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Stefano Bronzini
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI LETTERE LINGUE ARTI ITALIANISTICA E CULTURE COMPARATE
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-LIN/10 - Letteratura Inglese
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
La suggestionabilità rappresenta una delle principali fonti di distorsione del ricordo di un evento a cui un testimone ha assistito o di cui è stato vittima. La ricerca psicologica si è a lungo interessata ai processi cognitivi e sociali che rendono alcuni testimoni particolarmente vulnerabili alle suggestioni. Nel presente lavoro è riportata una breve rassegna della letteratura scientifica sull’argomento. Il tema della suggestionabilità stimola, inoltre, un interessante dialogo tra psicologia e diritto che ha come oggetto la riflessione sulla scientificità dei metodi impiegati per l’acquisizione della prova testimoniale.
È noto che la penna di T.B. Macaulay fosse stata sempre molto prolifica. Sin da giovanissimo aveva redatto moltissimi appunti. Lo testimonia la raccolta dei primi e brevi ‘esercizi’ giovanili, oggi conservati negli archivi del Trinity College di Cambridge. Dal primo ‘tentativo’ di compilare una ‘Storia’ alle recensioni (quella apposta a "The Life and Writing of Addison" del 1843 ne è un esempio), agli essays e alla “History of England” del 1849, il saggio indaga lo stile di Macaulay. La necessità di anteporre il fine ai mezzi fece sì che spesso il suo racconto fosse affidato più alla capacità di suggestionare che all’illustrazione dei fatti, e la semplicità del suo linguaggio rivelava il fine pedagogico dei suoi ‘interventi’: Macaulay raccontava per educare. Asciutto, senza essere mai didascalico, il linguaggio di Macaulay s’impose al suo secolo.
Gulliver’s Travels mostra bene come Swift abbia partecipato all’intenso dibattito settecentesco su come si dovesse scrivere la Storia. Lo scrittore irlandese affidò proprio al marinaio-chirurgo il racconto di una fantastica avventura, dove, ‘giocando con le parole’, capovolgendo fonti classiche (da Tucidide a Luciano di Samosata) e presentando straordinarie finzioni, si discusse anche di Storia. Il saggio passa in rassegna i quattro ‘viaggi’ del marinaio-chirurgo, dai maliziosi giochi di parole dei primi due ‘viaggi’ all’‘isola degli stregoni o maghi’, dove la voce dei morti (Alessandro Magno, Annibale, Cesare, Pompeo e Bruto) racconterà a Gulliver la ‘verità’, sempre diversa dalla Storia tramandata e dalla storiografia. Swift fa parlare le fonti di prima mano. Difficile smentire la fonte diretta. Il sarcastico sorriso dell’autore intendeva mostrare che la Storia affidata agli storiografi di professione aveva proposto solo mendaci racconti.
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