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Antonio Vito Riondino
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/14 - Composizione Architettonica e Urbana
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH3 Environment, Space and Population: Sustainability science, demography, geography, regional studies and planning, science and technology studies
Settore ERC 3° livello
SH3_8 - Urban, regional and rural studies
La ricerca del Gruppo Urbanformgrammars si focalizza sul rapporto tra architettura e città. Assumendo questo orizzonte problematico si è sviluppato nel Novecento il contributo più rilevante del pensiero architettonico italiano. Ad esso vogliamo riallacciarci guardando al fenomeno della città contemporanea per riconoscere, insieme alla crisi della sua forma, le potenzialità che da essa derivano. La “città-natura”, interpretata attraverso una teoria che permetta di considerare unitariamente i valori morfologici del paesaggio e quelli degli insediamenti urbani, l’“edificio-città”, inteso come “grande” forma architettonica capace di evocare la complessità spaziale della città e come elemento catalizzatore e misuratore dei vuoti urbani, i “tessuti densi” capaci di riproporre, nella “città in estensione” contemporanea, la condizione compatta e gerarchicamente articolata della città storica, costituiscono i campi privilegiati della nostra ricerca.
In the early 60s, in Italian architectural culture, researches emerged to define new morphological syntaxes and new control tools of the dynamics of urban transformation. The goal was to find "scientific" methods of intervention, consistent with the history of the city and, at the same time, open at the dynamics of transformation derived from the new territorial dimension. The reflections of this research were, on the one hand, the Venetian studies by Saverio Muratori related to the "method of analysis of transformation urban processes"; on the other hand, the studies by Giuseppe Samonà and Ludovico Quaroni aimed at extending the city to the global territorial phenomena, identifying it in the future transformations especially "consolidated city / suburbs / landscape" (vision influenced by the thesis of Lewis Mumford and Kevin Lynch). At the base there was the need to provide a new disciplinary objectivity at the city-planning culture with the following aims: extend the old transformational relationships between building and city to those between city and Regional Development; to interact, in existing forms, the new shapes made by the languages of the "new dimension" and its technologies. This research is the basis of the theories and design practices of most of today's Italian architectural culture. The dissertation wants to propose a framework of these theories, illustrating the principles and criticality internal to their evolutionary context, focusing on procedural aspects and methodological issues related to the influence by the territorial transformations on the architecture of the city.
Questo libro è l’esito, criticamente rivisto e aggiornato, della ricerca sviluppata tra il 1994 ed il 1997 all’internodel Dottorato di Ricerca dalle Facoltà consorziate di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Esso si configura come un segmento del più generale campo tematico relativo allo studio della didattica del progetto di architettura in Italia ed è incentrato sull’insegnamento di Ludovico Quaroni nei corsi di Composizione Architettonica della Facoltà di Architettura di Roma, fra il 1963 e il 1973. Gli anni presi in considerazione sono quelli che vedono concentrate le questioni teoriche e metodologiche più cogenti del dibattito architettonico e urbanistico di questo periodo. Il tentativo di trovare strumenti di risoluzione di una “crisi” culturale che sta frammentando la disciplina architettonica all'interno di nuove forme interdisciplinari, coinciderà con la necessità di ribaltare il tradizionale ruolo del progetto e dell’azione stessa dell’architetto. Un ribaltamento dal quale deriveranno inediti scenari di ricerca destinati a segnare, da lì in poi, una nuova stagione didattica caratterizzata da metodi compositivi fondati su nuove scale, su nuovi fenomeni fisico-sociali, coincidenti con le dinamiche urbano-territoriali legate alla “nuova dimensione”. Il 1963 segna il definitivo passaggio di Ludovico Quaroni, dall’insegnamento “urbanistico” tenuto a Firenze dal 1959, a quello “architettonico” intrapreso nella Facoltà di Roma. È questa la stagione che Manfredo Tafuri definirà del rinnovato ritorno di Quaroni, all’Architettura. Un ritorno caratterizzato da una visione del tutto inedita rispetto al panorama culturale italiano, teso a riportare i temi e le metodiche riguardanti il progetto della Città, dalla materia urbanistica a quella architettonica, fino a concentrarla nella messa a punto di una vera e propria nuova disciplina, definita da Quaroni, del Disegno Urbano. Essa sarà il risultato di una riflessione che andrà dal primo approccio “territorialista”, all’avvicinamento alle questioni più propriamente “urbane”, quali quelle derivate dalle esperienze relative alle tesi di laurea elaborate tra il ‘69 e il ’73. Lavori che di fatto anticiperanno molti dei temi della futura ricerca architettonica, attivando una riflessione incentrata, d’ora in poi, sulla messa a punto di potenziali piani teorico-metodolologici intenti a rifondare la disciplina a partire dal ritorno alla sua principale materia di studio: la Città criticamente riconfigurata ai moti trasformazionali del nuovo Presente storico.
Questo volume vuole dare un contributo alla ricostruzione critica delle principali vicende prodotte in Italia in merito al dibattito architettonico e urbanistico della seconda metà del 900. In particolare esso è dedicato a quella che fu la grande questione relativa all’unità disciplinare aperta sopratutto da Ludovico Quaroni e Giuseppe Samonà verso la metà degli anni 50. Scenario di riferimento ne era la dilatazione degli ambiti operativi dovuti alla nuova scala di riferimento urbanistico ed architettonico, vista, fiduciosamente, nella cosiddetta “nuova dimensione”. Di quella cultura, il seminario urbanistico di Arezzo ne segnò l’atto di maggiore sperimentazione disciplinare e allo stesso tempo, l’inizio del suo rivolgimento programmatico. Tutta la ricostruzione critica si basa sulla scoperta, fatta da parte dell'autore, della documentazione degli Atti del Seminario, rimasta fino ad allora inedita. Tale ritrovamento si deve all’attività svolta dallo stesso autore del volume, tra il 1994 e il 1997, all’interno del IX ciclo di Dottorato di Ricerca di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Essa raccoglie gli esiti del dibattito avvenuto nel corso della prima fase seminariale e le relazioni prodotte dai singoli raggruppamenti a conclusione dell’attività pre-progettuale. Centrali sono le figure di Aldo Rossi, di Mario Cusmano, di Giancarlo De Carlo. Tali atti avrebbero dovuto rappresentare il documento ufficiale di quell’esperimento e la loro pubblicazione -prevista attraverso un apposito numero monografico- ne avrebbe dovuto garantire la diffusione a livello nazionale. Ma le vicende che ne seguiranno saranno tali da precluderne ogni iniziativa, lasciando fino ad oggi, del tutto sconosciuti quei risultati e il loro grande lascito. L’intero carteggio -riportato integralmente nel volume, per il suo valore storico-documentale-, è collocato a margine del testo critico al fine di offrire al lettore una presa diretta dei temi affrontati, e la testimonianza tangibile di una vicenda culturale tanto unica quanto straordinaria e problematica per gli scenari aperti nel dibattito architettonico e urbanistico di quegli anni, i cui effetti costituiscono ancora oggi la base di quell'affermazione del principio di "autonomia disciplinare" sintomatica del ritorno dell'architettura al suo principale ambito di ricerca e applicazione: la Città come luogo delle intrescalarità architettoniche.
La Società Scientifica Ludovico Quaroni viene costituita nel 2010. Suo scopo è “lo studio dell'architettura e delle città storiche e contemporanee, europee ed extraeuropee e l'analisi critica e la valorizzazione delle opere e degli scritti dei maestri di pensiero nel campo dell'architettura, della città e del territorio. Per raggiungere tali scopi l’Associazione si propone di: - promuovere studi e ricerche nel campo architettonico, storico, tecnologico e urbanistico per la riqualificazione dell'ambiente architettonico e urbano della città attuale mediante l'indagine sui metodi progettuali appropriati che prevedano anche la salvaguardia e la valorizzazione della città e delle opere architettoniche di interesse storico, artistico ed ambientale; - organizzare convegni, corsi, seminari ed incontri di studio nazionali ed internazionali; pubblicare atti, memorie, relazioni scientifiche e diffondere testi, informazioni e notizie mediante l'utilizzo di supporti sia cartacei che telematici; - svolgere tutte le attività direttamente connesse a quelle istituzionali."
Ludovico Quaroni, romano, è stato un maestro dell’architettura italiana nella seconda parte del secolo scorso; il suo magistero ha contribuito a formare – oltre a tanta parte delle più giovani generazioni di architetti del nostro paese – Carlo Aymonino, Manfredo Tafuri, Antonino Terranova ed ha costituito uno dei fondamentali riferimenti dell’elaborazione teorica di Aldo Rossi sulla città. Architetto e urbanista, docente e scrittore, Quaroni rappresenta lo sperimentalismo metodologico e linguistico più aperto e inclusivo, la parte più progressiva dell’identità dell’architettura italiana moderna, fondata su uno stretto rapporto tra cultura storica, sensibilità sociale e contestuale, perizia scientifica del progetto e appassionata ispezione del futuro; coraggiosa, senza freni. Adottando il suo nome, dunque, la Società Scientifica, con la rivista che qui presentiamo, intende riprendere la discussione sull’Architettura delle Città in un momento nel quale metodologie, tecnologie, rapporti tra le scale di progettazione, significati e linguaggi formali e simbolici delle città, tutto ciò di cui la moderna cultura urbana occidentale sembrò, per un attimo, certa, sembra ormai travolto dalla vertigine della espansione urbana più veloce e imponente dell’intera storia dell’umanità, nei continenti più antichi e nei più nuovi.
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