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Antonia Chiara Scardicchio
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-PED/04 - Pedagogia Sperimentale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH4 The Human Mind and Its Complexity: Cognitive science, psychology, linguistics, philosophy of mind
Settore ERC 3° livello
SH4_13 Philosophy of science, epistemology and logic
L'articolo muove da un incipit autobiografico per fondare la scelta epistemologica di natura costruttivista e la scelta metodologica di natura complessa e sistemica, ispirata alle didattiche dell'arte ed ai linguaggi simbolici nella formazione in età adulta.
Competenze trasversali e pedagogia di comunità. Case study: la "Hope School"
Report relativo ai feedback, in termini di ricerca e formazione, in merito alla Summer School realizzata dall'Università del Salento, nel settembre 2012, ispirata al teatro di Eugenio Barba.
Lo scritto muove da un evento artistico – una mostra dedicata al don Chisciotte – che diventa ‘sfondo integratore’ per riflettere intorno alle potenzialità formative ed orientative del personaggio letterario di Cervantes e dell’arte come esercizio alla ricerca e all’azione. L’identità precipua del cavaliere errante coincide con l’identità e la progettualità pedagogiche, muovendo un percorso di “meta-orientamento”, finalizzato alla presa in carico di sé e della realtà in ottica costruttivista: contempl-azione.
Cresce l’attenzione alla qualità di vita dei “survivors”, i “sopravvissuti” al cancro che, sebbene clinicamente “guariti”, continuano a presentare sintomi legati alle difficoltà di ristrutturazione del proprio sé dopo la malattia. Il saggio illustra i passaggi a fondamento di una buona prassi - tra arte e narrazione - destinata a donne mastectomizzate.
Il saggio propone una lettura "epistemologica" dell'opera rodariana : ne legge, difatti, le correlazioni tra la sua forma linguistica e la rivoluzione epistemologica precipua della postmodernità, connettendo abduttivamente i giochi linguistici, ed ergo cognitivi, dell'autore e le forme della seconda cibernetica, proponendole lo studio non solo come scrittore di opere per l'infanzia ma anche come traduttore analogico degli approdi delle scienze della complessità.
The paper starts from a reflection on the two forms of human knowledge – analytic and symbolic – and then probes their joint use in the training of researchers of any discipline or academic field. Scientific knowledge is thus seen as irreducibly based on discipline crossing, towards the proposal of an aesthetics of researcher training, where «aesthetics» corresponds to «systemic sensitivity», indicated by Bateson as that «ecological» knowledge which can grasp conjunctions-crossings-links between knowledge, languages and methods from different domains, towards the construction of an «interdisciplinary science that deals with analogies». The goal is that «New Science» – which Morin takes from Vico – characterized by abduction, serendipity, the valorisation of elements historically considered as lateral in research, where «the ways of post-Darwin thinking» translate into aesthetic educational designs: binocular, complex and systemic in nature. In this sense, the capability of «double description» – the zig zag epistemology indicated by Bateson – outlines the isomorphism between the skills of the researcher – of any discipline – and aesthetic posture.
Il saggio muove da una metafora letteraria, Palomar di Italo Calvino, per interrogarsi in merito ai limiti, nella cura come nel ragionamento diagnostico, della medicina che riduce e del medico che astrae da se stesso. Addita, fugacemente, la proposta per una formazione in sanità che accolga il vaglio della auto-eco-conoscenza.
Il volume è dedicato alla formazione epistemologica del ricercatore, individuando nella "estetica" batesoniana la forma sistemica tanto del rigore scientfico quanto della creatività.
L’obiettivo principale del volume è tessere le molteplici ragioni scientifiche – mediante un’operazione di crossing disciplinare - in grado di guidare chiunque si occupi di educazione e formazione alla comprensione che “l’arte” non è una disciplina scolastica ma una forma mentis, una modalità didattica che discende, innanzitutto, da una particolare epistemologia. Offrendo le opportune conoscenze scientifiche (mutuate dalla filosofia così come dalla psicologia, dall’estetica così come dalla neurobiologia) il volume intende, allora, trasportare i linguaggi simbolici dal campo terapeutico dell’arteterapia a quello ordinario della didattica e dell’educazione. E traccia poi un isomorfismo tra arte e gioco, sottolineando come quest’ultimo, lungi dal costituire “evasione” sia, altresì, volano per l’apprendimento, non solo di natura disciplinare ma anche propriamente “meta”, ovvero relativo alle cosiddette “life skills” ed alle posture interiori che costituiscono pre-condizione di ogni cambiamento in età adulta. L’ultimo intreccio è con la narrazione: arte e gioco sono, difatti, indicati come linguaggi privilegiati per l’autosvelamento, dispositivi formativi cruciali per l’educazione dell’altro e di se stessi. Operativamente, propone un’antologia ed indicazioni per la costruzione della propria Auto-Bio-Antologia, ispirata alle indicazioni proprie della Seconda Cibernetica, delle scienza costruttiviste ed agli studi di Gregory Bateson intorno all’ ‘epistemologia personale’.
Volume a carattere divulgativo. Narrazioni e riflessioni pedagogiche in ordine ai temi della resilienza
The paper aims to illustrate the links between the Rodari’s work and scientific revolutions of the twentieth century, suggesting the Rodari’s games like complex epistemological exercise and his works as parables of living systems.
iL SAGGIO ILLUSTRA LE CONNESSIONI INTERDISCIPLINARI CHE HANNO FONDATO L'IMPLEMENTAZIONE DI UNA RICERCA SUL CAMPO, RELATIVA ALL'OFFERTA DI PERCORSI DI DANZA, ARTE E NARRAZIONE A DONNE MASTECTOMIZZATE
Report qualitativo di carattere ermeneutico relativo ad uno studio di caso. Analisi dell'esperienza formativa ed osservazioni teoriche.
Lo scritto, muovendo dall’intuizione deweyana intorno all’arte come forma di apprendimento, propone l’isomorfismo tra competenza estetica e competenza euristica. Propone, pertanto, la formazione estetica - nella sua accezione batesoniana, come scienza delle relazioni e intelligenza sistemica - dei giovani ricercatori, identificando l’attività cognitiva ed emotiva che soggiace all'utilizzo dei linguaggi simbolici (Feyerabend, Gadamer, Morin, Goodman, Zeky) come quelle precipue della scienza post-moderna (Husserl, Kuhn, Heisenberg, Bohr, Bateson, Maturana, Varela, Ceccato, von Foerster, Morin).
L'autore, teologo di fama internazionale, pubblica per la prima volta in Italia uno dei suoi volumi relativi alle traduzioni pedagogiche e didattiche della sua posizione filosofica.
Muovendo dalle evidenze della neuroscienze a proposito della rilevanza della dimensione “joyful” nei processi di apprendimento, tanto in età infantile quanto in età adulta, il saggio si interroga a proposito dell’isomorfismo – neurobiologicamente fondato - tra gioco e conoscenza. Muove da un articolo in particolare, come pre-testo per la riflessione neuropedagogica intorno alla “gioia”, intesa nell’intreccio, epistemologico e didattico, tra forma e contenuto, conoscenza e passione, dimensioni di senso e relazione. L’approdo epistemologico è relativo all’accoglienza della dimensione sistemica nella progettazione e nella valutazione della formazione in età adulta: l’aspetto “joyful” dunque, non coincide con la leggerezza e con lo stemperamento del sapere ma con la comprensione della sua complessità. L’invito, tanto gnoseologico quanto pragmatico, è al riconoscimento della imprescindibilità della competenza “neurodidattica” (Rivoltella, 2012) per chiunque si occupi di educazione e relazioni
Muovendo dalle ricerche internazionali in tema di joyful learning, l'articolo focalizza lo studio del KINDERBAHUAUS, metodo didattico di giovane creazione/implementazione, inquadrandolo come studio di caso connesso ai temi della progettazione e della valutazione dei processi educativi mediante l'ibridazione tra saperi e l'utilizzo dell'arte nella pratica didattica
Muovendo dalle ricerche internazionali in tema di joyful learning, l'articolo focalizza lo studio del KINDERBAHUAUS, metodo didattico di giovane creazione/implementazione, inquadrandolo come studio di caso connesso ai temi della progettazione e della valutazione dei processi educativi mediante l'ibridazione tra saperi e l'utilizzo dell'arte nella pratica didattica
Muovendo da una pratica didattica, relativa ad attività laboratoriali tra arte e letteratura, lo scritto si interroga sui nessi tra estetica ed etica, valorizzando il contributo di Bruno Munari come preziosa fonte pedagogica, non solo in ragione delle sue valenze didattiche ma anche in ragione dell'isomorfismo tra il suo modus artistico e le dimensioni precipue della ricerca scientifica.
Connessioni tra teoria dell'attaccanento e studi di neurobiologia di D. Siegel in ordine alle forme "invisibili" di violenza familiare
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