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Francesco Maria Silla
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Giurisprudenza
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/18 - Diritto Romano e Diritti dell'Antichita'
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH2 Institutions, Values, Environment and Space: Political science, law, sustainability science, geography, regional studies and planning
Settore ERC 3° livello
SH2_4 Legal studies, constitutions, human rights, comparative law
Il lavoro riguarda l'editto redatto da Cicerone per l'amministrazione della provincia di Cilicia del 51 a.C. In particolare, la ricerca si è rivolta alla notizia fornita da Cicerone, in una lettera rivolta all'amico Attico, circa l'applicazione dello schema diairetico per genera adottato dall'oratore per la composizione dell'editto. L'utilizzazione di tale schema, a suo dire, avrebbe comportato il positivo effetto di produrre un editto 'breve'. Tale brevitas, a nostro avviso, non attiene tanto alla estensione intesa in senso fisico dell'editto, quanto alla chiarezza espositiva, riflesso della maggiore organizzazione logica assunta dal provvedimento proprio per l'uso della tecnica diairetica da parte dell'oratore.
La ricerca ha per oggetto l'analisi degli effetti della manomissione dello schiavo effettuata ex fideicommissi causa sul ius patronatus e, in particolare, sulla esigibilità delle operae da parte del patronus.
Il rapporto tra la nutrice e l'infante, nella Roma repubblicana e del Principato, si pone alla base del legame fondato sulla 'affectio'. Tale legame orienta, talvolta, le soluzioni dei giuristi, come nel caso della manomissione della nutrice ad opera dell'ex-infante, in deroga ai divieti stabiliti dalla legge Elia Senzia.
La ricerca ha per oggetto il rapporto tra il ricorso sistematico alla violenza da parte degli organismi di potere e le forme giuridiche nell'ultimo periodo della Roma repubblicana. In particolare, l'analisi riguarda lo strumento del cd. 'senatusconsultum ultimum', un provvedimento adottato dal Senato per far fronte a situazioni di emergenza, attraverso il quale i consoli od altri magistrati repubblicani venivano incaricati di far salva la Repubblica, senza apparenti limitazioni per il raggiungimento del fine indicato. Si è cercato di analizzare i singoli episodi che, a partire dal 133 a.C. e sino alla fine della Repubblica, paiono riconducibili, attraverso le notizie contenute nelle fonti, a tale particolare provvedimento. L'uso del cd. 'senatusconsultum ultimum' è apparso emblematico dell'applicazione della violenza alle forme giuridiche, alterate sovente attraverso la creazione o la manipolazione di strumenti, apparentemente legittimi, volti a fronteggiare situazioni definite come ‘di emergenza’, o mediante la violazione di regole giuridiche esistenti, senza conseguenze per gli autori della inosservanza.
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