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Paolo Perfido
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/17 - Disegno
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_4 - Visual and performing arts, design, arts-based research
Gia dai primi dell’XI secolo è attestata a Joha, l’odierna Gioia del Colle, la presenza di una struttura fortificata bizantina a difesa dell’importante direttrice viaria che collega l’Adriatico allo Ionio. Gioia infatti si colloca esattamente a metà strada tra Bari e Taranto. Qualche notizia in più l’abbiamo per quanto riguarda il periodo normanno grazie ad un numero più cospicuo di documenti. Non è possibile stabilire se in effetti i normanni provvidero a rinforzare le strutture preesistenti, realizzate dai bizantini, o non piuttosto a edificare, ex novo, un castello di nuova fondazione. Nel 1222 è attestata la presenza di Federico II di ritorno da Brindisi per incontrare Giovanni di Brienne, padre di Jolanda sua futura sposa. Successivamente furono gli Angioini, e poi ancora gli Aragonesi, a operare sostanziali modifiche alle strutture del maniero soprattutto, a partire dal 1464, quando divenne dimora gentilizia degli Acquaviva prima, dei de Mari in seguito e per finire dei Caracciolo. Nonostante qualche intervento ad opera di questi ultimi, le condizioni generali si andarono fortemente degradando tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Molte nuove strutture furono addossate ai muri antichi andando a comprometterne la lettura e, soprattutto, l’integrità fino a quando, nel 1907 non vennero affidati all’architetto Angelo Pantaleo, Ispettore per Monumenti e Scavi della Provincia di Bari, i lavori di ripristino del castello. Si apre a questo punto una pagina di grande interesse per la storia del restauro in Puglia. Infatti il Pantaleo, suggestionato dalle teorie del ripristino in stile “reinventa” una immagine mai esistita del castello che si andrà però a radicare fortemente nell’immaginario collettivo. Nella primavera del 2014 è stato realizzato un completo rilievo del monumento in cui è stata posta grande attenzione alla lettura stratigrafica delle murature e a tutte quelle tracce e anomalie che potranno fornire un nuovo contributo per una rilettura critica dell’organismo architettonico. Attraverso l'utilizzo della cospiqua documentazione di scritti, foto e disegni lasciati dal Pantaleo è stato possibile realizzate anche ricostruzioni virtuali delle fasi precedenti ai restauri.
Il ruolo che le discipline del Disegno devono avere nella conoscenza del patrimonio architettonico e paesaggistico è determinante e ad esse va riconosciuta una posizione centrale in questo processo. Attraverso l’attività didattica e di ricerca, il Rilievo e la Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente possono assumere la funzione di connessione tra il monumento/documento e la sua storia e il suo territorio. Il lavoro svolto in ambito accademico sedimenta un patrimonio di conoscenze che opportunamente indirizzate e messe in rete costituiscono una base informativa capillare di alto valore scientifico.
Il presente lavoro espone i primi risultati di un progetto di ricerca che intende offrire un contributo alla conoscenza dei complessi fortificati in Puglia i quali costituiscono un’importante eredità ma che, pur rappresentando elementi di richiamo e punti di riferimento territoriale, in alcuni casi hanno interrotto il proprio ciclo vitale perdendo le ragioni della loro necessità. La ricerca focalizza l’attenzione su alcuni castelli, scelti come casi-campione. Lo studio, basato sull’autorità delle fonti, si avvale dell’indagine diretta condotta attraverso il rilievo, in modo da aderire alla costruzione, indagata dal punto di vista tipologico, spaziale, formale, costruttivo. In particolare s’indagano i restauri e le trasformazioni riconducibili a due momenti cruciali: l’avvento delle armi da fuoco che, come documentano i trattati, segnano una rottura nella tradizione costruttiva dei castelli, e il successivo adattamento a residenze nobiliari, che ne cambia il volto e il ruolo urbano.
Le trasformazioni urbane che segnano il passaggio dalla città antica a quella moderna tra XVIII e XIX secolo si concretizzano visivamente attraverso nuovi metodi di rappresentazione. Il caso di Bari è emblematico di questo passaggio. Alla città murata medievale, caratterizzata da strade strette e tortuose in cui si aprono di tanto in tanto piazze sei-settecentesche, fa fronte il compatto e geometrico impianto illuminista disegnato dall’architetto Gimma nel primo decennio del XIX secolo. Si passa dalle settecentesche vedute a volo d’uccello, che riprendono in un unico colpo d’occhio una imprecisa forma urbis racchiusa nelle mura con evidenziati i maggiori edifici, alla redazione del nuovo piano urbanistico sulla base di mappe topografiche di concezione moderna. La nascita del Borgo Murattiano nel 1813 vedrà l’abbattimento del fronte sud delle mura sostituito dalla palaziata del nuovo Corso Ferdinandeo che chiuderà completamente alla vista la città medievale. Da ora in poi la percezione, e quindi la rappresentazione, della città cambierà definitivamente.
Una convenzione tra il Dipartimento ICAR del Politecnico di Bari e il Comune di Conversano, finalizzata al rilievo del castello di origine normanna della città pugliese, ha dato l’avvio ad una serie di studi e approfondimenti su un monumento di grande importanza strategica e storica. Il presente contributo descrive il rilievo e l’analisi della torre poligonale realizzata, all’inizio del XVI sec., dal Conte Andrea Matteo Acquaviva d’Aragona che presenta soluzioni tecniche e costruttive di notevole interesse. Con il rilievo sono stati evidenziati aspetti del monumento sino ad ora inediti.
Il rilievo come strumento di ricerca delle tracce disvelatrici della storia.
Il saggio raccoglie i rilievi e le analisi dei tratti delle mura megalitiche, ancora visibili, dell'antica città di Norba-Conversano, in provincia di Bari, risalenti al periodo arcaico classico ((VI-V a.C.)
Una torre isolata, risalente alla fine del XVI sec., si staglia su un’altura a sud est di Conversano: la torre di Castiglione. La sua mole massiccia in pietra, coronata in alto da una teoria di beccatelli che reggevano un parapetto in aggetto, ingloba al proprio interno una porta urbana di età angioina. Una porta, che per le sue qualità costruttive e le sue fattezze stilistiche, richiama altri esempi presenti sul territorio, in particolare la porta delle Gabelle a Conversano, fatta realizzare da Gualtiero di Brienne nel 1338. La porta di Castiglione dava accesso ad un casale di fondazione tardo medievale, già in abbandono quando viene realizzata la torre. Nel 2010 un rilievo topografico e archeologico ha permesso di effettuare nuove riflessioni sul sito. In particolare è stata realizzata una puntuale mappatura fotogrammetrica delle superfici della torre e dei resti del battiponte che ne permetteva l’accesso in quota.
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