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Elena Laurenzi
Ruolo
Ricercatore a tempo determinato - tipo A
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/02 - Storia delle Dottrine Politiche
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il saggio ricostruisce gli episodi salienti dell'esilio romano di Maria Zambrano, mettendone in luce l'importante azione di promotrice, nel nostro paese, di autori, riviste ed imprese culturali della Spagna e dell'America Latina. Si descrive altresì l'ambiente culturale della Roma degli anni '50 e si passa in rassegna il gruppo di esiliati spagnoli che vi si stabilirono, con l'obiettivo di fornire un quadro contestuale tanto culturale come politico all'incontro tra maria Zambrano e Alfons Roig.
Il volume raccoglie le lettere scambiate tra Elena Croce e Maria Zambrano, inedite fino a questo momento. Si deve alla curatrice il reperimento dei documenti negli archivi della Fondazione Benedetto Croce di Napoli e della Fundación María Zambrano di Vélez Màlaga, la ricostruzione delle lettere incomplete e la datazione di quelle incerte, la traduzione delle lettere di Zambrano dallo spagnolo all’italiano, e la stesura dell’apparato critico (Saggio introduttivo e note). La corrispondenza si svolge in un periodo che va dal 1954 al 1990 e consiste in un corpus di 146 lettere, di cui 85 lettere (manoscritte e dattiloscritte) di María Zambrano a Elena Croce e 61 lettere (manoscritte e dattiloscritte) di Elena Croce a María Zambrano. Si tratta di un documento di straordinaria rilevanza sia per l’approfondimento del pensiero di María Zambrano sia per lo studio dell’azione culturale e politica svolta da Elena Croce negli anni 50 - 70, tuttora trascurata dalla storiografia letteraria. Le lettere nel loro insieme tracciano inoltre un quadro del panorama politico e culturale e dell’ambiente intellettuale della Roma degli anni ’50, ’60 e ’70.
Il saggio ricostruisce i luoghi di apparizione e analizza il campo semantico dell'immagine della bambina nell'opera di Zambrano. Nella posizione strategica occupata dalla metafora nel complesso degli scritti di Zambrano si mette in evidenza il suo significato focale per la riflessione della filosofa. L'analisi del campo semantico manifesta altresì il significato della bambina quale metafora politica legata all'esperienza della Repubblica, e quale allegoria filosofica associata al tema dell'aurora, che è centrale nella fenomenologia della luce zambraniana.
Il saggio coglie l'occasione dell'omaggio a Giuliano Campioni per riflettere sulla trasmissione del sapere filosofico e analizzare il rapporto di discepolato filosofico e mettere a fuoco due modelli: quello del maestro e quello della guida filosofica o spirituale. L'analisi si concentra sul rapporto di Maria Zambrano con il "maestro" Ortega, e mette a fuoco la presenza cruciale di Nietzsche quale guida filosofica ad ogni bivio in cui il percorso filosofico di Zambrano si separa da quello di Ortega
Il saggio esamina gli scritti politici della filosofa María Zambrano insieme ad alcuni testi dedicati alla posizione delle donne nella società e nella cultura, con l’obiettivo di verificarne l’attualità e la rilevanza per il dibattito sulla cittadinanza delle donne che attraversa il femminismo dalla seconda metà del secolo XX. Con questo obiettivo si mettono in dialogo le pagine di Zambrano con alcuni testi di teoriche contemporanee quali Carol Pateman, M. Luisa Boccia, Carla Lonzi, Marisa Forcina, Françoise Collin, Lia Cigarini, Joan Scott, Marilyn Friedman, attorno a tre nodi tematici: le ambivalenze ei paradossi del concetto di individuo; la sfida dell’amicizia alla divisione tra pubblico e privato; il rapporto tra cittadinanza e lavoro
Il saggio indaga il valore dell'opera di María Zambrano alla luce della più recente letteratura relativa alla cittadinanza delle donne. Si mettono in luce diversi temi sui quali la riflessione di Zambrano anticipa quella attuale: a)la critica all’individualismo astratto della teoria liberale classica e la rappresentazione del soggetto politico attraverso la nozione di persona, concepita come prospettiva situata sul mondo comune; b) il valore politico della categoria di amicizia, intesa come confronto e reciprocità tra soggettività pari e differenti; c) la centralità del lavoro come categoria della cittadinanza attiva; d) la riflessione sul carattere simbolico e non solo normativo della cittadinanza.
El ensayo se centra en el debate alrededor de la diferencia entre los sexos que se desarrolla en la Revista de Occidente en los años 20, y analiza las diferentes respuestas de Rosa Chacel y María Zambrano a las teorías dualistas de Simmel y de Ortega. A través del contraste entre las dos pensadoras, se dibujan dos diferentes modalidades de plantear la diferencia entre los sexos que vertebran el pensamiento feminista durante todo el siglo XX.
El ensayo se centra en el debate alrededor de la diferencia entre los sexos que se desarrolla en la Revista de Occidente en los años veinte, y analiza las diferentes respuestas de Rosa Chacel y María Zambrano a las teorías dualistas de Simmel y de Ortega. A través del contraste entre ambas pensadoras, se dibujan dos diferentes modalidades de plantear la diferencia entre los sexos que vertebran el pensamiento feminista durante todo el siglo xx.
Nell’opera di Zambrano, Dell’aurora, la figura di Nietzsche appare, insieme a quella di Ortega, nel capitolo dedicato a “Los seres de la aurora”, e la associazione tra il filosofo tedesco e la luce aurorale ricorre in vari altri scritti della filosofa. Il mio intervento intende esplorare questa associazione, esplicitandone le diverse implicazioni e significati. Si analizzano il senso e il valore che la metafora dell’aurora assume nell’opera di Nietzsche e in quella di Zambrano, evidenziandone le coincidenze e le distanze.
El ensayo reconstruye, en la primera parte, la actitud de Zambrano hacia la Guerra civil: su participación, la crítica a las posiciones pacifistas de los intelectuales españoles y europeos, el debate con Mounier y la Revista Esprit. En la segunda parte se describe la revista Hora de España, fondada por Zambrano con otros jóvenes intelectuales republicanos, y en la tercera parte se ahonda en algunos ensayos escritos en los años 70 donde se perfila una crítica al historicismo y la proposición de un paradigma de lectura de la historia que prefigura el paradigma de las luciérnagas propuesto por Georges Didi-Huberman
Il saggio presenta un articolo di Maria Zambrano intitolato "Il venerato Larousse" , pubblicato anonimo, sotto la sigla "ABC" nella rivista "Settanta" diretta da Leonardo Cammarano e da Elena Croce. A partire dall'analisi critica delle voci contemplate nel volume di Julia Didier, Dictionaire de la philosophie, pubblicato proprio quell’anno 1972 dall’editore Larousse di Parigi, l’articolo di Zambrano discute i criteri della definizione del canone filosofico e tratta del silenzio sotto cui la cultura egemonica (la cultura enciclopedica francese, nella fattispecie) passa le manifestazioni di culture e saperi “periferici”. Il saggio ricostruisce ed esamila le circostanze e le vicende della apparizione (e sparizione) dell'articolo di Zambrano, come un esemplificazione delle stesse dinamiche di esclusione e silenziamento messe in luce dalla autrice .
Saggio introduttivo del volume "Il pagliaccio e la filosofia", a cura di Elena Laurenzi, che riunisce due saggi rari di Maria Zambrano sulla figura del clown e su Chapling in particolare. Il saggio introduttivo ripercorre brevemente la storia della fortuna di Charlot nel periodo tra le due guerre mondiali e nell'immediato dopoguerra, riassumendo le letture di Benjamin, Arendt, Kracauer per poi mettere in evidenza analogie e peculiarità della lettura zambraniana del personaggio.
El ensayo explora algunas de las consonancias que se manifiestan entre las obras de Iris Murdoch y de María Zambrano, evidenciando las conexiones que se pueden atribuir a la compartida influencia weiliana, así como sus respectivas distancias de la filósofa francesa. El análisis se centra en particular en la crítica compartida al individualismo político y filosófico, para evidenciar como ésta desemboque, en cada autora, en un diferente uso y en diferentes acepciones de la categoría de persona. The paper aims at exploring some of the close correspondences between the work of Iris Murdoch and María Zambrano, and at revealing both the connections and divergences which can be interpreted against the background of the common influence of Weil on their respective work. In particular, the article focuses on the critique to the philosophical and political individualism wich is shared by the three philosophers, and shows how it triggers in each of them a different use and meaning of the category of person.
Edizione critica di due saggi di Zambrano, fino a ora inediti in italiano: "Il pagliaccio e la filosofia" e "Charlot o dell'istrionismo. Nel 1953, a pochi mesi dall'uscita nelle sale di "Luci della ribalta" e dalla controversa espulsione di Chaplin dagli USA, Maria Zambrano pubblica i due scritti raccolti in questo volume: "Charlot o dell'istrionismo" e "Il pagliaccio e la filosofia", due brevi omaggi all'arte del clown che danno luogo a una meditazione filosofica profonda sul riso e sulla potenza metaforica del gesto comico. Figura della terra, della povertà e dell'umiliazione, il pagliaccio è a un tempo presenza sottile, capace di sublimare la gravità e l'inerzia della condizione umana attraverso la leggerezza, la gratuità e l'apparente inconsistenza del gesto. Nella piroetta di Charlot o nell'istantanea del pagliaccio che, inseguendo un nulla inafferrabile, fa apparire come per magia la possibilità delle cose, la pensatrice esiliata riconosce un'immagine della libertà del pensiero e la cifra della vocazione poetica della propria filosofia.
Il legame con la politica è un aspetto nodale della filosofia e della biografia di María Zambrano che è rimasto piuttosto disatteso dalla letteratura critica. È Zambrano stessa a dichiarare che la sua giovinezza «fu “la” politica», riferendosi alla propria militanza per la promozione della Repubblica e alla propria partecipazione alla Guerra Civile. Questo studio dimostra che sulla politica Zambrano non cessò di riflettere nel corso del suo lungo esilio e fin dopo il suo ritorno in Spagna. Gli undici capitoli del volume seguono le tappe di questa riflessione sul piano storico e su quello teorico-filosofico. Sul piano storico ricostruiscono le circostanze politiche cui il pensiero di Zambrano risponde e la tradizione di pensiero con la quale mantiene un dibattito vivo, approfondendo in particolare il suo dialogo con: Nietzsche, Bergson, Scheler, Heidegger, Weil, Benjamin, de Rougemont, Mounier, Ortega, Croce. Sul piano teorico, mettono a fuoco alcune questioni e nodi rilevanti nell’opera di Zambrano che permangono attuali nella riflessione contemporanea sulla crisi e sulle antinomie della Politica: la libertà, la persona, la comunità, l’utopia, l’immaginazione nella sua relazione con il giudizio, la misericordia, il silenzio, la differenza sessuale. In questa direzione, il volume tesse la trama di un dialogo anacronistico tra l’opera zambraniana e quella di autori contemporanei quali Adriana Cavarero, Marisa Forcina, Françoise Collin, Wendy Brown, Jean Luc Nancy, Georges Didi Huberman, Paul Ricoeur, Roberto Esposito, Michel Foucault.
Il saggio esplora alcune coincidenze tra le opere di Iris Murdoch e di María Zambrano, mettendo in evidenza le connessioni che possono essere attribuite alla comune influenza weiliana, ma anche le rispettve distanze dalla filosofa francese. L’analisi si centra in particolare nella critica all’individualismo politico e filosofico, aspetto condiviso dalle tre pensatrici prese in esame, per esaminare le specifiche modalità secondo cui tale critica conduca, in ogni autrice, a un uso specifico e a diverse accezioni della categoria di persona.
Il saggio analizza il contributo fondamentale fornito dalla pensatrice belga Francoise Collin alla elaborazione di strumenti analiticiper la critica letteraria e filosofica femminista.Nella prima sezione si riflette sulle tipologie di approccio all'opera delle donne prevalenti nella letteratura femminista e se ne mettono in luce le criticità. Nella seconda si ripercorrono le obiezioni sollevate da Collin all'approccio decostruzionista e a quello essenzialista, e nella terza sezione si mette a fuoco il concetto politico di "praxis" che Collin elabora come concetto di analisi politica e si argomenta la opportunità del suo utilizzo nell'ambito degli studi critici, a caratterizare la relazione peculiare tra lo studioso (e la studiosa) e l'opera analizzata.
Il saggio decostruisce il luogo comune del silenzio delle donne nella storia. Nella prima sezione discute i limiti delle politiche di emancipazione che affondano le radici nell'Illuminismo ed enfatizzano il silenzio delle donne come un mero risultato della discriminazione e dell'oppressione senza considerare la complessità della questione della libertà femminile, che impone di considerare quest'ultima non solo come una questione di diritti ma anche come una questione di ordine simbolico. Nella seconda sezione si fa riferimento alla filosofa belga Françoise Collin, la quale suggeriva che la storiografia egemonica (ivi compresa la storiografia femminista prevalente) non è capace di rendere giustizia ai contributi anonimi e silenziosi che persone comuni danno al mondo. Nella terza sezione si analizzano il romanzo di Benito Pérez Galdós , Misericordia, e i saggi di Zambrano dedicati allo stesso, ove il silenzio femminileappare come una forma di azione strategica e creativa.
Breve saggio dedicato a Carolina de Viti de Marco, sorella del noto economista Antonio, e agli ideali del femminismo pratico che nutrirono la sua azione e il suo progetto politico e sociale, volto a promuovere la cittadinanza femminioe attraverso il lavoro e la valorizzazione del sapere artigianale.
Il saggio prende le mosse dall'ultima delle Lezioni americane di Italo Calvino dedicata al tema della leggerezza, che lo scrittore rappresenta come attitudine a un tempo estetica e politica capace di contrastare l'inerzia e l'opacità del mondo. Tale proposta viene messa a confronto con l'"elogio della gravità" che la giovane Maria Zambrano levava, già nel 1930, contro il carattere astratto e disincarnato dell'arte d'avanguardia dei primi del '900, seguendo ma anche andando oltre le critiche del suo maestro Ortega all'arte "disumanizzata" . L'analisi si centra dunque sulla dicotomia leggerezza-gravità mostrando come essa si giochi nelle intersezioni tra estetica e politica. Si mostra in questo senso la ,distanza tra il materialismo atomistico dello scrittore italiano e il materialismo delle cose e dei corpi propugnato dalla pensatrice spagnola, e, sul fronte letterario, si illuminano il senso e le implicazioni della rispettiva predilezione per la poesia di Guido Cavalcanti e di Dante Alighieri.
El ensayo reconstruye la presencia de la imagen de la niña en la obra de Zambrano, los textos y contextos de su aparición y el campo semántico del que forma parte. El análisis pone en luz la originalidad de la actitud filosófica zambraniana, al poner al centro de su reflexión una imagen de infancia femenina totalmente ausente en la tradición filosófica occidental.
Il saggio ricostruisce l'influsso del pensiero di Simone Weil -e in particolare delle sue teorie sulla letteratura e sul suo rapporto con la morale- nella scrittrice Elsa Morante. La prima parte del saggio mette in luce elementi della filosofia di Weil nella poetica di Morante (centrandosi soprattutto sul tema della responsabilità, dell'attenzione, del realismo). La seconda parte del saggio analizza il romanzo La storia alla luce delle analisi esposte nella prima parte.
Il saggio si centra sulle posizioni assunte da Maria Zambrano e Rosa Chacel rispetto alle teorie in voga agli inizi del XX secolo sulla differenza tra i sessi e sull'amore. La prima parte analizza la relazione di discepolato che legò la filosofa Maria Zambrano e la scrittrice Rosa Chacel al grande pensatore José Ortega y Gasset, molto apprezzato e influente nei circoli giovanili studenteschi e negli ambienti avanguardisti della Madrid degli anni '20. La seconda parte ripercorre le idee orteghiane sull'amore alla luce del dibattito sulla crisi di civiltà dell'Europa e la crisi del rapporto tra i sessi che trova spazio nella Revista de Occidente da lui diretta, e mette a fuoco il debito e al contempo i fraintendimenti di Ortega rispetto alle teorie di Georg Simmel. La terza e la quarta parte analizzano le rispettive posizioni di Rosa Chacel e di Maria Zambrano, mettendo in luce come esse prefigurino il dibattito tra sostenitrici dell'uguaglianza e della differenza che attraversa il pensiero politico femminile e femminista della seconda metà del '900.
Il saggio analizza l'esperienza politica giovanile di Maria Zambrano come esperienza fondante dello sviluppo della sua filosofia. Nella prima parte si ripercorrono le tappe dell'impegno politico di Zambrano dalla militanza nelle organizzazioni studentesche pro-repubblicane fino all'esilio. Nella seconda parte si approfondiscono i temi filosofici della democrazia e della libertà
This essay takes as its starting point the discipleship that linked both María Zambrano and Rosa Chacel to the philosopher José Ortega y Gasset, and analyses their distancing from the mentor with regard to his views on love and male–female relations. The analysis focuses on essays from the 1930s and 1940s in which the two young authors discuss the "metaphisic" of sexual difference that circulated in Europe during the interwar period and, above all, the writings of Simmel an Jung wich were translated and published by Ortega in his Revista de Occidente. Zambrano and Chacel’s responses to Ortega articulate the “woman question” in different ways, by underlining the iguality or the difference between sexes, and bring forward the discussion that crosses the twentieth-century feminism in Europe. The article also aims to show the centrality of these youthful texts on love and gender relations to Zambrano and Chacel’s mature thought, by examining their influences on their subsequent work.
Il saggio prende spunto dall'amicizia intellettuale e politica tra Elena Croce e Maria Zambrano per confrontarsi con alcune delle recenti teorie sul rapporto tra amicizia e politica. Vengono presi in esame i testi di Augusto Illuminati, Maurice Blanchot, Jacques Derrida e Francesca Brezzi. La tesi del saggio è che l'amicizia tra Croce e Zambrano manifesta una propensione a ripensare i termini della cittadinanza in quelli della philia.
Il volume raccoglie saggi di Elena Laurenzi e Pina de Luca, che girano attorno al motivo della materia e alle sue varie modulazioni nell'opera di Maria Zambrano. I tre saggi firmati da Elena Laurenzi si centrano in particolar modo sui temi della differenza sessuale, della leggerezza nel suo rapporto con la gravità, della libertà politica rivisitata da Zambrano in una prospettiva ontologica che mette al centro la comunità e l'esserci-con. In queste diverse prospettive, l'opera di zambrano viene letta in rapporto a autori contemporanei quali Maurice Blanchot, Jacques Derrida, Italo Calvino.
Il saggio analizza la questione della trasmissione nell'opera matura di Maria Zambrano, prendendo le mosse dai saggi dedicati alla rivisitazione dell'esperienza della Guerra civile Spagnola. Si mette in evidenza la relazione intergenerazionale e in particolare il rapporto che la filosofa intrattenne con i giovani della generazione nata sotto il franchismo quale motore della memoria storica, per poi delineare il rapporto "sagittale" che la ricostruzione storica intesse con il presente come fondante del suo significato e valore politico.
Questo libro offre un profilo di María Zambrano in qualità di lettrice di Nietzsche, e di Friedrich Nietzsche letto, commentato, discusso e amato da Zambrano. Si tratta del primo studio esaustivo degli scritti – editi e inediti- che Zambrano dedica al filosofo dello Zarathustra. Il motivo conduttore dell’aurora – metafora condivisa dai due autori e che dà il titolo a due rispettive opere - permette di illuminare le stazioni in cui il percorso filosofico di Zambrano interseca quello di Nietzsche, e di mostrarne tanto le affinità e le coincidenze ( in termini di eredità dirette o indirette) come le discrepanze e le incompatibilità. Sullo sfondo, si delinea il contesto storico, politico e filosofico da cui la lettura zambraniana prende le mosse, e sul quale si staglia nella sua “inattualità”. Un Nietzsche inedito, antieroico, tragico e “aurorale”, emerge da questa lettura, in cui gli elementi filosofici e teorici si intrecciano indissolubilmente con quelli politici, oltre che biografici ed esistenziali. Più che una serie di studi, gli scritti di Zambrano su Nietzsche sono i capitoli di un dialogo ininterrotto, segnato da una profonda affinità anche se non privo di dissidi. La ricostruzione di questo tratto essenziale, mantenuto nel corso dell'intera produzione filosofica della pensatrice spagnola e intensificato nei suoi passaggi più delicati, permette di cogliere l’ “amicizia stellare” tra due “menti sorelle”. I titoli dei capitoli riflettono i temi trattati: la morale dell'eroe; il tema della crisi storica e personale; il superuomo; la concezione delal storia e la critica zambraniana all'eterno ritorno; la interpretazione della follia dell'ultimo Nietzsche alla luce della misericordia.
Il saggio ripercorre i momenti salienti dell'amicizia tra Zambrano e Croce, descrive la collaborazione intellettuale tra le due pensatrici e mette in luce il significato politico di tale relazione. Si mette in evidenza, in particolare, il riferimento all'eredità del liberalismo, che entrambe rivendicano come lascito delle rispettive figure paterne
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