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Chiara Coluccia
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_3 Philology and palaeography; historical linguistics
Il saggio esamina quantità e qualità della presenza di un particolare tipo di lessico tecnico-scientifico, il lessico lapidario, nelle prime quattro impressioni del Vocabolario della Crusca, opera d’impostazione prevalentemente letteraria. Attraverso l’analisi delle fonti, è stato individuato nella lingua antica un insieme tendenzialmente esaustivo di lessemi con significato lapidario potenzialmente disponibile agli accademici e se ne è verificata la presenza nel lemmario, nelle definizioni e negli esempi. Da tale esame si evince, come dato generale, una sistematicità del metodo di lavoro degli accademici, che mira a uno sfruttamento intensivo dell’intero blocco di materiale lessicale disponibile.
Il lavoro si prefigge di verificare la presenza e la fortuna del lessico di Dante (o meglio del lessico documentato dalla tradizione manoscritta dell’opera di Dante) nella lingua a lui coeva e, per quanto possibile, nei secoli successivi, fino all’introduzione nell’italiano contemporaneo, individuando le modalità mediante le quali elementi del lessico dantesco entrano nel circuito della lingua nazionale.
Si pubblica una lettera autografa pugliese, conservata nel fondo Acciaiuoli, scritta nel 1371 dal notaio biscegliese Nicola Bernardi. Il documento è di particolare rilevanza per l'estrema rarità dei testi volgari trecenteschi provenienti dall’area barese ed è fonte linguisticamente affidabile. L'esame delle caratteristiche grafiche, fonetiche e morfosintattiche dell'epistola presenta, accanto a tratti consueti nei testi meridionali dell’epoca, altri elementi che fanno pensare all’esistenza di isoglosse diverse rispetto alla situazione attuale e inducono a ipotizzare l’esistenza di forme di collegamento tra diverse aree, con movimenti espansivi dal Salento verso il Nord della regione e verso la Lucania.
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