Effettua una ricerca
Fiammetta Fanizza
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
Area 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/07 - Sociologia Generale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH2 Institutions, Values, Environment and Space: Political science, law, sustainability science, geography, regional studies and planning
Settore ERC 3° livello
SH2_9 Urban, regional and rural studies
Oltre le definizioni di terza e quarta età, ed anzi contro le facili stigmatizzazioni, in questo saggio gli anziani vengono intesi alla stregua di una "nuova generazione", ovvero come persone con orizzonti di vita sempre più pieni e variegati. Generazione, quindi, e non categoria, con specifici bisogni, non solo esistenziali ed emotivi, ma finanche commerciali. Bisogni da cui nascono comportamenti e condotte che rischiano troppo superficialmente di venir giudicate giovanilistiche, e che invece sono rivelatrici di trasformazioni sociali che riguardano l'intero complesso della popolazione. A tale proposito, il saggio riporta i risultati di una ricerca etnografica svolta sugli anziani che si dedicano ai balli di gruppo con l'intenzione di dimostrare quanto quest'attività rappresenti, non solo uno svago, ma una maniera per intraprendere un percorso di emancipazione. Infatti, specie nel caso delle donne anziane, il ballo di gruppo consente di sviluppare autodeterminazione e, così, di sperimentare modi e maniere paritarie di relazione tra i sessi.
Questo articolo affronta il tema delle occasioni di socializzazione che avvengono in rete. In particolare, sulla base dei risultati di un'indagine svolta nel 2014, si interessa della componente emotiva e della disponibilità affettiva degli adolescenti, sia per comprendere se e quanto il mondo virtuale condiziona la loro vita quotidiana, sia per istituire una connessione tra tecnologie ed "educazione ai sentimenti". Nel confutare molte delle credenze circa la natura patologica delle dipendenze che gli adolescenti svilupperebbero attraverso i social network, l'obiettivo è mettere in luce le potenzialità che il legame tra tecnologie digitali ed educazione ai sentimenti può esplicare in campo sociale e nelle relazioni tra genitori e figli.
Concepito per far acquisire agli studenti universitari cognizioni circa l’importanza di un approccio rigoroso e razionale per le scienze umane e sociali, obiettivo del volume è far comprendere che un orientamento logico-matematico non è alternativo bensì complementare ed integrativo per lo studio della sociologia. Si tratta quindi di un testo scritto per spiegare l’utilità dell’apprendimento della statistica all’interno degli studi umanistici e, in particolare, per accompagnare e in un certo senso rendere più “concrete” le spiegazioni sul fondamento, i contenuti e la missione scientifica della sociologia. Sulla scorta di questo proposito, il convincimento che ispira l’organizzazione degli argomenti trattati è che, più che la statistica in quanto tale, è la statistica in quanto strumento a rappresentare un indispensabile ausilio per introdurre i temi dell’epistemologia, ossia per chiarire le questioni legate alla necessità/opportunità di una compenetrazione e commistione tra umanesimo e scienze cosiddette esatte. Per tale ragione il volume, articolato in sette capitoli, cerca di unire lo studio della sociologia a quello della metodologia della ricerca sociale. Cosicché, dopo un primo capitolo introduttivo, i capitoli secondo e terzo trattano della costruzione del disegno della ricerca, ovvero forniscono una descrizione delle principali fasi della rilevazioni dei dati nonché della presentazione degli stessi, evidenziandone gli aspetti metodologici, mentre nei restanti capitoli vengono presentati, con il ricorso a molti esempi pratici, gli strumenti fondamentali per l’analisi dei dati (rapporti statistici, valori medi, variabilità e relazioni tra variabili).
La costruzione intersoggettiva della realtà, intesa come risultante fondata sull'analisi di alcuni imprescindibili dispositivi concettuali come immaginazione, identità, memoria e valore, è affrontata da una duplice prospettiva: sociologica e storico - filosofica. In maniera comparativa, sociologia e filosofia entrano in campo per proporre modelli esplicativi e per chiarire la complessità dei rapporti intersoggettivi e interculturali che definiscono gli attuali orizzonti globali delle società contemporanee.
Attraverso l’analisi della relazione tra tecnologie smart ed educazione ai sentimenti questa ricerca indaga la reale, possibile o potenziale interazione emotiva positiva che si instaura tra i giovani e i loro genitori e familiari.Condotta su un campione di studenti medi superiori della città di Ostuni, la ricerca esplora interpretazioni alternative rispetto a quelle che tendono a rappresentare i giovani come pressoché indifferenti e apatici. I risultati sconfessano molti luoghi comuni e disegnano un quadro che va oltre le etichette. Soprattutto, i dati raccolti descrivono uno scenario diverso dallo stereotipo del “videodipendente”: uno scenario all’interno del quale la relazione comunicativa non solo è possibile ma può arricchire di contenuti e significati lo scambio e il confronto intergenerazionale.
During the last years, several Italian town-planners have considered the concept of urban transition only in a positive way, like something aprioristically able to produce new social practices and new paradigms to represent reality. The aim of this paper is to analyse the effects of URBAN Program in the metropolitan area of Bari. Because the focus is on the link between urban renewal and need of empathy (this latest is useful to outline a genuine urban contest), the main arguments are compared with the effects produced by the botulinum toxin used in plastic surgery. The turning point is the need of affectivity, or, better to say, regards the affectivity into human relationships as well as into relations toward public institutions who determines a new normative tension usefull to reconfigure the human being and his forms (feelings, emotions, values and languages).
Speaking of gentrification means speaking interculturalism. Because it is a process of urban renewal, the gentrification is epistemologically supported by an approach in which the design, the organization and the management of interventions in urban areas must take into consideration the cultural effects. About the trasformation of the social morphology, it's important consider that the evaluation of the socio-cultural aspects is necessary condition without which the process of gentrification can't be accomplished and anyway will not make sense. For these reasons, we can assert that interculturalism is the backbone of the whole process of gentrification
L'intenzione di questo saggio è fornire un contributo alla comprensione delle ragioni che hanno innescato il processo di riforma delle Province in Italia. In particolare, con lo specifico obiettivo di valutare l'impatto sulle popolazioni oltre che sui territori, il saggio si occupa di approfondire da un punto di vista sociologico le conseguenze del nuovo impianto normativo in termini di rappresentazione, organizzazione e gestione del potere a livello locale. A tal fine, gli argomenti e i ragionamenti sviluppati in 4 distinti capitoli non si limitano a evidenziare punti di forza e di debolezza partendo della legge 56 del 2014, ma si occupano principalmente di analizzare criticamente il concetto di città metropolitana e di area vasta così come stigmatizzati dal legislatore. In questa prospettiva, riflettendo criticamente sulle ragioni dettate da presunte finalità di spending review ed altresì passando in rassegna le "ragioni di opportunità" che hanno determinato la soluzione adottata dal legislatore, il saggio analizza la relazione tra obiettivi e strumenti introdotti per conseguire una policy ed una governance capace, nelle intenzioni, di determinare validi punti di intersezione tra dinamiche globali e locali ed avviare una trasformazione e/o una ridefinizione delle politiche locali in ragione della messa a punto di reali strategie di sussidiarietà.
Attraverso l’analisi della relazione tra tecnologie smart ed educazione ai sentimenti questa ricerca indaga la reale, possibile o potenziale interazione emotiva positiva che si instaura tra i giovani e i loro genitori e familiari.Condotta su un campione di studenti medi superiori della città di Ostuni, la ricerca esplora interpretazioni alternative rispetto a quelle che tendono a rappresentare i giovani come pressoché indifferenti e apatici. I risultati sconfessano molti luoghi comuni e disegnano un quadro che va oltre le etichette. Soprattutto, i dati raccolti descrivono uno scenario diverso dallo stereotipo del “videodipendente”: uno scenario all’interno del quale la relazione comunicativa non solo è possibile ma può arricchire di contenuti e significati lo scambio e il confronto intergenerazionale.
Con riferimento agli apparati teorici e teoretici della sociologia e della filosofia, il volume cerca di dare una definizione di spettacolarizzazione attraverso l’analisi di alcune delle sue manifestazioni. Nella convinzione che il significato e la funzione della spettacolarizzazione debbano essere valutate in conseguenza degli effetti prodotti in termini di nuovi linguaggi, identità, comportamenti, abitudini e pratiche sociali, la riflessione è complessivamente incentrata sullo studio dei risultati della materializzazione dell’esperienza umana quale processo di degenerazione consumistica che provoca la dispersione di riferimenti, di valori e di contenuti indispensabili per assicurare all’uomo la libertà di espressione e di critica. Traendo spunto dalla lezione di Guy Debord, per il quale lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale tra individui mediato da immagini, i saggi si interrogano ed al tempo stesso riflettono criticamente sulla possibilità che lo spettacolo, “forma storica del nostro tempo”, non si configuri come semplice orizzonte di senso edificato dall’uomo, ma come tessuto connettivo all’interno del quale il soggetto contemporaneo – lo spettatore, appunto – costruisce e costituisce le pratiche della propria esistenza e della propria identità. Spettacolo e spettacolarizzazione non sono dunque accidenti: non si possono aggirare od orientare attraverso la libera volontà dell’individuo. Spettacolo e spettacolarizzazione sono, invece, concezioni del mondo che si oggettivano in realtà effettuali, in forme vive del corpo, della società e degli attori sociali del nostro tempo. E quindi la spettacolarizzazione, quale attività inarrestabile e performante che senza sosta indirizza e conforma i soggetti nella contemporaneità, esplica la propria forza pervasiva proprio mettendo in luce il potere uniformante ed in-formante che la società nelle sue pluriverse manifestazioni esprime e sviluppa.
Con riferimento alla rilevazione fenomenologica di un orizzonte storico, politico e socio-culturale plurale, questo articolo riprende i temi trattati da Charles Wright Mills nel suo celebre saggio per richiamare l'attenzione sull'impiego di approcci, categorie e strumenti idonei a spiegare i fenomeni sociali. In particolare affronta il tema del disorientamento valoriale delle scienze umane e sociali e la possibilità di indagare la complessità degli scenari sociali globali. Tale disorientamento reclama l'apertura verso una 'scienza normale', capace di conseguire risultati importanti 'negli affari umani', al fine di pervenire a una interpretazione costruttiva della realtà sociale.
Il testo prova a valutare gli esiti delle rigenerazioni urbane attraverso la lente della comunità. Con specifico riferimento al concetto di bellezza ne considera l'utilizzo in relazione ad un presunto modello necessario/desiderabile. Proprio quest'ultimo determina una forma particolare di spettacolarizzazione che comporta una radicalizzazione della percezione dello spazio urbano come spazio quasi disumanizzato. A tal fine, assumendo i principio della gentrification in chiave paradigmatica, lo sviluppo del centro storico di Foggia viene valutato al fine di verificare quanto il concetto di "tragico urbano" sia declinato nelle scelte urbanistiche. Tali declinazioni producono effetti considerevoli nell'assetto della polis, ovvero, più specificatamente, nella possibilità di praticare la cittadinanza in maniera autentica e non spettacolarizzata. Il tema centrale di questo articolo ruota dunque intorno al rapporto tra sistemazione dello spazio urbano e condivisione di pratiche sociali. Si concentra quindi sulla possibilità di considerare gli effetti “allargati” della funzione della pianificazione urbanistica per attivare meccanismi di riconoscimento identitari. Questi sono estremamente importanti per assegnare valore etico e morale alla ricerca della bellezza come patrimonio e, diciamo pure, "bene comune". Quale strumento preferenziale attraverso il quale i metodi ed i processi selezionati per la gestione dello spazio diventano utili per il governo della res pubblica generalmente intesa, la bellezza può determinare il tragico urbano nel senso che può concretamente disegnare la città, dettando i modi, i tempi e gli stili di vita urbani in modo da non consentire allo sviluppo di trarre contenuti significativi per attivare pratiche di political engagement. Negli ultimi anni, la ricerca di un soddisfacente compromesso tra governo del territorio e diritti sociali urbani ha acquisito centralità nell’esperienza giuridica, come confermano i tanti programmi di tipo complesso che hanno provato a realizzare obiettivi d'interesse collettivo attraverso il miglioramento dell’assetto strutturale delle città, specialmente nei centri storici di molte citta del Sud Italia. Peraltro, sebbene molti degli interventi abbiano riguardato il recupero dei patrimoni storico-artistici, sovente hanno rivolto specifica attenzione al perseguimento di una funzione sociale connessa con miglioramenti di carattere economico. Di contro, l'interesse del legislatore al tema dell'equità, anche nell'ottica di arginare le conseguenze negative derivanti da un eccessivo sfruttamento di suolo urbano e da una sfrenata esposizione agli effetti della spettacolarizzazione consumistica, induce a riflettere sulla possibilità che lo strumento urbanistico abbia ancora molte potenzialità inespresse. Quasi il legislatore nel corso dell'ultimo decennio avesse acquisito contezza del pericolo, sembra infatti che si stia cominciando ad intendere la pianificazione urbanistica come un'attività propedeutica ad uno sviluppo del territorio organizzato secondo un orizzonte di ripartizione universalistica della qualità delle condizioni di vita.
Attraverso l’analisi della relazione tra tecnologie smart ed educazione ai sentimenti questa ricerca indaga la reale, possibile o potenziale interazione emotiva positiva che si instaura tra i giovani e i loro genitori e familiari.Condotta su un campione di studenti medi superiori della città di Ostuni, la ricerca esplora interpretazioni alternative rispetto a quelle che tendono a rappresentare i giovani come pressoché indifferenti e apatici. I risultati sconfessano molti luoghi comuni e disegnano un quadro che va oltre le etichette. Soprattutto, i dati raccolti descrivono uno scenario diverso dallo stereotipo del “videodipendente”: uno scenario all’interno del quale la relazione comunicativa non solo è possibile ma può arricchire di contenuti e significati lo scambio e il confronto intergenerazionale.
Con riferimento agli apparati teorici e teoretici della sociologia e della filosofia, il volume cerca di dare una definizione di spettacolarizzazione attraverso l’analisi di alcune delle sue manifestazioni. Nella convinzione che il significato e la funzione della spettacolarizzazione debbano essere valutate in conseguenza degli effetti prodotti in termini di nuovi linguaggi, identità, comportamenti, abitudini e pratiche sociali, la riflessione è complessivamente incentrata sullo studio dei risultati della materializzazione dell’esperienza umana quale processo di degenerazione consumistica che provoca la dispersione di riferimenti, di valori e di contenuti indispensabili per assicurare all’uomo la libertà di espressione e di critica.
During the last years, several Italian planners have considered the concept of urban transition only in a positive way, like something able to produce new social practices and new paradigms to represent reality. The aim of this paper is to analyses the transition effects in the metropolitan area of Bari (a large town located in Southern Italy). Since this thesis takes the cue from the results of recent studies regarding the negative effects on the affective tone produced by the botulinum toxin used in plastic surgery, this paper argues that public works are performed according to an aesthetic view that denies the value of beauty as sociability. In few words, the transition fights the affectivity, because the transition determines a new normative tension that tries to reconfigure the human being and his forms (feelings, emotions, values and languages).
How can we restore fundamental values on a political and cultural level? Taking this question as a starting point, the book identifies the notion of sociological imagination as a suitable method to address the widespread disorientation within the human and social sciences. In particular, the three essays included in this volume, focuses on the role of sociology as a tool to analyse the socio-political effects and consequences produced by the loss of structural beliefs. While exploring the difficulties we face in an age of ethical uncertainty, the books offers different perspectives on the interpretation of social phenomena and suggests a fascinating vision of how to re-imagine our representation of reality .
Usually planning is considered a top-down process: people participation is limited to a simple public hearing and planners have the power to make the real choices. Because in planning everything would not work by itself, it's important to understand what happens when participation produces frustration and any solutions seem far from what citizens need. This article takes cue from the rebuilding of the Ninth Ward of New Orleans after the hurricane Katrina. The aim is to discuss the strength of a transformative education program focusing the attention on the importance of the taking care about each other. The article also describes the interesting the work of over 150 students of three different faculties (Cornell-Columbia-Illinois "practical partnership") to find a comprehensive strategy for the rebuilding of the city. Because this article assumed that planner's job is to help a community to have a vision of its own and of its future, it argues about the function of the relationship between planning and urban condition. At last, the turning point of its analysis is how planning can evaluate the inner feelings of a community to rebuild a common hope.
Per aprire una riflessione intorno ai caratteri culturali che definiscono le specificità identitarie degli abitanti di un luogo, l’analisi delle forme di relazione tra i diversi territori urbani può rappresentare la maniera attraverso la quale provare a rifondare le pratiche sociali. In questa prospettiva, la sistemazione dello spazio urbano risulta determinante per la definizione del rapporto tra cittadini e res pubblica. Infatti, se la città cominciasse ad essere intesa prima che come spazio fisico, come paesaggio e come racconto, risulterebbe assai evidente il ruolo che gli interventi di pianificazione e di progettazione urbanistica esercitano nella costituzione della civitas. La materializzazione della città ha provocato la dispersione, prima, e lo smarrimento, poi, del logos. Il territorio urbano, infatti, non è stato più assunto come ambito in cui la ricerca delle condi- zioni di vita deve presupporre e favorire il continuo processo di scambio tra elementi naturali e culturali. Intendere la città come struttura di cambiamento e di mobilità sociale implica una visione secondo la quale è attraverso l’organizzazione dello spazio pubblico, o meglio della res publica, che la politica può recuperare il valore e la funzione sociale di identità collettive ed individuali. La difesa socio-culturale della città può dunque essere condotta mediante la ricerca di un codice comunicativo che definisce l’agire comune assegna significati e recupera appartenenze identitarie. In tal senso, è necessario per gli attori politici impegnarsi al massimo per favorire una riappropriazione della dimensione pubblica, intesa, sia in quanto spazio e sfera pubblica, sia in quanto pieno e libero esercizio di diritti sociali di cittadinanza. Si tratta di un tema che, prima ancora del rapporto tra civitas e azione politica, investe il registro narrativo che la politica deve introdurre nei contesti urbani per consentire al political engagement di intervenire in coerenza con il principio di sussidiarietà costituzionalmente sancito. In buona sostanza, si tratta sia di istituire una relazione di significato tra ricerca del consenso e strumenti di governo della cosa pubblica, sia di intendere la politica come narrazione al fine di elaborare un nuovo paradigma per la condizione di vita urbana.
Condividi questo sito sui social