Effettua una ricerca
Cristina Consiglio
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI LETTERE LINGUE ARTI ITALIANISTICA E CULTURE COMPARATE
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-LIN/10 - Letteratura Inglese
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il saggio propone una lettura di alcune filastrocche tratte dalla raccolta "A Child’s Garden of Verses" di R.L. Stevenson, pubblicata tra marzo e aprile del 1885 sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti. Poesie tese a disegnare i contorni di un singolare giardino d’infanzia in cui il gioco è viaggio immaginario e sogno a occhi aperti, affidato alla piena libertà dei suoi piccoli protagonisti. I temi sono quelli a lui più cari, gli stessi che a più riprese torneranno nella narrativa di Stevenson. Il contrasto tra luce e ombra, i sogni, i viaggi, il mare, ma qui declinati in una dimensione più familiare e domestica, che non ha nulla delle atmosfere esotiche delle sue prose d’avventura o della cupa oscurità dei racconti londinesi. Brevi storie su rime vivaci, istantanee di un mondo di giochi fatto di oggetti quotidiani che all’improvviso diventano straordinari perché illuminati dallo sguardo di un bambino.
During the second half of the twentieth century William Shakespeare’s plays are widely translated into Italian and performed in Italian theatres. This paper focuses on the translation into seventeenth-century Neapolitan language of The Tempest made by Eduardo De Filippo in 1983 (for the Einaudi’s series Scrittori tradotti da scrittori – Writers translated by writers), analyzing the reasons and the steps that led to the passage of Shakespeare’s masterpiece from the English tradition to that of Naples.
Lady Macbeth, complessa figura femminile del teatro shakespeariano, trova in Sarah Siddons, grande attrice tragica, protagonista delle scene inglesi tra fine Settecento e inizi Ottocento, una delle sue più acclamate interpreti. Il saggio ripercorre le tappe della carriera di Sarah Siddons, dalla formazione nei teatri della provincia inglese al consenso delle stagioni londinesi, con particolare riferimento alla storia delle sue interpretazioni di Lady Macbeth, al suo talento nel riuscire a portare in scena ora la regina caparbia e inflessibile, ora la donna ammalata di ricordi. Nelle parole di William Hazlitt, da un articolo del giugno 1816: "It was as if the Muse of Tragedy had descended to awe us into wonder".
Il teatro shakespeariano nella sua natura, nella natura del suo genere, è un luogo privilegiato di rappresentazione del privato e, attraverso la messa in scena, offre ai suoi spettatori alcune delle più interessanti interpretazioni del tema del potere, sia che si consideri privato come vita del singolo, privato come interiorità o privato come specchio del pubblico.Con esempi tratti da Amleto e da Il mercante di Venezia il saggio mostra come Shakespeare scelga il privato come oggetto delle sue narrazioni, adombrando in quelle rappresentazioni di ‘trame private’ questioni ben più ampie, in una stagione in cui il teatro è percepito come concreta manifestazione della qualità istrionica della vita e, più specificamente, del potere, mezzo di comunicazione capace di mobilitare il consenso e l’opinione pubblica.
In his Notes of a Journey through France and Italy (1824-26), William Hazlitt shows how Italy was perceived abroad at the beginning of the 19th century. Though still divided in reigns, its natural and artistic beauties seemed to anticipate its political unification. Hazlitt describes the merits and flaws of the cities he visited and of the people he met, making a keen and surprising portrait of ‘Italy before Italy’.
William Hazlitt era incantato dal genio shakespeariano e l’avvincente panoramica del canone offerta in Characters of Shakespeare’s Plays ne è la dichiarazione. Quattro nomi risaltano tra le sue pagine: Macbeth, Otello, Amleto e Lear sono i preferiti dal critico perché nel racconto delle loro storie «Shakespeare fa davvero sul serio». La vivace produzione di recensioni teatrali per riviste dell’epoca lo aveva avvicinato alla natura del personaggio shakespeariano e gli aveva permesso di interrogarsi sullo stile dei suoi interpreti. Hazlitt rilegge i passaggi più celebri delle opere del Bardo, annotando limiti e pregi degli attori più acclamati sulle scene londinesi: David Garrick, John Philip Kemble, Sarah Siddons, Edmund Kean. I saggi dedicati alle grandi tragedie – qui proposti per la prima volta in traduzione italiana – sono l’esito di un lungo esercizio critico di cui si ripercorre l’itinerario. Con agili ragionamenti e sguardo acuto, Hazlitt mescola abilmente la finzione scenica alla realtà delle passioni umane, consegnando al lettore una galleria di ritratti di rara verità e bellezza.
Nella Roma shakespeariana la Storia incontra il teatro e i suoi artifici con esiti sorprendenti. Le letture dei drammi romani – qui proposte per la prima volta in traduzione italiana – offrono ad Hazlitt l'occasione per riconoscere al talento di Shakespeare doti insuperate: «Era come se il suo genio si intonasse con la storia come con la natura e potesse valersi di entrambe a suo piacimento». Così, nei saggi dedicati a Giulio Cesare, Coriolano e Antonio e Cleopatra, il critico racconta come il drammaturgo, esperto di storia e affari di stato, sia abile nel rendere la poesia strumento della storia, mescolando con grande maestria la verità storica all’effetto drammatico.
Condividi questo sito sui social