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Gianfranco Longo
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE
Area Scientifica
AREA 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/20 - Filosofia del Diritto
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il processo costituzionale evidenzia la possibilità di risolvere l’invincibile interrogazione e l’irrisolvibile paradosso politico di una decostituzionalizzazione dell’apparato statale, processo innescato dal politico ridottosi a sola emergenza di salvaguardia degli interessi del partito, vera e propria obsolescenza della stessa democrazia. In tale ambito la critica della giurisdizione costituzionale interpretata quale fulcro di garanzia e di tutela della legittimità costituzionale e quale monito di sovranità sul politico stesso, imprime la presa d’atto di preservare la Costituzione dalle derive demagogiche ed anti-democratiche condotte sempre di più da un politico ormai degeneratosi a mera de-costituzionalizzazione dell’attività partitica stessa ed istituzionale. Tale teoria politica del diritto e l’analisi valutativa ed interpretativa svolta dalla semantica giuridica conducono verso il limen di una post-modernità dello Stato quale spettro di osservazione di una possibile forma di innovazione della stessa democrazia.
Abstract: Nella sofferenza del Calvario, Gesù dona di nuovo la Creazione di Dio Padre all’uomo proprio salvando quest’ultimo. La Resurrezione di Gesù è il sigillo definitivo che ricompone un vincolo di amore incrinato dal peccato originale permettendo al mondo e all’uomo la rinascita nella gioia di Cristo risorto.
Il sufismo e alcune semantiche coraniche principali, accostati ai fondamenti dell’universo secondo la mistica ebraica; i cori angelici e la fenomenologia del divino; la maternità e la creazione, il creato e l’uomo; Gesù quale indeterminabile presente: questi alcuni dei temi affrontati nel poema filosofico Empireo che, come nella tradizione filosofica classica o in quella del Medio ed Estremo Oriente, si avvale del verso poetico quale strumento per interpretare concetti e meditare sugli stessi. Vale la pena ricordare che il De rerum natura di Lucrezio o il Poema sulla natura di Parmenide, come pure le stesse Upanishad o il celebre Tantraloka di Abhinavagupta, sono stati scritti in versi. In nessuno di questi casi si è mai trattato di verso libero, ma la metrica e il rimato, come spiega l’autore nella nota introduttiva all’opera qui presentata, elaborata anch’essa secondo uno schema ben delineato metrico e rimato, è servita da struttura di consolidamento e di sostegno per una più efficace definizione della stessa ermeneutica filosofica.
Lo svolgimento teoretico di queste meditazioni ha perseguito l’intento di una riflessione critica (nel senso di κρίνω, cioè valuto) del mondo, in-sé e per-sé, all’interno del Tempo, e del tempo come concetto caratterizzante l’universo, nella specifica prospettiva della forma e del fenomeno di un elemento nella sua discontinuità: la forma continua del Particolare si traduce in fenomeno dell’Universale, poiché il Particolare, discreto nell’elemento della tradizione, racchiude l’Universale ontico della trasformazione: proprio l’aristotelico καθόλου . Ogni parte di questi principia cosmologiae, sul Tempo relativo alla circostanza, il καιρός, o al momento e all’epoca, il χρόνος, o infine all’eterno, l’αἰών, si determina in approfondimenti metafisici e ontologici sul mondo e sul suo Creatore, riflessione che in sé non prevede interruzioni, piuttosto avvalendosi di differenti peculiarità della scrittura, assiomatica, metafisica e mitologico-filosofica, indaga sulla molteplicità di quanto vano e caduco, quasi al di fuori ormai della storia e sottratto a ogni empiricità come pure a ogni idea platonica, per raggiungere però accanto a una tale descrizione e narrazione della trasformazione del tempo e del mutamento del mondo, una riflessione su Dio, quel Gesù dei Vangeli che rinnova e salva proprio il mondo mediante la sua Vita. Non indugiando a considerare fortemente quei contributi aristotelici (come pure il Platone del Timeo) che hanno segnato, forse anche più della sua nota Metafisica, la rilevanza della questione tempo-infinito, si è voluto profilare altresì un’assiomatizzazione critica di quelle problematiche, svolgendo un’analisi della continuità della forma e dell’elemento Tempo nella sua dimensione discreta. Tuttavia è proprio da una tale cesura di discontinuità che il Tempo ritrova la sua peculiarità di limitato/continuo-discreto/infinito: è il paradosso del Tempo a sottolineare già l’illimitatezza dello Spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico Spazio, indicato come una forma infinita nella sua continuità: cioè la coscienza dell’uomo in cui il moto del Tempo raccoglie il soffio di Dio in quel determinato Spazio che ci sforziamo di definire “vita”, e che esprime pienamente l’esistenza ontica dell’uomo.
The mysticism's problem begins when our knowledge of the world becomes search for the deep: the sorrow and the joy are the same moments of life, lived in a mirror in which to dwell. The kintsugi art is care and meditation about joy and sadness, about the past time and present moment where life and death have a common point thet introduces us to the mystery of our beginning.
The Constitution don’t rise only like State’s foundactive act, but it must say that the State is Constitution too. Therefore the secularization of the welfare State brings to the depletion of the same political outside and above of the constitutional legal order. This fact has determined an irreparabile fracture between society and politics. The constitutional antinomies, here criticized, leads at the fact that only through a new politics’s constitutionalization could be true a new legal order, brooken by political parties’s conveniences, always by now evident. The social conflict don’t rise by the simmetric roles in opposition between themselves, but by a State anymore Constitution rather only a politics.
When we believe, we love too: Father God has done the world and the man, because through that work, the man could even love the other. In fact the God’s Creation is not only a love’s work, but the possibility to love recognizing the Resurrection of Jesus, Son God. What I mean as New Creation begins in the Jesus’s passion and ends in His cruci-fixion, because from that moment begins new the life of man. For this reason, having only the God revealed in Christ, just as the latter the bond of love between Creation and the spirit is risen, each attracting itself to overcome the tempera-poralità, to be the man again in the time of God and His Creation. If, then, human existence is contained in a beginning and an end, not allowing anyone to escape the inescapable reality in which temporality is revealed in death, just wanted to fully and consciously sacrifice by Christ Himself on the his Cross, finally ripping the man deception to observe the spirit of the world overwhelm the life of man, rather perfectly filled by the Spirit of God.
Lo “Stato imperfetto” risuona quale invincibile interrogazione e irrisolvibile paradosso politico di un processo costituzionale che arretra in obsolescenza della stessa democrazia, non permettendo la modernizzazione delle risorse culturali e istituzionali dello Stato costituzionalizzato nel politico. In tale ambito la critica della teoria della conoscenza e l’analisi valutativa e interpretativa svolta dalla semantica storica conducono al limen della postmodernità del diritto quale spettro di osservazione per un passaggio verso la forma di innovazione della stessa democrazia.
Approfondimento e comparazione del concetto di creazione e di creato e in particolar modo dell'uomo e della donna secondo la filosofia e la mistica giudaico-cristiane e sufista, cioè la mistica islamica.
Nella ricerca ci si è proposti l'obiettivo di indagare attraverso il concetto di tempo, nella sua accezione teoretico-filosofico e ontologico-metafisica, il problema dell'esistenza di Dio, non indugiando ad analizzare e a ricercare il problema dell'origene dell'universale in una dimensione cosmologica non solo fisico-aristotelica quanto anche metafisico-platonica.
La musica, nella sua tradizione, si rivela - prendendo a prestito un famoso postulato di Euclide -, "punto che non ha parti": condizione di armonia, di sviluppo delle forme e di rivoluzione del tempo in ogni epoca, perché la stessa trasformazione del mondo svolga un altro suo peculiare cammino, umano, storico, artistico. Sette note come sette in tutto furono quei pani, quei pesci, e bastarono per quella moltitudine, e ne avanzarono ancora, per un miracolo divino e umano che continua ad affascinarci, per rallegrarci e per stupirci, perché la musica possiede un che di divino, di assoluto. Sette note, eppure la creazione e l'originalità dell'invenzione sono e saranno sempre prodotte dal carattere unico, insostituibile, ed esclusivo dell'artista, del compositore che, proprio come uomo, si assume lui stesso la responsabilità della sua opera. La sensibilità, l'estro, non saranno mai elementi che potranno scaturire da un nastro magnetico, o da un corno inglese, o da una viola da gamba: piuttosto, per avanzato che sia il mezzo di produzione musicale, questo sarà sempre un mezzo e mai un fine nel pensiero e nell'anima del compositore
Le pagine che seguono, la cui lettura potrebbe aver inizio dai testi poetici XVIII e XIX della parte A dell’Appendice e dall’ultimo testo poetico della parte B, raccolgono annotazioni tenute insieme, quasi ravvoltolate ed intrecciate, da rispettive figure retoriche, riflessioni volte a delineare e a profilare una scrittura propria consona al testo: retorica dell’opera nella retoricità della scrittura. Il tema fondamentale è una riflessione generale su un romanzo ineludibile per un qualsiasi lettore: "La morte di Virgilio" di Hermann Broch (1886-1951), riflessione che ha voluto essere non soltanto critica ma anche giuridico-politica e filosofica, tenendo conto di quella che è stata la vicenda umana, storica ed artistica di Hermann Broch. Nondimeno ogni figura retorica scelta caratterizza da un lato un particolare andamento delle varie notazioni che tratteggiano l’approfondimento teoretico-meditativo sull’insieme di quel romanzo, ma dall’altro lato la stessa figura retorica pluralizza la scrittura di quanto qui delineato, quasi a voler essere espressione di un confronto tra amante ed amato, tra letteratura e realtà, tra ars poetica e critica filosofico-letteraria. Con una tale ricorsività si è voluto offrire una retorica del senso verso quanto perduto o atteso vanamente, quasi volendosi affiancare allo stesso dolore dello scrittore costretto a rinunciare alla sua opera per portarla poi a termine casualmente, quando ormai proprio la vita di quello scrittore era stata data per spacciata. In fondo il legame tra lo scrittore e la sua opera è in tutto simile a quello che intreccia la sua vita con il mistero di quest’ultima e con il segreto di un amore anch’esso inseguito, perso, vaneggiato, oltremodo atteso: sino ad essere questo amore un inspiegabile mistero del suo essere, della sua esistenza e della sua morte. Queste notazioni – dunque cercata musicalità nell’insieme delle parole –, e questo omaggio a Hermann Broch ed alla sua opera più prossima ad essere considerata un vero e proprio struggimento letterario e stordimento passionale, cioè "La morte di Virgilio", sono stati dedicati al mio amico e collega Roberto Rizzo, a cui, nell'anno accademico 2001-2002, è stata conferita la Hermann Broch Fellowship in Modern Literature and Philosophy in German dalla “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” della Yale University, dove Broch insegnò dalla fine degli anni Trenta sino alla sua morte.
Abstract: The question about the time tries to seattle the difference between a theological time and a world time. Exactly in the time as circumstance (καιρός) stands out the world’s condition in the time. Instead in time’s dimension like age or period and history (χρόνος), we can seaze the time-world’s meaning; while in the αἰών the time’s plurality in the world determines itself: i.e. we have the Eternity of God. In fact only God jointly is, because once happened and in Christ himself once rivelated too. The man every time becomes when he realizes himself in the Christ’s life, because Christ is the true Man who bares God, becoming Jesus in God and living as Man a perfect nature which is divine and creative too
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