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Arturo Casieri
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRO-AMBIENTALI E TERRITORIALI (DISAAT)
Area Scientifica
AREA 07 - Scienze agrarie e veterinarie
Settore Scientifico Disciplinare
AGR/01 - Economia ed Estimo Rurale
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il lavoro si propone di valutate la capacità competitiva del sistema agroalimentare pugliese dinanzi alla sfida posta dalla creazione dell'area di libero scambio euro-mediterranea. Dopo aver tracciato il quadro strutturale dell'agroalimentare regionale vengono analizzate le due filiere maggiormente sensibili ai possibili cambiamenti dello scenario competitivo. In particolare sono state prese in esame le filiere dell'olio d'oliva e dell'uva da tavola che rappresentano, allo stesso tempo, le produzioni di punta dell'agroalimentare pugliese e quelle più esposte alla competizione esercitata dai paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Gli effetti della liberalizzazione sulla competitività regionale dipendono dalle modalità di armonizzazione delle regole di origine e saranno presumibilmente differenziati a seconda della fase della filiera considerata, oltre che dalle strategie adottate dalle singole imprese.
This paper aims at showing the explanatory potential of network methods applied to the analysis of Country level competitiveness within specific productive sectors. More specifically, we focused on each Country’s position within the network of international commodity trade relationships, assuming that this influences its Country level competitive advantage. We based this statement on Ronald Burt’s theory of "structural holes" which, if existent within a network, grant to those agents occupying the holes the chance to manage a strategic resource which becomes a competitive advantage. In order to test this hypothesis we applied network analysis to the international virgin olive oil trade network, represented as a weighted, directed network (wdn).
Fresh food markets are affected by asymmetric price transmission along the value chain, from retail to producers and vice versa. The following paper explores the price generation mechanisms in Fresh table grape TG local market in S-E Bari (Southern Italy) to disclose asymmetric price transmission in one of the largest markets for TG worldwide using the Fuzzy Cognitive Maps (FCM) method. The FCM is an innovative analytical tool that helps digging expert and locally based market knowledge on price generation dynamics. Results showed as traders and farmers are both affected by exogenous or endogenous shocks. Nonetheless, the distribution of the effects is unevenly distributed between these two agents
Il processo di disaccoppiamento dei pagamenti diretti erogati dalla PAC sta modificando la struttura e la competitività del settore olivicolo italiano. Il cambiamento dello schema di pagamento unico aziendale da modello storico a modello regionale, come proposto dalla Commissione europea nel documento sulla valutazione dello stato di salute della PAC (Health Check), potrebbe ulteriormente influire su questo settore e minacciare la sopravvivenza delle aziende olivicole attive nelle aree marginali. L’obiettivo di questo studio è, pertanto, quello di valutare gli effetti delle ipotesi di revisione della PAC sui risultati economici delle imprese olivicole dell’Italia meridionale ed in particolare della Puglia, che costituisce una delle più importanti regioni olivicole italiane. La metodologia utilizzata per stimare gli impatti economici dei possibili scenari di riforma è l’analisi di bilancio economico, applicata ai Sistemi Olivicoli Rappresentativi (SOR) individuati e caratterizzati all’interno di area olivicole omogenee sub-provinciali. L’analisi svolta dimostra che la regionalizzazione dei titoli comporterebbe il peggioramento dei redditi per tutte le tipologie aziendali considerate, più elevato per lo scenario cosiddetto di “ravvicinamento completo” rispetto alla “regionalizzazione al 50%”. L’impatto negativo sul reddito netto aziendale sarebbe maggiore nel caso delle aziende olivicole di media dimensione e per quelle localizzate nelle aree marginali.
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