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Monica Mc Britton
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/07 - Diritto del Lavoro
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH2 Institutions, Values, Environment and Space: Political science, law, sustainability science, geography, regional studies and planning
Settore ERC 3° livello
SH2_4 Legal studies, constitutions, comparative law
Nell'ambito di un PRIN 2010- 11, il saggio indaga sul ruolo e i contenuti della contrattazione collettiva nel prevenire e combattere l'irregolarità lavorativa dello straniero extracomunitario. Si tiene conto che tale irregolarità può riguardare sia il contratto di lavoro sia la stessa posizione giuridica dello straniero sul territorio italiano.
La posizione degli stranieri irregolari sul mercato del lavoro è stata aggravata dalla configurazione della clandestinità come reato. In effetti, in un sistema giuridico come quello italiano, ove è molto difficile accedere regolarmente al territorio italiano per lavorare oppure una volta regolare continuare a mantenere questa posizione, il reato di clandestinità non limita il fenomeno del lavoro irregolare, ma soltanto rende gli stranieri ancora più deboli sul mercato del lavoro. Ciò comporta un grosso rischio per la tenuta delle regole dell'ordinamento lavoristico.
Il contributo è dedicato all'interpretazione delle disposizioni del contratto collettivo dei metalmeccanici del 2008 alla luce dello Statuto dei lavoratori e della giurisprudenza. Si tiene conto anche dei riferimenti dottrinali essenziali.
Il contributo dialoga con le relazioni presentate in un Convegno per i 30 anni della rivista Lavoro e diritto; relazioni anche esse pubblicate nel volume. In particolare, viene evidenziato come alcune tradizionali <<carenze>> degli studi di diritto del lavoro ora debbono essere sanate. Si pensi ad es., la questione della poca effettività della normativa primaria oppure l'aver sempre trascurato le piccole imprese, sebbene queste ultime abbiano un ruolo importante nel sistema produttivo italiano.
Il contributo ha lo scopo di offrire gli elementi fondamenti della disciplina giuridica dell'accesso dello straniero extracomunitario per lavorare in Italia. Ricostruisce le specificità contenute nel T.U sull'immigrazione. Affronta anche le ragioni normative che favoriscono le condizioni di irregolarità.
Partendo dall'assunto che il fenomeno migratorio per ragioni economiche è strutturale, il contributo analisa una parte della giurisprudenza costituzionale italiana tesa a valutare la legittimità o meno dell'esclusione di stranieri extracomunitari regolarmente presenti in Italia dalle prestazioni dello Stato sociale.
Il fenomeno della seconda generazione di immigranti extracomunitari non è oggetto di particolare attenzione da parte degli organi istituzionali, nonostante rappresenti una sfida all'inclusione e alla coesione sociale. Il saggio vuole contribuire alla conoscenza del fenomeno sui profili della percezione che i giovani hanno della loro collocazione sociale, ma anche della risposta che l'ordinamento vigente offre in termini di regolazione del fenomeno.
E' consenso generale che il lavoro sommerso è una piaga dell'economia italiana complessivamente e del settore agricolo in particolare. Il saggio focalizza gli elementi di carattere istituzionale presenti nella legislazione sull'immigrazione che favoriscono l'irregolarità invece di contrastarla.
La l.92/2012 ha l'ambizione di intervenire a sostegno dell'occupazione dei lavoratori considerati svantaggiati. Il contributo commenta le disposizioni normative in merito.
La legge Fornero (l. n. 92/2012) ha inteso rispondere alla grave crisi occupazionale italiana riformando il mercato del lavoro. Poiché uno dei problemi strutturali dell'economia italiana è la difficile ri-occupazione di lavoratori e lavoratrici che, sebbene abbiano una certa anzianità anche lavorativa, non sono ancora in età pensionabile e né hanno maturato contributi sufficienti ad accedere ad una pensione di anzianità. Il legislatore è intervenuto con alcune forme di incentivazione, la cui struttura e limiti sono oggetto di analisi in questo contributo.
Fra i recenti interventi del legislatore italiano in materia di immigrazione si annoverano il d.lgs. n. 253/2016 e la l. n. 232/2016. Il primo intervento è in attuazione della direttiva 2014/66/UE e ha introdotto nel novero dei lavoratori extracomunitari che possono accedere al territorio italiano «fuori quota», nell’ambito dei trasferimenti intra-societari, i dirigenti, il personale specializzato e i tirocinanti. Il secondo intervento ha previsto un particolare regime per l’ingresso e il soggiorno di investitori. Il presente contributo intende evidenziare le luci e le ombre di tali disposizioni, sia attraverso l’esegesi normativa in confronto con la disciplina comunitaria, sia in rapporto a quanto già previsto dal TU sull’immigrazione.
L'accesso dei lavoratori extracomunitari regolarmente presenti sul territorio italiano al lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione è ancora materia controversa. Allo stato, la Cassazione si è pronunciata due volte sostenendo la legittimità della loro esclusione. Parallelamente, la C. costituzionale, sollecitata dalla Cassazione Ss. Uu. ha dichiarato illegittima l’esclusione degli stranieri dal servizio civile nazionale. L’elaborato esamina tali decisioni, anche in dialogo con un parere del Consiglio di Stato, soffermandosi sulle conseguenze della dichiarazione di incostituzionalità sull’orientamento restrittivo della Cassazione espresso nelle precedenti due pronunce.
La contrattazione decentrata è luogo privilegiato per indagare qual'è effettivamente il livello di attenzione delle parti sociali alle questioni di genere. In particolare, per quanto concerne gli strumenti di pari opportunità e di conciliazione tempo di lavoro/tempo di cura. Ilsaggio - scritto con Madia D'Onghia - si occupa - nell'ambito di una più compiuta indagine sulla contrattazione decentrata in Puglia, di focalizzare i risultati contrattuali in una ottica di genere.
La presenza di immigrati extracomunitari nel mercato del lavoro in posizione di irregolarità favorisce il lavoro sommerso. Purtroppo, una delle cause di questa irregolarità è rivenibile nella stessa normativa: d.lgs. n. 286/1998 e successive modifiche. Infatti, il legislatore è rimasto fedele ad una concezione rigida del lavoro subordinato (ma anche del lavoro autonomo) che non corrisponde più alla stessa vigente regolamentazione del mercato del lavoro in generale. Tale discrasia non serve a contenere la presenza irregolare dello straniero sul territorio, ma al contrario, lo rende particolarmente vulnerabile e facile vittima di sfruttamento.
Il lavoro parte da un interrogativo sulle cause del progressivo abbandono della tematica del lavoro in agricoltura da parte degli studiosi del diritto del lavoro. In effetti, spesso l’interesse è limitato al profilo dell’irregolarità e del caporalato concernente l’attività lavorativa degli stranieri extracomunitari. Una tale impostazione dovrebbe, forse, essere rivista anche in termini di un maggiore approfondimento sulle cause di questi fenomeni. Non solo, ma anche rispetto ai modelli di sviluppo e al ruolo che l’agricoltura occupa in quanto settore primario dell’economia. L’elaborato opera una sintetica analisi della contrattazione collettiva del settore.
Trattasi di una rassegna critica di giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito in materia di sciopero nei servizi essenziali sia rispetto alla versione originale della l. n. 146/1990 sia dopo la novella avuta con la l. n. 83/2000. Lo scopo è evidenziare le aporie interpretative nel <<dialogo>> fra la Commissione di Garazia della legge sullo sciopero e la giurisprudenza.
I mutamenti sociali in atto hanno fortemente posto in risalto, negli ultimi anni, le necessità circa un maggiore equilibrio vita-lavoro. L’esigenza in esame, sentita in primo luogo, ovviamente, dai lavoratori, ha progressivamente investito organizzazioni e istituzioni. Il telelavoro ha rappresentato e rappresenta un approccio di soluzione possibile. Il Progetto “Telelab. Laboratorio di telelavoro e conciliazione”, realizzato fra il 2011 e il 2014 presso l’Università del Salento, grazie ad un finanziamento dalla Regione Puglia (nell’ambito dell’Avviso del 2009 sui c.d. Patti sociali di genere) ha avuto per obiettivo, attraverso l’attivazione di un certo numero di postazioni di telelavoro per dipendenti dell’Amministrazione, il favorire le politiche di conciliazione fra aspetti personali e familiari e profili lavorativi dei soggetti coinvolti. Il progetto è stato curato e seguito in ogni sua fase da una “cabina di regia” di professoresse e funzionarie dell’Università di Lecce.
Il volume è composto da 4 capitoli: si parte dall'inquadramento del fenomeno migratorio per ragioni economiche nei paesi ad economia avenzata. Il capitolo secondo ha per oggetto la collocazione dello straniero nella Costituzione italiana e all'accesso ai diritti sociali, sia in quanto lavoratore sia anche in quanto non cittadino. Il terzo ha un contenuto giuslavoristico e l'ultimo ha l'ambizione di ricondurre <<a sistema>> quanto esaminato precedentemente. Tale sforzo ha come interlocutore privilegiato la giurisprudenza della Corte costituzionale. Inoltre, il percorso porta anche a valorizzare la cd. cittadinanza di residenza, come una categoria che contribuisce a superare le aporie evidenziato durante lo svolgimento dell'opera.
L'articolo prende lo spunto da una recente sentenza che affronta il problema dell’applicazione dell’art. 2126 cod. civ. al contratto di lavoro nullo perché il lavoratore, extracomunitario immigrato, è privo dell’autorizzazione al lavoro. La Cassazione con corretta argomentazione afferma che non ricorre nell’ipotesi considerata nessuno dei casi di inapplicabilità della norma. La questione riguarda un’azione proposta dall’ente previdenziale per omissione contributiva. Il contributo ripercorre la problematica sottolineando come la disposizione codicistica svolga in questi casi una funzione anti dumping a tutela del regolare funzionamento del mercato del lavoro
La frammentarietà del <<mondo del lavoro>> è una questione con la quale le organizzazioni sindacali è tenuta ad affrontare. Infatti, nell'odierno processo di globalizzazione, la possibilità di garantire attraverso l'azione dei soggetti collettivi la tutela delle condizioni di lavoro in generale passa anche dalla capacità di riunificazione degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, ivi compreso i soggetti portatori di disabilità e gli immigrati.
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