Il rilievo del castello di Gioia del Colle tra restauro e revival medievale

Abstract

Gia dai primi dell’XI secolo è attestata a Joha, l’odierna Gioia del Colle, la presenza di una struttura fortificata bizantina a difesa dell’importante direttrice viaria che collega l’Adriatico allo Ionio. Gioia infatti si colloca esattamente a metà strada tra Bari e Taranto. Qualche notizia in più l’abbiamo per quanto riguarda il periodo normanno grazie ad un numero più cospicuo di documenti. Non è possibile stabilire se in effetti i normanni provvidero a rinforzare le strutture preesistenti, realizzate dai bizantini, o non piuttosto a edificare, ex novo, un castello di nuova fondazione. Nel 1222 è attestata la presenza di Federico II di ritorno da Brindisi per incontrare Giovanni di Brienne, padre di Jolanda sua futura sposa. Successivamente furono gli Angioini, e poi ancora gli Aragonesi, a operare sostanziali modifiche alle strutture del maniero soprattutto, a partire dal 1464, quando divenne dimora gentilizia degli Acquaviva prima, dei de Mari in seguito e per finire dei Caracciolo. Nonostante qualche intervento ad opera di questi ultimi, le condizioni generali si andarono fortemente degradando tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Molte nuove strutture furono addossate ai muri antichi andando a comprometterne la lettura e, soprattutto, l’integrità fino a quando, nel 1907 non vennero affidati all’architetto Angelo Pantaleo, Ispettore per Monumenti e Scavi della Provincia di Bari, i lavori di ripristino del castello. Si apre a questo punto una pagina di grande interesse per la storia del restauro in Puglia. Infatti il Pantaleo, suggestionato dalle teorie del ripristino in stile “reinventa” una immagine mai esistita del castello che si andrà però a radicare fortemente nell’immaginario collettivo. Nella primavera del 2014 è stato realizzato un completo rilievo del monumento in cui è stata posta grande attenzione alla lettura stratigrafica delle murature e a tutte quelle tracce e anomalie che potranno fornire un nuovo contributo per una rilettura critica dell’organismo architettonico. Attraverso l'utilizzo della cospiqua documentazione di scritti, foto e disegni lasciati dal Pantaleo è stato possibile realizzate anche ricostruzioni virtuali delle fasi precedenti ai restauri.


Autore Pugliese

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  • Perfido P

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2014

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