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Carmela Roscino
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI (DISUM)
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
The inscriptions attested on campanian red-figure vases.
The Apulian vase-painters and their production: origin of the conventional names; compositional patterns, iconographic and stylistic features; use of inscriptions.
The inscriptions attested on lucanian red-figure vases.
The inscriptions attested on red-figure vases of Sicily.
The inscriptions attested on paestan red-figure vases.
Complete diagram and reasoned sequence of vase-painters and workshops related to the various productions of red-figure pottery in Magna Graecia and Sicily.
Iconographic features and symbolic meanings of the scenes on women private lives represented on the red-figured vases of Magna Graecia and Sicily.
Iconographic and iconologic analysis of scenes related to handcraft activities represented on red-figure vases of South-Italy and Sicily.
Partendo dal presupposto che la ceramica figurata, unione indissolubile di supporto vascolare e immagine che lo decora, sia da ritenersi un fondamentale veicolo di informazioni sulla cultura e sulla mentalità della società che l'ha prodotta, il contributo - compreso in un'ampia sezione dedicata all'"Iconografia ed iconologia" della ceramica a figure rosse di Magna Grecia e Sicilia - analizza in profondità i temi mitologici prescelti nella pittura vascolare italiota e siceliota (Centauri e Centauromachia tessalica, Gigantomachia e Titanomachia, Nascita di Afrodite, Nascita di Dioniso, Posidone e Amimone, Leda e il cigno, Rapimenti, Metamorfosi, Eroi: Eracle, Teseo, Perseo, Bellerofonte e la Chimera, Pelope e i Pelopidi, Edipo, Cadmo), fornendone una trattazione sistematica, comprendente, per ciascuno dei temi indicati, l'esame della tradizione scritta ad esso relativa, le modalità di elaborazione nell'iconografia greca, la diffusione e la distribuzione nella ceramica italiota e siceliota, con particolare attenzione alle differenti modalità compositive adottate dalle varie officine ceramografiche, ed infine le complesse e stratificate valenze simboliche ad esso attribuite in relazione alla destinazione, prevalentemente rituale e funeraria, assegnata ai vasi figurati in Magna Grecia e in Sicilia tra la seconda metà del V e i primi anni del III secolo a.C.
Tra il 430 e il 390 a.C., il tema dell'Amazzonomachia, paradigma attico della lotta contro la barbarie, è scelto dai ceramografi apuli di prima e seconda generazione come soggetto preferenziale dei vasi dipinti per il commercio indigeno, destinati alle ricche élites dei centri della Peucezia. In queste pitture, la ricorrente raffigurazione, tra i nemici delle Amazzoni, di guerrieri indigeni, differenti dai guerrieri greci ma allo stesso tempo a questi ideologicamente equiparati, mostra che tali immagini erano realizzate per soddisfare le specifiche esigenze rappresentative dei destinatari, esaltando la loro adesione ai modelli culturali ellenici e la loro netta distanza dai costumi barbari.
Maestro tra i più celebrati della grande pittura antica, Polignoto di Taso fu artista abilissimo e innovativo, uomo di profonda cultura e intellettuale pienamente inserito nell'animata vita culturale ateniese dell'età di Cimone tra la fine delle Guerre Persiane e la metà del V secolo a.C. Il volume ne tratteggia la fisionomia storica, ricostruendone vita, personalità artistica, opere e capisaldi teorico-stilistici attraverso l'analisi integrata delle fonti letterarie e della documentazione archeologica relativa ai luoghi e ai monumenti che ne custodirono i dipinti, offrendo, con l'ausilio di nuove proposte di ricostruzione, una lettura organica e contestualizzata della sua attività alla luce di recenti acquisizioni della ricerca.
Il metodo di lavoro di uno dei massimi esponenti della ceramografia tarantina del IV secolo a.C., il Pittore di Dario, viene esaminato e ricostruito attraverso la scomposizione di alcune delle sue opere più significative e l'analisi di alcuni motivi (il carro in corsa) o schemi figurativi (lo schema centrato su una struttura architettonica) prediletti, utili a mettere in luce le tecniche combinatorie di composizione adottate in funzione di specifici temi narrativi e dei peculiari significati simbolici da essi veicolati.
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