistica, catasto,...), consentirà di valutarne la funzionalità preventiva in sede di Pianificazione Urbanistica e Territoriale'. L'archivio non ha limiti cronologici o spaziali, è perciò estendibile. Il case-study, scelto nel comprensorio del Monti Dauni (FG), è l'edilizia basso medievale, più adatta alla sperimentazione perché caratterizzata da maggiori elevati e da un significativo coinvolgimento nella pianificazione urbana o paesaggistica.
La proposta progettuale ha come obiettivo l'impiego delle cellule staminali nel trattamento delle malattie epatiche. Poiché l'utilizzo di cellule staminali embrionali umane implica problematiche di ordine etico ed è inficiato dalla bassa biodisponibilità, questo progetto mira ad ottimizzare l'uso di linee staminali tessuto-specifiche per l'applicazione terapeutica.In Puglia sta nascendo una rete regionale di ricercatori che sviluppano nuove tecnologie per l'applicazione umana delle cellule staminali. Ad esempio, Casa Sollievo della Sofferenza è stato recentemente riconosciuto come IRCCS per le terapie innovative e la medicina rigenerativa.Un gruppo di scienziati è riuscito a generare un fegato funzionale da cellule staminali umane, compiendo un importante passo in avanti nella sintesi di organi in laboratorio da poter trapiantare su pazienti; tuttavia, molti aspetti restano ancora da chiarire.Poiché la regolazione dello stato redox è cruciale nel determinare quiescenza e proliferazione cellulare, e poiché in tutte le malattie epatiche croniche si osserva una precoce alterazione dell'equilibrio redox intra- ed extracellulare, il progetto si propone di modulare i meccanismi di regolazione molecolari redox-dipendenti nelle cellule progenitrici epatiche mediante ingegnerizzazione per ottenere un beneficio terapeutico. La traslazione di questi risultati fornirà tecnologie innovative per il trattamento di una grande varietà di condizioni morbose.
La psicosi é definita come la perdita di contatto con la realtà. Il disfunzionamento della neurotrasmissione glutammatergica, attribuibile principalemente ad una ipofunzione dei recettori NMDA (NMDA-R), sembra essere cruciale nella patogenesi di tale disturbo. La somministrazione di dosi sub-anestetiche di antagonisti NMDA-R induce negli animali alterazioni neurochimiche e comportamentali, rappresentando quindi un modello farmacologico di psicosi. Numerose evidenze scientifiche depongono per un ruolo contributivo dello stress ossidativo nella patogenesi della psicosi. Gli enzimi NOX stanno emergendo come una della principali fonti di specie reattive dell'ossigeno nel sistema nervoso centrale (SNC) e come protagonisti nello sviluppo di molti disordini neurologici. Lo scopo di questo progetto é quello di apportare nuove conoscenze ai meccanismi patofisiologici della psicosi e sviluppare innovativi strumenti diagnostici e terapeutici per questa malattia, con un approccio translazionale dagli studi preclinici sui modelli animali alla patologia umana. Per questo scopo, la sperimentazione animale sarà strettamente associata a studi su campioni biologici di pazienti. Questo progetto consentirà di approfondire le conoscenze sulla patofisiologia redox del SNC, comportando impatti sanitari importanti. L'identificazione di biomarkers di stress ossidativo nel SNC potrà aprirà nuovi orizzonti nel trattamento della psicosi, mirati allo sviluppo di nuovi composti farmacologici.
La sfida di questa ricerca è quella di integrare la produzione di microalghe con il processo di digestione anaerobica di biomasse, residui agricoli e zootecnici con un approccio di bioraffineria.Il digestato anaerobico (ADE), refluo liquido ad alto contenuto di N e P prodotto dalla degradazione anaerobica della sostanza organica, sarà utilizzato per la produzione di microalghe, riducendone l'impatto ambientale. La biomassa algale prodotta sarà utilizzata per un'ampia serie di applicazioni biotecnologiche tra cui l'estrazione di fine chemicals e biomateriali (con tecnologie verdi), produzione di biodiesel, biogas (processo microbiologico), syngas e biochar (processo termochimico), o una loro combinazione.L'aspetto innovativo di questa ricerca è quello di studiare la bioraffineria non su scala di laboratorio, dove sono presenti alcuni studi, ma su scala pilota che, ad oggi, sembra non essere stata ancora sperimentata. Tale approccio integrato risulta essere ancora allo stato embrionale sia nel mondo accademico che industriale, mentre l'attenzione sulla algae-based biorefinery continua a crescere per la necessità di risolvere problematiche economico-ambientali della terrestrial biomass-based biorefinery.Il principale risultato atteso sarà la trasformazione di un refluo, (ADE) prodotto da impianti agro energetici, in biomassa ad elevato valore aggiunto (microalghe) con applicazioni promettenti in diversi settori chiave quali energia,biotecnologie,alimenti,farmaceutica.
È noto che il regolare consumo di alimenti vegetali, quali cereali integrali, frutta e ortaggi, può ridurre l'incidenza di malattie cronico-degenerative; ciò grazie alla presenza di phytochemicals, composti chimici che possono esercitare un'azione antiossidante. Ad oggi la valenza salutistica dei prodotti alimentari è stata generalmente dedotta, in maniera spesso aleatoria, analizzando l'Attività Antiossidante (AA) dell'alimento, ma senza tener conto della biodisponibilità e dell'effetto sinergico dei suoi antiossidanti in vivo. L'idea progettuale consiste nell'associare lo studio dell'AA dell'alimento a quello dell'effetto sull'AA del sangue dopo il suo consumo. Va sottolineato che le misure ex vivo su sangue, difficili da realizzare, diventano ora affrontabili grazie all'innovativo metodo ORACLOX, messo a punto dal proponente, che associa l'uso dell'enzima lipossigenasi (LOX)-1 di soia al metodo ORAC. Tale approccio sarà utilizzato per analizzare alimenti a base di cereali e prodotti ortofrutticoli, contenenti tipologie di antiossidanti differenti e tra loro complementari. Sui migliori prodotti individuati sarà poi condotta un'analisi metabolomica degli antiossidanti e uno studio sul loro effetto di protezione a livello cellulare. Nell'insieme, il progetto consentirà di provare scientificamente l'elevata valenza salutistica di prodotti del comparto agroalimentare pugliese, così aumentandone la competitività e spendibilità sui mercati.
L'attività progettuale propone un innovativo sistema di sviluppo edilizio delle città, attraverso una trasformazione dei procedimenti amministrativi e una rimodulazione dell'organizzazione amministrativa comunale. Il progetto vuole dare un contributo rilevante al processo in corso di attuazione delle cosiddette Smart cities, cioè città intelligenti che assolvono all'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini. Il modello di Smart cities è diffuso in alcune Città europee e anche l'Italia lo ha previsto a livello legislativo, con il cd. Decreto crescita 2, il d.l. n. 179/2012. L'attività progettuale propone di analizzare l'esperienza di realtà territoriali parallele e di evidenziare gli elementi di criticità nel Comune di Foggia, al fine di ridurli creando un sistema mirato alla trasformazione e ideazione di nuove procedure amministrative più snelle ed efficienti, agevolando il fast tracking nello sviluppo edilizio sostenibile della Città. La rilevanza del progetto è desumibile sotto tre aspetti: il carattere innovativo di un progetto non ancora esistente a livello locale; il carattere di urgenza di processi di realizzazione delle Smart cities; l'esigenza di rendere il Comune di Foggia al passo con le realtà nazionali. L'idea progettuale ha, altresì, particolare attinenza con l'ambito di riferimento Città e territori sostenibili, poiché mira alla realizzazione di un sistema nuovo di interscambio dei dati tra il Comune di Foggia e cittadini.
Lo studio OKkio alla Salute condotto in Italia su 42000 bambini di 8-9 anni e su 44000 genitori per stabilire le percentuali di bambini in sovrappeso e obesità, dimostra che il 23% di tali bambini è in sovrappeso e che l'11,1% è obeso. Le percentuali più alte si registrano nelle regioni del centro e del sud. Il progetto mira alla promozione della salute attraverso azioni preventive di educazione alimentare che indirettamente riducano il rischio di obesità infantile attraverso l'utilizzo dei games for health (G4H), videogiochi in grado di educare ad una alimentazione sana e alla pratica dell'attività fisica. Esistono numerosi G4H, ma non esistono sufficienti evidenze in grado di definire le caratteristiche, gli elementi di game design per valutarne il livello di educatività al fine di riconoscerli come strumenti pedagogicamente efficaci in contesti educativi formali. Risultati attesi:- costruire quadri teorici e paradigmi interpretativi funzionali alla realizzazione di una criteriologia per discernere, giudicare e progettare le diverse possibilità di promozione di stili di vita sani che si possono determinare con i VG nel curricolo della scuola primaria. - certificare la qualità educativa relativa all'efficacia dei G4H, mediante l'elaborazione di protocolli e parametri di riferimento. - diffondere una cultura della promozione alla salute alimentare prevenendo il rischio di obesità infantile attraverso l'utilizzo di tali VG all'interno della scuola primaria.
L’invenzione concerne l’uso di anticorpi contro la proteina PLAC 1 come biomarcatori di infertilità, kit diagnostico per la rilevazione della risposta immunitaria contro PLAC1 e uso della proteina PLAC1 in campo terapeutico e contraccettivo
il brevetto concerne un film edibile innovativo realizzato per la sostituzione di additivi e conservanti utilizzati nei prodotti da forno e per la pasticceria
L'invenzione propone un metodo per la detossificazione delle proteine del glutine dalle granaglie dei cereali, in particolare dalla granella di frumento, volto ad ottenere farine detossificate atte alla preparazione di prodotti della panificazione e pasta in particolare dal frumento, preferibilmente idonei all’alimentazione dei pazienti affetti da celiachia, ma anche adeguati, per le caratteristiche organolettiche ed aspetto, all’alimentazione di tutta la popolazione
L'invenzione consente di ottenere, senza utilizzazione di solventi ad alto impatto ambientale e di difficile smaltimento, materiale da imballaggio per alimenti completamente biodegradabile, a basso costo e ridotto impatto ambientale.
L'invenzione si riferisce ad un metodo per la produzione di biofilm microbici probiotici e relativi usi in campo biomedico, industriale, alimentare e ambientale
L'invenzione si riferisce ad un’associazione a base di inulina, in particolare di inulina in miscela con acqua e grassi a basso contenuto di acidi grassi saturi e colesterolo, utilizzabile per sostituire, integralmente o parzialmente, i grassi tradizionalmente 5 addizionati in numerose formulazioni alimentari
L’invenzione di cui trattasi ha per oggetto l’impiego di Polidatina per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi
L'invenzione riguarda una linea cellulare tumorale di utilizzo nel campo della terapia e/o profilassi cellulare.
The preswent invention concerns a biodegradable and compostable material for packaging obtainable from the use of the whole wastes of production and transformation of food of vegatable origin in a manufacturing process comprising a preliminary step of drying, a step of controlling the particle size of said waste and, if necessary, a step of grinding of said waste to a particle size in the range between 200 and 300 microns, and a step of extrusion-cooking.
La presente invenzione concerne una composizione edibile per la conservazione degli alimenti, procedimento per la sua preparazione e relativi usi. In particolare, l'invenzione concerne una composizione edibile a base di ingredienti naturali per la conservazione degli alimenti, procedimento per la sua preparazione e relativi usi, in cui detta composizione viene impiegata in forma di film edibile sulla superficie dell’alimento.
La presente invenzione concerne l'impiego di composti naturali per migliorare la stabilità microbiologica di pasta fresca, in particolare di pasta fresca a base di farina di amaranto.
A method is described for producing a film of thermoplastic material, more particularly of LDPE, PLA or PCL, incorporating substances with antimicrobial activity, comprising the steps of mixing at a temperature lower than or equal to 160°C a thermoplastic polymer having a melting point lower than or equal to 160°C and at least one substance with antimicrobial activity selected from the group consisting of lysozime, thymol and lemon extract; subjecting the mixture obtained to compression at the same temperature as that indicated above; cooling under compression to a temperature lower than or equal to 40°C, obtaining strips, which are divided into short pieces; feeding these short pieces into an extruder provided with a die and with heating means to bring the temperature thereinside to a value lower than or equal to 160°C; extruding the film through the die.
A method for producing salamis and sausages, in particular with low animal fat content replaced by extra-virgin olive oil. A method for withholding oil in a meaty paste wherein pork fat is replaced by whey proteins or by sandwich loaves soaked with oil is herein presented. Examples of formulations of sausages made using said method are presented. Qualitative and quantitative characteristics do not show relevant differences with respect to traditional salamis, even from a sensory point of view.
La presente invenzione riguarda un metodo di produzione di conserve e semiconserve vegetali in pezzi. Più dettagliatamente, l’invenzione riguarda un metodo di acidificazione mediante nebulizzazione di soluzioni acide per la pre-stabilizzazione di vegetali in pezzi semi-disidratati e prevede la nebulizzazione di una soluzione acquosa di acidi organici su vegetali in pezzi durante la fase di essiccamento degli stessi.
La presente invenzione riguarda un metodo di produzione e stabilizzazione di filetti di pesce di V gamma. Più dettagliatamente, l’invenzione riguarda un metodo per la produzione e la stabilizzazione di filetti di pesce di V gamma mediante l’impiego di una fase di marinatura non convenzionale e di una parziale cottura in microonde.
The present invention relates to a renal carcinoma cell line capable of activating the immune system in an antigen-specific manner. According to a further aspect, the invention also includes derivatives of the cell line that maintain said activation capacity. The invention also comprises a method for targeting and activating immune system cells against cells of clear cell renal carcinoma. Said method comprises the co-incubation of isolated immune system cells (dendritic cells, CD4*, CD8* lymphocytes etc.) with cells of the RCC BA85#21 line in accordance with the invention in a suitable culture medium, for a time sufficient to obtain antigen specific cells.
Use of antibodies against PLAC1 protein as biomarkers of infertility, diagnostic kit for the detection of immune response against PLAC1 and use of PLAC1 protein in therapeutic and contraceptive fields The present invention concerns the use of antibodies against PLAC1 protein as biomarkers of infertility, diagnostic kit for the detection of immune response against PLAC1 and use of PLAC1 protein in tolerogenic or immunogenic form in the therapy for infertility or as contraceptive or post-coital interception means, respectively.
La Società ha per oggetto (i) l’attività di industrializzazione del processo di de-tossificazione delle proteine dei cereali di cui alla domanda di brevetto dal titolo “Metodo per la detossificazione delle proteine del glutine dalla granella di cereali”, di cui alla domanda di brevetto n. RM2012A000468 concessa in Italia il 26/03/2015 con n. 0001414717 e relativa domanda di estensione PCT n. PCT/IB2013/000797 dal titolo “Method for the detoxification of gluten proteins from grains of cereals” e sue integrazioni ed evoluzioni (di seguito il “Trovato”) e (ii) l’attività di sfruttamento economico, tramite sub-licenze, del Trovato e del know-how in materia di detossificazione del glutine, ricevuto anche tramite licenza, da UNIFG. Al fine esclusivo di realizzare l’oggetto sociale e, peraltro, quale attività non prevalente, la Società potrà compiere tutte le operazioni commerciali, industriali, finanziarie, mobiliari e immobiliari ritenute necessarie od utili.
La società ha per oggetto sociale esclusivo lo sviluppo, la produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, in particolare la produzione e l'immissione sul mercato di una serie di prodotti alimentari con elevata valenza salutistica, elevata shelf life, di facile consumo e pronti all'uso.
La società ha come oggetto: la realizzazione di progetti di ricerca industriale in ambito informatico, delle telecomunicazioni e dell’economia finalizzati allo sviluppo precompetitivo di prodotti e sistemi integrati, che siano di supporto nei processi di innovazione delle singole imprese di produzione e di servizi e nella costituzione di reti d’impresa, nonche' la selezione e la formazione personale tecnico e scientifico nelle discipline pertinenti; la realizzazione di prodotti e la prestazione di servizi, ad alto valore aggiunto con l’utilizzo di reti telematiche e quanto altro necessario per il trasferimento alle piccole e medie imprese, ivi comprese quelle che operano nel comparto agroalimentare, nei settori della produzione agricola, zootecnica, pesca e acquicoltura e nella relativa industria della trasformazione.
La società ha come oggetto: ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie, produzione di altri prodotti alimentari nca (lieviti), produzione dei derivati del latte (fermenti lattici)
La società ha come oggetto: edizione di software, attività di editoria nel settore scientifico (escluso l'informazione), attività di disegnatori grafici, progettazione e realizzazione portali web, elaborazione dati e hosting, istruzione e formazione anche in e-learning, corsi di formazione e di aggiornamento professionale.
la societa' ha per oggetto, essenzialmente ma non esclusivamente, lo svolgimento dell'attivita' di valorizzazione di risultati della ricerca in campo farmaceutico, agroalimentare e salutistico, attraverso una tecnologia a basso impatto ambientale.
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