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Carlo Spagnolo
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI (DISUM)
Area Scientifica
AREA 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-STO/04 - Storia Contemporanea
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Rassegna degli studi recenti sull'integrazione europea nel Mezzogiorno e dei desiderata della ricerca
Review article dealing with income inequality and the changes in the class composition ove rthe last two decades.
Monograpphic issue on the celebrations of the 150th anniversary of Italian political unity.
The essay suggests that the debate on postmodernity is intertwined with a cultural turn in perceiving the future of Western society. It links this turn with a decline of an integrated Western European-American political design during the 1970s.
Recensione di un saggio sulla divisione delle due Germanie lungo il confine orientale specie nelle campagne e nei piccoli borghi della Germania Est.
Recensione di un saggio sulla Marcia su Roma, oggetto di una lezione di E. Gentile all'univ. di Harvard. Il saggio affronta l'impiego di alcuni concetti chiave come antifascismo e dell'aggettivo totalitario nella discussione politica coeva.
The essay suggests a link between the rise of a post-modern idea of nation, which dispenses with conflict and discontinuity, and the demise of the history of the State during the celebrations. The author suggests that the celebrations had political purposes which have affected historical writing. The essay reviews several conferences and exhibitions dealing with the idea of Italian history. It seems that new research paths emerge out of the development of cultural history. The author concludes with considerations for the future tasks of Italian contemporary history.
Recensione di un saggio sulla storia della riunificazione tedesca attraverso fonti primarie del governo di Bonn e del ministro del lavoro Blum.
Il saggio esamina il dibattito sociologico sulla categoria del postmoderno e ne discute il significato a fini storiografici. Le trasformazioni sociali e culturali degli anni Sessanta e Settanta vengono richiamate a sostegno dell'ipotesi di una trasformazione culturale della società occidentale, e del declino dell'idea di progresso. Si suggerisce un nesso tra l'abbandono di un progetto di integrazione occidentale in vista della costruzione di un ordine mondiale aperto, e la formazione di identità sociali non più definite dalla classe e dall'ideologia ma da affinità di stili di vita.
The essay deals with the evolution of universal male suffrage its mechanisms and contradictions since its inception in Kaiserreich to the beginning of World War One
Il volume individua nel volontarismo democratico una delle matrici della militanza politica patriottica caratteristica della storia italiana. A differenza di altri casi nazionali, il volontarismo permane oltre la fase costitutiva dello Stato e ne polarizza la cultura politica. Gli autori ne rintracciano la formazione risorgimentale e gli sviluppi dal 1861 agli anni Ottanta del sec. XX.
The essay takes up a distinction between "naturalist" and "voluntarist" ideas of nation, originally proposed by F. Chabod. It draws a link between the voluntarist nature of Italian nation-building and the highly politicized tradition of Italian public culture. The essay traces back to the Risorgimento a division between a national-liberal voluntarism and a democratic-revolutionary voluntarism which has permeated also the birth of the Italian politics parties in the late XIX C. and during the XX, until the birth of the Italian Republic.
Introduzione al Memoriale di Yalta di Palmiro Togliatti, con una disamina delle questioni trattate in quel documento, soprattutto dei problemi del movimento comunista internazionale nel 1963-64.
Spiegazione degli obiettivi del volume, teso a un confronto tra storici e sociologi italiani e tedeschi attorno alla qualità del cambiamento sociale e culturale degli anni Settanta e alle categorie per studiarlo.
Zentrale Beobachtungskategorien wie „Individualisierung“, „Pluralisierung“ und „Entnormativierung“ seien stark durch die zeitgenössische sozialwissenschaftliche Prägung der Begriffe beeinflusst, so die Herausgeber. Die Autoren des Bandes untersuchen, wie sich diese und andere Vokabeln der Selbstbeobachtung historisieren lassen und ob die historische Forschung darüber hinaus ein erweitertes Instrumentarium zur Erforschung dieser Jahrzehnte benötigt. Nicht zuletzt erörtern die Wissenschaftler, ob die zu beobachtenden Veränderungen auf eine Zäsur hindeuten, die es erlaubt, die „Moderne“ abzuschließen und von einer „Nachmoderne“ zu sprechen.
il saggio tratta delle implicazioni del diritto d'autore per le politiche pubbliche di divulgazione online della conoscenza storica. Si discute la diffusa abitudine italiana di risolvere la digitalizzazione nella trasformazione dei testi scritti in immagini digitali. Questa modalità riflette la prevalenza di una trasmissione della conoscenza propria dell'editoria a stampa. L'autore sostiene l'esigenza di una politica specifica per la digitalizzazione delle conoscenze e di una legislazione apposita.
Trattazione del noto testo di Max Weber su "L'etica protestante e lo spirito dfel capitalismo", in cui si contestualizza la stesura del testo tra fine sec. XIX e inizio sec. XX. Si illustrano le ragioni che spingono Weber a studiare la riforma protestante , ponendole in relazione ai suoi studi sul capitalismo coevo e sulle trasformazioni dell'economia tedesca. L'apertura interdisciplinare dell'economia e il superamento del paradigma individualista e utilitarista dell'economia vengono posti al centro dell'indagine di Weber che lo spingerà verso lidi molto lontani dall'economia pura. Sul piano metodologico Weber adotta per la prima volta in modo sistematico la formula storica dell'idealtipo applicandola all'etica protestante. L'articolo prova anche a spiegare le finalità politico-culturali perseguite da Weber nella riforma del liberalismo tedesco.
La storiografia si occupa sempre più intensamente degli anni Settanta e Ottanta, avvalendosi della categoria della «crisi» della società fordista e del compromesso socialdemocratico. In questo volume, frutto di un confronto teorico ed empirico tra storici e sociologi italiani e tedeschi, si prova a qualificare quel passaggio in modo più distaccato attraverso l'analisi del «cambiamento» della società in Italia e Germania. Sorgono così delle sfide euristiche attorno alla valutazione delle trasformazioni sociali e alla loro periodizzazione. L'impiego di categorie delle scienze sociali come «individualizzazione», «pluralismo» o «denormativizzazione» contriabuisce all'analisi storica? come è possibile storicizzare questi ed altri concetti legati alla percezione di un passaggio d'epoca verso una «società liquida»? La ricerca storica ha bisogno di sturmenti e categorie più ampie? Infine, ma non meno importante: le trasformazioni osservate attraverso queste categorie permettono di riconoscere una censura con il «moderno» e parlare di un «post-moderno»?
Il saggio suggerisce l'esistenza di un canone duale delle memorie europee dopo il 1945, che consiste in memorie nazionali tra loro incompatibili da un lato e dall'altro lato in un discorso cosmopolita , separato ed astratto dalle memorie nazionali, ad opera delle istituzioni sovranazionali e internazionali europee. Memorie antifasciste e antitedesche , divise tra i vinti e i vincitori, hanno coesistito grazie alle promesse di integrazione europea sino agli anni Settanta , quando la crisi dei rapporti tra Stati uniti ed Europa ha messo in discussione le precedenti narrazioni dell'integrazione. Dal 1991 si forma un canone nuovo basato su criteri morali e formalmente apolitici. La nuova politica della memoria che si elabora dopo l'allargamento dell'U.E. e della Nato si focalizza sul paradigma dell'antitotalitarismo, del cosmpolitismo e delle vittime. Mentre l'UE abbandona le promesse di un futuro migliore collettivo, le memorie nazionali diventano oggetto di contesa politica e vengono mobilitate da movimenti "populisti" ed "euro-critici". In assenza di un progetto democratico per l'UE il rischio di conflitti di memoria è destinato a crescere.
Rassegna delle riviste storiche digitali e delle opportunità che i nuovi strumenti di consultazione - incluse le banche dati - offrono alla ricerca storica. Il saggio affronta anche i problemi scientifici conseguenti alla diffusione delle riviste Open Access e le criticità che ne conseguono per le politiche istituzionali italiane della ricerca.
Recensione di una ampia antologia tematica e commentata sugli scritti di P. Togliatti
Review of a book on rearmament in the 1950s and the Italian industry.
Discussione sintetica dell'impianto di storia nazionale proposto da Ragionieri e della sua influenza nella storiografia. Il saggio sostiene che quella forte proposta interpretativa abbia segnato la lettura della nazione da parte della storiografia italiana democratica, segnando al contempo alcuni limiti nella ricezione di quell'impianto negli anni ottanta e novanta.
Debate about the reasons for the EU crisis and the role of history in it. The discussion hinges on the relationship between the politics of memory set up in Western Europe since 1991, which focuses on the Holocaust and the paradigm of the civil victims , and the changing role of the nation-State from the end of the Cold war until today.
Trattasi di studi originali e inediti, il primo volume nel campo degli studi storici sul ruolo dell'integrazione europea nel Mezzogiorno dal 1956 all'inizio degli anni Ottanta.
La più recente e innovativa ricerca storiografica internazionale sostiene che i primordi della mediatizzazione della politica non siano da rintracciare nella prima metà del Novecento, ma che sia possibile ricostruire una genealogia risalente della celebrity politics e della (connessa) dimensione spettacolare della politica, che dalla fine del Settecento, in Europa come nelle Americhe, accompagnano e sostengono il processo di uscita dall'Antico Regime politico (e coloniale). Queste due dinamiche strettamente collegate celebrity politics e political spectacle rappresentano pertanto un autentico carattere originale della costruzione dello spazio politico contemporaneo. Per il suo profilo di processo politico (inter)-nazionale dall'audience globale, il Risorgimento italiano rappresenta uno straordinario laboratorio per la mediatizzazione della nuova politica post-rivoluzionaria e costituisce un'autentica officina di celebrità, attingendo a una serie ininterrotta sia di eventi che di attori (Napoleone Bonaparte, Guglielmo Pepe, Santorre di Santarosa, Mazzini, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Daniele Manin, Garibaldi), oltre che a diverse generazioni di esuli e volontari che si trovano a soggiornare nei centri nevralgici (Londra, Parigi, Bruxelles, New York) e quindi a poter usufruire in presa diretta della grande trasformazione in atto su scala europea e mondiale nelle tecnologie dell'immagine e nel sistema della comunicazione pubblica durante il lungo Ottocento.
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