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ENEA - AGENZIA NAZIONALE PER LE NUOVE TECNOLOGIE L ENERGIA E LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
Acronimo
ENEA
Partita Iva
00985801000
Codice ATECO
Non Disponibile
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Data di costituzione
Non Disponibile
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
L’Unità Tecnica Tecnologie dei Materiali Brindisi svolge attività di ricerca, innovazione tecnologica e prestazione di servizi avanzati dell’ENEA nei settori dell’energia e dello sviluppo economico sostenibile attraverso la ricerca, lo sviluppo e l’ingegnerizzazione nel settore dei materiali metallici, polimerici e ceramici per applicazioni strutturali e funzionali al fine di minimizzare i contenuti energetici e l’impatto ambientale nelle fasi di realizzazione, di utilizzo e smaltimento, e in generale, al fine di migliorarne le prestazioni. Le attività di ricerca riguardano: -lo studio e lo sviluppo di metodologie di sintesi di materiali, nanomateriali e di deposizione di strati sottili e spessi in riferimento all’ottimizzazione di proprietà strutturali, chimiche, ottiche e sensoristiche; -lo sviluppo di metodologie di processamento e funzionalizzazione sia di superficie che di materiale massivo (bulk) per l’ottimizzazione di proprietà comportamentali; -la gestione di impianti complessi per la qualificazione di materiali e componenti per applicazioni ad elevata temperatura in ambienti corrosivi ed erosivi; -la messa a punto di sistemi sensoriali, con particolare attenzione agli aspetti ambientali, a quelli relativi alla tecnologia dei trasduttori ed alle metodologie di gestione; -lo sviluppo di competenze, sia strumentali che operative, sulle metodologie di indagine microstrutturale e microanalitiche basate su microscopia elettronica, microscopia a stilo, diffrattometria di raggi X, spettroscopia ottica e spettroscopia elettronica; -lo sviluppo di metodologie di indagine non distruttiva per applicazione in differenti settori tecnologici. -Promuove le azioni necessarie all’acquisizione sul mercato della ricerca e della fornitura di servizi avanzati, dei finanziamenti necessari alle attività di competenza. -Indirizza lo sviluppo di conoscenze, competenze e capacità tecnico scientifiche, umane e strumentali, nelle specifiche tematiche di competenza.
L’obiettivo finale del progetto è quello di indirizzare il sistema agroalimentare verso uno scenario evoluto ed integrato di sistemi per la prevenzione dei rischi e per la diagnosi rapida di contaminanti chimici e biologici (o di altre sostanze indesiderate). Le nuove tecnologie abilitanti per la food safety interconnesse in un approccio integrato di filiera andranno a ridefinire lo scenario agroalimentare, intervenendo sui metodi e processi di controllo e sulla gestione dei materiali e dei processi, garantendo il miglioramento della sicurezza alimentare attraverso azioni di prevenzione, controllo e innovazione tecnologica, con importanti impatti sia sugli operatori della filiera che sui consumatori, evitando sia di processare (con evidente risparmio di costi per l’industria) che di immettere sul mercato prodotti ad elevato contenuto di contaminanti chimici e biologici, rispetto ai quali aumenta sempre di più la sensibilità dei consumatori per le ricadute dirette sulla salute.
Il progetto complessivo nell'ambito risorse naturali riguarda i temi della gestione del ciclo di vita dei beni (distribuzione, valorizzazione energetica, interramento in discarica in sicurezza) e della gestione del ciclo integrato dell'acqua. ‑ Il tema della gestione integrata del ciclo delle acque è finalizzato all'uso sostenibile delle risorse, all'ottimizzazione energetica, al monitoraggio e controllo della qualità dell'acqua nei sistemi acquedottistici e nelle reti di drenaggio urbano, per trasfomare l'intero ciclo integrato in una "Smart Water Network". ‑ Lo studio di modelli per la gestione sostenibile della filiera alimentare punta alla valorizzazione a scopi energetici degli scarti della produzione, alla riduzione degli sprechi alimentari del sistema distributivo e dei consumatori e alla valorizzazione della frazione edibile del rifiuto solido urbano. ‑ Tecnologie innovative per la localizzazione delle discariche integrano dati acquisiti da reti di monitoraggio al suolo e aereo e simulano scenari evolutivi delle situazioni di inquinamento e contaminazione per trasformare un sistema tradizionale di smaltimento in uno "Smart Waste Environment System".
La tecnologia dei trasporti è in profonda evoluzione per la necessità di rispettare normative sempre più severe in termini di emissioni e di impatto ambientale, di sicurezza e di eco-compatibilità sull' intero ciclo di vita dalla progettazione allo smantellamento. I materiali sono una Key Enabling Tecnology in questo processo. L'introduzione di materiali innovativi quali i compositi polimerici e i materiali multifunzionali richiedono specifici processi per la sintesi e adeguati protocolli di qualificazione/caratterizzazione, basati su diagnostica avanzata estesa ad una ampia gamma di dimensioni, da quelle macroscopiche fino alla scala nanometrica.Parallelamente si è conclusa l'analisi sulle criticità europee in termini di approvvigionamento di materie prime. Ne sono risultate 14 materie prime critiche alcune delle quali di forte impatto per il settore dei trasporti. Fra le altre, lo sviluppo di materiali sostitutivi rappresenta una delle principali strategie. Le peculiarità della materia su scala nanometrica, ancora ampiamente inesplorate, rappresentano il principale terreno di indagine per individuare soluzioni alternative.La presente proposta si pone l'obiettivo di coniugare le consolidate competenze dei Laboratori ENEA presenti nelle regioni di convergenza con l'ampio spettro di esigenze di sviluppo delle tecnologie dei trasporti, dalla cui intersezione derivano i settori di intervento. Ne sono risultati tre filoni sui quali si concentrano gli interventi di rafforzamento strutturale. Un primo filone è rappresentato dalla diagnostica per immagini, articolata su due laboratori, che si pone l'obiettivo di realizzare una facility in grado di intervenire su di un ampio spettro dimensionale con capacità di analisi tomografica di difetti e di strutture. Un secondo filone è rappresentato da sintesi e trattamento con due laboratori per le tecniche di repairing di componenti metallici e la sintesi di materiali sostitutivi, mentre il terzo filone è inerente gli aspetti di efficienza energetica con un laboratorio dedicato alle tecnologie innovative di illuminazione. L'intera infrastruttura si avvale del potenziamento delle strutture informatiche da utilizzarsi per simulazioni, realtà virtuale e supporto alla rete di collegamento interna della infrastruttura.Coerentemente con i requisiti del bando si sono strutturati gli interventi in modo articolato per consentire ai laboratori di interfacciarsi sia con il sistema delle imprese, con particolare attenzione alle ricadute territoriali, sia con la rete europea delle infrastrutture di ricerca. Nel primo caso si persegue il duplice obiettivo di mettere a disposizione del sistema imprenditoriale infrastrutture critiche per lo sviluppo di progetti di ricerca e per la fornitura di servizi avanzati. Gli studi di mercato ed il supporto delle aziende collegate ad ENEA soprattutto nelle partnership pubblico private dei Laboratori PP TEXTRA e TRIPODE e dei Distretti DTA e IMAST, hanno evidenziato la possibilità di un importante contributo alla sostenibilità nel tempo della iniziativa. La orizzontalità delle facilities realizzate garantisce inoltre la ricaduta in settori produttivi diversi in risposta alle esigenze di più territori. Per quanto riguarda l'inserimento nella rete europea, si può notare come una facility integrata con laboratori avanzati di caratterizzazione/qualificazione e di sintesi/trattamento/processamento sia complementare ed integrabile con quanto presente, come testimoniato dalle numerose lettere di supporto alla iniziativa da parte di prestigiosi Centri di ricerca europei. La profonda rete di rapporti scientifici di ENEA nel settore dei materiali e delle metodologie analitiche rappresenta, da questo punto di vista, un fattore di sicuro successo. Di particolare rilevanza risulta la presenza di questa infrastruttura nelle regioni mediterranee dove rappresenta una unicità in grado di polarizzare importanti azioni per lo sviluppo delle regioni limitrofe.
Il progetto si propone di offrire una soluzione strutturata e scientificamente solida a tutta la filiera dell'Education, dalla scuola primaria sino alla formazione professionale operando su tutta la catena del valore: modelli didattici e organizzativi, contenuti digitali multimediali e interattivi, infrastruttura tecnologica abilitante per l'erogazione di servizi didattici in cloud a docenti, studenti, famiglie, scuola e università, formazione professionale.
L'obiettivo finale del progetto è lo studio, la messa a punto prototipale e la sperimentazione di tecnologie (strumenti e sistemi) e metodologie (procedure e linee guida) innovative che trovano applicazione in diverse fasi del processo di gestione del bene culturale. Le fasi a cui si fa riferimento sono: 1) lo studio storico tecnico 2) la diagnosi 3) intervento 4) il monitoraggio conservativo 5) la musealizzazione e la fruizione 6) la valorizzazione. In ogni fase sopra indicata, IT@CHA propone soluzioni tecnologiche in grado di supportare tecnici, operatori, enti tutelanti e singoli interessati come i cittadini e turisti nel complesso processo del rapportarsi al bene culturale, ora per misurare, ora per valutare ora per fruirne e comprenderlo.
Il progetto FOODSYS si sviluppa dal forte interesse di un raggruppamento di imprese della produzione agroalimentare orientate alla promozione di produzioni tipiche sui mercati internazionali, e ciò ne determina la strategicità sulla base di esigenze di innovazione in contesti di sviluppo reali. La globalizzazione della domanda e dei mercati non genera un consumatore globale ed omologato. Si va, invece, affermando la domanda di beni alimentari complessi, che rispondano a requisiti di qualità sempre maggiori. Il contesto agroalimentare italiano, pur nelle potenzialità consolidate e riconosciute delle produzioni tipiche, trova infatti forti limiti alla sua affermazione competitiva sui mercati internazionali, a causa di un contesto operativo caratterizzato da una elevata numerosità di operatori lungo la catena del valore, con scarsa integrazione funzionale, e con scarsa focalizzazione del proprio business sul valore del prodotto. La proposta europea in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di un riconoscimento internazionale dei prodotti a denominazione protetta, assume valore strategico e capacità di alleanze negoziali, se viene colta come affermazione del principio che le diversità, biologica, tecnologica e culturale delle produzioni e dei consumi.Non si tratta però di puntare soltanto ai prodotti di nicchia, la cui importanza è peraltro evidente, perché ciò significherebbe ridurre ad una dimensione elitaria sia l'agricoltura italiana sia la nostra industria alimentare. Per ottenere questo è necessario innanzitutto supportare le imprese della produzione nell'identificazione del valore intrinseco al loro prodotto, mettendo a punto dei metodi di riconoscimento dei fattori di tipicità riconoscibili e parametrizzabili in un sistema di filiera, al quale mantenimento lungo la supply chain devono partecipare una serie di imprese per posizionamento e per attività disomogenee. Ed il tutto si deve giocare sul terreno non solo dell'efficacia (portare la qualità tipica senza decadimento al mercato), ma anche sull'efficienza, contribuendo a compensare la complessità delle filiere in termini di costi operativi. Il progetto FOODSYS vuole pertanto costruire un modello operativo innovativo di gestione della supply chain del prodotto tipico di qualità, che partendo dai principi della supply chain decentralizzata, - mira a garantire la coerenza tra le tante caratteristiche di qualità del prodotto, nel pieno sostegno, quindi, ad un approccio di "Total Quality", con particolare supporto agli aspetti di tipicità che ne fanno parte, quale driver di tutta la supply chain.- mira, inoltre, a sfruttare i recuperi di economie, propri dell'approccio di supply chain decentralizzata, per finanziare i maggiori costi che, inevitabilmente, si associano alle maggiori complessità operative dell'approccio di Total Quality.- mira, infine, a mantenere dette aspettative anche in supply chain lunghe ed articolate, composte da PMI, che rappresentano la maggioranza nell'agroalimentare.La nuova piattaforma deve operare con un obiettivo chiaro e condiviso orientato alla tipicità espressa delle produzioni intervenendo sui fattori che ne sostengono la loro forza fino ai mercati internazionali; questo significa, in sostanza, un complesso di tecnologie e sistemi atti a mantenere la qualità identificata nella tipicità e la competitività delle imprese all'interno dei contesti in cui esse operano: identificazione dei fattori di caratterizzazione della tipicità, tecnologie dedicate alla garanzia di mantenimento di tale tipicità, sistemi di distribuzione innovativi, integrazione nella piattaforma di fattori di contesto della supply chain (economici, normativi, di mercato, etc) determinanti per garantire un supporto alle imprese nell'accesso ai mercati internazionali.
Il progetto MATRECO mira alla ricerca di materiali ad alto contenuto tecnologico e di un loro competitivo processo di trasformazione per la realizzazione di componenti e strutture, funzionalizzati ai fini della soddisfazione del cliente (più valore a pari prezzo) e contraddistinte da un'elevata sostenibilità ambientale (meno consumi nel ciclo vita a pari prestazioni, dall'estrazione della materia prima al riciclo/riuso del materiale finale). Le applicazioni sviluppate direttamente nel progetto avranno impatto rilevante in differenti settori: automobili, treni, nautico, arredo, packaging. Le applicazioni indirette sviluppate dopo il progetto sfruttandone i risultati avranno ricaduta ancora più ampia: motocicli, aeronautico, grandi elettrodomestici, tessile, arredamento, edilizia. Gli aspetti più innovativi di MATRECO si articolano attraverso i risultati che verranno ottenuti da 4 linee di ricerca: -materiali eco-compatibili: compositi strutturali con matrice biopolimerica e/o da riciclo rinforzata da fibre vegetali -materiali strutturali ingegnerizzati per strutture con proprietà ottimizzate per l'utilizzo finale attraverso il processo produttivo: strutture ibride compositi / schiume metalliche, trattamenti termici localizzati -trattamenti di funzionalizzazione di superfici (polimeri, tessuti, stampi): processi plasmo chimici per conferire ai materiali plastici per interni e trasparenti di uso in mezzi di trasporto funzionalità innovative con basso costo e basso impatto ambientale: coating protettivi, proprietà antiriflesso e self/clearing o anti fog, idrorepellenza/antimacchia, ridotto attrito. Il consorzio proponente comprende enti di ricerca specializzati nella ricerca e qualificazione di nuovi materiali polimerici (Università di Catania, ENEA-materiali), fibre vegetali (Università della Calabria, ITM CNR), compositi polimerici/metallici (Università di Napoli Federico II), trattamenti e rivestimenti (Università di Bari), nanotecnologie (CRF), grandi aziende della filiera automotive (CRF, Adler, Tiberina) e ferroviaria (Firema), PMI del settore nautico (Seal Marine, Borrone), arredo (SIrianni, Cosmob) e packaging (Filadel) in grado di trasformare i risultati della ricerca industriale in nuovi prodotti per il proprio mercato di riferimento I risultati del progetto sono materiali, processi e metodologie che verranno integrati a scopo di validazione e di dimostrazione in applicazioni specifiche per i mercati di riferimento ma frutto di una ricerca cooperativa e sinergica tra enti di ricerca e aziende produttive. È infatti prevista la realizzazione, da parte dei partner industriali di un pannello porta eco-sostenibile per interni automotive, di un pannello strutturale composito ad altissima resistenza per applicazioni ferroviarie, di un pannello estetico naturale/ignifugo per arredi nel settore nautico, pannelli naturali innovativi per arredo casa, sacchetti in biopolimero per il settore packaging.
Il progetto BAITAH individua le tecnologie ICT e di ambient intelligence come soluzione utile ad estendere il periodo di tempo in cui soggetti non completamente autonomi riescono a vivere in autonomia all'interno di un ambiente domestico. BAITAH intende favorire, semplificare e accelerare il processo di passaggio dell'ambient intelligence al settore dell'elettronica e dell'informatica di consumo, rendendo di fatto pervasive le tecnologie coinvolte attraverso la identificazione e rimozione delle barriere di trasferimento tecnologico ad oggi presenti. BAITAH propone una visione sistemica che, sulla base dei bisogni e delle procedure di assistenza individuate, definisce modelli di ambient intelligence in cui le tecnologie ICT diventano pervasive e funzionali alla risoluzione delle problematiche definite.
Il progetto mira a realizzare cicli energetici innovativi per il settore agroindustriale, grazie a sistemi flessibili di piccola taglia per l'autoproduzione di energia dal gas prodotto a partire dagli scarti agro-industriali e dall'energia solare con cogenerazione ad alta efficienza. Persegue un obiettivo strategico unitario e mira allo sviluppo della filiera energetica agroindustriale attraverso il conseguimento coordinato di una pluralità di risultati attesi. L'obiettivo strategico generale è la messa a punto di sistemi innovativi ed integrabili tra loro in Rete Intelligente (Smart-Grid) per la produzione decentrata e diffusa di energia elettrica e termica con alte efficienze di conversione e basse potenze. Gli obiettivi specifici sono: - l'auto-sostenibilità energetica - la messa in opera di cicli ultra-corti dal recupero di biomassa di scarto agricola ed agro-industriale e dal sole - la micro-cogenerazione ad alta efficienza su scale da 1 kW a 100 kW. Le imprese agroindustriali partner sono coinvolte nella produzione, selezione e trattamento delle biomasse e nella sperimentazione finale. Per i trattamenti delle biomasse umide e non legnose sarà realizzato un digestore di piccola taglia e parametrizzabili per la produzione di biogas. In parallelo sarà sviluppato un gassificatore per la produzione di gas di sintesi (syngas) ad alto contenuto di idrogeno a partire da biomassa legnosa. In stretta collaborazione con gli OdR, il digestore sarà messo a punto da SteelTech e il gassificatore sarà realizzato da Varat e Me.Ca.Pollino. Queste aziende sono interessate alla successiva industrializzazione di questi sistemi. La cogenerazione da energia solare e da biomassa sulla scala di 1 kW elettrico e qualche kW termico è ottenuta tramite un convertitore Stirling ad altissima efficienza (33% elettrico) di produzione europea (Microgen). Originariamente previsto in bruciatori a gas tradizionali, esso viene ora adattato a bruciatori a biogas, a biomassa solida e per l'uso con concentratori solari. Il partenariato, tramite Innova Solar Energy, gode di un accordo specifico in esclusiva con il produttore per lo sviluppo e la successiva industrializzazione di nuovi sistemi di cogenerazione basati su questo convertitore termodinamico. Sempre nell'ottica della futura industrializzazione, in stretta collaborazione con gli Organismi di Ricerca partecipanti al progetto, la ditta Ungaro realizzerà un nuovo tipo di caldaia cogenerativa a biomassa solida, con Stirling integrato, e Innova Solar Energy un cogeneratore solare ad inseguimento a due assi. Il progetto include fasi avanzate di purificazione e separazione del biogas e del syngas prodotti e del loro successivo stoccaggio tramite una nuova famiglia di materiali nano-strutturati sviluppati presso l'Università della Calabria ed è prevista la sperimentazione finale dell'uso dei gas prodotti opportunamente purificati in motori a combustione interna di piccola taglia e celle a combustibile. Tutte le innovazioni proposte si basano su know-how e brevetti recenti (p.e. Brevetto UNICAL n. CS2007A000031 e Brevetto Innova n. CS2008A00017, Brevetto Europeo della Tecnap n. WO0241463, già validato anche in USA con n. US7078831-B2) alla frontiera delle conoscenze tecnico/scientifiche attuali e a disposizione del partenariato e prevedono un'importante attività di codifica delle conoscenze acquisite durante lo svolgimento del progetto stesso al fine di costruire una solida base brevettuale per rafforzare le successive fasi di industrializzazione dei sistemi allo studio. I sistemi innovativi ed integrabili di piccola taglia energetica proposti nel progetto rappresentano una forte innovazione nel mercato energetico mondiale e sono utilizzabili anche al di fuori della filiera dell'agroenergia, in tutti i casi in cui l'autosostenibilità energetica, l'alta efficienza di conversione e la produzione decentrata e diffusa di energia siano prioritari.
Il progetto comprende attività di ricerca sui sistemi di produzione e gestione dell'energia, sulle reti di distribuzione e storage a scala locale:‑ Un primo ambito sperimenta un sistema di gestione dei flussi energetici a livello municipale, per ridurre i costi energetici, potenziare la multi-generazione da fonti rinnovabili, contenere l'impatto ambientale ed accrescere la consapevolezza energetico-ambientale in ogni attore della comunità. ‑ Un secondo ambito realizza un sistema di monitoraggio, di supporto alle decisioni, di gestione e programmazione della produzione/consumo di energia e di altre risorse (acqua e gas) in condizioni normali e di crisi o emergenza. Parallelamente, propone strumenti per gestire con maggiore efficienza le infrastrutture critiche (reti elettriche, idriche e del gas) che, pur essendo interdipendenti, oggi sono gestite in maniera non sistematica ed aggregata. ‑ Un terzo modulo propone lo sviluppo di sistemi e modelli di analisi predittiva sui consumi, finalizzati all'efficientamento energetico degli edifici pubblici ad elevata umanizzazione e al monitoraggio dell'utilizzo energetico del territorio.
Il presente Progetto di Formazione, strettamente correlato ai contenuti e allo sviluppo del corrispondente Progetto di Ricerca SMATI, nasce dall'idea di formare nuovi profili professionali destinati ad attività di Ricerca finalizzate all'impiego di e sviluppo di materiali avanzati, strutturali e/o per trattamenti superficiali al fine di garantirne la resistenza in ambienti fortemente aggressivi e particolarmente usuranti. Sono previsti complessivamente 3 Obiettivi Formativi (nel seguito OF) di cui due finalizzati alla formazione di Ricercatori con diverso orientamento scientifico-tecnologico rispetto alle tipologie di materiali e relativi processi e tecnologie, ed uno finalizzato alla formazione di Tecnici di Ricerca con competenze trasversali indirizzate alle tecniche di caratterizzazione sui materiali, all'uso di tecniche e strumentazione di laboratorio per il supporto allo sviluppo di attività di ricerca. Sia i Ricercatori che i Tecnici di Ricerca che verranno formati grazie al progetto, avranno la possibilità di acquisire specifiche competenze su metodologie innovative di studio, analisi e sperimentazione, tecniche di sintesi e caratterizzazione, utilizzo di tecnologie innovative, con particolare riferimento a quelle direttamente risultanti dalle stesse attività di ricerca.
Il progetto TEXTRA, mediante attività di Ricerca Industriale su Tecnologie e Materiali Innovativi per lo sviluppo di componenti di Vettori Ferroviari e di Medie Dimensioni, punta ad aggregare, integrare e potenziare competenze multidisciplinari di soggetti pubblici (ENEA ed Università) e privati (Consorzi ed Aziende operanti nel settore dei trasporti), tali da costituire un Laboratorio avente le seguenti finalità:- Ricercare e sviluppare applicazioni di materiali avanzati nel settore dei trasporti;- Offrire prodotti e tecnologie derivanti da attività di R&S;- Promuovere partnership anche in forma di ricerca cooperativa per l'industria dei mezzi di trasporto;- Offrire tecnologie per la realizzazione con materiali innovativi di componenti e sistemi per i mezzi di trasporto di medie dimensioni, servizi di design industriale, di progettazione strutturale e di processo, di qualificazione di materiali e componenti, di prototipazione;- Stimolare lo sviluppo di iniziative imprenditoriali per lo sfruttamento dei risultati delle proprie ricerche.In particolare, il Laboratorio punta a consolidare, sviluppare ed acquisire competenze e sistemi tecnologici in grado di soddisfare i principali fabbisogni di innovazione provenienti dall'industria dei mezzi di trasporto in termini di:- requisiti di sicurezza (materiali e componenti resistenti all'impatto, ambienti di lavoro in fase di produzione, materiali e componenti resistenti al fuoco, sistemi attivi, ecc.);- requisiti di redditività di lungo termine (leggerezza, durabilità, ridotta manutenzione, LCC)- requisiti di ecocompatibilità (materiali riciclabili, riduzione del rumore e delle vibrazioni, processi di lavorazione a ridotta o nulla emissione, riduzione di energia nei processi produttivi e in esercizio, ecc.);- requisiti legati ai fattori umani per i lavoratori addetti e per l'utenza finale (ergonomia, riduzione rumore e vibrazione);- soluzioni customer-oriented (metodi e strumenti per lo sviluppo di prodotto specifici per il settore).Il settore industriale cui si fa riferimento è quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto, con particolare riguardo ai vettori ferroviari ed ai vettori di medie dimensioni quali traghetti e imbarcazioni da diporto (yacht), velivoli speciali ed elicotteri.
Il progetto intende sviluppare nuove tecnologie e metodologie abilitanti la HMI (Human Machine Interaction) edHCI (Human Computer Interaction) per gli operatori direttamente coinvolti nella produzione manifatturiera (settoredei trasporti), ideando strumenti basati su approcci non tradizionali di interazione, grazie all'introduzione del concettodi Sistema Informativo Visuale (in inglese Visual Information System).Le tecnologie VIS che si intendono sviluppare permetteranno da un lato di utilizzare e rendere disponibili per imodelli di ottimizzazione tutti i dati disponibili sul campo e dall'altro restituire le informazioni, quali ad esempio lesequenze di lavorazione, verso il sistema produttivo. Le tecnologie sviluppate saranno sperimentate attraverso l'esame in differenti contesti produttivi quali le linee diassemblaggio e sistemi di lavorazione per asportazione di truciolo. Al fine di ottimizzare l'interazione uomo-macchinaè molto importante comprendere la natura e il contenuto delle informazioni per determinare in quale modo essedevono essere comunicate all'operatore. Secondo quanto detto nella sezione precedente, le modalità attraverso le qualisi possono fornire dei contenuti di tipo:- contenuti grafici:-di tipo testo;-di tipo immagine 2D/3D;-di tipo video;- contenuti audio.A seconda di quello che si vuole comunicare si deve determinare la forma più opportuna che l'informazione deveavere per poter raggiungere in maniera efficiente l'operatore.Le tecniche VIS possono assicurare il sistema migliore di raggiungimento degli obiettivi della lean production. Oltrealla natura dei contenuti delle informazioni trasmesse è un'importante sfida consiste nel determinare anche il grado diintegrazione e contestualizzazione che tali contenuti, soprattutto quelli grafici, devono possedere. È questa la sfidatecnologica da affrontare nel progetto, ancora tutta da esplorare sia in termini di soluzioni applicative che di logiche dirappresentazione. Un'ultima questione da considerare è la dinamica che le informazioni trasmesse devono possedere.Si possono, infatti, avere contenuti virtuali statici, che saranno sempre gli stessi ogni qual volta si osservi undeterminato oggetto (ad esempio se si vuole visualizzare il nome di un utensile quando lo si osserva), oppuredinamici, che variano con l'evolvere dell'operazione che si sta eseguendo. Quest'ultima caratatteristica è la nuovafrontiera della gestione delle informazioni aziendali, che sempre di più rappresenterà nel futuro la flessibilità delcambiamento dei sistemi di produzione e le opportunità di reazione in tempo reale ai cambiamenti di mercato;frontiera questa che, dalla letteratura corrente, è ancora un punto di vulnerabilità dei sistemi lean.
A method and apparatus (100) for manufacturing of a non-woven fabric from recycled carbon fibers, being in the form of flock, piece, etc., and the non-woven fabric, wherein the method comprises the steps of: - discontinuous cutting of the fibers, carried out so as to obtain size- homogeneous fibers of selected length; - mixing the fibers with auxiliary fibers, carried out concomitantly with, subsequently to, the cutting step; - orienting and cohesioning the mixed fibers in the previous step to obtain a fiber lap; and, forming the lap obtained in the previous step to obtain the non- woven fabric.
La presente invenzione è relativa ad un sensore di deformazione a matrice polimerica. Come è noto, i materiali polimerici possiedono interessanti proprietà meccaniche e tribologiche che ne favoriscono l'utilizzo in numerose applicazioni. In particolare, le caratteristiche di maggiore interesse sono relative alla leggerezza, alla elevata lavorabilità ed al costo di produzione relativamente basso. A causa delle loro proprietà isolanti, per particolari applicazioni è da tempo sentita l'esigenza di sottoporre i materiali polimerici a processi che conferiscano loro anche interessanti proprietà elettriche.
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