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Sarah Siciliano
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/08 - Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Settore ERC 1° livello
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Settore ERC 2° livello
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Settore ERC 3° livello
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Il paper riflette sul rischio ambientale tra realtà e rappresentazione a partire da due focus group con i ragazzi del Salento (Puglia). Nell'interpretazione dei focus si è cercato di identificare i diversi livelli di significato emersi. Dalla nostra lettura emerge che "all'inverdimento dei media" di cui parla Manuel Castells, ossia alla crescente presenza di issues ambientali nei palinsesti, sembra corrispondere un analogo inverdimento delle nuove generazioni.
Il contributo s'interroga su quanto serve ai luoghi per crescere. L'ipotesi di fondo è che crescere dipende da noi, da ciò che abbiamo dentro e da come sappiamo tirarlo fuori. Dipende dalla nostra capacità di attivare e coltivare connessioni, nutrire il dialogo e il confronto attivo.
E possibile trasformare i luoghi a partire dalla (ri)scoperta della loro unicità? Che cosa è l'unicità del luogo? Qual è il ruolo che la comunicazione può assumere nella costruzione di questo processo? Nasce da queste domande la mappa concettuale D.O.M.U.S. M.E.A., che abbiamo ideato per leggere e interpretare lo strabiliante matrimonio tra i luoghi e chi li abita, per guardare oltre le apparenze e cercare di cogliere l'anima dei luoghi, la loro autentica essenza. D.O.M.U.S. M.E.A. è tante cose: una parola latina (la mia casa/my home), l'acronimo che ha guidato la raccolta e l'analisi dei dati della ricerca, e soprattutto è uno strumento utile non tanto per consegnarci risposte, quanto per interrogarci sui luoghi e su come possono innovarsi.
This research explores the framework of identity and value of self- employed knowledge workers involved in the Lecce European Capital of Culture project. This issue is analysed on the basis of the capability approach of Martha Nussbaum, who argues that developing capability, i.e. freedom to do and to choose otherwise has a greater educational value than producing previously established functions, promoting capacities means promoting spheres of influence and this is not the same getting people to operate a certain way (Nussbaum, 2011). Using three focus groups, we have explored the consequences of this flexible employment status on their social and emotional life, concentrating on two aspects. The first aim of the study is made up of an exploratory study of the professional practice of these workers to see if there is a particular ethos of their value systems and culture that they identify with. The second aim was to look into their personal satisfaction and see to what extent their academic background and professional training had informed and enriched their current activities. The focus of this study is not to judge the quality of their education, but rather an attempt to analyse the educational needs for this sector in the light of the professional experiences of these knowledge workers.
Una nuova tendenza della comunicazione vede l’innovazione che si fa traduzione. Il vintage, le tracce del passato, il patrimonio culturale di cui queste tracce sono espressione, si emancipano, si de-ritualizzano, s’ibridano nel presente e diventano nuova storia nell’innovage. Qui, quello che era un elemento di tradizione diventa un elemento d’innovazione. In genere noi consideriamo l’innovazione come qualcosa che è diverso, contrapposto alla tradizione: nell’innovage l’innovazione addirittura si radica. Così, quando parliamo di innovage, escludiamo il cosiddetto determinismo tecnologico, che vede nella tecnologia il motore dello sviluppo. L’innovage guarda all’innovazione intesa non solo come hardware, evoluzione tecnologica, ma come processo evolutivo che non si limita ad adattare qualcosa di vecchio in un nuovo supporto e quindi ad aggiornarlo, tradurlo, piuttosto nel cambiare le regole creando nuove unità, nuove modalità operative, nuove forme d’interazione in contesti diversi da quelli d’origine.
In questo contributo ci domandiamo in che modo la dinamica intrinseca allo sviluppo tecnologico possa rimodellare la cittadinanza e come essa possa acquisire altre dimensioni di senso per mezzo delle nuove tecnologie. Per rispondere a questa domanda, la nostra riflessione non sarà volta ad analizzare la continuità / discontinuità dal testo letterario a quello cinematografico, piuttosto ad individuare i confini mobili tra i diversi mondi della percezione. Cerchiamo quindi di analizzare come cambia l’abitare e il sentire il testo in pubblici diffusi attraverso la sua traduzione mediatica.
The controversy on the energy matter is emblematic of two phenomena: in contemporary democracies, we find plans of emptying some of the democratic institutions, clashing with attempts of re-appropriation of spaces of democracy from below: on the one hand, the deficit of social and cultural legitimacy suffered by political institutions, on the other hand, the design of "confiscation of democracy" in which the policy maker tries to counteract prior instances of deliberative participation advanced by the public opinion. Virtually ignored by mainstream media, the debate on nuclear power has been in the middle of a dense network of conversations from below, which eventually affect public opinion. The success of the referendum on the nuclear issue enshrines the internet as an alternative political engine and, at the same time, a tool of "self-summoning" for the citizens, beyond the traditional forms of political mediation and communication media. By comparing data on old and new media, it's shown how networked conversations have ended up conditioning the media agenda and affecting the public opinion by the conveying of values and interests once alien to the interpretive framework in which the case was politically orchestrated. The still unresolved issue concerns the affinities and semantic break between old and new movements in terms of communication strategies used to achieve consensus and to overturn the status quo. It remains to understand how the media platforms will transform themselves to meet the challenge of energy emitted by these social forms of civic engagement.
Negli ultimi decenni il postmodernismo è stato sinonimo di crisi della dimensione comune dell’esistenza sociale e di ripiegamento nell’individuo e nel privato. Ma recentemente, di fronte alle derive della postdemocrazia (Crouch, 2005) e alla crisi del finanzcapitalismo (Gallino, 2011; Harvey, 2011), osserviamo significativi e non infrequenti segnali di rinnovato impegno civico e sociale, che spesso provengono da soggettività e movimenti estranei alla scena tradizionale della democrazia rappresentativa. Fenomeni come l’insurgent politics (Castells, 2009) e la contre-démocratie (Rosanvallon, 2009) delineano lo spazio di nuove forme di impegno politico, che si distaccano dal clima culturale del Postmoderno anche se non disdegnano il ricorso ai relativi strumenti e repertori comunicativi. Si tratta di fenomeni che solo apparentemente possono essere rubricati come espressione di antipolitica ma che, in realtà, vanno letti come fattori di ripoliticizzazione della sfera civile. L’obiettivo del nostro saggio è analizzare, in particolare, la recente consultazione referendaria alla luce di queste categorie. Il referendum di giugno si presenta anche con qualche altro elemento di novità, soprattutto sul piano comunicativo. Lanciato come evento politico della non-comunicazione per la scarsa presenza nell’agenda dei media tradizionali, diventa evento pubblico della rete di relazioni, quasi un flash mob che segnala la potenza di un nuovo modello organizzativo basato sul contributo dell’energia individuale all’“inter-solidarietà oggettiva dell’umanità” (Morin, 2005). L’assenza di spazi di argomentazione in tv, alla radio e sui quotidiani ha suscitato per reazione una mobilitazione dei singoli intorno ai beni comuni, difesi con la forza di quell’altruismo reciproco che Jeremy Rifkin (2010) ritiene alla base della “civiltà dell’empatia”. In particolare, intendiamo esplorare la questione energetica come metafora dei cambiamenti sociali del presente. Il nostro percorso di ricerca prevede l’analisi delle fonti normative (leggi n.133 del 6 agosto 2008, n.99 del 23 luglio 2009, decreto l.vo n.31 del 15 febbraio 2010) per documentare la gestazione di un dispositivo di controllo da parte della politica istituzionale sulla politica vissuta dalla gente; l’analisi del contenuto dei principali quotidiani nazionali (fonti giornalistiche) per ricostruire le narrazioni utilizzate in occasione del referendum (fattori ambientali, economici, sociali, normativi); l’analisi del web come ecosistema per comprendere la risonanza della questione on line e per monitorare l’intensità dell’impegno civico attivato nella “sfera pubblica in rete” (Benkler, 2007); e infine, le testimonianze di addetti ai lavori per ricostruire il posizionamento della questione energetica all’interno delle priorità ambientali e la loro dipendenza/incidenza dai/sui modelli sociali.
La rivoluzione di paradigma generata dai nuovi media e dalle moderne tecnologie trasforma continuamente il nostro modo fisico e virtuale di stare al mondo. È possibile ripensare l’architettura della vita sociale dei luoghi attraverso la loro rimediazione? L'ipotesi che questo testo intende esplorare è la rilevanza della rete, ed in particolare del web 2.0, per ridefinire e riposizionare i luoghi. Mi domando: strategie generative di comunicazione digitale pensate non solo per il front, ma anche per il back office, possono innervarsi nel mondo che abitiamo, trasformandolo? Che significa guardare al web 2.0 come metafora, e non come retorica? Luoghi e comunità sono i due concetti chiave attraverso i quali si analizzano nuovi processi di comunicazione che non si limitano ad amplificare il raggio di diffusione delle informazioni, ma le creano nella piazza digitale, per renderle disponibili nel mondo reale.
A partire da Urban Layers - Identity Flows (http://www.urbanlayers.eu/), un progetto internazionale di fotografia urbana diffusa che nasce per sollecitare gli abitanti a partecipare attivamente alla vita culturale della propria città, proveremo a dimostrare in che modo la comunicazione è lo strumento attraverso il quale la fotografia, vista come opera d’arte, può assumere un significato socialmente condiviso. Ricerca teorica, investigazione empirica e sperimentazione innovativa concrescono in questo caso di studio.
Utilizzando la chiave di lettura dell’angelo della storia benjaminiano, proviamo a leggere la storia di Cavallino di Lecce, oggetto di analisi sociologica nell’ambito della ricerca 2007 “Conoscere il patrimonio culturale per pianificare il territorio: gestione culturale ed economica dei beni”, per analizzare quale futuro si apre per Cavallino dalle sue rovine. Intendiamo evidenziare in che modo la realtà del piccolo comune preso in considerazione stia uscendo dalle grandi narrazioni della società moderna attraverso un processo d’ibridazione delle sue rovine. In particolare, guardiamo alle rovine di Cavallino non tanto come frammenti, come parte di un tutto che è stato e che non è più, ma come qualcosa che rientra nella costruzione di altre cose, perché le nostre rovine sono le rovine che noi abbiamo (reperti, testimonianze antiche…), ma anche le rovine che noi siamo: le rovine di noi stessi. Come già anticipava Simmel, le rovine raccontano i loro antichi costruttori e frequentatori, ma anche chi le ha trascurate, saccheggiate, distrutte.
How does the “spirit” of capitalism and luxury read from a Sombartian perspective translate into a modern day context? What legacy has this German scholar, so admired in life, but now almost forgotten, left behind? This paper reflects on what his theories can lend to contemporary analysis and what questions it can raise. The author illustrates how seeing modern day luxury through the eyes Sombart might be productive to understand and appreciate the recent consumer phenomena. The paper will focus primarily on the particular dynamics of the public sphere in an attempt to reflect and explore the cultural and political dimensions of the modern day world. Keywords: luxury, innovation, dynamics, communication, public sphere, convergence
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