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Giovanni Luchena
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E FINANZA
Area Scientifica
AREA 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/05 - Diritto dell'Economia
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il “governo tecnico dei mercati”. – La costituzione economica materiale nel diritto dell’era globale. – La debolezza del delegante e il potere del delegato. – ll governo dell’economia in frantumi e la politica economica del diritto.
The essay examines the rules on tax relief in social and economic deprived urban areas. It has to do with some of the issues reguarding the compatibility with State aids in areas weighed down by social distress. The evolution of the policies in favour of the urban free zones is an important step towards the implementation of the “political” lines drawn at EU level, especially those concerning economic, social and territorial cohesion
Il saggio ha come obiettivo quello di esaminare gli effetti determinati dall'approvazione delle modifiche al Titolo V della Parte seconda della Costituzione sulla legislazione in materia di diritto agli studi universitari. Il lavoro prende in esame dapprima la legislazione nazionale e, successivamente, quella di ciascuna Regione relativa alla "materia" oggetto di studio. dalla legislazione regionale di settore emerge uno scenario che presenta situazioni eterogenee, se non diseguali, determinate dalla varietà di prestazioni previste da ciascuna Regione, peraltro erogate da enti differenti, con dotazioni finanziarie differenziate e in base a criteri difformi. Tale “differenziazione” fra Regioni può dirsi “condizionata” dalle diverse sensibilità politiche, presenti nelle singole realtà regionali, che determinano un maggiore o un minore impegno finanziario in favore del diritto agli studi universitari e una maggiore o una minore “attenzione” agli sviluppi del sistema universitario regionale, come si direbbe oggi, nel suo complesso.Le Regioni, “forti” delle competenze acquisite per effetto della riforma costituzionale, danno il via ad un nuovo corso della programmazione delle politiche per il diritto agli studi universitari, provvedendo alla modifica delle leggi precedenti e introducendo, in molti casi, novità rilevanti sul fronte sia degli impegni solidaristici e, quindi, finanziari, sia su quello della organizzazione. Quasi tutte le Regioni, in generale, optano, sul piano organizzativo-funzionale, per la riduzione drastica degli enti erogatori dei servizi in favore degli studenti universitari (l’impostazione precedente è quella della costituzione di un ente per ciascun Ateneo), preferendo l’istituzione di un ente unico sotto forma di agenzia regionale.
Nel presente lavoro sono tratteggiati, innanzi tutto, il profilo storico delle politiche delle aggregazioni fra Comuni a partire dall’Unità d’Italia: uno dei temi di un certo impatto politico fu, infatti, in quel periodo, quello del tentativo di riordino del territorio, caratterizzato dal frazionamento in piccole realtà municipali ritenute incapaci di svolgere pienamente i loro compiti. I diversi progetti presentati non trovarono, peraltro, adeguato riscontro in sede legislativa, nonostante gli sforzi portati avanti dalle più eminenti personalità dell’epoca. Un approccio più deciso alle aggregazioni (rectius, alle fusioni) fu portato avanti dallo Stato fascista, che riuscì a porre in essere un programma di accorpamento forzoso dei piccoli Comuni, nei confronti dei quali il regime nutriva scarsa “fiducia”, anche perché, soprattutto in determinate aree del Paese, venivano considerati come centri di malaffare e potenziali elementi di disgregazione dello Stato. La stagione post-costituzionale è segnata, poi, da un lungo oblio che si conclude solo negli anni novanta, a partire dai quali prende l’avvio una stagione di riforme conclusasi con l’adozione del Testo unico degli Enti locali del 2000, che ha sancito la natura giuridica di tale forma associativa quale ente locale a tutti gli effetti . La vita delle Unioni di comuni ha conosciuto, successivamente, cioè in questi ultimi anni, un’ulteriore fase legislativa definibile di riassestamento e di rinnovamento, per il tramite di una serie di disposizioni di legge, i cui esiti sono, invero, tutti ancora da testare e che, perciò, saranno verificabili in un prossimo futuro, quando, cioè, i nuovi assetti e le nuove regole troveranno concreta attuazione. E', poi, preso in esame il ruolo della Regione nella determinazione delle politiche in favore dell’associazionismo e, in particolare, dell’Unione di comuni alla luce sia dell’era del c.d. “terzo decentramento” sia della riforma costituzionale del 2001. Tale percorso di ricerca consentirà, peraltro, di tracciare il quadro delle attuali tendenze della legislazione regionale in tema di Unioni di comuni, soprattutto nella prospettiva della gestione associata delle funzioni e delle misure di incentivazione. In tale quadro di riferimento, le “esperienze” in tema di gestione associata costituiranno un ulteriore elemento di valutazione del complessivo quadro nel quale operano le Regioni per affinare e arricchire le politiche di aggregazione fra Comuni. Il profilo finanziario, che forse rappresenta il fattore di maggiore incidenza anche rispetto al futuro delle politiche sull’associazionismo, costituisce un ulteriore oggetto di osservazione del lavoro monografico. Tale aspetto è da considerarsi fra i più significativi dato che senza le risorse finanziarie potrebbe apparire illusorio procedere ad ulteriori implementazioni dell’ente locale in questione. I criteri di attribuzione delle risorse, sia statali sia regionali, costituiscono un elemento di esplorazione molto utile per capire fino a che punto si pensa di dare impulso al fenomeno associativo. Il “federalismo fiscale”, almeno in linea teorica, potrebbe rappresentare la soluzione delle problematiche relative al reperimento delle risorse necessarie per “gestire” le funzioni e i servizi che le Unioni sono chiamate a svolgere. A tale proposito, si cercherà di appurare le reali possibilità di attribuzione all’Unione di comuni di una (certa) autonoma potestà impositiva, in parte anche de jure condendo, quale condizione indispensabile al fine di rendere operante il principio di autosufficienza finanziaria, in base al quale ai servizi erogati deve necessariamente corrispondere la risorsa necessaria per il suo assolvimento.
Il contributo descrive i contenuti del nuovo modello organizzativo della Regione Puglia
Il contributo esamina il riparto delle competenze in materia di diritto agli studi universitari distribuiti tra stato, regioni ed università. Sono presi in considerazione tutte le misure previste dalla normativa statale e regionale.
Nel quadro del riordino complessivo del sistema degli enti locali, l’allocazione delle funzioni amministrative al livello più “adeguato” può essere considerata come una delle tematiche più complesse, e allo stesso tempo controverse, sulle quali il legislatore statale (e regionale) ha avuto modo di confrontarsi, in particolare nell’ultimo decennio, anche al fine di consentire agli enti “del territorio” di rispondere al meglio alle esigenze concrete delle realtà decentrate. Il perimetro spaziale per il “governo” di una determinata funzione, infatti, non necessariamente può, o deve, coincidere con i confini di un singolo ente locale, magari di dimensioni non idonee dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Il principio della uniformità, che ha informato la Costituzione per quel che concerne le funzioni, non sempre consente l’organizzazione efficace ed efficiente dei servizi sul territorio tenuto conto, per l’appunto, delle dimensioni degli enti e delle loro caratteristiche morfologiche e demografiche: basti pensare alla gestione dei servizi pubblici locali o a quella dei rifiuti e così via. Il problema non concerne solo le problematiche connesse ai cosiddetti micro-Comuni, ma anche quelle dell’efficienza dei servizi, complessivamente considerati, della semplificazione e del riordino del sistema degli enti locali, alla cui soluzione, invero, non sempre il legislatore, statale e regionale, è stato in grado di strutturare un assetto definitivo, indugiando su soluzioni a volte sperimentali, altre volte parziali e comunque non risolutive.
The essay points out some of the possible developments of representation within the new Senate, considering, in particular, the presence of Mayors. It is also analysed the role of the political party in the perspective of the second chamber. Will the Italian second chamber be a true representative place of the territorial governments or will it be locked up in the cage of the political party system?
Il problema della giustificazione nella filosofia del diritto di Hans Kelsen - Traduzione dell'opera di S.L. Pauslon
Questo breve contributo, traendo spunto dall’adozione del programma di quantitative easing, adottato recentemente dalla Banca centrale europea quale strumento per fronteggiare la crisi economico-finanziaria, sviluppa alcune riflessioni sulle aspettative, anche politiche ed istituzionali, derivanti dal suddetto programma.
Il saggio esamina gli effetti del processo della globalizzazione sul sistema degli enti locali
Il contributo sulla funzione di indirizzo e controllo nell’esperienza della Regione Puglia si propone di analizzare il rapporto Giunta-Consiglio regionale nel quadro del mutato scenario istituzionale conseguente alla approvazione dello Statuto avvenuta nel 1994, anche alla luce della prassi sin qui sviluppata. Il saggio prende le mosse dalla fase instaurativa della Giunta, partendo dal voto sul programma di governo quale momento di impulso unitario dell’indirizzo politico. Vengono, poi, scandagliati gli strumenti del controllo, come la mozione di sfiducia e le interrogazioni, le interpellanze, il diritto di accesso agli atti e agli uffici. Quanto agli strumenti di indirizzo, vengono prese in esame le mozioni e gli ordini del giorno. Particolare attenzione viene riservata alle commissioni regionali di indagine e di inchiesta, evidenziandosi talune lacune dello Statuto pugliese. Viene svolta una ricognizione delle diverse commissioni di indagine e di inchiesta costituite dopo l’approvazione dello Statuto del 2004, traendone taluni criteri comuni: dalle finalità alla modalità di costituzione, dalla durata alle eventuali proroghe e così via. Da ultima, viene in evidenza la programmazione dei lavori del Consiglio quale strumento di realizzazione di una più celere produzione legislativa, oltre che la prova dell’esistenza di un rapporto proficuo tra Giunta e Consiglio regionale.
Il contributo esamina, nell'ambito del tema generale trattato (La Giunta nel sistema istituzionale della Regione Puglia), le problematiche concernenti il numero dei componenti della Giunta regionale, la rappresentanza di genere e il voce-presidente della Giunta regional
The paper examines the legislation on the reduction of allowances and attendance fees allocated to the Presidents and board members of non-elective bodies as a part of a strategy to shrink the public financial expenses. The essay examines the constitutional references of this legislation and focuses the jurisprudence of the Constitutional Court. It is also highlighted the inaction especially of the local governments that have not made the cost reductions as they should, as it is clearly pointed out by the Report of the Court of auditors on the coordination of public finance. The paper takes into account, finally, the remedies provided by the Parliament to end the failed application of substantive law by some of the central and local bodies.
The paper examines the rules on tax relief in deprived urban areas. It takes into account some of the issues reguarding the compatibility with Community state aids in areas weighed down by social distress. The evolution of the policies in favour of the urban free zones (zones franches urbaines) is an important step towards the implementation of the “political” lines drawn at Community level, especially those concerning social and territorial cohesion.
L'articolo descrive brevemente i contenuti della c.d. "legge Del Rio" concernenti le innovazioni riguardanti la disciplina delle Unioni di comuni
Lo studio delle clausole di salvaguardia, nella prospettiva assunta dal presente lavoro, si prefigge di scandagliare alcune delle tante possibili conseguenze relative al loro “utilizzo”, ponendo in luce gli eventuali problemi che possono porsi dinanzi all’interprete e al decisore politico. Le implicazioni che scaturiscono dal sempre più frequente utilizzo delle clausole di salvaguardia nelle leggi di finanza pubblica, infatti, sono davvero numerose e in questa sede ci si propone di studiarne i contenuti e le criticità. Nel presente lavoro viene delineata la configurazione giuridica delle clausole di salvaguardia attraverso la sua evoluzione normativa e il collegamento delle medesime alle disposizioni di cui ai commi 1 e 3 dell’art. 81 Cost. come riformati dalla legge cost. n. 1 del 2012. Il tracciato dell’evoluzione normativa delle clausole di salvaguardia ha lo scopo di porre in luce le differenze che emergono tra la c.d. “legge finanziaria” e la legge di contabilità pubblica, come riformata dalla novella del 2016 (legge n. 163), in particolare per quel che concerne l’obbligo di copertura degli oneri di bilancio. L’indagine è altresì collocata nel contesto delle norme del diritto dell’Unione europea perché i principi di coordinamento finanziario da questo stabiliti hanno influito e influiscono molto non soltanto, come è ovvio, sulla disciplina e sulla politica di bilancio, ma anche sull’uso delle clausole di salvaguardia, le quali vanno inserite in un contesto giuridico e finanziario più ampio, che spazia dalle norme contenute nei Trattati a quelle di diritto derivato previsti (anche) a seguito della crisi finanziaria. Il tema degli strumenti di copertura finanziaria delle leggi è un problema che assume particolare valenza non soltanto nella fase emergenziale della vita economico-finanziaria del Paese ma anche, per dir così, in quella del ciclo economico favorevole. Si è ritenuto, pertanto, di effettuare una ricognizione di alcune delle norme di salvaguardia finanziaria previste nelle diverse “manovre” (non soltanto, quindi, nelle leggi di stabilità ma anche in quelle cosiddette “per la crescita” o “per la competitività”) per tentare di evidenziare non soltanto l’ormai ampio uso delle medesime ma anche per cogliere l’occasione di addentrarsi nei singoli problemi di ordine giuridico scaturiti a seguito della loro formulazione (garanzia dei diritti, problemi di ordine finanziario determinati dalla finanza innovativa, leggi di incentivazione, revisione della spesa pubblica, ecc.). La ricognizione delle diverse clausole di salvaguardia previste nelle leggi di finanza pubblica ha l’obiettivo di tentare una classificazione delle medesime alla luce dell’esperienza giuridica sin qui maturata. Lo studio si conclude con un’incursione nel tema della tecnica della regolazione, con l’intento di verificare se le clausole di salvaguardia possono essere incluse nel novero delle cosiddette norme tramonto, una tecnica legislativa particolarmente utilizzata in altri Paesi, che consiste nella formulazione di disposizioni aventi l’obiettivo di mantenere in vita una determinata norma solo se essa avrà dimostrato di funzionare, o, al limite, di abrogarla se, a seguito di valutazione, non ha prodotto gli effetti desiderati.
Il presente contributo trae spunto da due sentenze della Corte di cassazione, entrambe dell’8 luglio 2015, con le quali sono state decise le controversie promosse dal Comune di Livorno concernenti la richiesta di versamento dell’ICI a due istituti scolastici paritari a carattere religioso ubicati sul suo territorio. Le pronunce dichiarano illegittima la norma sull’esenzione dal pagamento dell’ICI alla luce di due profili: il primo, che fa riferimento alla nozione giuridica di “attività” svolta in un determinato immobile considerandone sia l’aspetto soggettivo (le scuole paritarie) sia quello oggettivo (attività di assistenza o a queste equiparate); il secondo, tutto incentrato sulla compatibilità della misura di sostegno dell’impresa scolastica alla luce del diritto comunitario della concorrenza e, in particolare, del divieto di aiuti di Stato che importa un onere a carico del bilancio pubblico. Le richiamate sentenze non mancheranno di riaprire il dibattito sull’interpretazione della clausola del «senza oneri per lo Stato» di cui all’art. 33, c. 3, Cost. (disposizione apparentemente chiara ma che si apre, al contrario, ad una pluralità di opzioni interpretative) in perenne oscillazione tra le posizioni “negazioniste” e quelle “possibiliste” in ordine all’intervento statale in favore delle scuole paritarie. Per tale ragione, traendo spunto dalle due pronunce, si svolgono riflessioni sopra alcuni dei tratti salienti di una questione “problematica”, e in ogni caso, continuamente dibattuta esaminando le diverse posizioni in campo al fine di evidenziare la forbice interpretativa esistente fra opposte “scuole” di pensiero.
Il volume esamina le più recenti innovazioni ion tema di incentivazioni economiche alle imprese, anche alla luce della attuale crisi economica. Analizza, inoltre, gli aspetti più salienti della disciplina degli aiuti statali alle imprese concernenti la procedura e le conseguenze derivanti dalla erogazione din un aiuto illegittimo o illegale.
Il lavoro affronta il tema delle Unioni di comuni nello scenario determinatio dalla legge delega sul "federalismo fiscale". Tratta, in particolare, delle Unioni di comuni nel sistema degli enti locali per poi affrontare il tema della natura giuridica di tale ente locale. L'attenzione è poi posta sulle nuove frontiere della unione municipale così come determinata dalle leggi di stabilità e dalla legge sull'obbligatorietà della gestione associata fra enti locali. Il lavoro si conclude con un'analisi del rapporto tra il ridisegno "funzionale" dei territori e la cooperazione comunale.
Il contributo descrive i provvedimenti contenuti nella legge di stabilità 2016 riguardanti le zone franche urbane
Il contributo analizza le "fighe" dalla sovranità economica e il miraggio della cosiddetta Europa sociale.
Stanley Paulson individua nella relazione tra atto e responsabilità il «nucleo centrale» della «tesi della normatività nomologica di Kelsen»: «[l]a relazione è nomologica perché necessaria o legiforme ed è normativa perché non-causale. Ulteriori trasformazioni derivanti dall’imputazione così intesa si verificheranno laddove la responsabilità è ascritta ad una persona, determinando l’autorizzazione dell’organo giuridico a procedere con la sanzione richiesta».
The essay examines the role of the nation-State in the European Union economic system, especially in the present crisis involving most of the European countries. In particular, it analyses the Soziale Marktwirshaft model as established in the European Treaties. The economic sovereignty erosion cut down the chances of State intervention in the domestic economic affairs, thus reducing the social rights protection system. Furthermore, the essay remarks the necessity of revaluing the function of the State, for example, in public services field, not restoring the eighteenth century interventionist State but developing a new liberal humanism.
L'articolo traccia un profilo della legislazione statale in materia di unioni di comuni dalla legge n. 142/1990 fino alla legge n. 56/2014
Il contributo descrive la nuova disciplina sui rapporti Stato-Regioni contenuta nella legge n. 234 del 2012
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