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Manuela De Giorgi
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ART/01 - Storia dell'Arte Medievale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_6 History of art and architecture, arts-based research
Il contributo analizza nel dettaglio il programma iconografico degli affreschi staccati della cripta di Santa Maria degli Angeli a Poggiardo (LE), analizzandone anche il potenziale sviluppo di fruizione in un sistema integrato di musealizzazione virtuale.
Il saggio affronta lo studio della diffusione del culto di due santi 'locali' nell'area sud-orientale del Kakheti (Georgia), esaminando le testimonianze pittoriche più antiche rinvenute in diversi siti del deserto di Garedza. L'analisi dei cicli agiografici considerati, supportata dalla lettura delle fonti agiografiche, delinea un quadro in cui l'immagine sacra diviene non solo strumento di culto declinato nella forma didascalica dell'exemplum, ma - al contempo - funziona come mezzo di propaganda politica e diviene espediente visivo di riconoscimento etnico e sociale in un'area di confine come fu il Caucaso medievale.
Il contributo presenta i risultati diagnostici sulle pitture murali della cripta di Sant'Angelo di Casalrotto (Mottola, TA) unitamente alla piattaforma digitale di gestione-dati degli stessi.
The paper presents a primary report of the Byzantine sculpture from St. Philip church, mainly dating to the 6th-century phase with a little part of later dating (not after the late 10th or early 11th century). After a brief review on the typologies of pieces found during the excavation, the contribution focuses on two specific aspects concerning: (1) how the sculpture was intended and organized within the space of the St. Philip church, with particular reference to the ambo in the central nave and to the ciborium in the bema (with an analysis of the ornamental patterns there used and propose comparisons); (2) how the artisans have shaped these sculptures, highlighting particularly on traces of the working process that few pieces still preserve as well as particular aspects of the sculpture such as color, here considered as painted layer or used in champlevé technique.
Il saggio prende in esame alcuni disegni e schizzi tratti dai taccuini - quelli qui considerati ancora inediti - di Pietro Cavoti per indagare l'interesso dello studioso-artista per l'arte orientale attraverso le immagini e gli appunti scritti di suo pugno.
Il contributo analizza l'evoluzione spazio-temporale (dalla Roma paleocristiana alla pittura bizantina di Manuel Panselinos nella chiesa del Protaton al Monte Athos) dell'iconografia dell'Arca di Noè, attraverso un percorso per immagini che abbraccia tutto il bacino del Mediterraneo.
Partendo dal più ampio e articolato ciclo agiografico noto di san Gerasimo, dipinto nell chiesa rupestre di Ivanovo (Bulgaria), il contributo da una parte ridefinisce i contorni della vicenda biografica del santo attraverso una disamina del suo 'bios' (letto e analizzato nelle varie versioni edite), anche in rapporto all'orizzonte agiografico dei Padri del deserto; dall'altro, documenta la (s-)fortuna iconografica del santo nella cultura figurativa bizantina e d'Occidente, in particolare indagando la confusione che a partire da Jacopo da Varazze si genera tra san Gerasimo e san Girolamo.
Alla luce di alcune desuete raffigurazioni di santo Stefano Iuniore nell'ecumene bizantina, lo studio indaga - con un approccio comparato immagini-fonti testuali - l'origine di un particolare attributo iconografico del santo nell'iconografia dell'Impero d'Oriente; nella fattispecie, un cartiglio che trasmette un 'anatema' tratto dalle fonti dell'iconoclastia bizantina. Considerata la limitata diffusione cronologica e geografica di queste esigue testimonianze pittoriche, emerge un quadro di diffusione dell''icona' di santo Stefano limitato alla sola area greco-balcanica e rintracciato in un momento storico - tra XIII e XIV secolo - che vede il rinnovarsi di istanze iconodule.
Il saggio indaga, sul piano iconografico e iconologico, il ricco catalogo di immagini di santi in parte superstite nell'abbazia di San Mauro. Lo studio evidenzia le strette connessioni con la pittura bizantina tout court, segnalando, al contempo, una lettura più organica delle iscrizioni greche superstiti e nuove acquisizioni iconografiche che correggono letture precedenti, in parte errate.
La monografia affronta lo studio della tradizione delle fonti più antiche, bizantine e latine, omiletica e apocrife, sull'origine e lo sviluppo del tema della *Dormitio Virginis*, con particolare riferimento all'ecumene bizantina (I parte). Nella II parte, dopo una disamina sulle più antiche attestazioni iconografiche della scena della Morte della Vergine nell'Oriente cristiano, si analizzano nel dettaglio tutte le figurazioni del tema in Italia meridionale databili all'epoca medievale.
Il contributo affronta l'analisi degli affreschi bizantini della cripta di Santa Maria degli Angeli (Poggiardo, LE), oggi staccati dalla loro sede originaria, in uno studio di agile comprensione per una più ampia divulgazione.
Il saggio esamina nel dettaglio la decorazione pittorica bizantina superstite nel monastero italo-greco di San Filippo di Fragalà, presso il comune di Frazzanò (prov. di Messina). Dopo un'accurata analisi dello stato di conservazione delle pitture murali, il contributo ne affronta l'analisi iconografica e stilistica, individuando il primo ciclo agiografico di san Filippo di Agira oltre ad un ricco catalogo santorale. Vengono anche delineate le coordinate culturali del monastero e del suo portato pittorico nel più vasto contesto del Mediterraneo medievale. (La prima nota - * - del contributo individua le parti di competenza dei tre co-autori)
Il contributo esamina la celebre tavola conservata presso la Pinacoteca Vaticana di Emmanuele Tzafournari raffigurante la Dormizione dell'eremita, comparandola con una tavola gemella londinese rimasta inedita.
Il saggio affronta lo studio di una erratica lastra scolpita raffigurante la "Dormitio Virginis", originariamente collocata sul portale laterale della cattedrale medievale di Nardò (LE) e oggi ancora priva di una sede espositiva dopo i lavori di rifacimento dell'edificio degli inizi del secolo scorso. La preliminare analisi iconografica del frammento diviene il punto di partenza per ricostruire le vicende del pezzo nella storia dell'edificio, attraverso uno studio delle fonti di epoca moderna e degli inizi del Novecento e offre altresì lo spunto per una breve digressione sulla fortuna del tema della "Morte della Vergine" in Terra d'Otranto ben oltre l'epoca medievale.
Attraverso un'analisi puntuale delle numerose raffigurazioni di epoca bizantina e post-bizantina del tema iconografico della dormizione dell'eremita, lo studio delinea, per la prima volta, un quadro completo della genesi, dell'evoluzione e delle numerose varianti di questo tema in Oriente (oltre che la sua larga fortuna nel bacino del Mediterraneo dal XIII al XVII secolo), andando ad indagare altresì lo stresso legame, di derivazione, dalla raffigurazione bizantina della morte dell'eremita del tema delle Tebaidi nella pittura toscana dal tardo Duecento fino al Quattrocento. La tabella riassuntiva finale costituisce uno strumento utile per l'analisi dettagliata dei singoli interventi sui manufatti più significativi nel prosieguo del volume.
The paper analyses a part of the sculptural elements of the Byzantine era (from the late 5th cent. to the 9th-10th cent.) from the excavation of the St Philip Church in Hierapolis. The first part contains an initial classification of the repertoire of forms on the base of the better preserved sculptural and architectural blocks, identifying comparisons both within the city itself and in the production of other centres in Asia Minor. The second part examines the results that emerged from the archaeometric analyses of the marbles used in the church, and seeks to trace a map of their initial distribution taking into particular account the type of materials and whether or not they were reused.
Il contributo porta all'attenzione della comunità scientifica alcune testimonianze di pittura rupestre della Terra d'Otranto poco note o del tutto sconosciute nel contesto di una necessità di recupero di testimonianze figurative di una eredità bizantina sempre più in disfacimento.
Il contributo presenta il progetto italo-francese (Università del Salento - École Pratique des Hautes Études - Université Paris 1 Panthéon- Sorbonne) del 'Corpus della pittura bizantina in Italia meridionale e in Sicilia'. Alla sezione dedicata alla fortuna storiografica sulla pittura bizantina italo-meriodionale, sono presentate le tipologie delle schede del costituendo 'Corpus', un caso-studio e le istanze metodologiche sottese al tema.
The paper aims to present the hagiographical cycle of Saint Peter Martyr in the inner façade of the Santissima Trinità church in Brindisi (Apulia), formerly part of a Dominican monastic complex to be dated, in the actual architectonical forms, from the first quarter of the 13th century. The detailed analysis of the seven panels of the cycle, not all of them correctly identified until now, leads the reader following the figurative story of the Vita of the martyr of Verona through the primary hagiographical sources, namely the Leggenda by fra’ Tommaso Agni da Lentini; moreover, despite the Western theme of the cycle, a Mediterranean root in the gender of the Apulian wall-painting vita icon is argued.
Il Sistema Museale di Vaste e Poggiardo è composto dal Museo Archeologico e dal Parco dei Guerrieri, frutto dei ritrovamenti effettuati nelle campagne di scavo dirette dal prof. Francesco D’Andria, dalle chiese rupestri di S. Maria degli Angeli e dei Ss. Stefani e, infine, dall’area naturalistica attrezzata dell’Arboreto didattico. Questo nucleo di beni culturali ed ambientali è contraddistinto da una segnaletica in magenta, colore che identifica Poggiardo nell’ambito del SAC, Sistema Ambientale e Culturale delle Serre Salentine. L’istituzione del Sistema Museale rappresenta un importante risultato cui si giunge dopo alcuni decenni di ricerche ed opere di tutela e valorizzazione condotte nell’ambito di una proficua collaborazione tra enti territoriali, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Università del Salento.
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