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Gabriele Rossi
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/17 - Disegno
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_6 - History of art and architecture
Il presente lavoro espone i primi risultati di un progetto di ricerca che intende offrire un contributo alla conoscenza dei complessi fortificati in Puglia i quali costituiscono un’importante eredità ma che, pur rappresentando elementi di richiamo e punti di riferimento territoriale, in alcuni casi hanno interrotto il proprio ciclo vitale perdendo le ragioni della loro necessità. La ricerca focalizza l’attenzione su alcuni castelli, scelti come casi-campione. Lo studio, basato sull’autorità delle fonti, si avvale dell’indagine diretta condotta attraverso il rilievo, in modo da aderire alla costruzione, indagata dal punto di vista tipologico, spaziale, formale, costruttivo. In particolare s’indagano i restauri e le trasformazioni riconducibili a due momenti cruciali: l’avvento delle armi da fuoco che, come documentano i trattati, segnano una rottura nella tradizione costruttiva dei castelli, e il successivo adattamento a residenze nobiliari, che ne cambia il volto e il ruolo urbano.
The term "dry stone architecture" refers to special building solutions that non only do not use any binding materials but olso indicates special and very common buildings with specific technological/constructional and geometrical characteristics. These structures were build due to particolar socio-economic and geological/farming conditions. These structures belong in the great category of minor architectures, also defined as spontaneous, popular, vernacular, indigenous and rural in order to distinguish them from major architecture; in other words an architecture without architects.
Il libro esamina un patrimonio diffuso e tuttavia pressoché ignorato dalla cultura architettonica: quello delle torri colombaie ed in particolare quelle nel Salento meridionale. Escluse dalle moderne tecniche di produzione, non si costruiscono né si utilizzano più. Esse costituiscono patrimonio zootecnico e zoo-storico, quasi reperti di un’archeologia dell’agricoltura. Il libro contribuisce alla ricerca sul tema analizzando, attraverso gli strumenti del rilievo e della rappresentazione, i connotati delle torri colombaie nel Salento con l’obiettivo di contribuire alla conoscenza di un fenomeno unico nel panorama italiano che trova invece riscontri in modelli francesi, spagnoli, greci. L’indagine qui condotta analizza le valenze architettoniche e paesaggistiche di questi manufatti, ne lascia intuire il valore antropologico, zoologico e agronomico, ne evidenzia il valore culturale per promuovere un’idonea attività di tutela e di salvaguardia.
Le istituzioni locali salentine già da alcuni anni si sono fatte promotrici della candidatura del Barocco Salentino a patrimonio mondiale dell’umanità. Un’iniziativa che - non si può negare - ha da una parte caratteri di propaganda, ma costituisce dall’altra un’occasione seria di valorizzazione, salvaguardia e sviluppo del territorio. Non ci si sofferma qui sulle note peculiarità del barocco salentino ampliamente studiato e documentato dalla ricca letteratura sull’argomento; si intende invece porre in evidenza un aspetto minore del fenomeno relativo ad un elemento dell’arredo urbano che ha connotati di unicità e un significativo ruolo urbano. Espressione aulica del controllo scenografico della visualità urbana leccese sono le colonne angolari; esse sembrano risolvere le irregolarità del tessuto edilizio e ristabilire il valore di interno urbano e la continuità della parete.
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