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Valentina Castagnolo
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/17 - Disegno
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_4 - Visual and performing arts, design, arts-based research
La ricerca dell’immagine di Bari murattiana connette diverse azioni, struttura un sistema linguistico che attraversa la storia e suggerisce contenuti. Studiare le mappe storiche che raccontano una città che mostra la volontà progettuale di espansione a scacchiera, leggere nella topologia di quello sviluppo un indirizzo stilistico la cui purezza formale si ritrova nel linguaggio della sua architettura, ritrovare negli archivi i progetti revisionati dalle commissioni edilizie che orientavano le scelte progettuali verso una definita immagine di città, sovvertita poi dalle sperimentazioni del ‘900, ridisegnare i fronti urbani in cui le facciate otto-novecentesche si confrontano con esempi più recenti, architetture colte o edilizia corrente, significa orientare azioni di governo verso il riconoscimento di un’identità complessa e multiforme. Il modello grafico dei fronti urbani definisce un’immagine unitaria della città, fa emergere nodi irrisolti e dichiara, attraverso il suo potere prefigurativo, soluzioni e interventi di tutela. Il contributo “L’unità minima di analisi: dall’architettura al dettaglio“, a firma singola dall’autrice, sposta l’attenzione sul percorso metodologico della ricerca ed evidenzia il ruolo svolto dalla rappresentazione nell’indagine. Particolare attenzione è rivolta all’analisi della documentazione grafica di archivio e del linguaggio iconico dei disegni di progetto.
La Chiesa dei SS. Cosma e Damiano a Conversano e l’attiguo monastero furono realizzati negli anni trenta del Seicento dal conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona e dalla sua consorte Isabella Filomarino, artefici del fermento artistico e culturale che caratterizza la città in quegli anni. La chiesa viene da molti considerata esempio di architettura barocca, ma alla luce di una recente campagna di rilievi e di una rilettura della documentazione d’archivio, sono emerse una serie di contraddizioni che suggeriscono una diversa interpretazione del Monumento, confermate anche da considerazioni di carattere stilistico e comparativo sull’architettura e l’arte in Puglia tra ‘500 e ‘600. Lo studio qui proposto si pone l’obiettivo di dare una nuova lettura all’edificio, analizzando l’apparato decorativo interno, di chiaro riferimento al barocco napoletano, e la struttura architettonica a cui si lega, che guarda, invece, ad esempi tardo rinascimentali e manieristi di scuola napoletana e romana.
Il contributo si occupa di una ricerca sull’architettura dell'Ottocento e dei primi del Novecento della città di Bari intrapreso per le celebrazioni dei duecento anni della fondazione del Borgo murattiano. Lo scopo è il recupero della memoria del patrimonio edilizio e culturale relativo alla storia recente della città, al fine di garantirne la tutela. Il metodo utilizzato si basa sulle capacità ermeneutiche del disegno. Attraverso esso la descrizione dell’architettura è quantificazione della parti, ricerca di moduli, sistemi proporzionali, ritmi, riferimenti a geometrie pure, individuazione di elementi caratterizzanti. In fase di ricognizione e classificazione delle architetture il ruolo della rappresentazione è centrale per la conoscenza, poiché è indagine attraverso la scomposizione, è ragionamento guidato dalla logica della geometria. È, inoltre, simulazione dell’atto della costruzione dell’opera per comprendere come sono state realizzate le singole parti. È, quindi, ricomposizione nella realtà immateriale di un’ipotizzata ideazione del progettista, riproposizione congetturale del disegno originario. Nella ricerca oggetto del contributo, inoltre, il disegno realizzato secondo la metodologia precedentemente illustrata permette una classificazione rapida di molti esempi poiché con pochi gesti è possibile individuare gli elementi principali per un’analisi comparativa e tipologica in generale, riservando le operazione di rilievo di dettaglio per eventuali successivi approfondimenti. In questo modo lo studio di un fenomeno così complesso e diffuso come quello affrontato nella presente indagine si può rendere strumento efficace e subito disponibile per ulteriori ricerche o per una diffusione al di fuori dell’ambito accademico.
Il contributo intende mostrare il lavoro di ricerca sul contesto storico, urbano e ambientale che si offriva allo sguardo di chi percorreva la via Traiana, nel tratto pugliese tra Herdonia ed Egnathia, in un arco cronologico compreso tra il Tardoantico e il Medioevo. La via Traiana, il cui tracciato per lunghi tratti oggi è andato perduto, è il pretesto per studiare un sistema di insediamenti di varia funzione, abitativi, produttivi, di difesa e di culto che, a seconda del luogo e del periodo di costruzione, risultano avere caratteristiche costruttive e tipologiche differenti. Queste testimonianze, situate nel territorio che si suppone essa attraversasse, sono di varia consistenza: dalla memoria scritta rintracciabile nelle fonti, al toponimo, al sito archeologico, all’organismo architettonico, dall’insediamento rurale a quello urbano. La conoscenza del luogo si è sviluppata mediante l’analisi puntuale dei siti e delle singole attestazioni architettoniche, attraverso i metodi del rilievo, della rappresentazione e dell’archeologia dell’architettura, con l’obiettivo di contribuire a colmare la carenza di indagini sull’architettura urbana e rurale lungo questa porzione di territorio, in una prospettiva di conservazione e valorizzazione del paesaggio storico. Il momento progettuale nell’ottica del restauro parte, come il momento conoscitivo, da uno sguardo sul paesaggio attuale, attento ai segni della storia, per interrogarsi sul valore delle preesistenze e sul senso ed i modi di pensare, per il futuro, un ritorno al passato. Spunti di riflessione su questi temi provengono dall’uso del video-documento. Tale strumento risulta, anche attraverso esperienze simili, un mezzo efficace di comunicazione e rappresentazione del luogo. Moderno, dinamico, intelligentemente “provocatorio”, in quanto morbido suscitatore di reazioni, il video fornisce un approccio colto e democratico ai contenuti, al messaggio e alla realizzazione della ricerca. L’aspetto innovativo del lavoro risiede nella ricomposizione dei diversi contesti, urbani ed ambientali, ancora poco studiati, attraverso l’impiego di un sistema informativo territoriale che permette di far dialogare in maniera dinamica, in senso spaziale e temporale, la quantità di dati eterogenei provenienti dai diversi contributi scientifici della ricerca. Il GIS consente un salto di scala temporale nel momento progettuale del restauro per un confronto immediato tra l’immagine attuale e l’immagine ricostruita del paesaggio antico. Ed infine lo strumento di rappresentazione video digitale affianca e si integra agli altri strumenti di conoscenza del luogo dando vita ad un meccanismo di arricchimento reciproco: i dati raccolti si allineano e si fondono con quelli della ripresa video, producendo “visioni”, sollecitando e provocando quella capacità d’immaginazione e partecipazione emotiva che prelude all’atto progettuale. Lo sviluppo di tale sistema è in questo modo orientato a consentire la comunicazione e lo scambio effe
Il ruolo che le discipline del Disegno devono avere nella conoscenza del patrimonio architettonico e paesaggistico è determinante e ad esse va riconosciuta una posizione centrale in questo processo. Attraverso l’attività didattica e di ricerca, il Rilievo e la Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente possono assumere la funzione di connessione tra il monumento/documento e la sua storia e il suo territorio. Il lavoro svolto in ambito accademico sedimenta un patrimonio di conoscenze che opportunamente indirizzate e messe in rete costituiscono una base informativa capillare di alto valore scientifico.
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