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Venturino Bisignano
Ruolo
III livello - Tecnologo
Organizzazione
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Dipartimento
Non Disponibile
Area Scientifica
AREA 07 - Scienze agrarie e veterinarie
Settore Scientifico Disciplinare
AGR/07 - Genetica Agraria
Settore ERC 1° livello
LS - LIFE SCIENCES
Settore ERC 2° livello
LS9 Applied Life Sciences and Non-Medical Biotechnology: Applied plant and animal sciences; food sciences; forestry; industrial, environmental and non-medical biotechnologies, bioengineering; synthetic and chemical biology; biomimetics; bioremediation
Settore ERC 3° livello
LS9_4 Aquaculture, fisheries
Safflower (Carthamus tinctorius L.) an oilseed plant member of Asteraceae (former Compositae) family, is cultivated since ancient times having many components of beneficial properties in oil and flowers. Traditionally it was grown for its flowers, which are used as a dye, for food coloring, flavoring, and for medicinal purposes. Seeds are now prevalently used to produce bird feed and a high quality edible and industrial oil. Potential safflower biodiversity expanded uses including the production of pharmaceuticals, biofuel, and specially oil types to improve human diet. Researches with particular reference to agronomy, genetic and animal feeding aspects have been carried out in Italy over the last forty years.
Obiettivo del progetto "Recupero, caratterizzazione, Salvaguardia e Valorizzazione di leguminose e cereali daGranella e foraggio IN Puglia" - SaVeGraINPuglia (Misura 214 azione 4 sub.a, PSR 2007-2013) sezione cerealicola è la preservazione delle risorse genetiche cerealicole nei luoghi dove da almeno 80 anni sono state tradizionalmentecoltivate e dove sono ancora oggi variamente distribuite negli 11 ambiti di paesaggio inclusi nel Piano PaesaggisticoTerritoriale Regionale (PPTR). A tal fine sono state sinergicamente avviate azioni volte al reperimento di informazionistoriche, raccolta di antiche risorse genetiche vegetali locali, allevamento delle stesse al fine di procedere alla lorocaratterizzazione morfologica e genetica, risanamento, conservazione in situ nei luoghi dove sono state individuate.Le informazioni storiche sono state reperite in biblioteche inserite in ciascuno dei sei poli regionali afferenti alSistema Bibliotecario Nazionale (SBN), in biblioteche regionali, collaborando con i Gruppi di Azione Locale,associazioni culturali, esperti di settore e raccogliendo testimonianze di anziani agricoltori che hanno memoria delletecniche colturali, proverbi, ricette, usi rituali relativi alle risorse.Sono stati raccolti circa 78 campioni ed i siti di reperimento georeferenziati. I campioni sono stati catalogati econservati ex situ a basse temperature o mediante propagazione. Nell'ambito territoriale del Gargano, Monti Dauni, AltaMurgia, Murgia dei Trulli ed Arco Jonico Tarantino sono stati reperiti grani duri (Triticum durum desf.) e grani teneri(Triticum aestivum L.) e tra quest'ultimi in prevalenza la Bianchetta. Nel Tavoliere salentino e Salento delle Serre,prevalentemente orzo (Hordeum vulgare L.) ed avena (Avena sativa L.). In tutta la regione e in particolare nel Salento,prevale come coltura cerealicola di antica tradizione il grano duro Senatore Cappelli. Una sezione dei campioni è statasottoposta a risanamento fitosanitario e caratterizzazione morfologica, genetica, tecnologica, nutrizionale. Lacaratterizzazione morfologica e la propagazione a fini conservativi sono state eseguite in campi catalogoopportunamente predisposti al fine di procedere alle verifiche di alcuni caratteri. Per sei risorse cerealicole è statoinoltre possibile completare l'intero ciclo di azioni previste dal progetto, inclusa la conservazione in situ pressol'azienda detentrice della risorsa. Per tutte sono state predisposte schede di segnalazione, storiche e di caratterizzazionenonché schede digitali seguendo le indicazioni riportate nel Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agricolo(PNBA) e nei descrittori dell'International Board for Plant Genetic Resources (IBPGR).L'integrazione dei dati rilevati nell'ambito di ciascuna attività di reperimento, risanamento, caratterizzazione,conservazione in situ ed ex situ, ha messo in luce un possibile modello di conservazione dinamica dei cereali.
In this paper, we describe variations among autochthonous olive cultivars from five different areas in Basilicata (Southern Italy) classified according to 33 chemical oil components and morphological traits. While all examined descriptors show no significant differences among cultivars, means and coefficients of variations have been highlighted. Principal component analysis has then been used to reduce the number of descriptors. Cultivars have been classified by cluster analysis into three groups. Following a discussion of cultivar group similarities, results suggest that an 'a priori' classification of cultivars according to growing area does not strictly correspond to phenotypic grouping. From the spatial distribution of cultivars, however, it has been possible to identify 'superior' genotypes in terms of olive oil composition.
L'istituto di Bioscienze e BioRisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBBR) ha coordinatole attività dei venti partner del progetto provvedendo alle verifiche scientifiche ed amministrativesuddivise secondo le differenti macro-tipologie di risorse raccolte ed oggetto del programmaapprovato: leguminose, cereali e foraggere. L'attività di coordinamento scientifico si è avvalsadell'ausilio di tre aziende esterne che hanno agevolato, con i loro servizi, il raggiungimento degliobiettivi definiti nell'ambito delle attività di indagini storiche e bibliografiche, rilievi, raccolta eprima caratterizzazione, caratterizzazione morfologica, raccolta dati relativi agli agricoltori perla conservazione in situ, immissione dati nella banca dati di progetto, supporto agli utenti per laimmissione dati. Per le attività di coordinamento relativa alla gestione amministrativa e alla verificacontabile amministrativa ci si è avvalsi di una società e, per la gestione dati AGEA, di un consulenteesterno che si è occupato della immissione dati sul portale. E' stato infine affidato ad una aziendalocale la gestione dei tre eventi programmati nell'ambito del progetto e che hanno visto convolti tuttii partner.L'organigramma interno è servito a definire, nell'ambito delle due macro-tipologie leguminose ecereali, le aree d'intervento del personale del CNR-IBBR di Bari. Sono stati pertanto creati gruppi adhoc per indagini storiche, esplorazione del territorio, conservazione, caratterizzazione, risanamento,immissione dati, gestione informatica, segreteria e gestione amministrativa.
The trophic adaptability of a species may influence its dispersion potential and the ability to invade foreign territories. Understanding the factors that facilitate trophic adaptability may help the provision of forecasts about the potential dispersion of allocthonous species, even in a warmer and acidified world, according to the current trends of global changes. Various studies demonstrated the adaptability of Penaeus japonicus Bate to variable feeding regimes under natural conditions. To optimize artificial diets for the aquaculture of Penaeid shrimps, gut content data of specimens cultured in ponds were compared to contents from shrimps fed on natural macro benthic communities in a brackish-water lagoon. In addition, the feeding adaptability of this shrimp to scarcely diversified benthic associations was tested in aquaculture ponds. Our comparative analyses confirm that P. japonicus feeding pattern may be largely adapted to variations in the available benthic organisms, in different management conditions.
In Puglia la raccolta di piante selvatiche è una pratica molto antica e diffusa. Nell'area Garganica, situata nella parte settentrionale della regione, sono circa 270 le specie raccolte e tra di esse Salicornia patula Duval-Jouve (gruppo S. europaea), nota come asparago di mare, è sicuramente degna di menzione. Questa specie alofila occupa, lungo le lagune costiere, le parti delle distese paludose che in inverno sono inondate dal mare e che si diseccano in estate. Utilizzata sin dall'800 nella medicina popolare per il trattamento di disturbi intestinali e nefropatie oltre che per il suo consumo a fini culinari e per l'alimentazione del bestiame, tale specie è stata inclusa nella lista di Prodotti Tradizionali Regionali pugliesi dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF). Obiettivo del presente lavoro è stato quello di condurre un'indagine preliminare sulla domesticazione e sulle tecniche di coltivazione di S. patula sul Gargano poiché al momento non è stata riportata alcuna segnalazione inerente alla coltivazione di tale specie in Italia. Dalle testimonianze degli agricoltori, proprietari di piccole aziende conserviere e ristoranti è emerso che tale pianta, raccolta da tempi remoti allo stato selvatico, ha iniziato ad essere domesticata per il consumo familiare circa quarant'an? ni fa nei piccoli fazzoletti di terra paludoso-salmastri situati intorno alla laguna di Lesina. Negli ultimi anni però, la crescente domanda di mercato per il suo consumo, sia allo stato fresco che trasformato, ha incoraggiato alcuni agricoltori locali a incrementare la superficie destinata alla S. patula per la sua commercializzazione. Caratteristiche peculiari di questa coltura, rispetto a quelle tradizionali, sembrano essere: tolleranza a salinità, siccità e alte temperature; resistenza a fitopatie; competizione nei confronti delle infestanti; basso fabbisogno di input energetico. La sua coltivazione si basa solo sull'esperienza maturata dal singolo tore e, al momento, non sono ancora state messe a punto tecniche agronomiche volte ad ottimizzare la resa della coltura, la qualità del prodotto e la stabilità della produzione. Attualmente non sono stati selezionati genotipi che esprimono caratteristiche qualitative superiori. Concludendo, possiamo suggerire che S. patula, tenendo ben presente le criticità citate, potrebbe costituire una nuova coltura da reddito per la valorizzazione delle aree agricole marginali. La maggior parte della popolazione del Gargano vive di agricoltura e turismo e questo ortaggio potrebbe soddisfare anche la domanda del turismo gastronomico oggi sempre più orientato alla degustazione di prodotti tipici e di piatti tradizionali o rivisitati secondo una visione più moderna.
Scopo della presente nota è quello di descrivere due costituzioni varietali di favino e discutere i risultati ottenuti dalla valutazione delle stesse i cui dati produttivi sono stati rilevati in tre diverse località per un totale di 8 stagioni. Il materiale su cui è stata eseguita l'indagine è costituito dalle produzioni granellari riferite ad ettaro delle popolazioni migliorate MG109263, MG109307, della varietà di riferimento Torre Lama chiaro e di 10 accessioni di favino estratte a caso dalla collezione. Le prove sono state effettuate negli anni 2008, 2009, 2010 e 2011 seguendo uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con tre ripetizioni. Sui dati ottenuti è stata condotta prima l'analisi della varianza, poi, seguendo il metodo di Finlay e Wilkinson è stata calcolata la regressione della produzione di ciascuna popolazione migliorata, della varietà Torre lama e delle 10 accessioni di favino sulla produzione media per ciascuna località e stagione. Per quanto riguarda le singole popolazioni e varietà si nota che MG109263 è risultata la più produttiva nel 2008 a Matera e Metaponto e nel 2009 a Lecce (2.9; 3.3; 3.2 t ha-1 rispettivamente). La popolazione MG109307 è risultata la più produttiva a Metaponto in entrambi gli anni 2008 (3.3 t ha-1) e 2009 (3 t ha-1). I risultati indicano che le due popolazioni migliorate la varietà e le 10 accessioni di riferimento rispondono in maniera lineare ai cambiamenti ambientali. In aggiunta vengono riportate alcune informazioni ottenute da precedenti lavori che hanno interessato le due popolazioni migliorate di favino. Esse potrebbero potenzialmente contribuire ad una maggiore diffusione della coltura nelle aree semi-aride centro meridionali assicurando una produzione quantitativamente e qualitativamente stabile oltre che valorizzare la peculiare funzione agronomica della coltura in un sistema agro-produttivo eco-sostenibile.
Long term storage of viable pollen is important for bank germplasm constitution to preserve resources that can be used in breeding programs, biotechnologies and genetic engineering. Pollen from 12 olive (Olea europaea L.) cultivars was stored for 1 year in liquid nitrogen at -196°C. The morphology of pollen grains and germination rates on fresh and long term stored pollen were observed. Results on in vitro pollen germinability, both before and after cryopreservation, showed highly significant responses among the 12 cultivars. The relationship between germinability and pollen grain size did not reveal any significant relationships in both treatments. Our findings will contribute to the improvement of olive pollen preservation and lead to find a more efficient method for its long term storage, while retaining its germinability
In the last few years, there has been an increasing interest towards the "nutraceutical" content of typical Mediterranean foods, particularly of extra virgin olive oil, which is rich in monounsaturated fatty acids, antioxidants and polyphenols. In the present work 5 olive cultivars traditionally cultivated in Basilicata region (Southern Italy) have been studied so as to identify the autochthonous cultivars producing oils with the best chemical composition. The analysis was performed on morphoagronomic, biochemical and sensory properties of oils, followed by genetic screening of 6 SSR locus markers on DNA extracted from leaves. Results showed significant differences within 5 olive cultivars in terms of leaf surface, drupe mean weight and oil yield. Biochemical analyses have shown differences in fatty acid composition of oleic, palmitic, stearic, palmitoleic and linoleic acids. Significant differences have also been found in the content of total phenols, sterols, total fatty acids and in the unsaturated/saturated fatty acid ratios. Sensory profiles have provided valuable information about the organoleptic characteristics of each monovarietal oil. SSR locus markers were able to discriminate among the tested cultivars. The results of this investigation have demonstrated that the cvs Majatica di Ferrandina and Racioppa have the highest potential for producing high quality extra virgin olive oil. (C) 2015 Friends Science Publishers
Genetic divergence in 98 accessions of Solanum melongena L. and its allied species S. aethiopicum L. and S. macrocarpon L. for 16 morpho-agronomic and fruit traits revealed the existence of considerable diversity. Such collections were grown in the field during the 5 year EU-EGGNET project for characterization and seed multiplication. Diversity has been observed between the different species as well as within the species. Frequency distributions for fruit pedicel length, bitter flavour, browning, peelability, and cooking test were determined. Besides the qualitative descriptors, 11 quantitative descriptors were described. The relationships among them were analysed by Principal Component Analysis in order to summarize the data and reduce the number of variables for clustering. Plant height, flowering time, flower/inflorescence, fruit length and fruit acidity contributed mostly towards total divergence. Cluster analysis conducted separately for each species, in relation to the genetic status of accession (sub-species, botanical or variety group, cultivar and population), grouped the accessions into three distinct and significant clusters. No relationship was found between genetic divergence and genetic status of sample. In addition, relevant fruit discrete descriptors were used as a classification variable to ascertain whether some of them correspond to certain morpho-agronomic properties. The genotypes included in the diverse clusters could be used as promising parents for hybridisation in order to obtain a high heterotic response and thus contribute to eggplant breeding.
Genetic diversity among 70 "scarlet eggplant" (Solanum aethiopicum L.) entries from different geographical origins was assessed. Entries were firstly evaluated for the main morphologic traits and chlorogenic acid content. Standard statistics and multivariate analyses were utilized to assess the phenotypic diversity and grouping the entries. In addition, amplified fragment length polymorphism (AFLP) and simple sequence repeat (SSR) analyses were used to evaluate genetic relationships among entries. Differences between entries are highly significant for all descriptors. Principal component analysis (PCA) revealed that the first three components accounted for 74% of the total variance. Morphologic traits were associated with the first two components, while the third one was moderately correlated with the chlorogenic acid content. The observed similarity allowed identifying only three main groupings. The clusters obtained did not show any relationships with geographic origins and/or botanical groups. Matrices of genetic similarity from AFLP and SSR data were utilized in order to obtain a dendrogram. A large cluster included several entries from South America with limited rate of genetic variation was observed. On the contrary, higher amount of variation was observed in the cluster with entries from Africa, in which are also present in the accessions collected in Italy. These entries appeared always morphologically and genetically distinguishable from the others. These results provided additional information for the conservation, improvement and legal protection of the ecotype 'melanzana rossa di Rotonda', cultivated in Italy.
Italy belongs to the Mediterranean gene centre proposed by Vavilov and is rich in endemic rare plants and many vegetables, crops that belong to about 40 species. Horticultural landraces are a source of useful genes as well as a cultural heritage of extraordinary importance. They are characterized by a specific adaptation to the environmental and cultivation conditions of the particular area where they have been selected, so playing a crucial role in order to maintain and improve the efficiency and resilience of production systems. Vegetable crops, even if less threatened by genetic erosion than other crops, would benefit of in situ and ex situ conservation that are complementary both for taking in account agronomic, environmental and economic changes and for reintroducing lost germplasm into the original cultivation areas.
L'articolo illustra gli obiettivi ed i risultati più salienti relativi al PSR Regione Puglia progetto SaVeGraINPuglia.
L'attività svolta dal CNR-IBBR nell'ambito del progetto "Recupero, caratterizzazione, salvaguardia e valorizzazione di leguminose e cereali da granella e foraggio in Puglia" (SaVeGraINPuglia) finanziato dalla regione Puglia (Misura 214 azione 4 sub a, PSR 2007-2013) ha avuto come obiettivo primario il reperimento di semi e informazioni relative alle leguminose da granella tradizionalmente coltivate nella regione. Il monitoraggio del territorio regionale ha consentito la raccolta di oltre 100 campioni appartenenti a 8 diverse specie (Cicer arietinum L., Phaseolus vulgaris L., Vicia faba L., Lens culinaris Medik., Pisum sativum L. , Lathyrus sativus L., Lupinus albus L., Vicia articulata Hornem.). Allo scopo di assicurare la permanenza sul territorio regionale delle varietà a maggiore rischio di erosione genetica, alcune delle aziende presso cui è stato reperito tale materiale sono state coinvolte nell'attività di conservazione in situ
During the last two decades, our research activities have been focused on four different topics: 1)evaluation and characterization of wild and cultivated genetic resources using multidisciplinaryapproaches; 2) selection of genotypes having useful genetic, agronomic, quality and nutritionaltraits; 3) production of useful pre-breeding lines; 4) support to local communities to promote thecultivation in the traditional areas of the local varieties (on-farm conservation) with interestingagronomic performance and good nutritional and technological traits. The target seed componentsinvestigated are:o for legumes: anti-nutritionals, toxic factors, non-protein amino acids, and protein fractionswith high functional value (enzymes, enzyme inhibitors);o for cereals: gluten and waxy proteins associated to nutritional, functional and technologicalaspects of flour and/or semolina; macro and micro elements in whole and refined flour.Genetic variation at wheat and bean protein loci, seed storage protein composition, technologicaland nutritional quality, agronomic performances, aptitude to industrial processing are investigatedby several biochemical techniques, such as, one and two-dimensional gel electrophoresis (1D- and2D-PAGE), capillary electrophoresis (CE), reversed phase high performance liquidchromatography (RP-HPLC), gas-chromatography (GC), spectrophotometric dosages, molecularmarkers and proteomic approaches.Characterisation and valorisation of legume and cereal genetic resources allow to acquire usefulinformation to plain appropriate actions of safeguard and management of germplasm collections,as well as to support the request of quality marks for specific local varieties.Moreover, the identification of segments of genetic resources carrying out useful traits, is essentialto direct breeder programs during the pre-breeding selection. Case-studies of utilisation andvalorisation of genetic resources will be illustrated, along with the participation to research projectssupported by private and public institutions.
Come in altri legumi, nonostante l'elevato valore nutrizionale della cicerchia (Lathyrus ssp.), il suo impiego nella nutrizione umana ed animale è limitato dalla presenza di un gruppo di composti, di natura proteica e non proteica, denominati fattori antinutrizionali (ANFs): ?-N-oxalyl-L-?,?-diaminopropionic acid (?-ODAP), inibitori enzimatici, lectine, fitati, oligosaccaridi. Il crescente interesse del mondo scientifico verso questi composti bioattivi ha portato a importanti sviluppi di possibili applicazioni anche come regolatori intestinali, metabolici, ormonali e come agenti probiotici/prebiotici. Le attività di esplorazione e raccolta di germoplasma di Lathyrus ssp. hanno permesso la costituzione di collezioni ex situ in diverse banche di semi nel mondo. In Italia la collezione più rappresentativa (332 accessioni di diversa origine appartenenti a 15 specie) è presente presso la Banca del Seme dell'Istituto di Bioscienze e BioRisorse (IBBR-CNR) di Bari. In generale, la variazione osservata nel germoplasma di Lathyrus ssp. non è stata molto utilizzata dai breeders per abbassare i livelli di ANFs lasciando un considerevole potenziale di miglioramento delle nuove costituzioni varietali. Negli ultimi decenni le azioni di caratterizzazione e valutazione delle risorse di queste specie ha avuto notevole impulso con l'obiettivo di fornire ai miglioratori vegetali un'ampia variabilità per ottenere varietà caratterizzate prevalentemente da elevate rese in granella e/o biomassa, elevato contenuto proteico e ridotto contenuto in ANFs con particolare riguardo al ?-ODAP. Una prima valutazione della collezione mantenuta presso la Banca del Seme di Bari fu condotta su 280 accessioni comprendenti le tre specie maggiormente coltivate, L. sativus, L. cicera, L. ochrus, utilizzando 18 descrittori morfo-fisiologici ed il contenuto proteico. Successive valutazioni hanno permesso la costituzione di una core collection sulla quale sono state condotte indagini riguardanti anche il contenuto in ?-ODAP. L'ampia attività di screening effettuata ha permesso di identificare alcune linee caratterizzate da buona produzione in granella e biomassa, alto contenuto proteico e bassi livelli di ODAP. Dal confronto con altre varietà tester due genotipi di Lathyrus sativus (MG 103203-1 e MG 110492-4) sono risultati competitivi e candidabili per ulteriori fasi selettive in previsione di una possibile iscrizione nei registri varietali. L'attività di pre-breeding svolta fin dai primi anni 2000 presso l'IBBR-CNR fa parte dei pochi programmi di ricerca volti al miglioramento di questa specie fortemente sottoutilizzata. Gli attuali cambiamenti climatici mondiali, con le criticità riguardanti la sostenibilità delle produzioni agricole e la sicurezza alimentare, hanno dato rinnovato interesse verso specie coltivate neglette e sottoutilizzate, prima trascurate, come la cicerchia.
This is a note about early attempts of Salicornia patula Duval-Jouve cultivation in the northern part of Apulia region (southern Italy). This species, which occupies the driest parts along the edges of coastal lagoons on mudflats or sands that are inundated in winter, has a long history of gathering from the wild as a source of food. At our knowledge, no information has been reported about the domestication of S. patula in Italy. In the Gargano area of Apulia region, this species was domesticated forty years ago as a minor cultivation limited to private gardens. The growing market demand of this vegetable for both fresh consumption and for processing packinghouses is very recently encouraging some farmers to cultivate it for marketing. S. patula might become an attractive new cash crop for marsh marginal lands, but prerequisites to its success are the selection of superior genotypes and the set-up of its right agro-technique.
Nel passato la Puglia era particolarmente ricca di varietà locali di leguminose e cereali dagranella, coltivate in alternanza seguendo tradizionali tecniche di rotazione delle colture chepermettevano di preservare la fertilità del terreno. Queste antiche varietà, ben adattate allecondizioni pedoclimatiche del territorio regionale, sono da tempo minacciate da fenomeni dierosione conseguenti alla progressiva diffusione di nuove varietà maggiormente produttive.Gli agricoltori, la comunità scientifica ed i rappresentanti politici pugliesi, hanno da qualchetempo sottolineato l'importanza e l'urgenza di recuperare, preservare e custodire in Banchedel Germoplasma l'antico e prezioso patrimonio varietale autoctono. Obiettivo prioritario delprogetto PSR-SaVeGraINPuglia è il recupero, la caratterizzazione, la salvaguardia e lavalorizzazione di leguminose e cereali da granella e foraggio di Puglia. Le varietà locali sonoreperite nei diversi areali ed habitat regionali, caratterizzate e salvaguardate applicandoopportuni protocolli di tutela Regionali ed Internazionali, e conservate sia in ex situ che insitu. Le attività progettuali coordinate dall'Istituto di Bioscienze e BioRisorse del ConsiglioNazionale delle Ricerche (IBBR-CNR), sono svolte in collaborazione con 20 partner operantisul territorio regionale ed appartenenti a Enti pubblici di ricerca, Università, Enti Parco,aziende private ed associazioni.
Nel passato la Puglia era particolarmente ricca di varietà locali di leguminose e cereali da granella, coltivate in alternanza seguendo le tradizionali tecniche di rotazione delle colture impiegate da secoli in agricoltura per preservare la fertilità del terreno. La diversità genetica esistente in queste antiche varietà, ben adattate alle condizioni pedoclimatiche del territorio regionale, è da tempo minacciata da fenomeni di erosione conseguenti alla progressiva diffusione di nuove varietà maggiormente produttive. Gli agricoltori, la comunità scientifica ed i politici pugliesi più attenti, hanno da qualche tempo sottolineato l"importanza e l"urgenza di recuperare, preservare e custodire in Banche del Germoplasma questo antico e prezioso patrimonio varietale regionale. Per le varietà locali pugliesi di leguminose e cereali da granella, vi è carenza di informazioni storiche, sulle origini, tradizioni, usi e saperi popolari, sulle motivazioni che hanno contribuito alla loro persistenza in alcuni areali e di dati precisi sulla loro attuale diffusione sul territorio, stato fitosanitario, struttura genetica, caratteristiche agronomiche, nutrizionali e di resistenza a stress biotici ed abiotici. Insufficienti sono inoltre le strutture volte alla promozione, divulgazione e valorizzazione di questo antico patrimonio colturale strettamente connesso alla dieta mediterranea recentemente riconosciuta come patrimonio immateriale dell"umanità. Obiettivo prioritario del progetto PSRMisura 214 SaVeGraINPuglia sarà pertanto il recupero, la caratterizzazione, la salvaguardia e la valorizzazione di leguminose e cereali da granella e foraggio in Puglia. Le varietà locali pugliesi saranno reperite nei diversi areali ed habitat regionali, caratterizzate, e salvaguardate sia mediante conservazione ex situ che in situ applicando protocolli di tutela Regionali ed Internazionali. Le attività progettuali coordinate dall"Istituto di Bioscienze e BioRisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche saranno svolte in collaborazione con Enti pubblici (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università di Bari e del Salento, Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, Ente Parco Nazionale dell"Alta Murgia), Aziende ed Associazioni (Agrinpro, Azienda Agricola Iannone, Azienda Agricola Lamarcavotta, BioNat Italia, Centro Studi Lino Lana Lenticchia, Centri Regionali per le Tecnologie Agroalimentari, Consorzio Daunia & Bio, CSQA Certificazione, Eco-Spo, Ferventazione, Intini & C.) operanti sul territorio regionale.
Legume, cereal and forage landraces, selected over the time by local farmers and well adaptedto the climatic conditions of the Apulia region, are threatened by genetic erosion resulting from thegradual spread of more productive varieties. In order to collect, preserve and store these landracesin National or Regional gene banks (ex situ conservation) and/or directly in field under the strictlycontrol of local farmers (on farm conservation, a type of in situ conservation) a regional safeguardproject was established within the framework of the European Agricultural Programms for RuralDevelopment. The primary objective of the project, named with the acronym SaVeGraINPuglia, isthe collection, safeguard and preliminary evaluation and valorization of legume, cereal and foragelandraces present in the Apulia region.About 150 landraces were collected in different habitat and areas outside and inside protectedareas where traditional agricultural practices still survive. The collected germplasm was stored andsafeguarded both ex situ and in situ through the application of appropriate, international protocols.A preliminar characterisation is in progress. The project activities, coordinated by the Institute ofBiosciences and Bio-Resources of the National Research Council (IBBR-CNR) was carried out incollaboration with 20 partners operating in the regional territory and belonging to public researchorganizations, universities, parks, private companies and associations.The preliminary results of the project will be presented to enphasize the potential use oflandraces for the promotion of local products and the development of sustainable agricultu
The rationale for the following research was to analyse the response of sunflower hybrids to different sowing dates and to evaluate hybrid response to critical environmental conditions. The data used are from an experiment conducted in a location-year combination over a period of two years (2007-09) in southern Italy. Eleven hybrids were tested following a randomized complete block design with three replications at each location-year combination. Eight agronomic characters including seed oil content were recorded. Classification and ordination procedures were used to investigate hybrid performance in relation to three different sowing dates. Combined analysis of variance showed that hybrids, location-year combination, sowing date and their interactions were highly significant for all characters. Hybrid performances were classified by cluster analysis into groups that were differentiable in terms of means and stability. The first three components accounted for 74%, 82%, and 87% of the total variation for the first, second and third sowing date respectively. Plotting component one against component two along Euclidean axes should therefore provide a reasonable representation of the spatial arrangements of hybrid performances in the original multi-dimensional space. The applied statistical method gives full information on hybrid performances similarity.
Obiettivo della ricerca è ampliare le conoscenze sulle orchidee spontanee della Basilicata. L'attività di censimento, classificazione tassonomica e cariotipica è stato effettuato negli anni 2005-2011 interessando 51 stazioni con i rilievi di: altitudine, esposizione geografica, descrizione dell'habitat, principali specie di corteggio e documentazione fotografica. Sono state censite 311 entità il cui riconoscimento tassonomico supportato da analisi cariotipiche ha consentito l'identificazione di 18 generi (Ophrys, Orchis, Serapias, Dactylorhiza, Aceras, Platanthera, Cephalanthera, Himantoglossum, Anacamptis, Gymnadenia, Epipactis, Coeloglossum, Neotinea, Neottia, Limodorum, Barlia, Listera, Spiranthes) e 8 ibridi. Il genere Orchis con 19 specie è risultato il più diffuso, seguito da Ophrys con 17 specie. Le analisi cariotipiche, oltre che metodiche molecolari del DNA, hanno confermato i dati disponibili in letteratura suggerendo nuovi approcci sulla morfologia cromosomica e la funzionalità genica,. Elevato è risultato il polimorfismo del labello e la policromia del fiore entro la stessa specie. Le osservazioni relative all'altitudine hanno evidenziato l'habitat preferenziale delle orchidee intorno ai 1.000 m s.l.m., con fioritura da febbraio, nelle stazioni poste a livello del mare, a settembre nelle stazioni ad elevata altitudine ed il picco massimo nel mese di maggio (>52%). I rilievi sull'esposizione hanno indicato la presenza di entità distribuite ad ovest (39%), ad est (31%) e a sud (16%); poche le specie rinvenute a nord. I risultati ottenuti rappresentano un valido contributo alla conoscenza della biodiversità delle Orchidaceae da tutelare e utilizzare come "capitale naturale" al servizio del territorio.
Two field bean (Vicia faba L. var. minor Peterm.) breeding selections are described and the results on the grain yield data collected in eight location-year combinations are discussed. The investigation involved the selections MG109263, MG109307, the variety Torre Lama Chiaro as reference test, and 10 faba bean accessions extracted from Vicia faba germplasm collection of Bari IBBR-CNR Gene Bank. The tests were carried out in in three locations in 4 years 2008, 2009, 2010 and 2011 according to a randomized block design with three replications. According to Finlay and Wilkinson method, a linear regression of individual grain yield on the mean yield of each location-year combination was computed. The field bean selection MG109263 resulted the most productive at the experimental fields of Matera in the year 2008, at Metaponto and Lecce in the year 2009; a similar trend, with lower yields, was found in MG109307. The results showed a significant difference between the field bean selections in different location-year combinations; indeed are pointed out two major issues: (1) the performance of each genotype is a linear function of environment parameters; (2) the genotype x environment interactions could be explained, for a large part, by variations in the linear response computed through the regression analysis. The implications on future selection breeding programs for a wider diffusion in marginal areas of these improved field bean populations are discussed.
Negli ultimi anni, sempre più interesse hanno assunto gli alimenti tipici della dieta mediterranea per il contenuto di sostanze "nutraceutiche". Tra questi un ruolo di primaria importanza è svolto dall'olio extravergine di oliva ricco in acidi grassi monoinsaturi, sostanze antiossidanti e polifenoli. Nel presente lavoro sono state studiate 5 cultivars rappresentative del germoplasma olivicolo lucano, quali Augellina, Maiatica di Ferrandina, Nociara, Ogliarola del Vulture e Racioppa, allo scopo di individuare cvs autoctone i cui oli abbiano una più idonea composizione chimica. Sono state condotte analisi sulle caratteristiche morfo-agronomiche, biochimiche e sensoriali degli oli (Panel Test), oltre ad uno screening genetico di 6 loci SSR sul DNA estratto da foglie. I risultati ottenuti hanno evidenziato per i caratteri morfo-agronomici differenze tra le 5 cvs, per la superficie della lamina fogliare, il peso medio della drupa e la resa in olio. Le analisi biochimiche hanno evidenziato differenze per il contenuto in acidi grassi: oleico, palmitico, stearico, palmitoleico e linoleico. Notevoli sono risultate le differenze anche per il contenuto in fenoli totali, steroli totali e il rapporto acidi insaturi/saturi. I profili sensoriali hanno fornito valide indicazioni sulle differenti caratteristiche gustative degli oli monovarietali. Dei 6 loci SSR analizzati, 3 di essi sono stati in grado di discriminare tutte e 5 le cvs. In conclusione, interessanti risultano le proprietà nutraceutiche dell'olio extravergine delle cvs. Maiatica di ferrandina e Ogliarola del Vulture la cui produzione può essere tutelata mediante marcatori SSR.
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