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Daniela Preite
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Economia
Area Scientifica
Area 13 - Scienze economiche e statistiche
Settore Scientifico Disciplinare
SECS-P/07 - Economia Aziendale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH1 Individuals, Markets and Organisations: Economics, finance and management
Settore ERC 3° livello
SH1_10 Management; marketing; organisational behaviour; operations management
Il libro appartiene al filone del Change Management e, nello specifico, dello Storytelling Management. Questa storia insegna gli ingredienti del "Segreto per Risalire" e aiuta il lettore a guidare la propria vita per raggiungere i propri obiettivi, a prendere le decisioni giuste, eliminando dubbi, paure e convinzioni limitanti che conducono all'autosabotaggio. Una storia che racconta l'affermazione di sé e insegna a usare il proprio talento.
Il volume si pone l’obiettivo di analizzare il ruolo delle aziende non profit nel management dei sistemi territoriali. Con tale locuzione, si intende la gestione di un’area urbana o sovra-urbana (la cui ampiezza può variare a seconda dall’estensione del territorio preso in considerazione) che tenga conto sia della soddisfazione dei differenti bisogni espressi dalla collettività, sia dei diversi attori che, a vario titolo, sono coinvolti nell’attività di gestione. Il tema delle relazioni interistituzionali necessarie per il management dei sistemi territoriali viene affrontato alla luce delle tendenze evolutive nell’ambito del Terzo Settore, soffermandosi, quindi, sul ruolo dell’azienda non profit, dal punto di vista degli assetti istituzionali e degli strumenti di gestione integrata dalla stessa utilizzati. Quindi, si analizza il ruolo dell’azienda pubblica quale interlocutore privilegiato dell’azienda non profit, nella gestione dei sistemi territoriali, al fine di evidenziare i benefici delle relazioni interistituzionali nel Public service management. Infine, si analizzano gli effetti della condivisione fra azienda non profit ed azienda profit, in una logica di supporto alla gestione integrata.
Lo sviluppo del Terzo Settore nel contesto italiano impone un forte interesse ai differenti aspetti inerenti la gestione delle aziende non profit. Particolare attenzione merita la sfera finanziaria che resta, per ogni realtà aziendale, un elemento cruciale ed è per le organizzazioni non profit, caratterizzate da carenza di risorse finanziarie, un elemento di particolare centralità. In questo lavoro, si considerano nello specifico le cooperative sociali con l’obiettivo di fornire degli spunti di riflessione nei confronti degli operatori del Terzo Settore, circa il ricorso alla finanza etica, quale sistema in grado di sostenere le aziende non profit nella continua tensione al reperimento di risorse finanziarie. Nello specifico, dopo una panoramica sugli approcci al Terzo settore e sulle criticità aziendali, si affrontano i caratteri che contraddistinguono gli aspetti finanziari nelle aziende non profit ed in particolare nelle cooperative sociali. Si introduce, poi, il tema della finanza etica, cercando di metterne in evidenza i lineamenti essenziali per passare a presentare il caso della Banca Popolare Etica, principale operatore italiano specializzato in questo ambito, al fine di fornire al lettore un’idea più concreta di come si possa realizzare il concetto di finanza etica. Infine, si presentano alcune riflessioni conclusive circa la necessità, per le cooperative sociali, di intravedere nella finanza etica l’opportunità di migliorare le proprie competenze in materia (sia in termini di conoscenza delle opportunità/prodotti offerti dalla stessa, sia in termini di stesura di progetti idonei ad attirare i finanziamenti etici).
Considering the indisputable cultural vocation of the Italian context and, in general, given the prominence of the cultural aspect as a factor of influence on many other elements that interact with human actions, this paper considers a fourth pillar joining the three traditional sustainability dimensions (environment, economic, social): cultural sustainability. Local governments have a specific role in implementing sustainability (as highlighted in the Local Agenda 21) and the expense represents an important financial indicator to understand public commitment to sustainability. These elements (the financial role of local government and cultural sustainability) are the starting point for this paper that analyzes the financial commitment of Italian local governments in the cultural sector. The models used shows that cultural expenses are related to the average income of the residents, while they are not related to the cultural heritage of the municipality territory. The empirical results allow the Author to draw some conclusions and to identify some aspects that form the basis for further research.
The crisis is affecting the international economic environment with serious repercussions also on the Italian Public Sector, highlighting the need to rationalize public spending. From this situation, after a short overview on the international and Italian recent economic scenario, arise the objectives of this chapter: describing the financial constraints on the Italian public spending due to the Stability Programme defined by the European Union, identifying the financial waste sources related to the Italian bureaucratic apparatus, focusing on the cutback management approach adopted at a national level through the Italian Spending Review process. The study of these aspects leads to some discussion about the criticisms that come from the coexistence of the necessary managerial approach in the Public Sector (i. e. introduction of efficiency and effectiveness) and the constraints imposed by the Stability Programme.
Alcune amministrazioni dimostrano, anche a fronte di uno scenario contraddistinto da una riduzione delle risorse e della fiducia, di saper mantenere una capacità di erogazione di servizi di qualità adeguata. Altre amministrazioni mostrano di non essere in grado di operare in equilibrio. Tra le soluzioni proposte per supportare le amministrazioni nel recupero di livelli di efficienza che consentano il mantenimento di standard di servizio adeguati, ormai da anni il performance management assume un ruolo fondamentale. Misurare le attività dell’amministrazione, seguendo un approccio multi dimensionale che vada oltre la dimensione economico finanziaria dei bilanci di previsione e prenda a riferimento anche altre dimensioni quali la qualità dei processi, l’innovazione, la soddisfazione del personale e degli utenti.
Nell’attuale panorama del settore pubblico italiano, il tema dell’incidenza delle spese della politica assume un ruolo predominante tanto per la scarsità delle risorse finanziarie, quanto per la delegittimazione degli organi istituzionali che si è registrata negli ultimi anni. Ne consegue che, da un lato, la conoscenza delle spese sostenute per l’attività politica è condizione necessaria ad un più attento utilizzo delle risorse finanziarie limitate. Dall’altro, la trasparenza circa tali voci di spesa rappresenta un utile strumento per il recupero di legittimità da parte degli amministratori pubblici, in un contesto come quello attuale in cui la remunerazione della classe politica è spesso accompagnata da un senso di non appropriatezza ed ingiustizia agli occhi della collettività amministrata. Ulteriore elemento di attualità circa questi temi e, in particolare, di quelli inerenti la rappresentazione contabile delle spese inerenti gli organi elettivi, deriva dalla recente riforma del sistema contabile pubblico. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di approfondire la spesa degli organi istituzionali, sia in termini di significatività ed uniformità fra enti locali differenti, sia in termini di grado di trasparenza contabile riservato alle stesse. La metodologia seguita è quella della ricerca empirica sui conti del bilancio dei comuni italiani capoluoghi di regione, mediante un’analisi in ottica comparativa. Dall’analisi effettuata emergono aspetti che, fra l’altro, potrebbero fornire alcuni spunti di riflessione utili nell’attuazione della riforma del sistema contabile, con specifico riferimento alle spese per la politica. In particolare, la ricerca mette in luce il grado di significatività ed uniformità della spesa relativa agli organi istituzionali, evidenziando alcune criticità, legate alla chiarezza sulla composizione della stessa, e conducendo a riflessioni su possibili ulteriori elementi di disclosure.
Le riforme ispirate al federalismo fiscale affondano le loro radici, da un lato, nell’accresciuta sensibilità dei contribuenti al peso delle imposte richieste per finanziare il settore pubblico e, dall’altro, nella sempre minore disponibilità a sostenere sistemi redistributivi “pesanti” provocata dalla competizione su scala globale tra i territori. Nel corso degli anni ’90 si è diffusa una domanda di federalismo come prospettiva di cambiamento e come sistema di riorganizzazione dell’intervento pubblico. I tentativi di rispondere a questa domanda si sono mossi su scala legislativa, anche costituzionale, e su scala finanziaria senza approdare ad uno schema completo e coerente. Rispetto a tale contesto, nel presente lavoro la dimensione teorica viene declinata con la realtà pratica. Questo metodo accetta la sfida della contaminazione tra culture e approcci e prova a costruire un valore aggiunto condiviso nella definizione delle questioni e degli scenari evolutivi. Ecco allora che il tema dell’autonomia viene riletto muovendo da quattro distinti livelli di analisi in chiave autonomista che considereranno: a) i diversi modelli di decentramento di alcuni paesi stranieri; b) la declinazione del concetto di autonomia finanziaria sul versante delle entrate a disposizione della manovra di bilancio degli enti territoriali; c) il tema del costo standard e delle caratteristiche implicite di un modello di quantificazione dei fabbisogni che superi la spesa storica in favore di riferimenti standardizzati; d) infine, un ultimo aspetto legato all’analisi degli spazi di autonomia nello sviluppo delle potenzialità della sussidiarietà orizzontale.
Come si affrontano i problemi della contabilità pubblica? Uno dei problemi principali della contabilità, nel settore pubblico, è legato ad una visione statica del sistema di rilevazione, che porta a concentrarsi prevalentemente sull’aspetto preventivo. Ne consegue che il Bilancio di Previsione, derivante dalla contabilità finanziaria, diventa il documento più importante dell’intero sistema contabile pubblico, ponendo in secondo piano i risultati conseguiti. Il rischio è di procedere con una programmazione fondata non sui risultati, ma sulla base delle previsioni degli anni precedenti. Occorre, quindi, un approccio più ampio, di tipo economico-aziendale, in cui sia presente una prospettiva di processo. Infatti, il ciclo delle rilevazioni contabili, anche nel sistema pubblico, ha una rilevanza dinamica, poiché si tratta di un processo in cui si programma, si gestisce e si “rende conto” alla comunità territoriale. Questo avviene sia nel modello della contabilità finanziaria, che nella contabilità economico-patrimoniale. Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare l’intero sistema contabile pubblico, secondo una prospettiva unitaria e dinamica, che collega le previsioni alla gestione del bilancio e alla rendicontazione. Tale approccio si basa sulla necessità di avere una visione chiara degli equilibri del sistema pubblico, che non siano basati solo sul breve termine (come quelli finanziari), ma che abbiano una visione di lungo periodo (come l’economicità). A tale scopo, si rivela utile conoscere la logica sottostante, che conduce alla formazione dei mezzi patrimoniali e del risultato economico, finalizzata a comporre il Rendiconto delle amministrazioni pubbliche.
Definire il senso di concetti come sostenibilità e sviluppo sostenibile non è semplice dal momento che si tratta di aspetti ampi sui quali si è sviluppato un acceso dibattito teorico e politico. In tal senso, un punto di riferimento è rappresentato dal rapporto Brundland della World Commission on Enviromental and Development (WCED) del 1987 che definisce lo sviluppo sostenibile come “uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Da questa definizione sono scaturite le dimensioni della sostenibilità che, tradizionalmente sono quella ambientale, quella economica e quella sociale. Nel presente lavoro si aggiunge anche la dimensione culturale dello sviluppo sostenibile, data l’indiscutibile vocazione culturale del contesto italiano e, in generale, considerata la preminenza di questo aspetto quale elemento condizionante molti altri fattori che interagiscono nell’azione umana (cultura come base delle azioni e dei modi di pensare delle persone). Appare evidente che tali dimensioni sono intimamente interrelate tra loro da molteplici connessioni e, pertanto, non devono essere valutate singolarmente, ma, piuttosto, analizzate e gestite sulla base di un approccio sistemico. A tal fine, il presente lavoro – sulla base di un’analisi teorica dei contributi della letteratura nazionale ed internazionale sulla sostenibilità e dopo un approfondimento sui possibili strumenti manageriali per la gestione dello sviluppo sostenibile – si prefigge l’obiettivo di proporre un possibile approccio al sustainability management per gli enti locali italiani. Ciò, attraverso la definizione del ciclo della sostenibilità – che supera un approccio tradizionale focalizzato sul momento consuntivo di rendicontazione/controllo della sostenibilità per includervi anche programmazione e gestione in senso stretto – ed ipotizzando l’integrazione dello stesso nei documenti di performance management in uso presso le aziende pubbliche locali.
Si ritiene sempre più attuale, nel dibattito scientifico, l’attenzione rivolta alla performance nella pubblica amministrazione, secondo un approccio manageriale alla gestione delle aziende pubbliche reso ormai stringente dalla carenza di risorse finanziarie e dalla urgenza di risposte concrete verso la collettività. A tal fine, dopo un’analisi circa il concetto di performance applicato alle aziende pubbliche ed un sintetico richiamo agli aspetti ritenuti di interesse in questa sede nel D. Lgs 150/2009, si utilizza la metodologia del case study. Si approfondirà l’esperienza maturata dal Comune di Brindisi nella redazione del Piano della Performance 2012-2014 e della Relazione sulla performance 2012, illustrando, oltre ai contenuti salienti dei documenti, le criticità e i punti di forza del percorso seguito, insieme alle possibili interazioni fra ciclo di gestione della performance e controllo strategico.
Come si controlla la spesa pubblica? Quanto incide il controllo della spesa pubblica sull’incremento della stessa? La crescente dimensione del debito pubblico dovuta alla crisi economica-finanziaria che incide sulla diminuzione delle entrate, per la difficoltà in cui versano le imprese, e sull’aumento della spesa, per il maggiore impegno che si sta richiedendo allo Stato, comporta la necessità di recuperare spazi di inefficienza nella spesa pubblica. Un approccio economico-aziendale che si basa sulla necessità di ripensare ai sistemi di controllo e ai metodi di misurazione e valutazione della spesa pubblica. Un’indagine per comprenderne l’evoluzione negli Enti Locali.
The changes in the supply of public services have increasingly blurred the boundaries between the public and private realms. This is also reflected in the practice of the consolidated financial statements prepared by governmental organizations, which often put together the two “worlds”. The present paper investigates the actual role and meaning of local government’s consolidated financial statements. Are they public accountability tools, or yet another attempt at making private-sector practices and culture seep in the public sector? More specifically, in the light of the trends in international accounting standards and the cases of two local governments, the authors discuss the role of the consolidated financial statement and point out some of the critical issues of consolidating accounts in the public realm.
Entrusting most local public services to local government entities has led to proliferation of public groups and, consistently, to greater complexity of the governance dynamics of local authorities. Differently from Anglo-Saxon countries, the Italian local public services provision has been characterized by a hybrid externalization process where local entities are legally autonomous but owned by the local government. This leads to a peculiar governance complexity source represented by the dual role (stakeholder and customer) assumed by the local authority. Considering these elements (hybrid externalization and governance structure), this work tries to investigate some governance issues of public groups, basing on the two most populous Italian municipalities. The empirical findings highlight a gap between the presence of the conditions for defining a group governance structure and the adoption of a group approach by the parent local government. The authors try to suggest how to bridge this gap.
A che punto è l’attuazione del federalismo fiscale? Si può parlare di autonomia finanziaria? Negli ultimi anni, sono state emanate una serie di riforme con l’obiettivo di attuare il federalismo fiscale e rendere operativa l’autonomia finanziaria. Le riforme ispirate al federalismofiscale affondano le loro radici, da un lato, nell’accresciuta sensibilità dei contribuential peso delle imposte richieste per finanziare il settore pubblico e, dall’altro,nella sempre minore disponibilità a sostenere sistemi redistributivi "pesanti" provocata dalla competizione su scala globale tra i territori.In linea con tale finalità, i Quaderni del NETCAP (Network Conti&Controlli nelle AmministrazioniPubbliche), rappresentano l’output del primo e del secondo Laboratorio sul Federalismo Fiscale e si pongono l’obiettivo di valutare l’impatto delle riforme sul livello di autonomia finanziaria delle Amministrazioni Pubbliche, facendo riferimento allaricerca di una definizione condivisa di autonomia, a elementi operativi per la determinazione dei costi standard e suggerendo strumenti e comportamenti da adottare perrendere effettiva l’attuazione del federalismo fiscale.
Come si comprende il “mondo” della contabilità pubblica? La complessità del sistema contabile pubblico si caratterizza, per tradizione, dalla presenza di normative specifiche, per ogni tipologia di Ente pubblico (Stato, Regioni, Enti Locali, Università, Aziende Sanitarie, Scuole, Enti previdenziali, etc.), che delineano differenti sistemi contabili e schemi di bilancio non omogenei. Un tentativo di porre fine all’eterogeneità contabile è stato effettuato mediante il processo di armonizzazione, che ha interessato una varietà di Amministrazioni pubbliche. L’armonizzazione contabile, però, è una condizione necessaria, ma non sufficiente per avere un risultato utile al governo della complessità, tipica del sistema pubblico. Occorre un approccio più ampio che consenta di cogliere, non solo gli aspetti tecnici, insiti in un sistema di contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale, ma che tenga conto del reale significato dei valori stessi, al fine di indirizzare una concreta azione di governo dell’Ente. Questo testo si propone di fornire agli amministratori, ai dirigenti e ai soggetti che si relazionano con gli enti pubblici una visione “unitaria” della contabilità pubblica, intesa come sistema di governo dell’Ente. Tale approccio, di tipo economico-aziendale, si basa sulla necessità di utilizzare il sistema contabile pubblico, non solo per rispondere ai vincoli normativi, di tipo nazionale ed europeo, ma soprattutto per avere informazioni utili alla corretta gestione dell’Ente, per assumere decisioni significative, che derivano dalla sostanza dei conti, e che determinano i reali livelli di economicità pubblica.
Il concetto di performance applicato alle aziende non profit è riconducibile alla complessità di azioni gestionali poste in essere ed ai correlati risultati conseguiti. Poiché gli effetti che si esplicano sul territorio derivano dall’azione congiunta di una serie di soggetti (aziende pubbliche, imprese, etc.) che insieme all’azienda non profit concorrono alla determinazione di quei risultati, si rende necessaria l’introduzione di un approccio multidimensionale alla performance. Ne deriva un’implicazione sul piano strategico, in quanto l’applicazione della logica multidimensionale per la misurazione della performance nelle aziende non profit poggia sul concetto di sussidiarietà aziendale, visto nella sua dimensione orizzontale. La logica multidimensionale per la misurazione della performance nell’azienda non profit rappresenta lo strumento in grado di misurare l’integrazione fra soggetti pubblici e non profit, cogliendone le complessità, laddove l’integrazione fra le aziende non profit e le aziende pubbliche si struttura in funzione del raggiungimento di livelli di efficienza, di efficacia e di economicità.
Tra le svariate riforme, che hanno interessato gli Enti Pubblici negli ultimi anni, assumono rilevanza le modifiche inerenti l’innovazione del sistema informativo-contabile. Lo scopo di tali mutamenti è rivolto ad ottenere informazioni sempre più significative, utili alle complesse decisioni da assumere in diversi campi, che hanno effetti rilevanti sia sul piano interno, sia sul fronte esterno. Proprio l’aumento della complessità in cui si trovano ad operare gli Enti Pubblici spinge all’introduzione di misurazioni economiche, accanto alle tradizionali rilevazioni in contabilità finanziaria, comportando notevoli modifiche sia nelle logiche sia nelle modalità operative che caratterizzano la contabilità pubblica. Pertanto, al fine di recuperare la dimensione economica delle aziende pubbliche pare utile interrogarsi sulle differenze tra i diversi sistemi contabili adottati, in termini di finalità, oggetto e metodo, sulle diverse configurazioni di sistema contabile che le riforme hanno generato, sulle innovazioni delle riforme in atto, in relazione alle misurazioni economiche, sullo stato di implementazione della contabilità economico-patrimoniale a livello nazionale e nel contesto leccese.
La variabile ambientale ha assunto, negli ultimi anni, una crescente rilevanza nelle scelte di gestione aziendale. Ciò a seguito del cambiamento che ha caratterizzato il legame tra l’azienda e l’ambiente, precedentemente considerato semplicemente come un insieme di risorse da sfruttare ed ora rivalutato, soprattutto in seguito all’evidenza di un sempre maggior danneggiamento del patrimonio ambientale spesso attribuito ai processi produttivi. La mutata sensibilità verso le tematiche ambientali è stata sostenuta da fattori normativi e sociali, i quali hanno modificato il contesto in cui si collocano le aziende, rappresentando a volte dei limiti ed altre volte delle opportunità in termini di sviluppo di fattori di competitività. Un riflesso di tale attenzione verso le ricadute ambientali dell’attività economica dal punto di vista documentale e informativo è rappresentato dalla contabilità e dal bilancio ambientali, che si possono ritenere documenti di particolare rilievo a sostegno dello sviluppo sostenibile di un territorio. Obiettivo del presente lavoro è quello di approfondire i caratteri essenziali della rappresentazione contabile della gestione ambientale nelle aziende pubbliche, sia da un punto di vista teorico che da un punto di vista empirico. Ciò in quanto si ritiene cruciale il ruolo giocato da questa tipologia di aziende nel presidio della variabile “ambiente” e nella concreta possibilità di contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio. Parallelamente, si considera indispensabile un adeguato supporto informativo-documentale a sostegno di una gestione ambientale orientata alla sostenibilità.
La complessità della misurazione della performance risulta connaturata alla vastità di attività amministrative che devono essere svolte dalle amministrazioni pubbliche a tutti i livelli (Ministeri, Enti Pubblici, Regioni, Province, Comuni, Università, Scuole ecc.) ed ai diversi risultati che devono essere conseguiti. L’ampiezza della misurazione e valutazione della performance deriva anche dai differenti soggetti che concorrono al raggiungimento dei risultati (gli Enti Locali concorrono alla performance degli interventi regionali; le stesse Regioni, le Scuole o le Università concorrono alla performance degli interventi nel campo dell’istruzione, dell’università e della ricerca). Il presente lavoro si propone di fornire ai dirigenti, agli amministratori e ai soggetti che intessono relazioni con gli enti pubblici logiche, metodi e strumenti di misurazione e valutazione della performance utilmente applicabili a tutte le categorie di enti, secondo un approccio economico-aziendale. Le esperienze nazionali ai vari livelli di governo e i casi internazionali aiutano ad applicare strumenti differenziati per la soluzione di problemi comuni.
In the present work, considering that Pro-Loco organizations operate in a highly changeable environment, the context is analyzed, through a multi-stakeholder analysis, starting from an internal investigation, in terms of organization and management. Having completed this preliminary investigation, we proceed to specify the procedures and laws that govern the exchange process managed by the Pro-Loco. Therefore, it is important to analyze the environment in which the Pro-Loco operate in order to implement an accounting information system which manages to meet the tourist and social informational needs on a local level. From this stems a brief examination of the problems related to the formation of an information system in the field of Pro-Loco, due to the complexity deriving from the identification of the touristic product, as well as the dynamics of the demand and supply of services.
L’implementazione di un sistema di misurazione della performance si scontra, nella concreta applicazione, in una logica di attività spesso trascurata nelle aziende non profit. Le motivazioni possono ricondursi ad una maggiore focalizzazione sui fini sociali dell’attività istituzionale, rispetto ai mezzi economici necessari per conseguire tali obiettivi. Tale posizione porta, spesso, le aziende non profit a trascurare la correlazione mezzi-fini, che si rivela, invece, necessaria per il buon funzionamento di qualunque organizzazione. Nel presente lavoro, si dimostra come il sistema di misurazione della performance si inserisce proprio nell’ambito della funzione di programmazione e controllo dell’azienda non profit. Tale ciclo prevede una prima fase di definizione degli obiettivi che l’azienda intende raggiungere, esplicitati in termini di valori attesi ed indicatori di risultato.
Is there a relationship between sustainability strategies and the financial efforts for their realization? This is a particularly complex question considering that sustainability has generated an intense academic and political debate. In order to contribute to the debate, the authors investigate the existence of the relationship between the strategies of local authorities in terms of sustainability and their translation into financial commitments. To this end, firstly, the paper shows the results of research that explores the sustainability strategies of a sample of the 20 Italian regional capital cities, through the content analysis of their Performance Plans. Secondly, the authors present their elaboration of financial data related to the main dimensions of sustainability (environment and territory management, welfare area, and economic development). Finally, they discuss the relationship between the two aspects surveyed (strategies and expenditures committed to sustainability) highlighting critical perspectives also for future research. Briefly, the conclusions underline: a) great autonomy in formulating strategies, highlighted by the different programming documents analyzed; b) the main terms related to sustainability are rarely used; c) particular importance, from a financial point of view, was given to the environmental and welfare sustainability dimensions both in relation to the total current expenditure committed, and in terms of financial implementation. The expenditure impact for economic development is much lower, while the average level of financial implementation of the same is higher; and d) a discrepancy between the limited strategic consideration of the sustainability dimensions and the considerable amount of financial commitments related to sustainability.
The European Commission, through the reform of the Structural Funds program, has introduced a new cohesion policy for local development based on the concepts of subsidiarity, partnership and programming. Local Action Groups (LAGs), as public private partnership, are essential for the implementation of the European LEADER program by supporting integrated territorial development strategies of a pilot nature, based on a bottom-up approach. In this study adopting a statistical approach, the LEADER program, through the Local Action Group, is investigated as a model of multilevel governance useful in promoting local development, focusing on the formation of social capital, and strengthening relations and partnership synergy. To this aim a questionnaire has been addressed to all the 132 LAGs operating in Italy. The research highlights the role played by LAGs in generating a collaborative network and social capital, contributing to the achievement of the objectives of local development.
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