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Emiliano Bevilacqua
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/07 - Sociologia Generale
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il saggio affronta la teoria sociale smithiana alla luce del rapporto tra sviluppo economico e formazione della soggettività. Le categorie di appropriatezza e apparenza di utilità sono discusse quali efficaci esemplificazioni del tentativo smithiano di conciliare passioni e interessi, alla ricerca di una soluzione alle nuove forme con le quali la contraddizione tra individuo e società emerge nella società di mercato. Questa dimensione del pensiero smithiano è posta a confronto con l'interpretazione foucaultiana dell'economia politica classica e delle sue attuali implicazioni.
Il saggio si sofferma sulla democrazia digitale, mostrandone le dimensioni essenziali. Il dibattito scientifico che ha accompagnato il fenomeno viene ricostruito in prospettiva critica
Il saggio discute la categoria biopolitica di comune contestualizzandola all'interno del dibattito sociologico sulla globalizzazione e approfondendone il senso con particolare riferimento all'impatto delle nuove tecnologie sulla trasmissione dei saperi, i processi di disintermediazione e l'emergere della cittadinanza digitale
Il saggio sviluppa un'analisi empirica dell'indecisione politica in termini di categorie professionali e colloca i risultati all'interno del dibattito sulla partecipazione * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
Il contributo considera il patrimonio culturale dal punto di vista dell'economia fondamentale, cioè come insieme di beni e servizi essenziali per il benessere collettivo. Dopo un breve riferimento ai principi costituzionali e al significato storico-sociale del patrimonio culturale, il saggio descrive l'evoluzione delle normative nazionali ed europee sui beni culturali, per poi analizzare alcuni dei meccanismi dell'attuale gestione mista pubblico-privata di tali beni. Infine, il lavoro intende mettere in questione l'idea che il patrimonio culturale debba essere valorizzato prioritariamente attraverso un'ulteriore spinta verso il mercato e la competizione tra attori pubblici e privati.
Il saggio illustra il rapporto tra materialismo storico e soggettività attraverso l'analisi della critica marxiana all'alienazione, della natura ciclica dell'accumulazione del capitale e delle categorie di lavoro creativo e onnilateralità del soggetto. La sociologia di Marx viene discussa sottolineando il rapporto tra attore sociale e sviluppo economico, enfatizzando le trasformazioni del soggetto in relazione alle dinamiche dello sviluppo economico.
Il contributo discute gli elementi distintivi dell'economica civile, contestualizzandone il contributo all'interno delle più recenti critiche all'economia di mercato
The essay discusses the formation of a transnational bourgeoisie (transnational capitalist class) and its implications for liberal democracy and the crisis of politics. The emergence of a transnational actor with embryonic systems of discussion and decision represents a significant exemplification of the transformations in the global-local relationship and it is part of a context that Saskia Sassen has shown in terms of the emerging sociology of globalization. The contribution will show the multiple dimensions of the emerging global transnational capitalist class and focus the discussion on the power of decision that the availability of important economic and cultural resources gives to an extremely limited number of individuals. The analysis of this new social actor provides an opportunity to reflect on the political power in the global society and to discuss the issues of consensus and participation of the liberal democracies at a time of weakness of the system of nation-states. The essay ends by showing the contribution that scaling revealed by the analysis of social stratification can offer to the scientific debate on the global society and political crisis.
Il saggio valuta l’eredità della sociologia di Pierre-Joseph Proudhon alla luce della sua critica all’individualismo liberale e al comunitarismo comunista. Il tentativo di superare il conflitto tra le aspirazioni del soggetto e le istituzioni politiche ed economiche della modernità è al centro del pensiero proudhoniano, mosso dal desiderio di prefigurare un'organizzazione sociale nella quale le aspirazioni individuali alla libertà e all'eguaglianza possano trovare un'armonica composizione. Il cambiamento culturale auspicato da Proudhon si traduce in un progetto di trasformazione della soggettività moderna al termine del quale gli individui apprendano a riconoscere e a gestire la diversità delle passioni, utilizzando la ragione al fine di moderare tanto gli istinti egoistici compresi nella proprietà quanto le tendenze egualitarie espresse dallo statalismo. Il saggio affronta le implicazioni di questa visione, discutendo il ruolo della soggetto e l'influenza esercitata da una ragione non disincarnata nella sua lenta maturazione.
La cultura della valutazione va interpretata alla luce della mutazione antropologica che sta investendo le architetture del sapere al tempo di internet. La nostra ipotesi è che la valutazione allestisca una risposta di chiusura e di sorveglianza disciplinare rispetto alle impetuose trasformazioni innescate dal sapere connesso. Quanto più le istituzioni del sapere si sentono assediate dalle sfide e dalle perturbazioni che si addensano ai confini del loro dominio, tanto più solide sono le barriere che elevano al loro ingresso. In sintesi, il nostro contributo esplora il rapporto che esiste tra i processi di governamentalità incentrati sulle pratiche della valutazione, da una parte, e le nuove tecnologie digitali della comunicazione e della conoscenza, dall’altra. Tendenze come quelle che già oggi si cominciano ad osservare (ri-disciplinarizzazione dei saperi, disabilitazione delle capacitazioni, riduzione dell’infodiversità, crisi della cultura della collaborazione) sono solo alcune delle conseguenze più evidenti della cultura della valutazione.
Il testo discute il rapporto tra soggettività ed economia valorizzando la critica all'approccio utilitarista che ha caratterizzato tanto il canone della sociologia classica quanto l'interpretazione multidimensionale che del liberalismo economico ha offerto Michel Foucault. La vita economica può essere compresa contestualizzando valori e comportamenti degli attori sociali. La discussione sociologica delle passioni e degli interessi, inoltre, restituisce significato a fenomeni altrimenti astratti e distanti dalla quotidianità. Le ricerche di classici molto diversi fra di loro, da Adam Smith a Georg Simmel, mostrano come l’economia viva di cultura e società e, in tal modo, squalificano l’ideologia secondo la quale il mondo è governato dal solo criterio dell’utilità. Dialogare con il passato per oltrepassare i limiti dell’utilitarismo significa aprire la strada a un mondo nel quale le energie umane mobilitate dallo sviluppo economico possano orientarsi liberamente in ogni direzione.
The essay illustrates the topic of emancipation according to the concept of common. In the first part, the paper discusses the contributions of the young Karl Marx and Michel Foucault in order to draw the elements of a social criticism far away from liberal individualism as well as abstract communitarianism: the common offers the possibility of conducting this research focusing on the needs and aspirations of the subject, reflecting on the opportunity of a social organization more free. In the second part, the contemporary debate on the common is discussed with a double purpose: from one side to observe the debt that the biopolitical thought has contracted with Marx and Foucault, on the other hand to outline the category of immanence as the most interesting development of the common. The essay also shows the power as an obstacle to the emancipation through an approach that explains its heterogeneity and multidimensionality. The subject is captured by the shackles of power so that the possibilities of emancipation are related to the ability to carefully observe the dynamics of power in everyday life. The aim of the essay is to suggest an interpretation of the emancipation based on the subject.
Il saggio riflette sulla natura controversa del consenso politico alla luce della crisi che ha investito le forme di esercizio democratico del potere nel corso del Novecento. La forza crescente esercitata da variabili emotive ed irrazionali nella formazione e nella riproduzione delle ideologie enfatizza la centralità di analisi che hanno opposto al riduzionismo giuridico e politicista una visione più compiutamente sociale e culturale. Il saggio discute, in particolare, il contributo offerto dalla critica marxiana della politica e dalla genealogia agambeniana della categoria di ordine: così come, per l'economista tedesco, il misticismo religioso configura un ottimo esempio attraverso il quale comprendere il potere delle ideologie politiche, allo stesso modo, per il filosofo italiano, l'influenza del discorso cristiano è visibile nelle modalità attraverso le quali il dominio riproduce la sua legittimità sociale nell'ordine contemporaneo. La discussione della natura controversa del potere liberale, e delle sue crisi, consente di avvicinare da una diversa prospettiva uno dei problemi essenziali della sociologia, ovvero il rapporto contraddittorio e irrisolto tra l'individuo e la società, tra l'istanza di un'affermazione ragionevole delle diversità soggettive e la realtà di un contenimento sistemico e coercitivo delle aspirazioni individuali.
This essay illustrates the role of social planners in the field of professionals of the knowledge economy, drawing from the results of a research carried out in Puglia from 2013 onwards. The social planners are professionals who plan and manage the local policies that are capable of transforming their own territories. They play a complex work that exemplifies the post-Fordist change of advanced societies. This paper demonstrates the difficulty of positioning planning work within the traditional occupational sector and develops a critical look on the empirical evidence that emerged from the research, with special attention to education, training, professional skills and work culture. Planning activities appear suspended between an ethos directed to personal fulfillment and socio-economic conditions that hinder the pursuit of this very goal. The professional skills of social planners seem to express a world view and a cognitive approach that is in harmony with predominantly social science based training but in contradiction with the structural features of the economy and society of southern Italy.
The paper discusses the contributions of the young Karl Marx and Michel Foucault in order to draw the basic elements of public spaces far away from liberal individualism as well as abstract statism. This kind of social criticism tries to go beyond the categories of statehood and market. The young Marx advances the perspectives of men finally able to gain a subjectivity and a relation capacity escaped the meshes of alienation while Foucault’s attention is directed to the forms of manifestation of life in a biopolitical context that can weaken the state and the market. These two institutions fall into crisis as devices of social organization, and they are undergoing the competition of horizontal and cooperative networks of individuals that express more effectively common needs and desires, offering a fresh and engaging perspective of participation. The new forms of pariticipation are emerging more and more (i. e. crowdsourcing, open source software, fair trading, co-housing, etc.) because they express a cooperative and empathic society where the collective intelligence can auto-organize. The paper aims to show how the deep challenge to the public/private distinction has its roots in the radical theoretical reflection and to illustrate some empirical evidence relating to the progressive formation of a participated and auto-organized public spaces.
The authors discuss the Sombartian analysis of capitalism from a bioeconomic perspective, paying attention to the relationship between people’s lives and economy. The paper focuses on the influence of individual behaviors and values on the genesis and the stabilization of capitalism. The Sombartian analysis is discussed stressing the point that it offers interesting insights to understand the relationship between economy and the everyday life of the people: the spirit of capitalism, luxury and religious beliefs are examples of cultural phenomena from which economy cannot be separated. The thesis of the authors is that the Sombartian analysis, through a sociological interpretation of history able to avoid any psychological reductionism, puts life at the center of economy.
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