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Marco Mancarella
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/20 - Filosofia del Diritto
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Computer-mediated communication is a complex phenomenon, in the sense that its features depend on the IT tools used on the Internet for communication purposes. Studies on computer-mediated communication have focused the attention not only on the technological aspects that is, those which allow interacting with a virtual environment, but also on the substantial changes that telematics has brought to communication and to interpersonal relationships. The transition from “face to face” communication to computer-mediated communication creates a progressive rarefaction of meta-communicative elements (facial expression, tone of voice, posture) and of the possibility to adapt and correct the communication; this rarefaction involves as well responsibility, inhibition and identity itself. With computer-mediated communication, e-Democracy offers a possibility to reconsider the same politics and the legal rules, even though the new technologies’ potential can also outline scenarios that have nothing to do with democratic processes (new concentrations of powers, new inequalities, monopolies of knowledge).
Il fenomeno denominato «effetto serra» s’inquadra nella vasta tematica dei cambiamenti climatici: esso indica la concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera che impedisce al calore del Sole, riflesso sulla Terra, di disperdersi nello spazio, provocando un aumento di temperatura. La Voce analizza i profili bioetico-giuridici sottesi al fenomeno, con un’analisi condotta non solo sul piano nazionale ma anche internazionale.
Il “federalismo informatico”, o “governo federato dell’informatica pubblica”, appare come un logico corollario della visione del nostro Stato come uno “Stato diffuso”, comunitario, per la sua forte configurazione pluralistica o, secondo altri, corollario della concezione dello “Stato a rete”, in quanto caratterizzato dalla sua forte dimensione relazionale tra Enti. Lo Stato, in definitiva, con l’avvento dell’eGovernment, diviene uno “Stato virtuale”, o Virtual State, ovvero un governo organizzato in modo crescente in termini di agenzie virtuali e network pubblico-privati, la cui struttura e capacità dipendono da internet e dal web e nel quale i confini delle Amministrazioni perdono gran parte del loro tradizionale carattere territoriale, generando il fenomeno della “virtualizzazione delle comunità di riferimento”. In tale quadro, si assiste ad una crescente condivisione di informazione tra soggetti pubblici e tra questi ed i privati, con il conseguente affermarsi di una nuova forma di governo democratico (o governance), incentrata proprio sulla necessaria intensificazione di tale condivisione informativa. L’eGovernment diviene lo strumento trainante di tale condivisione, conducendo il sistema Italia all’eGovernance. L’eGovernance trasforma radicalmente la logica tradizionale di funzionamento degli apparati amministrativi nella quale la rigida settorializzazione dei flussi informativi era funzionale al sistema di comando e controllo tipico delle organizzazioni gerarchiche. Ciò allarga le possibilità di decentramento e di delega dell’autorità (sia verso l’alto che verso il basso), rende più labili i confini tra il settore pubblico e il resto della società, trasforma potenzialmente tutte le istituzioni in reti di organizzazioni e tutte le organizzazioni in reti di nuclei elementari. Questa tendenza alla orizzontalità, ben simboleggiata dallo sviluppo stesso di Internet, costituisce in qualche modo la base tecnologica della sussidiarietà sia verticale che orizzontale. Si palesa, dunque, il concetto di “sussidiarietà digitale”, intesa come un principio politico e giuridico di vasta portata, volto ad organizzare la struttura e i rapporti tra livelli e soggetti della decisione pubblica, in modo da favorire il decentramento della decisione stessa.
L’”Era digitale” in cui viviamo si caratterizza per alcuni suoi profili particolarmente evidenti. In essa la rappresentazione di ogni forma espressiva umana (testi, suoni, immagini) avviene attraverso la tecnologia digitale, tramite la quale ogni informazione può essere trattata ed elaborata. Una tecnologia, per taluni, da intendersi come vero e proprio “corpo esteso”, vivente, dotato di autonomia evolutiva: il “Technium”. Uno dei settori nei quali l’Era digitale tra producendo più velocemente i suoi effetti è di certo, oggi, quello sanitario. Nell’ultimo decennio è sorta, prima in ambito europeo e poi anche in Italia, l’esigenza di una definizione di politiche e normative nel settore “eHealth”, intendendosi con tale termine “la condivisione della comunicazione di dati e informazioni sanitarie, in particolare di dati personali, attraverso le Reti di generazione Internet, ovvero ad «alta comunicazione», in ambito aziendale, sistemico e ambientale (con e tra i cittadini)”. La soluzione diviene una nuova forma di Sanità, nella quale deve affermarsi un nuovo mondo culturale: la pHealth (personal Health), nella quale i ruoli tra cittadino e medico si invertono. Il cittadino diventa un pò medico di sé stesso e degli altri cittadini nella prospettiva collaborativa del Web 2.0, e il medico diventa un pò più cittadino, poiché viene messo nelle condizioni di comunicare intensamente con altri medici (si vedano i social network professionali), ma anche con gli assistiti. Il nuovo mondo culturale pHealth fornisce una risposta alla crescente tendenza da parte dei cittadini nel ricercare un ruolo pro-attivo nel proprio processo di cura, quindi il potenziamento del ruolo di partecipazione, valutazione e decisione della comunità nella gestione della Sanità (empowerment del cittadino). La “liberta dell’informatica”, da intendersi come libertà dell’individuo di servirsi nel modo che ritiene più opportuno dell’informatica, prende progressivamente il sopravvento in Sanità sulla “libertà dall’informatica”, ovvero dalla limitazione o negazione della libertà di usare gli strumenti informatici per il solo timore di ledere la riservatezza altrui. La sfera personale altrui, ovviamente, dovrà essere sempre tutelata, ma solo entro i confini dettati dalla normativa europea e nazionale di settore, senza estensioni applicative. La pHealth necessita, dunque, di “libertà dell’informatica”, diversamente non potrebbe in alcun modo concretizzarsi nel vivere quotidiano, nelle sue evolute forme interrelazionali e di accrescimento semplificato della conoscenza del paziente per via telematica. Nel mondo pHealth, l’eGovernment, che esprime in sé l’attività di Governo del digitale da parte dello Stato o di un’entità legittimata da esso (ad esempio, Azienda Ospedaliera o enti privati accreditati), lascia progressivamente sempre più spazio all’eGovernance, ovvero ad un’attività di Governo del digitale attuata con il concorso delle iniziative e delle attività messe in campo da tutte le componenti sociali che caratterizzano l’organizzazione sanitaria, quindi non solo statali o legittimate dallo Stato. In questo processo che dalla Sanità elettronica, attraverso l’eHealth, ci sta conducendo alla pHealth, il ruolo del diritto è ovviamente essenziale. In particolare, il ruolo della “Informatica giuridica”, considerate le sue ampie potenzialità interdisciplinari, utili per comprendere appieno le questioni giuridiche sottese ad ogni innovazione tecnologica applicata al settore sanitario. In questo innovativo scenario sanitario, il diritto alla salute ne esce non indebolito ma rinforzato. Esso, da sempre, si presenta come una fattispecie quanto mai eterogenea, poiché comprende istanze di natura diversa (etica, finanziaria, ambientale, medica) e sottintende, inoltre, ad una serie di diritti presupposti (il diritto alla vita, diritto alla dignità, diritto di cittadinanza) e consegu
L’eJustice amministrativa rientra nel più ampio processo di digitalizzazione dell’Amministrazione, letto attraverso l’evoluzione del rapporto tra Stato e cittadini, Amministrazione Pubblica e privati. Gli argomenti affrontati, non esaustivi del quadro generale in materia di Giustizia telematica (civile, penale, amministrativa, tributaria) ed incentrati essenzialmente sulla Giustizia telematica amministrativa, mirano comunque a cogliere i caratteri salienti del rapporto tra diritto, politica e scienza dell’amministrazione applicate alla Giustizia, intesa come complesso di apparati, il tutto in un’ottica di interesse all’approfondimento delle problematiche connesse al futuro stesso della Giustizia nella Società dell’Informazione.
La votazione elettronica (eVoting), nata sul finire del secolo scorso, si è sviluppata in tutto il mondo secondo forme e modalità diverse e rappresenta la nuova frontiera della democrazia elettronica (eDemocracy). La democrazia elettronica, attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sembra ormai avviata sulla strada della tecnopolitica, che costituisce un elemento di frattura col passato e una “forza strutturante dei nostri sistemi”, e la prospettiva dei referendum elettronici da qualche tempo sta proponendo una democrazia, denominata “continua”, che s’ispira al modello della democrazia “diretta” ateniese. La democrazia continua è caratterizzata dalla pervasività. Si diffonde in molte direzioni. La sua continuità non riguarda solo la dimensione temporale ma anche quella spaziale, un continuum spazio-temporale che individua la dimensione istituzionale dell'agire politico e della costruzione della cittadinanza. In un contesto di progressiva affermazione dei modelli della eDemocracy, il voto elettronico si evolve rapidamente e diviene essenziale per il futuro stesso della democrazia. Oggi si trova ad un punto di svolta del suo cammino. Il suo uso ha sollevato numerose questioni sul piano informatico e giuridico. Sembra comunque che possa divenire strumento decisivo per la democrazia, al fine di permettere a quest’ultima di essere rifondata sulla regola del diritto, poiché alla base dei processi democratici restano le procedure decisionali di cui si avvale il popolo per esercitare il proprio potere. Tra le molteplici definizioni di voto elettronico vale la pena tenere presente quella adottata nel 2002 dal Consiglio d'Europa, secondo cui l’eVoting “è il ricorso ad un sistema/dispositivo elettronico nell'ambito di uno scrutinio che, per l'elettore, sostituisce il deposito della scheda di voto stampata in un’urna”. Questa definizione ha ispirato nel 2004 lo stesso Consiglio d'Europa a distinguere ulteriormente il “semplice voto elettronico” o “eVoting” (inteso come “voto locale”) dal “voto a distanza” o “remote eVoting”. In Italia non vi è una disciplina organica in tema di voto elettronico. Una novità nell’ordinamento italiano è rappresentata dal comma 1 dell’art. 1 del DL 30 maggio 2012, n. 67, convertito con Legge 23 luglio 2012, n. 118, il quale rimette ad un successivo Regolamento (da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400) la definizione delle modalità di elezione, “anche mediante l’utilizzo di tecnologia informatica”, dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES) e del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). La norma in esame traccia un sistema di eVoting “misto”: tecnologia iVoting (eVoting a mezzo Internet) in linea generale, sia con modalità “home voting” (voto da casa) che, in maniera residuale, con postazioni telematiche in seggi presidiati all’interno degli Uffici consolari. In attesa del Regolamento attuativo del DL n. 67/2012, è già possibile sottolineare come l’Italia si stia incamminando lungo la strada del voto elettronico per i residenti all’estero, nel tentativo di recuperare il ritardo nei confronti di altri Paesi nei quali non solo sono costanti le sperimentazioni di eVoting nel settore ma si è anche proceduto, in taluni casi, alla sua adozione con pieno valore legale (ad esempio, la Svizzera e, in tema di iVoting in generale, l’Estonia). La più recente sperimentazione di eVoting nel nostro Paese è rappresentata dal Progetto “Salento eVoting”, il quale nasce dall’esperienza internazionale maturata dai componenti del Laboratorio di ricerca sull’eGovernment dell’Università del Salento nel settore del voto elettronico (Messico, Brasile, Francia, Grecia). Il Progetto mira a sviluppare un’intensa attività di ricerca e sperimentazione
Il contributo prende in considerazione il Codice del Processo Amministrativo, emanato con D.Lgs. n. 104 del 2 luglio 2010, analizzando nello specifico le norme aventi risvolti di digitalizzazione. Proponendo, dunque, soluzioni future non ancora recepite dal legislatore e volte ad un'effettiva realizzazione di un processo amministrativo telematico.
Un’attenta gestione del settore Information and Communication Technology (ICT) può rappresentare una valida occasione per realizzare un’amministrazione di risultato ed una cittadinanza partecipata. Infatti, la Pubblica Amministrazione ha, oggi, tutti gli strumenti tecnici, organizzativi e normativi per avviare un nuovo processo di ammodernamento e di radicale trasformazione comunicativa pubblica, agevolato dall’innovazione tecnologica (in termini di nuovi linguaggi, nuovi strumenti e metodologie di comunicazione, nuove opportunità di condivisione delle informazioni). Il contributo intende approfondire tali nuovi strumenti pubblici, con spirito critico.
La diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) ha trasformato il sistema su cui si basava il tradizionale modello burocratico della Pubblica Amministrazione, conducendo ad un nuovo modello: l’Amministrazione Digitale. Lo studio di tale modello e delle sue implicazioni manageriali non può prescindere, però, dall'analisi del fondamentale processo in atto di riforma federalista dell'apparato statale. Il testo approfondisce tali tematiche.
Nell'introduzione al testo viene fornito un quadro dei contributi, e relativi argomenti, in esso raccolti. La base concettuale che accomuna i diversi contributi è riconducibile all’importanza dei processi di innovazione e al riconoscimento della multidimensionalità che coinvolge le condizioni organizzative, prima ancora di quelle tecnologiche. L’utilizzo di internet su scala globale, la diffusione delle ICTs e le specificità funzionali dei nuovi media, rappresentano fenomeni altamente generalizzati che coinvolgono i moderni apparati. In altri termini, si tratta di un cambiamento che sposta il punto di osservazione sui parametri di efficienza, efficacia, pubblicità ed economicità che devono indirizzare l’azione pubblica. Parametri rispetto ai quali si rende misurabile il raggiungimento degli obiettivi programmati attraverso la formazione e la responsabilizzazione dei dirigenti e delle risorse umane, la gestione delle risorse finanziarie, la razionalizzazione delle spese e delle procedure, la reingegnerizzazione del sistema documentale. E’, infatti, in questa osmosi fra politica, tecnologie e istituti giuridici, che si realizza più propriamente la funzione regolativa della politica di governo elettronico ed è in questo contesto che si legittima il percorso di una moderna ed efficiente amministrazione pubblica tra management, eGovernment e federalismo.
The exponential development and dissemination of ict (information and communication technology) has modified the diverse aspects of the economic, political, legal and cultural life, thus redefining the concepts of time, space and identity. Information technology, which has soon become a mass technology, has revolutionized information production and exchange, affecting the pillars of society which define our way of living, communicating, relating to others and establishing new businesses. The potential of an expeditious and effective exchange of data and information crosses geographical borders and time constraints, redesigning new social, legal, political and economic models, which pivot around information exchange and knowledge sharing. These are the pillars of the project for an increasingly free, democratic and supportive European space. The implicit assumption consists in the fact that, in the current social framework, information plays a strategic role and, with technology potentials, the spread of information is unprecedented in both private and institutional relations.
La società moderna è una società complessa, ovvero osservabile e descrivibile a partire da se stessa. La modernità della società non sta nei suoi caratteri, ma nelle sue forme, cioè nelle distinzioni che essa usa per dirigere le sue operazioni comunicative. Il dibattito sulle dinamiche connesse alla società dell’informazione è, dunque, una preoccupazione che si inserisce nel contesto delle distinzioni di volta in volta preferite. Si tratta di un dibattito che risale agli anni Sessanta del secolo scorso e riconducibile all’idea di società post-industriale, sintetizzabile nella tendenza delle attività economiche ad indirizzarsi sul versante dei servizi. Sono gli anni in cui il crescente ruolo svolto dalla scienza e dalla tecnica nei processi produttivi, da un lato, e la conseguente introduzione delle tecnologie informatiche, dall’altro, determinano l’affermarsi di un nuovo principio assiale fondante i sistemi sociali (economia, politica e diritto). In tale contesto, informatica e tecnologia giocano un ruolo determinante sulla produzione del sapere, sulla gestione delle fonti informative, sulle nuove modalità di conduzione degli scambi economici, sull’amministrazione pubblica, sui nuovi diritti. Se l’informazione e le nuove tecnologie investono settori come la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio culturale ai fini di uno sviluppo sostenibile dei territori di riferimento, allora prende forma un nuovo modo di intendere l’informatica e la telematica: la Turismatica. Si tratta di un neologismo di genesi recente, utilizzato per indicare un importante trend d’innovazione, vale a dire gli strumenti e le metodologie dell’informatica e della telematica al servizio dell’organizzazione e promozione turistica, il tutto nell’ottica, sempre, di una valorizzazione (sostenibile) del patrimonio culturale e ambientale territoriale. Detto in altre parole, la “Turismatica” si presenta come la perfetta sintesi tra società dell’informazione, nuovi diritti e contesti innovativi di turismo sostenibile.
Le difficoltà in cui si dibattono i sistemi di democrazia rappresentativa e, di contro, l’avvento di uno sconfinato spazio pubblico elettronico, con la diffusione del sistema integrato di nuove tecnologie che permettono d’informare e comunicare mediante mezzi digitali, denominato sistema ICTs (Information and Communication Tecnologies), sembrano aprire nuovi orizzonti alla democrazia. Le difficoltà riguardano appunto una forma precisa e storicamente determinata di democrazia, la democrazia rappresentativa. Avanza una nuova democrazia, una democrazia di massa basata su nuove forme ricavate dalla «tecnopolitica», ossia dal connubio di tecnologia e politica, e da nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. All’interno di questo scenario si colloca ogni discussione in tema di voto elettronico, un’innovazione tecnologica di impatto immediato sulla democrazia e che detiene molteplici forme e (superabili) problematiche di natura informatico-giuridica.
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