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Irma Ciccarelli
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI (DISUM)
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/04 - Lingua e Letteratura Latina
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
A partire dal recente commento di Hutchinson (2006) e dalla recente edizione di Heyworth (2007) il commento al quarto libro di Properzio si propone di analizzare gli aspetti linguistici, stilistico-retorici e filologici del testo in una forma ampia e discorsiva.
Scopo dell’articolo è esaminare lo schema eziologico impiegato da Properzio in 4,2,3-10: la definizione dello spazio e del tempo che caratterizza l’ingresso di Vertumno a Roma e il rapporto del dio con il Forum Romanum è molto importante per capire le modalità dell’integrazione di Vertumno nel pantheon romano. La statua del dio nel Vicus Tuscus è la prova più evidente della continuità spaziale e cronologica da cui deriva l’aition di Vertumno.
Quamvis in Propertio edendo plurimi viri docti operam dederint, vix unum poetam Romanum eligere possumus, de quo magis inter se dissentiant. Quod attinet ad Iovis Feretri elegiam (IV 10), utrum versum 41 Rheno cum potioribus accipiendum an Brenno cum recentioribus coniciendum sit magna quaestio oritur. Argumenta ad coniecturam eligendam hic attulimus.
The article's purpose is to prove the correctness of nobilis in recentiores compared to mobilis in potiores in Prop. 4,10,42 and to offer evidence about Rothstein's evectis rotis. The comparison with a passage from Caesar's De bello Gallico (4,33) can explain the source of mobilis, but the heroic stature given to Virdomarus, as to the other enemies in Prop. 4,10, induces to prefer nobilis evectis fundere gaesa rotis in the light of an epic scheme deepened in relation to the progressive expansion of Roman power.
La novità del commento della De Luca consiste nella sua capacità di utilizzare l'analisi degli aspetti linguistici come strumento di datazione del Panegyricus Messallae.
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