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Alessandro Capone
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/06 - Letteratura Cristiana Antica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_1 Classics, ancient literature and art
Si analizza un passo di Gregorio di Nazianzo (Or. 5,15,7), mettendo in evidenza, alla luce della tradizione trattatistica, l'uso di una figura retorica nella polemica con l'imperatore Giuliano.
After an introduction, which outlines the status quaestionis of the problem regarding Hieronymus’ authorship of the Tractatus in psalmos, the paper focuses attention on the interpretation of the image of the tree which has fruits and leaves (Sal 1,3), by highlighting Origen’s influence and the particularity of Hieronymus’ exegesis. The same method of analysis is applied to the interpretation of the image of the treasure in earthen vessels (2Cor 4,7) and of the meaning of the name of Jesus. The research allows us to understand the features of Hieronymus' philology and offers further proof in favour of Hieronymus’ authorship of the Tractatus.
Obiettivo del contributo è di mettere a fuoco il ruolo significativo che il capitolo iniziale di 1 Cor riveste all’interno della polemica tra Celso e Origene: si tratta di un brano richiamato spesso dall’Alessandrino, in quanto noto al pagano, o come tale supposto, al fine di chiarirne la retta interpretazione e di stornare di conseguenza il timore che il messaggio cristiano non volesse rivolgersi, o non fosse adatto, anche alle classi socialmente e culturalmente più elevate.
The article presents some critical remarks on the recent book by Sabino Chialà: La perla dai molti riflessi. La lettura della Scrittura nei padri siriaci, Magnano 2014.
The paper is divided into three parts: First, it traces and contextualizes the references to Apollinaris which can be found in Basil’s correspondence. Then, it focuses attention on Basil’s and Gregory’s interpretation of some biblical passages, particularly Heb 1,3, in the confutation of Apollinaris’ and Eunomius doctrines. Finally, it examines a passage from Contra Sabellianos ascribed to Apollinaris and a fragment from Apollinaris quoted by Gregory in Antirrheticus. The results of the research enable us to define the impact of Basil on Gregory’s theology in the polemic against Apollinaris.
Obiettivo del presente contributo è puntare l'attenzione sui contrasti che l’apollinarismo suscitò nei contesti sociali e culturali in cui si diffuse. Tenendo l'analisi ancorata allo sfondo dello specifico dibattito dottrinale, l'autore descrive l'atteggiamento e i movimenti di Apollinare e dei suoi discepoli ad Antiochia, Roma e Milano e mette in luce inoltre alcune modalità di diffusione e strategie argomentative proprie della polemica apollinarista.
Lo scopo del presente studio è di mettere in evidenza l'importante ruolo che C. Babington e D. Comparetti giocarono nella storia delle edizioni dei papiri di Iperide. In particolare alcune lettere e altri documenti, qui pubblicati per la prima volta, illustrano le relazioni tra i due studiosi e il loro impegno nella pubblicazione e diffusione delle orazioni di Iperide. Infine è possibile comprendere i molti motivi che rallentarono e bloccarono il progetto del giovane Comparetti di pubblicare gli opera omnia dell'antico oratore.
Te paper examines the preface of CE III with the aim of shedding light on the characteristics of the fight carried out by the Nyssen, the movements of defence and attack, and finally those points considered by the opponents to be either strong or weak. A comparison of this passage with the rest of the author's production and an analysis of some important sources helps to bring to light a stratified and articulated substratum, in which context it will be possible to place and better understand the preface of CE III.
L'articolo discute alcuni problemi testuali presenti nei passi in esame: nel primo caso difende la lezione tràdita (iucundius) in luogo della correzione abitualmente accolta (ieiunius); nel secondo caso propone una nuova lettura del passo dedicato Licinus Macer.
Il presente contributo chiarisce il significato delle espressioni utilizzate dalle fonti in riferimento alla pubblicazione dell'editto di Galerio e getta qualche luce sulle concrete modalità di pubblicazione dello stesso editto. L'indagine, che si allarga anche al primo editto anticristiano di Diocleziano, dimostra che probabilmente i due documenti furono pubblicati su un supporto agile e deperibile e affissi in luoghi pubblici.
The present contribution retraces the reception of the episode of Paul’s escape from Damascus in early Christian literature and focuses particular attention on the critique related by Ambrosiaster, by placing it in the cultural context of Rome at the end of 4th century.
I Tractatus in Psalmos furono scoperti e pubblicati da G. Morin tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Sulla base di vari riscontri l’editore attribuì i nuovi testi a Girolamo, di cui fino a quel momento era pressoché sconosciuta la produzione omiletica, datandoli al primo decennio del V secolo, quando lo Stridonense si trovava a Betlemme. L’attribuzione fu accettata unanimemente, fino a quando nel 1980 V. Peri non propose di intendere i Tractatus come la traduzione geronimiana delle omelie di Origene. Tale tesi ebbe largo successo in Italia, ma incontrò l’opposizione di alcuni studiosi della scuola francese, che continuarono a sostenere la paternità geronimiana. Qui si pubblicano il testo latino di Morin, rivisto dal curatore, e la traduzione italiana, corredata da un ampio commento che consente di inquadrare i Tractatus all’interno di una corretta prospettiva esegetica, ampia e articolata, che tenga conto della paternità geronimiana e dell’innegabile influenza origeniana.
Obiettivo del presente contributo è presentare le principali indagini e le personalità degli studiosi più significativi nel campo degli studi patristici in Italia agli inizi del XX secolo.
L'articolo è diviso in due parti: nella prima V. Ugenti traccia gli ambiti più significativi nei quali si è sviluppato il tema del viaggio, reale o simbolico, nel cristianesimo delle origini; nella seconda A. Capone compie un'indagine filologica puntuale sul viaggio nell'aldilà dell'apostolo Paolo all'interno della polemica tra pagani e cristiani.
La dottrina cristiana delle virtù cardinali ha una storia. In particolare, l'idea che la carità sia una virtù cardinale e che sia la madre di tutte le virtù. Il contributo documenta che le radici della dottrina affondano nella polemica dottrinale tra Agostino e gli Stoici, come documentato nell'Epistola 167 di Agostino. Ripercorre la storia successiva della dottrina, le cui radici polemiche vengono obliate, sino a ricomparire, documentate e studiate, negli scritti di Alberto Magno.
Dopo l’elezione di Teofilo a vescovo di Alessandria, Gregorio di Nissa gli indirizza una lettera, chiedendogli il suo appoggio contro i seguaci di Apollinare. Obiettivo del contributo è tentare di ricostruire il perché Gregorio abbia chiesto proprio il sostegno di Teofilo e quale sia stata l’occasione concreta della lettera.
Il contributo ricostruisce la tradizione manoscritta della versione latina del De salutari epiphania contra Apollinarium (= Pseudo-Atanasio, Contra Apollinarium liber II) e propone alcune note critiche su dei passaggi che meritano di essere discussi.
Although the contents and argumentation of the text De opere et eleemosynis are plain and simple, many questions still remain unanswered, such as for instance the work's date, to whom it was addressed and its literary genre. The paper traces the work and at the same time highlights fundamental aspects for the interpretation. In this perspective, Augustine’s evidence appears especially important: though in a different historical context and with different aims, he quotes extensive excerpts from the De opere et eleemosynis.
Il contributo prende in esame due passi del De pallio (1,1 e 2,3): per il primo propone un emendamento testuale, per il secondo l'analisi delle modalità di riuso delle fonti classiche.
The contribution, which mainly focuses attention on Jerome’s Tractatus in psalmos, examines the symbolic interpretation proposed by the Stridonian regarding the numbers four, ten, seven and eight, which provide useful elements for the reconstruction of the cultural background of the Stridonian. The aim of the study is to understand, limited to the subject in question, the characteristics of Jerome’s hermeneutic practices, exploiting the comparison with the parallels present in his production or in that of contemporary authors and identifying possible sources or exegetical paths that allow a better understanding of the fundamentals of Jerome’s interpretation.
Il presente contributo si propone di discutere alcuni passi dell'Oratio de Cleonymi hereditate, allo scopo di affrontare problemi testuali finora trascurati e di precisare alcuni interventi critici. La discussione dei vari luoghi metterà in evidenza la necessità di una nuova edizione critica del testo d'Iseo, che, pur tenendo conto dei contributi dei filologi moderni, cerchi di rispettare, laddove sia possibile, il testo tràdito.
Il volume presenta l'edizione critica con traduzione italiana a fronte di due testi greci pseudoepigrafi abitualmente noti con il titolo di Dialogi de sancta Trinitate IV-V (CPG 2284). Gli opuscoli, che appartengono ad autori e ambienti culturali differenti, sono incentrati sui problemi sollevati dalla controversia apollinarista e sono stati assemblati insieme ad altri scritti in un periodo che non si può definire con precisione, quasi a formare un corpus delle principali eresie tra IV e V secolo. Per il quarto dialogo, oltre al testo greco, si pubblicano anche l'antica versione latina e quella armena, grazie alle quali è stato possibile non solo sciogliere alcuni problemi testuali, ma anche avere uno sguardo d'insieme su tutta la tradizione del testo. Le note di commento e gli indices (locorum Sacrae Scripturae e verborum) completano il volume, che offre pertanto anche un contributo significativo per la comprensione della polemica apollinarista.
The object of this study regards the three sections of De incarnatione Christi contra Apollinarium (= De incarnatione contra Apollinarium liber I [CPG 2231]), in which the Greek text can be compared with the Latin and Armenian versions. In this perspective, firstly, the Greek manuscript tradition will be re-examined and, secondly, the data offered by the ancient translations will be considered, in order to reconstruct, as far as possible, an overall outline of the textual tradition.
Il presente contributo prende in considerazione alcune sezioni testuali dei Tractatus in psalmos e dei Tractatus in Marcum in cui Gerolamo affronta delle obiezioni anticristiane riconducibili a Porfirio. L'analisi consentirà di mettere in luce la specificità della confutazione dello Stridonense all'interno della tradizione polemica tra pagani e cristiani, la coerenza argomentativa e retorica con il resto della produzione di Gerolamo e infine il valore delle repliche all'interno dei Tractatus.
Lo studio analizza la situazione della città di Costantinopoli negli anni 379-383 con l'obiettivo di mettere in luce le caratteristiche dei fenomeni politici e religiosi. Il punto di partenza è il ben noto passo del Discorso di Gregorio di Nissa "Sulla divinità del Figlio e dello Spirito Santo". Il contributo intende cogliere le relazioni esistenti tra ortodossi ed eretici, quale tipo di penetrazione sociale ebbero il cristianesimo ortodosso ed eterodosso e infine qual era lo scopo delle ordinanze imperiali. Ne emerge un quadro molto complesso e articolato: la composizione dei gruppi sociali e religiosi e sociali esige di essere compresa in maniera più approfondita nel loro diversificato intersecarsi; l'ortodossia di Costantinopoli era principalmente, se non esclusivamente, aristocratica; le leggi imperiali erano mosse da un intento pragmatico e avevano lo scopo di tutelare la sicurezza e l'ordine pubblici. In tale frangente Gregorio di Nissa assume un ruolo sempre più importante, quale espressione dell'élite nicena della città.
This contribution focuses attention on the lexical and syntactic features of the Latin version of the Letters to Cledonius: in the passages examined it highlights the differences between the translation and the Greek text, recreates the practices and the strategies of the translator, with particular reference to the two Letters and in some cases to other of Gregory of Nazianzen's texts as reported in Laur. San Marco 584. Lastly the article evaluates the genuineness of the Latin text that was handed down and the possible supply to the constitution of the Greek text.
The present study sets out to define to what extent Isidore was familiar with Tertullian’s works. The starting point is the analysis of the manuscript tradition of Carthaginian writings and a reexamination of Tertullian’s memoirs, already dealt with in specific studies, highlighting the textual variants and the value in Isidore’s text. In this perspective it is possible to compose an overview, specifying those Carthaginian writings which were used by the Bishop of Seville and describing the relationship between the medieval corpora which have passed on Tertullian’s works.
Nel De pallio Tertulliano si difende dalla critica di aver dismesso la toga romana per indossare il pallio di origine greca, sostenendo che il cambiamento è condizione costante della vita e del mondo. Si pubblicano il testo latino, che tranne qualche caso riproduce quello stabilito da M. Turcan (Paris 2007), la traduzione italiana e un commento puntuale, preceduti dall'introduzione che inquadra l'opera.
The analysis of the narrative sections of the Macarius Magnes’ Apocriticus highlights the particular accuracy of the Christian replay from a rhetorical point of view, as testified by many classical reminiscences, used to discredit the opponent, and by recourse to the instruments of the polemic between rhetoricians, with the aim of presenting the exuberant eloquence of the heathen ironically. On the whole the study brings out the picture of a very polished author, who does not limit himself to confute the charges of his opponent, but intends to overcome him with the vehemence of his argumentations and the elegance of the style.
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