Modelli epico-narrativi nella “Pittura guerriera” di Sebastiano Mazzoni
Abstract
Tra le innumerevoli variabili della ricezione del Furioso, si segnala il caso di un singolare abbozzo di poema, "La pittura guerriera", ideato e stampato poco dopo la metà del Seicento dal pittore-poeta Sebastiano Mazzoni (1611-1678), di origini fiorentine, ma attivo per lunghi anni a Venezia. Il poema appare importante per due motivi: 1) perché e in esso il ricordo di Ariosto si contamina e si mescola, sino quasi ad annullarsi e a sfumarsi, con l’intervento di peculiari moduli epico-romanzeschi di conio barocco, come quello della “guerra” metaforica e virtuale, sotto forma di disputa critica; 2) perché questo tentativo di poema intreccia vitalmente suggestioni letterarie e figurative, sullo sfondo di una trama assai composita per varietà di apporti e di modelli (Ariosto, Tasso, Marino, poesia eroicomica, romanzo in prosa), e tratta in modo trasfigurato questioni artistiche. Inoltre, tanto più significativo appare l’esempio della "Pittura guerriera", in quanto testimonianza di una ripresa barocca del poema di Ariosto in un contesto letterario in cui, tra decadenza e rivitalizzazione, si verificò quella «staffetta» fra Ariosto e Cervantes (e, quindi, fra i due modelli narrativi del romanzo in prosa e di quello in versi).
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2014
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