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Anna Lucia Muserra
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E FINANZA
Area Scientifica
AREA 13 - Scienze economiche e statistiche
Settore Scientifico Disciplinare
SECS-P/07 - Economia Aziendale
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
The increasing demand for non-financial information about the sustainability of economic activities has led the EU legislator to introduce the Directive 95/2014 to foster the transparency and the comparability of Corporate Social Reporting (CSR). This paper reports the findings of a study into the views of preparers and auditors regarding specific features of the new regulation. In particular, the issues examined cover: i) the reasons that justify the regulation of CSR; ii) the scope of the CSR statement; iii) the reporting format of CS information, and iv) the assurance required. It is found that managers favour many of the developments introduced by the Directive. In particular, the Board responsibility for CSR is regarded as a fundamental step for the diffusion of social and environmental policies throughout the whole entity, both at the horizontal and the vertical level. Further, the flexibility in the content, in the reporting format and in the choice of the reporting standards is regarded as an efficient approach to discipline CSR.
Il presente contributo affronta il tema della governance sotto il profilo del sistema di controllo interno nella consapevolezza che l’articolazione dei soggetti, dei ruoli e delle relazioni che connotano tale sistema è una delle variabili di maggiore impatto sulla qualità della governance stessa. Nello specifico, il lavoro approfondisce il tema dei Modelli di organizzazione e controllo ex d.lgs. 231/2001, rispetto ai quali svolge una riflessione volta ad indagare, sia la rispondenza del modello normativo ai comportamenti virtuosi dell’impresa contemporanea, sia il contributo che tali Modelli di organizzazione e controllo potrebbero dare nella direzione del rafforzamento della governance e della razionalizzazione di un assetto dei controlli che allo stato attuale appare policentrico e frammentato. Si è, a tal fine, adottato un percorso di analisi che, partendo dall’inquadramento di tali Modelli nella prospettiva economico-aziendale, ne ha identificato le condizioni di efficacia, in presenza delle quali, i nuovi presidi di controllo, oltre a risultare utili alla realizzazione della condizione esimente, risultano altresì funzionali ad una migliore qualità di governance . L’istituzione di un Organismo di vigilanza, connotato in senso virtuoso e supportato dall’effettività degli altri elementi costitutivi del Modello, è stato considerato, nell’analisi proposta, il carattere di maggior rilievo e l’elemento che conferisce legittimità al Modello medesimo. Sulla base delle osservazioni raccolte si è potuto dare atto del fatto che l’Organismo di vigilanza può potenzialmente fornire apporto, nella sua sfera d’azione e di competenza, a sostegno della più generale operatività del sistema di controllo interno. Tale contributo risulta, peraltro, effettivo a condizione che l’Organismo possegga determinati requisiti soggettivi, di funzionamento e di interrelazione con gli altri soggetti e sia adeguatamente supportato dall’implementazione di un Modello che si connoti per specifici caratteri qualitativi delle sue componenti. L’istituzionalizzazione dell’Organismo di vigilanza, infatti, contribuendo al radicamento di una cultura etica condivisa, si colloca utilmente nell’ambito di quella prospettiva integrata che nel miglioramento della qualità della governance trova le condizioni ideali per la ricerca della competitività aziendale e dell’efficienza economica.
Il progetto si propone di analizzare, nella prospettiva economico-aziendale, taluni strumenti di ingegneria finanziaria (SIF), quali le operazioni di garanzia tranched cover, gli strumenti per il finanziamento del debito e le misure per il finanziamento del capitale di rischio nelle PMI pugliesi nel ciclo di programmazione 2014-2020. Si propone di integrare e combinare i contributi concettuali tipici dell'economia aziendale, con quelli relativi ad altre discipline, per conseguire, oltre al predetto obiettivo finale, i seguenti risultati: 1) elaborare e proporre un framework degli strumenti e delle misure analizzate, fondato sia sul piano teorico che su quello dei riscontri empirici, riferiti a differenti contesti, che consideri e valorizzi: a) gli sviluppi teorici e le esperienze pratiche; b) i risultati delle analisi embrionali e parziali relativi a SIF utilizzati in differenti contesti regionali; 2) sviluppare indicazioni metodologiche ed operative per la revisione degli SIF già adottati nel contesto pugliese e analizzare il contesto di riferimento, attraverso una valutazione ex ante, per addivenire alla migliore definizione degli SIF da porre in essere. Dalla ricerca, funzionale alla valorizzazione di temi ricompresi nell'ambito di ricerca Salute, benessere e dinamiche socioculturali, ci si attende una più accurata comprensione dei potenziali effetti generabili dagli stessi SIF e delle indicazioni, in previsione della loro adozione nel ciclo 2014-2020.
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