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Nunzia Anna Schiavulli
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO INTERDISCIPLINARE DI MEDICINA (DIM)
Area Scientifica
AREA 06 - Scienze mediche
Settore Scientifico Disciplinare
MED/44 - Medicina del Lavoro
Settore ERC 1° livello
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Settore ERC 3° livello
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BACKGROUND: Malignant Pleural Mesothelioma (MPM) is a tumour of the surface cells of the pleura that is highly aggressive and mainly caused by asbestos exposure. Electronic noses capture the spectrum of exhaled volatile organic compounds (VOCs) providing a composite biomarker profile (breathprint). OBJECTIVE: We tested the hypothesis that an electronic nose can discriminate exhaled air of patients with MPM from subjects with a similar long-term professional exposure to asbestos without MPM and from healthy controls. METHODS: 13 patients with a histology confirmed diagnosis of MPM (age 60.9±12.2 year), 13 subjects with certified, long-term professional asbestos exposure (age 67.2±9.8), and 13 healthy subjects without asbestos exposure (age 52.2±16.2) participated in a cross-sectional study. Exhaled breath was collected by a previously described method and sampled by an electronic nose (Cyranose 320). Breathprints were analyzed by canonical discriminant analysis on principal component reduction. Cross-validated accuracy (CVA) was calculated. RESULTS: Breathprints from patients with MPM were separated from subjects with asbestos exposure (CVA: 80.8%, sensitivity 92.3%, specificity 85.7%). MPM was also distinguished from healthy controls (CVA: 84.6%). Repeated measurements confirmed these results. CONCLUSIONS: Molecular pattern recognition of exhaled breath can correctly distinguish patients with MPM from subjects with similar occupational asbestos exposure without MPM and from healthy controls. This suggests that breathprints obtained by electronic nose have diagnostic potential for MPM.
Purpose: To assess the predictive power of the comet assay in the context of occupational exposure to pesticides. Materials and methods: The recruited subjects completed a structured questionnaire and gave a blood sample. Exposure to pesticides was measured by means of an algorithm based on Dosemeci’s work (Agricultural Health Study). Approximately 50 images were analyzed for each sample via fluores- cence microscopy. The extent of DNA damage was estimated by tail moment (TM) and is the product of tail DNA (%) and tail Length. Results: Crude significant risks (odds ratios, ORs) for values higher than the 75th percentile of TM were observed among the exposed subjects (score>1). The frequency of some confounding factors (sex, age and smoking) was significantly higher among the exposed workers. A significant dose–effect relationship was observed between TM and exposure score. Significant high-risk estimates (ORs), adjusted by the studied confounding factors, among exposure to pesticides and TM, % tail DNA and tail length were confirmed using unconditional logistic regression models. Conclusions: The adjusted associations (ORs) between the comet parameters and exposure to pesti- cides were significant. The sensitivity of the comet test was low (41%), the specificity (89%) and the predictive positive value (0.77) were found acceptable.
Lo studio italiano ‘Interazione geni-ambiente nell’eziologia dei linfomi’ è nato con l’intento di riunire i gruppi italiani che hanno finora partecipato separatamente al Consorzio Internazionale Interlymph, promosso dal National Cancer Institute degli Stati Uniti allo scopo di raccogliere tutti i maggiori studi sui linfomi condotti a livello internazionale ed esplorare nuove ipotesi patogenetiche. Lo studio è attualmente in corso. La nostra Unità Operativa ha reclutato 109 casi di linfoma e 43 controlli presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari e presso la ASL Taranto. I casi e i controlli sono stati sottoposti a un prelievo ematologico per lo studio di polimorfismi genetici (SNPs) e per il dosaggio sierologico di sostanze tossiche e ad entrambi i gruppi è stato somministrato un questionario. Non essendo ancora disponibili né i dati ematochimici né quelli relativi agli SNPs, in questa fase abbiamo effettuato un’analisi statistica per classificare i diversi sottotipi di linfomi in base a un preliminare indicatore di esposizione a cancerogeni. Abbiamo nella fattispecie ottenuto un assessment dell’esposizione occupazionale a diversi fattori utilizzando il modello CAREX (CAR-cinogen EXposure). Dal nostro studio è emerso che il sottotipo di linfoma più diffuso tra gli operai è il linfoma a grandi cellule B (DLCB), seguito dal Linfoma Follicolare (FL), classificati secondo i criteri forniti dall’OMS nel 2008. L’analisi multivariata ha registrato un’aumentata incidenza di linfoma tra gli operai [OR=4,06 (1,03-15.96)]. Inoltre l’esposizione a solventi cancerogeni (benzene, tetracloruro di carbone, dicromato di etilene, dibromoetano), aggiustato per le diverse variabili un modello di regressione logistica non condizionale, è risultata associata ad un aumentato rischio di linfoma [OR=3,29 (1,36-7,94)]. Purtroppo in letteratura queste associazioni sono ancora deboli ed è per questo auspicabile un’ implementazione degli studi eziologici sui linfomi.
RIASSUNTO. Lo studio italiano ‘Interazione geni-ambiente nell’eziologia dei linfomi’ è nato con l’intento di riunire i gruppi italiani che hanno finora partecipato separatamente al Consorzio Internazionale Interlymph, promosso dal National Cancer Institute degli Stati Uniti allo scopo di raccogliere tutti i maggiori studi sui linfomi condotti a livello internazionale ed esplorare nuove ipotesi patogenetiche. Lo studio è attualmente in corso. La nostra Unità Operativa ha reclutato 109 casi di linfoma e 43 controlli presso l’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari e presso la ASL Taranto. I casi e i controlli sono stati sottoposti a un prelievo ematologico per lo studio di polimorfismi genetici (SNPs) e per il dosaggio sierologico di sostanze tossiche e ad entrambi i gruppi è stato somministrato un questionario. Non essendo ancora disponibili né i dati ematochimici né quelli relativi agli SNPs, in questa fase abbiamo effettuato un’analisi statistica per classificare i diversi sottotipi di linfomi in base a un preliminare indicatore di esposizione a cancerogeni. Abbiamo nella fattispecie ottenuto un assessment dell’esposizione occupazionale a diversi fattori utilizzando il modello CAREX (CAR-cinogen EXposure). Dal nostro studio è emerso che il sottotipo di linfoma più diffuso tra gli operai è il linfoma a grandi cellule B (DLCB), seguito dal Linfoma Follicolare (FL), classificati secondo i criteri forniti dall’OMS nel 2008. L’analisi multivariata ha registrato un’aumentata incidenza di linfoma tra gli operai [OR=4,06 (1,03-15.96)]. Inoltre l’esposizione a solventi cancerogeni (benzene, tetracloruro di carbone, dicromato di etilene, dibromoetano), aggiustato per le diverse variabili un modello di regressione logistica non condizionale, è risultata associata ad un aumentato rischio di linfoma [OR=3,29 (1,36-7,94)]. Purtroppo in letteratura queste associazioni sono ancora deboli ed è per questo auspicabile un’implementazione degli studi eziologici sui linfomi
There are contradictory studies about the role of paternal employment in jobs in which exchanges with other people (“social mixing”) are frequent, such as policemen, military guards and teachers in the etiology of childhood leukemia. We studied 84 incident cases of childhood leukemia and 162 nephrologic controls, selected in University Hospital Policlinico of Bari”. Cases and controls, recruited on the basis of precise criteria, were subjected to blood sampling and administration of standardized questionnaire by trained personnel. Genetic polymorphisms of CYP1A1 ...
RIASSUNTO. In Puglia l’attività di sorveglianza, attiva dal 1988 ed afferente al Registro Nazionale Mesoteliomi dal 2002, ha individuato 1069 casi di mesotelioma maligno occorsi in soggetti residenti nel territorio regionale. Lo studio si pone l’obiettivo di individuare le attività lavorative con maggior rischio di esposizione ad amianto, l’individuazione delle classi d’età più colpite con le relative differenze di genere, in confronto con i dati nazionali. I risultati ottenuti indicano come, la presenza di un polo siderurgico, numerosi cantieri navali ed un porto militare nella provincia di Taranto, di una industria del cemento-amianto a Bari e di raffinerie nelle province di Foggia e Brindisi, ha determinato un di scostamento dei dati da quelli nazionali.
Background: Occupational exposure is known to play a role in the aetiology of lymphomas. The aim of the present work was to explore the occupational risk of the major B-cell lymphoma subtypes using a case–control study design. Methods: From 2009 to 2014, we recruited 158 lymphoma cases and 76 controls in the provinces of Bari and Taranto (Apulia, Southern Italy). A retrospective assessment of occupational exposure based on complete work histories and the Carcinogen Exposure (CAREX) job-exposure matrix was performed. Results: After adjusting for major confounding factors, farmers showed an increased risk of diffuse large B-cell lymphoma (DLBCL) [odds ratio (OR) = 10.9 (2.3–51.6)] and multiple myeloma (MM) [OR = 16.5 (1.4–195.7)]; exposure to the fungicide Captafol was significantly associated with risk of non-Hodgkin lymphoma (NHL) [OR = 2.6 (1.1–8.2)], particularly with the risk of DLBCL [OR = 5.3 (1.6–17.3)]. Conclusions: Agricultural activity seems to be a risk factor for developing lymphoma subtypes, particularly DLBCL, in the provinces of Bari and Taranto (Apulia Region, Southern Italy). Exposure to the pesticides Captafol, Paraquat and Radon might be implicated. Trial registration: Protocol number UNIBA 2207WEJLZB_004 registered 22/09/2008. Keywords: Lymphomas, Occupational exposure, CAREX matrix, Pesticides, B-cell lymphoma subtypes, Case–control study
RIASSUNTO. L’esposizione lavorativa a polveri di cereali nella produzione di prodotti di panetteria, può determinare l’insorgenza di tumori epiteliali delle fosse nasali e dei seni paranasali. Tale neoplasia ha un decorso con sintomatologia subdola ed aspecifica, sovrapponibile a quella di una sinusite cronica (ostruzione nasale unilaterale e progressiva, epistassi, rinopiorrea). La diagnosi è spesso tardiva, quando occorrono sintomi legati all’invasione delle strutture anatomiche adiacenti, quali l’orbita (spostamento dell’orbita per edema delle parti molli, disturbi visivi), il neurocranio (cefalea e paralisi dei nervi cranici) e lo splancnocranio (nevralgia della II branca del trigemino). Caso clinico: lavoratore di 55 anni, occupato per 45 anni nel settore della panificazione, cui è stato diagnosticato un carcinoma a cellule transizionali delle cavità nasosinusali.
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