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Stefano Picciaredda
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-STO/04 - Storia Contemporanea
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH6 The Study of the Human Past: Archaeology and history
Settore ERC 3° livello
SH6_8 Modern and contemporary history
All'interno di un volume collettaneo che riunisce saggi di storici e giuristi attorno alla questione della sopravvivenza dei "cristiani d'Oriente", il contributo di Stefano Picciaredda approfondisce le motivazioni storiche, religiose e culturali che hanno condotto un movimento religioso italiano ad intraprendere numerose e varie azioni in appoggio e difesa delle Chiese orientali di diversa denominazione in Siria, Libano, Turchia, Iraq.
Il volume raccoglie contributi di vari studiosi che si interrogano sul presente e sul futuro del cattolicesimo ampliando le prospettive di ricerca oltre l'Italia e l'Europa in una prospettiva geopolitica globale, cogliendo la caratteristica più evidente del pontificato di Bergoglio che segna la fine del papato europeo. Il saggio di Stefano Picciaredda indaga le vicende contemporanee della Chiesa cattolica nell'Africa subsahariana, alle prese con inculturazione, formazione di gerarchie locali, ricezione del Concilio, e soprattutto confrontata con profonde crisi e trasformazioni che investono il continente nel suo insieme o in alcune sue parti. E' inoltre analizzato il diverso impatto avuto sull'Africa dai vari pontificati, da quello di Paolo VI all'attuale.
L’unità europea: una conquista frutto di un sogno, coltivato e cresciuto nel corso delle più terribili guerre della storia, guerre europee divenute mondiali. È il sogno europeo di Spinelli, Monnet, Schuman, De Gasperi, Adenauer, Spaak, Delors e tanti altri. Un sogno di pace. Per dare agli europei coesione, sviluppo, libertà e diritti. E soprattutto liberarli dal flagello della guerra. È ancora attuale questo sogno? Ha qualcosa da trasmettere al mondo globalizzato e in crisi del XXI secolo? Come orientarsi nella complessità istituzionale di un’Unione europea che gli stessi cittadini faticano a comprendere? Queste pagine raccolgono i contributi e le risposte di storici esperti e illuminano un’identità plurale e dai caratteri complessi, la nostra, al tempo stesso italiani ed europei. Un’identità da approfondire attraverso la conoscenza storica, mentre si allentano le tensioni unitive che hanno fatto l’Italia e l’Europa. (Dalla quarta di copertina)
L’article est le fruit d’une recherche sur les implications géopolitiques du pontificat de François dans certains pays d’Afrique, d’Amérique latine, d’Asie. On essaie de retracer l’impulsion donnée par pape Bergoglio à niveau social et de l’impact des Eglises locales sur la société, à partir des sources telles que les visites « ad limina », les discours et les rencontres tenus au cours des différents voyages et des colloques avec le personnel diplomatique et politique des différents pays.
Il contributo ricostruisce in maniera sintetica le vicende dell'integrazione europea, dalla fase pioneristica tra le due guerre mondiali, la Conferenza dell'Aia, il piano Schuman, la nascita della CECA, fino ai Trattati di Lisbona. Accanto a una preoccupazione esplicativa, quella di orientare il lettore nella complessa e cangiante architettura delle istituzioni europee, evidenziandone il funzionamento , gli scopi, il bilancio, il più recente orientamento politico, il saggio mette in risalto i motivi dell'europeismo, le sue ragioni, le personalità che lo hanno promosso, le sue accelerazioni, i momenti di crisi. L’Unione europea, nelle forme rinnovate assunte il primo dicembre 2009 con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, sta per inaugurare il suo quarto anno di vita. È ancora vivo il “sogno europeo”? Ha qualcosa da dire al mondo globalizzato e in crisi del XXI secolo? Molti europei assistono indifferenti alla vita dell’Unione. Altri mostrano apertamente la loro ostilità, augurandosi la prematura scomparsa di questa nuova e più ambiziosa forma di Comunità, orfana della Costituzione rigettata dal “no” francese e olandese del 2005. Sono i sempre più numerosi aderenti ai partiti di estrema destra, xenofobi, intolleranti, talvolta apertamente neofascisti e tutti, immancabilmente, nemici giurati dell’europeismo, in crescita a est e ad ovest: nel Parlamento austriaco (gli xenofobi della FPÖ hanno 34 seggi), danese (Danske Folkeparti, 22 seggi e un rilevante potere di condizionamento delle coalizioni governative), ungherese (i neonazisti di Jobbik sono il terzo partito con 47 seggi) svedese (la novità: la SD ha il 5,7% e 20 seggi). E occorrerebbe parlare delle analoghe realtà presenti in Grecia, Francia, Gran Bretagna, Olanda e altrove. Per rilanciare la casa comune occorre tornare alle origini, ai motivi ispiratori, ai padri fondatori.
The choice for neutrality during the World War I is shared by two very different subjects, the Holy See and Switzerland. The mission of Carlo Santucci, sent by Benedict XV in Berne on May 1915, strengthens a partnership that will lead to achieve the broad scope of a humanitarian action in favor of seriously ill prisoners of war, which will be allowed to seek asylum and treatment in the Swiss Confederation. For the Holy See it is vital and decisive to spearhead a movement to rescue victims of the "useseless slaughter". The paper reconstructs the stages of this collaboration, the reasons, the difficulties, the successes, the protagonists of an action that sparked many controversies in Switzerland.
All’esplorazione e alla conquista dell’Africa da parte degli europei tra XIX e XX secolo si è accompagnata un’intensa attività missionaria, che ha prodotto un frutto inatteso. Dal Sudafrica alla Nigeria, dalla Costa d’Avorio al grande Congo si è realizzata una fioritura di esperienze cristiane autoctone, originali, spesso intorno alla figura di un profeta carismatico, come il congolese Simon Kimbangu, il più noto. Da lui avrà origine la prima Chiesa africana ammessa in seno al Consiglio ecumenico delle Chiese, nel 1969. Ma se è possibile pregare e giungere al Dio cristiano senza i bianchi, è anche possibile autoamministrarsi. Così, alla profezia dell’indipendenza religiosa si è aggiunta quella dell’indipendenza politica. “Prima noi avevamo la terra e voi avevate la Bibbia. Ora voi avete la terra, a noi è rimasta la Bibbia”, recita un noto slogan dei profeti sudafricani. E la Bibbia si è rivelata un eccezionale strumento di liberazione e contestazione. Questo libro studia una pagina poco nota della storia dell’Africa e del cristianesimo contemporaneo: la nascita di un “cristianesimo nero” che ha inquietato profondamente il colonialismo, l’amministrazione, gli stessi missionari. Il saggio di Stefano Picciaredda ricostruisce queste vicende sulla base dei documenti di archivi pubblici e privati europei e africani.
L'elezione di un papa venuto "quasi dalla fine del mondo" restituisce centralità alle Chiese dei contenenti emergenti, quelle stabilite in America latina, Africa e Asia. Da lì provengono nuove sfide e nuove prospettive, che vanno inquadrate nel contesto storico e geopolitico che contraddistingue situazioni varie e complesse. Il saggio di Stefano Picciaredda propone una collocazione storica delle realtà della "Terza Chiesa", sulla base di un'ampia bibliografia, con speciale attenzione alle vicende dei cattolici di Brasile, Nigeria e Cina.
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