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Fabrizio Lelli
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-OR/08 - Ebraico
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_2 Theory and history of literature, comparative literature
Edizione di una versione medievale del Cantico dei cantici in giudeo-italiano con una nota critica.
L'interesse della speculazione cristiana rinascimentale per il bello nell'arte ebbe ripercussioni sul pensiero e sull'estetica degli autori ebrei attivi nell'Italia del XVI secolo. Nel contributo si esaminano alcuni testi di pensatori ebrei rinascimentali influenzati dalle tendenze speculative contemporanee non ebraiche e si osserva come tale produzione abbia influenzato anche la realizzazione di opere cabbalistiche riccamente decorate che furono apprezzate anche da autori cristiani.
Una nuova interpretazione di due Conclusiones di Pico: alcuni temi della prisca theologia orfica sono spiegabili sulla base di confronti con testi cabbalistici ebraici noti al pensatore umanista.
Nel corso dei secoli, dal medioevo a oggi, gli ebrei sono stati spesso associati astrologicamente al pianeta Saturno. In genere provvisti delle qualità negative del pianeta, in realtà gli ebrei hanno spesso approfittato di questa connessione per mettere in luce anche aspetti positivi, quali la sapienza, l'amore per la cultura, per i commerci, per i mutamenti di sede. Sulla base di un'analisi che affonda negli studi warburghiani che uniscono la storia delle idee, del pensiero filosofico e della scienza all'arte e alla letteratura, Moshe Idel ricostruisce un percorso del "saturnismo" ebraico nei secoli, attraversando le epoche di maggior fioritura della Cabbalà ebraica e sottolineando il ruolo del pianeta/dio nell'immaginario mistico e messianico del popolo d'Israele.
Una rassegna delle ricerche effettuate negli ultimi dieci anni da un'équipe di ricercatori internazionali che hanno preso in esame alcuni degli elementi più caratteristici dello sviluppo e dell'eredità della cultura elaborata dagli ebrei nel Salento nel corso del Medioevo. Le varie tematiche sono trattate cronologicamente, sulla base dei contributi compresi nel volume (curato dall'autore), con l'aggiunta di considerazioni basate sulle ricerche dello scrivente.
La questione dell'origine del male in Dio nelle sue varie interpretazioni ebraiche dall'antichità ad oggi, con particolare riferimento alla letteratura cabbalistica medievale e moderna.
Dall'esame dettagliato del ms. ex Gerusalemme, Schocken 22, contenente la più antica e completa collezione di inni della tradizione liturgica corfiota, è possibile riconoscere il profondo e costante rapporto tra innografia pugliese e balcanica. In tale ottica è possibile rovesciare l'interpretazione corrente della produzione letteraria medievale ebraica salentina intesa come autonoma rispetta al mondo bizantino e cogliere la continuità dell'ebraismo bizantino nella Puglia meridionale per tutta l'età medievale. A riprova di tali contatti culturali si pubblicano i testi ebraici di due yozerot contemporanei, uno di un autore presumibilmente otrantino e l'altro di un innografo forse corfiota.
Due recenti pubblicazioni sull'attività intellettuale di autori rinascimentali, ebrei e cristiani, operanti nell'Italia meridionale, portano a interrogarsi sull'annosa questione della partecipazione effettiva dei dotti ebrei alle accademie.
L'autore delinea l'evoluzione del concetto di aldilà come luogo di pena nella tradizione ebraica biblica e rabbinica, sottolineando nei testi presi in esame la prospettiva terrena e celeste degli inferi.
L'articolo esamina alcuni testi poetici ebraici composti nella Puglia medievale e analizza i termini di derivazione greca per cogliere l'influenza della produzione letteraria bizantina sull'attività intellettuale giudaica medievale.
Edizione con traduzione e commento di un'opera ebraica sulla storia della trasmissione della sapienza cabbalistica dalla creazione del mondo al XVI secolo, composta da un intellettuale ebreo veneziano, Eliyyà Menahem Halfan, vissuto nella prima metà del Cinquecento, sensibile agli orientamenti speculativi contemporanei e interessato a mettere in luce le dinamiche della società ebraica e cristiana del suo tempo.
L'uso di epigrafi ebraiche nell'arte rinascimentale è da tempo studiato. Nel caso della "Predica del Battista" di Giovanfrancesco Rustici (gruppo monumentale posto nel 1511 a decorazione della porta settentrionale del Battistero di Firenze) le iscrizioni ebraiche sui piedistalli delle tre statue bronzee - che rappresentano San Giovanni Battista, un sacerdote ebreo e un levita - sono però versioni del Vangelo di Giovanni eseguite dal greco (o dal latino) in ebraico. Il recente ritrovamento di due ulteriori iscrizioni sulla statua di San Giovanni rivela aspetti della cultura cristiana fiorentina del primo Cinquecento che risentono della diffusione degli studi ebraistici dell'epoca precedente e che possono rintracciarsi anche in altre produzioni artistiche coeve.
Schedatura dell'intera produzione manoscritta ebraica medievale (24 codici) realizzata nelle attuali regioni italiane di Puglia e Basilicata, relativa a testi di contenuto scientifico. Sono inventariati e descritti codici fino ad oggi non studiati.
La traduction en hébreu de quelques passages des Voyages de Jean de Mandeville réalisée par un savant juif italien vécu au 15ème siècle constitue un exemple singulier d'intervention sur un texte connu en Italie en version vulgarisée. Le traducteur abrège le texte original en sélectionnant les parties qui l'intéressent davantage, surtout celles qui concernent les différences entre chrétienté latine et grecque. Plutot que d'une traduction de l'italien vers l'hébreu il faudra parler d'une paraphrase.
Le lingue parlate dagli ebrei nel Salento dall'epoca del loro insediamento in età romana antica fino alla loro espulsione dall'Italia meridionale nel XVI secolo. Esempi di interferenze tra ebraico e dialetti salentini. Influenze fonetiche della vocalizzazione salentina volgare sulla scrittura e traslitterazione dell'ebraico.
La prima opera scientifica dell'età contemporanea che tratta la cabala cristiana - in particolare le sue origini nell'Italia di età umanistica e rinascimentale, con la consapevolezza di uno studioso della tradizione mistica ebraica. Nella presente edizione si forniscono aggiornamenti bibliografici sulla ricerca in questo settore, che ha conosciuto uno sviluppo notevole soprattutto a seguito della rinascita delle ricerche dell'ultimo ventennio sulla storia della Cabbalà ebraica.
Pendant le moyen age les juifs habitant dans les Pouilles gardèrent des liaisons étroites aussi bien culturelles qu'économiques avec la Terre d'Israel. Dans cet article on analyse des oeuvres littéraires composés dans la region adriatique au 11ème siècle témoignant ce rapport entre communautés de la diaspora et Jérusalem.
Analisi della produzione letteraria della società ebraica corfiota, in stretto contatto con le comunità dell'Italia meridionale e con Venezia. Si ricostruiscono anche le lingue parlate dagli ebrei sull'isola e le loro manifestazioni artistiche e culturali. Una sezione è dedicata alla stampa ebraica a Corfù
L'autore definisce le varie tipologie di discorso impiegate dai mistici ebrei tra Medioevo e età moderna per descrivere le loro esperienze di estasi, intesa come elevazione dell'anima o dell'intelletto del singolo all'unione con Dio, oppure come autoscopia o possessione.
La mobilità ebraica nell'Adriatico meridionale viene studiata sulla base delle testimonianze fornite da documenti d'archivio e manoscritti relativi ad una famiglia di intellettuali medici che si spostarono spesso tra Puglia e Balcani tra '300 e '400 e che mediarono competenze e saperi tra cultura islamica, ebraica e cristiana.
La nascita del movimento mistico messianico di Shabbetay Zvi viene riletta dall'autore in funzione di una tradizione astrologica e cabbalistica medievale che vede gli ebrei legati al pianeta Saturno (in ebraico: Shabbetay). Tutta l'epica del presunto messia si deve dunque inquadrare in quest'attribuzione a se stesso delle caratteristiche positive e negative del pianeta, piuttosto che agli influssi della Cabbalà luriana, secondo la teoria di Gershom Scholem.
L'uso equivoco del termine filosofico siyyur nella trattatistica cabbalistica ebraica italiana di età tardo-umanistica, analizzato sulla base dell'Epistola della decade di Avraham De Balmes (ca. 1460 - ca. 1523) e di Eliyyà Hayyim da Genazzano (ca. 1440 - ca. 1510). Riprendendo un uso consueto nelle fasi precedenti della mistica ebraica, soprattutto iberica, gli autori italiani si servono del vocabolo per designare ora una rappresentazione concettuale del mondo divino ora semplicemente per riferirsi a un'immagine grafica del sistema sefirotico.
Ad un rapido excursus relativo all'opposizione allo studio dell'astrologia nel sistema di fede giudaico antico segue una disamina dei principali criteri seguiti dai pensatori ebrei medievali e rinascimentali per accogliere elementi di scienze "esterne", in particolare dell'astrologia, all'interno del curriculum di studi religiosi. La seconda parte dell'articolo esamina alcuni dei principali astronomi/astrologi ebrei medievali e rinascimentali (perlopiù di area iberica, bizantina e italiana), il loro contributo alla diffusione della disciplina e il rilievo assunto nelle loro opere dalla speculazione contemporanea non ebraica.
L'ambiente ebraico toscano della seconda metà del XV secolo fu particolarmente vivace dal punto di vista intellettuale e contribuì notevolmente a far circolare materiali filosofici e mistici nel mondo cristiano. Collocata su tale sfondo, l'attività di ricerca ebraistica di Giovanni Pico, benché sorprendente per la portata e per i risultati, risulta comunque fortemente determinata dalla speculazione corrente nelle cerchie ebraiche contemporanee. L'articolo illustra esempi dello scambio di informazioni tra ebrei e cristiani e l'influenza della trasmissione di materiali cabbalistici ebraici nelle due comunità di fede, anche a distanza di generazioni.
The diasporic nature of Jewish culture is here analyzed against the background of the rich exchange of intellectual motifs between Jewish and non-Jewish scholars, which took place in many Italian areas throughout the Middle Ages. In this essay particular emphasis is laid on the cultural cooperation on major themes such as poetics, philosophy, Biblical exegesis, and mysticism. The most significant characters who played an important role in this intellectual connection and their works are surveyed, on a time range spanning between the 13th and the end of the 15th centuries.
Recenti acquisizioni di materiali relativi alla storia dei campi di transito per Displaced Persons nella Puglia del secondo Dopoguerra. Sono in particolare valutati documenti relativi alle vicende dei profughi ebrei Abram Belzycki e Aron Rothbein (entrambi nativi di Piotrkow, Polonia, sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti) nei campi di Santa Cesarea e Barletta, di Anna Tomei Sticchi, che operò come crocerossina nel campo di Santa Cesarea, e di Donato Schirinzi, che fu impiegato dall'UNRRA nel campo di Santa Maria di Leuca.
A brief evaluation of the information that should be available to tourism operators that deal with guests of Jewish religion.
Il dissidio e la conciliazione di pensiero razionale e mistica nella società intellettuale ebraica italiana della prima metà del XVI secolo sono analizzati sulla base dell'attività speculativa del cabbalista veneziano Eliyyà Menahem Halfan (morto intorno al 1551). Nel saggio si tenta una ricostruzione della biblioteca cabbalistica dell'autore.
Il ruolo della Bibbia, come sottotesto e come modello di riferimento stilistico e tematico per la letteratura italiana, è profondamente mutato a partire dall'epoca della Controriforma. Nel saggio si indicano alcuni possibili percorsi per cogliere la complessità dei riferimenti alle Scritture nella letteratura italiana delle origini e si offrono possibili interpretazioni bibliche di opere di autori ottocenteschi e novecenteschi.
Storia della presenza ebraica nell'isola di Corfù dalle origini dell'insediamento giudaico fino alla fine del XIX secolo.
Sulla base di una serie di interviste dirette e visionate presso l'archivio Spielberg della University of Southern California di Los Angeles, l'autore ricostruisce la vita quotidiana e le attività culturali dei profughi ebrei che soggiornarono per brevi o lunghi periodi nei campi di transito allestiti dalle Nazioni Unite nel Salento tra il 1944 e il 1947. Le memorie scritte e orali degli ebrei internati nei campi salentini permettono di comprendere meglio la storia dell'ebraismo nel periodo che intercorse tra la liberazione dai campi di sterminio e il trasferimento dei sopravvissuti alla Shoà nelle loro mete definitive.
Notwithstanding the declared tendency to refute the Greco-Arabic philosophical influence on the Jewish tradition, Italian Renaissance kabbalists followed in the footsteps of earlier thinkers to postulate two modes of temporality: one that applies to corporeal beings, and one that may be attributed only to entities that are not subject to generation and corruption. This second category, albeit eternal, interacts with human time through God's knowledge of particulars, and this may be thought of as the atemporal time of the Torah, whose ongoing revelation can be related to the changing nature of the reception of the kabbalistic doctrine according to the various periods of the history of Israel. In the article texts from Maimonides and his medieval commentators on the notion of time as history are compared with kabbalistic interpretations offered by 15th and a16th century Italian Jewish authors.
Critical edition of the Hebrew text (accompanied by an English translation and commentary) of a series of notes, composed by a late 15th-century Jewish scholar, who was active in the culturally thriving centers of early Renaissance Italy. Grounding his assumptions in earlier texts, as well as in conversations with contemporary figures, Yohanan Alemanno (1435 ca.-1506 ca.) aims to highlight the significant role played by Portuguese geographical discoveries in Ethiopia and India, not only for opening new trade routes but mainly for contributing to shed new light on the fate of the ten "lost tribes", allegedly disappeared in the aftermath of the fall of the ancient Kingdom of Israel and associated by both Jews and Christians with the advent (or the second coming) of the Messiah.
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