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Stefano Polidori
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/01 - Diritto Privato
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
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Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
L'articolo ripercorre le soluzioni interpretative prospettate nel 1964 da Francesco Lucarelli nel volume Lesione d’interesse e annullamento del contratto, evidenziandone l’importanza storica e gli spunti di perdurante attualità. L’esito dell’indagine consente di mettere a fuoco numerosi profili che hanno stimolato, negli anni successivi, un dibattito fecondo e, per certi versi, offrono ancora oggi la base per riflettere intorno a temi nevralgici del diritto dei contratti.
Le innovazioni introdotte prima dalla l. n. 54 del 2006 e, successivamente, dal d.lgs. n. 154 del 2013, rendono opportuna una riflessione intorno alla tutela dei minori nella crisi del rapporto fra i genitori. In questa logica, il lavoro prende in esame le forme di affidamento della prole previste dalla legge e, nel prisma del superiore interesse del minore, il suo diritto all’ascolto e a un esercizio della responsabilità genitoriale mirato a far sí che il conflitto familiare non sia d’ostacolo alla sua crescita.
Il lavoro prende in esame le relazioni fra interposizione delle prestazioni lavorative e appalto, ponendo in evidenza le evoluzioni legislative intervenute sul tema, specialmente in ordine ai confini fra le fattispecie lecite e quelle vietate.
Gli innumerevoli profili applicativi legati alla disciplina dell’appalto privato ricevono organica sistemazione nell’impianto trattatistico dell’opera. Particolare attenzione è dedicata alle piú recenti tendenze dottrinali e giurisprudenziali e all’individuazione di soluzioni adeguate ai mutamenti dell’impalcatura ordinamentale e della realtà economica. L’approccio all’istituto, oltre a determinare inevitabili interferenze con le principali questioni di teoria generale del contratto, è condotto nel prisma di un sistema delle fonti normative la cui complessità, oggi, impone di andare oltre il mero riferimento al Codice civile. Diventa perciò centrale, anche in tema d’appalto, calibrare l’interpretazione di norme e vicende alla luce di princípi apicali (ad es., quello di proporzionalità) che sono diventati patrimonio comune dei giuristi contemporanei.
Con taglio istituzionale destinato agli studenti, si analizzano le implicazioni pratiche degli istituti della nullità virtuale e delle nullità di protezione, con il corredo di note essenziali.
I punti nevralgici della sentenza annotata riguardano, rispettivamente: l’individuazione del momento della denuncia dei gravi difetti dell’opera immobiliare destinata a lunga durata ai fini della decorrenza del termine di prescrizione di cui all’art. 1669 c.c.; gli angusti limiti entro i quali è possibile esimere da responsabilità l’appaltatore che abbia dato fedele esecuzione a un progetto errato. Il commento si pone in termini sostanzialmente adesivi a quanto deciso dalla Corte fiorentina, la quale ha riallineato le questioni controverse all’orientamento della giurisprudenza prevalente, che era stato invece disatteso dal giudice di prime cure.
Il commento agli articoli del Codice civile dedicati all'appalto è condotto con taglio critico, alla luce degli orientamenti maturati dalla dottrina e dalla giurisprudenza sul tema.
Il commento prende in analisi le questioni correlate agli elementi costitutivi del contratto di appalto, riguardato anche in relazione alle distinzioni con altri tipi negoziali e alla specie costituita dal subappalto. In questa chiave, sono studiate anche le norme che riguardano la determinazione del corrispettivo e la fornitura della materia.
Il commento agli articoli del Codice civile in tema di nullità è svolto con taglio critico e alla luce degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali maturati nel corso degli anni.
Il commento si sofferma in via generale sulle problematiche relative all'inquadramento della nullità nel sistema delle patologie negoziali e prende in esame le principali questioni legate alle cause invalidanti: distinzioni fra contratto illegale e contratto illecito, fra nullità virtuali e testuali, casistica relativa.
Il commento prende in esame le norme inerenti alla responsabilità dell'appaltatore per vizi e difformità dell'opera, evidenziando i rimedi applicabili (anche nella particolare ipotesi della garanzia decennale per i beni immobili) e i rapporti con le previsioni che, in via generale, disciplinano l'inadempimento delle obbligazioni.
Lo scritto concentra l’attenzione sui requisiti di forma che, nella legislazione di derivazione europea, appaiono preordinati alla protezione dei consumatori e dei contraenti deboli, cercando di evidenziare come la loro funzione ne modelli di volta in volta il regime giuridico. Negli eterogenei contesti applicativi del neoformalismo la nullità del contratto, e dunque la sua caduta, non costituiscono esito indefettibile del difetto di forma: l’ordinamento seleziona le conseguenze del mancato rispetto delle singole prescrizioni alla luce dell’attuazione delle istanze di tutela sottese a ciascuna di esse.
Il tema della tutela apprestata dagli artt. 128 ss. cod. cons. in favore del consumatore, a fronte del difetto di conformità del bene scambiato, è stato affrontato dalla dottrina prevalente nel prisma esclusivo delle costruzioni concettuali elaborate attorno al contratto di compravendita. Ciò ha determinato una visione parziale dei numerosi problemi sollevati dalla disciplina in esame la quale, per converso, trova applicazione anche ad altri schemi contrattuali e, in primis, all'appalto di beni di consumo. Proprio all'analisi di questa figura è dedicato il presente contributo, che ha l'ambizione di dimostrare come numerose opzioni interpretative, prospettate avendo riguardo all'applicazione delle norme del codice di settore ad ipotesi di compravendita, debbano essere riviste allorquando le medesime norme operino nel contesto di un appalto.
Lo scritto prende in analisi i profili personali delle convivenze di fatto alla luce di un ordinamento giuridico in continua evoluzione. Nel merito, pur nella palmare impossibilità di imporre a tali tipologie di rapporti il crisma della vincolatività legale, si pongono in evidenza, sulla scorta di dati normativi e giurisprudenziali, i molteplici indici che ne disvelano la rilevanza giuridica.
La relazione, pubblicata con ampio corredo di note, ha tracciato i confini attuali del controllo di meritevolezza sui contratti e sugli atti di autonomia, soffermandosi sull'ambito di applicazione del controllo e sui rapporti con l'omologo sindacato di liceità.
L’articolo si sofferma sulle problematiche relative ad àmbito di applicazione e contenuto del controllo di meritevolezza sugli atti di autonomia negoziale. Alla stregua delle relazioni con il tema della causa e delle indicazioni rivenienti dalle fattispecie concrete prese in esame, trova agio la tesi che estende la valutazione di meritevolezza a tutti i contratti, tipici e atipici, salvaguardandone al contempo l’autonomia concettuale dal controllo di liceità.
Lo scritto prende in esame le correlazioni fra illiceità del contratto e reato, con particolare attenzione alle ipotesi di contratto usurario, corruzione e frode ala legge.
Il commento raggruppa le previsioni normative che - attraverso il tendenziale divieto di convalida e la disciplina della conversione - toccano la delicata materia del recupero del contratto nullo. Materia, come noto, arricchita di importanti implicazioni per effetto della normativa di derivazione comunitaria.
Nell'ottica della riconcettualizzazione del diritto dei contratti, seguita alla legislazione dei derivazione comunitaria, il contributo prende in esame il sistema delle invalidità e le profonde modifiche che esso ha subito per effetto dell'introduzione delle c.dd. nullità di protezione. La chiave di volta del fenomeno è individuata nelle necessità di superare le categorie tradizionali della nullità e dell'annullabilità, aprendo a una rilettura complessiva dell'intero strumentario rimediale.
Il commento alla pronuncia della Corte di appello di Napoli ne evidenzia la corretta metodologia di approccio al problema del collocamento sul mercato di strumenti finanziari opachi e ad alto rischio. Sebbene in alcuni passaggi della motivazione il giudicante sembri appiattirsi sulla distinzione (ormai superata) fra regole di comportamento e regole di validità, la sostanza della decisione è pienamente condivisibile. Degni di accoglimento appaiono infatti sia l’inquadramento dell’operazione entro il fenomeno del collegamento negoziale, sia l’individuazione del giusto rimedio nella nullità per immeritevolezza della funzione perseguita.
Lo scritto si sofferma sul trattamento rimediale previsto nell'ipotesi in cui il subappalto sia stato stipulato in difetto di autorizzazione del committente. La sanzione della nullità, unanimemente riconosciuta quale rimedio più adeguato per il caso del subappalto pubblico, viene invece esclusa nell'ipotesi in cui venga in conto un appalto privato: in tal caso il difetto di autorizzazione fornisce azione al committente per invocare, più semplicemente, la responsabilità per inadempimento dell'appaltatore.
L’incidenza della dottrina sulla giurisprudenza in tema d’appalto si è manifestata, per diversi decenni, attraverso il recepimento di molte delle soluzioni che erano state proposte da Domenico Rubino nella sua ineguagliata opera di sistemazione della materia. I mutamenti oggi intervenuti nel sistema delle fonti normative di riferimento e nella dimensione dei rapporti economici impongono tuttavia un ripensamento più profondo, anche alla luce del rinnovato approccio ai problemi del diritto civile, ormai dominato dal ruolo apicale dei princípi. I canoni normativi rappresentati dalla proporzionalità e dalla ragionevolezza, divenuti pervasivi nella metodologia ermeneutica della dottrina contemporanea, costituiscono le chiavi di lettura per testare i passi avanti compiuti dalla prassi applicativa, ma anche le occasioni mancate e le prospettive evolutive nella definizione delle vicende contrattuali legate al contratto d’appalto.
L’incidenza della dottrina sulla giurisprudenza in tema d’appalto si è manifestata, per diversi decenni, attraverso il recepimento di molte delle soluzioni che erano state proposte da Domenico Rubino nella sua ineguagliata opera di sistemazione della materia. I mutamenti oggi intervenuti nel sistema delle fonti normative di riferimento e nella dimensione dei rapporti economici impongono tuttavia un ripensamento più profondo, anche alla luce del rinnovato approccio ai problemi del diritto civile, ormai dominato dal ruolo apicale dei princípi. I canoni normativi rappresentati dalla proporzionalità e dalla ragionevolezza, divenuti pervasivi nella metodologia ermeneutica della dottrina contemporanea, costituiscono le chiavi di lettura per testare i passi avanti compiuti dalla prassi applicativa, ma anche le occasioni mancate e le prospettive evolutive nella definizione delle vicende contrattuali legate al contratto d’appalto.
La prospettiva storica relativa alla tutela dell'aderente, a partire dalla disciplina che il Codice civile dedica alle condizioni generali di contratto fino all'odierna prospettiva consumeristica, viene ripercorsa attraverso l'analisi ragionata del contributo che in materia è stato offerto dalle pubblicazioni del prof. Vito Rizzo.
La riflessione sui presupposti di rilevanza giuridica delle convivenze di fatto è in corso da diverso tempo. Nella relazione essa viene condotta nel prisma delle innovazioni apportate all’istituto per effetto della legge n. 76 del 2016.
Lo scritto ripercorre l'evoluzione della teorica delle invalidità. Essa risulta scandita in tre fasi: la concettualizzazione, figlia dell'influsso delle costruzioni della Pandettistica e soltanto in parte recepita nel Codice civile; la deconcettualizzazione, imposta dalle innovazioni apportate dalla legislazione di derivazione comunitaria; le prospettive di riconcettualizzazione, rispetto alle quali, peraltro, si esprime l'auspicio di un approccio non dogmatico e categoriale, ma aderente alla flessibilità dei connotati che attualmente debbono necessariamente ascriversi alle invalidità.
Il commento agli articoli passa in rassegna tutte le questioni controverse concernenti il regime dell'azione di nullità: in particolare, legittimazione allargata e ristretta, rilievo d'ufficio e suoi limiti, imprescrittibilità dell'azione e prescrizione delle correlate azioni di ripetizione delle prestazioni dedotte in contratto.
Su impulso della legislazione comunitaria, le nullità di protezione sono state introdotte nel nostro ordinamento da un paio di decenni. L’impatto sul sistema nazionale delle invalidità negoziali è stato inizialmente dirompente e ha dato vita a un vivace dibattito interpretativo, imponendo ai giuristi contemporanei il ripensamento di categorie e modelli che sembravano consolidati. Tornando sull’argomento a quindici anni di distanza dal suo primo studio in materia, l’autore propone una riflessione aggiornata ai numerosi sviluppi recentemente intervenuti sia a livello legislativo, sia in letteratura e nella prassi giurisprudenziale. L’attenzione è rivolta in particolare agli interessi tutelati dalle predette patologie e alle peculiarità che, conseguentemente, ne caratterizzano il regime giuridico in punto di legittimazione all’azione, rilevabilità d’ufficio, potere di convalida e tecniche di eterointegrazione del contratto parzialmente nullo.
Il commento, ponendo in apice il principio di conservazione, analizza i regimi giuridici della nullità parziale, riguardata nell'ipotesi di cui all'art. 1419 c.c. (nullità di parte del contratto o di singola clausola) e in quella di cui all'art. 1420 c.c. (nullità del contratto plurilaterale in cui sia colpito il vincolo di uno solo dei contraenti). Spazio è dato anche ai recenti sviluppi della nullità parziale necessaria, propria delle patologie introdotte di recente dalla normativa comunitaria.
Lo scritto ha ripercorso il contributo di alcune recenti sentenze di merito rese nel campo dell'intermediazione finanziaria e, in particolare, vertenti su azione di nullità per vizio di forma, ex art. 23 t.u.f., promossa dall'investitore. In particolare, si evidenzia come l'esercizio abusivo della tutela prevista in favore del cliente tenda in misura crescente ad essere paralizzato dalla giurisprudenza attraverso una condivisibile lettura funzionale della norma predetta.
La relazione prende in analisi le peculiarità delle ODR, evidenziando l’importanza che esse concorrano ad accrescere la fiducia dei consumatori operanti nel mercato virtuale. Il nodo gordiano è costituito dall’individuazione di strumenti e regole utili a coniugare celerità della procedura ed esigenze di giustizia sostanziale.
Pur nelle rispettive differenze proporzionalità e ragionevolezza possono, combinandosi, offrire un ausilio prezioso all’interprete nell’individuazione del «giusto rimedio». In questa chiave di lettura il lavoro fa innanzi tutto il punto sulle recenti acquisizioni dottrinali che, in modo organico, hanno teorizzato l’assunto in premessa. Sul formante applicativo, traendo occasione da un recente arresto della Cassazione, prende atto di un percorso giurisprudenziale che, se in alcuni àmbiti ha fornito esiti significativi, in altri manifesta qualche perdurante resistenza a superare un approccio metodologico formalistico.
Il commento prende in esame le norme relative alle vicende patologiche, le quali determinano l'interruzione anticipata del contratto di appalto: recesso, impossibilità sopravvenuta, morte del prestatore. Sono anche analizzate le previsioni di chiusura, relative ai diritti che sono attribuiti agli ausiliari dell'appaltatore e al rinvio, per gli appalti di durata, al regime giuridico della somministrazione.
Numerosi autori italiani e stranieri si sono confrontati sulle tematiche che, nel corso della sua carriera accademica, hanno formato oggetto dei principali interessi scientifici del prof. Vito Rizzo.
Il commento prende in esame le norme che, all'interno della disciplina dell'appalto, riguardano le vicende inerenti all'esecuzione del contratto e all'incidenza che queste hanno su entità e pagamento del corrispettivo. In particolare, sono approfondite le disposizioni sulle varianti in corso d'opera, sul potere direttivo attribuito al committente durante i lavori, sulla revisione del prezzo e su verifica a pagamento dell'opera.
Valorizzazione della ricerca nell'ambito dei beni culturali, archeologici, storico-artistici ed ambientali. In particolare: valutazione di impatto archeologico; carta del rischio archeologico; ricognizione di superficie; scavo archeologico; diagnostica archeologica (prospezioni geofisiche); rilievo topografico e di dettaglio; cartografia archeologica; fotogrammetria finalizzata; analisi storico-urbanistiche finalizzate ad acquisire la conoscenza necessaria e propedeutiche alla redazione di strumenti urbanistici e agli interventi di restauro di immobili e centri storici; valutazione delle tipologie di danno e di degrado dei centri storici; sviluppo, ricerca e certificazione di metodologie applicative per la conservazione ed il restauro.
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