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Grazia Marina Falla
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ART/01 - Storia dell'Arte Medievale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_6 History of art and architecture, arts-based research
Dedicato a Serena Romano, questo libro vorrebbe restituirle un po’ di quel tanto che ha offerto, in vari modi, a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla e di frequentarla. L’argomento generale, quello delle continuità di lunga durata, dei ritorni in generale, e delle rinascite dell’antico, le è caro da sempre. Lei stessa lo ha esplorato in contributi fondanti e i numerosi autori che hanno accolto l’invito a partecipare al volume ne hanno dato declinazioni diverse. La decisione di dare un tema unitario a questo volume miscellaneo si giustifica anche per un’altra ragione: figlia del ’68, Serena Romano ha sempre avuto una certa reticenza nei confronti di onorificenze troppo accademiche, staccate a volte dalla dimensione concreta della ricerca. Da qui il desiderio di costruire un volume che possa essere un prolungamento tangibile di un modo di guardare la storia cui Serena Romano ha contribuito per anni.
Il contributo prende in esame la cultura artistica a Bisanzio negli anni dell'imperatore Giustiniano, in particolare alle manifestazioni dell'arte di corte.
Il saggio costituisce il primo quadro, completo e aggiornato alle scoperte degli ultimi anni, delle testimonianze della cultura artistica in Terra d’Otranto in epoca longobarda e bizantina (secc. VI-XI), considerando tutte le testimonianze note, coprendo i differenti generi artistici (dall’architettura alla scultura, alla pittura) in un territorio che supplisce alla lacuna delle fonti scritte con un ricco e variegato patrimonio, in una processo in cui il monumento diviene esso stesso documento.
Lo studio riesamina la questione relativa alle origini della pittura bizantina, anticipandone la cronologia ai primi anni del VI secolo e non già alla piena epoca giustinianea come delineato nel ben noto saggio di Kitzinger del ’54. Esso individua, infatti, nel frontespizio del celebre Dioscoride della principessa Anicia (512) la prima testimonianza della compresenza delle due tendenze della pittura bizantina pre-iconoclasta, quella astratta e quella ellenizzante.
QUESTA RACCOLTA DI STUDI E' UN OMAGGIO A TONINO CASSIANO. NON SI TRATTA SOLTANTO DI UN TRIBUTO MORALE CHE CIASCUNO DEGLI AUTORI HA VOLUTO RICONOSCERE ALLA MEMORIA DELL'AMICO GENEROSO E DELLO STUDIOSO; QUEST'OMAGGIO E', PENSIAMO, MOLTO DI PIU'.
Attraverso un’attenta lettura delle fonti medievali concernenti la vita del vescovo canosino Sabino, il saggio ricostruisce le file della sua intensa attività edilizia, corroborata anche dalle più recenti scoperte che hanno interessato la cattedrale della città: l’edificio ha palesato difatti elementi che riconducono direttamente all’epoca di San Sabino, il quale ‘importò’ nella città pugliese la ‘cupola giustinianea’, ricordo vivido dei numerosi edifici a cupola che il vescovo in prima persona poté vedere coi propri occhi durante il suo soggiorno a Costantinopoli.
La scelta di Sant'Oronzo come patrono della città di Lecce, avviene in un momento storico, in pieno XVII secolo, nel quale il flusso di opere d'arte da Napoi a Lecce subisce, per varie ragioni, una battuta d'arresto. Soprattutto non sembrano più giungere daalla capitale vicerale e numerose sculture in legno, che erano giunte in gran quantità all'inizio di quel secolo e torneranno prepotentemente alla sua fine.
Rilettura del catalogo di Francesco Antonio Zimbalo scultore, alla luce degli studi degli ultimi dieci anni e con una disamina filologica del materiale a lui riferito.
Il saggio getta nuova luce sulle perdute Storie di Costantino e papa Silvestro dell’architrave romana del Laterano (fine XII secolo) attraverso lo studio delle fonti (scritte e figurate) che rintraccia un interessante nesso tra Roma e Costantinopoli, capitale d’Oriente ove si conservava, sulla base dell’epigramma del portico della celebre chiesa di San Polieucto (inizi del VI secolo), un ciclo costantiniano (forse) o anche solo la scena del Battesimo. Sulla scorta del più antico esempio costantinopolitano, il saggio riesamina gli altri cicli costantiniani romani noti, cogliendone le peculiarità più significative.
Il Sistema Museale di Vaste e Poggiardo è composto dal Museo Archeologico e dal Parco dei Guerrieri, frutto dei ritrovamenti effettuati nelle campagne di scavo dirette dal prof. Francesco D’Andria, dalle chiese rupestri di S. Maria degli Angeli e dei Ss. Stefani e, infine, dall’area naturalistica attrezzata dell’Arboreto didattico. Questo nucleo di beni culturali ed ambientali è contraddistinto da una segnaletica in magenta, colore che identifica Poggiardo nell’ambito del SAC, Sistema Ambientale e Culturale delle Serre Salentine. L’istituzione del Sistema Museale rappresenta un importante risultato cui si giunge dopo alcuni decenni di ricerche ed opere di tutela e valorizzazione condotte nell’ambito di una proficua collaborazione tra enti territoriali, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Università del Salento.
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