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Rosa Gallelli
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, PSICOLOGIA, COMUNICAZIONE
Area Scientifica
AREA 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-PED/03 - Didattica e Pedagogia Speciale
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Viviamo in un contesto sociale e culturale contrassegnato dall’incrocio e dalla convivenza, spesso conflittuale, di una pluralità di popoli e tradizioni, di lingue e linguaggi, di fedi e valori; da una varietà di cornici concettuali, etiche e politiche, di percorsi interpretativi, espressivi e comunicativi; da una molteplicità di scelte esistenziali possibili. Su questo sfondo, la scuola è indiscussa protagonista di un acceso ed entusiasmante dibattito: come realizzare una scuola di tutti nel rispetto della differenza di ciascuno? Quale approccio didattico può dar corpo a una programmazione e progettazione educativa e curricolare che rispecchi i valori inclusivi e democratici dell'integrazione? Quale progettualità didattica mettere in atto per promuovere nelle nuove generazioni la capacità di cogliere e valorizzare la differenza come risorsa evolutiva individuale e collettiva? In tale quadro problematico, la riflessione pedagogica e didattica muove creativamente alla ricerca di nuovi sentieri per insegnare a vivere positivamente e produttivamente la differenza propria e degli altri. Ricerca che trova nel gioco e nel giocare un antico, eppure sempre vitale, alleato. Un prezioso ambito di esercizio per un pensiero capace di decentramento cognitivo, affettivo e relazionale; disponibile a confrontarsi con la singolarità e la irripetibilità di ciascuno; antidoto contro chiusure pregiudiziali e atteggiamenti dogmatici e intolleranti.
Il saggio parte dalla constatazione che nel quadro di una società complessa e altamente tecnologizzata, caratterizzata dalla centralità di beni immateriali quali conoscenze e competenze, fra gli obiettivi principali di una didattica problematica e critica vi è la formazione nelle giovani generazioni di un pensiero strategico. E', quest'ultimo, un pensiero capace di padroneggiare efficacemente, in relazione alle esigenze conoscitive che il soggetto si propone, sia le funzioni cognitive destinate ad assimilare informazione e conoscenze, sia l'attitudine metacognitiva dell' "imparare a imparare". Il saggio, dopo aver analizzato approcci didattici comunemente ritenuti alternativi (diretti / indiretti, contestualizzati / decontestualizzati, simbolico-ricostruttivi / esperienziali) ne propone possibili forme di integrazione nell'ambito delle quali poter ottimizzare le potenzialità di una didattica metacognitiva. Più in particolare, il saggio approfondisce alcune strategie metacognitive che, più di altre, appaiono in grado di sollecitare i soggetti a "vedere" i media della comunicazione come "oggetti" preziosi, da esplorare e ri-conoscere.
La moltiplicazione dei mediatori di conoscenza e di educazione ha consentito di arricchire la didattica tradizionale di vie di insegnamento-apprendimento differenziate, nel senso di una didattica individualizzata e personalizzata. Tuttavia, mentre si discute sulla utilizzazione didattica delle risorse tecnologiche e la scuola appare consumarne in modo talora indiscriminato e onnivoro, ci si interroga forse ancora poco sugli effetti di una "cultura dell'educazione" che vuole la scuola "alla rincorsa" dell'evoluzione tecnologica, e che intende gli esperti dell'educazione, nonché gli educatori, come meri esecutori di una progettualità formativa rivolta a implementare gli orizzonti fattuali aperti da tale evoluzione. La scuola infatti, a fronte di processi pervasivi di mediatizzazione dell'esperienza che immergono gli studenti in una sorta di paradossale continuum tra realtà oggettiva, realtà aumentata e realtà virtuale, dovrebbe proporsi come ambiente specializzato nella trasmissione e nel rinnovamento del patrimonio di approfondimenti e interpretazioni, teorie e dubbi, contestazioni e proposte su tutto quanto l'attività culturale, scientifica, tecnologica, ha prodotto e produce attorno all'esperienza occidentale della "rappresentazione", ossia attorno ai confini tra realtà, finzione, interpretazione. Il presente contributo si propone di offrire alcuni spunti di riflessione sulla necessità di promuovere, a tutti i livelli dell'impegno pedagogico e didattico, uno sguardo che rivendichi per la teoria e la prassi educativa il compito di coniugare l'ottimizzazione delle risorse tecnologiche messe a disposizione dall'evoluzione tecno-scientifica con l'interpretazione sempre critica e problematica di tale ottimizzazione, per offrire alle nuove generazioni strumenti linguistici e concettuali per la costruzione autonoma e critica di personalità libere e creative.
Già dal 2009 il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro è coinvolto, in via sperimentale, in progetti di formazione che prevedono attività di Alternanza Scuola-Lavoro presso il laboratorio di ricerca SERLab, per offrire agli studenti della scuola secondaria di secondo grado l’opportunità di integrare il proprio percorso di studi con momenti di formazione situata, collegata alle attività del Dipartimento. Nel presente contributo viene illustrato il progetto Tekhnologhia che il gruppo di ricerca ha realizzato in collaborazione con l’Istituto Tecnico Tecnologico “Luigi dell’Erba” di Castellana Grotte in provincia di Bari e con lo spin-off SER&Practices per la realizzazione di un progetto di alternanza finalizzato alla promozione delle conoscenze e delle competenze dei partecipanti. L’iniziativa ha inteso unire Sapere e Saper Fare ed aprire l’apprendimento al mondo esterno.
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