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Marco Leone
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_2 Theory and history of literature, comparative literature
Si analizzano i madrigali di Girolamo Cicala, studiati nel loro rapporto con la traduzione musicale di Diego Personé
Si esamina il giudizio che G.M. Crescimbeni diede, nella sua "Bellezza della volgar poesia", del poema di Antonio Caraccio, "L'imperio vendicato"
Il volume presenta in edizione critica, con traduzione e note, la raccolta poetica in latino di Girolamo Cicala (1599-1643), che si pone come una della testimonianze più significative della poesia italiana in latino del XVII secolo.
L’articolo tratta di una “difesa” dell’Adone di Giovanbattista Marino scritta in latino dal letterato grigionese Paganino Gaudenzi. La “difesa” del Gaudenzi si caratterizza per un’impostazione ideologico-letteraria di tipo moderato, che punta ad autorizzare anche le lascivie del poema, purché derivanti da prestigiose modelli classici. Della “difesa” si offre, sull’analisi di elementi interni, una nuova collocazione cronologica e una traduzione in italiano.
Pur avendo una natura prevalentemente miscellanea, il libro è stato ideato con una precisa fisionomia, evidente già dal suo titolo: intende rappresentare, infatti, un tentativo di lettura di specifiche manifestazioni della civiltà secentesca, colte nel loro concreto ed empirico dispiegarsi storico ed esemplarmente identificabili in vicende e personaggi (principali e secondari) del panorama letterario del tempo. L’esplorazione dei diversi ambiti poetici, creativi, performativi si sviluppa sempre nel segno di ben note direttrici storiografiche e metodologiche, dialetticamente concepite (i nessi «regione»-«nazione», «centro»-«periferia», «maggiore»-«minore»), con un occhio di riguardo, anche se non esclusivo, nei confronti dell’area meridionale, e punta a costituire un’ampia e significativa campionatura di aspetti dell’intero periodo barocco, esaminato sino al suo sfumarsi nella temperie d’Arcadia.
Si analizza la produzione poetica di Giuseppe Battista, nel quadro della coeva produzione marinista
Si analizzano i "Bozzetti di viaggio" di Cosimo De Giorgi, nel quadro della letteratura di viaggio del XIX secolo
Le molteplici 'letturae' di "Purg." VI nel Novecento - di cui si dà conto in conclusione all'articolo nella "Bibliografia essenziale" - sono illustrate attraverso tre nodi interpretativi di grande valenza ermeneutica, ossia la figura di Giustiniano, il rapporto cronologico e ideologico con la "Monarchia" e il ruolo di Romeo di Villanova.
Si delinea un quadro della poesia in latino tra Otto e Novecento, partendo dalla figura del latinista salentino Giuseppe Giannuzzi.
Tra le innumerevoli variabili della ricezione del Furioso, si segnala il caso di un singolare abbozzo di poema, "La pittura guerriera", ideato e stampato poco dopo la metà del Seicento dal pittore-poeta Sebastiano Mazzoni (1611-1678), di origini fiorentine, ma attivo per lunghi anni a Venezia. Il poema appare importante per due motivi: 1) perché e in esso il ricordo di Ariosto si contamina e si mescola, sino quasi ad annullarsi e a sfumarsi, con l’intervento di peculiari moduli epico-romanzeschi di conio barocco, come quello della “guerra” metaforica e virtuale, sotto forma di disputa critica; 2) perché questo tentativo di poema intreccia vitalmente suggestioni letterarie e figurative, sullo sfondo di una trama assai composita per varietà di apporti e di modelli (Ariosto, Tasso, Marino, poesia eroicomica, romanzo in prosa), e tratta in modo trasfigurato questioni artistiche. Inoltre, tanto più significativo appare l’esempio della "Pittura guerriera", in quanto testimonianza di una ripresa barocca del poema di Ariosto in un contesto letterario in cui, tra decadenza e rivitalizzazione, si verificò quella «staffetta» fra Ariosto e Cervantes (e, quindi, fra i due modelli narrativi del romanzo in prosa e di quello in versi).
Il saggio annaliza la traduzione che Monti fece delle "Satire" di Persio e che pubblicò in prima edizione nel 1893 e in seconda edizione, profondamente rivista e rimaneggiata, nel 1826. La traduzione di caratterizza per un perspicuo e ricercato registro burlesco, ottenuto anche grazie al confronto agonistico con le precedenti traduzione sei-settecentesche del classico latino.
Si analizza l'incipit dell'"Istoria civile" di Pietro Giannone
ll saggio esamina le numerose e notevoli relazioni fra letterati italiani e spagnoli nell'Accademia degli Oziosi, fondata a Napoli nel 1611 da Giovan Battista Manso. Alcuni di tali Spagnoli erano giunti a Napoli al seguito del conte di Lemos e costituivano di fatto 'un presidio dell'autorità vicereale tra i ranghi dell'Accademia' (p. 7), mentre dal punto di vista letterario importarono dalla Spagna un gusto moderato. Anche attraverso esempi si evidenzia la connessione fra pratica letteraria e omaggio politico-cortigiano. Il conservatorismo degli accademici nel secondo decennio del '600 fu però intaccato da una, seppur minoritaria, propensione verso le poetiche di Marino e di Gongora. La comune formazione di ideologie poetiche italo-spagnole fu veramente attiva fra gli Oziosi all'inizio della vita dell'Accademia; in seguito le scelte di poetica si differenziarono. Si porta ad esempio, proprio per la sua precedente esperienza da 'Ozioso', Scipione Errico con il suo "Le guerre di Parnaso".
Si prende in esame il rapporto poesia-pittura in Sebastiano Mazzoni, artista e letterato.
Viene affrontata la lettura critica dello studio di Mario Marti 'Su Dante e il suo tempo con altri scritti di italianistica' (Gaatina, Congedo Editore, 2009), collocando il libro nell’ampia produzione bibliografica del critico e filologo leccese e riconducendolo alle direttrici fondamentali della sua metodologia (rapporto regione/nazione, maggiore/minore, centro/periferia).
Il contributo offre un esempio sei-settecentesco di letteratura sul tarantismo pugliese, poeticamente trasfigurato fra spunto creativo e istanza erudito-scientifica.
Si analizza la poesia sacra cinque-secentesca d'area meridionale, esaminandone temi e caratteristiche principali nel quadro della lirica religiosa coeva d'ambito 'nazionale' ed 'extra-nazionale'.
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