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Adriana Valchera
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/09 - Topografia Antica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH6 The Study of the Human Past: Archaeology and history
Settore ERC 3° livello
SH6_3 General archaeology, archaeometry, landscape archaeology
Per la realizzazione della carta archeologica della fascia costiera compresa tra Torre Inserraglio a nord e Torre del Fiume a sud, in cui ricade il sito di Serra Cicora, sono stati utilizzati i dati del Sistema Informativo Territoriale in uso presso il Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, in cui sono confluite nel corso degli anni, e continuano a confluire, sia informazioni bibliografiche che notizie provenienti dalle ricognizioni sul terreno. Come di consueto, nei lavori di Topografia Antica, al fine di proporre una lettura complessiva delle modalità e dei tempi con i quali è andata articolandosi l'occupazione antropica del territorio, la ricerca ha privilegiato la ricognizione integrale e capillare. In questa occasione i dati già presenti nel SIT, e derivanti in massima parte da ricerche sistematiche, sono relativi soprattutto al settore meridionale dell’area presa in considerazione; per l’attuale ricerca, quindi, la ricognizione integrale è stata condotta nel settore settentrionale dell’area indagata, mentre sono stati effettuati dei controlli nel resto del territorio.
Nella Valle del fiume Cosa a Sud di Alatri (FR) è stata individuata una divisione agraria realizzata soprattutto per mezzo di limites paralleli (decumani), posti ad intervalli di circa 12 actus, che tagliano la valle nel senso della larghezza; gli allineamenti perpendicolari (cardines) sono molto meno frequenti, meno rilevanti e tracciati ad ampi intervalli irregolari. L’inquadramento storico e cronologico risulta estremamente difficile, anche se le caratteristiche morfologiche della divisione sembrano fornire indubbi elementi di arcaicità; è forse da ricollegare alla politica di espansione di Roma successiva alla fine della guerra latina (340-338 a.C.).
Le attività di ricerca avviate a Sipontum (Manfredonia, Foggia) dal Laboratorio di Topografia antica e Fotogrammetria dell’Università del Salento – in collaborazione con la cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Bari - consentono di ridisegnare la forma della antica colonia romana di Sipontum e di puntualizzare alcuni aspetti dello schema urbano. I dati derivati dall’indagine topografica, integrati con le conoscenze provenienti dagli scavi e da precedenti ricognizioni, insieme ad un’attenta analisi della documentazione aerofotografica storica e recente e delle immagini aeree oblique prodotte con ripetuti voli a bassa quota effettuati sull’area della città antica consentono una più accurata lettura dell’impianto urbano e del percorso delle fortificazioni (in opera quadrata a doppia cortina con riempimento in cementizio).
Aspetti geologici e idrologici del territorio in esame (a cura di Rocco Torre); storia degli studi; ricostruzione del percorso dell'acquedotto di Betilieno Varo con descrizione del Sifone 1 (Daielli-Porpuro-Cappuccini), del sistema idraulico dei Cappuccini e del Sifone 2 (Cappuccini-ex Stazione-Alatri).
Analysis of the Salento peninsula agrarian landscape, in particular of Lecce province, aimed at defining the possible transformations which marked various moments of the Roman conquest. Data of the rural settlement during the IV-III century B.C. have been compared with the ones of the II century B.C. The resulting data of the surveys seem to show the almost total lack of little “messapic farms” datable to V-III century B.C.; on the contrary, a systematic occupation of the countryside was found in Oria area. Presence of farms is reported since the II century B.C. and it could be the result of the new region arrangement defined by the Roman conquest, which also caused the realization of a vast system of centuriation involving the whole Salento peninsula. Data of the GIS developed by the Laboratory of Ancient Topography and Photogrammetry (University of Salento), results of archaeological sistematic survey, have been used to explain the dynamics of the region occupation and exploitation.
Nell'articolo viene analizzata la tesi di laurea (inedita) della prof.ssa Luigia Valle, laureatasi nel 1947 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una ricerca di argomento archeologico dal titolo "Il paese degli Ernici", relatore il prof. Roberto Paribeni. Nel lavoro di tesi, dopo un capitolo riguardante le fonti antiche sugli Ernici, viene affrontato il problema della viabilità; in particolare viene analizzato il percorso dell'antica via Latina a partire dal Compitum Anagninum, con uno studio approfondito degli Itinerari (Itinerarium Antonini, Tabula Peutingeriana), delle fonti medievali, dei cippi miliari conservati e pubblicati dal Mommsen nel CIL e dei resti ancora esistenti. In questo articolo è stata presa in considerazione quella parte della tesi di laurea riguardante Frosinone, andando a pubblicare il testo e commentare le informazioni – talvolta di prima mano – riguardanti la topografia della città. Un lavoro di comparazione tra il catasto Gregoriano dello Stato Pontificio (prima metà dell'Ottocento) e la versione dei primi anni del Novecento del catasto di Frosinone, ha permesso di posizionare con buona approssimazione una serie di rinvenimenti archeologici segnalati nel territorio immediatamente circostante la città.
Nell’Italia centrale appenninica, dove è presente la roccia calcarea, sono ampiamente diffusi fortificazioni, basamenti, terrazzamenti, viadotti e strutture di vario genere in opera poligonale; non fa eccezione la provincia di Frosinone, dove numerose sono le città con mura di fortificazione in opera poligonale e dove nel paesaggio extraurbano molteplici sono le strutture in opera poligonale. Come sottolineato ormai da molti anni, e da molti studiosi, l’utilizzo dell’opera poligonale è legato alla presenza della roccia calcarea, caratterizzata da fessurazioni che determinano il distacco dei blocchi dal banco roccioso secondo linee prestabilite e non consentono la squadratura dei blocchi stessi; la realizzazione più o meno raffinata non è necessariamente legata alla datazione e dipende sia dalle caratteristiche del calcare, e quindi dalla minore o maggiore facilità di lavorazione, che dalla destinazione d’uso del manufatto. Vengono qui presentate alcune strutture individuate di recente ed altre già note, tutte ubicate nel territorio compreso tra i centri di Alatri, Fumone e Ferentino. Si tratta, nello specifico, di un viadotto in opera poligonale di III maniera – denominato Ponte Serena – e di alcuni muri di terrazzamento in opera poligonale relativi a quattro ville rustiche: le “Mura Saracene” che delimitano una platea a pianta rettangolare ubicata sotto i Peschi di S. Oliva, nei pressi del Fosso Cicuni; un terrazzamento in opera poligonale di IV maniera, che delimita un’ampia platea situata a mezza costa lungo il versante sudoccidentale del Monte di Noè, nei pressi della località Case Martelli; un'ampia platea, al confine tra i territori comunali di Fumone, Alatri e Ferentino, con muri di terrazzamento in opera incerta e in opera cementizia con "paramento" in opera poligonale di “IV maniera”, situata immediatamente ad Ovest della vetta di Colle Drago; una serie di terrazzamenti in opera poligonale e in opera cementizia in località Pelonga, in comune di Alatri, relativi ad un insediamento agricolo.
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