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Rosanna Bianco
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI LETTERE LINGUE ARTI ITALIANISTICA E CULTURE COMPARATE
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ART/01 - Storia dell'Arte Medievale
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
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The paper reconstructs the life, the devotion, the iconography, and in particular the presence of St. Eligius in Apulia. Saint, linked to the court and strictly connected to the world of gold, blacksmiths and especially to the horses. In Apulia, the cult, the images and the dedications spread during the Angevin Age and continue in the Aragonese time and they show a strong presence in the seventeenth and eighteenth century, due to confraternities.
La miracolosa traslazione di San Giacomo da Gerusalemme in Galizia, la fioritura del culto a Santiago de Compostela da un lato, il luoghi legati al Santo in Terrasanta dall’altro, sono ricordati nel Liber Sancti Iacobi, nei racconti di viaggio e di pellegrinaggio, nelle testimonianze iconografiche. Intento principale del Liber è ribadire che il corpo e la testa siano stati trasportati insieme in Galizia e sottolineare gli ampi itinerari percorsi dal Santo in vita e dopo la morte. Tutte le testimonianze iconografiche del viaggio per mare pongono in evidenza il corpo “integrum”. A Gerusalemme, la cattedrale armena di San Giacomo, sorta sul luogo del martirio, è inserita nei principali percorsi di pellegrinaggio e visitata da pellegrini e viaggiatori, in particolare tra XI e XV secolo. I rapporti tra Santiago e gli Armeni di Gerusalemme sono confermati dall’Ospedale per i pellegrini armeni esistente nella città galiziana.
Il libro accoglie alcune riflessioni su tre santuari mariani della Capitanata: l’Iconavetere o Madonna dei Sette Veli di Foggia, la Madonna di Merino di Vieste e la Madonna del Soccorso di San Severo. L’Iconavetere di Foggia è un’immagine occultata, avvolta in veli almeno a partire dal XVII secolo, probabilmente per mascherare un evento traumatico che ne aveva compromesso la visibilità. La tradizione letteraria ha costruito intorno alla tavola una serie di episodi che hanno accresciuto la devozione: la prodigiosa inventio nella palude dell’icona avvolta in veli scuri nell’XI secolo, le miracolose apparizioni del volto della Vergine dopo il terremoto del 1731, l’affiancamento dei Santi Guglielmo e Pellegrino, giunti a Foggia in pellegrinaggio per rendere omaggio all’icona e morti qui dopo l’arrivo, il legame della Madonna con la città, dalla fondazione alla rinascita dopo il terremoto. La Madonna di Merino è una scultura lignea policroma, in origine parte di un gruppo scultoreo dell’Annunciazione. La leggenda di fondazione del santuario riassume elementi interessanti, in parte comuni ad altri episodi: innanzitutto, il prodigioso rinvenimento della statua sulla spiaggia di Scialmarino o sull’acqua, avvenuto agli inizi del XV secolo. La Madonna del Soccorso di San Severo, nata in ambito agostiniano, si lega successivamente alla Confraternita del Soccorso e assolve funzioni di patronato e protezione della città e della campagna, in particolare della produzione cerealicola. La Confraternita acquista nel XVIII secolo una fisionomia esclusiva e si lega al ceto dei ‘massari’ e dei proprietari terrieri sanseveresi, rifiutando l’ingresso di esponenti di altri ceti sociali.
Dopo aver inquadrato la nascita del fenomeno compostellano e la ridefinizione dei confini dello spazio sacro verso l’estremo Occidente, è stato esaminato il ruolo delle fonti letterarie nella costruzione di una delle tre peregrinationes maiores, accanto a Roma e a Gerusalemme. Il Liber Sancti Jacobi o Codex Calixtinus offre elementi fondamentali in questo processo di affermazione e promozione del santuario compostellano e del camino, in particolare nel sermone Veneranda dies, nucleo centrale e programmatico dell’intera opera, nel Libro II dedicato ai miracoli compiuti da san Giacomo, nel Libro V, la Guida del pellegrino di Santiago. Le immagini del santo sono state indagate ponendo attenzione alla diffusione dei principali tipi iconografici e ai contesti nei quali maturano: san Giacomo apostolo, funzionale a sottolineare il ruolo di sede apostolica della città di Santiago, raffigurato con il libro, la spada e – a volte – il bastone a Tau; san Giacomo cavaliere o matamoros, legato alla vittoria contro i musulmani nella battaglia di Clavijo, iconografia legata soprattutto alla realtà iberica; san Giacomo pellegrino – con bordone, scarsella e conchiglie – l’immagine che accompagna i devoti lungo il cammino. Inoltre, ho rivolto l’attenzione ai cicli narrativi e alla raffigurazione dei miracoli compiuti dal santo. I legami tra san Giacomo e la Madonna sono stati indagati sia in ambito letterario sia in quello delle dedicazioni e dell’iconografia: la Vergine accompagna e incoraggia san Giacomo nei momenti di sconforto della sua predicazione in Spagna e lo affianca nell’opera di intercessione presso Cristo. Nel Liber Sancti Jacobi si delinea la funzione funeraria di san Giacomo, di mediatore tra la vita e la morte, di figura che guida e tutela il transito, spesso accompagnato dalla Vergine. Emerge quindi il ruolo assistenziale e di sostegno dei malati, dei moribondi, anche in occasione delle grandi epidemie, e a ciò si deve la dedicazione al santo di strutture di ospitalità e di aree cimiteriali. Il rapporto con la morte è rintracciabile anche in ambito antropologico: rituali, credenze, leggende ribadiscono il ruolo di intercessore del santo. A san Giacomo si affiancano diversi santi, in particolare san Martino di Tours e sant’Egidio. Il culto del primo è molto popolare e diffuso, quello del secondo è localizzato in punti strategici e spesso funzionali al pellegrinaggio a Santiago. La ricerca prosegue con l’analisi della presenza di san Giacomo nella Puglia medievale, area strategica nella geografia dei pellegrinaggi per il ruolo di importanti santuari (San Michele Arcangelo sul Gargano, San Nicola a Bari) e per i collegamenti portuali con la Terrasanta, in particolare tra XI e XIII secolo. L’attenzione è rivolta alla realtà pugliese e alle strette relazioni con la Galizia, due territori legati da pellegrinaggi, tradizioni letterarie, leggende, modelli iconografici, tradizioni popolari e persino gastronomiche. Il culto jacopeo si è rivelato diffuso in tutto il territorio pugliese, pur con una particolare densità in alcune aree: nella rete viaria diretta al santuario di Monte Sant’Angelo (San Giovanni Rotondo, Sannicandro Garganico, Devia, ecc.), nelle città portuali d’imbarco verso la Terrasanta (Barletta, Trani, Molfetta, Bari, Mola, Monopoli e Brindisi), nei centri e negli insediamenti ubicati lungo le strade consolari romane, l’Appia (negli insediamenti rupestri di Gravina, Mottola, Massafra, Laterza) e la Traiana (Canosa, Ruvo, Bitonto, ecc.). In questo quadro territoriale sono state esaminate chiese, strutture di accoglienza, testimonianze iconografiche, focalizzando la ricerca sul periodo medievale e cercando di ricostruire l’articolata rete devozionale della presenza jacopea.
The essay analyzes the presence of the cult and iconography of saint James of Compostella in Apulia, between the Middle Ages and the Modern Age, with particular reference to the major pilgrimage routes and the Apulian port cities. Documents, popular traditions, churches, hospitality structures, iconography demonstrate the strong presence of the cult in Apulia, also in relation to the pilgrimage to the Holy Land. The essay examines in particular the cities of the apulian coast, from Siponto to Brindisi.
Il testo ricostruisce alcuni aspetti dell'abbigliamento contadino attraverso le fonti iconografiche, in particolare pitture, sculture e miniature. Gli esempi individuati - all'interno di un repertorio ricchissimo - appartengono ad una produzione collocabile tra l'XI e il XV secolo in Italia, nella penisola iberica e in Francia; in alcuni casi si riferiscono al patrimonio meridionale e pugliese. La lettura delle immagini ha confermato , accanto al peso della tradizione antica e alla continuità dell'abbigliamento nel tempo, la presenza diffusa di elementi comuni all'area geografica e culturale presa in esame. In ambito meridionale affiora la presenza di elementi di tradizione orientale, in particolare islamica.
Il libro accoglie alcune riflessioni su Santi molto popolari e su altri meno conosciuti e venerati, su Santi venuti da lontano e altri vicini, su Santi imposti dall’alto e altri che hanno incontrato una grande facilità di inserimento nel tessuto devozionale. San Giacomo Maggiore o di Compostella è un Santo popolare e presente soprattutto lungo i percorsi di pellegrinaggio, molto radicato anche in Puglia. Ha viaggiato durante la vita e dopo la morte, disegnando percorsi da Gerusalemme alla Galizia, ai confini occidentali del mondo medievale. Protettore di viaggiatori, pellegrini, mercanti, veglia anche sul passaggio dalla vita alla morte. Anche San Martino di Tours ha conosciuto una grande fortuna e diffusione in età medievale e moderna, rivelando uno stretto legame con la natura. Abilmente costruita dai suoi biografi, si delinea nelle fonti letterarie e nelle testimonianze iconografiche la figura dell’asceta occidentale che fonde la professione monastica con l’attività pastorale vescovile; il soldato che vive già come un monaco, il vescovo che continua a vivere come un monaco. Martino è il santo perfetto sin dall’infanzia, il puer senex, costruito a imitazione della spiritualità di Cristo. Il culto di San Stanislao di Cracovia, patrono della Polonia, in Italia è circoscritto in contesti limitati, legati alla comunità polacca. In Puglia il Santo fu introdotto con esiti limitati dalla regina Bona Sforza. Infine, è presente l’analisi di un contesto territoriale – Putignano – e dei culti presenti, con particolare riferimento ai Santi legati all’Ordine Gerosolimitano e ai Santi taumaturghi.
L’attenzione si rivolge in particolare a due aspetti. Il primo segmento analizza alcuni soggetti legati al teatro e alla raffigurazione delle maschere dal mondo antico all’età moderna, con particolare riferimento agli elementi di continuità, al rapporto tra maschera e ritratto, ai ruoli dei personaggi. Il secondo segmento guarda alla percezione delle immagini, al riconoscimento del volto umano negli ambiti della fotografia, della satira, dei ritratti in genere. Attention is directed in particular to two aspects. The first segment analyzes some subjects related to the theater and to the representation of the masks from the ancient world to the modern age, with particular reference to the elements of continuity, the relationship between mask and portrait, to the roles of the characters. The second section looks at the perception of images, the recognition of the human face in the areas of photography, satire, portraits of genre.
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