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Giovanni Mongiello
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/17 - Disegno
Settore ERC 1° livello
PE - Physical sciences and engineering
Settore ERC 2° livello
PE8 Products and Processes Engineering: Product design, process design and control, construction methods, civil engineering, energy processes, material engineering
Settore ERC 3° livello
PE8_3 Civil engineering, architecture, maritime/hydraulic engineering, geotechnics, waste treatment
DISEGNO PROPULSORE PER CERVELLI STANCHI Giovanni Mongiello Luigi Mongiello In un’epoca dominata dal “segno” digitale, che spazia dalla scrittura a tutte le forme di comunicazione, gli autori esplorano la disciplina del DISEGNO quale unica strada percorribile per la materializzazione delle idee, pervenendo alla conoscenza degli elementi che configurano la sua "struttura molecolare". Il saggio focalizza l’attenzione sull’esperienza che molti considerano, concettualmente, come sistema con funzioni "pluriuso", ma che, invece, è un processo capace di esplicitare le idee che andranno a materializzarsi nella realtà. Tentando di capire come estrapolare la logica del Disegno, approssimandosi alle verità nascoste nella probabile operatività della mente umana, dove l'antispazio prefigura ed immagina i pensieri dello spazio con una dimensione che accoglie, escogita e genera i fenomeni inerenti all'invenzione delle forme.
Il volume analizza il tema dell’idea rinascimentale dell’architettura concepita in Puglia dal pensiero quattrocentesco e cinquecentesco, costruito sull’eredità della cultura romana, romanica e gotica. Questo importante fenomeno culturale e architettonico è all’origine di un lungo e accidentato processo che scaturisce, non soltanto dai noti esempi fiorentini ma, soprattutto dall’ormai elevato grado di maturità raggiunto dall’architettura gotica, che ne ha impedito, di fatto, una ulteriore evoluzione espressiva, e dalla contemporanea perdita della connotazione religiosa dell’architettura, che ha provocato anche, la scomparsa graduale degli architetti “religiosi” a vantaggio del pensiero architettonico laico, individuale e retribuito.
IL WATERFRONT DI BISCEGLIE conoscenza storica ed analisi del confine tra città e mare. Giovanni Mongiello La conoscenza di una zona così particolare come il waterfront di un sistema urbano, ovvero quella zona che identifica il confine del costruito con il mare, tra terra ferma e mare, comporta necessariamente un’analisi dettagliata della sua evoluzione storica per comprendere quale sia stata la sua evoluzione nel tempo. Viene quindi svolta un’analisi per immagini cartografiche storiche ed iconografiche che vedono questo particolare ambito territoriale, così importante per il sistema difensivo come per quello commerciale, protagonista fortemente legato all’evoluzione del nucleo abitato con cui ne divide strettamente le vicende storiche.
TECNICHE DI MODELLAZIONE TRIDIMENSIONALE APPLICATE ALL’ARCHEOLOGIA CON L’AUSILIO DEI MODELLI DI COLORE. La ricerca, impostata con la finalità di incrementare la documentazione delle indagini archeologiche, converge sulla possibilità di realizzare modelli sperimentali, di tipo tridimensionale, idonei a configurare adeguatamente i luoghi che sono sottoposti a scavi archeologici. La sperimentazione si basa sulla possibilità di realizzare modelli 3D elaborando i dati insiti nelle planimetrie bidimensionali e nelle ortofoto di un sito. Lo scopo è mettere a punto un protocollo da applicare ad un contesto archeologico per il quale, come base di dati, si dispone dei rilievi planimetrici, rappresentati con linee e quote altimetriche dei manufatti presenti sul terreno e delle ortofoto del sito. Elaborando questi dati si vuole ricavare un modello tridimensionale attraverso l’analisi del colore. La sperimentazione ha assunto come modello di studio una porzione affiorante del villaggio neolitico denominato “il Pulo”, ubicato nel territorio di Molfetta in provincia di Bari. Le informazioni disponibili inerenti al caso di studio, sono stati un’ortofoto ed una planimetria realizzata in Autocad. La planimetria, riportava dettagliatamente il contesto archeologico nel piano orizzontale (assi X-Y), mentre si aveva una scarsa informazione riferita al piano verticale (asse Z), con quote rilevate su alcuni elementi che componoevano l’ambito analizzato. La metodologia studiata consiste nell’analisi dei dati disponibili, realizzati per uno scopo differente e quindi poveri di alcune informazioni, per l’elaborazione del modello tridimensionale dell’elemento rappresentato in planimetria. La procedura è composta da vari step per il trattamento dell’immagine e per la fasatura dei parametri necessari per l’elaborazione di tutti i dati disponibili. L’elaborazione digitale dell’ortofoto, con l’analisi delle gradazioni di colore, permette di ricavare le quote altimetriche restituendo il modello 3D dell’elemento. La sperimentazione di questa metodologia operativa, applicata al modello archeologico, fornisce un risultato fortemente legato al trattamento dell’ortofoto, che rimane fondamentale per la successiva elaborazione dei dati planimetrici, di tipo puramente numerico.
LE ARCHITETTURE ARAGONESI E SPAGNOLE IN PUGLIA. Matriale per la costruzione di un repertorio dei caratteri stilistici degli edifici del primo Rinascimento. Nelle città della parte settentrionale del territorio dell’odierna provincia di Bari, come Bitonto, Barletta, Andria, Trani, Molfetta, Bisceglie, la situazione presenta un panorama ricco di elementi architettonici, testimonianza dell’elevata qualità dello sviluppo architettonico del primo Rinascimento meridionale. Oltre che essere ricche di testimonianze relative al rinascimento, questi centri urbani, presentano nei loro palazzi delle analogie con quelli di Napoli e della Campania, perché provenienti da un comune patrimonio culturale, giustificato dalla loro appartenenza al demanio del Regno, casi pressoché unici durante la dinastia aragonese. Il materiale raccolto in questo volume, concreto per la costruzione di un repertorio di caratteri stilistici, evidenzia l’affermarsi di una famiglia di elementi architettonici che pur nella loro varie¬tà, mostrarono una comune matrice culturale legata al resto d’Europa, all’influenza araba e all’idea di Rinascimento impegnata soprattutto nella restaurazione dell’ordine architettonico.
The research activity here reported, study the influences that have had the Iberian skilled workers on the forms of architectural expression in the south of Italy. In this context, we focused on the defensive structures of Daunia and more generally in the “Terra di Capitanata”, corresponding nowadays the province of Foggia, in Apulia. Numerous studies have been conducted on the defensive structures , the typological, architectural features, the construction phases and the techniques used, but the individual structures were investigated as separate entities, and not as components of a system organic and functional for safety of settlements and roads (large paths “tratturi”). The present research concerns the analysis of the whole defensive system, by relating the local context to urban centers, and to centers of agricultural and pastoral activities (“Dogana delle Pecore”).
Il colore nell'architettura. Elemento emozionale per la rappresentazione e realizzazione del costruito. Nell’ambito della rappresentazione architettonica, merita una riflessione l’approccio che questa ha con il colore e la modalità con cui si rapporta con questa proprietà che, necessariamente, ne definisce nello spazio i volumi, condizionandone il loro aspetto. Il colore che assume l’architettura, rappresentata o costruita, può avere significati molto diversi. L’analisi parte dalle rappresentazioni dell’architettura nelle opere pittoriche sino a giungere alla fotografia e alla modellazione virtuale computerizzata, confrontandole con i casi reali. Con la nascita della fotografia in bianco e nero e maggiormente con quella a colori, il colore dei prospetti e degli interni architettonici assume una importanza sempre maggiore, sino a “condizionarne” le colorazioni e il loro aspetto. Questo fenomeno, non a molti noto, ha influenzato la colorazione degli edifici, ma anche la colorazione degli interni. Nella realtà, il colore degli edifici delle grandi metropoli, che all’osservatore comune sembrano dettati dalla ”archistr” del momento, se analizzati attentamente, si scoprono essere frutto di studi molto accurati che vanno ben oltre il puro aspetto estetico. Si pensi ai colori delle architetture di Las Vegas, dove tutto è realizzato in funzione di attirare e trattenere il giocatore il più possibile. I colori con cui si identificano le architetture di una famosa azienda di fast-food, hanno alle loro radici studi di psicologia ben precisi. Con la bioarchitettura e le costruzioni passive il colore della “pelle” esterna dell’edificio diviene un fattore importante per la regolazione climatica. Ma ancora, nell’ambito della rappresentazione virtuale, i colori delle architetture illustrate nei fumetti cambiano con le epoche, con uno stretto legame con la condizione sociale ed economica del periodo in cui vengono realizzate le “strisce parlanti”. Nei videogiochi, le architetture realizzate come sfondo al mondo virtuale nel quale interagisce il giocatore, sono realizzate con combinazioni ben precise di colori, al fine di “trattenere” il giocatore il più a lungo all’interno della piattaforma ludica. In alcuni videogiochi, il colore si rende principale protagonista, divenendo il mezzo per svelare l’architettura dell’ambiente di gioco, senza il quale i volumi architettonici, pur se presenti nel “quadro”, non sono svelati perché non colorati. L’analisi di questi ambiti aventi il colore come fattore comune, scaturisce nella definizione spaziale del costruito, che viene definito come volume solo con la presenza del colore, il quale esplicita l’idea mentale della costruzione.
Il campo del rilievo architettonico ha subito negli ultimi anni un cambiamento esponenziale, dovuto principalmente alla capacità di restituire modelli digitali tridimensionali del costruito di grande accuratezza, tali da costituire un “modello digitale informativo”, in grado di definire spazialmente il rilievo in ogni suo particolare. Nello specifico, la modellazione digitale del parlato architettonico di strutture particolari come quelle dei trulli, comporta la ricerca di metodologie di rappresentazione digitale tali da realizzare un modello 3D reale della copertura. La soluzione di tale problema porta il disegnatore all’utilizzo di strumenti di modellazione alternativi a quelli consueti, consentendo la ricostruzione realistica di tali oggetti.
In an overview of fortresses in Apulia we can discern different architectural styles, which are the result of alterations made over the centuries. Here, we would like to draw attention to a little known aspect of the fortresses, that of their intrinsic form, better expressed by the term "form factor". For brevity, we shall investigate two structures in Apulia, which had very different functions, the castle of Monte Sant'Angelo (FG) and Castel del Monte in the countryside near Andria (BAT). Although the "forms" are different, both were used for similar functions, given that the first rulers and their descendants inhabited them. The historical events of the castle on Monte Sant'Angelo are varied: from being built in honour of the Archangel, to being a war machine, a safe haven for Crusaders leaving for the Holy Land, and finally a prison and animal shelter. It was certainly the largest military machine in the Gargano, and was modified over time to adapt to the changing tactics of war. On the other hand, Castel del Monte is not a true fortress, since it lacks the moat, bastion, drawbridge and all those characteristics which identify it as such. While not a fortress, this site, like Monte Sant'Angelo, was a shelter for robbers and farm animals, a safe haven to escape from the plague, and later a prison, for 12,000 days, for Frederick, Henry and Enzo, sons of Manfred of Hohenstaüfen, nephews of the Emperor Frederick II of Swabia.
IL WATERFRONT DELLA CITTÀ DI BISCEGLIE MODELLI DI STUDIO PER LA LETTURA E RAPPRESENTAZIONE DI UN TESSUTO URBANO DI CONFINE Se si vuole studiare un territorio urbano e le sue architetture e poi rappresentare le dinamiche evolutive individuando le leggi ordinatrici che hanno regolato l’espansione di una città, le scelte che si propongono riguardano la molteplicità degli aspetti, anche immateriali, delle relazioni tra le componenti individuate e da analizzare. La crescente attenzione dell’opinione pubblica alla salvaguardia del territorio e per il controllo della qualità ambientale, ha aumentato l’interesse verso i temi di riqualificazione edilizia divenuta un’operazione ormai inderogabile, che ha spinto alla predisposizione di piani d’intervento per riqualificare aree urbane e suburbane. In questa sede, si indaga sul tessuto urbano degradato, identificato dalla linea del mare della città di Bisceglie – insediamento di antica origine, situato sulla costa adriatica, a nord di Bari, le cui problematiche architettoniche e urbanistiche hanno assunto da qualche anno sempre maggiore interesse. Ma, rappresentare questa realtà, è un’operazione estremamente complessa, soggettiva, e spesso imprevedibile nei suoi esiti. Si analizzano, quindi, le possibili metodologie per la visualizzazione di questo ambiente, partendo dal disegno o dalla scienza della rappresentazione, che riproduce linee e angoli utilizzando strumenti analogici sino a giungere alla rappresentazione virtuale e per immagini composte esclusivamente da elementi digitali.
La trattazione dell’argomento prende in esame l’effettiva necessità di considerare una realtà organica quale il nucleo urbano di Ruvo, allo stesso tempo, nella sua espressione del rapporto strutturale con il territorio che ne ha determinato la scelta del sito, la misura dell’impianto, la gerarchia con i nuclei urbani adiacenti. In tale ottica il “concetto di città” non può prescindere dall’adesione al reale e dall’operazione di selezione di un impalcato di segni indispensabili a figurare un tipo specifico diverso dagli altri, di altre aree o di altri momenti storici. L’attività scientifica della rappresentazione, seppur apparentemente descrittiva, può contemplare un piano progettuale poiché fornisce i mezzi necessari ad utilizzare gli oggetti del rilievo quali elementi facenti parte di un processo attivo, sempre in evoluzione. La rappresentazione della persistenza degli stadi di sviluppo rende comunicabile l’analisi del rischio che comporta ogni visione episodica della crisi.
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