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Giuseppe Ceraudo
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/09 - Topografia Antica
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Grande sviluppo ha avuto in questi ultimi anni in Italia, nell’ambito delle ricerche sul territorio, l’attività di ricognizione aerea e di riprese aeree con la realizzazione di prima mano di immagini prospettiche (v. infra), che unitamente a nuovi sistemi e alle nuove tecnologie di remote sensing, rappresentano le maggiori novità del settore: si può fare riferimento alle immagini all’infrarosso fotografico (falso colore e termico), ai sensori a scansione multispettrale e iperspettrale, ai sistemi Radar e LiDAR e alla crescita, in continua evoluzione, dell’utilizzo delle immagini satellitari.
The numerous archaeological investigations conducted in the last few years with the aid of aerial photography provide us with much material for reflecting on the importance of this tool, which is now fundamental in ancient landscapes studies, and an opportunity to restate some of the practice's basic concepts. With its many applications, aerial photography represents one of the greatest sources of useful material for studies in this field. A correct assessment of the question of method requires for aerial photography to be considered as a source of data from which to draw a seemingly infinite amount of information in the course of a regional topographical investigation. It must be reaffirmed, however, that such line of research is valid only if founded upon solid cultural bases, connected to a well rooted tradition of studies and with professionalism and competence tied up with the activity on the territory. We are now witnessing the emergence of some inadequate practices, such as certain excessively technical abstractions (unfortunately in line with the present mentality), which seem more interested in the projects themselves than in the work context, or certain confusions, due to the lack of basic training, by which research instruments are sometimes confounded with disciplines (we allude here – to remain in our sphere – to survey, aerial recognition and relative oblique photographs). Among these “tools”, the use of aerial photography has known a notable increase in different directions: on the one hand the sectors that are open to experimenting with archaeological photo interpretation have increased, and on the other hand there is a pronounced interest in cartographic representations of the territory, both as cartography of base – essential support for territory knowledge and protection – and as photogrammetry, adapted to archaeological use. The last years have seen a significant development in the use of aerial reconnaissance and aerial photography in studies of ancient topography, with archaeologists acquiring their own oblique images, which, together with new remote sensing systems and technologies, represent the greatest advance in this field. Reference can be made here to infrared (false colour and thermal) photographic images, multispectral and hyperspectral scanning sensors, radar and LiDAR systems and the continuous evolution of the use of satellite images.
Le recenti indagini aerotopografi che eseguite dal gruppo di ricerca del Laboratorio di Topografi a antica e Fotogrammetria dell’Università del Salento1, condotte tra le province di Foggia, Benevento e Avellino, hanno permesso di acquisire nuovi dati relativi alle infrastrutture ed agli oggetti di arredo stradale strettamente collegati alla via Traiana.
To better understand the location and help in the conservation of buried structures at the ancient site of Aquinum in central Italy, integrated archaeological and geophysical data were acquired. These datasets included historical and oblique aerial photographs, which were combined with topographical and archaeological field‐walking survey. These data showed the general location of the Roman town Aquinum. To verify preliminary interpretations groundpenetrating radar (GPR) data were collected in an open area of the town centre. The results show very good correspondence between the buried architecture and the aerial photograph and field walking data. A number of unexpected buried buildings were also discovered, which were excavated in 2009 and 2010 and showed remains of a public thermal bath.
Si vuole presentare una nuova iscrizione, da mettere in collegamento con interventi di risistemazione delle infrastrutture in corrispondenza di uno dei grandi ponti della via Traiana, nella media valle del Miscano in Irpinia, tra le attuali province di Avellino e Benevento: il Ponte S. Spirito. La lastra iscritta non è pertinente ai lavori iniziali di costruzione dei ponti della Traiana databili al 109 d.C., ma è da mettere in relazione con un precoce intervento di restauro sulla strada condotto pochissimi anni dopo la sua inaugurazione ad opera dello stesso Traiano (116 d.C.), con uno specifico intervento di ripristino stradale in un settore morfologicamente accidentato, con terreni particolarmente esposti a smottamenti e a movimenti franosi e i corsi d’acqua ad improvvise piene con esondazioni distruttive in determinati periodi dell’anno.
The holdings of historic aerial photographs in Italy are substantial, mainly preserved in the two major archives of the Istituto Geografico Militare in Florence and the Aerofototeca Nazionale in Rome. Amongst the holdings in the Aerofototeca, there is unique material that is not duplicated elsewhere, and together these archives form a valuable resource for the study of the Italian landscape and its cultural heritage. Following brief summaries of the major aerial photographic resources, their potential will be presented through two case studies – one documenting the damage to Montecassino during World War II, the other exploring the Roman city of Casinum.
L’articolazione della rete viaria in Italia meridionale ha seguito il progressivo processo di romanizzazione del Sannio, della Lucania e dell’Apulia attraverso l’occupazione di nuovi territori e la costituzione di colonie latine e colonie romane fondate nel periodo compreso tra la guerra contro Pirro e la guerra contro Annibale, nel quadro di un complessivo allargamento degli orizzonti politici e militari in direzione dell’Adriatico. Dai Romani furono aperte grandi direttrici stradali - e l’Appia è la più importante - che accompagnarono tra il IV e il III sec. a.C. le imprese militari in Italia centro-meridionale, mentre già a partire dal II sec. a.C. la “monumentalizzazione” di alcuni tracciati esistenti e la definizione di nuove vie in alcuni settori specifici, segnarono la fine del processo militare aprendo quella fase che nel giro di due secoli portò, anche grazie a queste, al consolidamento e all’amministrazione capillare dell’impero. A questo programma di potenziamento delle infrastrutture stradali nel settore sud-orientale, con la realizzazione oltre alla via Appia delle vie Aemilia, Minucia e Gellia nel corso della seconda metà del II sec. a.C., anche in previsione delle future spedizioni militari nella penisola balcanica, può essere messa in stretto collegamento anche la realizzazione della via Egnatia sull’opposta costa adriatica attribuita a Cn. Egnatius, noto anche in questo caso attraverso due miliari e proconsole intorno al 140 a.C., importante arteria stradale di collegamento tra Adriatico meridionale ed Egeo settentrionale, che dai porti di Apollonia e Dyrrachium in Illiria attraversando la Macedonia e la Grecia arrivava in età repubblicana a Tessalonica (Salonicco).
Il rinvenimento di una nuova colonna miliaria, nella tradizione archeologica, è solitamente un evento di grande rilevanza non solo per il valore storico dell’oggetto stesso, ma, soprattutto nel caso in cui sia stata ritrovata in situ, per l’enorme valenza topografica che i miliari possono rivestire nella ricostruzione del tracciato di una strada. Nel presente contributo, al contrario, lo stretto rapporto tra miliari e ricostruzione topografica della via antica è completamente ribaltato: è infatti la puntuale definizione del tracciato della via Traiana nel suo articolato sviluppo in Hirpinia che ha permesso un primo tentativo di revisione dei dati fino ad oggi in nostro possesso per alcuni dei cippi della strada romana rinvenuti in questo comparto territoriale.
Il Progetto “Ager Aquinas” si inserisce tra le attività di del Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento a Lecce: ricerca avviata nel 1998 con lo scopo di sviluppare, attraverso un esempio applicativo di largo respiro, un modello operativo finalizzato all’individuazione dei beni archeologici nel territorio, alla loro conoscenza, catalogazione ed interpretazione, in un Sistema Informativo Territoriale volto alla gestione e alla diffusione dei dati.
Nell’ambito delle più recenti attività di ricerca condotte a Sipontum, una serie di indagini dedicate alla ricostruzione della topografia della città antica furono effettuate nel corso degli anni ’90 del secolo scorso , congiuntamente ad una prima osservazione delle fotografie aeree da cui scaturirono le prime concrete acquisizioni relative all’impianto urbano e al territorio della città romana. Tuttavia, a parte queste indagini, il territorio di Sipontum era sino ad oggi sostanzialmente poco noto. Nonostante questo non confortante quadro di partenza, nuovi ed interessanti dati sono emersi nel sito occupato dai resti della città e nella fascia di territorio adiacente, in particolare in quello meridionale
Il Progetto prevede la realizzazione di una cartografia di dettaglio, numerica a grande scala, delle città antiche non a continuità di vita della Puglia, dando priorità a quelle oggetto di interventi di pianificazione e valorizzazione, che consenta il corretto posizionamento di tutte le evidenze archeologiche note e tutte le anomalie, le tracce archeologiche, riscontrate sulle immagini aerorilevate appositamente realizzate per la restituzione fotogrammetrica. Le immagini verticali verranno acquisite con metodi di telerilevamento tradizionali e con droni di ultima generazione, che consentiranno la raccolta di dati geospaziali ad alta risoluzione geometrica con la possibilità di generare modelli digitali del terreno e ortofoto. La realizzazione di cartografie così strutturate avrà come risultato immediato quello di offrire uno strumento indispensabile a tutti gli Enti (Regione, Province, Comuni, Soprintendenza etc.) che operano sul territorio in termini di programmazione, gestione e tutela. Non ultimo anche un contributo alla conoscenza con l'acquisizione di nuovi dati che verranno inseriti in un SIT condiviso, quale la Carta dei Beni Culturali della Puglia.Gli elementi di valorizzazione nell'ambito 1 risiedono nella possibilità di uno scambio immediato di dati fra Università,Regione ed Enti locali utili alla pianificazione territoriale e paesaggistica e nella sperimentazione di nuovi sistemi di rilevamento per il monitoraggio del patrimonio culturale.
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