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Gianluca Mastrocinque
Ruolo
Ricercatore a tempo determinato - tipo B
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI (DISUM)
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Nella vicenda della Puglia di età romana la cultura figurativa permette di cogliere elementi importanti legati all'ideologia funeraria e religiosa, alle forme di rappresentazione diversificate in relazione alla committenza, agli scambi culturali che uniscono la regione al Mediterraneo lungo le rotte dei commerci. Le testimonianze superstiti, in parte interessate in precedenza da contributi specifici su singoli reperti e in parte inedite, sono riconsiderate per la prima volta in un'analisi d'insieme, che permette di focalizzare alcune tendenze dominanti nelle forme di rappresentazione e propone un aggiornamento sulla circolazione di modelli e maestranze.
The inter-disciplinary FIRB Project “Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria”, launched in 2013 and covering the study of settlement dynamics in Egnazia (Fasano, BR), has its focus on the connection between town and country, the organization of landscape, the use of natural resources, the production activities as well as on the cultural and commercial exchanges within the Mediterranean area. The systematic campaign of geophysical surveys, currently underway on the whole archaeological area and carried out together with ground penetrating radar, geoelectrical tomography and controlled source electromagnetism system, made it possible to direct the stratigraphic excavations already started to the sector south of the forum of the town. This sector started to be organized in the Augustan Age in conjunction with the construction of the forum and of the civil basilica and is characterized by the thermal baths of the forum and by a recently identified building, possibly a prestigious residence, whose purpose and organization of the space will be solved as the excavations are carried on. More numerous are the data on the transformation of this sector from the end of 4th century within the scope of a renewal and reorganization of the town due to the influential presence of an episcopal see. The thermal complex is transformed into a production site for lime, bricks and other useful material for the many building sites where, during that period, the town is rebuilt as a result of a vast destruction ascribable also to a natural calamity, probably the earthquake of 365 AD. Reorganization activities of the thermal baths are therefore observable also in Egnazia, like those being discovered by the latest investigations in other Apulian sites and in different regions of the Mediterranean, such as Crete, also severely damaged by the earthquakes of 4th century. Another distinguishing feature of the Late Antique settlement pattern is the coexistence of spaces for both production and residential purposes in the same buildings. This dynamics is now evident over the area of the thermal baths and also in the building nearby where, in the same period, residential spaces, production areas and open areas where animals were kept, coexist, as can be also observed in many different sectors of the town. On a marginal sector of this building, in a central area of the town of Imperial Age, the excavations directed by the geophysical survey also brought to light the existence of a wide area meant for agricultural purposes, most likely for viticulture, in a zone showing the first considerable discontinuity in the thick net of the Bishop’s town. The paleobiological analysis on this sector is providing interesting information about the supply method of the lime kilns and the inhabitants’ food habits, in this last case also with the support of zooarchaeological research activities. For the first time the excavations are supported with a systematic survey of the Ignatinus ager, whose data are managed on a GIS platform. The data bank, constantly implemented, is being shared also with the Authorities in charge of the archaeological resources protection in order to steer the regional planning with interventions taking into account the archaeological potential of the area. The preliminary results show the existence, right outside the walls, of a vast wetland that, given the lack of an aqueduct, was certainly used as water reserve for agricultural purposes. The settlement remains are found instead on the inland plateaus, especially close to the via Traiana and its ramifications and gathering particularly along the ‘lame’ (landform smaller than a ravine), which guaranteed water availability. A settlement continuity is observable here between the Roman Republican Age and the Late Antique period, but with a chan
L'intervento si è concentrato sui sistemi di comunicazione adottati nel progetto scientifico del nuovo Parco archeologico di Egnazia, realizzato nell’ambito del programma di valorizzazione condotto dalla Direzione regionale per i Beni culturali e per il Paesaggio del MIBACT e finanziato con Fondi Arcus Spa (coordinamento di Luigi La Rocca). In questo intervento G. Mastrocinque ha curato l’ideazione del nuovo percorso di visita, l’elaborazione dell’intera pannellistica del Parco archeologico, l’ideazione del sistema di visita multimediale su tablet.
La guida al nuovo allestimento del MArE - Museo Nazionale Archeologico di Egnazia ‘Giuseppe Andreassi’ è pensata con diversi livelli di approfondimento, come introduzione esplicativa per gli studiosi e al contempo come supporto utile alla visita per i non addetti ai lavori. In questo volume, il capitolo di G. Mastrocinque, dedicato alla città romana, si concentra sul rapporto tra i materiali in esposizione e gli spazi monumentali e residenziali della città da cui provengono, con l'obiettivo di far dialogare museo e Parco archeologico per una fruizione integrata, potenziata attraverso i risultati delle ricerche più recenti, condotte dallo stesso autore.
Nell’ambito delle attività del Progetto FIRB ‘Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria’, il gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha condotto per la prima volta lo studio sistematico del paesaggio rurale di Egnazia, nella sua sequenza diacronica e con specifico riferimento all’età romana. Nel confronto costante con la vicenda della città, l’attenzione è stata rivolta alle principali dinamiche di occupazione e di sfruttamento delle risorse naturali, nel quadro del paleoambiente. In questa prospettiva, la ricerca storico-archeologica si è fondata sulla ricognizione sistematica, condotta come cantiere didattico e sullo studio dei materiali nell’ambito del Laboratorio di archeologia dei paesaggi, avviato nel Dipartimento di Studi Umanistici con questo progetto. Il lavoro è stato, inoltre, sempre integrato dalle indagini ambientali, svolte con collaborazioni multidisciplinari dedicate alla paleobotanica, all’archeozoologia e all’archeometria. Per l’età romana emergono per la prima volta alcuni aspetti significativi del suburbio, destinato in particolare all’approvvigionamento idrico e alle colture intensive, mentre gli insediamenti, disposti lungo i corsi delle ‘lame’ e delle strade principali, si concentrano in settori che risultano ‘strategici’ per la pratica dell’agricoltura, dell’allevamento e della trasformazione delle materie prime. Di questi siti quasi tutti inediti, in gran parte occupati già dall’età del Bronzo, si colgono elementi caratteristici per l’età repubblicana ed imperiale e le trasformazioni tra IV e VI secolo, con specifico riferimento anche all’analisi della cultura materiale.
Il volume si presenta come sintesi aggiornata delle ricerche finora condotte su Bari in età romana, attraverso una lettura integrata della documentazione disponibile - non ampia ed eterogenea - e la discussione dei non pochi elementi controversi del paesaggio antico. Lo studio di G. Mastrocinque si sofferma nello specifico sulle testimonianze epigrafiche e letterarie per illuminare alcuni aspetti del tessuto sociale che ha caratterizzato Barium, muovendo dalle analisi succedutesi negli ultimi decenni e proponendo una rilettura della documentazione conservata. In riferimento agli spazi noti della città romana, la compagine sociale si delinea nella sua marcata apertura verso gli stranieri a cui corrisponde la diffusione e l'utilizzo del greco insieme al latino, nell'affermazione del ceto libertino in riferimento a professioni legate all'artigianato e al commercio, fino a probabili tracce della dialettica tra il tentativo di ascesa dei liberti ai vertici delle istituzioni e le resistenze da parte della classe dirigente tradizionale.
I consistenti risultati delle campagne di scavo che si sono svolte ad Egnazia dal 2007 al 2015, nell’ambito del progetto 'Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione' (direzione di Raffaella Cassano, coordinamento dell'attività scientifica e didattica sul campo di Gianluca Mastrocinque), permettono di presentare significative novità sulla storia della città adriatica che vive, fino alle soglie del Medioevo, con trasformazioni ricostruite in maniera sempre più chiara. In questo quadro, i tre capitoli di Gianluca Mastrocinque si rivolgono in maniera sistematica all’ampio isolato posto a Sud del Foro e finora ignoto. In particolare, il capitolo II presenta le terme del Foro, sulla base della ricostruzione della sequenza stratigrafica, dello studio dei consistenti materiali e dell'analisi delle architetture di questo impianto, che è tra i balnea della Puglia conservati in maniera più completa. Nei diversi paragrafi si approfondiscono le preesistenze residenziali e, sulla base di un'ampia gamma di confronti, la costruzione delle terme in età augustea, le ristrutturazioni di età imperiale, l'ultimo utilizzo del balneum e il sistema di riscaldamento e di approvvigionamento idrico, studiato in relazione agli ultimi aggiornamenti sull'ingegneria termale romana. Il capitolo III pubblica la domus a peristilio attigua alle terme, una delle domus aristocratiche che occupano le aree residenziali più vicine al Foro, caratterizzata da soluzioni architettoniche e decorative di pregio, in parte simili a quelle delle terme forse per il ricorso a maestranze comuni. Nel capitolo IV si analizzano le complesse modalità attraverso cui le terme del Foro e la domus a peristilio vengono riconvertite come fabbrica di materiali per l'edilizia, diventando osservatorio privilegiato per la trasformazione del paesaggio urbano a partire dalla fine del IV secolo d.C. La ricostruzione dettagliata della filiera artigianale, ottenuta attraverso lo scavo stratigrafico, con questo studio permette di affiancare Egnazia ai non numerosi contesti editi di terme rifunzionalizzate a scopo produttivo, che la ricerca degli ultimi anni va definendo con attenzione sempre maggiore in Italia (Ostia, Roma: villa dei Quintili) e in pochi altri siti del Mediterraneo (Gortina).
sistema informativo geografico GIS implementato dall'unità di ricerca dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, coordinata da G. Mastrocinque, nell’ambito del progetto FIRB 2012 – Futuro in ricerca 2012 ‘Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria’ (codice CINECA RBFR123WF2-002). La banca dati raccoglie l'intera documentazione proveniente dalle ricerche di scavo nella città di Egnazia (Progetto 'Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione') e la documentazione della ricognizione sistematica condotta nel territorio per la prima volta nell'ambito del Progetto FIRB. Risultano censite e georeferenziate tutte le nuove evidenze archeologiche scoperte. La piattaforma è stata messo a disposizione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Provincie di Brindisi, Lecce e Taranto e degli Enti Locali (comuni di Fasano e Monopoli, Regione Puglia) come strumento utile alle attività di tutela e di pianificazione territoriale, rispondendo agli obiettivi di inclusività sociale degli esiti della ricerca, prioritari nella'ambito dei Progetti FIRB.
Il contributo presenta, nelle caratteristiche essenziali, il rapporto tra città e territorio nel corso della lunga vicenda insediativa di Egnazia (Fasano, BR), sulla base dei dati provenienti dallo scavo nell’area urbana, giunto al 17° anno consecutivo, letti in parallelo con i risultati delle ricerche sistematiche sul territorio svolte dal 2013. Con questo obiettivo la ricerca si è avvalsa di un approccio multidisciplinare che ha integrato l’indagine storico-archeologica con analisi ambientali di carattere archeozoologico, paleobotanico, archeometrico e mineropetrografico. A partire dall’età del Bronzo, il comprensorio mostra un’occupazione densa, condizionata dalla distribuzione delle ‘lame’, profondi solchi del banco roccioso, usati come collettori d’acqua e come direttrici per i successivi collegamenti stradali tra le alture collinari e il mare Adriatico. Alla fascia litoranea frequentata per lo sfruttamento della risorsa marina e all’area più vicina alla città, usata soprattutto per la coltivazione intensiva e per la gestione di aree umide utili all’approvvigionamento idrico, segue il settore intermedio tra costa e alture occupato in modo capillare. In questo comparto i progressivi mutamenti insediativi sono analizzati in relazione alle trasformazioni istituzionali ed economiche che incidono anche sul paesaggio urbano, soprattutto nel II sec. a.C., nella prima età imperiale e alla fine del IV sec. d.C. La ricerca individua e realizza anche forme di ‘ricaduta’ positiva sul tessuto sociale. In questa prospettiva, tutti i dati archeologici del comprensorio sono confluiti in un sistema informativo aperto, messo a disposizione degli Enti coinvolti nella tutela e nella pianificazione del territorio. Altra linea di intervento è la valorizzazione dei risultati in forme di comunicazione ampia, anche con l’ausilio di tecnologie innovative, che di recente hanno trovato un ambito di applicazione privilegiato nel nuovo allestimento sia del parco archeologico sia del museo di Egnazia. Questa capillarizzazione dell’attenzione verso il paesaggio storico potrà favorire ulteriormente la tutela, coinvolgendo anche la comunità e non solo degli gli Enti ad essa preposti.
Dopo la conquista nel 209 a.C., guidata da Q. Fabius Maximus, la deduzione di Colonia Neptunia nel 123 a.C. rappresenta il primo intervento diretto di Roma su Taranto. Una riconsiderazione d’insieme della documentazione archeologica e delle fonti letterarie permette di analizzare le trasformazioni significative che l’intervento determina nel territorio e in città, sia nel nuovo impianto urbano della colonia, che si affianca alla polis sul suo limite orientale, sia nello stesso abitato greco. Il quadro che si delinea evidenzia aspetti di convivenza pacifica tra i due organismi istituzionali e sembra riflettere un tentativo di integrazione condotto dai coloni. Il contatto diretto, nell’abitato e soprattutto nella necropoli, favorisce scambi di cui la cultura materiale conserva indicatori chiari nella sfera del sacro, dei rituali funerari, delle produzioni, dell’artigianato.
Introduzione agli Atti del Convegno internazionale "Paesaggi mediterranei di età romana. Archeologia, tutela, comunicazione" (Bari, Salone degli Affreschi dell'Ateneo, 5 maggio 2016; Egnazia, Museo Nazionale Archeologico, 6 maggio 2016) in cui si mettono a sistema gli esiti di recenti progetti che, nell’orizzonte diacronico connaturato allo studio dei paesaggi antichi, hanno riservato un approfondimento specifico al periodo romano, tra l’estensione del dominio dell’Urbe sulla penisola e sui territori destinati a confluire nell’Impero e la fine del IV secolo d.C., prima delle profonde trasformazioni che segnano il Mediterraneo in età tardoantica. Il volume tenta dunque di fornire una visione d'insieme dialettica su ricerche condotte tra l'Adriatico e il Mediterraneo occidentale, per le quali mancava da diversi anni un aggiornamento specifico sul periodo romano. Ad accomunare le ricerche e a favorire il confronto dei risultati è l’interesse a cogliere il rapporto tra città e territorio, con il ricorso allo scavo stratigrafico e alla ricognizione sistematica e con l’attenzione alle molteplici componenti insediative, infrastrutturali, produttive, commerciali, religiose e culturali, lette nel quadro del rapporto uomo-ambiente e dunque in una costante interazione tra indagine storico-archeologica e studi di carattere ambientale. Nelle tre parti del volume, dedicate ai "Paesaggi mediterranei", ai "Paesaggi urbani e rurali in Italia" e ai "Paesaggi urbani e rurali della Puglia", insieme alla ricostruzione delle dinamiche insediative si approfondisce il trasferimento degli esiti della ricerca nella società, per la tutela del territorio attraverso forme di pianificazione sostenibile e per la comunicazione dei paesaggi antichi aperta ad un pubblico ampio. In entrambi questi scenari si analizzano strategie e iniziative messe in atto o in via di progettazione, nel quadro di collaborazioni tra Istituti di ricerca ed Enti preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Questi ambiti di indagine complementari hanno caratterizzato il progetto FIRB – Futuro in ricerca 2012 "Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria" (2013-2016) a cui si lega il convegno promosso dall'unità di ricerca dell'Università di Bari. Caso di studio privilegiato del progetto per l'applicazione dell'approccio interdisciplinare è stato Egnazia con l’Ignatinus ager, a cui il volume riserva pertanto un particolare grado di approfondimento, in un confronto dinamico con le numerose realtà presentate nel convegno.
La guida al nuovo allestimento del MArE - Museo Nazionale Archeologico di Egnazia ‘Giuseppe Andreassi’ è pensata con diversi livelli di approfondimento, come introduzione esplicativa per gli studiosi e al contempo come supporto utile alla visita per i non addetti ai lavori. In questo volume, il capitolo di G. Mastrocinque sulla città tardoantica inquadra i reperti in allestimento nel contesto degli spazi più significativi indagati con le ricerche più recenti condotte dallo stesso autore e mostra, di settore in settore, il cambiamento del paesaggio urbano a partire dalla fine del IV secolo d.C., legato anche alla presenza di una sede vescovile autorevole.
I consistenti risultati delle campagne di scavo che si sono svolte ad Egnazia dal 2007 al 2015, nell’ambito del progetto scientifico e didattico 'Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione' (direzione di Raffaella Cassano, coordinamento dell'attività scientifica e didattica sul campo di Gianluca Mastrocinque), permettono di presentare significative novità sulla storia della città adriatica che vive, fino alle soglie del Medioevo, con trasformazioni ricostruite in maniera sempre più chiara. In questo quadro, lo studio di Gianluca Mastrocinque si rivolge in maniera sistematica all’ampio isolato posto a Sud del Foro e finora ignoto. In particolare, il capitolo III pubblica una delle domus aristocratiche che occupano le aree residenziali più vicine al Foro, caratterizzata da soluzioni architettoniche e decorative di pregio, in parte simili a quelle delle terme forse per il ricorso a maestranze comuni.
I consistenti risultati delle campagne di scavo che si sono svolte ad Egnazia dal 2007 al 2015, nell’ambito del progetto scientifico e didattico 'Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione' (direzione di Raffaella Cassano, coordinamento dell'attività scientifica e didattica sul campo di Gianluca Mastrocinque, permettono di presentare significative novità sulla storia della città adriatica che vive, fino alle soglie del Medioevo, con trasformazioni ricostruite in maniera sempre più chiara. In questo quadro, lo studio di Gianluca Mastrocinque si rivolge in maniera sistematica all’ampio isolato posto a Sud del Foro e finora ignoto. In questo capitolo si analizzano, sulla base della ricostruzione stratigrafica e dello studio sistematico dei materiali, le complesse modalità attraverso cui le terme del Foro e la domus a peristilio vengono riconvertite come fabbrica di materiali per l'edilizia, diventando osservatorio privilegiato per la trasformazione del paesaggio urbano a partire dalla fine del IV secolo d.C. La ricostruzione dettagliata della filiera artigianale, ottenuta attraverso lo scavo stratigrafico, con questo studio permette di affiancare Egnazia ai contesti di terme rifunzionalizzate a scopo produttivo, che la ricerca degli ultimi anni va definendo con attenzione sempre maggiore in Italia (Ostia, Roma: villa dei Quintili) e in pochi altri siti del Mediterraneo (Gortina).
Partecipazione al progetto scientifico del nuovo allestimento del MARE – Museo Nazionale Archeologico di Egnazia ‘Giuseppe Andreassi’ (inaugurato il 25 luglio 2013, coordinamento di Luigi La Rocca) e al nuovo sistema di comunicazione che racconta la vicenda della città e del suo territorio dall’Età del Bronzo al Medioevo, secondo l’impostazione cronologica trasversale tipica dell’archeologia dei paesaggi. In particolare, coordinamento scientifico delle sezioni dedicate al paesaggio urbano di età romana, tardoantica e medievale, dell’elaborazione dei contenuti didattici, della selezione dei materiali.
Atti del Convegno internazionale "Paesaggi mediterranei di età romana. Archeologia, tutela, comunicazione" (Bari, Salone degli Affreschi dell'Ateneo, 5 maggio 2016; Egnazia, Museo Nazionale Archeologico, 6 maggio 2016) in cui si mettono a sistema gli esiti di recenti progetti che, nell’orizzonte diacronico connaturato allo studio dei paesaggi antichi, hanno riservato un approfondimento specifico al periodo romano, tra l’estensione del dominio dell’Urbe sulla penisola e sui territori destinati a confluire nell’Impero e la fine del IV secolo d.C., prima delle profonde trasformazioni che segnano il Mediterraneo in età tardoantica. Il volume tenta dunque di fornire una visione d'insieme dialettica su ricerche condotte tra l'Adriatico e il Mediterraneo occidentale, per le quali mancava da diversi anni un aggiornamento specifico sul periodo romano. Ad accomunare le ricerche e a favorire il confronto dei risultati è l’interesse a cogliere il rapporto tra città e territorio, con il ricorso allo scavo stratigrafico e alla ricognizione sistematica e con l’attenzione alle molteplici componenti insediative, infrastrutturali, produttive, commerciali, religiose e culturali, lette nel quadro del rapporto uomo-ambiente e dunque in una costante interazione tra indagine storico-archeologica e studi di carattere ambientale. Nelle tre parti del volume, dedicate ai "Paesaggi mediterranei", ai "Paesaggi urbani e rurali in Italia" e ai "Paesaggi urbani e rurali della Puglia", insieme alla ricostruzione delle dinamiche insediative si approfondisce il trasferimento degli esiti della ricerca nella società, per la tutela del territorio attraverso forme di pianificazione sostenibile e per la comunicazione dei paesaggi antichi aperta ad un pubblico ampio. In entrambi questi scenari si analizzano strategie e iniziative messe in atto o in via di progettazione, nel quadro di collaborazioni tra Istituti di ricerca ed Enti preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Questi ambiti di indagine complementari hanno caratterizzato il progetto FIRB – Futuro in ricerca 2012 "Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria" (2013-2016) a cui si lega il convegno promosso dall'unità di ricerca dell'Università di Bari. Caso di studio privilegiato del progetto per l'applicazione dell'approccio interdisciplinare è stato Egnazia con l’Ignatinus ager, a cui il volume riserva pertanto un particolare grado di approfondimento, in un confronto dinamico con le numerose realtà presentate nel convegno.
Ideazione e coordinamento scientifico in fase di realizzazione dell'applicazione per la visita multimediale su tablet al parco archeologico di Egnazia. Il prodotto rientra tra i risultati del Progetto FIRB – Futuro in ricerca 2012 ‘Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria’ (codice CINECA RBFR123WF2-002), nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche innovative capaci di favorire l'ampia inclusività sociale dei risultati della ricerca, obiettivo prioritario dei programmi FIRB. In questa prospettiva si è optato per una pubblicazione digitale, capace di assicurare interattività del visitatore nella fruizione del sito di Egnazia. Il dispositivo, infatti, accompagna il visitatore nel nuovo percorso di visita suggerendo itinerari preimpostati oppure permettendo in maniera interattiva di elaborare un itinerario personalizzato. L’applicazione, attiva in italiano e in inglese, consente al visitatore un accesso rapido e mirato ad informazioni testuali e grafiche relative a tutti gli spazi del Parco archeologico e fornisce collegamenti tra evidenze della città – presentate sulla base dei dati degli scavi più recenti – e nuove scoperte nel territorio. Per un potenziamento della fruizione l’applicazione fornisce, inoltre, un’ampia galleria di immagini – specie di quanto è poco visibile e dei materiali conservati in Museo per favorire la fruizione per contesti –, nonché ricostruzioni 3D in formato grafico.
Nell’isolato che chiude a Sud l’area del Foro di Egnazia (Fasano, BR), occupata da un santuario messapico tra il VI e il III secolo a.C., a partire dalla fine del III secolo a.C. si assiste ad un sostanziale mutamento con l’edificazione di una grande domus ad atrio. In concomitanza con l’impostazione della dimora, negli strati di obliterazione delle preesistenze e nelle preparazioni dei nuovi pavimenti, si riconoscono particolari deposizioni di reperti faunistici, alcuni ancora in connessione anatomica, che coinvolgono differenti specie: bovini, suini in età fetale/neonatale, galliformi, testuggini, ittiofauna, spesso associati a ceramica con carattere rituale. Anche sulla base di confronti con altri contesti di età romana di recente edizione, le azioni rituali potrebbero essere interpretabili come piacula, per l’espiazione legata all’abbandono dell’area sacra e alla trasformazione in residenza privata e al contempo come riti propiziatori l’edificio di nuova costruzione.
Le indagini archeologiche sistematiche, condotte nell’ambito del Progetto ‘Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione’ e dal 2013 anche nell’ambito del Programma interdisciplinare pluriennale FIRB ‘Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria’, permettono di rileggere l’intera vicenda della città adriatica, con acquisizioni rilevanti sulle modalità con cui il paesaggio urbano di età romana si trasforma al tempo della diocesi. Una marcata cesura insediativa risulta collocabile intorno alla metà del IV secolo d.C. e, sulla base delle estese destrutturazioni individuate, sembra riferibile con ogni probabilità ad un evento calamitoso, oltre che agli effetti della riforma amministrativa avviata da Diocleziano e ripresa da Costantino. La città resta comunque vitale in gran parte della sua estensione e nel volgere di pochi decenni è interessata da una profonda riorganizzazione, in cui predominano le istanze aggregative e rappresentative del culto cristiano, insieme a specifiche esigenze di carattere produttivo e commerciale. Alla costruzione di numerosi edifici di culto, frequentemente ristrutturati tra IV e VI secolo, si unisce la trasformazione in senso artigianale di alcuni complessi pubblici di età romana, come l’area del santuario dell’acropoli e le terme del Foro, nonché il potenziamento dell’attività commerciale in altri spazi, in particolare nella piazza porticata legata al porto ancora particolarmente attivo. Permangono i settori residenziali già in uso, che vengono rimodellati con la predilezione per ampi edifici polifunzionali, in cui si aggregano complesse filiere artigianali come quella della ceramica o della calce, ambienti abitativi e aree per l’allevamento. In questi complessi le differenti dinamiche di articolazione degli spazi risultano accomunate dalla tendenza alla funzionalità e ad ottimizzare risorse economiche e materiali costruttivi, come i cospicui elementi architettonici di reimpiego. Nel territorio, per la prima volta interessato da ricognizione archeologica sistematica, soprattutto in prossimità delle lame, si nota il potenziamento di nuclei insediativi già attivi in età imperiale, che assumono ora la consistenza di ville impegnate nella trasformazione e nella conservazione dei prodotti agricoli per il consumo interno, ma anche in consistenti attività di stoccaggio delle merci di importazione. A distanza regolare rispetto alle ville, entro il raggio di 1 km, si dispongono le case/fattoria, nuclei minori controllati direttamente dalla villa nello svolgimento di specifiche attività produttive. Dietro questa sistematica ridefinizione del paesaggio urbano e rurale si legge in modo chiaro il ruolo centrale del vescovo, che all’autorità religiosa unisce la gestione diretta di competenze politiche e di attività economiche, in sostituzione delle magistrature municipali.
Rispetto alla vicenda della città greca, l’urbanistica di Taranto in età romana ha tradizionalmente suscitato minore attenzione, legata soprattutto all’interesse di verificare l’assetto insediativo della polis nel periodo immediatamente successivo alla romanizzazione. Dopo che, dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, anche per l’età romana è stata effettuata la ricomposizione di diversi contesti topografici - in particolare di carattere monumentale - ed è stata approfondita l’analisi di specifici ambiti funzionali, come la viabilità e lo spazio pubblico, con questo studio si cerca di indagare in maniera complessiva il paesaggio urbano in questo periodo. L’ambito cronologico parte dalla deduzione della colonia romana Neptunia nel 123/122 a.C., primo intervento diretto di Roma nel tessuto urbano della città greca, fino alle profonde trasformazioni che si riscontrano a partire dalla seconda metà del IV secolo d.C. e che segnano il paesaggio della città in età tardoantica. Oltre alla rete viaria e ai complessi pubblici, civili e religiosi, si analizzano in modo sistematico i settori residenziali, lo spazio funerario, gli impianti artigianali e le interazioni tra i diversi ambiti funzionali, al fine di individuare le dinamiche che hanno caratterizzato il disegno urbano. In parallelo allo studio bibliografico di strutture e materiali finora editi, la ricerca in archivio ha permesso di presentare numerosi contesti inediti e di pubblicare la relativa documentazione in appendice al volume. L'apparato cartografico, con planimetria generale e piante periodizzate, presenta una referenziazione quanto più possibile circostanziata, sempre condotta in riferimento al tessuto urbano attuale.
Lo studio interdisciplinare, di carattere archeologico e paleoantropologico, approfondisce una sepoltura di carattere particolare, sia dal punto di vista tafonomico per gli aspetti legati al rituale funerario sia sul piano urbanistico. A tale riguardo il prolungato utilizzo di questo spazio funerario si collega al fitto palinsesto insediativo che le recenti indagini archeologiche, curate da chi scrive, hanno documentato nell’area del battistero di San Giovanni a Canosa di Puglia. Insieme alle diverse sepolture evidenziate nell’area del battistero, la tomba rientra, infatti, nel vasto settore funerario di età preromana esteso sul limite nord-occidentale dell’abitato di Canosa, in prossimità delle mura, servito dall’importante asse viario ricalcato poi dalla via Traiana e ancora oggi in parte dalla via di Cerignola. La consistenza icnografica della sepoltura e il suo profilo altimetrico elevato ne determinano una lunga, anche se parziale persistenza nel paesaggio urbano anche dopo l’obliterazione delle deposizioni, quando l’area rientra in un articolato quartiere residenziale della città romana. Il profilo della tomba resta in evidenza in forma minima ancora nella seconda metà del V secolo d.C., pochi decenni prima della costruzione del battistero, quando la struttura torna ad essere utilizzata a scopo funerario prima di essere obliterata dall’imponente monumento paleocristiano che trasforma ancora una volta l’assetto di questo cruciale settore della città antica.
Le indagini archeologiche sistematiche, condotte dal 2001 nell’ambito del progetto interdisciplinare 'Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione', permettono di rileggere l’intera vicenda della città adriatica e forniscono dati particolarmente interessanti anche per il periodo tardoantico. In particolare intorno alla metà del IV secolo d.C si riscontra una netta cesura insediativa, riferibile con ogni probabilità ad un evento calamitoso, oltre che agli effetti della riforma amministrativa di Diocleziano e di Costantino. Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo si assiste, nel volgere di pochi decenni, ad una intensa trasformazione del paesaggio urbano e rurale, in cui risulta determinante il ruolo del vescovo, che all’autorità religiosa unisce la gestione diretta di competenze politiche e di attività economiche, in sostituzione delle magistrature municipali. Il lavoro prende in esame le attestazioni più significative di questo mutamento insediativo, con il riferimento costante alla documentazione dello scavo stratigrafico e ai cospicui materiali, utili a ricostruire il quadro delle produzioni e degli scambi che legano Egnazia all’intero bacino del Mediterraneo.
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