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Vincenzo Farina
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/01 - Diritto Privato
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH2 Institutions, Values, Environment and Space: Political science, law, sustainability science, geography, regional studies and planning
Settore ERC 3° livello
SH2_4 Legal studies, constitutions, comparative law
Priva sotto il vigore del codice del 1865 di un’autonoma disciplina che la distinguesse dalla novazione soggettiva, di cui costituiva una specie, la delegazione veniva disciplinata (art. 1267 c.c. del 1865) nell’ambito «Dei modi in cui si estinguevano le obbligazioni». Il codice del 1942 ha invece dato all'istituto una qual certa autonomia normativa sotto l'impulso di un acceso dibattito dottrinario che negli anni immediatamente precedenti alla sua promulgazione aveva portato alla pubblicazione di opere di fondamentale importanza per lo studio della delegazione
L’indagine prende le mosse dall’avvento nel nostro ordinamento della regolamentazione del franchising. Dopo una disamina del contesto economico di riferimento ed in particolare del decentramento della produzione e della distribuzione nonchè dello sviluppo della c.d. integrazione contrattuale tra imprese si appunta l’attenzione sull’organizzazione dell’attività imprenditoriale a mezzo della costituzione ed implementazione della rete contrattuale del franchising. Acquisita la consapevolezza della necessità di un approccio metacontrattuale alla vicenda giuridica dell’affiliazione, si esamina l’istituto sotto il profilo dell’operazione economica, dell’attività e della contrattazione piuttosto che del singolo contratto, riconoscendo la necessità di un controllo di meritevolezza dei poteri di scelta dell’imprenditore. Si affrontano poi nello specifico sulla base di tali premesse le patologie del rapporto di franchising e le relative soluzioni rimediali, abbandonando un approccio formalistico e concettualizzante ed applicando direttamente i principi vigenti nel sistema italo-comunitario delle fonti.
L’autore, in commento alla sentenza, affronta dapprima il tema della ricorrenza di un negozio in frode alla legge con riguardo alle cc.dd. clausole di salvaguardia destinate nel settore bancario a ricondurre il tasso usurario nei limiti della soglia di legge e di poi la nullità di siffatte pattuizioni per violazione (diretta) di norme imperative. Tratta poi degli effetti della nuova disciplina della CMS per il periodo antecedente all’entrata in vigore dell’art. 2 bis della L. 28 gennaio 2009, n. 2, inserito in sede di conversione del D.L. 29 novembre 2008, n. 185.
Il danno alla salute (c.d. danno biologico) rappresenta l'esito di una significativa vicenda giurisprudenziale che ha preso le mosse da una duplice esigenza, quella di attribuire il giusto rilievo al principio costituzionale di tutela della salute e quella di garantire il diritto al risarcimento a chiunque abbia subito una menomazione della propria integrità psicofisica. L'entrata in scena del danno alla salute segna l'abbandono della logica patrimonialistica propria del sistema tradizionale della responsabilità civile ed il recupero del ruolo centrale della persona nel giudizio risarcitori. Tracciata sinteticamente l'evoluzione storica del danno alla salute, l’autore passa a trattare la svolta giurisprudenziale del 2003 operata dalla Suprema Corte e la riconduzione del danno biologico all’interno dell’art. 2059 c.c. dopo che, per quasi un trentennio, aveva cercato una collocazione nell’art. 2043 c.c. Viene affrontato poi il tema della liquidazione del danno alla salute nella giurisprudenza ed alla luce dei successivi e plurimi interventi legislativi . Vengono infine,con riguardo al danno non patrimoniale, sviluppate le tematiche connesse alle note pronunce delle Sezioni unite della Cassazione dell’11 novembre 2008
L'autore procede ad un commento articolo per articolo della disciplina dell'annullabilità del contratto contenuta nel codice civile, confrontando dettagliatamente le varie opinioni espresse dalla dottrina e dalla giurisprudenza .
L’Autore si occupa del nuovo istituto per l’ordinamento giuridico italiano del general contractor sotto il profilo del finanziamento della grande opera a mezzo del project financing. In quest’ottica ci si sofferma: sul ruolo e sulla funzione delle società progetto costituite dal general contractor, sulla responsabilità solidale dei soggetti componenti il contraente generale; sulla cessione di quote delle società di progetto sull’emissione delle obbligazioni e sulla performance bond in relazione all’esecuzione dell’opera e sui suoi rapporti con l’operazione di project
La novella di cui all'art. 2 comma 61 l. n. 10 del 2011 nell'interpretare "autenticamente" l'art 2935 c.c. con esclusivo quanto singolare riferimento alle operazioni bancarie regolate in conto corrente pone al giurista un duplice ordine di problemi. Il primo riguarda la natura giuridica ed il ruolo da assegnare all'annotazione nonché la sua rilevanza in relazione alla decorrenza della prescrizione del diritto alla restituzione delle somme indebitamente annotate in conto. Il secondo attiene alla concreta incidenza della nuova normativa sul contenzioso in essere ed ai molteplici profili di costituzionalità che la stessa induce, tra cui quelli attinenti alla violazione del principio di azione, del principio di uguaglianza, di ragionevolezza e di legittimo affidamento, nonché dei principi del giusto processo e dell'art. 6 Conv. eur. dir. umani.
Dopo avere introdotto l’istituto e dato conto della sua storia, l’Autore opera una disamina della dottrina, che si è dimostrata favorevole all’accoglimento della teoria dell’autorizzazione con riguardo al contratto estimatorio.
L'autore si occupa dei rapporti tra rete contrattuale e franchising approfondendo sia i profili economici che quelli giuridici
L’indagine prende le mosse dall’avvento nel nostro ordinamento della regolamentazione del franchising. Dopo una disamina del contesto economico di riferimento ed in particolare del decentramento della produzione e della distribuzione nonchè dello sviluppo della c.d. integrazione contrattuale tra imprese si appunta l’attenzione sulla patologia del rapporto e sulle correlate soluzioni rimediali. Acquisita la consapevolezza della necessità di un approccio metacontrattuale alla vicenda giuridica dell’affiliazione, si affrontano poi nello specifico sulla base di tali premesse, abbandonando un approccio formalistico e concettualizzante, le tematiche relative alla rinegoziazione del contratto.
L’autore si pone il problema dell'efficacia nella sfera del mandante degli atti compiuti dal mandatario. Il tema viene affrontato con riguardo in particolare all’acquisto dei beni mobili ed all’ efficacia nella sfera del mandante degli acquisti posti in essere per suo conto dal mandatario. Vengono esaminate criticamente alcune ricostruzioni dottrinarie in ordine alle mo¬dalità con cui si realizza l'incremento della sfera patrimonia¬le del mandante a seguito dell’acquisto da parte del mandatario: l’acquisto automatico ex lege e l’acquisto del mandante come effetto reale del mandato. Di poi prosegue nella disamina dell’efficacia traslativa del mandato con riguardo al suo atteggiarsi in ipotesi di acquisto diretto o indiretto. Superate le critiche mosse alla tesi dell’acquisto diretto, l’autore tratta della rilevanza nella produzione dell’effetto reale del preventivo assenso prestato dal mandante.
Dopo aver posto in luce le conseguenze che derivano dalla scelta del momento della pattuizione ai fini dell’individuazione della soglia si occupa del rapporto tra interessi «usurari» e costo globale del credito. Tratta poi del sindacato del giudice ordinario in ordine alle modalità di determinazione del tasso effettivo globale medio. Esamina infine il rapporto tra tasso effettivo globale e tasso effettivo globale medio con particolare riguardo al principio di simmetria, agli interessi moratori ed alle clausole di salvaguardia
Dopo aver premesso degli accenni sul franchising come contratto di durata e sull’affidamento dell’affiliato sulla durata del rapporto, si affonta il tema dell'interruzione del rapporto da parte del franchisor e della sua rilevanza in termini di abusività . Si esamina tale profilo anche con riguardo alle problematiche connesse ai gruppi societari ed all'abuso del potere di direzione e coordinamento nell’ambito di una rete contrattuale. Si tratta infine della correlazione tra durata minima e periodo necessario per l’ammortamento degli investimenti .
Rilevata la generale rilevanza del momento della pattuizione ai fini della verifica dell’usurarietà degli interessi, l’autore si sofferma sul sistema di rilevazione del tasso soglia per l’apertura di credito in conto corrente. Analizza l’incongruenza di un’interpretazione estensiva del d.l. 29.12.2000 n. 394 ed il problema della variazione non pattuita. Si sofferma infine sull’’inadeguatezza di una valutazione dell’usurarietà al momento della pattuizione in ipotesi di ius variandi previsto in contratto.
Dopo una breve introduzione l'autore I tratta della natura giuridica dell'istituto. Si occupa poi del rapporto tra concessione del credito e costituzione della garanzia, dell'’assicurazione delle merci e le spese di custodia, .del ritiro dei titoli e delle merci date in garanzia.. Tratta infine degli effetti della diminuzione della garanzia e delle altre cause di estinzione del rapporto nonché del pegno irregolare a garanzia di anticipazione.
L’autore affronta il problema posto dall'abrogazione del precedente testo dell’art. 120 comma 2 TUB nella versione introdotta in forza dell'art. 25, comma 2, d.lgs. 4 agosto 1999, n. 342. Dopo aver specificato la significanza dei termini conteggio, capitalizzazione ed anatocismo tratta del rinnovato rilievo delle eccezioni al divieto di cui all’art. 1283 c.c. e del loro rapporto con la disciplina <<speciale>>. Si occupa poi della decorrenza dell’entrata in vigore della novella, dell’applicabilità alle operazioni bancarie in corso e della sorte della delibera CICR 2 febbraio 2000. Conclude verificando la compatibilità della novella con la libertà di impresa, di concorrenza, di stabilimento e libera circolazione dei capitali e dei servizi nell’ambito dell’Unione Europea.
Dopo un breve excursus normativo delle vicende dell’anatocismo bancario, l’Autore tratta della nuova di-sciplina dettata dal comma 2 dell’art. 120 TUB, soffermandosi in particolare sull’ambito di applicazione, sugli interessi di mora e sull’autorizzazione rilasciata dal cliente
Dopo avere trattato in termini generali delle problematiche relative alle asimmetrie informative con riguardo alla formazione del contratto di franchising, si affronta il tema della disparità di potere negoziale tra affiliante ed affiliato con riferimento specifico al «procedimento» di conclusione del contratto. Ci si occupa poi in particolare degli obblighi d'informazione e di comportamento nonchè dei vizi del consenso nel contratto di franchising . Esaminato il peculiare atteggiarsi dei requisiti dell'essenzialità e riconoscibilità dell'errore, la disamina si conclude trattando della violenza «economica» e della minaccia di far valere un diritto in prospettiva della rinegoziazione del contratto
Nell'ambito dei contratti bancari regolati in conto corrente occorre assumere una prospettiva che valorizzi la reale operazioni economica di volta in volta realizzata dalle parti senza attribuire peso determinante alle costruzioni teoriche volte a stabilire in termini generali ed astratti l'autonomia o meno del rapporto di conto corrente . A tal stregua la progressiva centralità in quest'ambito dell'apertura di credito offre una chiara dimostrazione di tale assunto . Tra i casi dotati di particolare rilievo pratico in particolare sono oggetto di considerazione: il rapporto tra conto corrente principale e <<conti anticipi>> ed il correlato problema del computo della capitalizzazione e tasso usuraio; il consolidamento del rapporto di conto corrente a mezzo mutuo e la sua qualificazione come contratto in frode alla legge; i limiti di ammissibilità della domanda di restituzione dell'indebito con riguardo al conto corrente in essere; il ruolo in quest'ambito dell'annotazione; Il problema della prescrizione dell'azione di restituzione e della relativa eccezione in corso di causa.
Dopo una breve disamina delle vicende dell’anatocismo bancario, l’autore affronta i problemi che ha posto la delibera 9 febbraio 2000 del CICR . Tratta poi degli effetti della nuova disciplina sulla citata delibera. Si occupa infine dell’esegesi della novella con riguardo all’uguale periodicità del conteggio degli interessi sia debitori che creditori nelle “operazioni in conto corrente” nonché alla “capitalizzazione” degli interessi “ulteriori” e l’imputazione dei pagamenti
Il saggio analizza l’istituto dell’anticipazione bancaria, approfondendone dapprima l’evoluzione normativa e di poi la struttura nonchè la natura giuridica, anche con riguardo ad altre fattispecie simili. Sono indagati, quindi, profili problematici connessi alla disciplina. In primo luogo l’attenzione è posta sulla concessione del credito da parte della banca (in particolare si discute sulla presunta realità dell’anticipazione), nonché sulla costituzione delle garanzie; sono trattate, fra l’altro, le modalità di costituzione di pegno su titoli di massa e su merci. Da ultimo l’attenzione si focalizza sull’art. 1850 c.c., in tema di pegno irregolare a garanzia di anticipazione, e, piú in generale, sulla disciplina dell’estinzione del rapporto. Il lavoro si chiude con l’analisi dell’art. 1851 c.c. e, in particolare, sulla qualificazione in termini di anticipazione impropria ovvero di altra figura autonoma e distinta dall’anticipazione.
Uno dei terreni su cui si misura la rilevanza e l’utilità di uno strumento giuridico come il trust è proprio quello fiscale. L’approccio all’istituto da parte dell’Agenzia delle Entrate risulta viziato da una visione parcellare che sembra del tutto ignorare l’unicità, pur nella poliedricità, dell’ordinamento giuridico. Dopo aver tracciato la rilevanza a fini impositivi dell’atto di destinazione nel trust, il quadro normativo di riferimento e l’interpretazione operata dall’Agenzia delle Entrate , viene affrontato sotto un aspetto eminentemente civilistico il profilo funzionale e dell’ibridazione del conttratto con riguardo al trust, le connesse tematiche dell’unitarietà della causa, dell'unicità dell’operazione economica e del procedimento perfezionativo della medesima. All'esito delle riflessioni civilistiche sull'istituto si traggono le conseguenze con riguardo al presupposto impositivo e alle conseguenze applicative.
Dopo una premessa in ordine ai profili di costituzionalità in materia di usura in relazione alla ricorrenza di una norma penale in bianco, l'autore tratta del potere di sindacato e di disapplicazione dei decreti ministeriali integrativi delle previsioni di cui agli art. 644 c.p. e 1815 c.c. da parte del giudice ordinario. Ritenuta la ricorrenza di una discrezionalità tecnica della Autorità amministrativa delegata all'individuazione del t.e.g.m. e delle operazioni bancarie omogenee, si occupa dell' ammissibilità di una disapplicazione dei decreti ministeriali in bonam partem.. Dopo aver approfondito il problema dell' intervento sostitutivo ed additivo del giudice ordinario sul tema degli interessi moratori e della commissione di massimo scoperto, tratta dell'individuazione del t.e.g. con riguardo alla singola concreta fattispecie sottoposta all'esame del giudice . Si occupa infine della categoria dell'operazione economica di erogazione del credito nella repressione del fenomeno usurario. e dei vari profili di rilevanza della stessa anche con riguardo alla rilevazione del t.e.g., esaminando una serie di ipotesi specifiche.
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