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Rossella De Cadilhac
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/19 - Restauro
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_7 - Museums, exhibitions, conservation and restoration
Il presente lavoro espone i primi risultati di un progetto di ricerca che intende offrire un contributo alla conoscenza dei complessi fortificati in Puglia i quali costituiscono un’importante eredità ma che, pur rappresentando elementi di richiamo e punti di riferimento territoriale, in alcuni casi hanno interrotto il proprio ciclo vitale perdendo le ragioni della loro necessità. La ricerca focalizza l’attenzione su alcuni castelli, scelti come casi-campione. Lo studio, basato sull’autorità delle fonti, si avvale dell’indagine diretta condotta attraverso il rilievo, in modo da aderire alla costruzione, indagata dal punto di vista tipologico, spaziale, formale, costruttivo. In particolare s’indagano i restauri e le trasformazioni riconducibili a due momenti cruciali: l’avvento delle armi da fuoco che, come documentano i trattati, segnano una rottura nella tradizione costruttiva dei castelli, e il successivo adattamento a residenze nobiliari, che ne cambia il volto e il ruolo urbano.
Lo studio del borgo abbandonato di Craco (MT), cominciando dagli edifici più rappresentativi, è il primo passo di un itinerario di ricerca volto all’elaborazione di un progetto di conservazione e valorizzazione dell’organismo urbano che, nel rispetto del carattere dei luoghi, non può non tener conto della critica condizione geologica e del problema della messa in sicurezza. Gli edifici parzialmente crollati agevolano lo studio anatomico delle sezioni murarie e dei materiali, favorendo la comprensione costruttiva degli organismi architettonici che rischiano di scomparire lentamente, ma inesorabilmente. Solo l’intima conoscenza degli edifici nella loro anatomia costruttiva, la consapevolezza del loro reale stato di conservazione, l’individuazione delle loro vocazioni funzionali, possono orientare (attraverso misure di salvaguardia, indicazioni, prescrizioni, vincoli) il progetto di restauro basato, auspicabilmente, sui criteri di minimo intervento, compatibilità, riconoscibilità.
L’incontro con Roberto Pane segna profondamente sia dal punto di vista umano che professionale Mauro Civita, autentico uomo di cantiere, che, con- dividendo con il maestro il forte interesse per le stratificazioni, coglie proprio nell’esperienza restaurativa l’occasione per rileggere dal vivo le vicende di pa- linsesti architettonici, acquisire nuove conoscenze e ri-orientare la progettazione sempre finalizzata a sostanziare la conservazione, ma aperta ad accogliere nuo- ve, autentiche e talvolta originali elaborazioni creative.
Il tema trattato che trae spunto da un'esperienza concreta indaga il problema della riabilitazione strutturale, la quale coinvolge scelte storico-critiche prima ancora che tecniche, da cui dipendono gli esiti operativi del restauro. Coniugare le istanze della conservazione con quelle della sicurezza strutturale sembra possibile se si pensa di ricorrere ad un programma che nella irrinunciabilitaÁ di una manutenzione permanente orienti il progetto ad assumere i condivisi criteri del minimo intervento, della riconoscibilità, della reversibilità e della compatibilità.
Lo studio della torre normanna nel borgo abbandonato di Craco (MT) si inserisce all’interno di una più ampia ricerca finalizzata alla elaborazione di un progetto di conservazione e valorizzazione dell’intero organismo urbano che, nel rispetto del carattere dei luoghi, non può non tener conto della critica condizione geologica e del problema della messa in sicurezza. La lettura dell’antico insediamento richiede una conoscenza profonda delle tipologie aggregative, dei materiali, delle tecniche costruttive e delle condizioni di degrado. Gli edifici parzialmente crollati agevolano lo studio anatomico delle sezioni murarie, della posa in opera dei materiali, ma anche il riconoscimento di pregressi lavori di consolidamento, favorendo la comprensione costruttiva degli organismi architettonici che rischiano di scomparire lentamente, ma inesorabilmente. Fra le emergenze architettoniche indagate, la torre normanna è stata oggetto di un particolare approfondimento, reso possibile da un’indagine diagnostica non distruttiva utile per conoscere la vulnerabilità della torre, comprenderne il reale stato di conservazione ed orientare il progetto di restauro basato sui criteri del minimo intervento, della compatibilità, della riconoscibilità. *** The study of the Norman tower in the abandoned village of Craco (MT) is part of a larger research aimed at the development of a project for conservation and enhancement of the entire urban organism which, complying with the nature of the area, can not take into account the geological critical condition and the consistent safety problem. The reading of the ancient settlement demands a deep knowledge of building types, materials, building techniques and deterioration conditions. The buildings, partially collapsed, facilitate not only the anatomic study of masonry and laid materials but also the recognition of previous consolidation works, facilitating thus the constructive understanding of the architectures in danger of disappearing slowly, but surely. Among the investigated architectures, the Norman tower has been the subject of a special study, made possible by a non-destructive diagnosis helpful to know the vulnerability and real conditions of the tower in order to guide the restoration project based thereby on criteria of minimal intervention, compatibility and recognition.
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