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Grazia Semeraro
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH6 The Study of the Human Past: Archaeology and history
Settore ERC 3° livello
SH6_3 General archaeology, archaeometry, landscape archaeology
Questo contributo esplora le potenzialità nell’uso delle tecnologie GIS alla gestione dei dati di scavo provenienti dal santuario di Tas Silg a Malta, in relazione alle ricerche condotte dalla Missione Archeologica Italiana negli ultimi 50 anni. Esso mette a fuoco le strategie sviluppate dal Laboratorio di Informatica per l’Archeologia dell’Università del Salento, per gestire all’interno di uno stesso processo di elaborazione dati provenienti dalle indagini svolte nel sito durante gli anni ’60 assieme a quelli acquisiti attraverso le nuove ricerche avviate a partire dal 1995. Un’applicazione web-GIS, basata su un complesso modello di dati, rende attualmente possibile fruire dell’archivio geografico e alfanumerico di Tas Silg in maniera user-friendly attraverso il medesimo ambiente.
Il contributo presenta i risultati delle ricerche recenti nell'area del santuario di Apollo a Hierapolis, con particolare riferimento all'analisi dell'edifico C (con vano ipogeo) e del theatron identificato nel terrazzio inferiore.
Guida del Museo Archeologico di Vaste
L'articolo si incentra sulle politiche di conservazione e restauro dei siti archeologici pluristraficati. Viene illustrato il caso del santuario di Tas Silg (Malta), con particolare riferimento alla riflessione metodologica elaborata da Maria Pia Rossignani. Si descrivono gli aspetti operativi e le strategie adottate.
L'articolo è incentrato sulla storia delle applicazioni informatiche alla archeologia sviluppate presso il Laboratorio di Informatica per l'Archeologia (Università del Salento, Lecce). Tale attività è iniziata nel 1983 con il primo sistema per la gestione dei dati di scavo. Ulteriori sviluppi sono legati all'uso del GIS per lo studio delle dinamiche insediative e, più di recente, allo sviluppo di applicazioni web che rappresentano la versione on line dei precedenti sistemi. Oggetto di discussione sono, inoltre, i problemi metodologici sottesi alla gestione informatizzata dei dati archeologici. I metodi e le tecnologie disponibili nell'ambito delle Tecnologie per l'Informazione e la Comunicazione, sono impiegate per la trasmissione dei dati, la gestione delle informazioni e la comunicazione multimediale, applicate alla ricostruzione dei paesaggi e dei sistemi culturali del passato.
L'articolo discute i dati relativi ad un raro documento delle produzioni greche di età VIII sec. a.C. rinvenuto in un insediamento indigeno del Salento. Presenta i risultati di una ricerca archeometrica sulle tracce di restauro antico presenti sul vaso.
Il contributo prende in esame un importante contesto funerario pertinente alla necropoli ellenistica di Oria. Vengono analizzate le tombe ed i depositi funerari caratterizzati dalla presenza di monete. L'analisi di tale contesto permette di evidenziare una serie di problemi inerenti alla cronologia dei materiali ellenistici, in particolare ceramica. La pratica di deporre monete in tomba viene discussa con riferimento alle attuali conoscenze sui culti attestati ad Oria ed in Messapia in età ellenistica.
Il contributo verte sulle modalità di interpretazione dei contesti archeologici in relazione alle diverse tematiche che coinvolgono lo sviluppo delle comunità insediate nel territorio iapigio. Si fa riferimento alle ricerche sulle dinamiche di formazione degli insediamenti nella fascia istmica della penisola salentina, esaminando i casi di studio del Castello di Alceste (San Vito dei Normanni) e Castelluccio (Cisternino). Si esamina lo sviluppo degli abitati, attraverso le testimonianze offerte dai contesti archeologici fra età del Ferro ed età arcaica. Attraverso nuovi approcci allo studio dei materiali anche con analisi archeometriche è possibile ricostruire il ruolo e la rilevanza sociale della sfera cerimoniale.
The paper deals with the results of a study on food habits during the Archaic Age in the Messapian settlement of San Vito dei Normanni (south-eastern Italy), integrating chemical analysis of organic residues by Gas Chromatography–Mass Spectrometry (GC–MS) and Fourier Transform Infrared Spectroscopy (FTIR) with the enquiries aimed at determining the actual use of pottery vessels from archaeological contexts. In the framework of a contextual approach, the traditional examination of the pottery was supported by a series of analytical techniques: analyses of technological, morphological and stylistic characteristics, use-alteration and residue analyses. The chemical characterization of organic residues carried out in the present study, together with all archaeological data, contributes not only to a better understanding of pottery function and trade, but also help us to define the “social dimension” in which the vessels were used. The results show that most of the imported cooking pots were used to boil meat, probably of ruminant animals. These data can be related with ritual meals and feasting activities based on animal sacrifice, as we can deduce from the large number of faunal remains found near the stone altar and in the area of the great building. Most of the pans were instead used to boil vegetables, mainly legumes and cereals, as confirmed by botanical remains, while some of them probably contained milk and non ruminant animal fats. Two samples of corinthian trade amphorae (type A) contained a vegetable oil, while the presence of pine resins in two samples (type B) could suggest that they originally transported wine.
Central to the arguments developed in the paper is an examination of the relationships between advance in archaeological methods and theory and development of descriptive language used in computer applications. Starting from the lesson of J.-Cl. Gardin the paper will investigate the main steps relating to the problems of data formalisation in archaeology. Focusing on contextual approach to the interpretation of archaeological data, attention will paid to the role of computer application in representing and exploring the complexity of social behaviour hidden in stratigraphic datasets.
This paper makes reference to various research projects conducted over the last few years in the northern Salento by the University of the Salento. These include the use of GIS as a tool for the study of landscapes, with particular reference to spatial analyses that better illustrate the relationships between human beings and the territory.This study makes reference to a series of analyses with two objectives: - to draw up predictive hypotheses concerning the most appropriate research strategies - to begin the analysis of settlement patterns on the level of the macro-area.
All’interno dell’insediamento messapico di età arcaica (VI secolo a.C.) di Castello D’Alceste (San Vito dei Normanni, BR), in Puglia, gli scavi dell’Università del Salento hanno messo in luce un edificio di grande estensione, caratterizzato da una ampia corte aperta fiancheggiata da vani coperti sul lato occidentale. All’interno della corte una struttura in pietre di forma semicircolare è stata identificata come la base di un altare che trova puntuali riscontri nelle rappresentazioni di altari sacrificali su vasi attici . Anche altri elementi rimandano ad una interpretazione rituale del contesto, fra i quali la presenza di frammenti di louteria e alcune caratteristiche del campione dei resti animali associato . Particolarmente significativo è la presenza dei resti di un vitello di circa due anni e di una vacca di quattro anni rinvenuti all’interno di una piccola fossa messa in luce in uno dei vani adiacenti alla grande corte. La presenza di tracce di macellazione su alcune ossa, la mancanza di tracce di combustione sulla superficie dei resti e l’integrità di alcuni elementi anatomici suggeriscono la bollitura della carne dopo averla separata dalla matrice ossea. L’omogeneità del campione e la simultaneità del riempimento della fossa farebbero propendere non per un’azione consuetudinaria, bensì esclusiva e dunque rituale.
L'articolo illustra le ricerche più recenti nel santuario di Astarte a Tas Silg (Malta), con particolare riferimento all'area nord. Si discutono i dati che permettono di integrare la ricostruzione dell'organizzazione spaziale fra IV e I sec.a.C.
The aim of this work was to determine the provenance and the content of a group of archaic transport amphorae of different typologies retrieved during the archaeological excavations in the archaic settlement of Castello di Alceste (S.Vito dei Normanni-Br). We analysed a group of 16 samples belonging mainly to “Corinthian B” amphorae, which are widely diffused in the western Mediterranean basin and in Greece, but whose geographical provenance is still under discussion. XRF/FP analyses revealed that the amphorae were manufactured in three different areas of the Mediterranean: southern Italy, Ionian Islands and Corinth. GC-MS analyses revealed that most of the amphorae contained wine markers, together with pine resin, probably used as a sealant for the vessel or an additive to preserve wine. The contemporary presence of oil or animal fats in some containers suggests a possible reuse of the amphorae to store and preserve other foodstuffs
Il contributo presenta una serie di riflessioni sui contesti residenziali, funerari e cultuali, cercando di estrapolare i dati più significati per precisare il quadro documentario del III sec.a.C. nell'area messapica. Si discutono vari casi di studio (Vaste, Acquarica, Lecce, Oria). Alcune considerazioni più specifiche riguardano la documentazione dell'importante centro di Oria, con particolare riferimento alle necropoli e all'evidenza numismatica.
L'articolo discute le fasi preistoriche e protostoriche di Tas Silg, con riferiemnto alle vicende di contatti con l'esterno documentate dall'archeologia.
The paper focuses on the great challenge of monitoring sites over time, integrating and conforming multiple data coming from previous metric survey projects and image data collected in the past for different purposes. The test-site was the complex archaeological landscape of the ancient city of Hierapolis in Phrygia. A set of multi-temporal datasets acquired in a series of campaigns in 1997, 2002, 2007, 2012, 2015 are presented, as well as their 3D multi-sensor models.
Edizione di cinque nuclei di monete greche, datati dall'età arcaica all'età ellenistica, custoditi nel Museo Archeologico di Izmir.
The paper focuses on a group of hellenistic-roman sherds in Eastern Sigillata A (ESA) from the settlement of Tell Tuqan (Syria). The complex of materials includes red and black glazed pottery and some fragments of moldmade bowls. Reference are made to the pattern of distribution and consumption of ESA in Northern Syria.
The phenomena of new settlements characterized the territories of Southern Italy from the 8th c. B.C. This article focuses on theoretical approaches to the study of indigenous societies with particular reference to the contribution of cognitive archaeology. Starting with the necessity of studying the forms of organization of the villages and moving through the application of interpretative models still little exploited, it discusses the relationship between the way of living and the process of defining identity in local communities between the 8th and 6th c. B.C. Aspects related to the ceremonial sphere play an important role, identifiable by the particular incidence of decorated pottery. A number of observations are made about the production and the consumption of alcoholic beverages in the Iapygian culture including archeometric analysis on organic compounds (appendix 2).
Il contributo è focalizzato sulle analisi stratigrafiche relative ad insediamenti dell'età del Ferro, con particolare riferimento ai dati su architettura domestica e fortificazioni dai siti di Oria, Castello di Alceste (S. Vito dei Normanni) e Castelluccio (Cisternino) nel Salento settentrionale. Sulla base delle recenti ricerche è possibile fare numerose osservazioni sulla visibilità archeologica, la percezione visiva e l'immagine degli insediamenti dell'età del Ferro in Italia. Attraverso lo strumento della comparazione archeologica ed etnografica è possibile leggere nell'articolazione spaziale i processi di definizione di nuove identità locali nelle comunità di VIII sec.a.C.
Il contributo verte sulle testimonianze relative alle attività produttive della città di Hierapolis in un ampio arco cronologico, dall'età ellenistica all'età romana. Le nuove ricerche archeologiche permettono di integrare e di arricchire con nuove prospettive il quadro fornito dalle fonti letterarie ed epigrafiche. Si ricostruisce il tessuto delle attività economiche (da quelle agricole a quelle manifatturiere legate alla produzione dei tessuti ed allo sfruttamento delle cave di marmo) su cui si fonda la prosperità della città, espressa nelle imponenti realizzazioni monumentali di età romana.
L'articolo presenta i risultati delle camapagne di scavo svolte tra 2003 e 2006. Si analizza l'assetto del santuario di Apollo tra età ellenistica e bizantina. Si propongono alcune ipotesi di restituzione degli edifici.
Il contributo espone i risultati delle indagini recenti nel santuario di Apollo con i dati relativi al tempio di Apollo, di cui si propone una pianta ricostruttiva. Si illustra la scoperta dell'edificio per spettatori (theatron) di marmo che domina il terrazzo inferiore e si discutono i dati relativi alle trasformazioni del santuario nelle varie fasi.
Il contributo fornisce una sibntesi sull'organizzazione dell'insediamento di Taranto, dalla fondazione all'età ellenistica.
the paper focuses on the recent excavations on the Sanctuary of Apollo in Hierapolis. the data acquired reveal a series of building activities between the 1st and the 3rd cent. ad, which implied substantial changes in the organisation of the sanctuary and impacted the ways in which the buildings and sacred space were used by the participants in the ritual activities. the study seeks to analyse the archaeological evidence (theatra, entrances, pathways, ect.) with reference to the various ritual acts which may have helped to shape the spaces and determine the prescribed routes inside the sanctuary. Keyword: theatron, ritual paths, sanctuary, Apollo, Hierapolis.
Studio del contenitore ceramico in cui sono state rinvenute le monete del tesoretto Balikesir 1998.
Il Progetto di Ricerca intende ricostruire il ruolo economico e produttivo dell'attività tessile nel mondo antico attraverso lo studio di una serie di contesti archeologici dell'Italia meridionale con particolare riferimento al territorio Pugliese, che ancora oggi conserva una forte tradizione manifatturiera. Il Progetto si svolgerà in tre fasi strettamente interconnesse: alla schedatura degli strumenti della tessitura e di lembi di tessuto, mineralizzati o carbonizzati, rinvenuti in contesto archeologico, l'apporto di innovative tecniche di archeologia sperimentale consentirà la ricostruzione del tessuto realizzabile con gli strumenti schedati e analisi biochimiche sui frammenti di tessuto individuati forniranno dati sulla natura del materiale e dell'eventuale colorazione.Risultato del Progetto sarà la ricostruzione dei ruoli economico, produttivo e sociale che l'attività riveste nelle società antiche attraverso l'analisi dell'evoluzione tecnica e tecnologica, della scelta dei materiali e del grado di coinvolgimento di entrambi i sessi nella produzione e vendita dei prodotti. Al fine di raggiungere i risultati attesi è fondamentale un ampio partenariato di cui il Progetto dispone.La Ricerca contribuirà alla conoscenza delle matrici culturali, sociali e della storia economica dei territori coinvolti in un processo produttivo ampio e complesso, ma ancora poco noto per le epoche storiche più antiche pur essendo già fonte di reddito per i nuclei familiari.
Il progetto si propone di affrontare lo studio dei contesti archeologici attraverso l'applicazione delle tecniche di indagine finalizzate alla caratterizzazione chimica dei residui organici nelle ceramiche e nei sedimenti, attraverso casi di studio relativi all'area mediterranea. L'approccio funzionale allo studio dei reperti consentirà di sfruttare il potenziale informativo dei depositi archeologici riguardo la conoscenza di molteplici aspetti connessi alle pratiche alimentari: preparazione e consumo del cibo, attività economiche e produttive, scambi commerciali, pratiche rituali. I risultati derivanti dallo studio chimico saranno integrati con dati botanici e faunistici, con fonti storiche e studi etnoantropologici. Lo studio delle pratiche alimentari nel mondo antico viene di solito condotto attraverso l'esame delle fonti letterarie di età greca e romana, dalle quali spesso non è possibile ricavare informazioni utili alla conoscenza di determinate abitudini nei precisi contesti e del loro importante ruolo nelle dinamiche acculturative nei confronti, ad esempio, del mondo anellenico dell'Italia meridionale. Il progetto intende valorizzare lo studio delle pratiche alimentari nella loro valenza socio-culturale nell'ambito della specificità di ciascun contesto, confrontandole con altre situazioni in area mediterranea.Lo sviluppo di tecniche di chimica analitica consentirà di ottimizzare le possibilità di applicazione delle metodologie adottate ad altri contesti di età storica
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