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Giulia Andreina Disanto
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-LIN/13 - Letteratura Tedesca
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_2 Theory and history of literature, comparative literature
This paper was written with the purpose of investigating the relationship between multilingualism and translation within institutions of the European Union, based upon a compilation of legislative texts written within EU scope, namely the JRC-Acquis Multilingual Parallel Corpus, which comprises texts listed in twenty-two different languages written side by side. Analysing text corpora in English, German and Italian synchronically, diachronically and contrastively, this study provides quantitative and qualitative data, attempting to verify an eventual dominance of English in the German and Italian translations. In conclusion, the re-sults of the corpus-based analysis open up the possibility to contemplate and reflect upon mul-tilingual translation from a European perspective.
Il contributo intende indagare il rapporto dialogico che i poeti Ingeborg Bachmann e Paul Celan, legati da una relazione intellettuale e personale, realizzarono attraverso il particolare medium della traduzione poetica. Entrambi tradussero diversi componimenti del poeta italiano Giuseppe Ungaretti; 4 poesie furono tradotte da entrambi. Si prende qui in considerazione la poesia "Per sempre", che Ungaretti dedicò nel 1959 alla moglie scomparsa Jeanne Dupoix.
Al centro del saggio c'è il ruolo che le avanguardie, in particolare il dadaismo berlinese, hanno avuto nel ricorso del teatro di Brecht alla fotografia e al procedimento del montaggio. La seconda parte del lavoro è dedicata alla ricostruzione del rapporto di amicizia e collaborazione di Bertolt Brecht con due esponenti del Dadaismo berlinese ovvero John Heartfield e George Grosz.
Il volumetto presenta in traduzione italiana, con testo originale tedesco e variante in lingua inglese composta dall'autore, un testo di Kurt Schwitters corredato da una nota critica della curatrice e accompagnato dal commento grafico di M. Minoggio. Si tratta del primo tassello di un progetto editoriale che intende presentare per la prima volta al pubblico italiano testi inediti di Schwitters, figura chiave dell'avanguardia letteraria e artistica del XX secolo.
In an attempt to offer a new approach to the understanding of war poetry, the first part of this essay focuses on the reasons for the literary genre of poetry being successful immediately prior to and during the First World War in comparison with other forms. In the second part, the aesthetical relationship between poetry and war is shown using examples of European poetry from the Twentieth Century. This essay examines the traditional definition of “war poetry” or “poetry of war”, and prompts an interpretation of war poems that is not strictly chronological in nature, being representations of the complex relationship between culture, conflict and memory. A particular conception of history through poetry is sustained by the contemporary German poet Thomas Kling, who published a series about the Great War entitled “Der Erste Weltkrieg” in 1999. The subject of the last part of this essay entails his archaeological approach to the language and his poetical summary of history by means a dynamic memory process that occurs in the present day.
Il saggio affronta la questione del ruolo di Hans Werner Richter, fondatore e mentore del Gruppe 47, all'interno del panorama culturale e politico della Germania postbellica e del dibattito critico-letterario del Novecento tedesco. L'analisi, che prende avvio dalla produzione letteraria del Richter scrittore, si fonda sullo studio della produzione diaristica di recente pubblicazione e delle numerose corrispondenze di Richter con intellettuali di rilievo della Bundesrepublik; esso mira a chiarire, attraverso una rappresentazione sintetico-schematica, il mutamento dei parametri critici applicati al fenomeno letterario e librario nell'ambito del Gruppo 47 fino ad oggi.
Partendo dalla figura mitologica di Hermes così come essa risulta presente nell'opera di Goethe, viene tematizzata la questione del tradurre nella Goethezeit. Vengono estrapolati in particolare i concetti di Autorschaft e di traduzione all'interno del progetto goethiano di Weltliteratur e si tenta di mostrare la prolificità dei possibili approcci ermeneutici alla questione della traduzione letteraria.
This essay focuses on Lulu by Frank Wedekind. The drama was developed from an idea conceived by the author dating back to the nineties of the Nineteenth Century and is characterised by a series of complex incidents of censorship and those of a textual origin. The drama is discussed with relation to its film version by Georg Wilhelm Pabst dated 1929. This comparative perspective allows for unexplored elements of both works to be rediscovered since both revolve around the concept of image, thereby highlighting the importance of the Wedekind literary model for the director, Pabst, as well as the presence of the famous playwright’s almost avant-garde elements within the scope of modernist literature. / Il saggio è dedicato alla Lulu di Frank Wedekind. Il dramma, sviluppato a partire da un’idea dello scrittore risalente agli anni novanta dell’Ottocento e segnato da complesse vicende di genesi testuale e di censura, viene discusso in relazione alla sua versione cinematografica di Georg Wilhelm Pabst del 1929. Il confronto fra le due opere permette di riscoprire aspetti inesplorati di entrambe le opere, poiché entrambe si incentrano sul concetto di immagine, ed evidenzia così l’importanza del modello letterario Wedekind per il regista Pabst come anche la presenza di elementi quasi d’avanguardia nel noto drammaturgo della literarische Moderne.
Il romanzo dadaista "Auguste Bolte" di Kurt Schwitter (1887-1948) viene pubblicato per la prima volta in lingua italiana assieme al testo lirico "AN ANNA BLUME!". L'edizione si accompagna a commento e nota critica, la pubblicazione di "AN ANNA BLUME!" in italiano e tedesco è il risultato di un lavoro di ricostruzione filologica, si pubblica anche copia della lettera autografa di Kurt Schwitters, in cui l'autore dà indicazioni sulla forma e stampa definitiva del testo.
Vengono per la prima volta tradotte in lingua italiana due opere di Kurt Schwitters, il componimento poetico "Herbst/Die letzte Fliege" [Autunno/L'ultima mosca] e il racconto "Die Zoologische Garten-Lotterie" [La lotteria del giardino zoologico]. Entrambi i testi mettono in scena figure di animali, tema a cui il volume della rivista è dedicato. Le traduzioni sono seguite da un saggio di commento in cui si discute della tensione tra ironia e malinconia che percorre tutta l'opera dell'artista e poeta tedesco Kurt Schwitter.
In relazione all’esperienza di Spitzer all’Ufficio di censura austriaco durante gli anni della Grande Guerra e alle lettere dei prigionieri italiani da lui raccolte, il contributo si propone di affrontare la questione del metodo spitzeriano in rapporto al tema di guerra. Le Lettere rappresentano un caso emblematico di come la ricerca filologica di Spitzer si leghi indissolubilmente ad un interesse antropologico, che si rivolge in questo caso, non senza contraddizioni, alla cultura popolare italiana. Il romanista viennese intende infatti offrire, tramite la selezione delle tante lettere da lui visionate, un’analisi dei testi allo stesso tempo di tipo linguistico e di tipo «psicologico». Ne risulta una sorta di classificazione tematica delle lettere che contempla sia gli aspetti più prettamente filologico-linguistici – pensiamo per esempio ai capitoli «Lingua e ortografia», «Formule di apertura e di chiusura» – sia temi tipici della letteratura di guerra (i capitoli «La lontananza», «L’attesa della pace», «I bambini e la moglie», «La fame e altre sofferenze», etc.). La visione “scientifica” – per molti troppo distaccata – della guerra, così come viene fuori dalla lettura di questa raccolta e da alcuni saggi pubblicati nel dopoguerra dallo studioso sulla rivista «Wage», è un chiara dimostrazione del metodo critico con cui Spitzer si avvicina non solo al testo scritto ma anche agli eventi storici. Le Lettere rappresentano pertanto un significativo esempio di quello stile – che caratterizzava l’intellettuale e la persona – grazie al quale Spitzer tenta, ancor prima che il conflitto mondiale volga al termine, di comprenderne il valore paradigmatico.
Il saggio di Hermann Julius Hermann analizza le miniature della biblioteca del duca Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona per dimostrare il ruolo attivo avuto da questo fine intellettuale nell'ideazione delle miniature stesse, nella guida filosofico-letteraria offerta ai miniatori.
Attraverso l'analisi dello stratificato tessuto intertestuale de "I segreti della principessa di Kagran" - narrazione incastonata nel romanzo "Malina" di Ingeborg Bachmann - il saggio si incentra sulla delicata coniugazione tra memoria storica e autobiografica e desiderio di futuro nella scrittura della poetessa austriaca; il contenuto profetico della parola letteraria viene tematizzato in particolare maniera in questo racconto, che cela una sorta di ideale dialogo col poeta amato Paul Celan.
Il saggio indaga il ruolo delle arti figurative in alcuni drammi teatrali di Frank Wedekind concentrandosi in particolare sulla registrazione del passaggio storico dal media pittorico a quello fotografico.
Il saggio ricostruisce il rapporto creativo fra il poeta e artista figurativo Kurt Schwitters e la collagista Hannah Höch all'interno della compagine intellettuale del Dadaismo berlinese a partire da materiale d'archivio inedito.
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