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Domenico Defilippis
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_2 Theory and history of literature, comparative literature
L'edizione, criticamente curata, del finora inedito volgarizzamento dell'Esposizione del Pater noster del Duca di Nardò Belisario Acquaviva d'Aragona, realizzato nel secondo decennio del Cinquecento, è stata condotta sull'unico ms. che lo tramanda ed è corredata, a fronte, dal testo latino su cui l'autore ha condotto la propria traduzione, tradito dal medesimo codice (XII-F-2 della Biblioteca Nazionale di Napoli). Un'ampia introduzione ricostruisce la figura dell'Acquaviva, il suo impegno di letterato, l'ambiente in cui visse e operò e la storia del testo, che comprende anche indispensabili osservazioni di carattere linguistico trattandosi di uno dei rari esempi di volgarizzamenti primocinquecentesci d'area meridionale, redatto in lingua di koiné meridionale. L'editore ha curato, oltre l'Introduzione, la Nota al testo, gli apparati filologico, esegetico e delle fonti, che corredano il testo, il glossario e gli indici dei nomi e delle opere.
Una scelta di testimonianze, che vanno da metà Quattrocento ai primi decenni del Cinquecento, mostra la crescente importanza che assume nell’institutio principesca il controverso tema dei rapporti col Turco all’indomani della presa di Costantinopoli: da Biondo Flavio a Enea Silvio Piccolomini, dal principe letterato Belisario Acquaviva, ammiratore, come tanti contemporanei, dell’incredibile organizzazione militare turca, all’umanista salentino Antonio Galateo, precursore di alcune fondamentali riflessioni erasmiane, dal Castiglione a Machiavelli. A fungere da sottile fil–rouge è la scrittura di Erasmo, lungo la quale si dispiega la parabola che dall’auspicata reazione promossa contro l’odiato nemico della cristianità da Pio II, conduce verso una posizione più conciliante. Le ragioni della nefasta lotta intestina tra i principi cristiani hanno il sopravvento su quelle della difesa della comune fede religiosa e di un’etica rigeneratrice di matrice greco–romana, messa in crisi dai pessimi modelli di vita cortigiana esportati da Francia e Spagna.
L’autore del lungo saggio esamina i momenti salienti della rinascita e della rifondazione del genere corografico nell’età dell’Umanesimo, muovendo dalla sperimentazione trecentesca, dai Mirabilia urbis e dalla problematica riflessione petrarchesca sull’utilità degli studi geografici e del viaggio di conoscenza, per poi soffermarsi sui maggiori rappresentanti di quel tipo di scrittura nel Quattrocento : da Ciriaco d’Ancona a Biondo Flavio, da Enea Silvio Piccolomini a Pietro Ranzano; indaga quindi la fortuna editoriale e il successo di pubblico fatti registrare dai prodotti corografici e cartografici nell’età delle navigazioni transoceaniche e delle grandi scoperte geografiche in Italia e in Europa, fornendo una mappa, per aree geografiche, di autori e opere e evidenziando l’indubbia incidenza di tale ambito di ricerche nella produzione ariostesca e tassiana.
Il nodale tema della 'riscrittura', con cui di necessità si misura la produzione letteraria nel suo farsi, è indagato attraverso una serie di saggi esplorativi che focalizzano l'attenzione sull'età umanistico-rinascimentale, in cui centrale e particolarmente acceso è il dibattito sulle forme e i modelli della prassi imitativa, per approdare successivamente alla meditazione leopardiana e giungere infine a esaminare alcune riviste letterarie e di varia umanità novecentesche con l'intento di sondare la lunga durata e la fortuna di figure e momenti del Rinascimento italiano. La complessa funzione di divulgazione dei saperi svolta a metà Cinquecento dai volgarizzamenti dei classici e delle opere latine degli umanisti costituisce il banco di prova per valutare lo scarto esistente tra originale e traduzione in alcune opere di particolare successo e in cui forte era la tentazione del volgarizzatore di intervenire sul testo per renderlo maggiormente appetibile al nuovo pubblico di riferimento per cui era confezionato nella moderna veste linguistica. I prodotti afferenti al genere corografico si prestano più di altri ad essere interpolati, sicché la loro analisi riveste un interesse particolare sia per indagare a fondo le modalità di ricezione, di accumulo e di utilizzo dei materiali di riporto, in cui la riscrittura trova il suo 'humus' naturale, sia per evidenziare gli 'escamotages' cui ricorrono traduttori ed editori per attualizzare il prodotto editoriale. I 'casi' dell’'Italia illustrata' di Biondo Flavio e della leggendaria figura di Giorgio Scanderberg, sulla quale nasce e si consolida una esemplare mitopoiesi, risultano a tal fine significativi, non meno dell'altro di cui è protagonista l'autore dell'accorto 'plagio' latino del 'Principe' machiavelliano: Agostino Nifo. L'intervento sul 'Consalvo' di Leopardi denota la fortuna di un protagonista della vicenda storica primo-rinascimentale riletta attraverso il poetico e demistificante filtro della singolare sensibilità umana e affettiva del Recanatese. L'appassionata rievocazione di eventi e personaggi anche minori del Quattro e del Cinquecento negli articoli apparsi sulle pagine di alcune importanti riviste pugliesi del primo Novecento ben illustra le diverse angolazioni da cui muoveva certa storiografia erudita locale, non scevra da chiari intenti di sostegno a precise progettualità di politica nazionale.
Il ritrovamento nella Biblioteca Colombina di Siviglia di un inesplorato e finora sconosciuto manoscritto redatto dall'umanista monopolitano Aurelio Serena consente un'attenta verifica delle mode letterarie in voga nei circoli culturali romani e un'interessante indagine sulle modalità di formazione e di apprendistato poetico elaborate dai pedagoghi del tempo, operanti a Roma. La ricognizione dei numerosi componimenti affidati al ms. di Siviglia permette di scandagliare quelle tematiche, muovendo dalla privilegiata posizione di un protagonista, seppur minore, della res publica letteraria.
I Successi tragici e amorosi, attribuiti a Silvio e Ascanio Corona, indagano il complesso universo femminile del ceto nobiliare tra XV e inizi del XVIII secolo nel Mezzogiorno d’Italia attraverso la narrazione delle scabrose vicende amorose delle protagoniste. La narrazione è caratterizzata da una evidente impostazione misogina, che scopre le fragilità della società maschilista di Antico Regime. The Successi tragici e amorosi, attributed to Silvio and Ascanio Corona, investigates the complex world of female nobility in the fifteenth and early eighteenth century in southern Italy through the narration of awkward love stories of the protagonists. The narrative is characterized by a clear misogynist setting that discloses the fragility of the male-dominated society of the Ancien Regime.
The discovery in the Colombina Library in Seville of a unknown and unstudied manuscript by the humanist Aurelio Serena from Monopoli (Bari) allows for a careful examination of the literary fashions in vogue in early sixteenth-century Roman cultural circles and an interesting investigation into the training and the poetry apprenticeship methods developed by teachers working in Rome at the time. The collection of a group of epigrams-elogia, which are published here for the first time, introduces us to the cardinals of the Curia of Leo X, providing interesting information on their personality and biography
I Successi tragici e amorosi, attribuiti a Silvio e Ascanio Corona, indagano il complesso universo femminile del ceto nobiliare tra XV e inizi del XVIII secolo nel Mezzogiorno d’Italia attraverso la narrazione delle scabrose vicende amorose delle protagoniste. La narrazione è caratterizzata da una evidente impostazione misogina, che scopre le fragilità della società maschilista di Antico Regime. The Successi tragici e amorosi, attributed to Silvio and Ascanio Corona, investigates the complex female universe of the noble class within the fifteenth and the early eighteenth century in Southern Italy through the narration of scabrous love affairs of the main characters. The narration is characterized by a clear misogynist setting, unveiling the fragility of the maledominated society of the Ancien Régime.
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